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Autore: lillixsana    20/11/2016    2 recensioni
Una storia totalmente diversa dall'originale, la mia storia... con i personaggi di Miho Obana, che dalla mia infanzia, ho imparato ad amare. Due vite, che non si sono mai intrecciate... mai, fino ad ora.
La scelta di fare il medico, è profondamente legata in me alla ricerca dell’origine di quel male, che il concetto di Dio non poteva spiegare. Da principio volevo fare lo psichiatra, per capire in quale punto della mente nascesse la follia gratuita che poteva causare gli orrori di cui ero stato testimone. Avvicinandomi alla medicina, però, incappai in un male ancora più inspiegabile della guerra, il cancro.
(Umberto Veronesi)
Una storia particolare in cui ho voluto provare a cimentarmi... una storia a tratti difficile da scrivere... ma una storia che spero possa piacervi.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Aya Sugita/Alissa, Sana Kurata/Rossana Smith, Tsuyoshi Sasaki/Terence, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO

 


Personalmente non credo che la psiche abbia un ruolo nella comparsa e nello sviluppo dei tumori. Credo invece nell’influenza che l’atteggiamento psicologico del malato può avere sulla sua reazione alla cura. L’esperienza clinica ci insegna che un malato psicologicamente forte reagisce meglio ai trattamenti, perché è capace di aderire alla cura con coscienza, sistematicità e determinazione. L’atteggiamento individuale quindi, anche se non influisce sulla prognosi finale, certamente può influire sulla fasi del decorso della malattia. Un paziente aiutato da un atteggiamento ottimistico guarisce di più anche perché segue meglio le cure, s’impegna a osservare meglio le indicazioni del medico, s’impegna a voler guarire.

(Umberto Veronesi)

 

 



Nell'autunno dei miei ventuno anni, conobbi, per la prima volta nella mia vita, l'orribile sensazione che si prova durante un attacco epilettico convulsivo. L' interrogatorio che mi rivolse il dottore da cui andai, dopo quell'incidente. Lì per lì non mi fece riflettere troppo... si, insomma. Cosa potrebbe esserci, di tanto strano, nell'avere qualche mal di testa, e un leggero abbassamento della vista? Seguiti poi da questo primo ed unico episodio di epilessia...? Ovviamente, agli occhi di una studentessa di lettere, assolutamente nulla. Per questo, nel momento in cui mi venne espressamente richiesto di fare una TAC capii che qualcosa non quadrava.

Esattamente dieci giorni più tardi, potei portare il mio referto dal suo richiedente, se chiudo gli occhi ancora riesco a vedere l'espressione che assunse il suo volto nel giro di un secondo e mezzo. Avete presente quando, stesi sul letto, si passa dalla veglia al sonno, e le sensazioni cominciano ad interrompersi... e poi, d'un tratto, ti senti come se stessi cadendo nel vuoto?... sgranando gli occhi, di colpo, in un sussulto?
Ecco, mi sentii esattamente in quel modo quel giorno, mentre il medico, si sforzava di utilizzare un linguaggio quantomeno comprensibile per un comune mortale non laureato in medicina per dirmi che il mio leggero abbassamento della vista, l'avere qualche mal di testa... ed il maledettissimo attacco epilettico, erano strettamente legati tra loro da una cosa chiamata glioblastoma.
Delle restanti ore di quel giorno, ad oggi, non ricordo più nulla. Nonostante il mio studio assolutamente opposto alla medicina, sapevo bene che cose tipo blastoma, sarcoma e tanti altri ''oma'' erano sinonimo di tumore. Forse per quel motivo da quel giorno i miei ricordi sono sfocati e frammentari.
Oh, scusate se non mi sono ancora presentata ma ci tenevo a farvi conoscere prima lui. Il mio nome è Sana Kurata e fino a quel giorno la mia vita è sempre stata quella di una normale ragazza senza particolari problemi o patologie. Ma si sa, che dalla vita non si sa mai cosa aspettarsi.

 

 

Mamma diceva sempre: la vita è uguale a una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita!

(Forrest Gump)

 

 

Ho sempre amato l'autunno, i suoi colori, i viali alberati cosparsi di foglie che, ormai, hanno abbandonato la loro vista mozzafiato dalle alte fronde, il cinguettio degli uccelli sempre più raro da udire, e i brividi e la pelle d'oca dati dal vento ormai più freddo. Non credevo, che proprio il mio amato autunno, arrivando avrebbe portato con se, oltre ai venti di maestrale anche la mia malattia.
Ovviamente, non starò qui a dirvi le vicessitudini che seguirono la presa di coscienza del mio male. Tra cui, le crisi di pianto che ormai, tendevano a farne da padrone sul mio solito carattere scherzoso e gioviale.

I medici, mi dissero di voler iniziare adottando una terapia mirata, data l'insolita presentazione di questo tumore, in un soggetto della mia giovane età. Avrei dovuto iniziare, facendo tre cicli di chemioterapia, per determinare la reazione del mio indesiderato ospite, prima di intervenire chirurgicamente.
Per questo, la mattina del ventisei novembre, mi ritrovai a camminare su uno dei viali che mi piacciono tanto, sapete no?... quelli con un tappeto di foglie arancio... peccato solo, che si trovasse proprio di fronte all'ospedale in cui avrei dovuto iniziare l'assassinio delle mie cellule maligne.

 

Wikipedia dice, che la chemioterapia, per come è intesa oggi, nasce per un ''fortuito'' caso quando negli anni sessanta Barnett Rosenberg, nel laboratorio di biofisica della Michigan State University, notando la somiglianza delle linee di forza dei campi elettrici e i fusi mitotici si mise a studiare l'interferenza dei suddetti campi elettrici nella riproduzione dei batteri.

Egli, notò come questi non riuscivano a riprodursi in questo ambiente, perché era per loro impossibile separarsi ed ebbe, l'intuizione di provare a vedere gli effetti di questo isomero sulle cellule tumorali, che presentavano lo stesso tipo di crescita, e ne scoprì l'efficacia anti-tumorale provando ad usarlo su di un topo, che dopo pochi giorni guarì completamente.

 

Io, invece, preferisco definirla semplicemente: assassina di cellule.
Si, perchè quando i dottori vengono a parlarti della terapia che hanno intenzione di proporti, si guardano bene dal girare intorno alle controindicazioni della stessa. Mentre invece, tendono ad essere piuttosto persuasivi, sui validissimi motivi per cui farla.
Ed hanno anche il coraggio di definirlo libero arbitrio... gli occhioni devastati di mia madre, non mi diedero un grande margine di scelta in realtà. Anche se sapevo di andare incontro ad un vero e proprio suicidio.
Ma alla fine era giusto così... perché è vero, quando dicono che il dolore più grande è per chi resta, non per chi se ne va. Quindi, quella mattina, mi diressi più per gli altri che per me stessa, in quel luogo dove la prima cosa da cui venni colpita all'apertura delle grandi porte scorrevoli, fu un fortissimo odore di disinfettante.

 

 

Non e' che ho paura di morire... e' che non vorrei essere li quando succede!

(Woody Allen)

 

 

 

 

Ok facciamo questa prova... salve a tutte sicuramente chiunque vedrà il mio nome mi maledirà in tutte le lingue del mondo dato tutte le storie in corso che ho... ma lo sapete meglio di me no? Che quando una cosa ti vaga nella mente non puoi far altro che cedere?! Ecco questo è quello che stava vagando da un po' nella mia mente... non so quale sarà la riuscita ma spero tanto che possiate darmi qualche parere e perchè no anche qualche consiglio costruttivo. Aspetto con tanta tanta ansia i vostri commenti *-*

 

Ringrazio in anticipo chi commenterà e chi leggerà soltanto...

 

baci LillixSana.

  
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