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Autore: xzaynsmouthx    20/11/2016    0 recensioni
Una donna di mezza età rievoca alla memoria gli avvenimenti più importanti che accaddero nei suoi trent'anni. Una donna qualsiasi, innamorata dell'amore, che vive difficoltà qualsiasi tra lavoro, uomini e amiche. Una donna che ha tanta voglia di crescere e sembra non riuscirci mai. La storia di un'esasperante e divertente ricerca dell'amore, piena di contraddizioni, che la porterà a maturare e fare pace col passato, con l'adolescenza di cui è tanto nostalgica.
Dal testo:
Immaginate una donna di quasi trent'anni con un bicchiere di spumante in una mano, la pochette nell'altra, strizzata in un abito beige, che si guarda spasmodicamente intorno alla ricerca di qualche uomo della sua età di cui innamorarsi con un uccello viola in testa.
A chi, come la protagonista, è così importante da non rendersene conto.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ringrazio calorosamente chiunque abbia letto anche solo la prima frase di questa storia a tratti paradossale. 
Ci sono riferimenti a persone realmente esistenti, ma soltanto per quanto riguarda nomi o poche caratteristiche in ogni caso. 
Invito chiunque sia curioso di sapere come questa storia continui di farmelo presente o di farmi presente che devo smetterla immediatamente di scrivere perchè faccio pena. 
Detto ciò vi auguro una buona lettura.

 



CAPITOLO I 

Quella giornata di giugno era insolitamente calda e umidiccia, dalla fronte di John, un giovane avvocato d’origini rispettabilissime e dalle forme a dir poco generose, sgorgavano a fiotti luccicanti goccioline di sudore. Era stata Nicole ad organizzarci quell’appuntamento al buio ad Hyde Park, probabilmente non tenendo conto minimamente dei miei gusti in fatto di uomini, tuttavia ero rimasta l’unica da sistemare fra le amiche, se così si possono definire. Le avevo conosciute all’università, e avevamo instaurato un rapporto malato fin da subito basato su bugie, giudizi affrettati e quant’altro, ma eravamo femmine, no? Il che giustificava probabilmente alcuni comportamenti da oche che tutte, nessuna esclusa, aveva avuto e che adesso, alla veneranda età di 27 anni avevamo superato, o meglio, omesso o meglio ancora, avevamo fatto finta di nulla ed eravamo semplicemente andate avanti mantenendo rapporti perlopiù superficiali. Ciò era dimostrato dal fatto che Nicole mi avesse costretta a sorbire quel trombone parlare di scartoffie burocratiche tutto il pomeriggio mentre avrei preferito sedermi al Cafè con Sophie e Abigail, le uniche che potessi affermare di conoscere realmente e viceversa. John stava ancora blaterando ed io ad ascoltarlo avevo preferito pensare alla cena, chissà cos’avrei mangiato quella sera: cucinare o non quest’era il dilemma. E tra l’altro, nella mia mente, fra le immagini di ravioli, involtini e nuggets di pollo era comparsa un’altra grande minaccia: cos’avrei dovuto dire a Nicole? Perché avevo mollato John ancor prima di frequentarlo o pensare almeno di farlo? Non era una domanda complicata alla quale rispondere, ma non avrei certo potuto dire la verità, cioè che questo si aggiungeva ad una lunga lista di amici scapoli del suo adorato Kevin, del quale era promessa sposa, che sarebbero andate bene per una di quelle donne da pubblicità dei detersivi, non per me. – Lo sai, a volte penso che certe donne siano proprio stupide. – oh, wow da che pulpito. – Scusa, ma potrei sapere perché pensi questa cosa? – Beh, scusami, ma queste sono cose che potresti non capire. – Ah, oddio scusami. Facciamo che quando potrò capire ti cercherò sicuramente, ok? – Cos…? Io non volevo assolutamente offenderti, solo che vedi, alcune cose sono da uomini ... – Oh, peccato allora non capirò mai, addio. – e ridacchiando mi allontanai lasciandolo incredulo su una panchina, pure il sessista doveva capitarmi? Purtroppo non era una puntata di Sex&The City, era la dura realtà e a differenza di Sarah Jessica Parker invece di raggiungere le mie amiche in Taxi, così da non rovinare le mie Manolo nuove di zecca, presi la metro, dove con le mie sneakers della collezione dell’anno precedente della sottomarca di H&M e pestai anche una gomma. Entrai nel Turkish, il solito locale della solita Camden e raggiunsi le mie amiche al solito divanetto mentre sorseggiavano la solita birra o il solito drink. – Ragazze, ogni tanto potremmo anche far finta di fare qualcosa di nuovo. – Allora, l’avvocato? – chiese Abby curiosa ignorando totalmente ciò che avevo detto. – Evitiamo di parlarne. – L’ennesimo buco nell’acqua? Guarda che se rifiuti ancora un amico di Kevin ti toglieranno dalla lista degli invitati. – disse ironica Sophie per poi cominciare a ridere seguita subito da Abby. – Oh,no. Pensavo di incontrare l’amore della mia vita a quella festa. – dissi mettendomi le mani nei capelli e facendo un espressione buffa. – Andiamo, facciamo le brave, è importante per Nicole questa cosa ... – Cosa esattamente? Kevin o la cerimonia? – Ovviamente la cerimonia. – Appoggiai Sophie, ero troppo vecchia per queste cose, ma erano così divertenti. Abby ci lanciò un’occhiataccia. – Ok, mi arrendo. – dissi alzando gli occhi al cielo, Sophie alzò semplicemente le mani in segno di resa. – Ci sono delle notizie che ho da darvi, intendo alle donne che siete in fondo non alle bambine che ho davanti. – E allora smettila di gongolare e parla! – la esortò Sophie per poi incrociare le braccia al petto. – Al matrimonio indosseremo tutte lo stesso abito ... beige. – Come la vita che li aspetta? – Oddio, che bambina! – esclamò Sophie portandosi la mano alla bocca e squadrandomi in modo a dir poco teatrale. – E poi – continuò Abby ignorandoci, anche se non lo ammetteva sono certa che si divertisse anche lei, ma non avrebbe mai potuto darlo a vedere perché in tal caso avrebbe rinunciato alla sua imparzialità risalente alla faida che ci fu fra di noi tutte alcuni anni prima, nata probabilmente per il fatto che eravamo semplicemente cresciute ed avevamo iniziato ad intraprendere strade diverse, modi di vita diversi. C’era chi dava importanza ai soldi e basta, chi all’amore, e chi alle amicizie e al lavoro. Inutile dire che io rientravo nell’ultima categoria, vero? A dire il vero, una decina di anni prima sarei rientrata nella seconda categoria, ero una di quelle innamorate dell’amore, (ma avevo sedici anni, perciò in qualche modo potrei essere giustificata) tuttavia quel periodo della mia vita è durato fino ai 20 anni circa. Si cresce semplicemente e si capisce che in realtà il compagno di banco di cui eri cotta e reputavi davvero strafico perché fumava nel bagno fottendosene delle regole, in realtà non era davvero la persona che avresti portato all’altare anche se allora lo pensavi magari. Quant’ero imbecille? E capisci anche che per fare colpo non devi far notare al diretto interessato che su di te ha il potere di provocarti anche un ictus volendo. Oppure che straparlare non è proprio indicato e tante altre cose che penserete non faccia più ... poveri illusi. Beh, non si smette mai di imparare, insomma è nella normalità delle cose e ... okay, ero indifendibile. – E l’altra notizia è ... una vacanza! – io e Sophie ci guardammo leggermente turbate, l’ultima vacanza organizzata da Abby non era stata propriamente un successo, eravamo andate in montagna in cerca di pace e fresco, ma fece talmente freddo quell’estate che la neve ci costrinse a chiuderci in casa e non uscirne per due settimane circa, in poche parole: un incubo. – Ok, so di aver fatto male i calcoli a volte ... ma stavolta è diverso. – Due anni fa, invece, non ricordo neanche dove dovessimo andare ricordo solo che prenotò il volo per la prima settimana d’agosto e l’appartamento per la seconda. – E perché? – chiese Sophie. – Perché ci ospita una mia amica d’infanzia. –  Wow, il livello di difficoltà dell’organizzazione della vacanza è salito, Abby, ce la farai? – chiesi beffarda. – Almeno io organizzo. – rispose stizzita. – Io il bagno potrei farlo anche nel Serpentine e prendere il sole sulle panchine del parco. Vi piace come idea? – chiese Sophie speranzosa. – Ok, dicci di più, Abby. – Era una bella idea, stronze! – Allora, Melissa – Che nome da puttana. – disse subito Sophie. – le feci cenno di tacere e lei mi guardò torva per poi stare finalmente zitta. – E’ una mia amica d’infanzia come ho detto, e indovinate con chi è fidanzata! – Oddio, lo so, lo so. Con uno dei One Direction? – io scoppiai a ridere guardando l’espressione concentrata di Sophie. – No. – le rispose Abigail. – Allora non lo so. – Come facciamo a sapere con chi è fidanzata? – chiesi, era una domanda alquanto ovvia. – Marlon Richards. – Il figlio di Keith Richards? Il figlio dell’amore della mia vita? – Piano Sophie, c’ero prima io. – le disse Abby ridacchiando. – Deve essere davvero grandioso per lei, ma a noi che importa? – Lui ha una villa enorme in Francia. – Sophie aveva preceduto notevolmente Abby e adesso guardava un punto indefinito del locale con uno sguardo sognante. – Non sapevo di questa tua gerontofilia, Sophie. – Lei scoppiò a ridere spintonandomi leggermente. – Comunque, ci ha invitate a passare due settimane lì. – D’accordo, meglio della Scozia onestamente. – Molto meglio. – Ma ... del viaggio ce ne occuperemo io e Soph. – dissi puntando Abigail con il dito e fingendo uno sguardo minaccioso. 
 
  
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