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Autore: shinepaw    20/11/2016    3 recensioni
Bella ha sedici anni, un pastore australiano che risponde al nome di Yuuhi come migliore amica e Brooklyn, il suo fratellino di tre anni, di cui occuparsi. Per lei non esiste null'altro, nessun altro, a parte la scuola. Con l'amore ha chiuso. Ma, come si suol dire, mai dire mai.
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Sequel di Counting Stars.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Keeping Love Again'
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Leya's point of view

Scorro pigramente le immagini sullo schermo del cellulare. È una tranquilla serata come tante altre e mio fratello e Liam stanno guardando la televisione mentre io spreco tempo a far niente su Instagram. Be', non si può dire che stiano proprio guardando la televisione, più che altro è da dopo cena che si stanno baciando, come sempre.

Mi rendono davvero invidiosa con le loro tenere coccole, gli abbracci rassicuranti, i baci non stop... il loro amore sdolcinato e passionale, seppur a volte disturbante (ormai un appuntamento notturno quotidiano!).

'Da: Numero sconosciuto.

A: Leya.

Ciao...'

Sussulto, sistemandomi sui gomiti.

'Bella?'

'Chi vuoi che sia, sennò?'

Mi sfugge un gridolino e immediatamente mi tiro a sedere. Mikhail scolla le labbra da quelle del suo ragazzo e mi osserva divertito.

- Ti ha scritto Bella?

Gli lancio una rapidissima occhiata.

- Sì! SÌÌÌ! - esclamo, strappandogli una risata.

- E che dice, sorellina?

- Nulla di che - borbotto, sedendomi e tirandomi le ginocchia al petto.

'Grazie di avermi scritto!'

'Non avevo niente da fare e allora...'

Sorrido, arricciando una ciocca attorno all'indice e pensando a cosa scrivere. Mi batte sul tempo.

'Ah... ti saluta Brooklyn e ti ringrazia ancora per il disegno. Dice che sei simpatica e sarebbe contento se venissi a giocare con lui, qualche volta.'

'Solo lui lo sarebbe?'

'Leya...'

'Sì?'

Il cuore mi batte furiosamente nel petto. Non ho idea di cosa stia pensando, posso solo immaginarlo e tutta questa situazione mi fa sentire come se stessi camminando su un lago ghiacciato a fine inverno. Ho già commesso un passo sbagliato e aperto una crepa. Devo essere più cauta e meno impulsiva.

'No. Niente. Probabilmente anche Yuuhi sarebbe contenta.'

'Oh, è vero.'

Abbozzo un sorriso. Falso presentimento?

'Leya, perché hai cercato di baciarmi? Non dirmi che ti piaccio.'

Cric.

Ancora prima di rispondere so già di aver messo un piede in fallo. Perché non mi ascolto?

'Forse.'

'Ah.'

Ah?

'Bella?'

Nessuna risposta, né dopo due, cinque o quindici minuti. Alzo lo sguardo. Mio fratello mi sta scrutando attentamente.

- Dài, Leya - mi chiama bonariamente. - Lascia perdere quell'aggeggio. Vieni qui con noi.

E io raccolgo il suo invito, accoccolandomi contro il suo petto. Mi cinge le spalle con un braccio, stringendomi ulteriormente a sé. Mikhail è decisamente più magro di me, ma è forte, non è fisicamente fragile come sembra.

Posa un bacio sulla mia testa. Questo gesto d'affetto fa esplodere in me la nostalgia di casa e al contempo mi conforta. Quando finiranno le vacanze... come farò a partire? Non ci voglio pensare.

- Ti voglio bene, sorellina - bisbiglia, appoggiando la guancia sul mio capo.

- Anch'io - rispondo, deglutendo per scacciare un improvviso nodo alla gola. Restiamo così per un po' e io mi lascio coccolare e mi rilasso grazie al calore del suo corpo ma, dopo non molto, una sorta d'inquietudine torna ad impossessarsi di me. - Io vado a letto. Buonanotte, Mikhail, buonanotte, Liam.

- Buonanotte, Leya - replica mio fratello, donandomi un rapido bacio sulla punta del naso e abbozzando un sorriso.

Una volta a letto mi siedo a gambe incrociate e appoggio la schiena al muro, componendo sul cellulare uno dei pochi numeri che conosco a memoria.

E attendo. E attendo. Ancora e ancora. Sto per attaccare quando accetta la chiamata. Nel mio orecchio si diffonde una melodia familiare e malinconica.

'- Ma allora non sai più suonare il violino?

- Non è che non so più suonarlo, è che non voglio più farlo.

- Perché?

- Perché... perché... perché la musica è come la scrittura per uno scrittore, a volte capita di avere un blocco e poi magari uno non scrive mai più. O non suona più.

- Ma tu suonerai ancora, no?

- Ci ho provato, ma non ci riesco più, Leya. Non suonerò più.

- Ma...

- Basta così - sbotta, esasperato. Inclino il capo di lato, perplessa.

- Ma se ami fare una cosa, anche se hai un blocco, non ti manca?

- Non mi manca - risponde fra i denti. Percepisco un sorriso appena accennato nascermi sulle labbra.

- Dragan, posso sentirti suonare?

- Io... io... non ho parole! Sei impossibile! - esclama, stralunato, prima di scomparire chissà dove nella sua casa buia e ricomparire con un violino impolverato. - Non ti aspettare chissà cosa, non lo suono più da molto tempo.

E intona un brano struggentemente malinconico, che mi provoca un milione di brividi lungo tutto il corpo. Non stento a credere che fosse famoso, ha davvero talento e si vede dalla sua espressione che è più di una semplice passione, è il suo elemento naturale. Mi pare perfino di notare una lacrima solitaria scivolare silenziosa lungo la sua guancia.

- Wow - commento, estasiata. - La tua musica è bellissima.

Fossi stata un po' più grande avrei aggiunto qualcosa di ironico come 'e poi dici che non ti manca', ma ero ancora piccola, candida, anche ingenua.

- Non è nulla di che - ribatte Dragan, affrettandosi a riporre il violino nella custodia. - L'ho fatto solo per accontentarti.'

- Pronto? - dice, una volta finito di suonare.

- Scusa, non volevo disturbarti - mormoro, stringendomi le ginocchia al petto.

- Non ti avrei risposto, se non avessi tempo o voglia di parlare - asserisce. In sottofondo lo percepisco armeggiare probabilmente con il violino e la sua custodia. - Come stai?

- Bene - mento, serrando ulteriormente le gambe una contro l'altra. Una pausa di silenzio.

- Vuoi parlarne?

- Non è niente di che.

Sospira. Lo imito, piano.

- E lui come sta?

- Bene. Non gli ho ancora parlato di te.

- Perché?

- È troppo presto - sussurro, scostandomi i capelli dalla fronte con la mano libera. - E poi perché me lo chiedi? Non avevi detto di non volerne sapere niente?

Dragan ride sommessamente. L'angolo delle mie labbra s'increspa timidamente all'insù.

- Non ti avrei pagato il biglietto e il soggiorno, se davvero avessi desiderato restarne fuori.

- Vecchia volpe - lo apostrofo affettuosamente. Un'altra pausa.

- Leya?

- Sì?

- Lo sai che puoi tornare a casa quando desideri, vero?

- Non voglio tornare a casa - bisbiglio, ed è la verità. Mi piange il cuore a lasciare Mikhail, Liam... e soprattutto Bella. - Anche se... mi manchi.

- Hmm.

- E i miei genitori come stanno? - chiedo, mentre lui contemporaneamente dice:

- Anche... anche tu -.

Avvampo, accarezzandomi distrattamente i capelli.

- Ah... be', sono arrabbiati.

- Lo immaginavo - sbuffo. - Anche con te?

- Anche con me - conferma. - Ma non ha importanza.

- Già... non ha importanza. Non siamo noi in torto.

- Saggia ragazza - mormora, facendomi arrossire per la seconda volta. - So che sei indipendente, lo sei sempre stata, ma prenditi cura di te. E, quando lo ritieni tempo, magari prima di partire, chiedigli se gli andrebbe di parlare.

- Certo, - acconsento - lo farò. Ciao, Dragan.

- Ciao, Leya - replica dolcemente. E attacca. Sospiro, spegnendo il cellulare e riponendolo al sicuro sui vestiti. Dubito che Bella risponderà, ormai l'ho capito, e a questo punto mi conviene semplicemente andare a dormire e aspettare il nuovo giorno.

Bella's point of view

Qualcuno bussa sullo stipite della mia porta, ma io sto fissando il soffitto con le cuffiette nelle orecchie ormai forse da ore e non lo sento. Mi accorgo all'improvviso di un'ombra che mi si avvicina e sobbalzo, sfilandomi gli auricolari. Perché Yuuhi non mi ha avvisata?

- Sono io, Bella - sussurra John. - Scusa, non volevo spaventarti. Non vai a dormire? Sono le undici e mezza.

- Ah... così tardi? Non me ne sono accorta - sbadiglio, avvolgendo le cuffiette attorno al cellulare. - Allora buonanotte.

- Buonanotte - replica, accarezzandomi rapidamente il capo. E, così com'è apparso, riscompare nel buio. Sbadiglio nuovamente, appoggiando il cellulare spento sul comodino.

Dopo che Leya ha ammesso che le piaccio non le ho più risposto e non sono riuscita a pensare ad altro. Insomma, suona tutto così inverosimile! Perché dovrei piacere a Leya? Neanche ci conosciamo davvero! E soprattutto perché la prima persona a cui devo piacere dev'essere una ragazza?

Mi sto fissando troppo su questo.

Mi raggomitolo sotto le coperte, però fa troppo caldo e le scalcio via rapidamente. Sarà difficile addormentarmi... mi sento così in subbuglio! Non mi aspettavo un'estate come questa; pensavo che forse sarei riuscita finalmente a dimenticare Akira ed andare avanti, non certo d'imbattermi in una ragazza dalla bellezza mozzafiato, in vacanza e con un talento non indifferente con carta e matita che si sarebbe invaghita di me e avrebbe tentato di baciarmi.

'Bella...'

Mi giro sulla pancia ed affondo il volto nel cuscino, avvampando. Perché non faccio che pensarci? Non è successo niente! Voglio dimenticare quell'episodio, eppure non ci riesco. Sbuffo. Voglio dormire, non rimuginare su Leya.

Buona fortuna a me...

-

Note dell'autrice:
konbanwa! Pasticcini, I missed you so much! E mi è mancato portare avanti questa storia che non avrà più di diciassette-venti capitoli. La settimana prossima aggiornerò quasi sicuramente, ma non vi prometto nulla per inizio-metà dicembre (sono sommersa di verifiche!). Per intanto vi lascio con ben due canzoni: Scars To Your Beautiful di Alessia Cara e History Maker di Dean Fujioka, l'opening di Yuri on Ice. Un abbraccio fortissimo
   
 
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