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Autore: Sana_Akito_Kodocha    21/11/2016    9 recensioni
Fanfiction ispirata, almeno in parte, al manga/anime "Ranma ½".
Fuyuki Hayama e Misako Kurata, decidono di combinare un fidanzamento tra i loro rispettivi figli, Akito Hayama e Sana Kurata, entrambi praticanti di arti marziali, nella speranza che un domani possano gestire il dojo insieme.
Inizialmente i due ragazzi non saranno affatto d'accordo con questo "fidanzamento combinato", ma col tempo le cose potrebbero cambiare...
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Asako Kurumi/Alissia, Rei Sagami/Robby, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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E’ da circa un’ora che tento di camminare su quei trampoli che mi ha dato in prestito mia sorella Nabiki, nel tentativo di imparare ad indossarli “elegantemente”, visto che prima d’ora non avevo mai nemmeno lontanamente preso in considerazione l’idea di indossare un tacco 12, ma i risultati sono a dir poco imbarazzanti considerando che non faccio altro che inciampare nel nulla,  rischiando più volte di slogarmi una caviglia o simulare la raffinata camminata di un T-rex.
Ancora non riesco a capire cosa spinge le altre ragazze a subire delle torture simili, solo per apparire più alte e slanciante… non sono meglio delle semplici scarpette da ginnastica? O al massimo delle ballerine ?
«Ricapitolando… in occasione della vostra “festa di fidanzamento”, hai deciso di metterti in tiro perché Akito ha  insinuato più volte che hai il sex-appeal di un cetriolo?» chiede Nabiki, appollaiata accanto alla scrivania della sua camera, il luogo scelto per eseguire le mie prove di “camminata”
«Proprio così!E deve assolutamente rimangiarsi ciò che ha detto»
Mi guarda con un espressione tipica di chi la sa lunga, intanto che rischio di inciampare per la centesima volta nel giro di pochi minuti «E’ buffo sai? Da quando lui e suo padre sono venuti ad abitare sotto al nostro stesso tetto, hai sempre ribadito che del biondino non te ne importava un fico secco, mentre adesso sei disposta a tutto pur di apparire bella ai suoi occhi»
Colpita dalla sua frecciatina, acquisisco la temperatura di una supernova, sentendomi bruciare la punta del naso e quella delle orecchie «E’ una questione di principio, Nabiki!» me ne esco, cercando di apparire convincente «Sono consapevole di non essere “Miss Giappone”, ma non mi va giù che quello lì continui a farsi beffa del mio aspetto fisico, solo perché non sono femminile come le altre»
«Solo per questo?»
«Certo, mi sembra ovvio!»
Nabiki solleva un sopracciglio ed è evidente quanto poco creda alle mie parole «Quando ti deciderai ad ammettere che, in fondo, Akito sta iniziando a piacerti?»
Dallo spiacevole calore che avverto sul viso, di sicuro in questo momento dovrò sembrare un segnale stradale.
Apro e richiudo la bocca almeno una decina di volta, non sapendo cosa dirle per convincerla del contrario e lei mi volge un irritante sorriso vittorioso.
«Ho colto nel segno, vero?»
«N-no…assolutamente no!Lui non piace! Certo, è carino ma…»
«E’ sexy, non carino!»
Volto il viso dall’altra parte, mangiucchiandomi il labbro inferiore «Sì forse un po’ lo è… ma nulla di che. E comunque non mi piace!»
«Kami, sei più cocciuta di un mulo» sbotta, avanzando verso la scarpiera da dove estrae un altro paio di tacchi, con una specie di zeppa sul davanti «Queste hanno il plateau, che permette di rendere la calzatura molto più comoda, poichè riesce a diminuire l'ampiezza dell'angolo di appoggio del piede ed inoltre sono più semplici da portare, rispetto ai tacchi che indossi, quindi…» me le porge «Provale, sono sicura che andrai meglio con queste»
Gliela strappo con stizza dalle mani «E non potevi cacciarle fuori prima?»
«E rinunciare al divertimento di vederti camminare in quel modo?Ma per chi mi hai presa?» esclama divertita, beccandosi un’occhiataccia da parte della sottoscritta.
«Un comportamento davvero molto maturo, non c’è che dire» sbraito, per poi sfilarmi quelle torture dai piedi ed indossarne quest’altro paio con il plateau o come diavolo si chiama.
Faccio un piccolo giro per la stanza e devo ammettere che, anche se non sono particolarmente comode, non sono così male.
«Mmmh sì, direi che vanno bene»
«Infatti, hai rischiato di inciampare solo una volta… stai migliorando»
«Grazie tante» ironizzo, fissandomi il tacco «Sbaglio o sono più basse di quelle che indossavo prima?»
Annuisce, passandosi la lacca sui capelli «Sono di qualche centimetro più basse e poi il tacco è più doppio, rispetto all’altro» afferma, girandomi intorno, con un ghigno malizioso stampato sulla faccia «Ma sono sempre sexy, proprio come il vestito che indossi»
Guardo il mio riflesso attraverso le specchio appeso alla parete e… non sembro nemmeno io.
Forse sarà il trucco, l’acconciatura, il modo in cui mi sono vestita, fatto sta che non mi sento per niente a mio agio.
«Dici che è troppo provocante?»
«Hai la schiena e le gambe quasi completamente scoperte, quindi.. sì, sei molto provocante, ma per nulla volgare»
Annuisco incerta, sistemandomi la scollatura.
Ma chi me l’ha fatto fare di indossare questa roba?
Spero solo che sia valso a qualcosa ed Akito si rimangi ciò che ha detto.
«Adesso credo sia ora di andare. La festa è iniziata da almeno dieci minuti!»
«D’accordo, andiamo» dico in un sospiro, aprendo la porta ed incrociando subito dopo, colui che in teoria è il mio fidanzato.
Approfitto del fatto che sia voltato dall’altra parte per poterlo ammirare: indossa una semplice camicia bianca a cui ha tirato su i polsini e degli jeans neri, leggermente schiariti sulle gambe.I capelli come al solito sono leggermente spettinati e sul suo viso, vi è appena un piccolo accenno di barba.
Nabiki aveva ragione, è dannatamente sexy.
Antipatico, scorbutico, irritante, odioso, insopportabile, ma sexy!
Resosi conto della nostra presenza, volta il viso nella nostra direzione e non appena i nostri sguardi si incrociando, spalanca così tanto gli occhi che per un momento temo possano uscirgli fuori dalle orbite.
Fa scendere continuamente lo sguardo lungo il mio copro, con i denti affondati nel labbro inferiore, facendomi ardere dall’imbarazzo e balbetta un «Sei… sei…»
«Sono cosa?» lo incito a continuare, arrotolandomi una ciocca di capelli intorno al dito.
Fa per dire qualcosa, ma poi ci ripensa e scuote appena il capo «Ridicola! Ma come diavolo ti sei conciata?»
«Ri-ridicola?» ripeto, stringendo i pugni lungo i fianchi, con così tanta forza da conficcarmi le unghie nella pelle, irritata ed offesa dal suo insulto.
Lui si schiarisce la voce, mentre Nabiki dietro alle mie spalle, continua a lamentarsi di quanto siamo infantili.
«Esatto, ridicola»
Lo guardo così male da portarlo ad indietreggiare di un passo.
«Sai Hayama, delle volte mi chiedo se ti abbiano mai diagnosticato una grave forma di stronzaggine congenita o sei un cafone di natura»
Sospira, passandosi una mano tra i capelli «Guarda che scherzavo, la verità è che penso tu sia…»
«Non m’interessa saperlo» lo interrompo, scendendo al piano inferiore, con la speranza di non rotolare giù per le scale.
Sento la sua voce e quella di mia sorella discutere animatamente, ma me ne frego e tra un inciampo e l’altro, mi dirigo verso il dojo, allestito con nastrini e palloncini vari.
La maggior parte degli invitati sono già arrivati e l’agitazione non fa altro che aumentare, nel sentirmi tutti gli occhi puntati addosso.
Con l’umore nero, faccio per dirigermi verso il tavolo del buffet, quando un Noazumi, con tanto di occhi e mascella spalancati, mi si para davanti «Non credo ai miei occhi.. Sana, sei davvero tu?»
«Ebbene sì, sono proprio io» gli sorrido timidamente, stringendo le braccia intorno al suo torace «Grazie per essere venuto, temevo che non ci saresti riuscito a causa dei vari impegni che ti tengono costantemente occupato»
Mi stringe a sua volta, posandomi un bacio tra i capelli «Non potevo di certo mancare alla festa di fidanzamento della mia migliore amica»
Mi allontano leggermente da lui, rossa in volto «Ti ho già detto che questa non è una vera festa di fidanzamento»
«Sull'invito c'era scritto di sì»
«Solo perché l’ha scritto mia madre e poi, se vogliamo dirla tutta, non volevo nemmeno che si svolgesse questa stupida festa»
Naozumi incrocia le braccia al petto, inarcando un sopracciglio «Però hai scelto di presentarti ugualmente»
«Non ho potuto fare altrimenti! Quella buona donna di mia madre, mi ha minacciata di chiudere il dojo con la serratura e nascondere la chiave, se non mi fossi presentata»
Ridacchia divertito, scuotendo appena il capo «Ah Misako!Non cambierà mai»
«Già» scrollo le spalle, liquidando la questione «Piuttosto, posso chiederti una cosa?»
Annuisce «Certo, dimmi tutto»
«Beh, ecco… conciata in questo modo» mi indico dall’alto in basso «Sono tanto ridicola?»
Mi guarda come se avessi qualche rotella fuori posto «No dico, stai scherzando?Sei uno splendore!» mi afferra un braccio, facendomi fare un giro su me stessa «Ti dirò, se non avessi un altro orientamento sessuale, non ci penserei due volte prima di provarci spudoratamente con te» conclude, con tanto di occhiolino.
Gli do un buffetto sulla spalla, emettendo una ridicola risatina adolescenziale «Sei sempre il solito esagerato»
«Ma il tuo fidanzato non è geloso che indossi abiti così provocanti in presenza di almeno una ventina di ragazzi che, tra l’altro, ti stanno letteralmente mangiando con gli occhi?» mi chiede, indicandomi con un cenno del capo Kuno che dall’altra parte del dojo, mi sta fissando con la sua tipica espressione da pervertito.
«Te lo ripeto per l’ultima volta Nao, io non ho un ragazzo, questa è tutta una farsa!»
Sbuffa, roteando gli occhi al cielo «E va bene. Almeno dimmi, il tuo “finto fidanzato” è carino?»
Mi schiarisco la voce, voltando il viso dall’altra parte «Diciamo che non è male…ecco!»
«Descrivimelo!»

«Biondo, occhi ambrati, alto, muscoloso…»
«Ha un bel sedere?»
Trasalisco, arrossendo fino alla punta dei capelli «NOAZUMI!»
«Lo prendo come un sì! Dunque è un bel pezzo di manzo» si porta le mani sul viso, assumendo un’aria tipica di una ragazzina infatuata «Non vedo l’ora di conoscerlo»
«Non credo che a Jordan faccia piacere che tu dica certe cose» lo richiamo divertita.
«Suvvia, Jordan sa che per me esiste solo lui» esclama, sventolandosi una mano davanti al viso, come se stesse scacciando via un insetto fastidioso.
«A proposito,  come mai non è qui con te?»
«Aveva la febbre alta»
«E tu, da buon fidanzato, non dovevi restargli accanto?»
«Oh andiamo… per quanto mi piacciano i giochi di ruolo, mi ero stancato di fargli da infermiere personale» ammicca malizioso, facendomi ridere di gusto.
Lo circondo in un nuovo abbraccio «Non immagini quanto mi era mancata la tua compagnia, da quando ti sei trasferito ad Hokkaido, ci vediamo sempre meno»
Mi accarezza dolcemente i capelli, schioccandomi un bacio sulla tempia «Ti prometto che d’ora in poi, cercherò di essere più presente»
«Dici sul serio?»
«Certo, io... » lascia la frase in sospeso, quando sente qualcuno battergli un dito sulla spalla.
Si volta, sciogliendo l’abbraccio e permettendomi dunque di riconoscere la figura alle sue spalle.
«Hayama, che ci fai qui?»
Gli occhi del biondino si riducono a fessure e la bocca si increspa in una smorfia di disaccordo «Ero venuto a scusarmi per prima, ma a quanto pare hai già trovato qualcuno con cui farti consolare»
«E’ lui il tuo “finto fidanzato”?» mi chiede in un sussurro Naozumi ed io annuisco.
Lui soffoca un risata e mi circonda la vita con un braccio, attirandomi a sé «A dire il vero avevo ben altro in mente per consolarla, ma tu mi hai interrotto sul più bello»
Lo guardo interrogativa e lui mi volge un veloce sguardo, strizzandomi l’occhio, come a farmi capire che devo restare al gioco.
«Ah sì?» Akito chiude le mani a pungo, guardandolo truce «E sentiamo, come avevi intenzione di consolarla?»
«Beh, sai come funzionano queste cose, no?» mi posa un bacio all’angolo della bocca, senza staccare il contatto visivo da Hayama, che diventa improvvisamente livido in volto «Diciamo solo che l’avrei fatta godere un bel po’, ecco»
Akito lo strattona bruscamente da me «Ascolta “coso”… se ci tieni ad uscire da qui con le tue gambe, ti conviene stare alla larga dalla mia fidanzata»
A quelle parole  il mio cuore prende a battere all’impazzata  e nel mio stomaco si alza un nugolo di farfalle.
E non dovrebbe essere per niente così... è tutto sbagliato, non può iniziarmi ad andare bene questa stupida faccenda del "fidanzamento combinato".
Eppure, dinnanzi alla sua gelosia, non posso far a meno di farmi scappare un lieve sorriso.
Noazumi sposta lo sguardo da l’uno all’altra divertito, per poi alzare i palmi aperti per tranquillizzarlo «Ok, ok… me ne vado» lo sorpassa, dando un’occhiata veloce al suo fondoschiena ed alzandomi un pollice in su, sorridendo malizioso.
«Sbaglio o quel tipo mi ha guardato il sedere?»
Fa un'espressione schifata troppo esilarante ed io mi piego in due dalle risate.
«Sì e direi che l’ha anche apprezzato!»
Corruga la fronte confuso, per poi sgranare gli occhi, come se fosse stato colpito da un’improvvisa illuminazione «E’ gay?»
Annuisco «Ed è anche fidanzato, quindi puoi stare tranquillo. O almeno, credo…»
Lui mi guarda così furioso che se gli sguardi potessero uccidere, potrei trasformarmi all’istante in un mucchietto di cenere sparso sul parquet del dojo.
Sto per chiedergli cosa c’è che non va, ma prima che possa farlo, mi da le spalle e si dirige verso l’uscita.



 
*



 
Quella stupida ragazzina si è presa gioco di me ed io ci sono cascato come un allocco!
Voleva farmi fare la figura dello stupido per vendicarsi di ciò che le ho detto prima?Beh, c’è riuscita, eccome se c’è riuscita.
Che poi, a dirla tutta, non so nemmeno perché ho avuto quella stupida reazione poco fa… l’unica cosa che so è che avrei ucciso seduta stante quel tizio dai capelli tendenti al lilla, se non si fosse allontanato velocemente da lei.
Una vocina nella mia testa continua a ripetermi che sono appena stato colpito da un attacco di gelosia, ma subito tento di zittirla.
Non posso essere geloso di quella lì… lei non è la mia fidanzata e poi non mi piace per niente…almeno credo.
Tiro un lungo sospiro di frustazione, passandomi una mano tra i capelli.
La triste verità è che non sono più totalmente convinto che quella ragazzina mi sia indifferente e forse, per quanto mi duola ammetterlo, totalmente indifferente non mi è mai stata.
Sbuffo, scalciando un insignificante sassolino… ma proprio con una come quella lì, dovevo andare ad incasinarmi?
Non potevo essere attratto da un ragazza un tantinello più normale, ma soprattutto meno violenta?
«Eccoti qui, si può sapere che diavolo ti è preso prima?»
Alzo gli occhi al cielo, quando sento la sua irritante voce alle mie spalle.
«Sparisci!»
«Eh no mio caro, adesso mi spieghi cosa…» lascia la frase in sospeso, emettendo un gridolino spaventato.
Mi volto giusto in tempo per rendermi conto che tutto ciò è dovuto dal fatto che, a causa di quei cosi alti che porta ai piedi, è inciampata in non so cosa e  mi affretto a sorreggerla, prima che diventi un tutt’uno con il prato del giardino.
«Sei sempre la solita sbadata» la rimbecco, cercando di ignorare le sensazioni che mi stanno attraversando come scariche elettriche, nell’averla così stretta al mio corpo.
Sono un caso perso, ormai è appurato.
Si rimette in piedi, sciogliendosi dalla mia presa, con le gote arrossate «Ehm, grazie per avermi sorretta»
Mi alzo nelle spalle, cercando di riprendere il controllo di me stesso.
«Comunque sia…» si schiarisce la voce «Ero venuta qui per chiederti spiegazioni, riguardo il tuo comportamento di poco fa»
«Non ti devo alcuna spiegazione, Kurata»
«E invece me la devi eccome!Si può sapere cos’ho fatto per farti arrabbiare tanto?»
La fulmino, serrando la mascella «E me lo chiedi?Tu e quello lì, vi siete presi gioco di me! Ti sei divertita tanto a farmi fare la figura dell’idiota?»
«Ma io non ho detto nulla, sei tu che sei giunto a conclusione affrettate»
«Magari se avessi tentato di dissuaderlo, facendomi capire che si trattasse solo di uno stupido scherzo, avrei evitato di fare la figura del perfetto imbecille»
Lei mi sorride, in quel modo caratteristico dei casi in cui si diverte a fare del sadismo contro di me «Scusami tanto, non avevo capito che fossi così geloso della sottoscritta»
Avverto il mio viso andare in fiamme e le mie labbra si limitano ad aprirsi e chiudersi nella patetica imitazione di un pesciolino in una boccia «I-io non sono affatto geloso di te!»
«Sì che lo sei»
«No che non lo sono!»
«Andiamo, ti costa così tanto ammetterlo?»
«Ma ammettere cosa?Ti pare che possa mai essere geloso di una tipa come te?»
Kurata incrocia le braccia sotto al seno, alzando il mento con fare altezzo «Eppure la tua reazione di poco fa, sembrava dimostrare il contrario»
Sbuffo, alzando gli occhi al cielo «Ma pensala come ti pare!»
Sono assolutamente consapevole del fatto che, purtroppo, abbia perfettamente ragione… ma non lo ammetterò mai, nemmeno sotto tortura.
«E per la cronaca, devi ancora scusarti»
La guardo interrogativo «Scusarmi per cosa?»
«Prima, hai detto che eri venuto da me per scusarti… ma non l’hai più fatto»
«Credevo… credevo di averlo già fatto» cerco di svignarmela, ma ovviamente lei non me la da vinta «E invece ti sbagli, non l’hai fatto»
Apro la bocca tentando di dire qualcosa, ma mi limito a fare, di nuovo, la scontata imitazione del pesce nella boccia «Beh, ecco… io volevo scusarmi per quello che ti ho detto prima…» mi gratto la nuca, imbarazzato «Non penso davvero che tu sia ridicola»
Annuisce, mangiucchiandosi l’unghia del pollice «E allora perché l’hai detto?»
Semplice, ho mentito per nascondere quanto, in realtà, fossi rimasto colpito dalla sua bellezza.
Ma ovviamente non posso dirglielo.
«Così, giusto per punzecchiarti un pò»
«Come tuo solito, insomma»
Ghigno divertito, intanto che lei atteggia le labbra in una smorfia di disappunto «Già»
«Quindi…» si arrotola una ciocca di capelli intorno al dito, dondolandosi sui talloni «Ti piaccio vestita così?»
Deglutisco a vuoto, scendendo lo sguardo lungo il suo corpo, coperto solo da un misero vestito che fascia alla perfezione le sue curve.
«N-non mi… non mi dispiaci. Anche se…»
«Anche se?»
Abbasso lo sguardo e lascio che le parole fluiscano senza essere soppesate dal cervello «Ti preferisco come sei normalmente. Con gli indumenti che sei solita indossare, come il karate-gi, la divisa scolastica, le tute da ginnastica, i pigiami anti-sesso...insomma, mi piaci di più nella tua semplicitá, ecco tutto»
Non ricevendo alcuna risposta, volto il viso verso di lei, che mi sorride dolcemente «Questa è la cosa più carina che mi abbiano mai detto. Grazie Aki»
E quel sorriso,  quelle parole dette con tanta semplicità,  quello strano nomignolo, portano il mio cuore a picchiarmi dentro il petto, come un tamburo impazzito.
Ho la sensazione di sprofondare e il mio stomaco si riempie di farfalle.
Cerco di frenare quell’esplosione di emozioni, ma è tutto inutile.
Mi limito a ricambiare con un mezzo sorriso impacciato e mi volto, distogliendo lo sguardo dal suo, prima che il cuore mi arrivi in gola.




***
NdA: 
Heilà! :)
Grazie di vero cuore a tutte coloro che hanno lasciato una recensione nel capitolo precedente...grazie, grazie, grazie! :)
Cercheremo di aggiornare il prima possibile, impegni ed ispirazione permettendo... alla prossima! :*
 
   
 
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