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Autore: Jasmine_dreamer    21/11/2016    1 recensioni
"La finisci di starmi addosso? Mi perseguiti da settembre, quando l'anno scorso non conoscevi neanche il mio nome!" disse Alexia.
"L'anno scorso eri un cesso, poi non so cosa sia successo!" rispose Parker.
"Si chiamano tette. Ecco cos'è successo, quando ti crescono le tette improvvisamente diventi figa."
Lui rise: "Guarda che le tette non c'entrano, contribuiscono, ma non sono loro la causa del tuo cambiamento. Quando ti ho vista ho pensato che eri una favola."
Sul sorriso di Alex comparve un sorriso dolce e pensò a quanto fosse carino Parker. Poi si ricordò che era Parker e disse: "Non mi compri con due parole in croce, sai?"
"Oh che strano, sembrava di si."
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Il telefono squillò e Alexia rispose: "Alex."
"Ciao Maty."
"Senti, volevo dirti che non è corretto porti davanti ad una scelta. Quindi per quanto mi riguarda puoi continuare ad essere amica di entrambe."
"Ti ringazio. Ora sono con Jaqueline, ci sentiamo."
"Oh.. okay. A domani."
Riattaccò.
"Che ti ha detto?"
"Che non è giusto pormi davanti ad una scelta, e credo che abbia ragione. Voglio essere amica di entrambe."
"Io no." fece Jaqueline seria: "O me o lei."
"Fai sul serio?!" sbottò Alex.
"Sì."
"Se fai così allora mi sa che sceglierò lei visto che non mi ha posto davanti ad una scelta!"
"Se farai questa scelta te ne pentirai. Lei ti porterà via tutto, qualsiasi cosa a cui tu tenga. Ti rovinerà la vita, e quel giorno scoprirai che persona avevi al tuo fianco."
"Sì..." disse Alexia guardandola disgustata: "L'ho scoperto adesso che persona avevo al mio fianco. Va' via."
"Te ne pentirai."
Tutto questo era assurdo, aveva visto per la prima volta la cattiveria negli occhi di Jaqueline, cosa che non avrebbe mai pensato.
Colta improvvisamente da un'infinita tristezza, si sciolse in un rumoroso pianto liberatorio.
Talmente era rumoroso che riuscì ad attirare l'attenzione del fratello che era nella stanza affianco.
"O ti stanno scuoiando viva, o stai piangendo. Cosa succede piccola peste?" Disse Nick sedendosi sul letto della sorella.
Lei alzò la testa e si strofinò la manica della felpa sul naso, poi appoggiò la testa sul petto di Nick che le accarezzò i capelli.
"Allora che cosa c'è?"
"Avevi ragione su Jaqueline, è una stronza!"
"Oh, ma che dolci parole!" Esclamò Nick staccandosi da lei ed allargando le braccia per fare un po' il cretino: "è la prima volta che ti sento ammettere che ho ragione!"
Lei rise e gli diede uno schiaffo sul braccio: "Dai finiscila!"
"Senti eh, è il mio momento di gloria, lasciamelo godere."
"Sei proprio scemo!"
"Sì, e tu pure, è di famiglia." Alexia rise poi Nick le porse un fazzoletto e le disse dolcemente:  "Dai, va' a lavarti la faccia, è ora di cena."
Lei annuì e andò in bagno.
La mattina seguente a scuola l'attenzione di Alex andò su una ragazza che non aveva mai visto, che le chiese una sigaretta.
"Sì, tieni." rispose Alexia: "Ma tu sei nuova?"
"Sì. Mi chiamo Jamie, piacere." disse Jamie porgendole la mano sorridente.
"Alexia." Ricambiò il sorriso.
Era bassina, mora, occhi blu e un bellissimo sorriso, era molto bella.
"Quanti anni hai?" chiese Alex.
"Diciassette, e tu?"
"Sedici. E perché sei arrivata ora? Voglio dire è novembre!"
"Sì ma.." i suoi discorsi furono interrotti dalla voce di Parker.
"Alex!" 
Alexia alzò gli occhi al cielo e si sforzò di sorridere: "Ciao Parker!"
"Ciao, volevo solo ricordarti di oggi pomeriggio." 
"Oh cavolo, me ne ero completamente dimenticata."
"Sì, lo immaginavo. Per questo te l'ho ricordato." Poi la sua attenzione si spostò su Jamie: "Non mi presenti la tua amica?" 
"Sì." fece Alex secca: "Parker lei è Jamie, Jamie lui è Parker."
Ma Jamie non ci fece molto caso, sembrava molto più interessata ad Alex che a Parker. 
"Ok, ora puoi andartene Parker!" esclamò Alexia.
"Ma la smetti di essere così acida?!"
"Guarda che non sono acida con tutti, sei tu che mi dai il nervoso!"
"E allora perché esci con me oggi?"
"Così magari la finisci di rompermi le palle, Parker! Ho lezione, ciao."
Jamie la seguì, mentre Parker la salutò con la mano.
"Alex! Ferma dai.. è il tuo ex quello?" chiese Jamie.
"Parker? No è solo.. un cretino, ma perché?"
"Lo tratti come se fosse un ex, o che so.. sembra ci sia qualcosa tra voi."
"No è che mi sta parecchio sulle palle."
Jamie rise.
"E poi ci prova con tutte, sai che me ne frega a me di quello lì. Ma visto che mi chiedi tanto, ti piace?" chiese Alex.
"No figurati."
"Sicura?!" le tirò una gomitata scherzosa.
"Alex.. sono lesbica."
"Ohw.." disse imbarazzata: "Beh Parker un po' alle donne assomiglia eh!"
Risero assieme.
Nel corridoio Parker vide Matilde.
"Matilde!" disse raggiungendola.
"Ciao Parker!" Rispose lei sorridendo.
"Senti tu sei la migliore amica di Alex vero? Mi servono consigli su come conquistarla."
"Guarda che sei vuoi solo portartela a letto non ho intenzione di aiutarti, lei ha bisogno di presenze nella sua vita."
"Mi piace davvero, non so cosa è successo ma quando l'ho vista, che ne so, in me è scattato qualcosa."
"Capisco, ma non so come aiutarti. Da quando suo padre è morto, l'unico uomo che ha nella sua vita oltre a suo fratello è Travis, che come sai è gay." rispose Maty: "Però potresti provare a esserle amico, falle capire che a lei ci tieni, e che ci sei per lei, insomma stalle vicino.. e cerca di non deluderla, Parker. Adesso vado in classe, ci si vede."
"Ok grazie, ciao Maty."
Lei gli rispose con un cenno della mano e andò in classe.
Parker aspetto Alexia all'uscita della scuola.
"Allora, minorenne, che cosa vuoi fare?"
"Non lo so Parker, sei tu che mi hai chiesto di uscire."
"Andiamo al bar a prenderci qualcosa da mangiare?" Propose Parker.
"D'accordo." rispose lei svogliata.
Andarono al bar di fronte alla scuola, Alex ordinò una piadina al salame e maionese, Parker un panino al prosciutto cotto e mozzarella.
"Fai davvero?! Salame e maionese?" Chiese Parker disgustato.
"Se non hai mai provato non giudicare."
"Beh visto che mi chiami spesso Pene Piccolo, potrei darti la stessa risposta."
"Parker.."
"Eh dai sto scherzando!" disse ridendo.
Lei accennò un sorriso che cercò vano di mascherare.
"Allora sai ridere anche tu." scherzò Parker.
"Quanto sei scemo!" rise Alex: "Certo che so ridere, sei tu che non sei capace di far ridere una ragazza.. Tranne quando ti spogli, sia chiaro."
"Se non hai provato, non giudicare, piccolo Rattatà."
"Rattatà? Il Pokemon più brutto che ci sia!"
"Perché tu spesso quando parli, o ridi arricci il naso, e sembri un topolino. Nel senso buono, eh."
"Non ti salvi così, Parker!" Rise ancora.
"Vedi! Lo hai fatto ancora! Hai arricciato il tuo piccolo nasino!"
Risero assieme. Alexia pensò che forse non era così male, ma poi si ricordò che era Parker.
"Allora Parker, perché mi hai portata qua?" 
"Per conoscerti meglio. Apparte i tuoi capelli neri e ricci, i tuoi occhi scuri, il tuo nasino arricciato e la tua non esistente altezza, non so niente di te. Vorrei sapere perché mi schifi tanto."
Alexia fu sorpresa: "Ma io non ti schifo Parker. Non ho mai avuto un ragazzo, da quando papà è morto 3 anni fa ho eliminato qualsiasi uomo dalla mia vita, tranne Travis e Nick, non so cosa mi abbia spinto a farlo. Voglio dire, non era certo sua intenzione ferirmi così, però che ne so, è stata una reazione istintiva."
"Beh, io ho iniziato ad usare le donne quando mia mamma è andata via."
"Avevi 5 anni quando tua madre è andata via, Parker." Poi si mise a ridere: "Te le facevi già a 5 anni? Che Casanova!"
Lui rise a sua volta: "No, certo che no, però odiavo la razza femminile. E tu eri cotta di me."
"Hai detto bene, Parker." addentò l'ultimo pezzo della sua piadina e disse: "Ero."
Lui sorrise.
"L'altro giorno ho messo una canzone dei Linkin Park in macchina, dovevi vedere la faccia di mio padre nel pezzo in scream, che ridere."
"Parker, ascolti rock?"
"Ascolto un po' di tutto, tu?"
"Diciamo che prediligo il rock."
Parker annuì.
"Ora vado a casa, ciao Parker."
"Se vuoi ti accompagno, oggi sono venuto in macchina."
"No." disse lei: "Mi ha appena scritto mio fratello, ha detto che è qua fuori che mi aspetta. Ciao Pene Piccolo."
Lui rise: "Ciao Rattatà."
Lei fece una smorfia e andò via, mentre Parker rimase un po' lì a pensare a quel pomeriggio.
   
 
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