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Autore: StormyPhoenix    21/11/2016    3 recensioni
Los Angeles, primi anni del nuovo secolo. Quasi per caso si incrociano le strade di una ragazza sola e in fuga dal suo passato spiacevole e di una delle band più famose del posto; un sentimento combattuto che diventa prepotente salderà il legame.
(Prima storia sui SOAD, so che è un po' cliché ma vabbè.)
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daron Malakian, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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-Shavo-

«Buongiorno» bofonchia Daron, entrando in cucina e sbadigliando.

«Buongiorno a te, dormiglione!» rispondo io, seduto e intento a consumare la mia colazione; Serj risponde al saluto con un gesto, troppo impegnato a mangiare per parlare.

«Come fai ad essere così pimpante a prima mattina?» grugnisce in risposta, sedendosi di fronte a me e lottando per tenere gli occhi aperti.

«Io? Pimpante? Ma mi hai visto bene?» rido, cercando di non farmi andare nulla di traverso. «Sono semplicemente di buonumore, ma ciò non significa che sia davvero pimpante e pieno di energia.»

«Su, condividi con me la tua gioia così mi rallegro anch'io» mi fa, con i gomiti puntati sul tavolo e la testa fra le mani.

«Lo farò, ma dobbiamo prima attendere che ci sia anche John...»

«Ah, ho capito, aspetta che vado a chiamarlo» Daron scatta in piedi e si dirige verso le scale, ma non sale.

«Dolmayan, a rapporto!» urla, in stile generale militare.

Dieci secondi dopo si sente la voce del batterista provenire dal piano di sopra e brontolare qualcosa nel frattempo che scende.

«Non si può nemmeno più andare al bagno in santa pace» mugugna, imbronciato.

«Desolato, ma c'è una bella notizia per tutti e mancavi solo tu» fa l'altro e sbatte le ciglia nel tentativo di assumere un'aria dolce che faccia passare il broncio a John. «E poi rischiavi che io e Shavo finissimo anche la tua razione di pancetta.»

«Umpf, e va bene, sei perdonato nanetto molesto» cede alla fine il più grosso, sorridendo. «Su, qual è la buona notizia?» aggiunge, impaziente, una volta sedutosi.

«Ieri sera ho incontrato Nikki in un locale» inizio, risistemandomi sulla sedia «e, visto che c'ero, ho chiamato Serj per farmi raggiungere e le abbiamo parlato, facendole la proposta che voi sapete.»

«E... ?» John ci fissa, attentissimo e ansioso di sapere la risposta.

«Ha accettato» continua al posto mio Serj.

Daron si strozza all'improvviso e tossisce furiosamente, poi Serj lo raggiunge e compie una precisa manovra che lo fa smettere di tossire poco prima che inizi a diventare color puffo.

«B-bene, sono contento» gracchia il chitarrista, ancora senza fiato.

«Anche io!» dice John, sorridendo. «Abbiamo risolto un problema perlomeno!»

«E tra un po' vediamo chi dovrà andare al negozio dove lavora la ragazza per parlare col suo capo e prendere accordi, visto che starà via dal lavoro per diverso tempo per via di questo nuovo impegno... se proprio è costretto a licenziarla gli chiederemo di darle almeno la parte di stipendio che le spetta per questo periodo, così non rimarrà al verde» continua il cantante, raccogliendo tutta la roba da mettere nel lavandino.

«Buono. Chi andrà?» domanda Daron, curioso.

«Qualcuno di voi si offre volontario?»

«Ehm...»

Silenzio di tomba.

«John, vuoi andare tu?» fa Serj, rivolto al batterista.

«Io? No, no, meglio di no» risponde quello, arretrando leggermente.

«Servirebbe qualcuno molto diplomatico, non sapendo che tipo può essere il capo della ragazza» propongo io, ragionevole.

«Allora forse è meglio che vado io» sospira il cantante. «Va a finire sempre che sono io il diplomatico della situazione!»

«Ma è così!»

«Sì, sì, tutte scuse!»

«Ti accompagno» mi aggiungo.

«Perfetto.»

Saliamo a prepararci e, in pochi minuti, siamo bell'e pronti per andare "in missione": speriamo che la cosa sia facile e risolvibile.

«Ah, ragazzi, un'altra cosa!» John ci ferma davanti alla porta.

«Sei pericoloso pure tu... avanti, spara.»

«E se invitiamo Nikki da noi per Natale?»

«Ottima idea! Glielo diciamo appena la vediamo.»

«Cooooosa?»

La voce di Daron arriva da un punto imprecisato del piano di sopra.

«Nikki! Casa! Natale!» urla John, scandendo bene le parole.

Improvvisamente il chitarrista si affaccia e ci scruta con aria truce. «Che geni del male che siete» commenta, scoppiando a ridere.

«Spiritoso! Hai piuttosto qualche idea per il regalo? Sarebbe brutto invitarla e non farle neanche un regalo» interviene John, pensieroso.

«Oh sì!» esclama l'altro, poi scompare e ricompare nel giro di pochi secondi reggendo in mano le sue nuove cuffie, quelle che ha comprato di recente.

«Al negozio da lei ci sono cuffie identiche a queste, ma nere e argento anziché nere e oro. Basta chiedere di vedere le cuffie come quelle che mi ha venduto. Fingete che servano a qualcun altro e via, missione "regalo per Nikki" compiuta!»

«Eh, sì, okay, ma quanto costano?»

«Un po'... ma se dividiamo in quattro la spesa non tanto. Okay?»

«Okay! Bravo, nanetto, ti stai dimostrando davvero utile ultimamente...»

«Il nanetto vi fa il culetto se vi acchiappa!»

«Okay, meglio sparire prima che questo succeda...» dico, aprendo la porta e prendendo Serj per un braccio.

Una volta arrivati ed entrati nel negozio ci fermiamo a guardarci intorno, curiosi; è grande ed è tenuto bene ed è notevolmente pulito. Scorgiamo in un angolo Nikki indaffarata a riordinare alcune cose in esposizione; quando alza la testa ci riconosce e ci saluta allegramente prima di tornare al suo lavoro.

«Salve, come posso aiutarvi?»

Davanti a noi compare un uomo sulla trentina, con capelli castani rossicci, occhi di un verde spento e una spruzzata di lentiggini sulle guance e sul naso, tutto sommato di bell'aspetto; a primo impatto sembra uno alla mano e mi dà un'impressione positiva.

«Salve, siete voi il proprietario di questo negozio?»

«In carne ed ossa!» replica il tipo, con un sorriso. «Mi chiamo Derek, e datemi tranquillamente del tu. Come mai mi cercavate?»

«Avremmo una cosa di cui parlarti in privato» esordisco, in modo posato.

«Certamente» annuisce, con gentilezza «purtroppo il mio piccolo studio è momentaneamente impresentabile, quindi se non vi dispiace dovremo parlare nel cortile sul retro.»

«Non c'è problema» rispondo, con un sorriso. Bene, per ora sembra tutto okay e tutto facile, dove sta il trucco?

Seguiamo l'uomo e sbuchiamo su uno spiazzo vuoto e asfaltato.

«Ti dispiace se fumo?» domando, rispettoso.

«Oh, no, affatto» risponde Derek, affabile «anzi, se non dispiace al tuo amico ne approfitto anche io.»

«Fate pure» fa Serj, con un gesto della mano.

Mi accendo la sigaretta, butto subito fuori la prima boccata e poi prendo un primo tiro, dopodiché sospiro e mi preparo a parlare.

«Allora, ditemi tutto» dice Derek, dopo aver acceso anche la sua stecca di tabacco.

«Prima di tutto vorremmo presentarci» inizia il cantante, pacato. «Mi chiamo Serj Tankian, il mio amico si chiama Shavo Odadjian e siamo membri di una band locale già piuttosto famosa, di nome System Of A Down.»

«Credo di aver già sentito il nome della vostra band... sono onorato di fare la conoscenza di due musicisti! E dunque, ditemi, di cosa dovete parlarmi?»

«Si tratta di Nikki, la commessa che hai assunto abbastanza recentemente.»

«Andate avanti.»

«Abbiamo saputo che Nikki non è solo una commessa, è anche un tecnico qui nel negozio e si occupa di assistenza informatica.»

«Sì, è così. Dunque?»

«Recentemente il nostro tecnico addetto alla risoluzione di problemi di hardware e software si è gravemente infortunato e non potrà accompagnarci nel tour che inizieremo il prossimo mese e vorremmo che lei lo sostituisse, ma per farlo starà via per un periodo molto lungo.»

«Oh, capisco... se sarà con voi non potrà lavorare qui e non posso mantenere come assunta una persona che non c'è, dunque devo per forza licenziarla, ma voglio venirle incontro e darle comunque lo stipendio che le spetta per questo ultimo periodo, e quando tornerà potrà riprendere il posto se vorrà, dopo tutto l'attività va bene e posso permettermi un commesso in più che in fondo fa sempre comodo.»

Ero pronto a discutere o perfino incazzarmi, ma Derek mi ha spiazzato; è davvero molto gentile a consentire a Nikki di riprendere eventualmente il suo lavoro dopo il tour, pochissimi altri datori di lavoro lo farebbero. Questo conferma la positiva prima impressione che ho avuto di lui, senza dubbio.

«Perfetto! Quindi, da accordo, riceverà l'ultima paga, starà con noi e alla fine di tutto deciderà se tornare a lavorare qui, okay?» dice Serj, con tono conclusivo.

«Avete la mia parola» replica Derek, e tende la mano che a turno stringiamo.

Una volta rientrati vediamo di nuovo Nikki, stavolta in un altro angolo del negozio, che ci guarda con aria interrogativa; le faccio segno di aspettare e, dopo essermi scusato con Serj e Derek, mi allontano e la raggiungo.

«Allora?» chiede, trepidante.

«Non potendo far risultare come assunta una persona che non c'è fisicamente è costretto a licenziarti» comincio «ma ti darà lo stipendio previsto per quest'ultimo periodo di lavoro e a fine tour, se vorrai tornare a lavorare qui, ti assumerà di nuovo.»

«Grandioso!» sul viso della ragazza spunta un sorriso da un orecchio all'altro. Sono lieto che finalmente stia ricevendo qualche bella notizia. So pochissimo del suo passato, ma ha gli occhi tristi di una persona che ha sofferto e merita serenità.

«Comunque ho un'altra domanda da farti, ma stavolta non è un'offerta di lavoro» cambio argomento, scherzando.

«Ahahah, spiritoso! Avanti, spara» ride lei, scostandosi un ciuffo di capelli dagli occhi.

«Ti andrebbe di passare il Natale con noi quattro? Sai, qualcuno in casa temeva che tu dovessi passare un Natale solitario e ha avuto questa idea...» dico, un po' più serio di prima. «No, in realtà non solo qualcuno, tutti stavamo pensando di invitarti da noi, sperando che tu gradisca la nostra compagnia. E si intende che sarai nostra ospite in casa, così non dovrai fare un continuo andirivieni da casa tua.»

«Davvero?» Nikki mi guarda, con occhi sgranati e lucidi.

«Sì, assolutamente» replico, con un sorriso «e non sei minimamente obbligata a farci un regalo, siamo più che lieti di avere la tua compagnia e per noi è un regalo il fatto che tu sia ancora viva e in salute.»

«È un pensiero gentilissimo, non me l'aspettavo davvero...» proferisce, con gli occhi pieni di lacrime. «Accetto di tutto cuore l'invito! Grazie!» esclama, poi mi abbraccia forte e io ricambio la stretta, sorridendo.

«Non c'è di che, davvero.»

Mi congedo dalla ragazza dopo poco, con la promessa di rivederci presto e di tenerci in contatto, e raggiungo Serj, che ha in mano un pacchetto dall'aria sospetta.

«Cos'è quel pacco?» gli chiedo, una volta usciti dal negozio.

«È il regalo di Nikki! Ho anticipato i soldi per te, Daron e John, quando saremo a casa sistemeremo i conti» esclama, tutto contento.

«Ma sei un genio!» proclamo, dandogli una pacca su una spalla. «Hai approfittato del fatto che Nikki fosse distratta a parlare con me, eh? Bravo!»

«Modestamente...» il cantante fa spallucce, fingendo di tirarsela un po', poi scoppia a ridere. «Forza, torniamo a casa e risistemiamola un po' per Natale così Nikki troverà un bell'ambiente quando verrà.»

  
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