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Autore: MAFU    22/11/2016    1 recensioni
[Lilith x Amaimon] - [Lilith x Mephisto] - [Lamia x Yukio]
“Yukio , non vedo niente …” Si lamentò Rin che mentre seguiva Yukio come un ombra avanzava nell’oscurità del corridoio. Le vecchie e malconce travi di legno del pavimento polveroso scricchiolavano ad ogni loro passo riecheggiando nel silenzio più tetro.[...] Dalla parte opposta del corridoio, a passo fiero, Mephisto camminava con disinvoltura nell’oscurità. Passando accanto ad una delle massicce porte delle stanze del dormitorio si fermò sentendo un rumore sospetto. Un rumore di acqua corrente aveva attirato la su attenzione. “Qui c’è qualcosa che puzza …” Pensò rimanendo in ascolto finché lo scrosciare non cessò. A quanto pare quella era la porta di uno dei bagni. “ Mhm .. qui c’è davvero qualcuno ..” Afferrò con decisione la maniglia di ottone e con uno strattone spalancò la porta.
Lilith e Lamia sono sorelle. Tutto lascia pensare che in passato abbiano avuto a che fare con Mephisto...ma la loro vera natura fatica ad essere tenuta a bada...
(!!!)Ci sono espliciti riferimenti al manga(!!!)
Genere: Comico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amaimon, Mephisto Pheles, Un po' tutti, Yukio Okumura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAP 22

Lilith fissava il vuoto con l’espressione di uno che ha appena visto la morte in faccia. Come quando nei videogiochi di guerra pesti una mina e vedi tutto annebbiato per una manciata di secondi che sembrano durare una vita. Quel fischio che annulla ogni altro rumore tutto intorno appannando l’udito. Il sibilo era continuo, fastidioso e la paralizzava. Il suo incubo si stava avverando ed era inerme. Nel caos nessuno però fece caso a lei, tranne Lamia che sentì all’improvviso un peso in fondo allo stomaco. Avrebbe potuto fermare Mamushi se solo ci avesse pensato. Lei era lì. In un flash, senza neppure seguire la vicenda, vide Suguro correre in contro al padre, comparso tra le altre teste. Era su tutte le furie, mentre l’uomo pareva un cane bastonato. Era la prima volta che si vedevano da quando Ryuji era arrivato a Kyoto. “Tutto quanto è colpa tua!” gridò il ragazzo prendendolo per il collo della veste. L’udito di Lilith tornò con quella frase. Sbattendo le palpebre guardò Lamia terrorizzata. “Suguro?” Rin spalancò la bocca assistendo alla scena con in spalla Kuro. “Rin, non prendere iniziative.” Lo bloccò Shura al suo fianco. “Ryuji…” il venerabile mormorò qualcosa, “Papà, ha ragione Mamushi?” lo interruppe il figlio, “Ci hai traditi tutti!?” ringhiò. “Ma figurati…” ridacchiò l’uomo, “Se è così allora devi dire la verità! Avanti, racconta a tutti il motivo del tuo atteggiamento!” “La verità… Quella è un segreto.” Continuò a sorridere nonostante il tono minaccioso del ragazzo. “Non posso dirla nemmeno a te che sei mio figlio…” Ryuji mollò la presa deglutendo, “…La cosa migliore sarebbe che me la portassi nella tomba…” “Come puoi parlare così in un momento come questo?” “Non abbiamo molto tempo per chiacchierare… Devo seguire Mamushi.” Disse il vecchio facendo qualche passo, “Ryuji, devi ascoltare quello che ti dicono la mamma e gli insegnanti… E studiare sodo. Capito?” si voltò ridendo amaramente e a Suguro partì un embolo, “Non sognarti di cominciare a fare il padre proprio adesso!” gridò su tutte le furie stringendo i pugni. “Ryuji…” “Se te ne vuoi andare senza dirmi niente, in questo caso te lo dico chiaro e tondo. Non sei mai stato un padre per me. MAI!” l’eco del suo grido di rabbia giunse alle orecchie di Rin che sussultò ricordandosi di aver detto le stesse identiche parole una volta in un diverso contesto. “Allora io vado… Cerca di perdonarmi.” Il bonzo chinò il capo riprendendo a camminare. “Fermo qui.” Rin si catapultò ad afferrarlo per un lembo della veste bloccandolo. “Rin!” Shura lo guardò allucinata non capacitandosi di come avesse fatto a spostarsi così velocemente. “Anche tu!” il ragazzo afferrò pure Suguro per la camicia avvicinando i due litiganti con la forza. “Che sta succedendo?” Lamia aggrottò le sopracciglia. “Lamia… Dobbiamo andare via.” Lilith avvolse una mano attorno al suo braccio tremando. La calca era talmente fitta che però non avevano via di fuga. “Sta zitto! Non sono affari tuoi!” Suguro aveva preso di mira Rin, “E tu non tagliare i ponti con tuo padre come se fosse niente!” rispose strillando l’altro. “Proprio tu parli così? Tu che vuoi sconfiggere Satana!?” Ryuji alzò ancora di più il tono di voce e Rin non seppe rispondergli. “Rin…Ryuji… Coraggio facciamo tutti pace…” intervenne il venerabile senza perdersi di spirito, “Tu vai pure dove vuoi e non tornare mai più.” Gli rispose il figlio. Rin non ci vide più. “E io che ti credevo diverso…Ti avevo sopravvalutato.” Digrignò i denti e una piccola fiammella gli si accese in testa, seguita dalla gemella finché un vero e proprio incendio blu non scoppiò attorno al ragazzo in preda alla furia cieca. “Suguro!” gridò con una voce terrificante, “Io non ho scelto di essere il figlio di Satana, purtroppo ho il padre che ho, ma per te è diverso, no!?”. “Cos’è quello!?” “Fuoco blu!” un vociare si sollevò dal corteo di esorcisti. Le fiamme brillarono riflesse negli occhi di Lilith sempre più inerme agli eventi. Di fronte a loro il figlio di Satana stava perdendo il controllo. Ryuji evocò un cerchio magico che però venne spezzato e nel caos dovette intervenire Shura che con una formula attivò l’anello costrittivo alla base della coda di Rin facendogli perdere conoscenza in un ululato di dolore. Quella scena paralizzò definitivamente la ragazza. Senza nemmeno rendersene conto aveva piantato le unghie nel braccio di Lamia facendola sanguinare. L’insegnante portò via di peso Rin ridotto k.o. allontanandolo dalla folla. “Rin, hai dimenticato le condizioni che sono state decise durante l’interrogatorio!?” gli bisbigliò all’orecchio col cuore in gola, “Se avessi scatenato di nuovo le tue fiamme blu causando problemi a qualcuno saresti stato giustiziato.”. “Levati dalle palle racchia, stiamo facendo un discorso importante.” Bisbigliò Rin Faccia a terra. A Shura scoppiò un vena nel cervello e senza pensarci due volte recitò di nuovo la formula per l’anello tramortendolo definitivamente.  “Hey voi altri. Ormai è svenuto.” La donna si voltò verso gli esorcisti con le mani sui fianchi. “Aiutatemi a rinchiuderlo da qualche parte.”. “Capitano Kirigakure…” Yaozo Shima le venne in contro aiutato da Uwabami, “Più tardi ci spiegherà tutto… Vero?” “Certamente, ora aiutatemi a portarlo via.”. Il telefono di Shura squillò proprio sul più bello e senza esitare rispose alla chiamata. “Yukio, ci sono novità?” sentendo quel nome Lamia si voltò di scatto fulminandola. Lilith era ancora in trance da stress e non la mollava.  “Sul serio? Sei a Kyoto?” origliò la conversazione più che poteva finché la donna non riagganciò. Mentre Rin veniva raccolto come un sacco della spazzatura congedò il resto della squadra prendendo la via della superficie. Lamia non stette con le mani in mano e trascinandosi dietro la sorella caduta in un mutismo selettivo seguì l’insegnante verso l’ascensore.
Nell’imbarazzante musichetta di quest’ultima il silenzio stava cominciando a diventare pesante. Con una scusa, Lamia era riuscita ad intrufolarsi assieme a Lilith nello stesso viaggio di Shura così da poterla tenere d’occhio. Le aveva raccontato che la sorella soffriva di claustrofobia e aveva bisogno immediatamente di aria. Non era stato difficile crederle dato il suo pallore. “Come stai, Lilith?” chiese Shura vedendola fissare il vuoto. Nessuna risposta. L’imbarazzo aumentò esponenzialmente. “Sto bene.” Dopo un minuto Lilith aprì bocca mentendo. Mollò il braccio di Lamia respirando a pieni polmoni e si sistemò i capelli con le mani. Le porte si spalancarono arrivate a destinazione. “Uff. Bene, ci vediamo.” Disse Shura uscendo a grandi passi. Lamia alzò un sopracciglio senza perderla di vista. “Andiamo.” Disse a Lilith cominciando ad accelerare il passo. “Yukio!” “Shura.” Il ragazzo era all’ingresso assieme alla squadra a cui era stato assegnato. “Cosa ci fate qui?” “Scusa, non sono riuscito a dirti molto perché non c’era campo… piuttosto che intendevi con siamo nei casini?”. Prima che la donna potesse rispondergli, Lamia comparve sulla soglia dell’atrio. I loro sguardi s’incrociarono per quel tanto che bastò alla succube per perdere il nume della ragione. Scattò in avanti sotto gli occhi attoniti di Lilith che se la vide a rallentatore balzare verso il malcapitato. Nella sua testa partì il film della sorella che gli azzanna il collo davanti a tutti mandando all’aria la loro copertura. Invece successe l’impensabile. Lamia spiccò un salto atterrando a piovra addosso Yukio totalmente sbigottito. Il contatto con la donna lo mandò in visibilio e questa non sembrava dare cenno di volersi scollare. “Non ci credo. L’ha fatto sul serio.” Lilith impallidì ancora di più. Era forse impazzita? Lamia davanti a tutti stava abbracciando Yukio come un koala attaccato all’albero. Persino Shura non credeva ai suoi occhi. “Lamia. Staccati, subito.” Sibilò il ragazzo tenendo i nervi saldi. “Sto morendo di fame, sarà meglio che ti faccia perdonare in qualche modo. Idiota di un ragazzino.” Gli bisbigliò in risposta lei all’orecchio saltando giù. “Ops, ho sbagliato persona… Scherzavo.” ridacchiò la donna facendosi beffe di lui, “Signori…” salutò la truppa con un cenno di capo dandogli poi le spalle ancheggiando lentamente verso dove era arrivata come una furia. Yukio era paralizzato. Un po’ per l’imbarazzo e un po’ per l’ansia di cosa gli avrebbe fatto più tardi Lamia. Deglutendo a scatti si sistemò gli occhiali senza dare a vedere la sua preoccupazione. “Perdonate questo… Episodio. A quella studentessa piace molto mettermi in imbarazzo, vi prego di non farci caso.” Si schiarì la voce pregando internamente. “Professor Okumura…” mormorò uno degli esorcisti titubando, “Stavamo dicendo?” il ragazzo cambiò rapido discorso e i presenti tornarono chi più e chi meno tempestivamente a discutere la questione primaria. “Lamia, sei forse uscita di testa!?” Lilith aveva recuperato il suo verve bacchettando la sorella come solo lei sapeva fare. Tirandola per un orecchio la trascinò dietro l’angolo con la faccia paonazza. “Ci è mancato tanto così che scodinzolassi! Hai visto che fine hanno fatto fare a Rin!?” Lamia non rispose. “Ho fame.” Disse dopo un po’ serissima.
“Il problema si è fatto di portata gigantesca.” Yaozo Shima fu portato a cospetto della squadra di Yukio mentre discutevano il caso, “Siamo arrivati al punto in cui entrambi gli occhi sono stati trafugati e questo ahimè può portare a una sola cosa.” Tossì sommessamente faticando a reggersi in piedi, “Direttore Shima, mi spiace interromperla ma gradirei sapere che cosa sono in realtà gli occhi di cui stiamo parlando.” Yukio aprì bocca azzittendolo, “Ecco…” l’uomo si schiarì la voce abbassando lo sguardo, “La setta del serpente ha protetto per quasi centocinquant’anni dei segreti molto importanti.” Cominciò a raccontare con voce estremamente roca, “Anche noi dirigenti non siamo a conoscenza di cosa si tratti. E i semplici adepti non ne conoscono nemmeno l’esistenza. A sapere e proteggere questi segreti, è solo ed esclusivamente il venerabile Tatsuma Suguro, capo ereditario della setta.”. Gli esorcisti lo ascoltavano in silenzio, chi più chi meno sudando freddo. Lilith e Lamia si accorsero che il discorso stava prendendo una piega a loro ben conosciuta così non poterono che ascoltare stando in disparte. “Infine, secondo quanto tramandato nella setta, nell’istante in cui i due occhi venissero riuniti… Si sprigionerebbe un miasma di natura completamente nuova e ancora più devastante dell’originale.” Ci fu un momento di panico puro negli occhi di tutti. Yukio trattenne un singulto cercando di restare composto. “Non può essere… Sprigionare un miasma nuovo e devastante…” Shura era incredula. “Che sia di natura nuova è davvero un problema. L’ordine potrebbe non essere in grado di contrastarla.” Disse una seconda donna esorcista, “A ogni modo dobbiamo trovare al più presto Todo e Mamushi Hojo.” Intervenne un uomo dalla carnagione scura. “Stiamo pensando a dove potrebbero essere…” saltò su Yaozo massaggiandosi il mento pensieroso, “Ma sembrano svaniti nel nulla.”. “A questo punto dobbiamo prepararci al peggio. Avvertiamo tutti i Doctor e i vari dipartimenti Devono tenersi tutti pronti.” Ribatté l’uomo di colore. Yukio si era appoggiato alla parete assorto nei suoi pensieri. “Vogliono sprigionare un nuovo miasma?” ragionò con la sua mente da calcolatore tra sé e sé, “Che senso ha aspettare? Avrebbero potuto farlo subito e invece… Che stiano cercando il luogo adatto? No… Il loro obiettivo potrebbe essere altro.” Il suo sguardo si accese di dubbio. Lamia sbirciava in sua direzione da dietro il muro dal capo opposto del salone. Assottigliò lo sguardo studiandolo attentamente.
Nel frattempo le ragazze del corso si erano radunate in cucina a fare le pulizie dopo la cena. Ryuji entrò come una furia accompagnato da Shima e Koneko “Signora! Bon si è fatto male, serve del ghiaccio!” strillò il primo scostando la tenda con un braccio. Suguro Aveva una guancia gonfia e arrossata. Le botte di Rin avevano lasciato il segno.
“Ryuji, che è successo?” chiese Izumo stupita, dopo avergli fornito il medicamento. Si erano tutti fermati attorno a lui dalla curiosità. “Hanno rubato l’occhio destro dalla succursale.” “Non può essere, davvero!?” “Okumura è stato imprigionato.” Il ragazzo fissò il vuoto cercando di ricordare il trauma. “Che!?” stentavano tutti a crederci, “ha scatenato le sue fiamme blu e quelli della succursale lo hanno visto.” “E cosa gli succederà?” chiese timidamente Koneko, “Non lo so.”.
Nelle profondità dei sotterranei della succursale, Rin stava marcendo in una delle celle delle prigioni. L’umidità gocciolava dal soffitto e l’odore era tremendo. “Ti sei calmato?” Shura comparve davanti alle sbarre del suo cubicolo. “Shura…” il ragazzo strisciò vicino a lei sul pavimento lercio. “Fisicamente stai bene?” la donna s’inginocchiò per guardarlo in faccia, “Fisicamente sì ma sono senza forze…” “Allora riesci a leggere questa?” Shura gli porse una lettera e lui l’afferrò sgarbatamente, “Il padre di Suguro mi ha chiesto di dartela.” “Non… so leggerla.” Rin guardò attonito il foglio dispiegato pieno di caratteri in corsivo. “Quanto sei scemo, dammi qua.” La donna gliela strappò di mano con impeto. “Mh…” strabuzzò gli occhi di fronte all’evidenza. “Non ci riesco… nemmeno io.” Spalancò la bocca incredula.
“Lamia, grazie per avermi accompagnata.” Lilith guardava l’orizzonte tenendo le ginocchia al petto. Erano sedute sul tetto della succursale avvolte nel buio della notte. “Non appena occhialetti avrà finito di stare coi suoi amichetti ti dovrò lasciare.” “Lamia, non ti allontanare troppo. Potrebbe scoppiare da un momento all’altro.” “Ricevuto.” La sorella si alzò in piedi. “I miei sensi di ragno mi dicono che Yukio sta uscendo…” “Attenta, Spiderman…” “Ma che brava, per una volta hai azzeccato la citazione!” Lamia si lanciò giù dal tetto con una capriola. “A dopo!” la sua voce echeggiò nel silenzio. “Ti aspetto qui…” rispose amareggiata Lilith. Le montagne scure in lontananza avevano improvvisamente un aspetto minaccioso e cupo. Il cielo di Kyoto si stava annuvolando. Lamia era entrata da una delle finestre e camminava rapida verso la sala dove aveva lasciato il suo compagno. Yukio intanto aveva ricevuto una telefonata da Shura ed era uscito un attimo all’aperto per ricevere più segnale. “Santo cielo…” sospirò riagganciando. “Hey, professorino.” Gli sussurrò Lamia all’orecchio sbucandogli alle spalle. “Dannazione, Lamia!” strillò lui voltandosi di scatto. “Non è il momento per i tuoi scherzi. La situazione è critica.” “Shura che non sa leggere il corsivo è una situazione critica?” la donna incrociò le braccia beffarda. Aveva origliato la conversazione. Yukio fece una smorfia seguita da un lungo sospiro. “Certo che no. Mi riferivo ad altro…” “Il Re dell’impurità?” “Tutto quanto.” Scossò il capo asciugandosi una goccia di sudore. “Come stai?” “Stressato.” “Intendo fisicamente.” “Lamia, puoi capirlo anche da sola che non sono in vena di venir tartassato stasera.” “Io ho bisogno di nutrimento.” “Sei la donna più egoista che io abbia mai incontrato.” “Oh no, hai incontrato anche mia sorella mi pare.”. Il ragazzo la guardò di sbieco. Non c’era nessuno oltre loro e questo lo faceva stare più tranquillo. Anche se la presenza della succube non riusciva a non fargli nessun effetto. “Devo andare ora.” Yukio si allontanò a rapidi passi verso l’entrata. “Yukio!” Lamia lo chiamò piantando i piedi. “Sei impossibile.” Strinse i pugni dandole le spalle arrestando il passo. “Quello che sto per dirti non è una scusa. Se ti dico che ho bisogno di cibo non è per capriccio.” “Sentiamo.” Si voltò seccato, “Stanotte è molto probabile che una delle più potenti creature dell’impurità venga risvegliata.” “Appunto per questo devo andare.” “Fermo lì!” la voce di Lamia divenne per un istante spaventosa. Yukio cominciò a sudare freddo sentendo il sangue ribollirgli nelle vene. Deglutendo tornò a darle ascolto. “Questo genere di essere inghiotte ogni cosa al suo passaggio ed è imparentato con Astaroth, uno dei Re di Gehenna.” Yukio non disse una parola. “Perché mi guardi in quel modo? Non eri curioso di saperne di più?” “Arriva al punto.” Disse guardando l’orologio. “Bene. Se per qualche motivo quella cosa dovesse entrare in contatto con me o mia sorella… le conseguenze saranno estremamente gravi.” “Per voi.” Il tono di Yukio era estremamente freddo e distaccato. “Per tutti. Perché se succedesse ciò che ho appena detto scatenerebbe una serie di reazioni a catena che porterebbero in superficie un’altra creatura di gran lunga più potente.” “E chi sarebbe?” “Mia madre.”.
Lilith si era sdraiata per il lungo a guardare le poche stelle che s’intravedevano in mezzo alla coltre di nubi. Quel loro scorrere e avvilupparsi in giochi armoniosi la stava tranquillizzando. Il cielo la calmava. Era uno dei motivi per cui amava Assiah. A Gehenna poteva scordarselo. Aveva perso la cognizione del tempo e non aveva idea da quanto sua sorella fosse scesa da Yukio. Una suoneria acuta spezzò il silenzio. D’istinto si mise una mano in tasca e con sorpresa ci trovò il telefono che aveva creduto di aver smarrito. Era sempre stato in quella tasca. Lo estrasse per rispondere a quell’improvvisa chiamata e senza nemmeno guardare il mittente si portò la cornetta all’orecchio. “Pronto, sono Lilith.” Disse in un sussurro. “Non urlare.” Rispose una voce maschile molto profonda. “Pronto!?” ma la persona dall’altro capo aveva riagganciato. “Che…Acciden…” “Buonasera, cara.” “MEPHISTO!” strillò Lilith trovandosi a faccia a faccia col muso del demone comparso dal nulla. “Shh… Ti avevo avvertito.” Le tappò la bocca con un dito. "Adoro sentirti gridare il mio nome, ma non siamo nel contesto adatto…” Stiracchiò la schiena allontanando il volto da quello della ragazza rimasta attonita. “Sono qui in gran segreto.” Rieccolo davanti a lei come faceva di solito. Esattamente come se nulla fosse cambiato. “Cosa ci fai tu qui?” bisbigliò Lilith rimettendosi il telefono in tasca, “Sono giunto appena ho saputo…” allungò un braccio per aiutarla ad alzarsi. “Saputo cosa?” la ragazzina si mise in piedi di fronte a lui guardandolo negli occhi col naso all’insù per la vicinanza, “Che hanno trafugato anche il secondo occhio e il mio adorato fratellastro si è messo nei pasticci…” “Oh…Rin…” “Magari più tardi potrai descrivermi la scena…” “Come sai che ero presente?” “Oh, ormai dovresti aver intuito che io so molte cose.”. “Non sembri sapere nulla sul mio passato a Gehenna però…” “Ho detto che so molte cose, non tutte. Per alcune preferisco sentire i fatti dai diretti interessati…” si chinò su di lei per guardarla nelle fosche pupille sogghignando.
Yukio era rimasto in silenzio a guardare Lamia con un’espressione di marmo. “Spiegati meglio.” “Non posso. Meno ne sai e più sei al sicuro. Tutto quello che ti serve conoscere adesso è che se non sarò in forze fallirò nel compito di proteggere mia sorella”. “Ho capito.” Disse il ragazzo senza espressione. In silenzio frugò ai lati del cinturone dell’uniforme aprendo il marsupio. Estrasse un paio di fiale piene di liquido scuro. “Prendi.” Le Lanciò alla donna che le afferrò al volo esaminandole. “Sono le fiale del mio sangue che uso per le esercitazioni anti demone. Fattele bastare.” “Yukio…” “Lo so non è molto ma anche io ho un fratello da proteggere.” Detto questo se ne andò. La presenza di Lamia lo stava intaccando. Si era dovuto dileguare prima che la sua parte irrazionale prendesse di nuovo il sopravento. Andò a prendere l’ascensore per le prigioni e camminando per i corridoi bui e umidi delle catacombe giunse da Shura. La donna era rimasta con la lettera in mano. Vedendolo arrivare tirò un sospiro di sollievo. “Grazie a Dio, prendi e leggicela.” Gli lanciò il foglio in malo modo.
“Detto questo…” Mephisto tornò a drizzarsi sistemandosi il cilindro, “Ero solo di passaggio…Mi attendono in un certo luogo, sarà meglio che mi sbrighi ad andare…” “Mi lasci qui da sola?” Lilith mise il broncio e l’uomo guardò altrove premendo forte le labbra. “Non provocarmi.” La guardò sogghignando sparendo in una nuvola di fumo. “Aspetta…” tossì la ragazzina intossicata dai coriandoli. “Dannazione.” Si spazzò la bocca col cuore a mille. Lamia nel piazzale davanti alla sede della succursale aveva stappato e trangugiato la prima fiala. Frantumandola a terra avidamente passò alla seconda ma quando l’ebbe terminata era in frenesia alimentare. “Maledizione. Maledizione. Maledizione.” Si strinse la testa tra le mani. “Non sono sazia. Non posso tornare da Lilith in queste condizioni, non voglio farmi vedere in questo stato.”. Il digiuno l’aveva portata all’ingordigia. Quell’assaggio di sangue aveva aperto una diga esattamente come la volta precedente quando all’accademia non era più riuscita a fermarsi. Respirò affannosamente sparendo nella vegetazione con gli occhi iniettati di sangue.
“Incredibile, quindi nella spada Kurikara di Rin era racchiuso Karura, il demone del fuoco capace di debellare il marciume!” Shura spalancò la bocca. La lettera conteneva un lungo excursus sul passato di quella spada e la prima volta che Shiro Fujimoto vi entrò in contatto. Il tutto incorniciato dalla vita del padre di Suguro. Quella spada era in origine della loro famiglia. “Continua a leggere, sbrigati!” Shura cambiò espressione percependo il tempo agli sgoccioli.
Da qualche parte nella foresta in mezzo alle montagne, Mamushi e Todo stavano correndo verso le rovine di un tempio. “La cappella del male soggiogato è di qua.” Fece strada la donna spalancando il vecchio portone scricchiolante. “Cosa!?” sgranò gli occhi trovandovi un fuoco sacro acceso sul fondo. Quel luogo era in rovina da tempo. C’era qualcuno. Todo non ci dette peso e scovando una leva segreta aprì un passaggio segreto nel muro. Mamushi lo seguì meravigliata e approdarono in una sala in cui una massa informe scura e purulenta era legata al soffitto da corse e catene su cui numerosi sigilli erano apposti. Sotto di questa un fuoco ardeva perpetuo. “È il re dell’impurità.” Disse il vecchio voltandosi verso la ragazza. “Ora consegnami l’altro occhio così che possa risvegliarlo.”.
“Rin, questa lettera è indirizzata a te, tu che vuoi fare?” Shura prese il foglio di mano a Yukio non appena ebbe finito di leggere. “Io voglio aiutarlo. Voglio aiutare il padre di Ryuji a sconfiggere l’impurità.” “Rin, non è una cosa da poco, te ne rendi conto!?” per poco a Yukio non caddero gli occhiali. Shura sorridendo decisa estrasse la Katana di Rin dal petto tirandola fuori dal tatuaggio in cui se l’era sigillata. “Prendi.” La porse al ragazzo attraverso le sbarre. Sbigottito, Rin accettò indietro la sua arma. “Sguainala.” “Va bene…” rispose lui provandoci ma sembrava bloccata. Il fratello li guardava senza parole. “Vuoi che faccia io?” lo stuzzicò la donna, “No. Ce la posso fare.” E riprovò fallendo ancora. “Sai perché non riesci ad aprirla? Hai paura.” “Rin, ridalle la spada.” “Oh oh oh, eccovi!” una voce fuori dal coro provenne da una cella lì accanto. Un cagnolino bianco fece la sua comparsa e in un battito di ciglia Mephisto Pheles fece la sua apparizione ad effetto sprizzando stelline da tutti i pori. “Mephisto! Cosa sei venuto a fare!?” Shura non lo salutò nemmeno stando sulla difensiva. “Sono venuto a sollevarvi dalle vostre afflizioni…” rispose lui un po’ scocciato da quell’atteggiamento, “Eins, Zwei, Drei!” puntando l’ombrello contro una delle celle fece comparire una prigione arzigogolata presentandola come il carcere più sicuro del mondo. Con uno schiocco di dita, le inferiate si spalancarono lasciando libera la strada ad un braccio robotico che uscendo a tutta velocità agguantò Rin sbattendolo dentro quella cosa assurda. “Mi hanno appena contattato dal vaticano.” Parlò tranquillo Mephisto, “Dopo che hai pronunziato la formula d’immobilizzazione, la commissione d’inchiesta sotto l’autorità dei Grigori ha votato per la maggioranza sentenziando che Rin Okumura deve essere giustiziato.” Fece l’occhiolino a Shura. “Aspetta un attimo… Non…” la donna era in preda al panico. “Come mai tutta questa fretta? È vero quello che dici?” “Ti pare che l’esimio qui presente potrebbe scherzare in un momento d’emergenza come questo?”, Yukio s’irrigidì bandendo ogni emozione dal suo corpo. “Yukio… Stai bene?” nessuna risposta. “Piuttosto… Direi che ora la priorità è diventata fermare il Re dell’Impurità.” Mephisto prese in mano la spada di Rin esaminandola con cura. Arricciando il naso si lasciò sfuggire uno starnuto, “Che cafone, perdonatemi… Puoi tenermi un attimo questa?” mollò la spada in mano a Shura prendendo un fazzoletto da naso. “Ma… ma come fai a sapere pure di questo!?” biascicò lei incredula, “Se sai così tante cose allora dacci una mano!” s’infuriò, “Il sottoscritto? Inaccettabile. Non tollero le cose sporche, sono allergico. Sapeste come mi cola il naso…” “Prego!?” “Ora che il Re dell’impurità si è destato comincerà a crescere sempre di più…”.
Una specie il esplosione del folto delle colline lontane catturò l’attenzione di Lilith rimasta sul tetto in attesa. Ciò che vide era fuori dalla sua portata. Una colonna di bubboni e schifezza purulenta di sollevò verso il cielo espandendosi a vista d’occhio. La ragazza sgranò gli occhi all’inverosimile davanti a quello spettacolo. Era completamente sola e disarmata e Lamia era di nuovo sparita.
“…E quanto sarà giunto a completa maturazione, Kyoto si trasformerà in una città di morte.” Mephisto guardò fisso davanti a se.
“Quello… Quello è il Re dell’impurità.” Lilith rimase in piedi con le ginocchia che le tremavano davanti all’avverarsi dei suoi incubi. 
   
 
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