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Autore: katyjolinar    23/11/2016    1 recensioni
Ogni decisione presa ha ripercussioni su di noi e su chi ci sta intorno. Ma le decisioni di un Capo possono avere conseguenze molto più grandi. ATTENZIONE: SPOILER su RTTE!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Dagur 'Lo Squilibrato', Heather, Hiccup Horrendous Haddock III, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Tutto il gruppo si voltò verso la nuova arrivata.
Era alta, con due profondi occhi scuri e... non si poteva vedere altro, poiché indossava una lunga veste color granata, con un velo in testa che le copriva anche il volto, ad eccezione degli occhi.
"È un niqab." spiegò Johan "Un vestito tipico della zona orientale del Mediterraneo. I dettami della sua religione impongono di indossarlo."
"Ho sentito parlare di questa nuova religione." ammise Stoick "Nelle isole vicine hanno avuto visite da questi... come li chiamano? Saraceni?"
Johan annuì, facendo un cenno alla ragazza di avvicinarsi.
"Iside è frutto di un'avventura che ho avuto quasi venti anni fa con una principessa egiziana." disse "Gran bella ragazza: occhi profondi, capelli neri e due gambe da paura... ricordo quel giorno: ero al mio primo viaggio, accompagnavo mio padre e lo aiutavo a portare le merci... eravamo lì sulla spiaggia..."
"Johan! Concentrati!" lo richiamò all'ordine il Capo, poiché il mercante si era perso nei ricordi.
"Ehm... okay..." continuò l'altro "Da quando ho saputo di lei la vado a trovare spesso. Ultimamente, però, per lei è stato difficile vivere al suo paese: avere un padre pagano non è ben visto da quelle parti, anche se si sorvolava sulla cosa grazie all'influenza della famiglia della madre; inoltre ci sono altre cose che non sono accettate da quelle parti, per esempio Iside è mancina, e per loro usare la sinistra è simbolo del male."
"Qui non lo è, per fortuna." intervenne Hiccup, coccolando la piccola Sòl, che lo fissava con aria ammirata "Io sono mancino, e Gambedipesce è ambidestro, quindi non deve temere ripercussioni."
Johan annuì, rivolgendosi nuovamente al capotribù.
"Un'ultima cosa: i dettami della sua religione le impongono di non farsi vedere in volto da alcun uomo che non sia un parente o il consorte." spiegò "Al massimo può essere un bambino al di sotto dei dieci anni. Potreste trovarle una sistemazione adeguata?"
"Potrebbe stare a casa mia." si intromise Astrid "Hiccup non vive con me, anche se viene a trovarci spesso, e non si ferma mai alla notte." guardò Valka, con aria determinata "Sappiamo di aver fatto un errore, e vogliamo aspettare ancora un po' per sposarci. Quando ci sposeremo allora andremo a vivere insieme, anche se mi aiuta già con i bambini." si girò nuovamente verso la nuova arrivata, facendole un largo sorriso cordiale "Spero non ti dispiaccia stare sotto lo stesso tetto con una ragazza madre."
"No... no problema" sussurrò Iside, in un celtico stentato, con un forte accento del Mediterraneo sud-orientale "Io se vuole aiuto. Me piace bambini."
"Iside non parla molto bene la lingua." disse il padre "Le ho insegnato quello che ho potuto durante il viaggio."
"Ci faremo capire da entrambe le parti, stai tranquillo, Johan." lo rassicurò Stoick "Ora i ragazzi la aiuteranno a portare i suoi bagagli a casa, così potrà sistemarsi."
Johan annuì e Hiccup e i suoi amici si diedero subito da fare per portare a terra i bagagli della nuova arrivata.
Tutto filò liscio finché, dopo dieci minuti, Sdentato non si fece avanti. Era rimasto in disparte, osservando gli umani e ascoltandone i discorsi, insieme agli altri draghi del branco, ma ora era curioso di conoscere la nuova arrivata, per cui entrò nella capanna di Astrid e si avvicinò, cauto, osservando la nuova arrivata, annusando l'aria.
Iside non si mosse, tenendo gli occhi puntati sull'animale, e Astrid la affiancò. 
"Lui è Sdentato." spiegò "È un Furia Buia, ed è il drago di Hiccup. Non devi temerlo, non è ostile, è solo curioso."
"Se vuoi lo puoi toccare." intervenne Hiccup "Gli piacciono i grattini dietro le orecchie."
"No ho mai visto questo." disse la giovane, avvicinandosi al grosso rettile e toccandogli la pelle squamosa, cauta "Noi no abbiamo, ma padre parla molto di questo, detto molto su loro."
"Una volta li cacciavamo." ammise il castano "Ci rubavano il cibo e pensavamo fossero pericolosi, ma poi, grazie a Sdentato, ho capito che non era così e ho insegnato agli altri a collaborare con loro invece di cacciarli."
"Per farlo, però, entrambi hanno perso qualcosa." continuò la bionda, passando una mano tra i capelli del compagno.
"Sdentato ha perso un pezzo della coda, a causa mia." disse il giovane, lasciando che la figlioletta, ancora in braccio a lui, carezzasse il muso del Drago "E io ho perso una gamba. Ma siamo entrambi vivi, e la guerra tra noi e loro è finita."
"No avete paura che piccoli fa male?" domandò ancora Iside, prendendo in braccio Màn, che subito cercò di spostarle il velo sul volto per vedere cosa ci fosse sotto "Lui grande, e loro molto piccoli e fragili..."
"Gira intorno a loro da cinque mesi." la rassicurò la giovane madre "E lo stesso vale per Tempestosa, il mio drago. I nostri amici sono molto attenti alla salute di Sòl e Màn."
Iside annuì, restituendo il bambino a Astrid, e in quel momento arrivò Testa di Tufo, con la gallina appollaiata sulla sua spalla e trascinando l'ultimo grosso baule del bagaglio dell'ospite.
"Ecco..." riferì, col fiatone "Questo è l'ultimo..."
"Grazie... come chiama tu?" lo ringraziò la giovane egiziana.
"Lui è Testa di Tufo." lo presentò Hiccup "È il fratello gemello di Testa Bruta, la moglie di Moccicoso, il tipo basso con i capelli scuri, che è anche mio cugino. Gli altri sono Gambedipesce, che sarebbe il ragazzo robusto, la sua ragazza è Heather, che è la sorella minore di Dagru, il tipo con i capelli rossi. Comunque avrai tutto il tempo per imparare i nomi, non ti preoccupare. Ora è meglio se vado, vi lascio preparare tutto. Andiamo, Tufo?"
Ma il biondo non lo stava ascoltando, si era incantato nel guardare la nuova ragazza, così misteriosa ed esotica che la sua immaginazione aveva cominciato a volare. Si era chiesto come fosse sotto quegli strati di tessuto, e si era figurato nella mente mille e più soluzioni, tutte a suo parere bellissime. Neanche le beccate all'orecchio che gli stava dando la gallina erano riuscite a svegliarsi, così Hiccup dovette prenderlo a forza per il colletto e trascinarlo fuori.
Astrid sospirò,  mettendo i bambini nelle loro culle.
"Hai creato parecchio scompiglio sull'Isola, mi sa..." constatò.
"Io non vuole fare problemi..." si scusò Iside, aprendo uno dei bauli e sistemando le sue cose.
"Nessun problema. È solo che l'Isola è piccola e non sempre ci sono cose nuove di cui parlare." la rassicurò l'altra, muovendo le culle per far addormentare i piccoli "Anche se quest'anno ne è capitata una dopo l'altra... a partire dalla storia mia e di Hiccup..."
"Io chiedo come fa, infatti." chiese la straniera "Mio paese se donna ha figli senza sposata è grande guaio..."
"Anche qui non è una cosa da andarci fieri, anche se le cose stanno lentamente cambiando. Sia io che Hiccup abbiamo avuto una punizione esemplare per quello che è successo."
"Oh... spiace..." sussurrò Iside, infine indicò la porta "Pensi entrano altri uomini ora?"
"No. E se devono entrare prima bussano, stai tranquilla." rispose Astrid, cercando di rimettere giù Màn, che non ne voleva sapere nulla di dormire e si era messo seduto nella sua culla, aggrappandosi forte ai bordi.
Iside diede un'altra occhiata alla porta e infine decise di togliersi il velo che le copriva il volto e la testa.
Il bambino fece un verso meravigliato, indicandola: i capelli, di un intenso nero, le ricadevano dietro la schiena, mossi, fino ai fianchi, tenuti solo dietro le orecchie da due forcine d'osso, la pelle era olivastra, leggermente scura, il viso era ovale e incorniciava gli occhi scuri e le labbra carnose.
Nel complesso era davvero una bella ragazza, e Astrid poté capire la meraviglia del figlio: a Berk non esistevano donne così belle e particolari.
"A Màn piaci molto." spiegò, prendendolo di nuovo in braccio, visto che, a differenza della sorella che aveva già raggiunto il mondo dei sogni, lui non ne voleva sapere di dormire.
"Grazie. Anche tuoi bambini molto belli." ringraziò l'altra, aggiustandosi la chioma in una treccia non troppo diversa da quella della padrona di casa "Molto uguali a loro padre."
Astrid sorrise, facendo sistemare meglio il bambino, che aveva deciso che era l'ora della pappa, quindi stava tentando di raggiungere la sua fonte primaria di cibo.
Sì, più crescevano, più i bambini somigliavano a Hiccup, e non poteva che esserne orgogliosa.
Ma sapeva anche che per la sua ospite non sarebbe stato semplice vivere a Berk, perché non tutti avrebbero accettato la sua diversità, ma avrebbero affrontato un problema alla volta, tutti insieme, come sempre.
   
 
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