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Autore: Abigail_Cherry    24/11/2016    1 recensioni
"Il tuo nome non ti definisce come persona. Ognuno è quello che è, indipendentemente dal proprio nome. Ed io dico che tu sei intelligente, sgargiante ed adorabile. Questo è ciò che sei."
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Capitolo 26:
Il Crollo
 
Prendo coraggio ed entro in casa, venendo completamente ignorata da Chris e Andrew, troppo impegnati a litigare fra di loro.
Mi precipito da Thomas. «Che ci fai qui?» chiedo.
«Dovevo ridarti la copia delle tue chiavi di casa. Ho sentito delle persone urlare, mi sono allarmato ed ho aperto la porta. Ma che succede?»
«Nulla, tranquillo, ma per favore esci. Ti spiegherò poi.» Ho la voce ormai estenuata, ma sembro aver convinto Thomas, che fa per dire qualcosa ma viene interrotto.
«Sasha! Cos'è questa storia?» mi urla Chris.
«Dimmi che non è vero. Ci hai tradito?» dice Andrew, con gli occhi increduli.
Resto un attimo in silenzio, guardo Thomas che sembra ormai aver collegato tutto e mi guarda come se volesse dirmi sarcasticamente "Complimenti".
È arrivato il momento, dopo innumerevoli bugie, di dire la verità.
«Sì. Vi ho tradito» dico.
Vedo la faccia di Chris diventare rossa dalla rabbia mentre quella di Andrew riempirsi di tristezza.
«Certo,» continuo «potrei dire "non è come sembra" ma... in realtà, nonostante tutto ciò che questo tradimento porta in mezzo, il fatto che vi abbia tradito non cambia. Quindi non importa. Sappiate solo che mi dispiace.» Abbasso la testa e riapro la porta d'ingresso «Ora immagino che ve ne vogliate andare per non tornare più, quindi... fate pure.»
Chris mi guarda, stringendo i pugni lungo i fianchi. «Ringrazia che tu sia una ragazza se no ti avrei già picchiato a sangue.» Così dicendo esce di casa a passo spedito, senza curarsi di guardare indietro.
«Mi dispiace sia andata così, ho davvero pensato che tra noi sarebbe potuta durare» dice Andrew, e anche lui esce di casa.
Rimane con me solo Thomas che sembra non aver intenzione di muoversi.
Ora sa tutto.
E per forza mi lascerà anche lui.
«Vorrei dire che non me l'aspettavo, lo vorrei davvero» dice, ma quelle parole sembrano più spilli che bucano la mia pelle.
«Vorrei non fossi venuto a saperlo» rispondo.
«Sarebbe cambiato qualcosa? Come riesci a dormire la notte?» Thomas chiude la porta d'ingresso «Io ti conosco. E so che non l'avresti mai fatto senza un motivo, e mi rifiuto di pensare che tu l'abbia fatto per divertimento o per provare il "brivido" del tradimento. Quindi non me ne vado di qui finché non mi dirai perché l'hai fatto.»
Mi mordo il labbro. Tanto peggio di così. «D'accordo.»
Ci sediamo al tavolo da pranzo e inizio a raccontare tutto: la mia cotta per Colin, che ora è il mio vero fidanzato, l'articolo per cui tutte le relazioni sono cominciate, gli racconto di Theo, Chris, Andrew, il bacio con Cameron e la notte passata in hotel con Colin.
Sviscero tutti i segreti e le bugie delle ultime settimane finché non mi rimane più veramente nulla da dire.
Se devo lasciare Thomas, tanto vale che non abbia dubbi su ciò che è successo.
Lo guardo, con gli occhi velati di lacrime e noto con stupore che Thomas non è arrabbiato, sembra invece triste.
«Non so cosa dirti. Mi sento... deluso» dice.
«Mi dispiace tanto.»
«Lo so.» Thomas ticchetta con le punta delle dita sul tavolo per qualche secondo per poi fermarsi. «Ma vorrei sapere... tu pensi di aver fatto la cosa giusta?»
«In che senso?»
«Ti penti di aver preso la decisione di far soffrire dei ragazzi solo per un articolo? Per un pezzo di carta
«Beh, io...» abbasso lo sguardo e fisso le mie mani in grembo «No.»
«No?» dal tono di Thomas capisco che non si aspettava una tale risposta.
«No, non me ne pento. Ne è valsa la pena. Adesso sto con Colin grazie a quell'articolo. Non ci saremmo mai innamorati altrimenti.»
«Questo non lo puoi sapere.»
«Prima neanche mi guardava!»
«Ma io sì!» urla Thomas. «Non ti ho mai chiesto di fare cose che non vuoi o di essere chi non sei per avere la mia amicizia.» Sospira. «Riuscivo a guardarti, non come adesso.»
Si alza dalla sedia «Ti avrei sostenuta se almeno avessi capito la gravità di ciò che hai fatto. Ma non posso essere amico di una persona che sostiene di aver fatto la cosa giusta nonostante abbia ferito delle persone, mi dispiace.»
Sta arrivando.
Il momento in cui dovrò dire addio a Thomas.
Lui si avvia verso la porta, mentre una lacrima comincia a scivolare sulla mia guancia.
Poi, però, mi rendo conto che non voglio che se ne vada.
Mi alzo anche io e lo raggiungo. Mi aggrappo alla manica della sua maglietta provando un ultimo disperato tentativo.
Vorrei dirgli tutti i pensieri che mi passano per la mente in questo momento ma dalla bocca mi esce solo il suo nome. «Thomas...» dico, quasi come se stessi sussurrando.
Lui mi guarda. Ha capito cosa voglio dire, ma il suo sguardo è freddo. «Hai ragione» dice, e fruga nella tasca dei pantaloni, tirando fuori un mazzo di chiavi. «Ecco le tue chiavi.» Le lascia cadere sul pavimento ed esce velocemente di casa lasciandomi sola. Sola con i miei pensieri che, al momento, non possono che essere i peggiori.
Sconvolta, in un mare di lacrime, mi faccio spazio verso il divano dove rimango qualche minuto raggomitolata a piangere, poi prendo il cellulare e scrivo a Colin.
"Lo sportivo e il nerd hanno scoperto tutto. E anche Thomas. Tutti se ne sono andati e non penso torneranno." digito.
Mentre aspetto la risposta, penso a quanto sia fortunata ad avere almeno la mia certezza. Il mio ragazzo. Lui sarà sempre al mio fianco.
Sento il telefono vibrare.
"Mi dispiace. Ma ora sono occupato, ne parliamo poi, okay?"
Tra tutte le lacrime, un sorriso triste, quasi isterico, mi si stampa in faccia.
La mia certezza... "è occupata".
   
 
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