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Autore: Kilar_BlueMoon    24/11/2016    1 recensioni
Instagram: @aetarnalumen
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❝Eevee Armor, arrogante, orgogliosa e sicura di se, tende sempre ad avere la meglio rispetto agli altri, ma questo fino a quando non farà la conoscenza di colui che la farà cambiare.
Colui che le terrà testa.
Colui che sfiderà l'impossibile.
Colui che viene da un mondo parallelo.
Colui che nasconde un grande segreto.
Riuscirà Eevee a scoprire quale verità nasconde?❞
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Genere: Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eevee
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Anime, Manga
Capitoli:
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CAPITOLO 14

[Farenight] 
 
«Ehi, non lo sai che una fanciulla non dovrebbe essere fuori a quest'ora?» dissi sedendomi vicino a lei: subito scosse la testa e mi guardò. 
Per qualche secondo cercò di ignorarmi, ma capì di non riuscirci. 
«Sono vicina a casa, non mi preoccupo.» rispose con tono secco. 
Si sente davvero al sicuro? 
«Potrei avere cattive intenzioni io... eh?» sghignazzai, ma la tipa sembrava essere preparata. 
«Uno che ha cattive intenzioni non ci tiene a farlo sapere... Stupido.»
Okay okay, questa gliela diedi buona. 
«Che stupido sei.» 
«Va bene ho capito! Volevo prenderti in giro.» 
«Si si come no... Non prendermi per idiota, guarda che ci metto poco a chiamare qualcuno per farti mandare via da qui!» ringhiò. 
«Fa come credi, in riformatorio ci sono già stato... » sbuffai ripensandoci. 
Mi sembrava passato un secolo invece saranno stati appena un paio di mesi. 
Dopo la mia affermazione Celsius abbassò di poco lo sguardo e si spostò di pochi centimetri, lontana da me. 
«...Che hai fatto per finire li?» sussurò nel buio.
Dovevo davvero dirglielo? 
Già mi reputava uno stupido di prima categoria, figuriamoci se le dicevo che avevo violentato mia sorella.
«Ho fatto qualcosa che non dovevo fare.» 
«No ma va...?»
«Senti non ci tengo a fartelo sapere, okay?»
«Bastava dirmi questo, guarda che non mi offendo!»
Sbuffai io stavolta, doveva polemizzare su qualsiasi cosa? 
Ci fu mezzo minuto di silenzio tombale. 
Nessuno dei due sapeva cos'altro dire: forse dovevo pensare a qualche cosa di cui "parlare", invece di piombare da lei a caso. 
Non si capiva neanche dove iniziasse la proprietà privata.
«...Per caso... - iniziò lei - quella fennekin dagli occhi verdi di oggi... è tua sorella?» 
Allora non era solo Eevee che notava questa grande somiglianza. 
Annuii, ma se si fosse azzardata a dire altro su di lei l'avrei attaccata, poche storie.
Che tu sia famosa, bella e tutto resto non significa che sei più potente.
Nessuno può permettersi di offendere qualcuno senza un buon motivo. 
Pronto a controbattere ad una sua provocazione, mi meravigliai del seguito.
«M... Mi dispiace di averla presa in giro... Non volevo neanche... »
«Si si come no. Con me non funzionano le scuse. Se non era tua intenzione non lo facevi.» 
Ed é ciò che pensavo davvero. 
Con la coda dell'occhio vidi la sua espressione: con una frase del genere avevo già vinto, non sapeva cosa dire, però non ero ancora soddisfatto. 
«Provo ad indovinare: starai pensando di chiamare qualche tua guardia del corpo per mandare via questo emerito cretino che da anni è sempre qui tutte le sere e che dice solo come stanno davvero le cose? Ma dimmi, non sai difenderti da sola?»
Celsius arrossì di colpo.
«T-Tu non hai la minima idea di come io sia messa! I miei mi hanno sempre esclusa dai loro viaggi e mi hanno sempre lasciata con manager, guardie e tutti gli altri! Nessuno mi ha mai insegnato niente! Ho vissuto un'infanzia sotto i riflettori!»
Prima inizia a calmarti quando parli con me. 
«Tutto qui?»
«Come?»
«Ti lamenti di tutto quello che hai praticamente.» mi alzai, mi ero stancato del discorso che sarebbe emerso.
«Dopotutto i tuoi genitori ci sono, sono vivi seppur lontani. Non penso che tu abbia idea di cosa voglia dire perderli quando sei piccolissimo, avere la responsabilità di una sorella, andare a ficcare il muso nelle pattumiere altrui solo per due briciole.» 
Lei abbassò la testa.
«In realtà volevo solo dirti che se ti azzardi di nuovo a dire qualcosa di offensivo nei suoi confronti potresti correre qualche pericolo, e non credere di uscirtene con la scusa che sei una ragazza, perchè a me poco interessa, e questo mia sorella lo sa, lo sa benissimo. Per oggi ti salvi perchè Rio è troppo buona e avrebbe accettato le tue scuse.» 
Non sapeva proprio cosa rispondere, si vede che era stata abituata a sentirsi dire solo le cose che lei voleva sentire. 
 
Al mio ritorno Rio si era addormentata.
Entrai in camera sua e arrossii a vederla dormire. 
Sembrava stesse sorridendo. 
Mi continuavo a chiedere da giorni il motivo per cui non provavo più nulla per lei pochi mesi prima.
«Buonanotte Rio...» 
Le diedi un bacio sulla fronte e me ne andai. 
 
 
[Eevee]
 
«Zorua...» gli sussurrai. 
Lui mosse le orecchie e aprì lentamente i suoi occhi azzurri.
«Eevee... Tutto okay...?» chiese sorpreso.
Si strofinò gli occhi, pensando di stare sognando. 
Zorua, sono io. 
Non stai sognando.
«...Mi sento strana...» 
«Smettila, tu sei strana.» 
Abbassai la testa, non sapevo come giustificargli la mia presenza a quell'ora di notte.
Avevo bisogno di parlarne con qualcuno, senza nessun motivo. 
Zorua rimase a fissarmi, per poi capire. Mi fece cenno di sdraiarmi vicina a lui.
Deglutii e non dissi nulla. Mi limitai a fare come voleva lui. 
«Non vuoi un'altra coperta?»
«No. E non farti strane idee.» sbuffai.
Sghignazzò, tanto ormai rideva anche se respiravo. 
Mi voltai dall'altro lato, verso la finestra. 
Riuscivo a vedere la luna anche dalla sua stanza.
«Non è carino voltarmi le spalle.» 
«Ho bisogno di spazio... E di vedere la luna.» 
Sospirò di risposta. 
Un sinonimo per dirmi (ovviamente) "Sei strana".
Un paio di minuti dopo decise di rompere il ghiaccio. 
«Non volevi parlare di una cosa...?» disse. 
«Beh... Si... Insomma... Mi sento diversa. In accademia non era così: odiavo praticamente tutti, non trovavo nessuno con cui andare d'accordo... Perchè con voi é diverso?» 
«In che senso diverso?» 
Parlargli così tranquillamente era già troppo strano.
«È come se il cielo di Heart Rising fosse diverso da quello di Starlight.» 
Mi girai, e guardai il soffitto.
Zorua stava facendo lo stesso. 
«Eevee, gli amici sono come le stelle. Vanno e vengono, ma solo quelle vere risplendono
Strinsi forte la coperta tra le zampe. 
«Non ho intenzione di andarmene Eevee, perché tu hai bisogno di aiuto, del mio aiuto, prima che sia troppo tardi.» 
Troppo tardi? 
Troppo tardi per cosa?
Lo guardai, e stava dormendo.
«Zorua? Zorua...!» 
 
Alzai la testa e spalancai gli occhi. 
Mi guardai attorno e realizzai di trovarmi in camera mia. 
«Era... un sogno.» dissi a bassa voce. 
Sembrava davvero troppo reale, anche se l'idea di stare nello stesso letto di Zorua mi fece rabbrividire. 
Guardai l'ora sull'orologio digitale appoggiato sul comodino. 
Erano le 2.45.
«Assurdo.» 
Che fosse un sogno premonitore? 
Un sogno che nascondeva qualcosa che sarebbe accaduto in futuro? 
Zorua aveva detto “prima che sia troppo tardi.”
O semplicemente, una coincidenza. 
Non avevo nulla a che fare con Zorua, non vedevo il motivo per cui dovesse succedere qualcosa a me.
Però é anche vero che lui stava nascondendo qualcosa. 
Giorno per giorno si fermava a pensare a lungo, probabilmente stava cercando di recuperare la memoria e non voleva dirmi niente. 
Sapevo come sarebbe andata a finire: la cosa che dovevo sapere fin da subito me l'avrebbe detta nel momento meno opportuno, ci avrei scommesso qualsiasi cosa. 
In ogni caso non avevo un punto preciso da cui partire: sapevo soltanto che mi aveva detto di arrivare da un mondo chiamato "Mondo Zarkanio" e che io sapessi, non esisteva: ho cercato libri su libri, ma niente. 
Come era possibile che si ricordava soltanto da dove proveniva e non la sua "missione"?
E se stesse cercando di ingannarmi? 
E se lui... Non esistesse? 
Se fosse solo un'illusione? 
Quanto ancora dovrò aspettare per capire qualcosa sul suo segreto?
 
 
Una settimana dopo
 
«Cosa?! Biglietti?!» 
Farenight e Rio annuirono poggiando i biglietti sul tavolino del salotto. 
«Ma che tipa...» sbuffò Zorua. 
«Ma che le hai detto Farenight?» chiese mio fratello. 
«Non le ho detto niente.» 
«Come nooo? Su Far, racconta!» ridacchiò Zorua, che era al mio fianco. 
«É da una settimana che le sto abbassando la cresta, non può comportarsi così.» 
«Ma perchè non ci accontentiamo? Ci ha offerto i biglietti in anticipo gratis per il suo film! Vuole farsi perdonare davvero!» affermò Rio. 
«Non possiamo fidarci così presto di lei.» rispose Silver.
«Celsius sembra te Farenight.» dissi. 
«Ehi che intendi dire con questo?!»
«Beh... Deve essere una tipa lunatica, che cambia idea come niente e che si pente delle sue azioni cercando di farsi perdonare in tutti i modi.»
«Eh grazie, ma lei non è stata in riformatorio.» 
«E te ne vanti?» 
«Qualche volta si.» 
«Sei incredibile.» sbuffai rassegnata. 
«Allora cosa facciamo? Ci andiamo?» chiese Zorua. 
Ci guardammo tutti e alla fine annuimmo. 
 
Due settimane dopo ci ritrovammo seduti nei posti migliori della sala del cinema dove avrebbero proiettato il nuovo film.
Avrebbe annunciato il debutto di Celsius nel Pokewood di Unima in futuro?
Era tutto da vedere. 
L'unico che sembrava essere davvero interessato al film era Farenight. 
Disse al massimo due o tre parole dall'inzio alla fine, mentre Zorua si addormentò dopo una mezz'oretta.
Il film a grandi linee parlava dei tempi della grande guerra del mondo leggendario di circa un secolo fa, e di come questa ragazzina, interpretata da Celsius, riesca a ritrovare e a salvare il padre dalla prioginia degli scagnozzi di Dialga e Palkia prima che la bomba che distrusse l'80% delle rovine Sinjoh esplodesse e le riducesse come sono adesso. 
Finì con le lacrime di Celsius ad Heart Rising, dove il padre fu costretto a proseguuire da solo per la sua strada, ignorando tutti gli sforzi che la figlia aveva fatto per lui. 
Quando lo schermo si ammerrì segnando la fine della proiezione mi resi conto che due giorni dopo sarebbe stato l'anniversario dei 100 anni passati appunto, dalla più grande guerra nel Mondo Leggendario. 
Ecco il motivo di questo film. 
Celsius aveva recitato davvero benissimo, ma in fondo non pensavo avesse davvero voglia di partecipare a film del genere, dopotutto era una ragazzina. 
Alla sua età bisognerebbe divertirsi, stare con gli altri. 
Proprio come dovrei fare anche io. 
 
 
[Farenight] 
 
Mentre Eevee svegliò il bello addormentato di Zorua e insieme agli altri decisero di fermarsi a mangiare qualcosa, io decisi di uscire dalla struttura per prendere un po' d'aria. 
Non era stato affatto male come film.
Mi allontanai un po', andando sul retro, dove vi era un piccolo parchetto.
Mi sedetti sull'erba e guardai la luna, poco coperta dalle nuvole. 
«Farenight?» 
Udii una voce familiare: era di Celsius. 
Si avvicinò, e si sedette vicina a me. 
«Sei stata brava, mi è piaciuto il film.» le dissi. 
«...La mia manager mi ha riferito che i produttori che lavorano al Pokewood mi vogliono per girare altri film del genere.» 
È successo veramente. 
«Ah. Cioè... Congratulazioni. Era quello che vol-»
«Ho rifiutato.»
Cosa?
«Ma sei stupida?! Tu hai detto che volevi debuttare al Pokewood!»
«Vedi... Sinceramente non mi é piaciuto girare questo film. Sono stata invidiosa di te, di tua sorella e dei tuoi amici. Voi insomma... Non avete nulla da perdere, per questo siete felici. Non avete contratti da firmare, orari da rispettare, non avete guardie del corpo che vi rompono lo scatole se mettete il piede fuori casa. Io voglio cambiare. Essere famosa non è quello che voglio davvero. Da quando mi avevano proposto quel film mi sono resa conto che non sarebbe stato facile. E altro... Mi è difficile spiegarti tutto...»
Finalmente. 
Ci voleva tanto a dirlo. 
«Avresti dovuto rifiutare fin da subito: forse pensavi di ritrovare i tuoi genitori facendo questo lavoro.» 
Celsius annuì. 
«Lo so, me lo dissero loro stessi. Mi chiamavano e mi dicevano che non era importante essere famosa. Per loro sarei stata comunque l'unica stella
«Avevano ragione.» 
«Si.» 
«Quindi dove starai adesso?» 
«Per un po' devo restare nella villa... Appena trovo un'appartamento che mi piace, qui, ad Heart Rising mi trasferirò. I miei genitori mi tengono sotto controllo.» 
«Buono.» risposi. 
Pochi istanti dopo sbadigliò dalla stanchezza. 
«Si è fatto tardi, ti accompagno se vuoi... sta scendendo un po' di nebbia a quanto pare.» dissi nel mentre che mi guardavo attorno, e lei accettò. 
Dimenticai di dover tornare dagli altri. 
 
 
Nella nebbia le mie parole le tennero compagnia, la presi un po' in giro.
Però, più ci avvicinavamo alla sua casa, più smettevo di parlare. 
Così che nel buio, senza parlare, la guardai. 
Guardai i suoi occhi color marrone, così tenebrosi. 
«Far...» cercò di dire. 
Mi avvicinai di più a lei, come per istinto. 
Continuai a guardarla, fino a quando non riuscì più a resistere. 
La vidi arrossire di colpo al mio gesto. 
Rimasi una decina di secondi a baciarla. 
Non pensavo minimamente che avrebbe fatto della mia vita dopo quella sera. 
 
   
 
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