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Autore: Dreamer In Love    24/11/2016    2 recensioni
Un trono esurpato da un crudele tiranno.
Una principessa dal cuore di ghiaccio a cui la vita a riservato solo dolore e falsità
Un ragazzo temerario che sogna la libertà, per se e per il suo popolo.
Ma ne vale davvero la pena di rischiare la propria vita?
La vendetta non porta mai a nulla di buono e Shade lo sa ma come potrà perdonare l'uomo che gli ha reso la vita impossibile?
Genere: Azione, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fine, Nuovo Personaggio, Shade, Un po' tutti
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Rebel'
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35. Futuro
 
Milky appoggiò con un sospiro furibondo le mani al tappeto e si alzò in piedi.
Non ne poteva più di vedere il viso beffardo di Narlo mentre mandava in frantumi il loro viaggio e la speranza per il loro regno. Ammetteva di essere responsabile dell’ira di Zahira ma, se anche quest’ultima volava in cielo insieme agli altri guardiani del villaggio, cosa impediva al moro di unirsi ai balli attorno al fuoco?
Si allontanò, stringendo le braccia al petto, verso le tende periferiche alla piazza. Aveva bisogno di stare sola e riflettere.
- Ehi! -, la voce arrivò prima della presa maleducata sulla spalla destra che la obbligò a voltarsi.
Mentre le iridi cobalto mettevano a fuoco il volto di Narlo, esplose un’ovazione al centro del villaggio e i draghi ruggirono.
- Merda! -, imprecò vivace il giovane dagli occhi color ambra.
- Che cosa sta succedendo? -, chiese, allora, Milky incuriosita dal suono trano e allegro proveniente dalle bocche dei Tanin.
- Mi sono dimenticato della votazione. –
I due si fissarono per diversi istanti e la ragazza cercò di interpretare le parole appena pronunciate dal moro. Che il ragazzo, alzandosi per seguirla, avesse dato il suo consenso alla guerra? Ciò voleva dire che, comunque, lui non era d’accordo?
Al pensiero, un brivido d’ira le percorse la schiena e si accorse del contatto che il giovane stava mantenendo con il suo arto. Con un gesto di stizza, si divincolò. Lui strabuzzò gli occhi, sorpreso, e corrucciò la fronte.
- Si può sapere che ti prende? –
La rosa alzò un sopracciglio, scettica.
- Lo chiedi a me? Sei tu che da quando ci siamo incontrati non fai altro che trattarmi male. –
- Se non fosse stato così, oggi pomeriggio Zahira ti avrebbe reso un cumulo di ceneri. –
- Ciò non giustifica il tuo comportamento. -
Narlo incrociò le braccia al petto.
- Nemmeno tu hai ancora risposto alla mia domanda. -
Con un lungo sospiro, Milky portò le mani ai fianchi.
- Bene, non abbiamo nulla da dirci. Buonanotte, Narlo. –, lo salutò con tono canzonatorio.
Poi, con un cenno del capo, si voltò per andarsene.
- Sei intrattabile. -, borbottò l’altro scuotendo la testa, rassegnato.
Fu la goccia che fece traboccare il vaso.
La ragazza tornò sui suoi passi, con falcate aggressive, e puntò il dito al petto del giovane uomo.
- Io sarei intrattabile? Ero solo curiosa di conoscerti, sapere la tua storia e quella del villaggio. Volevo un amico per condividere ciò che mi sta succedendo e tu, fin dal primo istante, mi hai maltrattata, ignorata e guardata dall’alto in basso come se fossi meno di niente. -, intanto, teneva il conto con le dita degli atteggiamenti sprezzanti di Narlo, - Tra noi quello intrattabile sei tu: persino il tuo drago ha più chiari di te i sentimenti che prova. E, poi, indipendentemente da me, perché non vorresti aiutare il mio popolo? Uomini e donne che hanno perso tutto per un futuro migliore. Vi stiamo supplicando per avere il vostro supporto e tu non fai altro che essere strafottente. Sei un insensibile bastardo, ecco cosa sei. –
Man mano che le parole uscivano come un fiume in piena, le iridi del ragazzo si abbassavano, improvvisamente interessate al terreno, e un opprimente senso di colpa cominciava a pesargli sul cuore. Sapeva di avere un caratteraccio ma non pensava di essere arrivato a quel punto. Certo, doveva ammettere che la presenza di Milky lo confondeva parecchio.
- Spero che ora tu sia contento: ti ho detto chiaramente perché sono arrabbiata, anzi, che dico? Furibonda! Non credo di averti dato motivo per essere altrettanto nei miei confronti ma, se fosse così, ti prego, illuminami, perché non ne posso davvero più di te e del tuo atteggiamento. Ho sbagliato a rivolgerti la parola e, ripeto, a non scoccare quella freccia. –
Il respiro mozzato le faceva alzare e abbassare il petto velocemente e le sue guance, le sentiva, erano bollenti. Milky si stupì di se stessa, non abituata a manifestare in quel modo i suoi pensieri. Era sempre stata quella calma e gentile, disposta ad ascoltare e a capire gli altri per dare consigli razionali. Sospirò ancora, cercando di darsi una calmata e recuperare un po’ di buon senso. Narlo, infatti, era paralizzato, i pugni stretti lungo i fianchi a indicare la sua frustrazione.
- Scusa, io… ho esagerato. -, tentò incerta.
- Perché oggi pomeriggio te ne sei andata in quel modo? –
Era un sussurro prudente ma supplichevole.
- Come? –
La ragazza pensava che non le avrebbe mai più rivolto parola e invece…
Il moro tornò a fissare la sua compagna, serio in volto.
- Quando Zahira ha dato di matto, te ne sei andata delusa. Perché? –
La rosa trattenne il respiro per qualche secondo e, poi, sgonfiò i polmoni.
- Non capivo e non capisco ancora perché, se sei anche tu interessato a conoscermi, mi tratti così. E’ da stupidi cercare di nascondere cosa si prova. Credimi, conosco adulti che hanno sofferto molto solo perché si vergognavano a dire “ti amo”. –
- Io non ti amo. -, puntualizzò borbottando il giovane diventato paonazzo.
Milky alzò gli occhi al cielo.
- Era un esempio. Se ti do fastidio, sii chiaro ma basta con tutti questi fraintendimenti. –
Narlo si passò una mano nervosa tra i capelli, allentando la coda che ricadeva sulle spalle.
- Non mi dai fastidio, più che altro mi rendi nervoso, con questo tuo modo di fare così aperto e schietto. Sei quasi irritante. E sapevo che, se ti avessi rivolto parola, Zahira si sarebbe agitata: è da quando ti sei seduta sul suo muso che ti guarda male. Per quanto riguarda stasera, non sapevo foste qui per chiedere aiuto e ne sono rimasto sorpreso, triste di non averti dato modo di parlare e spiegarti. –
La rosa si trovò a sorridere divertita, soddisfatta della spiegazione e di se stessa: era stata brava a intuire la gelosia dell’animale e, finalmente, ora tutto aveva un senso.
- Forse dovrei chiedere scusa al tuo drago. Non sono stata molto gentile con lei. –
Il ragazzo si grattò, imbarazzato, il coppino.
- Questo lascialo dire prima a me. Sono stato davvero antipatico, scusami Milky. –
La giovane scrollò le spalle per poi battere, energica, le mani.
- Allora, dove posso parlare con Zahira? –
 
 
- Dove siamo? –
La struttura era costituita da creste irregolari di sabbia e vetro che brillava debolmente alla luce delle stelle. Fine realizzò in un istante di cosa si trattava.
- E’ un’enorme rosa del deserto. –
Sophie, accanto a lei, ridacchiò appena.
- Esatto. –
- Ne ho una nella mia stanza, vicino allo specchio. Da quello che ricordo, c’è sempre stata.–
- Chi te l’ha regalata non può che averla presa qui. Sei sempre stata legata a questo luogo ed era molto che ti stavamo aspettando. Ora entriamo, così capirai. –
Oltrepassarono la soglia di un enorme cratere per entrare in un ambiente spazioso e arieggiato. Al centro, si trovava una piccola pozza d’acqua costeggiata da rose del deserto di varia grandezza e dell’erba di un vivace colore verde. Ai confini della caverna, si potevano scorgere delle cuccette che davano, direttamente, sul cielo.
- E’ bellissimo. -, sussurrò leggera la principessa, schiacciata dalla sacralità che aleggiava in quel luogo.
Aveva la sensazione che quei muri trasparenti e così eleganti esistessero da molte epoche.
- E’ dove riposano i guardiani. Secondo le nostre leggende questo luogo è sempre esistito come nido dei draghi. Si dice siano stati loro a creare gli uomini, facendoli nascere dal lago, per farsi proteggere e servire. Di generazione in generazione, noi Tanin abbiamo vissuto alle pendici del nido, vivendo di ciò che i guardiani ci donavano in ricompensa: terra fertile da coltivare, piccoli ovini di cui loro vanno ghiotti e acqua potabile. Ed è qui che sono scelti la regina e i cavalieri. –
- I cavalieri?-
Fine capì che per quanto avesse sentito parlare di quei personaggi non aveva mai chiesto direttamente di cosa si trattava.
Sophie unì, elegante, le mani in grembo.
- Ogni drago che nasce ha un potere: saggezza, amore, passione, tempo e morte, e decide di condividerlo con un essere umano che ritiene degno e affine a se stesso, come portavoce dei suoi pensieri e dei suoi ricordi. I cavalieri diventano, quindi, gli anziani del villaggio che consigliano e proteggono la regina. –
- Quindi Narlo fa parte di questo gruppo? –
L’azzurra sorrise, rassicurante.
- Nonostante la sua giovane età e l’impulsività che Zahira manifesta attraverso di lui è un ottimo consigliere, il più fidato, direi. –
- Zahira è il drago della passione? -, chiese a bruciapelo la rossa.
La regina dei Tanin annuì raggiante.
- Più tardi conoscerai anche gli altri cavalieri; dopotutto dobbiamo organizzare una guerra. Siamo qui perché questo è l’unico luogo dove posso rispondere alle tue domande. –
- Voglio solo sapere quale sarà l’esito della battaglia. -, spiegò subito la principessa stringendosi nelle spalle.
Sophie piegò la testa di lato, scrutandola attentamente.
- Sicura che si tratti di questo? –
Con un sospiro, Fine si allontano di qualche passo per scorgere meglio le stelle da una delle fessure nella sabbia.
- Non sapere come sta, cosa sta facendo, mi tormenta. Ho paura che decida di non aspettarmi o che sia ferito in un’imboscata. Sai, ha la tendenza a mettersi nei guai. -, confidò con un sorriso triste la principessa e Sophie ridacchiò; era sicura che la regina dei Tanin non avesse bisogno di spiegazioni su chi fosse Shade e qual era il suo ruolo nella storia.
- Da come ne parli, deve essere un uomo speciale. –
- Lo è. -, rispose la rossa che tornò a guardare la sua interlocutrice.
- Non ci hai mai visto nei tuoi sogni? –
L’azzurra scosse la testa, generando un tintinnare di monili.
- Non in una vera e propria premonizione. Siete sempre personaggi di sfondo, accompagnate le scelte di Altezza, Auler, Milky e molti altri, ma non siete mai protagonisti. Per questo ti ho portata nel nido: i draghi sono gli unici che possono darti delle risposte. –
In quel momento, una corrente d’aria attraversò la caverna. Un enorme drago nero si posò dall’altra parte del lago, silenzioso ed elegante.
Sophie sorrise, chinandosi alla maestosa creatura. Fine fece lo stesso, impacciata, sapendo su di sè gli occhi gialli dell’animale.
- Lei è Saba, il drago della morte. Credo voglia mostrarti qualcosa. –
- Morte? –
- Non essere spaventata. Non è per forza qualcosa di negativo: la morte contiene in sé la vita, è la sua celebrazione più alta. –
La rossa arricciò le labbra, stranita da quelle parole.
- Puoi tirarti indietro. Conoscere il futuro non sempre è positivo. Potresti essere travolta da ciò che vedi. –, puntualizzò Sophie, interpretando quell’incertezza come paura.
Fine scosse la testa, convinta.
- Devo sapere. -
L’azzurra, allora, si avvicinò, afferrandola per mano e accompagnandola alla riva dello specchio d’acqua. Si chinò, poi, per raccogliere alcune foglie dai bassi cespugli che costituivano la flora del luogo.
- Mangia queste. Ti aiuteranno a rilassarti. –
Fine lanciò uno sguardo stranito all’amica e prese, dal palmo di Sophie, la pianta. Prima di metterla tra le labbra la annusò, incuriosita. Vide la ragazza accanto a lei infilarla senza esitazione in bocca e masticare.
- Tienila sotto la lingua. -, consigliò l’azzurra con un sorriso rassicurante.
Dopo qualche secondo di esitazione, la principessa la imitò. La sostanza aveva un sapore dolciastro, leggermente amaro.
Tornando a guardare il drago nero, si accorse che non era più solo. Accanto a lui, un grazioso e sottile drago grigio sbatteva le ali per ripiegarle sul dorso.
- Raldun, il tempo. -, lo presentò brevemente Sophie.
Poi, con un leggero tocco al braccio, invitò Fine a scrutare la superficie increspata dell’acqua. Entrambi i draghi emisero un suono profondo della gola e immersero il muso nel lago.
La rossa sgranò gli occhi alla ricerca di un segno da interpretare e, nel silenzio surreale che si era creato, si domandò se davvero avrebbe visto qualcosa e come si chiamavano rispettivamente tutti i draghi che, ormai, avevano fatto ritorno al nido. Poi, lo vide.
 
L’uomo infilò la penna d’oca nel contenitore dell’inchiostro e con un sospiro si accascio all’indietro sullo schienale della sedia, esaminando ciò che aveva scritto. Annuì diverse volte elogiandosi per le sue capacità diplomatiche, per poi mettere il gomito sul legno della scrivania e fissare fuori dalla finestrella della cella, con il viso appoggiato al palmo della mano. Quella sera si vedevano solo le stelle in cielo. Lo stesso cielo che Fine aveva scorto per l’intera cena nel deserto. Ora ne aveva la certezza, Shade stava bene ed era bello da mozzare il fiato, con i capelli argentei alla fioca luce che penetrava. Una morsa strinse lo stomaco della principessa: le mancava terribilmente. Fece qualche passo avanti, desiderosa di toccarlo ma una leggera umidità le fece realizzare di essere ancora nel nido dei draghi e con le punte dei piedi immerse nel laghetto. Come se avesse sentito un rumore, le iridi cobalto tornarono a concentrarsi sulla stanza. La stava fissando. Esaminò il mobilio senza scovare la fonte del suo disagio. Aveva la sensazione che qualcuno lo stesse guardando e, il groppo in gola che sentiva, gli suggeriva che si trattava di Fine. Si mise a ridere tra sé: desiderava tanto vederla da immaginarsela. Con una scrollata di spalle, tornò a osservare i fogli sulla scrivania. Piegò la lettera e la sigillò con la cera. Doveva spedirla al più presto. Con un rumore stridulo della sedia, si alzò in piedi e uscì dalla stanza. Il corpo di Shade passò a pochi centimetri da lei; Fine allungò un braccio ma non riuscì nemmeno a sfiorarlo, rimanendo, così, sola.
 
Sentiva i muscoli intorpiditi e la testa pulsarle; mise a fuoco per qualche secondo la grotta nel deserto. Sulla riva, anche un piccolo e agile drago rosso aveva infilato il muso nella poccia. Una voce silenziosa le suggerì che si trattava di Ashiq, il guardiano con il potere dell’amore.
 
Le lacrime le rigavano inesorabili il volto paonazzo dalla rabbia e dal dolore. La principessa riconobbe all’istante la sala del trono nel castello di Lilian. Colui di cui vedeva la schiena, doveva essere suo zio, con l’insulsa corona ben piantata tra i capelli, che rideva isterico. Ma la sua attenzione era totalmente incentrata sul suo stesso volto, della Fine del futuro, che piangeva disperatamente.
- Che cosa ho fatto? –
Era un sussurro incredulo e gli occhi cremisi, già spalancati dalla sorpresa, divennero ancor più gonfi quando nella sua visuale entrarono le proprie mani sporche di sangue. Si asciugò malamente le gote grondanti con le maniche della casacca e portò lo sguardo a terra.
Si lasciò andare a un verso strozzato.
- No… -
 
- No… -
I respiri diventarono veloci, soffocanti. L’aria non riusciva ad arrivare ai polmoni e il cuore pompava il sangue troppo velocemente, generando un martellante tamburo nel petto.
- No…, no vi prego. Non… -, la sua preghiera era un singulto sibilante nel silenzio del deserto.  
Era tornata lucida, ora, e la disperazione si faceva largo man mano che la sua mente metteva a fuoco la scena cui aveva assistito. Cominciò ad annaspare e arrancare, camminando frenetica in ogni direzione alla ricerca di un appiglio, di un conforto dall’oblio che i draghi le avevano rivelato. Tutto le ruotava attorno: i guardiani sbattevano le ali, agitati, Sophie cercava di fermarla e di calmarla con parole dolci. Una parte di lei insisteva per cercare un barlume di razionalità ma era il caos che regnava nella sua testa. Dove avrebbe trovato la forza di tornare a casa per compiere il suo destino?
Una voce emerse nel frastuono che la circondava.
- Fine! Che cosa sta succedendo? –
La cercò disperatamente, con lo sguardo, e quando la vide, seppe di avere bisogno di lei. Milky era l’unica con cui poteva condividere quel dolore. La ragazza dei capelli rosa correva trafelata verso di lei, seguita da Narlo.
- Io… -, cominciò a spiegare: allungò una mano verso di lei, per chiamarla a sé, mentre gli occhi diventavano appannati per le lacrime.
Sentì le gambe cedere e la fitta alle ginocchia le indicò di essersi accasciata a terra. Milky, però, era già accanto e la guardava con apprensione.
- Io… -, cercò ancora di spiegare Fine ma le parole le morirono in gola in un singhiozzo.
Fu Sophie a intervenire, a salvarla dall’infelice compito di quella notizia.
- Ha visto Altezza morire. –
 
 
 

Angolo dell'autrice:
Devo dire che vi ho lasciate con una bella stoccata. Chissà cosa mi direte, le minacce e gli insulti che riceverò, e-mail che manco i migliori stolker possono imitare.
So che vi aspettavate tutte che il nome finale sarebbe stato un altro ma, insomma, che gusto ci sarebbe stato a darvi una tale soddisfazione?
Sono davvero curiosa di leggere i vostri commenti (*me che si inchina umilmente* Lasciatemi una recensione!!) e discutere con voi delle prossime possibili puntate. Nonostante sia molto riluttante a inserimenti di magia mi sono lasciata tentare un po' troppo da questa faccenda delle visioni. I più cauti avranno fatto caso all'uso di questa pianta che aiuta a "rilassarsi": le visioni hanno avuto un aiutino per arrivare. (N:B: non vi sto incitando all'uso di nessun tipo di droga, se volete vedere draghi e vedere sotire fantastiche usate la fantasia e leggete tanti libri, null'altro. )
Per quanto riguarda la prima parte del capitolo, ho avuto una visione di Milky che discute con Salvini per avere accoglienza nel villaggio. Comunque, a parte gli scherzi, con Narlo per ora non ci sono stati risvolti romantici. Spero non siate delusi.
Ora vi saluto gente e spero ancora di sentirvi,
un bacione e un ciaooone,
Ele
  
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