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Autore: MAFU    25/11/2016    1 recensioni
[Lilith x Amaimon] - [Lilith x Mephisto] - [Lamia x Yukio]
“Yukio , non vedo niente …” Si lamentò Rin che mentre seguiva Yukio come un ombra avanzava nell’oscurità del corridoio. Le vecchie e malconce travi di legno del pavimento polveroso scricchiolavano ad ogni loro passo riecheggiando nel silenzio più tetro.[...] Dalla parte opposta del corridoio, a passo fiero, Mephisto camminava con disinvoltura nell’oscurità. Passando accanto ad una delle massicce porte delle stanze del dormitorio si fermò sentendo un rumore sospetto. Un rumore di acqua corrente aveva attirato la su attenzione. “Qui c’è qualcosa che puzza …” Pensò rimanendo in ascolto finché lo scrosciare non cessò. A quanto pare quella era la porta di uno dei bagni. “ Mhm .. qui c’è davvero qualcuno ..” Afferrò con decisione la maniglia di ottone e con uno strattone spalancò la porta.
Lilith e Lamia sono sorelle. Tutto lascia pensare che in passato abbiano avuto a che fare con Mephisto...ma la loro vera natura fatica ad essere tenuta a bada...
(!!!)Ci sono espliciti riferimenti al manga(!!!)
Genere: Comico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amaimon, Mephisto Pheles, Un po' tutti, Yukio Okumura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAP 23

Nelle catacombe i muri vibravano. Il gigantesco bestione dell’impurità si era risvegliato e a poco a poco stava prendendo la sua vera forma. Nonostante non fosse ancora del tutto maturo, in tutta Kyoto le persone stavano già cominciando a risentire della sua presenza. “Vi servirà tutto l’aiuto possibile per contrastare quel demone, vero?” Mephisto fece comparire dal nulla delle tuniche mollandole in braccio a Shura, “Spero che in qualche modo vi tornino utili.” Ammiccò schioccando una seconda volta le dita, “Vi auguro buona fortuna miei cari!” disse poi scomparendo in una nuvola di coriandoli e fumo. Shura era rimasta attonita, boccheggiava presa in contropiede senza neppure aver avuto modo di dire beo. Yukio al contrario non si mosse di una virgola. “Che cosa dovrei farci con… Oh…” la donna abbassò lo sguardo riconoscendo la natura di quelle vesti. Erano tuniche un po’ particolari, tuniche magiche. “Andiamo a dare una mano.” Disse l’altro senza entusiasmo come nulla fosse, “Credo che avranno anche bisogno di me per eliminare il Re dell’Impurità.” girò i tacchi freddamente ignorando Shura. “Yukio?” la donna lo guardò turbata prendere la via del campo di battaglia.
Lilith non sapeva assolutamente cosa fare. Ferma su quel tetto secolare non sapeva se saltare giù e andare a cercare lamia o mettersi ad urlare. La bocca le si era seccata di fronte a quella vista orrenda. Ora l’ammasso di putridume aveva raggiunto dimensioni colossali. A poco a poco stava prendendo una forma sempre più definita. Ma era ancora ben lontano dal fermarsi. “Lamia!!” gridò a pieni polmoni. La sua voce suonò rotta echeggiando nel silenzio. Si sporse fino all’ultima tegola per guardare di sotto ma della sorella nessuna traccia. Dentro di lei pregava affinché non fosse finita inghiottita per un motivo o per l’altro dentro quell’ammasso puzzolente. Era una cosa impossibile… Ma se avesse seguito Yukio? Di certo ora avevano radunato tutti per combattere la minaccia. Lamia non sarebbe però stata così stupida da unirsi alle file pur di stare con quel ragazzo. O…si? Si prese la testa tra le mani cercando di non impazzire. Un improvviso scoppio al suo fianco la fece sobbalzare. Alzando il naso di scatto una coltre candida le accarezzò le guance. I guanti di Mephisto comparvero dalla nube seguiti dall’uomo “Ti sono mancato?” le ammiccò. “Mephisto…” mormorò sollevata la ragazza indietreggiando di un passo, “La situazione parrebbe essere precipitata…Non credi?” “Lamia… Non è tornata. È precipitata eccome.” Lilith aggrottò le sopracciglia trattenendo il tremore alle ginocchia. “Per caso… Sai se è con Yukio?” chiese speranzosa, “Non mi pare… L’ho appena incontrato e di tua sorella nemmeno il tanfo, senza offesa.” Starnutì per l’ennesima volta “Oh, pardon.” chiese venia con un rapido gesto facendo comparire un fazzolettino a pois, “Oh no…No… Non doveva succedere. Dobbiamo trovarla.” Riprese a tremare la piccola. “Ho capito.” Mephisto si fece estremamente serio disfandosi della pezzuola. “Parola d’onore, la troverò per te.” Posandosi una mano sul cuore fece un inchino galante. Lei lo guardò sorpresa con un velo d’imbarazzo. “Però non posso assolutamente permettermi di lasciarti qui.” Disse poi con una strana luce negli occhi. Infine prima che potesse ribellarsi, la sollevò in braccio con presa salda sparendo di nuovo ma insieme.
“È appena arrivato un ordine di adunata dalla succursale!” gli esorcisti alla locanda erano in allarme. “Tutti quelli che riescono a reggersi in piedi vadano là!” uno dei responsabili portò la comunicazione nelle varie stanze. I ragazzi del corso sentirono all’improvviso la confusione nei corridoi e uscirono allo scoperto per capire che stesse succedendo. “È vero che hanno preso Mamushi?” “Sì, Juzo la sta riportando indietro!” Suguro origliò per caso la conversazione tra due suoi colleghi e mollando il ghiaccio corse all’ingresso come una furia.  Juzo era appena arrivato sulla soglia della locanda con la traditrice in braccio. L’occhio destro della ragazza era chiuso e sanguinava copioso. Dopo essersi estratta l’occhio impuro era rimasta ferita gravemente. Tutti i presenti si erano radunati intorno a loro. “Juzo! Stai bene!?” Yaozo accorse con le sue sole forze in preda all’adrenalina, “Padre…” “Ascoltate… Io vi ho traditi però voglio che mi stiate a sentire.” La donna si alzò a fatica in piedi aiutata dal ragazzo e tossì inalando le spore emanate dalle numerose pustole sul suo corpo, “Poco fa io e Saburota Todo abbiamo risvegliato il Re dell’Impurità. E il venerabile Tatsuma Suguro è rimasto lassù da solo ad affrontarlo…” perse l’equilibrio piangendo, “Ha cercato di fermarci ma… Vi prego andate ad aiutarlo. Salvate il venerabile.” Scoppiò a piangere disperata. Era pentita di ciò che aveva fatto. Ryuji assistendo alla scena, superò gli altri esorcisti mentre Yaozo intervenne per frenare le proteste che si stavano levando contro Mamushi. “Andate a combattere il Re dell’Impurità!” ordinò con voce tuonante il direttore. “Suguro…” mormorò la ragazza vedendoselo davanti, “Ti prego… Salva tuo padre.” Mugolò disperata.
“Ah! Ma come..!?” Lilith si trovò seduta su un divanetto fluttuante accanto a Mephisto. “Shh… Calma… E rilassati. Goditi il panorama, mia cara.” Lui, stravaccato su quel triclinio guardava al di sotto col gomito piegato sul bracciolo e le nocche piantate sotto al mento. Stavano fluttuando nella notte di Kyoto al di sopra del Re dell’impurità. Il demone aveva quasi raggiunto lo stadio finale. Cominciava a somigliare sempre di più ad un palazzo. Avevano una vista perfetta su tutto il campo. La ragazza guardò con terrore il miasma invadere la foresta. “Non vedo Lamia…” disse turbata. “Non ti crucciare… Arriverà…” “Come lo sai?” ma lui non rispose accarezzandole il mento con l’altra mano, “Se hai freddo stringiti a me.” Notò il suo tremore cambiando argomento. La ragazza lo guardò incerta. “Non ho freddo.” “Oh, non dirmi che hai timore? Non mordo mica, sai?” sogghignò ritirando il braccio, “Io invece sì...” Gli rispose Lilith guardandolo negli occhi, “Ohoh, sei assolutamente adorabile.” Mephisto ricambiò lo sguardo, compiaciuto. “Devo confessarti che la situazione rimembra meco della precedente scampagnata nelle selve. Più di preciso di quando mi avresti condannato.” La stuzzicò giocando con una ciocca dei suoi capelli. La ragazza non rispose fissandolo in silenzio. “Sono così lieto di riuscire di nuovo a starti così vicino senza perdere il senno. Ho aspettato questo momento per un’infinità di giorni.” Parlava di quelle due settimane scarse come se fossero state secoli. E forse per lui lo erano state per davvero. Dopotutto, il tempo è relativo.
Nel folto della foresta buia e contaminata un respiro affannato si faceva strada tra i fitti arbusti. Artigli possenti scalfirono la corteccia di un albero sul loro cammino rimanendovi impigliati. Lamia senza più controllo di se stessa si appoggiò a quel tronco respirando affannosamente. I lunghi canini sbucavano da quelle grosse labbra socchiuse. Le sue pupille si erano ridotte a due spilli e fissavano il terreno umido davanti a lei senza davvero guardare. Con l’ultimo briciolo di sanità che le rimaneva stava combattendo contro l’odore di umani che percepiva. L’istinto la stava portando verso il punto in cui ogni odore veniva neutralizzato. Cercava di allontanarsi da ogni forma di vita per non fare una strage. E questo suo andare contro agli istinti la stava portando verso l’autodistruzione. La sua parte demoniaca stava uscendo in protesta. Ignara di quale fosse realmente la meta, avanzava sempre di più verso il cuore dell’impurità.
“Bon… Non possiamo fare niente… Andiamo a riposare come ha detto Juzo.” Shima alzò le spalle alla proposta di andare a combattere. Lui, Suguro, Koneko e le ragazze si erano appartati dalla confusione per discutere. “E Rin? Dov’è?” chiese timorosa Shiemi, “Ah! Mancano anche Lamia e Lilith!” “Saranno sicuramente qui da qualche parte, avete visto che confusione!?” “Eccovi qui!” D’un tratto Shura corse loro in contro portando le tuniche appresso, “Professoressa Kirigakure…” Izumo si voltò verso di lei, “Che sta succedendo?” si fece avanti Koneko, “Visto che Rin ha usato le sue fiamme blu… Poco fa è stata sentenziata la sua esecuzione.” Annunciò la donna fermandosi di colpo. I ragazzi la fissarono sconvolti. “E la cosa peggiore è che essendo una scelta del vaticano, non cambieranno idea.” Silenzio. Avevano tutti perso la facoltà di parola dallo shock. “Suguro, questa tienila tu!” Shura porse la Katana di Rin al ragazzo assieme alla lettera del padre, “E prendi anche questa. L’ha scritta il venerabile indirizzandola a Rin. Dice che per sconfiggere l’Impurità sono necessari i suoi poteri.”, Ryuji prese gli oggetti fissandoli in silenzio. “Rin ci vuole aiutare.” La donna cominciò a bisbigliare. Shiemi si portò una mano alla bocca sconvolta. Shura aveva catturato i loro sguardi e la tensione si tagliava con la lama di un coltello. “Vi va di dargli una piccola mano ad evadere?” porse loro le tuniche con un mezzo sorrisetto.
In quello stesso istante, Yukio era sul campo di battaglia assieme a decine di altri. Aveva sfoderato la sua pistola e a capo chino seguiva gli spostamenti della squadriglia verso una radura del bosco abbastanza distante dal monte su cui era risorto il Re. “Fermiamoci qui!” disse uno dei capigruppo e i facchini depositarono gli approvvigionamenti ai lati dello spiazzo. L’erba alta gli arrivava alle ginocchia. Yukio si accovacciò respirando a brevi boccate irregolari. La pistola gli tremava tra le mani e non era solo per paura. Non era davvero spaventato dalla minaccia dell’impurità, nonostante l’aria stesse diventando irrespirabile. Pensava a Rin. Forse non lo avrebbe mai più rivisto. Era quasi sicuro. Poi pensava a Lamia. Quello era un chiodo fisso, costante e ossessionante. Le sensazioni assopite dal bacio stavano tornando a farsi strada nel suo essere.  Lievissime ma continue come un solletico quasi impercettibile alla bocca del palato. Impossibile da lenire. Impossibile da fermare. Estrasse dalla cintura una fiala di vaccino anti miasma e per distrarsi de la iniettò a sangue freddo nell’incavo del gomito preparandosi alla guerra.
 
“Ahh! Che roba è quella!?” strillò Shima vedendo che razza di ammasso sudicio stava diventando il Re dell’impurità. La squadra era tornata dalle catacombe vincitrice. Erano riusciti a liberare Rin e il loro legame era più forte di prima. Nessuno ormai dubitava più di lui. Le sue fiamme erano a disposizione degli alleati. “Come si fa a sconfiggere una cosa così grande? È la fine del mondo…” Renzou era disperato. Nonostante l’ansia e la paura erano tutti assieme pronti alla battaglia. Suguro guidava il gruppo alla ricerca del padre nella foresta. “Sembra un castello inespugnabile.” Mormorò inorridito. Shura li aveva lasciati per raggiungere Yukio sul fronte. Avendo più di una specializzazione era molto desiderata. “Capitano Kirigakure!” la chiamò uno degli esorcisti, “Arrivo!” la donna gli andò in contro salutando Yukio con un cenno. Non gli aveva detto nulla del fratello vedendolo già abbastanza teso. Il ragazzo la guardò andare verso la recluta con la coda dell’occhio, poi tornò a concentrarsi su se stesso. “Allora… Come pensate di procedere?” Shura avanzò verso un manipolo di Tamer intenti a preparare un grosso cerco per l’evocazione. In mezzo a loro vi era anche il padre di Shima a dirigere i lavori. “Evocheremo lo Uchishumaa, il Vajra anti-impurità.” L’uomo fece un passo avanti illustrandole il piano, “Per farlo servono più di dieci Tamer di categoria superiore. Vorremmo anche la sua collaborazione.” “Certo. D’altra parte i demoni del marciume sono vulnerabili alle fiamme.”. Mentre i Tamer evocavano il Vajra e un vero e proprio esercito di demoni di fuoco, Yukio si era alzato per sgranchirsi le gambe. Facendo un paio di passi verso il limite della radura calpestò qualcosa di duro che scricchiolò. Abbassando lo sguardo rapido sollevò la scarpa sgranando gli occhi. Sotto la sua suola si erano incrinati gli occhiali di Lamia.
“Lilith, Lilith… Oh cara Lilith…” Mephisto non smetteva di giocare coi capelli della ragazza percorrendo con le lunghe dita affusolate uno dei suoi boccoli biondi. “Non dovevi aiutarmi a trovare Lamia?” domandò la ragazza infossando la testa nelle spalle schiva, “Oh.” L’uomo mollò la ciocca sbattendo le palpebre. “Chiedo venia. Sei talmente bella che per un attimo ho dimenticato persino dove ci troviamo.” Sogghignò inclinando la testa all’indietro per sbirciare il Miasma sottostante. “Guarda guarda… Ho dovuto attendere parecchio ma finalmente ecco il palcoscenico ed ecco gli attori… Spero proprio che questa battaglia si riveli all’altezza delle mie aspettative.” “Che significa?” Lilith si sistemò meglio sul divanetto drizzandosi contro lo schienale, “Avvicinati, e lasciati intrattenere dallo spettacolo. Qui con me sei assolutamente al sicuro e nulla ti vieta di trarne diletto.” “Non dimenticarti di mia sorella.” la ragazza lo guardò storto e Mephisto le afferrò una mano sporgendosi in avanti, “Sono un uomo di parola, mia cara. Non dimenticarlo mai.” Le baciò il dorso malizioso.
“Papà!” Suguro vide il venerabile Tatsuya collassato a terra in un bagno di sangue e corse immediatamente da lui. Gli altri ragazzi lo seguirono trafelati arrivando giusto in tempo per poterlo trarre in salvo. Il vecchio era ancora vivo e aveva persino la forza di parlare. “Ryuji…” Sorrise al figlio trovandoselo davanti come in un sogno e collaborò per farsi alzare a sedere nonostante i colpi di tosse. “Bambini, cosa ci fate qui? Andate via!” tossì nuovamente resosi conto di quante persone erano giunte in suo soccorso. Una fiamma si sollevò all’improvviso dal suo corpo e comparve un demone dall’aspetto di una fenice. “Ma cosa!?” Suguro indietreggiò facendosi scudo con le braccia. “Il mio nome è Karura e sono al servizio del venerabile della setta del serpente.” Disse la creatura con una voce celestiale. “Karura!” mormorò Rin. Il demone fluttuava al fianco del venerabile inerme “Karura? Mio padre ha un demone Servitore?” Ryuji era ipnotizzato da quella fiamma parlante. “Servo i venerabili della setta del Serpente da generazioni. Visto che però ora i segreti sono stati corrotti, sono legato a Tatsuya Suguro con un contratto uomo-demone come tutti gli altri.” Karura studiò il ragazzo, “Percepisco in te il sangue che cerco… Non ti andrebbe di fare un patto con me?” “Ryuji, non farlo! Ho giurato a me stesso che avrei posto fine a questa storia terminando la maledizione con me.” Il venerabile scattò in avanti col busto gocciando sangue per la foga, “Karura, lui è solo un ragazzo… Lascialo stare.” “Padre…” mormorò Ryuji stringendo i pugni, “Non sono più un bambino. E se nella lettera hai scritto il vero, allora questa creatura ci può aiutare.”. Il vecchio sgranò gli occhi guardando prima lui e poi Rin, il quale si avvicinò all’uomo deglutendo per la tensione. “Rin! Hai letto la mia lettera?”, il ragazzo annuì. “L’ho letta tutta anche io.” Disse Suguro torvo in volto, “Quindi voglio che ora tu ci racconti ogni cosa, senza nasconderci nulla.” “E va bene…” si arrese il venerabile. “Vi dirò come sconfiggere il Re dell’impurità.”.
Yukio raccolse gli occhiali di Lamia con le mani che gli tremavano sempre più forte. Una delle lenti era scheggiata e l’asticella calpestata si era scardinata e penzolava malamente dalla montatura. Quel rosso vivo brillava alla luce dei fuochi evocati dai Tamer. Guardandosi alle spalle strinse forte quell’accessorio inconfondibile e concentrandosi sulla vegetazione davanti a se scattò a grandi passi verso il folto della foresta. Lamia doveva essere nei paraggi. Che ci faceva lì? Sempre più lontano dal campo fu assalito da mille dubbi e un po’ si sentì in colpa per come l’aveva trattata. Il suo buon senso però non gli dette corda. Quella donna lo aveva soggiogato e ora quel rimorso non era altro che un’illusione. Eppure non riusciva a non sentirsi a disagio. Non riusciva a pensare sul serio che lei potesse trovarsi nei paraggi per tendergli una trappola e succhiargli altro sangue. Doveva esserle successo qualcosa e forse era anche stata colpa della sua sconsideratezza nel darle quelle fiale. Con la coda dell’occhio catturò un bagliore rossastro nel folto delle fronde. Col cuore in gola vi corse in contro sperando di trovarla ma non appena sbucò fuori dal groviglio vide un ragazzo con addosso gli abiti di Todo.  Era avvolto da fiamme cremisi e respirava affannosamente. Sentendo la sua presenza, il tale si voltò ansimando e vedendolo in volto, Yukio sussultò. Quello era davvero Todo. Molto ringiovanito ma era lui. “Hey...” Gli disse il ragazzino con un ghigno beffardo rizzando la schiena, “Ci sei vero? Sei proprio lì…Lo so…” ridacchiò studiando le fitte foglie che facevano da nascondiglio a Yukio, “Vieni fuori, Yukio Okumura.”.
Rin e Suguro sfrecciavano attraverso la foresta a velocità della luce. Ryuji aveva stretto un patto con Karura e assieme al compagno stavano raggiungendo il cuore del Re dell’Impurità. Dovevano fare in fretta prima che il baccello esplodesse liberando la sua forma ultima. “Rin!” gridò a pieni polmoni sovrastando il rumore che facevano le foglie sbattendogli addosso, “Il tempo è agli sgoccioli!” “Lo vedo!” rispose il ragazzo. Erano ormai ai piedi del monte inglobato dall’essere immondo. Il puzzo era insopportabile e gli abiti dei ragazzi stavano già cominciando ad ospitare le prime spore purulente. Le tuniche di Mephisto li proteggevano a malapena. Le parole del padre rimbombarono nella testa di Ryuji. Ripeteva tra se e se la formula per debellare l’impurità e sentiva lo spirito di Karura forte in lui. Pregava affinché al suo ritorno ritrovasse il vecchio ancora in vita. Era letteralmente in mano di Izumo e Shiemi. Per quanto riguarda Shima e Koneko, avevano preso una strada differente cercando di fermare l’avanzata del miasma. Stavano cercando le compagne mancanti all’appello ma non riuscivano a vederle da nessuna parte. “Shima, Non le vedo!” “Già…” rispose il ragazzo con la faccia di chi sembrava volesse fuggire lontano. “È stato molto eroico da parte tua proporti per andare a cercarle…” commentò l’altro un po’ sorpreso per il gesto, “Ma magari sono assieme ad altri…” provò ad ipotizzare, “Sarà meglio trovarle.” Rispose secco Shima, “Sì…” l’amico lo guardò esitando e notò una strana forma di accanimento nella ricerca. “Andiamo di qua!” Koneko scostò una frasca trovandosi di fronte un tentacolo viscido e pieno di pustole. “Oh mio dio!!” strillò in preda al panico.
“Lilith, orsù adesso smettila di tremare.” Mephisto alzò un sopracciglio inclinando la testa di lato, “Sta filando tutto da programma.” Ammiccò. “Non posso non essere preoccupata.” Rispose la ragazza con un filo di voce, “Non puoi capire.” “Mh..? Ti preoccupa davvero così tanto il fatto che il Re dell’impurità sia uno dei quattro cagnolini del Re del Marciume?” si avvicinò alla ragazza guadagnando terreno. Lilith distolse lo sguardo mordendosi un labbro. “Non pensi che sia ora di dirmelo?”, ma lei continuò col suo mutismo. Mephisto sospirò tornando a sdraiarsi guardando altrove. “Se te lo dicessi, non mi guarderesti più in faccia.” “Come?” la curiosità dell’uomo fu di nuovo destata, “Mi fido di Lamia, non toccherà le spore. E qui in fondo mi sento al sicuro ma…” deglutì sommessamente cambiando rapida argomento, “Ho paura che se dovesse germogliare avrà occhi per vedere e orecchie per sentire.” “Ti sbagli… Non è dotato d’intelligenza ma i danni che è in grado di infliggere ad Assiah sono pari alle grandi catastrofi naturali.” Le rispose Mephisto svogliato, “Qualsiasi cosa tu mi stia nascondendo riguardo ad Astaroth non rischia di salire in superficie. Anche se…” ci pensò un po’, “Effettivamente non avrà occhi e orecchie ma il tatto gli resta…” si grattò il mento sbarrando gli occhi fissando un punto vuoto. Gli sfuggì un altro starnuto e asciugandosi il naso col fazzolettino se lo massaggiò per bene, “Credo di avere fatto male i miei calcoli.” Guardò Lilith con un mezzo sorriso e un briciolo di angoscia negli occhi.
Yukio spiava Todo da dietro i cespugli. Sudava in preda all’ansia e stava perdendo il sangue freddo. Quello che aveva davanti era un ibrido di cui non conosceva niente. D’un tratto alle sue spalle nacque dal nulla un incendio che lo obbligò ad avanzare. “Eccoti, finalmente!” la risata di Todo lo accolse quando uscì allo scoperto. Non appena uscì dal nascondiglio, Yukio sollevò la pistola carica pronto a sparare un colpo. Tremava nonostante la determinazione. “Sono contento che tu abbia deciso di combattere a volto scoperto…” sorrise il demone col viso di un ragazzino angelico. “Sei davvero Saburota Todo? Cosa ti è successo…?” “Ah… Capisco la tua perplessità… Ma sono sempre io, sì. Semplicemente il demone da cui traevo prima la forza era diventato troppo vecchio così ho deciso di cambiarlo.” “Ma… È cosa possibile?” sibilò Yukio sconvolto. “Ovviamente. L’ho fatto per diventare più forte.” “Chi sei in realtà? Parla!” il ragazzo gli puntò contro la pistola con ancora più prepotenza. “Piuttosto… Perché non giochiamo un po’ assieme? Ho voglia di testare questa nuova forma. Poi potremmo fare due chiacchiere.” Alzando un braccio, Todo scatenò un turbine infuocato, “Per esempio…” continuò a parlare tranquillo mentre Yukio si buttava a terra per evitare il colpo rotolando al riparo, “Come sta tuo fratello?”. Quella domanda lo colpì dritto allo stomaco e un’esplosione lo investì in pieno.
Ryuji aveva raggiunto il punto prestabilito per pronunciare la formula della salvezza. Rin lo aveva accompagnato fino al cuore del castello impuro. Il baccello alla sua estremità era quasi maturato. “Rin! Cerca di coprirmi le spalle!” gridò il ragazzo inginocchiandosi tra le spore. Quel luogo era all’interno di un labirinto tossico e i miasmi si creavano rapidi come grandi lingue di pustole purulente. “Suguro, coraggio!” rispose il compagno abbattendo una delle lingue con La spada nel fodero. “Vinceremo!”. Ryuji senza perdere tempo, cominciò a pronunciare il sutra a gran voce posizionando le mani in modo impeccabile. Ad un tratto Karura uscì dal corpo del ragazzo volando in cielo come una saetta. La formula aveva funzionato. Attorno al Re dell’Impurità comparve un’enorme bolla di fuoco visibile a chilometri di distanza. Persino Shura nel bel mezzo del combattimento la notò. “Una barriera magica di un demone di fuoco d’alto livello…” osservò senza parole chiedendosi chi la fosse riuscito ad evocare.
“Eccoci giunti ad una svolta davvero interessante…” “Mephisto… Che sta succedendo davvero? Di che calcoli stai parlando?” “Oh, beh… Ma come siamo pretenziosi, dolcezza… Vuoi conoscere tutto ma non sveli niente.” La stuzzicò l’uomo accavallando le gambe sopra quelle della ragazza. “Permetti?” la guardò di sottecchi con un ghigno malizioso. Lilith fece una faccia assurda guardandolo ammutolita. “Sei proprio comoda…” sogghignò accomodandosi con le braccia dietro la testa. La ragazza analizzò ogni centimetro di Mephisto arrossendo. Da quel punto di vista sembrava un cuscino Moe. Arrossì violentemente. Prima che Lilith potesse dire beo, una gocciolina d’acqua la colpì sul naso. “Uh?” alzò la testa al cielo. Le nubi avevano un aspetto strano. Un’altra goccia scivolò leggera sul ginocchio di Mephisto e a poco a poco una dopo l’altra cominciarono a piovere con sempre più frequenza. “Piove.” Disse la ragazza col naso all’insù. “Detto, fatto.” L’uomo si sedette composto liberandola dalle sue gambe e senza ulteriore indugio evocò uno strano demone pipistrello come ombrello. Le sue grandi Ali viola li riparavano dall’acqua. Lilith si accoccolò accanto a Mephisto aggrappandosi alla sua giacca per non bagnarsi. “Hey…” mormorò lui abbassando lo sguardo su di lei. La ragazza sorrise lievemente tornando poi ad assumere un’espressione corrucciata e pensierosa distogliendo lo sguardo. Lui le cinse le spalle con un braccio sospirando. “Sotto questa pioggia così poetica mi è venuta voglia di dedicare una poesia a questi valorosi esorcisti…” accavallò le gambe galante, “Chi lotta contro i mostri… Deve stare attento a non diventare così facendo un mostro. Perché… Se scruterai a lungo dentro l’abisso, anche l’abisso scruterà dentro di te.” Recitò con voce profonda. “Nietzche.” Mormorò Lilith. “Vedo che hai buon gusto.” “Io ho sempre buon gusto.” Sorrise amaramente la ragazza, “Ho notato...” Mephisto sogghignò malinconico guardandola con la coda dell’occhio.
All’improvviso Lamia arrestò il passo. Aveva sentito un urlo. Era una voce conosciuta e le si accapponò la pelle. Voltandosi di scatto cambiò drasticamente direzione correndo verso la fonte del richiamo. La radura in cui si trovavano Yukio e Todo era completamente infuocata. I proiettili del ragazzo avevano fallito contro al demone che stava avendo la meglio. Il ragazzo era ormai stanco e la mente gli si stava annebbiando. Si sentiva intorpidito come quando nei sogni ti trovi imprigionato in un limbo. Aveva la stessa sensazione di fallimento di quando temeva di non fare abbastanza per essere un modello per Rin. E Todo non lo aiutava. Il dolore per l’attacco appena infertogli dal ragazzino lo aveva fatto urlare straziato. Respirava affannosamente con la pistola saldamente stretta in pugno e contro ogni aspettativa si rialzò in piedi strisciando. “Sei tenace…” commentò Todo giocando un altro po’ con le sue fiamme rosse, “Maledizione…” mormorò Yukio sistemandosi gli occhiali, “È troppo forte… Se continua così mi ucciderà.” Pensò tremando. “Devo escogitare qualcosa.”. “Hey, mi ascolti?” il demone si scagliò ancora contro di lui colpendolo con un pugno potentissimo.
Lo sentiva. Era vicino. Le foglie scorrevano indistinte ai lati della sua visuale. Lamia sfilava tra gli alberi come una furia. Le pupille erano dilatate, il respiro affannato, la sete aumentava e quell’urlo continuava ad echeggiarle in testa. La sua parte razionale era sopravvissuta quel tanto che bastava per guidarla verso Yukio. Non era il momento di cibarsi ma di difendere la sua fonte di cibo. Qualsiasi cosa la minacciava andava eliminata. Un secondo urlo strangolato non fece altro che farle accelerare ancora di più il passo.
Yukio era intrappolato in un circolo vizioso di pensieri negativi. Era tornato in piedi e per l’ennesima volta Todo stava tornando a scagliarsi contro di lui. Doveva pensare in fretta una soluzione. Era al limite. “Mi ucciderà.” Era tutto quello che riusciva a pensare mentre lo vedeva avvicinarsi indemoniato. “No.” Sgranò gli occhi “Fermo.” Sentì che cominciavano a bruciargli, “Ho detto fermati!” gridò a pieni polmoni e la vista gli divenne completamente blu. Todo a mezz’aria si accorse che qualcosa nel suo sguardo era mutato. Erano occhi di fiamme azzurre. A rallentatore socchiuse la bocca esaminando quelle pupille fiammeggianti e ne era così preso che non si accorse della furia che aveva superato le sue fiamme come se fossero state semplici luci di Natale. A fauci spalancate, Lamia gli saltò al collo un istante prima che Todo infliggesse il colpo di grazia a Yukio. Il demone gridò di dolore ma venne soffocato dalle mascelle della succube intente a massacrargli la giugulare. La donna bevve tutto il sangue che poteva e lentamente le tornò la vista. Respirava affannosamente come se non riuscisse a staccarsi e stesse soffocando per questo. Yukio caduto a terra la fissava attonito dietro quegli occhi terrificanti. Il cuore gli pulsava nelle tempie e il panico puro si era impossessato di lui. Era confuso. Non capiva più assolutamente niente di quello che stava succedendo. Vedeva blu e non capiva il motivo. Poi vide Lamia alzarsi ricoperta di Sangue con quegli artigli e quelle fauci. Lo guardava stando immobile nelle fiamme mentre Todo a terra aveva già cominciato a rigenerarsi.
“Oh. Come non detto.” Mephisto si accorse di qualcosa in lontananza. Lilith lo fissava attonita. Non stava più capendo nulla, “Siamo stati fortunati… I calcoli non erano errati. Alla fine gli attori hanno rispettato il copione.” Fece un sorrisetto beffardo, “Il momento più propizio è giunto, mia diletta.” La guardò sogghignando. “Vado e torno.” Rapido, le sfiorò una guancia con la punta del naso sparendo in una nuvola di fumo. Lilith rimasta sola su quel divanetto ascoltava lo scrociare della pioggia al riparo sotto quel demone bizzarro. “Lamia…” deglutì guardando l’orizzonte ripensando a lei.
La gioia però durò poco. Il marciume stava avendo la meglio e prima che la cupola evocata da Suguro potesse completarsi, l’enorme baccello sulla cima si schiuse. Da questo uscì un gigantesco mostro dall’aspetto di larva putrida che si parò davanti agli occhi di Lilith rimasta sola e inerme nel cielo. Un verso mostruoso si sollevò dall’affare echeggiando per tutta la valle. Quella creatura terrificante era il vero aspetto del Re dell’Impurità.
   
 
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