Anime & Manga > Fairy Tail
Segui la storia  |       
Autore: Jashin99    25/11/2016    1 recensioni
Anno X794
Sono passati quasi tredici mesi da quel giorno
Il giorno in cui tutto finì
No, sarebbe meglio dire: il giorno in cui tutto iniziò a finire
***
/-Tutto è orribile, Cana.-.
-E ancora non riesco a credere che sia successo tutto così in fretta, o che il responsabile sia...-.
-Non è Natsu.- Lo fermò Cana.
-Non è Natsu.- Ripeté.
-Non è il mio amico.-.
-Capisco quello che provi, ma...-.
-No, tu non capisci.-.
-Non puoi capire quello che ho provato quel giorno. Non puoi...-.
La missione, Zeref, Natsu, Lucy...
-Ehi!-.
Cana rabbrividì.
-Scusami, io... mi sono lasciata trasportare dai ricordi.-./
/
Attenzione: Linguaggio un poco scurrile
Genere: Azione, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: E.n.d., Kinana, Lisanna, Natsu, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Fairy End'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
As he begins to raise his voice
You lower yours and grant him one last choice
Drive until you lose the road
Or break with the ones you've followed
He will do one of two things
He will admit to everything
Or he'll say he's just not the same
And you'll begin to wonder why you came
Somewhere along in the bitterness
And I would have stayed up with you all night
Had I known how to save a life


(The Fray-How to save a life)

Lucy riaprì gli occhi.
Il suo corpo era pesante.
Bruciava, agonizzava, ed era pesante.
Perché era così pesante?
-Natsu...-.
Quelle parole uscirono spontanee dalle sue labbra.
Si rese conto solo allora di cosa era pesante.
-Natsu!-.
Si rialzò di scatto, incredula, confusa, e con un senso di terrore in gola, tenendo stretto il corpo del compagno.
-Natsu! Natsu!- Lo scosse, ma lui non rispose.
-No... no...-.
Lo distese a terra, continuando a chiamarlo e a scuoterlo.
-Natsu! Natsu! Avanti, rialzati! Rial...-.
Poi le vide, il suo corpo ne era pieno, il suo corpo... oddio... il suo corpo... il suo corpo era a pezzi... era lacerato da ferite così... così rosse... e così profonde... così profonde! Perché, perché, perché c'era tutto quel sangue???
E capì.
Natsu era sopra di lei quando si era risvegliata, e lei era praticamente incolume.
-Mi hai protetta... mi hai protetta, non è vero Natsu? Lo fai sempre, non è vero?-.
Le venne da ridere, perché era così ridicolo, ma anche da piangere, perché era così ridicolo.
-Che-che razza di stupido! Perché pensi sempre agli altri? Perché non pensi mai a te stesso? Per-perché???-.
Scoppiò in singhiozzi, poi scosse la testa.
-No, non puoi farmi questo!- Prese la sua testa tra le mani, accarezzando le sue guance sporche e piangendo sulle sue palpebre chiuse e fredde, e lui era freddo, e non era mai stato così freddo.
-Dobbiamo tornare alla gilda! Avanti, stupido, rialzati, torniamo a casa! Torniamo a casa insieme!-.
La voce le mancò di nuovo, ma non smise di parlargli, non poteva lasciarlo andare via.
-Torniamoci insieme...torniamoci...torniamoci...insieme...- ripeté quella parola più volte, insieme, insieme, insieme, iniziava a capire solo ora quanto voleva stare con lui, solo ora che lo stava per perdere.
Appoggiò la fronte sulla sua, cercando il suo respiro, cercando il minimo segno che fosse ancora vivo, che non l'avesse lasciata sola.
-No... no...-.
Strinse gli occhi, incapace di vederlo ancora in quello stato.
Tante volte era caduto, tante volte si era rialzato, perché questa volta non era così???
-Natsu...Natsu...Na...tsu...-.
Ogni volta, ogni volta che l'aveva chiamato, ogni volta le aveva risposto, ogni volta era corso da lei, ora non chiedeva questo, ora voleva solo che si rialzasse, voleva solo che gli rispondesse, voleva solo che riaprisse gli occhi, solo quello, solo che riaprisse gli occhi.
-Riapri gli occhi...solo questo...riapri gli occhi...e torniamo a casa...riapri gli occhi...Natsu...gli occhi...riaprili...torniamo...a casa...insieme...Natsu...insieme...N-.
Una mano forte la prese per le spalle e la sollevò, trascinandola via dal ragazzo.
-No! No! Lasciami! Lasciami!!!- Graffiò il terreno, sbracciò, urlò, si oppose in ogni modo, ma lui era sempre più lontano e irraggiungibile, perché non riusciva a raggiungerlo???
-Lasciami andare! Ti prego! Lasciami! Fammi tornare da lui! Fammi tornare da lui!!!-.
-NATSU!!!-.
Lucy si svegliò di soprassalto, sentendo male al cuore.
Respirò profondamente, massaggiandosi il petto e tentando di non far uscire le lacrime.
Era solo un sogno... era solo un sogno... solo un incubo...”.
Ma per quanto ancora lo sarebbe stato? Domani, domani che avrebbero combattuto contro Zeref, come poteva non pensare che sarebbe potuta finire così?
-Mmm... Lucy...-.
Natsu si girò nel letto, ora la guardava, ma lei gli dava le spalle.
Si era addormentata con lui, sentiva il bisogno di avere qualcuno a fianco, sperava che potesse allontanare le sue paure per quella notte; invece sembrava solo averle aumentate.
-Scusa se ti ho svegliato.- Gli disse.
-Stai bene?-.
Lucy annuì, poi non le riuscì più, già la gola le bruciava.
-Scu...scusa... ho solo... solo fatto un incubo...-.
Sussultò, Natsu l'aveva presa per i fianchi e aveva appoggiato la testa sulla sua schiena.
-Natsu?-.
Il ragazzo non le rispose, e Lucy capì che si era riaddormentato.
Eppure era bastato quello: quel semplice gesto, quella sensazione di contatto, anche se solo per qualche istante, aveva fatto sparire le sue paure, era come se sapesse che sarebbe andato tutto bene, come se sapesse che Natsu avrebbe vinto, così come le altre volte.
Come se non avesse mai fatto quell'incubo.



-Allora?-.
-Allora cosa?-.
Kinana sospirò.
-Parlo dei capelli biondi-kina.-.
-Ah! Mi donano, nevvero, madamigella Kinana?-.
La ragazza mugugnò spazientita, poi si schiarì la voce e gli fece l'occhio dolce.
-Sai, io odio i demoni, e non vorrei che tu tentassi di tradirmi...-.
Come previsto, Dan ci cascò in pieno.
-Mia signora, non la tradirei nemmeno se me lo chiedesse lei in persona!-.
Perché diavolo dovrei... argh!”.
-Allora... ecco... mi chiedevo perché tu fossi... n-on che mi metta in soggezione, s-sia chiaro-kina...-.
L'ultima parte, detta volutamente con tono di inferiorità, lo colpì nel segno.
-Invero successe qualche mese fa! Stavo lottando strenuamente al fianco dei miei compagni per la gloria dell'umanità, quand'ecco che, quando l'agognata vittoria sembrava essere stata raggiunta, un demone fellone mi attaccò alle spalle!-.
-E ti stese e ti rapì, giusto?-.
-No, affatto. Mi voltai e lo uccisi, ma nel gioire inciampai su un sasso e svenni, poi fui catturato a tradimento dagli altri demoni; ma ecco che mi risvegliai e mi liberai dalle catene, ingaggiando battaglia.-.
-Fammi indovinare: fosti sconfitto-kina.-.
-Proprio no. Vinsi e scappai, ma sbagliai strada e finii accidentalmente nel covo dei nemici, dove fui ahimè rapito e sottoposto a ignobili esperimenti.-.
-Oh, povero cavaliere...-.
-Nevvero? Mi misero in una strana vasca idromassaggio senza le bolle per giorni e giorni, iniettando nel mio corpo temprato una strana sostanza che sospetto fosse alcool...-.
-No, secondo me era succo di limone. Poi?-.
-Ah! Storia interessante! A un certo punto iniziai ad avere freddo, sa, madamigella, l'acqua era umidiccia, e decisi di uscire, poi, così come suol fare un cavaliere in difficoltà, mi diedi alla fuga.-.
-Immagino riuscisti a seminarli.-.
-Non esattamente, anzi, stavano per raggiungermi, ma inciampai su un altro sasso; e così l'esercito di canaglie mi passò sopra e caddero nel burrone nel quale stavo per cadere io stesso. Così, rialzatomi, ripresi a scappare e tornai a casa, dove sfoggiai trionfante i miei nuovi capelli biondi, che purtroppo non furono ben accolti e mi costrinsero a nasconderli.-.
Kinana non capiva se era più stupido o più fortunato, il punto era che quel tizio poteva trasformarsi a suo piacimento e aveva mantenuto quel briciolo di cervello che aveva già da prima, ma come diav
-Non è difficile.-.
Kinana trasalì.
-C-Come-kina?-.
-Mia dama, lei si starà chiedendo come riesco a sopportare codesto fardello, giusto?-.
Lei non rispose, non si aspettava l'ennesimo cambio di tono; d'altra parte, era pur sempre un Cambiato...
Dan incrociò le braccia e sorrise.
-È la mia volontà! Una mente di ferro che mi permette di portare avanti il mio obbiettivo nonostante tutto!-.
Kinana aggrottò la fronte.
La volontà, eh?”.
-E quale sarebbe-kina?-.
-Seguire il codice del cavaliere e difendere i bisognosi!-.
-Già, lo immaginavo...-.
-E lei?-.
-Io?-.
-Certo, lei. Le sue azioni devono pur essere motivate da un grande obbiettivo, considerata la malvagità che palesa con esse.-.
Kinana si scurì in volto.
-Non è una motivazione adatta a un cavaliere, diciamo.-.
-Ah, quindi parla dell'odio.-.
Kinana abbozzò un sorriso con la punta delle labbra.
-Sei perspicace, Dan. Già, io voglio vendicarmi, anzi, voglio vendicare l'uomo che amavo. Quelle che tu chiami “azioni disumane”, per me sono solo un mezzo per arrivare al mio unico obbiettivo: uc...-.
-KINANA-SWAN MI HA CHIAMATO PER NOME!!!-.
Kinana ebbe un sobbalzo, Dan aveva di nuovo i cuoricini negli occhi e sembrava che il suo cervello (ammesso e non concesso che ce ne avesse uno) fosse partito per mete migliori.
Di tutto il discorso ha ascoltato solo quello... Ah, tra tutti gli alleati che potevo trovarmi...”.



DIDING DIDING DIDING
Ginger tastò la mano sul comodino e spense la sveglia; poi mugugnò per qualche minuto, ma alla fine si alzò.
Si stropicciò gli occhi e sbadigliò, poi si stiracchiò.
-Yawn! Buoooooooooongiorno Vietnam!!!- Urlò al finto specchio davanti a lei, ostentando per bene le sue nudità.
Bene, ora che poteva fare? Era indecisa tra “niente”, “niente” e “assolutamente niente”.
Che palle, da quando l'avevano rinchiusa lì dentro l'unica cosa che faceva era maledire chiunque le venisse in mente, la gallina dai capelli bianchi per prima.
Vabbeh, tanto valeva trovare un modo per fuggire; dunque, a parte il letto non c'era nulla, le avevano inibito i poteri e la tenevano d'occhio, quindi non sarebbe stato semplice; poteva fingere un malore, ma no, non ci sarebbero cascati, allora poteva fingere di dare di matto, però l'avrebbero sedata, e allora poteva mostrarla al vetro, una qualche reazione avrebbe sortito...
In quella la porta si aprì.
-Uh? E tu chi sei?-.
Squadrò la donna appena entrata: giovane, 21... no, forse anche 23 anni, capelli mori, lunghi fino alla spalla, con due trecce e due dango laterali, e col viso truccato tipo da... quelle prostitute giapponesi... da geisha, ecco, e per il resto era vestita con un lungo abito nero orientale e un paio di guanti bianchi.
Non le piaceva l'espressione maliziosa che aveva in viso, e sembrava anche molto forte per essere un'umana; però emanava un'aura strana, sembrava oscillare tra la luce e le tenebre, così decise di annusarla.
Trasalì, facendo un passo all'indietro.
-Che cosa sei-dechi?-.
Lei sorrise con aria compiaciuta, già le stava sulle palle.
-Il mio nome è Minerva Orland.- Disse con una voce profonda e altezzosa.
-Ti ho chiesto cosa sei!-.
Minerva sembrò godere della sua rabbia.
-Io sono esattamente quello che sei tu.-.
Lei ci mise un po' a capire.
-No... Non ti credo...-.
Minerva allora allargò le braccia e un vapore nero l'avvolse; quando si disperse, l'aspetto della donna era... cambiato. Letteralmente.
Un lungo mantello nero, dei guanti dello stesso colore, delle corna tra i capelli e una benda sull'occhio destro.
Non c'era alcun dubbio, era diventata un demone.
Poi tornò normale.
-Mi credi, ora?-.
Ginger le soffiò contro: -Che razza di magia stai usando-dechi? Nemmeno la Trasformazione può farci tornale normali!-.
Minerva alzò le labbra in un sorriso.
-Non è una trasformazione, anzi, non è nemmeno magia.-.
-E allora cos'è???-.
Aprì di nuovo le braccia.
-Controllo. Puro... e semplice... controllo.-.
-Controllo?- Ripeté Ginger.
-Ma non farmi ridere! Pensi che non abbia controllo di me stessa???-.
-Ti stai già irritando.- La riprese lei: -Non puoi controllare di te stessa se prima non controlli la tua rabbia. Ma io posso insegnarti a farlo, io posso insegnarti a tornare umana... almeno in parte.-.
-Oh??? E se io non volessi???-.
-Potrei anche costringerti, ma non ce n'è bisogno.-.
-Ah! E perché no-dechi?-.
-Tu hai già provato a tornare umana, non è vero?-.
Il ghigno di Ginger si spense in un attimo, d'un tratto le farneticazioni di quella donna non erano più divertenti nemmeno un poco.
Minerva alzò due dita.
-Quando hai detto “Nemmeno la Trasformazione può farci tornale totalmente normali”, mi hai svelato due cose: la prima è che consideri l'aspetto umano “normale”, la seconda è che sai con certezza che la Trasformazione non funziona, e questo è possibile solo se ci hai provato.-.
Ginger strinse i pugni.
-Cosa ti credi di essere??? Io ti brucio, io ti gelo, se non stai zitta, anzi, vattene!!!-.
-Vuoi che me ne vada? Va bene, allora ti faccio una proposta.-.
-Cioè???-.
-Colpiscimi.-.
Ginger alzò un sopracciglio.
-Se mi colpirai anche solo una volta, ti lascerò in pace; ma se non ci riuscirai, allora mi starai ad ascoltare.-.
Ginger si leccò le labbra.
-Con molto piacere-dechi!-.
Si gettò all'attacco, caricando un pugno, peccato solo non poterlo incendiare.
Mirò dritto al suo sorrisetto compiaciuto, sicura di fare centro; invece quella si scansò di lato, e l'attacco andò a vuoto.
Come se non se l'aspettasse! Fece perno con un piede e tentò di colpirla alla caviglia, ma Minerva la eluse con un salto.
Troppo facile, un bersaglio in volo! Para questo pugno, cretina!
PUC
Dechi???”.

Minerva si era piegata all'indietro mentre atterrava, e il colpo l'aveva appena sfiorata; non solo, ma si era rimessa dritta prima di atterrare e le aveva dato un buffetto sulla fronte.
Ginger rimase alibita, come diavolo era riuscita a fare quei movimenti???
Ma col cavolo che si arrendeva! Attaccò di nuovo, stavolta poggiando le mani a terra e usando un calcio volante.
Non ci riuscì, Minerva si abbassò e le diede un altro buffetto, quand'era ancora a testa ingiù.
-ARGH!!!-.
Non demordette.
Testata, calcio, pugno, buffetto, pugno, morso, ginocchio, buffetto, calcio, gomito, sputo, buffetto, buffetto, buffetto e ancora buffetto!!!
-MALEDIZIONE!!!-.
Fece una giravolta, fingendo di calciare all'indietro; invece estrasse la coda e la usò come frusta.
PAF
Minerva gliel'aveva afferrata al volo.
I...Impossibile! Come può avermi anticipato se ci ho pensato all'ultimo momento???”.
La donna diede una tirata e a Ginger si rizzarono i capelli.
-Eek!-.
-Molto interessante, dunque sei in grado di ritrarre la tua coda. E sei anche astuta, ne sono colpita.-.
-Mollami! Mollami subito la coda-dechi!!!-.
Minerva ridacchiò.
-Costringimi.-.
-Grrrrrrr...-.
Ginger rimase immobile, digrignando i denti ma senza reagire.
-Brava, ammettere la sconfitta è un p
PUM
Minerva aggrottò le sopracciglia.
-Ottimo tentativo.-.
Le torse la caviglia con la mano, facendola scricchiolare.
-Urr!-.
-Ammetti la sconfitta.-.
-Mai!-.
CRACK
-Ah! Va bene! Va bene! Mi arrendo! Mi arrendo!-.
Minerva la mollò e lei si girò, guardandola furibonda.
L'altra invece rise e le pose la mano.
-Avanti, vieni con me.-.
Ginger la squadrò diffidente, poi sbuffò.
Accidenti a te, Lisanna!”.



Lisanna si sgranchì il collo.
-Bene, iniziamo.-.
Yukino alzò le 12 chiavi, che si posizionarono fluttuando sui 12 cerchi del portale.
-Lisanna-sama, è pronta?-.
L'albina si guardò le mani, percependo la magia di Lucy scorrerle nelle vene.
Ora doveva trasformarsi in lei, e sapeva che non sarebbe stato facile.
Ma ci riuscì senza nemmeno troppe esitazioni.
Non sentì neanche un gran cambiamento, era alta più o meno come prima, si sentiva solo i capelli più lunghi e... ok, il seno più grosso.
Però ora avrebbe dovuto parlare, avrebbe dovuto sentire di nuovo la sua voce.
Vacillò per un po', poi trasse un respiro e lo fece.
-Apritevi, Dodici Portali dello Zodiaco!-.
Ebbe appena il tempo di pensare: “Quindi è così che si sente da dentro” che un raggio di luce circondò lei e Yukino, a cui era abbracciata, privandola rapidamente dell'energia magica.
Che... potenza... assurda!”.
Poi un KLENG metallico e cadde in ginocchio, riuscendo finalmente a parlare.
-Anf... anf... stai bene, Lisanna-sama?-.
Lisanna annuì.
-Si, e tu?-.
Yukino ammutolì e fece cenno di sì.
Giusto, era ancora nel corpo di Lucy.
Tornò subito normale e le mise una mano sulla spalla.
-Tutto bene?-.
Yukino annuì di nuovo, ma con viso sofferente, e Lisanna la aiutò a rimettersi in piedi.
Poi un bagliore la illuminò e Lisanna si sentì togliere altra energia.
-L'anima di Lu... di Gemini è scomparsa.-.
Le chiavi si depositarono sulla mano di Yukino.
-Chiudere il portale deve averla separata, immagino.-.
Già, peccato solo che il resto non potesse andarsene via allo stesso modo.
-Uff!-.
-Lisanna!- Yukino la afferrò al volo.
-Scusami, sono solo stanca.- Le disse lei.
-Stanca morta, a dirla tutta.-.
La ragazza le sorrise, e lei fece altrettanto.
Era passato solo un giorno dalla sera in cui si erano parlate, ma già stavano legando profondamente.
Che dire, ognuna ricordava all'altra sé stessa e Mira, ma non abbastanza da far male, non troppo almeno.
-Perciò... è finita?-.
Lisanna guardò il portale, non sembrava essere cambiato niente.
-Sì, ce l'avete fatta.-.
Le due ragazze si voltarono, Hisui era appena sopraggiunta, e di fianco a lei c'era...
-Flare!- L'albina si gettò tra le braccia dell'amica, lasciandola dopo qualche secondo.
-Come stai?-.
Flare, come al solito, abbassò il viso e arrossì.
-Bene, grazie.-.
-Perdonami se non sono venuta da te prima, ma ho dovuto...-.
-Non importa, Bianca, Giada-sama è stata molto gentile con me.-.
Hisui le accarezzò la spalla, poi le quattro uscirono.
Subito il rumore di spade che si incrociarono arrivò alle orecchie della ragazza, che si guardò intorno, fino ad individuare due persone che, al centro di uno spiazzo, lottavano scambiandosi affondi.
Uno era Freed mentre l'altra, in grado di tenergli testa e che anzi sembrava in leggero vantaggio, era una ragazza dai lunghi capelli castani, vestita di una giacca bianca a metà tra una divisa scolastica e una militare, dallo stile molto particolare, perché teneva la katana nel fodero.
Una tecnica inconfondibile, come lei d'altra parte.
Kagura Mikazuchi, ex stella di Mermaid Heel, forte quasi come Erza; anzi, era in grado di combatterla anche senza usare la magia, perché era un eccellente lottatrice e spadaccina.
Nel momento in cui li aveva visti erano bloccati a spade incrociate e Kagura stava vincendo, perché Freed stava lentamente portando indietro il bacino, segno di cedimento; da quel che sapeva Lisanna, i colpi di Kagura si basavano su forza e velocità, mentre quelli di Freed erano più equilibrati, perciò doveva essergli difficile resistere, ma se l'avesse fatto avrebbe recuperato il vantaggio.
Invece mollò la presa sulla spada e si scansò rapidamente di lato, mentre Kagura si sbilanciò in avanti; Freed provò un gancio, ma Kagura piantò la spada per terra e la usò come appoggio per tirargli una scarpata che lo colpì sulle nocche facendolo indietreggiare; allora si rialzò, spazzò un colpo con la spada e lo colpì al fianco.
O meglio, l'avrebbe colpito se lui non fosse riuscito a buttarsi all'indietro e a schivarlo; ma era pur sempre disarmato, e si trovò in balia dei colpi dell'avversaria, che lo costrinsero al suolo.
-Hanno fatto entrambi molti miglioramenti da quando sono qui.- Disse Hisui.
-Soprattutto Kagura-san.-.
Kagura aiutò Freed a rialzarsi, poi se ne andò senza dire nulla, così come Freed.
Nessuno dei due era mai stato un tipo socievole.
-Lisanna-san!-.
Lisanna alzò lo sguardo e vide correre verso di lei una giovane ragazza dai capelli azzurri, vestita con un cappotto autunnale e un colbacco.
-Juvia!- Lisanna la accolse nel suo abbraccio, stringendola a sé.
I suoi capelli erano bagnati, così come le sue guance e il resto del suo corpo; ma non le dispiaceva, anzi, sarebbe potuta rimanere lì ancora chissà quanto.
-Juvia! Che bello, vederti!-.
-Lisa-san! Juvia è così felice! Juvia non sapeva Lisanna era arrivata!-.
-Neanch'io mi aspettavo di trovarti qui!-.
Flare borbottò qualcosa.
-Uh?-.
-Rivale in amore...-.
-Eh???-.
Le due si separarono, ma Flare continuò a guardarla storta.
-Ehi! Perché guardi Juvia in questo modo?-.
Flare si comportava in modo stranissimo, era scura in volto e borbottava chissà cosa, sembrava proprio Juvia quando qualcuno importunava Gray.
Già, Gray, uno dei suoi più vecchi amici... e svanito nel nulla.
Neanche voleva pensare che quel mostro che aveva affrontato nella foresta poteva essere lui; ma da quanto tempo non si faceva più sentire? Dove poteva essere finito?
Chissà quanto stava soffrendo Juvia per questo... anche se non in quel momento, perché, cosa rarissima, stava pensando ad altro.
-Rivale in amore...-.
-Juvia non capisce cosa dici!-.
-Sparisci...-.
-Lisanna-san, aiuta Juvia!-.
Fortunatamente intervenne la principessa, che fece calmare Flare; in quei giorni doveva aver acquisito un certo ascendente sulla rossa, perché lei abbassò il capo e borbottò delle scuse.
Lisanna si grattò la nuca, scusandosi anche lei con Juvia, quando un paio di voci maschili la interruppero.
-Ohi-ohi, mi era sembrato di aver sentito un odore familiare...-.
-Già, anche i miei cuccioli l'avevano sentito!-.
Lisanna si voltò a occhi sgranati, non riuscendo a credere che fossero proprio loro.
E invece era così, davanti a lei ora c'erano un ragazzo dai lunghi capelli neri con molti piercing sul viso e un altro sospeso a qualche metro da terra circondato da cinque pupazzetti di legno, vestito con una specie di armatura medievale.
-Scusa, come hanno fatto ad annusarla se non hanno il naso?- Grugnì Gajeel.
Bickslow tirò fuori la lingua: -Ghuardha che posshono annushare le coshe anche mehglio di the!-.
-Annusare, annusare!- Fecero eco le bambole.
-Ah, è così?-.
-Ragazzi!- Li richiamò Lisanna.
I due si ricordarono finalmente della ragazza.
-Oh, giusto, come stai L...- Gajeel non finì la frase che lei gli saltò addosso e lo cinse in un abbraccio.
-E-Ehi! Che ti salta in mente!-.
-Ahah! Sei così morbido, Gajeel-kun!-.
-Morbido? Io sono il drago di ferro! Io sono tutto meno che morbido!-.
-Eheheh!- Bickslow si abbassò un poco e iniziò a canzonare l'altro.
-Il draho d'ahhaio ha il huore d'horo!-.
Lisanna si girò verso di lui e lo baciò sulla guancia.
-Sei sempre il solito, Bickslow-kun!-.
Bickslow arrossì e per poco non perse l'equilibrio, e Lisanna scoppiò a ridere.
Gajeel e Bickslow erano due dei suoi compagni che la divertivano di più, il primo perché si mostrava un duro ma in realtà era molto tenero e il secondo perché era imprevedibile come nessun altro.
-Rivali...-.
Lisanna si voltò, intimorita da quel tono di voce, e vide che attorno a Flare si era formata un'aura nera che aveva fatto allontanare le altre, e la fissava con due occhi assatanati.
-Ehi, Ju... no, volevo dire Flare, cerca di calmarti, ok? Oppure ti sbrano.-.
Quando si rese conto di quello che aveva detto sbiancò e si tappò la bocca.
No... no! Non posso averlo detto! Non posso anche solo averlo pensato!”.
Flare distolse il viso e mormorò: -V-Va bene, scusami Bianca...-.
Spaventata.
Era spaventata.
Per colpa sua.
-No, aspetta!- Si affrettò a dire lei: -Io non volevo dire...-.
TAP
Gajeel le mise una mano in testa e le arruffò i capelli.
-Ma dai, hai ancora quel vizio?-.
-Cosa... quale vi-
-Non shi credho! Thi shappa anhora quell'eshpresshione!- Intervenne Bickslow.
-Come? Ma di che state p-
-Pensavo che avessi smesso di fare così per dare enfasi alla frase! Te l'ho già detto: “Devi smetterla, oppure la gente ti fraintenderà”! Tu mi hai ascoltato? No!-.
-Non preoccuparti, ragazzina dall'orientamento strano!- Disse il secondo rivolto a Flare.
-Dice così solo alle persone a cui vuole bene, se si sente in imbarazzo! È un po' pazza!-.
-Pazza, pazza!-.
Flare arrossì.
-D-Davvero?-.
Lisanna boccheggiò, iniziando a capire solo ora di come la stavano salvando: -Ah... ehm... sì... certo, è così! Sì, a volte mi scappa!-.
-Ah, ok... Scusa se ho frainteso...-.
-Ma no, è colpa mia, che dici?-.
-Vabbeh, noi ce ne andiamo!- Gajeel e Bickslow si girarono e alzarono i tacchi.
-Ehi, aspettate, dove andate?- Lisanna non poteva permettere che se ne andassero senza averli almeno ringraziati; e invece alzarono una mano in segno di saluto e fecero finta di niente.
L'albina rimase con un palmo di naso, troppo imbarazzata per rivolgersi di nuovo verso Flare; ma, per fortuna, intervenne la principessa: -Flare, che ne dici se ti accompagno a fare un giro? Fino ad oggi sei rimasta chiusa in stanza, immagino vorrai sgranchirti ancora un po'.-.
Flare non parlò per un po', Lisanna incrociò le dita; poi, all'ultimo, disse mestamente: -Va bene, allora ci vediamo dopo Bianca...-.
-A-Ah, certo!- Rispose lei senza riuscire a guardarla: -Ci vediamo dopo, sì!-.
Quando si furono allontanate, Yukino e Juvia la raggiunsero.
-Lisanna-san, stai bene?-.
-In realtà... scusatemi, ma non ne voglio parlare...-.
Juvia e Yukino la guardarono dispiaciute, mentre lei non riusciva nemmeno a rialzare la testa.
-Senti, Juvia.- Disse per cambiare discorso: -Ho visto Freed e Bickslow; Evergreen invece dov'è?-.
La parte cinica della sua mente già si pentiva di averlo chiesto, in attesa di una brutta notizia; invece Juvia le mise una mano sulla spalla e le rispose sorridendo.
-Ah, Ever-san è qui, e sta bene! Anzi, più che bene!-.
Lisanna aggrottò le sopracciglia.
-In che senso?-.
-Beh, ti sembrerà incredibile, ma lei è...-.



Un fallimento.
Non capiva dove aveva sbagliato, ma il suo piano era stato un fallimento.
Non diceva di essere bravo nel capire le emozioni umane, non lo era mai stato, ma con il Link attivo avrebbe dovuto essere un libro aperto per lui.
-Perché ti ostini a non capire, Natsu?-.
-Questo sono io che dovrei chiederlo a te!- Replicò lui.
Aveva provato di tutto: prima semplici parole, poi pensieri, poi emozioni e poi ricordi addirittura, ma lei era rimasta irremovibile.
-Come fai a essere ancora convinta di aver ragione?-.
Meldy si mise una mano al cuore.
-È questa convinzione che mi tiene in vita, Natsu. Che tu sia ancora buono, che ci sia ancora qualcosa di umano in te.-.
-Ti ho già spiegato che c'è! C'è eccome!-.
-E allora com'è possibile che tu faccia tutto questo?-.
-Perché io sono un demone! Anzi, io sono il Re degli Etherias! Io seguo il mio istinto prima di tutto!-.
-Il Natsu che conosco io non faceva così! Se davvero sei anche lui, dovresti saperlo meglio di me!-.
-Ma che dici? Anche da umano, lui... cioè, io, agivo seguendo l'istinto!-.
Meldy strinse i pugni.
-Non se questo feriva i tuoi amici! Non se faceva del male a chi non se lo meritava!-.
-Tu non ci arrivi proprio! I miei unici amici ora sono i miei compagni demoni!-.
-Allora questa è la prova che tu non sei Natsu! Perché se tu lo fossi non ti dimenticheresti di noi!-.
Natsu digrignò i denti, era stufo di ripeterlo.
-Io non me ne sono dimenticato! Io l'ho solo messo in secondo piano!-.
Ecco le parole che lei stava aspettando, perché a quelle si infervorò più che mai.
-Una cosa del genere non si può mettere in secondo piano! Come puoi anche solo pensarlo? Non è un semplice dato, non è solo un'informazione, è un sentimento, un intero sentimento, capisci, è quello che ti rende un essere umano! L'amore, Natsu, l'amore per i tuoi compagni! Tu non puoi semplicemente accantonarlo come se nulla fosse!-.
-Io ho dovuto farlo! Io ho dovuto, io non volevo ma ho dovuto farlo!- E.N.D. si bloccò per qualche secondo, non l'aveva mai ammesso neanche a sé stesso.
-Se io avessi continuato ad amare i miei compagni... se io l'avessi fatto... come avrei potuto amare anche i demoni? Come avrei potuto proteggerli?-.
-Natsu ci sarebbe riuscito! Natsu li avrebbe protetti tutti! Natsu li avrebbe amati tutti! Perché ti riesce così difficile credere che umani ed Etherias non possano andare d'accordo?-.
-Perché... perché...- Il demone non sapeva neanche da dove cominciare.
-...perché si odiano a vicenda! I demoni sono fatti per distruggere gli umani, e gli umani... per non essere distrutti! È impossibile che possano andare anche solo d'accordo, figuriamoci vivere insieme!-.
-Come fai a dire che è impossibile se non ci hai nemmeno provato??? E poi...- Meldy ammutolì, abbassò le spalle e il suo tono si fece dolce, era come diventata più... morbida.
-Hai davvero così poca fiducia in noi? E anche in quelli che tu chiami ora compagni?-.
-Non pensi che potremmo... che potremmo superare noi stessi?-.
E.N.D. trasalì, la sua bocca come il suo animo erano privi di una risposta.
-Io lo so com'eri prima, E.N.D.. Prima tu eri un mostro che distruggeva tutto e tutti, che fossero Etherias, umani o chiunque altro, tu li distruggevi e basta; guardati adesso, invece! Guarda come ti comporti con gli altri demoni, e come cerchi di portare anche gli umani dalla tua parte! Tu stesso sei la prova che non si può rimanere vincolati alle proprie origini, tu stesso, Natsu!-.
Si sentì vacillare, rodere dal dubbio di aver commesso un fatale errore.
Superare noi stessi... e se fosse... possibile... se lei... avesse ragione... se io stessi sbagliando... ma no... il fatto... sì, il fatto che sono cambiato... è la prova che io... che io sono ancora Natsu... altrimenti come potrei essere... ciò che sono ora? Già, certo, è solo grazie a lui! È grazie a lui che... è cambiato come vedevo gli altri demoni... ma non ha senso... Natsu era un umano, e amava gli umani... non i demoni... anzi, lui li odiava... e anche E.N.D. li odiava... ma allora se io dovessi amare qualcuno... dovrebbero essere gli umani... se fossi ancora Natsu dovrei amarli... ma io amo i demoni... e odio gli umani... ma allora... io chi... chi dovrei essere... chi sono io... che cosa sono... che cosa sto facendo...”.
La voce di Meldy arrivò tenera come quella di un angelo.
-Sei confuso... lo sento, lo sento che sei confuso... e che hai paura... hai paura di sbagliare... hai paura che tutto quello che hai fatto non abbia alcun senso... e hai paura di rimanere solo... hai paura che nessuno riuscirà a perdonarti... ma non devi averne... se ti guardi attorno, puoi già vedere... sì, sono sicura che puoi già vederle, tutte queste mani che sono tese solo per te! Afferrale, Natsu, non aspettano solo altro!-.
Mani? Afferrarle? No!
No!!! No!!! Io... Io... Io non so più... non so più cosa fare!!! Io non so... io non so... che cosa diavolo sono???”.
E.N.D. strabuzzò gli occhi, si strinse le mani tra i capelli, digrignò i denti, urlò.
Che cosa sto facendo??? Che cosa posso fare adesso??? Io non voglio rimanere... non voglio rimanere solo!!! Io non... io non... non...”.
-Natsu, prendi la mia mano.- La voce di Meldy si era fatta vicina, doveva essere davanti a lei, eppure non riusciva nemmeno a guardarla.
Com'è possibile che voglia aiutarmi dopo quello che le ho fatto??? No, com'è possibile che qualcuno voglia ancora aiutarmi dopo tutto quello che ho fatto? Come posso pensare... come posso anche solo sperare che... io... io...”.
-Natsu.-.
Il suo cuore si fermò.
Lu...cy?”.
-Natsu, prendi la mia mano.-.
E.N.D. alzò la testa di scatto.
Il palmo della ragazza era teso davanti a lui, ma Lucy non c'era, lei non era Lucy, eppure il suo sguardo, i suoi occhi, il suo sorriso, la sua mano... la sua voce...
Non si accorse nemmeno di stare alzando il braccio, non si accorse nemmeno delle lacrime che gli stavano salendo agli occhi.
Le sue dita sfiorarono quelle incorporee della donna, che iniziarono a chiudersi sulle sue.
Io... io...”.
-No.-.
No.
Di una cosa si era accorto, aveva cambiato idea troppo in fretta.
Ritrasse subito la mano e si rialzò in piedi.
-Natsu, cosa stai...-.
-E.N.D.- La corresse lui.
-Il mio nome è E.N.D, non Natsu Dragneel.-.
-Aspetta, calmati N...-.
-Tu, umana, sei un gradino sotto lo sterco, perciò non sei nemmeno degna di guardarmi in faccia. Sparisci.-.
Non seppe bene come, ma riuscì a farla cadere giù dalle scale, o meglio, a spingerla.
Non era importante, non la interessava più neanche un po'.
-Devi esserti... non so come... infilata ancora nella mia testa.-.
-No, no, ti giuro che non è così, io non ho zzz zzz zzzzzzz
Un fastidioso ronzio, ecco quello che sentiva.
-Sai, stavi quasi per fregarmi. Mi hai quasi... convinto... che io ho... bisogno di voi sudici umani...- Si nascose il volto con una mano, solo pensare simili stronzate lo faceva ridere.
-Che io... dovrei... sperare nel vostro perdono... e... eheheh... che dovrei tradire la mia natura...-.
-No, io questo non l'ho mai detto, io non-.
E.N.D. si piegò in avanti, sganasciandosi dalle risate.
-Come se potessimo convivere insieme! Ahahah! Che colossale cazzata!-.
-No, no, non dire così! C'eravamo quasi, Natsu, eri quasi...-.
L'Etherious aprì due dita e la spiò con un occhio spalancato.
-Stai zitta.-.
Meldy ammutolì, boccheggiò e arretrò.
-Inginocchiati.-.
Tremando, lei obbedì.
-Cosa... cosa mi stai facendo...-.
-È davvero sorprendete... come voi insetti... siate così difficili da uccidere... siete come...-.
-...“un'infestazione nel mio giardino”, già.-.
-N...Natsu...-.
-Sdraiati.-.
Gli obbedì.
E.N.D. sogghignò, ecco il posto che le spettava: ai suoi piedi, strisciante.
-Tuttavia c'è una cosa in cui devo darti ragione: non sta bene che “ami” i demoni, non l'ho mai fatto, quindi non dovrei farlo nemmeno ora. Eh sì, mi sono ammorbidito, e uno come me non dovrebbe essere così debole...-.
-N-No, non è così, credimi, non è debolezza!-.
-Oh, sì invece, lo è eccome.-.
Iniziò a scendere la scalinata, avvicinandosi allo scarafaggio rosa.
A cinque gradini da lei, si fermò.
-Ti do cinque secondi per sparire.-.
-T-Ti prego, ti prego, non fare così!!!-.
Adorava il suo tono supplicante, peccato doverlo cancellare insieme a lei.
-Uno.-.
Primo scalino.
-Non deve finire in questo modo!-.
-Due.-.
Secondo scalino.
-So che hai paura, m-
-Cinque!-.
Le balzò addosso, schiacciandola con un piede, lasciando una macchia incendiata nel pavimento.
-Eheheh... ahahah!- Alzò il viso al cielo, scoppiando in sonore risa di gioia, nemmeno sapeva per cosa ma di una cosa era sicuro.
Si stava divertendo un mondo.
Continuò per qualche minuto, poi si calmò, rimanendo a fissare il soffitto nero.
-Keh!-.
Abbassò il viso, assaporando un ghigno che non aveva più da tempo.
-Bene, ricominciamo da capo!-.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Fairy Tail / Vai alla pagina dell'autore: Jashin99