Anime & Manga > Ao no exorcist
Segui la storia  |       
Autore: MAFU    29/11/2016    1 recensioni
[Lilith x Amaimon] - [Lilith x Mephisto] - [Lamia x Yukio]
“Yukio , non vedo niente …” Si lamentò Rin che mentre seguiva Yukio come un ombra avanzava nell’oscurità del corridoio. Le vecchie e malconce travi di legno del pavimento polveroso scricchiolavano ad ogni loro passo riecheggiando nel silenzio più tetro.[...] Dalla parte opposta del corridoio, a passo fiero, Mephisto camminava con disinvoltura nell’oscurità. Passando accanto ad una delle massicce porte delle stanze del dormitorio si fermò sentendo un rumore sospetto. Un rumore di acqua corrente aveva attirato la su attenzione. “Qui c’è qualcosa che puzza …” Pensò rimanendo in ascolto finché lo scrosciare non cessò. A quanto pare quella era la porta di uno dei bagni. “ Mhm .. qui c’è davvero qualcuno ..” Afferrò con decisione la maniglia di ottone e con uno strattone spalancò la porta.
Lilith e Lamia sono sorelle. Tutto lascia pensare che in passato abbiano avuto a che fare con Mephisto...ma la loro vera natura fatica ad essere tenuta a bada...
(!!!)Ci sono espliciti riferimenti al manga(!!!)
Genere: Comico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amaimon, Mephisto Pheles, Un po' tutti, Yukio Okumura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAP 25

A Kyoto era calata di nuovo la notte. Dopo aver assistito a quello spiacevole episodio ambiguo, a Lilith era passata la voglia di cercare Yukio. Capitando per caso di fronte alla stanza comune da cui lei e la sorella erano partite, arrestò il passo. “Beh, che fai? Non dovevamo trovare Yukio?” “Pensaci da sola… Io gli parlerò domani.” Mormorò posando una mano sulla porta, “Io credo che andrò a farmi un bagno.” Aggiunse deglutendo. “Andiamo, non dirmi che ci sei rimasta male?” “Non so a cosa tu ti riferisca.” Rispose la ragazza entrando in stanza. Alcuni degli altri ragazzi si erano svegliati dopo quasi dodici ore di sonno ristoratore. I loro letti vuoti attirarono l’attenzione di Lilith che però filò come se niente fosse al suo giaciglio per recuperare i suoi oggetti personali. “Ma guarda te.” Lamia, rimasta fuori alzò gli occhi al cielo. “Meglio così, più privacy per noi…” alzò le spalle girando i tacchi. Il suo stomaco brontolante le fece rivivere un déjà-vu ma scossando la testa cercò di scacciarlo. “Lilith, hey.” La ragazza sentì un bisbiglio provenire da uno dei letti. Si voltò sulla soglia con in braccio i suoi indumenti e vide che Shima era sveglio e la stava osservando nella penombra. “Ciao…” mormorò avvicinandosi timorosa. “Avanti, avvicinati. Sono contento che tu stia bene.” Il ragazzo sporse un braccio dalla coperta invitandola ad accorciare le distanze. “Sai, io e Koneko abbiamo cercato te e Lamia per tutta la notte.” disse con un mezzo sorriso e Lilith sussultò impercettibilmente tornando a posare i vestiti sul suo futon inginocchiandosi. “Che fine avevate fatto?” chiese infine il ragazzo assottigliando gli occhi.
Lamia era arrivata nella hall del Toraya. Aveva incrociato Rin per i corridoi e vedendolo con in mano una lattina di succo di frutta le era venuta una sete pazzesca. Non che prima già non l’avesse. Ignorandolo magistralmente gli era passata accanto in cerca di suo fratello. Si erano giusto salutati e anche da parte di Rin sembrava esserci una certa remora nell’avere rapporti amichevoli con lei. D'altronde a Lamia non interessava stringere rapporti con nessuno se non con il suo partner servente. Come mise piede nella stanza andò dritta davanti alle macchinette con gli occhi a mezz’asta, ignorando ogni altra cosa. Le era stranamente venuta voglia di provare una delle tante bibite umane. Ma non lo avrebbe mai ammesso con Lilith. Si fermò davanti al distributore con le meni sui fianchi e osservò le lattine scintillare al neon. Piccole goccioline di condensa ricoprivano la loro superficie liscia e percepiva il fresco del frigorifero di quella macchina misteriosa. Esaminò i tasti a lato del vetro alzando un sopracciglio. “Come cavolo devo fare per avere uno di sti affari?” chiese a se stessa senza rendersi conto di star parlando da sola. Grattandosi una guancia premette bottoni a caso ma non successe niente. “Mi prendi per il culo?” si stava irritando. “Ho sete, maledizione!” schiacciò i pulsanti con più vigore. “Stupido… Affare…” insistette fino a far andare la macchinetta in errore. “Introdurre… Monete?” si fermò attonita leggendo la scritta che comparve sullo schermo. “Cioè, devo pure pagare per bere sta merda?” tirò su col naso infastidita. “Che idiozia.” Tirò un colpo al vetro facendo traballare la macchinetta. “Quanti francesismi…” Qualcosa mugugnò alle sue spalle e la donna si voltò di scatto verso le poltrone della hall. Su una di quelle giaceva niente popò di meno che Yukio, collassato per non aver dormito la bellezza di due giorni di seguito. Il fracasso aveva disturbato lievemente il suo sonno ma non si era svegliato, in coma com’era. Stava parlando nel mondo dei sogni. “Yukio.” Sussurrò Lamia alzando le sopracciglia sorpresa. Non si era nemmeno accorta della sua presenza e non era da lei. Si leccò le labbra. “Lui è gratis.” Sogghignò.
“Dove eravamo?” Lilith ripeté la domanda per guadagnare il tempo utile a pensare a una risposta intelligente.  Shima annuì a rapidi scatti fissandola curioso, “Dunque…” la ragazzina distolse lo sguardo prendendo fiato, “Non saprei.” Fece spallucce. Il ragazzo spalancò gli occhi interdetto. “Sai, c’era talmente tanto caos che non saprei dirtelo di preciso. So solo che stavo cercando di non morire.” Ridacchiò alzandosi in piedi con i suoi vestiti stretti al petto. Rapidamente raggiunse l’uscio, “Ora se non ti dispiace, vado a rifocillarmi.” Congedò Shima rimasto senza parole sparendo nella luce gialla del corridoio. Il giovane si morse un labbro continuando a guardare in direzione dello spiraglio di luce. “Capisco…” guardandosi intorno prese il suo cellulare cominciando a digitare qualcosa sulla tastiera probabilmente per distrarsi. Lilith camminava a larghi passi verso i bagni. Non si spiegava il motivo ma quella breve chiacchierata l’aveva fatta agitare. Uscì in giardino per prendere una scorciatoia ma alzando gli occhi al cielo rimase incantata dal panorama. Le nuvole della sera prima erano sparite ed erano tornate le sue amate stelle. Posò i vestiti su un sasso e si sedette accanto col naso all’insù, tenendo stretto lo spacco dello Yukata con una mano. Si sentì improvvisamente meglio.
Lamia si avvicinò alla poltrona di Yukio ancheggiando sinuosa. Senza dire nulla si fermò davanti al ragazzo addormentato guardandolo fisso. Osservò quel suo viso angelico a lungo, perdendo la cognizione del tempo. Sembrava così beato, non lo aveva mai visto in quel modo e un po’ ne fu sorpresa. Mordendosi un labbro piegò il busto avvicinando il naso a quello del ragazzo. Respirò a pieni polmoni il suo profumo e la tentazione di morderlo fu forte. Eppure non riusciva a farlo trovandoselo davanti tanto indifeso. Non c’era nessuno ed era l’occasione perfetta. Socchiuse gli occhi respirando intensamente l’odore fresco di Yukio per la seconda volta, spostandosi nella zona del collo. Con la coda dell’occhio controllò di nuovo che non arrivasse qualcuno di scomodo, poi passò all’attacco. Ma contrariamente a ogni previsione si avvicinò con grazia a una delle sue guance baciandolo delicatamente. “Sogni d’oro…” mormorò allontanandosi lentamente.
Lilith si sentì osservata. Abbassò lo sguardo sul giardino ma non vi era anima viva. Solo lucciole e grilli. Si voltò di scatto per guardarsi le spalle ma tutto taceva. Fece una faccia strana e tornò a guardare il cielo, anche se la sensazione di essere osservata non passava. Sbattendo rapidamente le palpebre si trovò di nuovo a pensare a Mephisto e Shura soli in quella stanza. Scossando la testa scacciò quell’immagine raccapricciante convincendosi che doveva essersi trattato di un semplice equivoco. Chissà se però lui era rimasto ancora al Toraya?
 
“Buon giorno ragazzi, coraggio in piedi!” Shura fece irruzione al mattino nella camerata dove gli studenti avevano riposato per un intero giorno. Dopo quella lotta era stata dura riprendersi. C’era addirittura chi come Shiemi era riuscito a dormire per tutto il tempo. “Avanti, non volevate fare un po’ i turisti in giro per Kyoto? Chi dorme non piglia pesci!” urlò in una sottospecie di megafono fatto con la carta svegliando i poveretti in malo modo. “Io quella l’ammazzo. Giuro.” Lamia digrignando i denti sgranò gli occhi al soffitto pervasa dai soliti tic nervosi dovuti all’improvvisa luce solare. “Lamia, calmati…” gemette Lilith col medesimo sguardo allucinato della sorella. Erano andate a dormire piuttosto tardi la sera prima. Dopo aver dormito un intero giorno non erano per nulla stanche allora. Pessima idea. “Ragazzi! Siamo a Kyoto!!” Rin si tirò su a sedere sul futon sbalzando via le coperte alzando i pugni al cielo. “Ci siamo da quattro giorni ormai…” sbadigliò Shima esasperato. “Buongiorno!” Shiemi si era finalmente svegliata, fresca come una rosa. Izumo la guardò di sottecchi appena sveglia. “Voglio morire.” Sospirò Lamia piantando le unghie nel materasso. I ragazzi si prepararono per uscire e andarono a fare colazione in massa, chiacchierando animatamente. La vittoria li aveva messi tutti chi più e chi meno di buon umore. “Allora, dopo mangiato troviamoci tutti all’entrata, d’accordo?” disse Koneko prendendo un vassoio per la colazione, “Andata.” Rispose Shima superandolo flemmatico. “Dobbiamo andare anche noi?” bisbigliò Lamia all’orecchio di Lilith. Le due erano state trascinate nel gruppo quasi a forza e non sapevano come uscirne. La sorella si voltò verso di lei guardandola con gli occhi che brillavano. “Non dirmelo. Vuoi davvero fare la turista.” La donna alzò un sopracciglio sbuffando incredula, “Ecco…” Lilith guardò altrove arrossendo. “Lamia, Lilith!” Rin si avvicinò alle sorella sventolando la sua famosa guida, “Avete qualche posto in mente che vi piacerebbe visitare?”. Prima che potessero rispondere, Yukio entrò nella mensa guardando il gruppetto di sfuggita. Lamia gli rivolse uno sguardo prolungato e Rin accorgendosene si voltò verso il fratello. “Yukio!” lo chiamò sbracciandosi. “Rin…” il ragazzo gli fece un cenno e prese un vassoio raccattando anche una ciotola di riso e della zuppa di miso. “Oi, non è che verresti anche tu a fare un giro della città?” l’altro gli andò in contro abbandonando momentaneamente le sorelle Evangeline. Lilith sbirciò con la coda dell’occhio Lamia e la vide fissare il professore con un velo di prepotenza. “Ecco…” Yukio alzò lo sguardo intercettando quello della donna e lo distolse velocemente tornando alla sua colazione. Sollevò il vassoio avanzando verso i tavoli. “Devo vedere come sono messo col lavoro.” Disse distratto andando a cercare un posto dove consumare il suo pasto, “Ti saprò dire.” Aggiunse secco lasciando indietro il fratello. “Va bene… Capito.” Sembrò un po’ deluso. “Sentite, ragazze!” tornò pimpante rivolgendosi alle due malcapitate, “Allora, vi è venuto in mente niente?”. Mentre le ragazze pensavano a cosa rispondere, Izumo dal tavolo le fissava masticando in silenzio.
Gli studenti si trovarono dove stabilito pronti per il giro turistico. Le sorelle Evangeline furono le ultime a raggiungere il posto, solo perché Lilith aveva perso tempo a pettinarsi i capelli. Voleva domarli per una volta tanto. Ma non era servito a molto. “Scusate il ritardo…” mormorò affiancando gli altri. “Ci siamo tutti?” saltò su Shiemi per fare la conta. Contò otto teste, no! Nove. “Yukio! Lo sapevo che saresti stato dei nostri!” Rin si sbracciò verso il fratello in arrivo, finalmente vestito come un ragazzo normale senza la divisa da esorcista. A Lamia scintillarono gli occhiali. “Sì…” rispose il ragazzo serio, “A quanto pare era richiesto un supervisore.” “La tettona non viene?” domandò Rin, “No. Shura aveva altro da fare.” Rispose l’altro sistemandosi gli occhiali onde a evitare lo sguardo di Lamia. “Oh, ma che peccato…” bisbigliò quest’ultima posando una mano sul fianco. “Bene allora, qual è la prima tappa?” Yukio prese di mano la guida a Rin leggendo l’elenco evidenziato dai ragazzi. Le mani gli avevano ricominciato a tremare. Era al quinto giorno dal bacio e cominciava a risentirne. Lamia questo lo sapeva bene ma non fece una piega. Si limitava a fissarlo, soddisfatta più che mai per avere l’occasione di stargli così ravvicinata. Stuzzicarlo la divertiva, anche perché fino ad allora era stato l’unico a desisterle così insistentemente. Si leccò le labbra mentre lo guardava fare piani coi suoi compagni di classe. Lilith invece fece una faccia strana. Aveva ancora un discorso in sospeso da fare con lui dalla sera prima.
 
“Stupendo! Ma è davvero tutto d’oro!” Lilith corse dalla staccionata in riva al lago per ammirare il Kinkaku-ji, famoso per essere un tempio ricoperto d’oro vero. “Calmati, riccioli d’oro. Non vorrai mica scodinzolare…” le sussurrò la sorella ad un orecchio sogghignando. “Lamia!” la ragazzina posò i piedi a terra ricomponendosi rossa in volto. Le scocciava venir ripresa dalla sorella. “Oi, Shima… Che c’è?” Ryuji si avvicinò all’amico risvegliandolo come da un coma. Era rimasto a fissare un punto lontano in direzione delle ragazze col telefono in mano. “Bon… Oi…” sbattè le palpebre più volte, “Ragazzi, non è che ci potete fare una foto?” Shiemi prendendo per mano Izumo si avvicinò a loro saltellando e dette a Shima la sua fotocamera, “Hey, lasciami! Non la voglio una foto con te!” protestò Kamiki rossa come un peperone. “Preferiresti una foto con me?” il ragazzo s’indicò la punta del naso sorridendo sornione rimettendo il cellulare in tasca. “Giammai!” la ragazza incrociò le braccia stizzita. “Oh…” Renzou fece spallucce noncurante, “E con Bon, invece?” mosse le sopracciglia sorridendo ammiccante. “Ma scherziamo!?” I due chiamati in causa risposero all’unisono arrossendo di rabbia. Mentre il gruppetto schiamazzava, con il povero Koneko di nuovo messo in disparte dalla confusione, Rin aveva trascinato Yukio dalla staccionata col telefonino sfoderato. “Dai, facciamoci una foto!” “Rin…” sospirò il fratello esasperato. Fece un paio di autoscatti mossi prima che Yukio riuscisse a liberarsi dalla presa tutto spettinato. “Santo cielo…” recuperò la cartina studiandola di nuovo sistemandosi gli occhiali. “Yukio, fallo un sorriso ogni tanto!” Rin alzò il telefono in aria scattando l’ennesima foto a casaccio prendendo di striscio il fratello nell’inquadratura. “Che buffi questi umani…” commentò Lamia appoggiandosi allo steccato di schiena, “Si affannano tanto per fare foto ad edifici che sicuramente vivranno più di loro.” Alzò le sopracciglia osservando i fratelli Okumura alle prese con i selfie brutti. “A me affascinano un po’…” ammise Lilith socchiudendo la bocca di stupore. “Sono esseri così semplici.” Aggiunse con un mezzo sorriso. “Lilith, Lamia! Sorridete!” Rin puntò il cellulare verso di loro includendosi nella foto mossa. “Rifacciamo! Cheese!” questa volta ebbero il tempo di sorridere per quello scatto rubato. “Oh…” Lamia strizzò le labbra attonita, “Il figlio di Satana è proprio euforico oggi.”. Poi guardando Yukio così rigido e composto le sfuggì un ghigno provocante. “Vediamo di dargli una mano a ravvivare l’atmosfera…” “Che?” Lilith la guardò distratta andare verso i gemelli poco più in là accanto alla staccionata. “Andiamo, Rin… basta foto.” “L’ultima, l’ultima! Sorridi per davvero sta volta!” il fratello si preparò per l’ennesimo autoscatto tenendo alto il cellulare, “Dì cheese…” “Cheese.” Sibilò Lamia irrompendo nella foto col fiato sul collo del povero Yukio. Il ragazzo venne immortalato con una faccia terrificata oltre ogni immaginazione. Il suo grido da scolaretta arrivò fino alle orecchie di Izumo, ormai dall’altro lato del lago. Fiutando l’aria guardò in loro direzione con un punto interrogativo stampato in faccia. “Yukio?” Rin si voltò verso il fratello abbassando le braccia senza parole, “Scusate.” Disse l’altro sistemandosi gli occhiali sotto lo sghignazzare di Lamia, “Non dirmi che ti ho fatto così paura?” lo stuzzicò e lui la fulminò con la coda dell’occhio. Sapeva bene che il contatto con lei annullava ogni suo raziocinio. “Non ti ho mai visto urlare così!” si mise a ridere Rin a scoppio ritardato, “Sciogliti un po’!” gli batté una mano sulla spalla continuando a ridere. Lilith in piedi a una decina di metri da loro li guardava con un sopracciglio alzato.
La tappa seguente fu il tempio Inari, per volere di Kamiki. Lamia seguiva Yukio a debita distanza aspettando il momento più propizio per fargli perdere le staffe. Il ragazzo era in testa al gruppo coi pugni stretti. Sentiva gli occhi della succube puntati addosso. “Sapevo che sarebbe stata una pessima idea…” sibilò tra i denti. “Come? Hai detto qualcosa, Yuki?” Shiemi lo aveva sentito borbottare e si era avvicinata innocente, “No. Nulla.” La scialacquò il professore accelerando il passo. Lamia ridacchiò davanti alla misera reazione della ragazza, sull’orlo del pianto per essere stata così brutalmente messa da parte. Lilith era persa nei suoi pensieri in fondo alla fila. Guardava col naso per aria la serie interminabile di archi rosso vivo del sentiero per il tempio. Anche in quell’occasione, Rin non riuscì a trattenersi da fare foto. “Lilith, guarda qui!” disse andandole alle spalle col telefono alzato. Rubò uno scatto della ragazza voltatasi con un’espressione da ebete in volto. “Ah! Cancellala, non so che faccia ho fatto!” la ragazzina abbassò lo sguardo avvicinandosi al ragazzo per sbirciare il telefono tutta agitata. “Sei venuta benissimo, tranquilla!” ribatté lui tutto contento. “Non è giusto…” Shima si era voltato a guardarli con un muso da cane bastonato, “Anche io voglio una foto di Lilith!” disse saltellando sorridente avvicinandosi alla ragazza. “Eh, ecco… No.” Lilith scossò la testa premendo forte le labbra. Ne aveva avuto abbastanza e non poteva rischiare che qualcosa di sconveniente venisse immortalato su telefoni altrui. Per esempio la sua coda, nel malaugurato caso di un’angolatura sbagliata. “Dai… Ti prego, sei così carina…” Shima insistette guardandola facendo il finto imbronciato. Al che la ragazzina sentendosi lusingata non riuscì più a rifiutare. “Oh beh… Se la metti così…” Le adulazioni la mandavano in visibilio e la sua intelligenza ne risentiva parecchio. Si lasciò scattare una foto stando impettita come un manichino al centro del viale. “Oh, sì! Perfetta!” sorrise gaio Shima facendo una piroetta tutto contento, “E ora Lamiaa~” saltellò via chiamando sua sorella. Lilith sgranò gli occhi oltraggiata. “Stammi alla larga.” Sbuffò la donna sentendolo arrivare di corsa, “Ti prego, ti prego, ti prego!” la supplicò in vano Renzou senza ottenere la grazia. “Spiacente ma non sono civettuola come mia sorella.” Sbirciò verso Lilith con la coda dell’occhio facendole gonfiare le guance d’aria. “Che delusione…” sospirò il ragazzo decelerando il passo tornando accanto ai compagni. “Che succede, Shima?” Koneko lo guardò in quegli occhi abbattuti, “Ecco io…” sospirò il ragazzo, “Volevo un bel primo piano di quelle tette giganti.” “Santo cielo, siamo in un luogo sacro!” sbottò Koneko arrossendo violentemente mentre Ryuji accanto a loro alzò gli occhi al cielo. Izumo guardò il trio di sbieco e quando Suguro incrociò per caso il suo sguardo, tornò a guardare davanti a sé drizzando il sedere.
All’ora di pranzo, trovarono un ristorantino tipico in cui pranzare. Tutti seduti al tavolo con le fotocamere o cellulari posati a lato del piatto trasudavano l’essenza di turisti da tutti i pori. Yukio sospirò guardando il fratello al suo fianco. Si stava impendendo di guardare davanti a sé e il motivo era molto semplice. Lamia si era seduta di fronte a lui e sorrideva maliziosa senza staccargli gli occhi di dosso. “Che prendete, ragazzi?” chiese Shima aprendo il menù davanti al naso, “Cos’è il mochi?” arricciò il naso Lilith e Lamia le tirò un calcio sotto al tavolo. “Non fare domande stupide.” Sibilò la donna tra i denti. La ragazzina trattenne un urlo a fatica. “Non sai cos’è il mochi?” Rin si voltò a guardarla con gli occhi sgranati. “Eh? Ah no, certo che lo so. Ne prendo tre.” Disse velocemente Lilith mangiandosi le parole mentre richiudeva il menù. “Pranzi con solo… Quello?” Rin era ancora incredulo ma la ragazza non aggiunse altro sudando freddo. Lamia fece solo finta di leggere la carta e non ordinò niente. Nessuno osò obiettare, trattandosi di lei. Anche se ci furono degli sguardi sospettosi in zona Kamiki. Quando arrivarono le pietanze, Lilith capì subito il perché dello sgomento dei ragazzi. Il mochi era un ammasso molliccio non ben definito. Dolcissimo. Ficcandosene una manciata in bocca provò sensazioni contrastanti. Rimase col boccone in bocca un minuto buono cercando di capire se le piacesse o meno. In ogni caso ne doveva finire tre piatti. Pianse internamente. Lamia la guardò di sottecchi sorseggiando un bicchiere di acqua fresca per poi tornare a guardare Yukio intendo a mangiare. Il ragazzo non sollevava gli occhi dal piatto nemmeno per partecipare alle conversazioni. Cercò di attirare le sue attenzioni leccando il bordo del bicchiere molto lentamente ma non ottenne risposta. Cominciava ad annoiarsi di quel tour. “Dopo cosa vediamo?” chiese Shiemi prendendo un boccone da una delle ciotoline del suo pranzo, “Voglio visitare il tempio dei Mille Buddah.” Disse Suguro abbuffandosi di riso, “Suguro, sei nato e cresciuto qui, tu non conti.” “Come no!? Amo quel posto, voglio tornarci già che ci sono!” sbottò rispondendo in malo modo alle obiezioni di Izumo. “Ragazzi, non litigate…” sospirò Yukio continuando a mangiare, “Abbiamo tutto il tempo di visitare…” la frase gli morì in gola. Serrò la bocca sgranando gli occhi e alzò il capo fissando Lamia. Sotto al tavolo stava succedendo qualcosa. La donna alzò un sopracciglio sogghignando sensuale. Gli stava facendo piedino con accurata insistenza. Quel contatto stava dando i brividi a Yukio che ebbe bisogno di bere un intero bicchier d’acqua tutto d’un fiato per non soffocarsi col cibo. Lilith era ancora alle prese col suo Mochi che a forza di mangiare stava addirittura piacendole. Non si stava rendendo contro di nulla. Finalmente il signorino Okumura stava dando attenzioni a Lamia. Anche se la sua faccia sembrava imporle di fermarsi. Provò a scostare la gamba ma la succube trovò il modo di continuare a infastidirlo. Un brivido violento lo agguantò dietro la nuca facendolo balzare sul posto. Dette una botta al tavolo facendo rimbalzare le ciotole di tutti. “Yukio?” Rin lo guardò biascicando con la bocca piena. Al che il ragazzo si alzò in piedi di scatto strisciando la sedia all’indietro. “Vado a pagare. Offro io. Vi aspetto fuori. Mangiate con calma.” Parlò a macchinetta prendendo la sua tracolla rapido avviandosi verso la cassa. I ragazzi smisero un attimo di masticare guardando attoniti il professore fuggire. “Grande prof!” nel silenzio, Shima alzò la scodella di riso come per brindare in suo onore.
L’ultima tappa del pomeriggio fu la famosa torre di Kyoto. Arrivarono in cima prendendo l’ascensore e una volta giunti al piano panoramico, i ragazzi si sparpagliarono per vedere la bellissima Kyoto dall’alto. “Il Toraya deve essere laggiù!” squittì Shiemi indicando un punto lontano premendo un dito sul vetro. “È esattamente dalla parte opposta.” Izumo mandò in frantumi l’entusiasmo della ragazza con una semplice frase. I grandi finestroni circondavano tutto il perimetro aprendo una vista a tutto tondo sul panorama. L’orizzonte si scioglieva nel blu del cielo limpido. Yukio stava alla larga da Lamia come se temesse il contagio dalla peste. Cominciava a non riuscire più a nascondere il tremore. A soli due giorni dal limite era tornato a sentir mancare l’aria in sua presenza. "Lamia, smettila di giocare con lui.” Lilith si fermò al suo fianco guardando il paesaggio con le mani poggiate al vetro. “Giocare? E chi gioca?” la donna incrociò le braccia fissando il riflesso nel vetro di Yukio girato di spalle all’altro capo della sala. “Lamia…” la sorella la ammonì guardandola di sbieco e la donna sbuffò roteando gli occhi. “Se solo lui si sciogliesse un po’ non mi verrebbe tutta questa voglia di molestarlo.” “Lamia!” questa volta Lilith si voltò a occhi sbarrati. “Che c’è? Non ho mica detto sessualmente.” “LAMIA!” urlò la sorella facendo voltare i presenti verso di loro. “Ops.” Si ricompose tornando a guardare il cielo. “Anche se…” Lamia si grattò il mento pensierosa. La ragazzina trattenne un sibilo stringendo fortissimo le labbra. Kamiki si era avvicinata a uno dei binocoli a gettoni con l’intento di provarlo ma senza volerlo aveva intercettato lo stesso mirato da Ryuji. Misero contemporaneamente la mano sulla bocchetta e si guardarono con gli occhi sgranati e il viso viola. Ovviamente non poterono che finire a urla. Gli schiamazzi coprirono la voce delle sorelle Evangeline che ora poterono parlare di certi argomenti con più tranquillità. Col centro dell’attenzione occupato da altri, la minore riprese in mano il discorso. “Lamia… Dovresti baciarlo.” “Non ancora. Devo aspettare il settimo giorno.” “Ma… No niente…” “Ma?” “Ho detto niente…” “Non fare l’idiota.” La donna la guardò storto. “Ecco… Non è strano che Yukio non dimostri alcun desiderio nei tuoi confronti?” non ci fu risposta. Lamia guardò i palazzi sotto di loro masticandosi un labbro. “Voglio dire… Ormai dovrebbe saltarti addosso.” “È la prima volta che mi succede.” Ammise la sorella aggrottando le sopracciglia. “Non te lo so spiegare.” Aggiunse facendo spallucce. “Comunque è meglio così. Mi piace giocare un po’ con le mie prede.” Sogghignò guardando Lilith improvvisamente sbiancata. “Che c’è?” Lamia alzò un sopracciglio studiandola a fondo, “Nulla… Pensavo.” “Amaimon?” alla ragazza si accapponò la pelle. “Mi leggi nel pensiero!?” sbottò la piccola guardandola sconvolta. Lamia ridacchiò maligna facendo spallucce, “Oh, per me sei come un libro aperto.” Disse tutta tranquilla. “Credo mi stia aspettando.” “Beh, direi.” “Lui vuole già di più.” “Che vuoi che ti dica? Daglielo.” “Lo sai che non posso!” strinse i pugni Lilith e Lamia la guardò con la coda dell’occhio serrando la bocca. “Non devi frenarti per la vecchiaccia.” “Devo.”. Silenzio. La donna sospirò scossando lievemente il capo, “In ogni caso… Sai con chi dovresti parlarne.” “Che casino.” La ragazzina chinò il capo sconsolata. “Sai se torniamo a Tokyo domani?” “Forse.” “Devo essere pronta.” Sospirò. “Vuoi sapere una cosa?” Lamia dette le spalle al paesaggio poggiandosi alla finestra a braccia incrociate, “Ieri sera mentre tornavo in stanza mi sono imbattuta proprio nel nostro simpatico amico.” “Mephisto?” “Già…” le parole di Lamia accesero l’interesse di Lilith che la guardò intensamente. “E non immaginerai mai che stava facendo.” “Se era con Shura non lo voglio sapere.” “Oh no, niente affatto.” Schioccò la lingua la sorella, “Era tutto solo e ti guardava.”. La piccola spalancò gli occhi sbigottita. “Esatto… Ti osservava tutto cupo mentre te ne stavi in giardino. Non penso che abbia ancora lasciato il Toraya.” Lilith non rispose guardando in basso. “E forse so anche il perché.” Continuò a parlare Lamia sorridendo maliziosa, “Penso proprio che tu non sia l’unica ad avere qualcosa da dire.”.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ao no exorcist / Vai alla pagina dell'autore: MAFU