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Autore: Harry Fine    02/12/2016    3 recensioni
In questa raccolta, si vedranno i personaggi di Shugo chara nei panni dei peccatori di alcune delle mie canzoni preferite dei vocaloid, Madness of duke Venomaia, Tailor shop of Enbizaka, Evil eater food Conchita, Judment of corruption, Daughter of evil, Mazzle of nemesis e Gift from the princess Who brought to sleep. Ognuno di loro sarà collegato ad uno dei sette peccati capitali.
Ikuto: lussuria
Amu: Invidia
Utau: gola
Tadase: avarizia
Rima: ira
Nadeshiko: superbia
Lulù: Accidia.
Spero vi piaccia.
Genere: Erotico, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
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Nel quartiere giapponese di Enbizaka, viveva una giovane donna di nome Amu che possedeva una sartoria. Era una ragazza molto molto bella, sempre gentile con tutti e con una reputazione decisamente ottima e molto popolare tra la sua gente, che la trattava con rispetto e ammirazione ogni qual volta la incontravano per le strade. Ma, nonostante tutto questo, un pensiero sgradevole e continuo occupava costantemente la sua mente, rodendola come un tarlo, e intaccando spesso i suoi dolci sorrisi. Il continuo imbroglio della persona che amava. Ecco cosa la preoccupava così tanto. Ogni giorno che passava, lui si faceva vivo presso di lei sempre meno spesso, ignorandola e lasciandola inesorabilmente da sola, con l’unica compagnia delle sue amate forbici: l’ultimo ricordo che le era rimasto di sua madre, morta molti anni prima. Infatti, dopo aver trascorso le lunghe ore di lavoro a cucire e riparare abiti per tutte le donne del villaggio che le chiedevano un aiuto, passava il tempo ad affilarle con estrema attenzione, così che tagliassero sempre meglio e compissero il loro compito nel migliore dei modi. Un giorno come tanti altri, mentre passeggiava per le ampie e tranquille vie di ciottoli, che decoravano il piccolo e leggermente pittoresco villaggio, composto da eleganti pagode di vari colori e varie altezze, vide qualcosa che non avrebbe mai voluto vedere. L’uomo che le aveva rubato il cuore era in compagnia di un’altra bella e giovane donna, proprio nel bel mezzo della via principale, e lui sembrava veramente felice di stare in sua compagnia. La povera sarta, nonostante lo shock, dovette ammettere che l’elegante kimono rosso le stava davvero molto bene. Il suo splendido colore si sposava perfettamente con quello dei lunghi capelli biondi di lei, raccolti in due codini, e avvolgeva con grazia il corpo formoso e femminile, esaltandone la figura. Entrambi stavano parlando e si sorridevano l’un l’altro senza il minimo ritegno, prendendosi apertamente gioco di lei, come se non esistesse o non fosse in grado di vedere il loro atto peccaminoso. Perché lui non le aveva mai sorriso in quel modo così pieno di amore? Perché quell’altra donna aveva il privilegio di essere di suo gusto, mentre lei non lo era abbastanza? La ragazza non potè fare a meno di fuggire da quel posto, che, ormai, non le comunicava altro che infelicità, ma anche qualcos’altro. Un sentimento molto più velenoso e pericoloso, che, però, non era ancora in grado di identificare. Quella stessa sera, mentre le sue dolci guance le si bagnavano con le lacrime piante dai suoi occhi dorati, lei utilizzava le sue dita delicate e gentili per brandire le sue amate forbici, leggermente sporche, e ricucire con cura il kimono sul suo piano da cucito. Perché, dopotutto, lei doveva concentrarsi solo sul suo lavoro, non poteva assolutamente fermarsi. Alla fine, grazie al suo duro impegno e al suo profondo amore, avrebbe ottenuto ciò che più desiderava e sarebbe stata finalmente felice. Ecco cosa pensava con uno strano sorriso sulle labbra. Il giorno seguente, mentre passeggiava per il quartiere come al solito, le parve che ci fosse una strana atmosfera. Gli abitanti del quartiere erano diventati leggermente agitati e preoccupati. Girava, infatti, la voce che una giovane donna fosse stata assassinata in casa sua e denudata da qualcuno. Ma quella era l’ultima cosa che le interessava in quel momento. Quando si era fermata un secondo, aveva notato il suo amore seduto presso il ponte, in compagnia di un’altra giovane donna. Lui sembrava veramente tristissimo e aveva appoggiato la testa sulla spalla della ragazza, mescolando i suoi capelli d’oro con i bellissimi capelli viola di lei, che lo stava confortando come meglio poteva. La giovane sarta strinse i pugni, sentendo gli occhi pizzicare. Perché lui non aveva svelato le sue preoccupazioni a lei, che era sempre al suo fianco e lo amava davvero? Perché non aveva chiesto il suo conforto? Perché quella donna era più di suo gusto rispetto a lei? Nonostante la sofferenza che provava di fronte a quello spettacolo di orribile presa in giro nei suoi confronti, la sarta osservò che il raffinato Obi verde le stava davvero d’incanto, fasciandole con grazia la vita sottile. Cercò di essere forte, ma non servì a nulla. La ragazza corse via, facendo ondeggiare i lunghissimi capelli rosa nel vento, mentre i suoi occhi si facevano sempre più rossi e gonfi di tristezza. Quella stessa sera, la giovane cercò nuovamente di trovare rifugio nella sua sartoria, continuando a lavorare fino a che il cielo non venne ornato dalle stelle. Le sue forbici, sempre più taglienti e bagnate di lacrime e altro, erano strette tra le sue mani e tagliavano le imperfezioni dell’Obi, in modo che potesse essere riparato. D’altronde, sarebbe bastato solo un po’ di pazienza in più. Il suo lavoro era a buon punto, e presto, lei sarebbe stata una donna perfetta per il suo amore. Il giorno dopo ancora, nel villaggio si stava diffondendo lentamente un certo senso di terrore. Sembrava che un’altra giovane donna fosse stata assassinata in circostanze misteriose, per poi essere spogliata dei suoi abiti. La ragazza, però, non sembrava curarsene, e continuava a sorridere a tutti quelli che incontrava sul suo cammino in maniera gentile, esattamente come ogni altro giorno. Ma il sorriso morì sulle sue dolci labbra, proprio appena passò di fronte al negozio di fermacapelli. Il suo amato era al suo interno, in compagnia di una ragazza, poco più che appena adolescente, a cui sorrideva in maniera dolcissima e piena di tenerezza, mentre le applicava sui corti capelli rame un bellissimo ornamento giallo. Lei, osservando il regalo, gli gettò le braccia al collo, venendo subito ricambiata. La ragazza sentì di nuovo quel sentimento velenoso pervaderla. Perché lui non era mai stato così buono e dolce con lei? Perché quella ragazzina, che sembrava anche troppo giovane per lui, era una donna di suo gusto e lei no!? Quell’uomo non aveva proprio limiti! Ora, dopo essersi interrogata più e più volte su quella sensazione che le intorpidiva il cuore in quei giorni, capì che non era altro che pura e velenifera invidia. La ragazza fuggì, capendo, finalmente, in che modo avrebbe potuto completare il suo più grande progetto e diventare una donna abbastanza affascinante e degna per diventare l’unica che lui avrebbe mai potuto e voluto guardare. Quella stessa sera, mentre si domandava se le sue forbici fossero sempre state di quel colore così strano che adesso le imbeveva, lavorò di nuovo duro con esse, come non aveva mai fatto. E non versando neanche una lacrima stavolta. Alla fine, osservando il suo operato, un sorriso molto strano e spaventoso le ornò il bel viso, mentre gli occhi scintillavano per un attimo di uno strano bagliore rosso veramente inquietante. 《Ho finalmente terminato il mio lavoro.》 Disse con estrema soddisfazione. 《E se non sarai tu a venire da me, sarò io ad incontrarti.》 Affermò con un tono veramente agghiacciante. Avvolse la sua figura snella e longilinea con il raffinato kimono rosso, strinse intorno alla vita sottile il pregiato Obi verde e ornò i suoi lunghi e morbidi capelli rosa con il fermacapelli giallo. Ora, finalmente, lei e il suo amato avrebbero potuto essere come le due lame delle forbici, che si dovevano toccare e lavorare in coppia per poter svolgere il loro compito al meglio. O, almeno, questo era ciò che le ripeteva sempre sua madre quando era ancora una bambina. Una volta che si fu preparata a dovere, uscì dalla sartoria per cercare il suo sposo. “Stavolta non potrà evitare di notare quanto sono diventata bella” pensò la progenie di Leviathan, sempre con quello strano sorriso. Il giorno dopo, la giovane vide che il quartiere era sprofondato nel panico più totale. Sembrava che un’altra ragazza e un giovane uomo fossero stati uccisi e denudati dei loro capi d’abbigliamento. In questa maniera, una famiglia di quattro era stata sterminata da qualcuno. Ma a lei non importava. Dopotutto, lui si stava comportando in modo crudele. Quando gli si era presentata, lui l’aveva trattata come se fosse una semplice estranea. Ora le sue forbici erano tinte di rosso. Più le avrebbe affilate, meglio avrebbero tagliato.
   
 
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