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Autore: MAFU    02/12/2016    1 recensioni
[Lilith x Amaimon] - [Lilith x Mephisto] - [Lamia x Yukio]
“Yukio , non vedo niente …” Si lamentò Rin che mentre seguiva Yukio come un ombra avanzava nell’oscurità del corridoio. Le vecchie e malconce travi di legno del pavimento polveroso scricchiolavano ad ogni loro passo riecheggiando nel silenzio più tetro.[...] Dalla parte opposta del corridoio, a passo fiero, Mephisto camminava con disinvoltura nell’oscurità. Passando accanto ad una delle massicce porte delle stanze del dormitorio si fermò sentendo un rumore sospetto. Un rumore di acqua corrente aveva attirato la su attenzione. “Qui c’è qualcosa che puzza …” Pensò rimanendo in ascolto finché lo scrosciare non cessò. A quanto pare quella era la porta di uno dei bagni. “ Mhm .. qui c’è davvero qualcuno ..” Afferrò con decisione la maniglia di ottone e con uno strattone spalancò la porta.
Lilith e Lamia sono sorelle. Tutto lascia pensare che in passato abbiano avuto a che fare con Mephisto...ma la loro vera natura fatica ad essere tenuta a bada...
(!!!)Ci sono espliciti riferimenti al manga(!!!)
Genere: Comico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amaimon, Mephisto Pheles, Un po' tutti, Yukio Okumura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAP 26

Verso le sei di sera, l’allegro gruppo di turisti per caso era quasi giunto alla locanda. Yukio guidava i ragazzi come una chioccia coi pulcini e sembrava determinato a stare in testa a tutti in solitudine pur di non rischiare di nuovo qualche scherzetto da parte di Lamia. Per oggi lo aveva messo abbastanza in imbarazzo. Quel piccolo ritorno alla normalità lo aveva in un certo senso fatto sentire meglio. Rin non era morto, e sembrava filare tutto per il meglio. Non si aspettava di certo che Lilith lo stesse fissando per fare un certo discorsetto proprio sulla sorella. La ragazza attendeva pazientemente il momento più adatto. Camminava dietro a Yukio in silenzio, mentre Lamia era rimasta in fondo alla fila pensierosa. Stava ponderando se avvicinarsi o no di nuovo al ragazzo. Vedendo la sorella approcciarlo era intenta a studiarli da lontano. Gli altri invece chiacchieravano a gran voce schiamazzando come tutti i ragazzini della loro età. Il fulcro delle sciocchezze erano Shima e Rin, come da prassi. “Yukio.” Mormorò Lilith facendolo rabbrividire. Lui la guardò con la coda dell’occhio deglutendo. “Appena puoi, ti devo parlare.” Disse in un sussurro per poi indietreggiare. I muscoli del ragazzo tornarono a irrigidirsi ma con una perfetta faccia da poker non disse beo annuendo rapido. “Quindi domani si torna a Tokyo?” domandò Shiemi camminando accanto ai ragazzi, “Credo di sì.” Rispose Ryuji guardando dove metteva i piedi, “Oh no, che peccato!” sbuffò Shima, “Dovevamo ancora andare in piscina!”. Lilith sentendo la parola piscina sussultò guardando fisso davanti a sé dando loro le spalle. L’ultima cosa che le serviva era farsi vedere in costume da bagno. Sarebbe stata la sua rovina. Arrivati al Toraya, i giovani entrarono uno per uno al suo interno, scortati da Yukio rimasto all’entrata per far la conta. Non che in realtà servisse ma Lilith ne approfittò per accodarsi a Lamia e restare ultima. La donna la guardò di striscio un po’ sospettosa e quando sfilò accanto a Yukio gli rivolse la medesima occhiata senza però risparmiare un occhiolino accattivante. Il ragazzo si lasciò sfuggire un grosso sospiro cercando di mantenere i nervi saldi. Intanto la sorella avanzava a testa china lentamente, attendendo che nessuno oltre Yukio fosse nei paraggi. Quindi, non appena pestò la linea della porta, con una mano agguantò la maglia di Lamia davanti a lei e con l’altra il colletto di Yukio trascinandoli in disparte. “Oi!” protestò il professore sgomento, “Urge una riunione.” Disse Lilith fissando entrambi negli occhi troncando ogni lamentela.
“Ci voleva proprio un giro turistico!” sospirò Shima soddisfatto lanciandosi sul suo futon. “Shima, metti un po’ in ordine per favore.” Lo ammonì Konekomaru scrollando il suo lenzuolo, “Ogni cosa a suo tempo…” fischiettò il compare prendendo una rivista osé da sotto il cuscino, “E quella da dove sbuca!?” “Un vero uomo non svela mai i propri segreti.” Sorrise sornione Renzou voltando pagina. “Ehh! Fa vedere anche a me!” Rin si buttò accanto a lui con gli occhi che brillavano. “I soliti bambini.” Commentò Izumo sporgendosi dal paravento che aveva messo come divisione tra il suo e il loro mondo. Era intenta a sistemare le sue cose in valigia in previsione dell’imminente partenza. Ryuji entrò nella camerata dopo un po’ e aveva un’aria estremamente serena. “Oi, Bon!” lo salutò Shima alzando gli occhi dalla rivista, “Bon…” Koneko lo guardò avvicinarsi ai loro letti, “Ho parlato con mio padre.” Disse il ragazzo guardando altrove. “Apriti cielo!” alzò le braccia Rin entusiasta. Suguro cambiò espressione innervosendosi ma senza dire nulla arrossì in imbarazzo. Izumo lo guardò in silenzio nascosta dietro il divisorio. “Izumo, è tuo lo shampoo?” Shiemi interruppe la sua concentrazione porgendole una boccetta azzurra, “Sì, dammelo.”, la ragazza glielo strappò di mano arrossendo violentemente.
“L’altra notte. Cos’è successo?” Lilith squadrò Yukio da capo a piedi accennando a Lamia. “Lilith, come sei perversa!” la donna si portò una mano alla guancia fingendosi imbarazzata. Il ragazzo però non cedendo a quel doppio senso la guardò di sbieco stringendo le labbra. “Allora?” insistette la ragazza sempre più seria. “Ti prego di precisare il contesto.” Rispose Yukio in modo fin troppo distaccato. Al che Lilith guardò sua sorella deglutendo sommessamente. “Eri presente quando Lamia ha perso il controllo?”, a quella domanda Yukio strabuzzò gli occhi ricordandosi della lotta contro Todo e del terrore che aveva provato per Lamia in quelle condizioni. “Sì.” Rispose secco sistemandosi gli occhiali sudando freddo. “Lamia non ricorda nulla di cosa sia successo. Per quello ho voluto prendere entrambi in disparte…” la ragazzina tentò di alleggerire l’atmosfera girandoci un po’ intorno. Ma ottenne l’effetto contrario. Yukio infatti era teso come una corda di violino. “Sei forse a conoscenza del motivo della sua perdita di controllo? Chi altro l’ha vista in quelle condizioni?” le domande di Lilith suonarono come un campanello d’allarme nella testa del ragazzo che si allargò il colletto della camicia boccheggiando. Lamia lo fissava in silenzio. Era curiosa anche lei di sapere. “Credo sia stata tutta colpa mia.” Ammise infine il professore abbassando lo sguardo. “Ho rifiutato di darle il mio collo per nutrirsi, scambiandolo con sue misere fiale del mio sangue. Non potevo però immaginare che sarebbe sfociato in questo.” Continuò a parlare torvo. Lilith ascoltava in silenzio cercando di non perdere le staffe. Il quadro stava prendendo forma a poco a poco. Pezzo dopo pezzo cominciava ad esserci chiarezza logica. “Mi dispiace.” Concluse senza guardare le ragazze negli occhi. “Visto? Impara ad ascoltarmi, bambolo.” “Lamia!” l’ammonì la sorella tirandole un cuccio. “No ha ragione. Per quanto l’essere a suo servizio sia ahimè una condizione obbligata dovevo capirlo prima che scherzare con le esigenze di un demone porta alle sue conseguenze.” Sospirò Yukio guardando in basso. “Come ho già detto un volta, mi avete proprio incastrato per bene.” Fulminò prima l’una poi l’altra. “Però voglio che sia chiara una cosa. Io non ho intenzione di prestarmi al vostro gioco per sempre.” Aggrottò le sopracciglia facendo sussultare Lilith. “Oh beh, mi spiace ma al battesimo non ci si ribella…” “Se tu morissi però il patto verrebbe sciolto.” La guardò incredibilmente serio. Lamia sgranò gli occhi ammutolita. “Yukio, non dirai sul serio!” la minore spalancò la bocca incredula. Aveva il cuore a mille. “Sparami allora. Avanti. Uccidimi se ci riesci.” Lo provocò la donna incrociando le braccia. Il ragazzo perse la sua faccia di bronzo spalancando le palpebre interdetto. “Vediamo chi muore per primo, ti va?” continuò Lamia, “Lamia, Yukio. Calmiamoci. Non ho cominciato il discorso per finirlo in questo modo…” Lilith provò a recuperare la situazione ponendosi tra i due. “Non è così che dev’essere. Yukio ti prego… Aiutaci! E tu Lamia… Smettila di giocare con lui e rispetta anche i suoi bisogni.” “Ti ho già detto che non gioco!” “Ti prego!” “Silenzio.” La voce di Yukio le zittì entrambe. “Lilith, se non hai altre domande vorrei andare.” “Non hai ancora risposto a una delle due.” La ragazza si ricompose prendendo fiato, “C’è qualcun altro che l’ha vista?”. Silenzio. Yukio si morse un labbro ricordando la radura in fiamme. “Saburota Todo.” Confermò ciò che Mephisto le aveva già detto. “Questo Todo è ancora vivo per… raccontarlo?” “Non lo so. È scomparso nel nulla… Credo sia morto.”. Le sorelle si guardarono a vicenda titubando. “Grazie…” disse poi Lilith chinando il capo. “Bene io…” “Yukio, un’ultima cosa.” Lo fermò la ragazza, “Anche se Lamia è quella che è… Il partner di una succube per quanto possa significare è sempre in una botte di ferro. Ti proteggerà anche a costo della vita quindi… Non scherzare. È un bene per tutti.” Le parole di Lilith riaprirono un frammento di ricordo nella testa del ragazzo. Rivide in un flash la donna saltare al collo di Todo per salvarlo. “Lilith, ma che d…” la ragazza tappò la bocca alla sorella arrossita di colpo. Yukio era rimasto immobile coi pugni serrati a rimuginare in silenzio. “Ho capito.” Disse poi serio. “Anche voi per quanto mi riguarda siete al sicuro. E dubito che Lord Pheles mi lascerebbe farvi del male, anche se volessi.” Con un mezzo sorriso tornò sui suoi passi entrando nella locanda. “Che accidenti voleva dire?” Lamia alzò un sopracciglio mentre Lilith si abbandonò a un sospiro di sollievo. “Che grazie a questa chiacchierata forse gli verrà meno voglia di opporsi.” Disse confortata. 
La mattina seguente, Lilith si svegliò prima di chiunque altro. Era a malapena l’alba ma gli occhi le si erano spalancati all’improvviso. Aveva fatto un sogno assurdo, per certi versi un incubo. Una croce raffinata apparsa in una coltre di nebbia l’aveva terrorizzata. “Era solo un sogno…” si tranquillizzò asciugandosi il sudore. Intorno a lei russavano tutti della grossa, anche Lamia. La donna aveva il cuscino sulla faccia onde evitare la letale luce solare che di lì a poco avrebbe invaso la stanza. Com’era previdente… “Lam…” Lilith si morse la lingua trattenendosi dallo svegliarla. Non l’aveva più sentita lamentarsi per la fame ma non toccava il sangue di Yukio da un pezzo. Sapeva solo che aveva attaccato quel Todo due giorni prima e ancora doveva fare chiarezza su di lui. Era scomparso ma non erano sicuri che fosse morto. Yukio le era sembrato molto incerto. Al che si alzò dal letto con molto garbo per prendere una boccata d’aria. Sistemò alla meglio le lenzuola e vestendosi nella penombra uscì quatta quatta. Chiuse la porta alla sue spalle con le mani della festa e in punta di piedi raggiunse la hall. Non c’era anima viva. Si prese del latte alla fragola alle macchinette senza fare il macello della sorella e uscì in giardino sorseggiando la bevanda. Osservò il sole sorgere seduta sotto il porticato. “Ultimo giorno a Kyoto, mh?” una voce famigliare la destò dai suoi pensieri. “Mephisto!” la ragazzina si voltò sgranando gli occhi trovandoselo davanti. Lui se ne stava appoggiato al muro a braccia conserte e la guardava sogghignando. “Sei ancora qui?” balbettò lei alzandosi in piedi. “Oh, ti prego… Non volevo disturbarti. Accomodati pure.” L’uomo alzò una mano pregandola di sedersi di nuovo. “Non pensavo ci fosse qualcuno sveglio a quest’ora…” Lilith abbassò lo sguardò tornando a sedersi con grazia. “Già, nemmeno io lo pensavo…” Mephisto fece qualche passo andando ad accomodarsi accanto alla ragazza. Ci fu un lungo silenzio e l’aria si fece un po’ tesa. “Beh?” disse ad un certo punto Lilith guardandolo. “Beh?” la guardò lui alzando un sopracciglio divertito, “Tu perché sei qui?” domandò innocentemente lei guardando il prato, “Qui… in cortile?” l’uomo premette le labbra tra loro un po’ sconcertato dalla domanda, “No… Perché sei rimasto alla locanda fino ad oggi?” “Oh… Oibò, domanda interessante.” Schioccò la lingua fissando l’orizzonte. “Perché invece non mi dici cosa ti ha portato a destarti a questa ora grama della mattinata?” “Cambi sempre discorso, eh?” lei lo guardò di sottecchi con un mezzo sorrisetto. “Avanti, so bene che tu e tua sorella apprezzate dormire a lungo… Atteggiamento insolito ma affascinante per uno come me.” “Perché? Cosa ci trovi di affascinante nel dormire ore e ore?” “Semplice, il guardare.”. Lilith si voltò di scatto arrossendo, “Co…Come? Stai dicendo che…” balbettò cercando di creare una frase di senso compiuto, “Che… Ecco…” “Se ti ho mai guardata dormire?” chiese Mephisto intuendo il succo del discorso, la sua espressione era alquanto deliziata, di tutta risposta Lilith annuì a scatti rossa come un pomodoro, “Non come vorrei in realtà.” Ammise l’altro facendo spallucce con un mezzo ghigno stampato in faccia. La ragazza si morse un labbro fissandolo senza parole. “Io credo… Beh credo che guardare dormire le persone sia la cosa più inquietante di tutte.” Disse finalmente mangiandosi qualche parola per l’imbarazzo. “E perché mai? Se si tratta di un gioiello di ragazza come te è tutt’altro che inquietante.” Ammiccò l’uomo compiaciuto non facendo altro che peggiorare il rossore delle gote della diretta interessata. “Intendevo inquietante per chi viene guardato, insomma… Non sai mai che faccia puoi fare quando dormi.” “Mh?” “Ma sì… Ad esempio quando fai un incubo non oso immaginare… Lamia a volte fa dei certi musi su cui è meglio sorvolare.” A quelle parole uscì un verso di velato disgusto dalla bocca di Mephisto. “Ops, pardon. Che Maleducato che sono… Continua…” “Dicevo…” deglutì Lilith, “Non deve essere un bello spettacolo. Proprio no.” “Come ti sbagli, mia cara…” l’uomo le prese delicatamente una ciocca di capelli. Doveva avere una fissazione coi suoi riccioli in quanto toccarli sembrava essere il suo passatempo preferito quando le era abbastanza vicino per farlo. “Si può sapere perché mi tocchi sempre i capelli?” chiese un po’ infastidita Lilith scostandosi impercettibilmente, “Chi lo sa? Attrazione forse…”. Ogni cosa che le diceva lui le facevano girare la testa. “Come fai a dire certe cose senza imbarazzarti?” si riprese la ciocca di capelli con due dita, “Credo venga naturale in certe circostanze. Poi sono un ottimo attore.” “Ah si? Quindi fingevi anche con Shura...” “In che senso anche?” “Se stai giocando nel tuo ruolo di attore in questo momento, lo hai fatto anche con lei?” “Oh, non mi dire… Hai davvero frainteso allora…” “Che avrei frainteso?” Lilith lo guardò inclinando la testa di lato incrociando le braccia. “Semplice…” mormorò il demone con voce molto profonda avvicinandosi drasticamente, “Se con la professoressa Kirigakure non ho mosso un muscolo è perché stavo ottenendo informazioni molto importanti… Per la cronaca ha iniziato lei per finta.” “Quali informazioni?” sussurrò la ragazza tra i denti, “Pare che abbia dei sospetti su di voi.” Il sangue di Lilith le si gelò nelle vene. “Cosa!?” sibilò con voce strozzata. “Già… È anche per questo che sono rimasto.” Lei non rispose. “Che dobbiamo fare io e Lamia?” balbettò dopo un minuto di silenzio. “Di base nulla. Non ha alcuna prova ergo vedete di non dargliela.” Rispose a bassa voce, “E se nel caso doveste venire allo scoperto, ci penserò io. Ma potrebbe essere un guaio per tutti.” Socchiuse gli occhi sempre più vicino alla ragazza. “Capito…” mormorò Lilith guardandolo dritto negli occhi. “Ci sono altri motivi per cui sei rimasto?” chiese con un filo di voce, “Certamente… Ma se prima vogliamo tornare al discorso di poco fa…” studiò i suoi grandi occhi dorati, “Con te mi è molto difficile fare finta. Solo perché tu lo sappia e ti tolga ogni futile dubbio.” La sua voce roca la fece rabbrividire. “Seconda cosa… Dovevo assolutamente avvertirvi di ciò che ha in mente di fare la professoressa Kirigakure in giornata…” si allontanò lentamente dal volto di Lilith senza smettere di guardarla. “Cosa sai?” la ragazza socchiuse la bocca cominciando a grattarsi le pellicine delle unghie. “Ecco…” “Lilith? Lord Pheles, che ci fa lei qui?” Ryuji in tuta da corsa era comparso sulla soglia del cortile con un asciugamano attorno al collo. “Oh! Giovane cadetto!” Mephisto saltò immediatamente in piedi salutandolo con una piroetta, “Vedo con piacere che ti stai tenendo in forma.” “Eh… Ah, certo signore. Ogni mattina mi dedico alla corsa per cominciare la giornata nel pieno delle forze.” “Eccellente, continua così. Buon proseguimento!” facendo l’occhiolino a entrambi sparì in una coltre di fumo. Lilith era rimasta attonita. Fissava a occhi sgranati la nuvola dipanarsi senza fiato. Per un attimo maledisse Suguro dentro la sua testa. Che cosa avrebbe fatto Shura in giornata di tanto pericoloso per loro!? Si voltò lentamente a guardare il ragazzo asciugarsi il sudore dalla fronte con la pezza. “Oi.” Le disse lui vedendola sbiancata, “Tutto bene? Spero di non… Avere interrotto niente.” Arrossì lievemente al pensiero mollando l’asciugamano. Lei scossò la testa senza dire nulla ma dentro di sé aveva una tempesta. “Ecco…” Ryuji poté quasi tastare l’imbarazzo con mano e trovandosi in quella situazione non seppe come defilarsi. L’impulsività ce l’aveva cacciato ahimè. “Tu e il preside siete cosa..? Amici?” “Una specie.” Lilith si voltò rapida verso il giardino sudando freddo. “Vi vedo spesso assieme ed è un pensiero naturale da fare. Suppongo.” “Supponi bene.” Rispose come un automa. Ci fu un attimo di silenzio tombale e immobilità assoluta da parte di entrambi. “Sei mattiniera a quanto vedo.” “Già, anche tu.” “Sì.”. Altro silenzio incolmabile. “Bene. Credo che andrò a lavarmi prima che si sveglino gli altri. A dopo.” Suguro finalmente si defilò sudando per l’imbarazzo della situazione agghiacciante lasciando Lilith sola soletta. “Accidenti.” Digrignò lei i denti sbuffando.
“Lamia, svegliati dobbiamo andare!” la sorella la scossò violentemente cercando di toglierle il cuscino dalla faccia. Era l’unica ancora addormentata e sembrava non voler mollare la presa dal mondo dei sogni. “Lamia!” “Non rompere!” strillò la succube arrotolandosi nelle coperte. I compagni di stanza le guardavano attoniti ormai tutti pronti per partire. “Lamia, che figura mi fai fare!?” sibilò Lilith ficcando la testa tra le lenzuola della donna per ripescarla a fatica. Ci vollero dieci minuti buoni per convincerla ma quando finalmente uscirono in strada, erano tutti impegnati nel congedarsi da amici e famiglie del Toraya. La stessa Shura era occupata a ringraziare la madre di Ryuji per l’ospitalità mentre altri esorcisti si stavano organizzando in squadre per il ritorno. “Che bordello.” Commentò Lamia sistemandosi gli occhiali. “Stamattina non c’era tutto questo caos…” osservò Lilith camminando al suo fianco. “Perché? Che hai fatto stamattina?” “Guten morgen! ⋆” Mephisto si materializzò davanti a loro facendole saltare. “Cristo santissimo, pizzetto! Che diavolo ci fai ancora al Toraya!?” sbottò Lamia che aveva quasi perso gli occhiali nel balzo. “Lilith, ti chiedo venia con tutto il cuore.” “Senti coso, non ignorarmi, chiaro?” “Mephisto…” mormorò la sorella e Lamia sentendosi il terzo incomodo sbuffò roteando gli occhi. “Lamia…” l’uomo la salutò con un cenno di capo ma lei lo guardò storto. “Sei sicuro di poter stare qui davanti a tutta sta gente?” chiese agitata Lilith, “Shh… Abbassate la voce… Certamente che posso, sono l’unico e il sommo Lord Pheles. E poi sapete com’è, a mali estremi rimedi estremi.” “Di che sta parlando?” Lamia si rivolse direttamente alla sorella pagando l’uomo con la sua stessa moneta ignorandolo. “Che ha intenzione di fare Shura?” domandò allora serissima la ragazza, “La racchia!?” saltò su Lamia strabuzzando gli occhi. “Da quando in qua parliamo di lei!?” “Lamia, non è il momento…” “Lamia non è il momento, oh! Come se fosse mai il momento per Lamia.” “Non fare la bambina.” “Ma guarda! Il bue che da de cornuto all’asino!” “Ragazze.” Mephisto le richiamò all’ordine, “State urlando.” “Scusaci!” Lilith fece un inchino rapido ammutolendo. “Purtroppo è inevitabile, ma non temete non smetterò di sorvegliarvi nemmeno per un secondo.” “Che?” le sorelle si guardarono confuse, “Che sta succedendo, pizzetto?” Lamia alzò un sopracciglio fulminandolo. “Beh, il punto è che…” “Signori, ascoltatemi tutti!” Shura si sbracciò tra gli esorcisti attirando l’attenzione dei presenti. Mephisto smise di parlare serrando la bocca pietrificato, “Ora saliremo tutti sui pullman diretti alla stazione dove prenderemo il treno per l’accademia…” sogghignò la donna con uno sguardo furbetto, “E invece no! Se è quello che pensate vi sbagliate di grosso!” batté le mani entusiasta, Lilith e Lamia si guardarono buttando poi l’occhio verso Mephisto irrigiditosi accanto a loro, “Partiamo per il mare!”.
“Pizzetto, sei morto.” Lamia fissò il negozio di costumi davanti al quale Shura aveva mollato gli studenti. Pizzi e merletti da tutte le parti, tinte pastello e bikini da scolarette la stavano rivoltando. Lilith accanto a lei aveva gli occhi sgranati e fissava attonita quel panorama come una visione psichedelica dovuta a dei funghi allucinogeni. Mephisto invece non sembrava turbato più di tanto, si limitava a sudare freddo per la situazione che ne sarebbe derivata. Spiaggia, costumi da bagno e code in bella vista. “Hey, ma voi avete idea del perché ci sia anche il preside con noi?” bisbigliò Shima all’orecchio degli altri ragazzi nascosti dietro al reparto uomini. Si erano un po’ tutti dispersi nel negozio per comprarsi un costume da bagno. “Non lo so. L’ho visto anche stamattina molto presto.” Rispose Ryuji prendendo un costume dallo stock. “Sta sempre con quelle due… Avete notato?” “Non sei stato proprio tu stesso a dire una volta che con tutta la presidenza che si sono fatte ormai dovevano essere diventati amici?” “Si ma… comprare costumi da bagno assieme non vi sembra… Eccessivo?” “Quel tizio è strano.” Saltò su Rin con gli occhi a mezz’asta, “Ignoriamolo per favore.” “Sì, forse è meglio.” I ragazzi si guardarono sconcertati. Intanto le ragazze si erano addentrate tra i meandri dell’universo dei bikini e non riuscivano più ad uscirne. Kamiki aveva trovato tutte taglie troppo grandi mentre Shiemi l’esatto opposto. La prima stava odiando l’altra nel profondo dell’anima. “Izumo! Dove sono Lilith e Lamia?” “Non lo so e non lo voglio sapere.” Rispose lei prendendo l’ennesimo costume da provare. In quel momento vide passare le sorelle scortate da Mephisto qualche scaffale più lontano. “Eh? Il preside le sta aiutando?” osservò Shiemi sorpresa, “Non facciamoci domande.” Rispose secca Izumo sconcertata. “Mephisto… Come facciamo con… Beh, quella cosa?” “Che schifo, volete farlo nei camerini?” i due si voltarono di scatto verso Lamia disgustata. “Ma perché non capisci mai niente?” alzò gli occhi al cielo Lilith sotto lo sguardo attonito di Mephisto. “Yukio! Oi!” Rin si sbracciò per chiamare il fratello arrivato al negozio. “Rin…” il ragazzo ci mise piede titubante avvicinandosi ai ragazzi. “Shura ha incastrato anche te, eh?” “Già…” sospirò. Con la coda dell’occhio vide Lamia aggirarsi nel reparto femminile e deglutì cercando di ignorarla. Sesto giorno dal bacio. “Pizzetto, qui fa tutto schifo.” “Degustibus.” Rispose l’uomo prendendo un paio di costumi fru-fru da far provare a Lilith. Si stava sbizzarrendo. “Mephisto, non posso provarli tutti…” si lamentò la ragazza con già una montagna di costumi in braccio. “Sono tutti rosa poi…” “Orsù non disdegnare, ho sempre desiderato una bambolina da vestire.” “L’ho sempre detto che avevi tendenze strane.” Commentò Lamia trovando un due pezzi molto provocante. “Te l’ho mai detto che sei irritante?” “Forse, una volta me lo hai accennato.” “Allora ribadisco.” I due si guardarono in cagnesco aspettando Lilith di ritorno dai camerini. “Sono pronta…” la ragazza uscì dallo stanzino con indosso il primo costume della serie. Sembrava un confetto ma non si sporse più di tanto nascondendo la coda dietro la schiena appoggiandosi alla tenda. “Ahhh! Ti prego ballami lo schiaccia noci!” Lamia non appena la vide scoppiò a ridere senza ogni contengo cadendo quasi per terra. Mephisto invece la pensava all’esatto opposto e la guardava con gli occhi che brillavano. “Oh sì! Moe al punto giusto! Avanti il prossimo!”, Lilith arrossendo tornò in camerino per cercare nella montagna datale dall’uomo qualcosa di più sobrio. Lamia intanto aveva trovato il suo costume. Un bel due pezzi nero con un intreccio nel perizoma, sensuale come piaceva a lei. “Ho trovato il mio!” annunciò a Mephisto sventolandogli l’indumento davanti al naso. Lui alzò un sopracciglio davanti alla proposta astenendosi dal commentare. “Immagino che la coda la coprirai con del nastro adesivo, colorato magari.” La criticò cinico in un bisbiglio, “Prova ad essere più creativo, avanti.” Lo provocò Lamia incenerendolo con lo sguardo, “Pardon, non pensavo volessi infilartela su per il…” “Come sto con questo?” Lilith uscì dal camerino con un due pezzi bianco a frappe. “Splendido.” Disse secca Lamia senza emozione. “Eccellente!” batté le mani l’altro quasi commosso. “Per quanto riguarda la coda…” Mephisto si grattò il pizzetto abbandonando gli scherzi, “Ecco qua!” prese da uno scaffale due parei variopinti. “Per voi!” li porse alle ragazze velocemente. “Et voilà, che stilista che sono!” si pavoneggiò compiaciuto. “Immagino che allora pagherà il signor stilista queste cose.” Lamia alzò un sopracciglio sbirciando il cartellino col prezzo. Lilith impallidì rendendosi conto della cifra. “Avete fatto?” Shura comparve alla porta del negozio guardandosi intorno. “Presto!” Lilith si legò il pareo in vita sudando freddo prima che potesse entrare. “Andata, paghiamo. Coraggio!” balbettò sparendo di nuovo in camerino. In una frazione di secondo tornò allo scoperto di nuovo coi vestiti addosso e mollando gli indumenti da mare in braccio a Mephisto si avviò rapida all’entrata. “Grazie, Mephisto!” disse in un turbine. “Grazie, pizzetto.” Anche Lamia mollando i suoi acquisti in braccio a lui se ne uscì di tutta fretta. Mephisto abbassando lo sguardo strabuzzò gli occhi. “Devo sul serio pagare io!?” disse trafelato.
Il grande cartello della stazione a cui approdarono diceva “Atami” a caratteri cubitali stagliandosi sul mare azzurro. “Gente, è davvero il mare!” a Shima brillarono gli occhi. “Ragazzi, forza. Muoviamo le chiappe e andiamo in Hotel a cambiarci. Vi ricordo che siamo qui in missione.” Shura si affrettò a passare in testa a tutti sbracciandosi. I ragazzi la guardarono entusiasti e caricandosi i borsoni in spalla cominciarono ad incamminarsi. Tutti tranne Lilith e Lamia rimaste ferme in disparte. La prima teneva Mephisto cane in braccio con la borsa a tracolla e una faccia da cadavere. “Non avete sentito? Orsù, fanciulle.” Disse l’animale guardando la ragazza alzando il musetto all’indietro. “Senti tu, perché hai deciso di diventare un cane proprio adesso?” Lamia lo guardò storto distogliendo lo sguardo dalla spiaggia accecante. “Mi pare ovvio, carissima.” “Se è per stare sotto copertura avresti dovuto farlo anche prima al negozio.” Sbottò lei alzando un sopracciglio. “Spiacente ma allo shopping non si dice mai di no.” Il cane la guardò con occhi spenti scodinzolando, “E poi non volevo pagare il biglietto del treno.”. La donna guardò il cielo sbuffando. Lilith fissava le onde infrangersi sul bagnasciuga con il cuore in gola. “Andiamo…” mormorò accodandosi alla fila di esorcisti seguita da Lamia muta come un pesce. Lungo la via per l’alloggio, le ragazze raggiunsero i loro compagni di classe. “Che carino, dove l’hai trovato?” Shiemi si avvicinò a Lilith accennando all’animaletto. “In giro.” Rispose la ragazza chinando il capo e superandola di corsa. “Uh?” la compagna fece una faccia sconsolata guardandola scappare a tutta velocità. Lamia le passò accanto fulminandola con lo sguardo e la poveretta si decise a starsene in disparte con la coda tra le gambe. La succube passò oltre ancheggiando e quando sfilò accanto ai ragazzi superandoli a grandi falcate, Shima non poté che squadrarla da capo a piedi con una faccia da pervertito. “Signori. Oggi è un gran giorno.” Annunciò agli amici con un sorrisetto malizioso. “Che dici?” Koneko alzò lo sguardo curioso, “Vedremo Lamia in costume da bagno.” Al ragazzo brillarono gli occhi. Il compagno sospirò rassegnato mentre invece Ryuji lo guardò storto. “Shima, sei un monaco. E poi non hai sentito Shura? Siamo in missione.” “Uffa… Non facciamo altro che questo…” “Vuoi o no diventare un esorcista?” “Ovvio ma… Insomma rilassatevi un po’!” il ragazzo sbuffò imbronciato. “Secondo voi di che missione si tratta?” Rin sbucò alle loro spalle sprizzando energia da tutti i pori. “Spero qualcosa che includa tette.” “Shima! Ancora!?”. Yukio era in testa alla fila assieme a Shura in veste di professore. “Hey paurosetto, ti vedo pallido. Ti farà bene un po’ di sole~” lo stuzzicò lei ma non ottenne alcuna reazione. “Come no…” rispose assente nascondendo il tremore delle mani infilandosele in tasca. Sentiva il fiato di Lamia sul collo. La donna camminava dietro di lui sogghignando e al suo fianco Lilith teneva ancora Mephisto in braccio come se fosse un bambolotto. Shura sbirciò in sua direzione con la coda dell’occhio fulminando l’animale aggrottando le sopracciglia.
“Eccoci qua!” la professoressa Kirigakure alzò le braccia al cielo fermandosi davanti al vialetto dell’hotel. Un coro di stupore si levò dai ragazzi davanti alla struttura. Sembrava un albergo di lusso. “Siete fortunati, questo è di proprietà dell’accademia della vera croce.” Disse la donna con una punta di irritazione. “Pizzetto, ripetimi ancora che non vuoi pagare il biglietto del treno…” sibilò Lamia vicino a Lilith. Lui sgranò gli occhi senza dire beo. Anche perché di norma gli animali non parlano. “Il preside ci ha gentilmente offerto alcune delle stanze.” Shura calcò la parola preside con astio. “Sbaglio o sembra che ce l’abbia con te?” mormorò Lilith abbassando lo sguardo su Mephisto che smise di scodinzolare. “Wow! Mi sento un miliardario!” Shima spalancò la bocca con gli occhi lucidi. “Ora forse si spiega perché prima ci fosse anche lui…” bisbigliò Ryuji, “Parli di Lord Pheles?” domandò Koneko. “Già. Strano però che non lo veda in giro…” “Se la starà spassando…”. “Bene.” Shura si voltò con le mani sui fianchi. “Chissà perché il Signor Pheles non è venuto a darci il benvenuto…” schioccò la lingua la donna per poi voltarsi e guardare di sottecchi il cane in braccio a Lilith. Yukio la guardò di sbieco per poi seguire la scia del suo sguardo e approdare alle sorelle Evangeline con un sussulto. “Ad ogni modo la missione di oggi è esorcizzare un Kraken.” Disse la professoressa con un mezzo ghigno guardando i suoi studenti pervasi da un’ondata di sgomento. “Perciò salite nelle vostre stanze e cambiatevi. Il professore Okumura vi distribuirà le chiavi.” Guardò Yukio con un cenno del capo, “Vi aspetto alla spiaggia e mi raccomando…” tornò a rivolgersi ai ragazzi guardando fisso Lilith e Lamia, “Vi voglio tutti in costume, nessuno escluso.”.
   
 
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