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Autore: Danmel_Faust_Machieri    03/12/2016    1 recensioni
Sword Art Online e i Souls Game: questa serie vuole provare a coniugare queste due componenti.
Io e il mio coinquilino abbiamo seguito Sword Art Online affascinati dall'idea su cui è stato costruito: l'essere intrappolati in un gioco. Purtroppo siamo rimasti delusi dalle potenzialità inespresse di questo anime. Essendo anche due Souls Player recentemente ci è venuta un'idea: un mondo simile a quello di SAO con un universo narrativo come un Souls. Ci è sembrato qualcosa di interessante: abbiamo creato i personaggi, studiato le meccaniche di gioco e la lore. Naturalmente ci saranno citazionismi più o meno espliciti e ci auguriamo che possa essere un'idea di vostro gradimento.
Naturalmente ci teniamo alla vostra opinione quindi non fate i timidi e fate sentire la vostra voce :)
Siamo Danmel_Faust_Machieri e Djanni e vi auguriamo buona lettura!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Erano le prime ore della mattina e Riccardo rimbalzava per le varie stanze della clinica come se fosse stata una pallina all'interno di un flipper; passava dal cerare nuovi antidoti al trasportare pozioni su e giù per le scale al controllare lo stato dei pazienti senza mai avere un attimo di riposo; Antigone e gli altri erano stati in grado di sopperire alla sua assenza nei giorni precedenti e quindi voleva dare il 110% di sé stesso per sdebitarsi con i ragazzi che lo avevano coperto ma la stanchezza, comunque, gravava sulle sue spalle. Il chierico aveva appena somministrato le prime cure ad un giocatore che aveva subito un avvelenamento pesante da parte di una Vipera Nera e si stava riposando ormai da qualche secondo su una sedia posta al di fuori della porta quando Antigone comparve dalle scale trafelata.
"Antigone?" disse Riccardo non appena la vide alzandosi dalla sedia "Cosa è successo?"
"Tempesta…" sillabò lei in mezzo al fiatone "Tempesta si è ripreso…"
Gli occhi di Riccardo si illuminarono all'improvviso e si gettò giù dalle scale seguito dalla ragazza; corsero per i corridoi e, non appena giunsero davanti alla camera in cui si trovava il colonnello, spalancarono la porta. Tempesta era disteso sul letto con gli occhi aperti che fissava il soffitto, aveva un braccio bendato al quale era attaccata una flebo e la testa fasciata; non appena sentì aprire la porta voltò lentamente il capo e guardò negli occhi i due chierici accorsi nella sua stanza.
"Symon… Grazie per essere venuto" disse lui a fatica cercando di alzarsi dal letto.
"Colonnello non si azzardi a fare il minimo sforzo" disse Antigone severa.
"Antigone ci puoi lasciare da soli?" domandò Riccardo alla collega. Lei lo guardò dubbioso poi, un po' impermalosita, si voltò e chiuse la porta dietro a sé.
"Tempesta, allora? Ti senti meglio?" chiese il chierico prendendo una sedia e mettendosi accanto al capezzale del colonnello.
"Per quanto tempo sono rimasto svenuto?" domandò il guerriero cercando di mettersi a sedere sul materasso.
"Nonostante Antigone non ci sia il consiglio del non sforzarsi rimane" lo attaccò Riccardo.
"Ah, si chiama Antigone quella gran gnocca?"
"Tempesta!"
"So che la pensi come me Symon… Comunque da quando sono qui?"
"Ormai è passata una settimana. Non appena hanno saputo che eri ferito, Linton e Salazar, hanno insistito affinché venissi mandato qui e che io mi prendessi personalmente cura di te"
"Capisco, capisco… Allora ti devo ringraziare"
"Ringrazia anche Antigone: quando io non c'ero è stata lei ad occuparsi di te"
"So io come ringrazierei quella ragazza" disse Tempesta con tono malizioso.
"Tempesta! Giuro che ti meno!" urlò Riccardo, poi tossì per riprendere un tono di voce consono all'ambiente medico "Comunque ti ricordi cos'è successo prima che tu svenissi?"
"In che senso Symon?"
"Vedi… Quando esploravate il dungeon tu e la tua squadra siete stati attaccati da un qualcosa e tutti i tuoi uomini hanno riportato i sintomi di un avvelenamento pietrificante mentre tu sei stato l'unico a subire, oltre all'avvelenamento pietrificante, un avvelenamento letale… Questo avvelenamento ti avrebbe sicuramente ucciso se non fossimo intervenuti in poco tempo…"
"Beh non ricordo molto bene quello che è successo ma temo che dei nemici ci abbiano colto alla sprovvista" provò a ricordare il colonnello massaggiandosi le tempie.
"Ecco, è quello il problema… Quando si è esplorato quel dungeon non si è trovato un solo mostro che disponesse di un simile veleno…" spiegò il chierico mentre toglieva la flebo dal braccio di Tempesta.
"Non c'era nessun mostro? Vuol dire che è stata opera di un giocatore?"
"È quello che temiamo ed è per questo che abbiamo bisogno che tu ricordi tutto ciò che puoi"
"Beh cosa vi può tornare utile?"
"Beh ci servirebbero l'orario in cui è avvenuta l'esplorazione, le porte e le stanze che avete trovato aperto o meno, i giocatori che formavano il tuo gruppo di esplorazione, se avete trovato corpi di nemici già abbattuti o cose simili"
"Eh se… Volete sapere anche quante candele accese c'erano nella stanza principale?"
"Cazzo Tempesta fai il serio… Dimmi quello che ti ricordi io cerco di scrivere giù le varie info" Riccardo dopo aver detto questo prese la sedia e si mise a sedere ad un piccolo tavolino, estrasse dal menu un foglio ed una penna che intinse subito nell'inchiostro "Allora Tempesta? Ci muoviamo?"
I due ragazzi stettero una decina di minuti a discutere e a scrivere sui vari aspetti che sembravano più rilevanti. Tempesta ogni tanto strillava e Riccardo tentava di zittirlo per il buon riposo degli altri pazienti e, ironia della sorte, in certi casi avveniva il contrario. Improvvisamente un suono acuto, simile ad un bussare, irruppe nella loro "tranquillità". Il colonnello sobbalzò sul letto mentre il chierico si volse sicuro verso la finestra e, dopo aver scostato le tende, vide un corvo che picchiettava sul vetro della finestra con il becco nero; Riccardo allora lo fece entrare e lui, svolazzando, arrivò a posarsi sul tavolino dove, fino a poco prima, era seduto il ragazzo.
"Ma sei pazzo Symon?! Lasci entrare certi animali all'interno di un ospedale?!"
Il chierico però non degnò il colonnello di una minima risposta, si avvicinò all'animale e, digitando qualche tasto su di esso, fece comparire un menu e, dopo aver digitato alcuni comandi, il foglio dove aveva appena scritto le info riportate da Tempesta  scomparve dalle sue mani e alla zampetta destra del corvo comparve un foglietto arrotolato e legato ad essa mediante un nastrino nero. Il corvo si alzò nuovamente in volo ed uscì dalla finestra svanendo all'orizzonte.
"Mi puoi dire che diavolo è successo?" Domandò Tempesta a Riccardo ma lui era ancora assorto nel contemplare quelle piume nere che scomparivano nel grigio del cielo. 

Erano passati ormai quattro giorni dalla sconfitta dell'armatura posseduta Nemonis e la prima linea stava ancora esplorando il piano 26 alla ricerca di luoghi di interesse, città e, soprattutto, alla ricerca del dungeon che celava l'arena della boss-fight. Lorenzo stava guidando una spedizione attraverso una piccola foresta, accompagnato da Alessandro e qualche player appartenente alla gilda del Sangue di Drago tra cui si trovavano Feril, il ragazzo che aveva avuto qualche battibecco con Nicolò, e Eri, una ragazza che si era fatta notare presto da Linton per le sue doti in battaglia e si era fatta notare dai giocatori maschi per altre caratteristiche.
I due ragazzi a capo del gruppo continuavano a scambiarsi occhiate piuttosto eloquenti riguardo la ragazza alle loro spalle. Lorenzo era fidanzato e quindi premeva sul coraggio dell'amico affinché ci provasse ma lui continuava a desistere.
"Uff… Noioso… Comunque, fino a qualche mese fa ci impiegavamo molto meno ad esplorare un piano" osservò Lorenzo mentre scostava i rami di alcune piante per agevolare il suo passaggio.
"È anche vero che la prima linea si è molto assottigliata in questo ultimo periodo… Alla boss-fight non arrivavamo nemmeno a 100 giocatori… La differenza inizia a farsi sentire" disse Alessandro che non scostava gli arbusti ma li abbatteva a colpi di spadone.
Il bosco era abbastanza fitto e i vari giocatori in armatura pesante facevano fatica a passare attraverso la vegetazione; il monaco in testa al gruppo si divertiva a guardare i giocatori impacciati che non riuscivano a stargli al passo e si stupiva di come il suo amico barbaro riusciva a rimanere sempre accanto a lui nonostante, di tanto in tanto, cercasse di distaccarlo aumentando il ritmo dell'andatura.
"Gli altri non stanno esplorando 'sto piano vero?" chiese Alessandro a Lorenzo.
"Se non sbaglio no: Symon sta dando una mano in clinica, Mineritt si dovrebbe allenare con Linton e Orpheus al momento ha lezione ma poi dovrebbe andare a studiare l'arena della scorsa boss-fight" spiegò il monaco mentre estraeva dal suo menu una borraccia d'acqua.
"Sono proprio curioso di vedere come si comporta la nuova magia di Mineritt… Magia Arcana… Sembra potente!"
"Già… Chissà… Però avere con se delle armi o delle abilità così potenti potrebbe attirare l'invidia di altri giocatori… Come ad esempio l'Artiglio che ha Orpheus..."
"Disse l'uomo il quale equipaggiamento è, oramai, totalmente, esclusivo…" sospirò Alessandro mentre mangiucchiava un pezzo di pane.
Era dalla prima mattina che stavano esplorando e ancora non si erano concessi una pausa, stavano cercando un luogo in cui fosse possibile fermarsi senza paura che un gruppo di nemici li sorprendesse all'improvviso; ma, dopo una ventina di minuti, giunsero in una radura al centro della quale si trovava un'enorme quercia. Il gruppo di esplorazione si avvicinò ad essa e la analizzò da vicino finché Eri non urlò "Qui c'è qualcosa!"
Gli altri si avvicinarono alla ragazza e la videro indicare un largo buco celato dalle radici della quercia.
"È una galleria sotterranea… Chissà cosa si cela là sotto…" disse Lorenzo analizzando attentamente.
"Beh possiamo esplorarlo subito no?" chiese Feril in modo insistente.
"A dire il vero non possiamo; siamo stati incaricati di limitare le nostre esplorazioni a questo bosco e non sappiamo se al di sotto di questa quercia si nasconde un vicolo cieco o un nuovo dungeon" spiegò Alessandro con voce severa.
"Mi sembra una cosa insensata" sbuffò Eri.
"Queste sono le regole fatte dal generale, punto e stop"  tagliò corto Lorenzo allontanandosi da quella pianta.
Alessandro seguì subito il monaco mentre gli altri giocatori esitarono a raggiungere i due ragazzi a capo del gruppo ma, vedendo ciò, il barbaro si voltò e urlò "Allora?! Ci muoviamo?!" attirando a sé i ragazzi rimasti indietro.
L'esplorazione proseguì indisturbata fino a quando il gruppo non uscì dal bosco arrivando su un sentiero che era già stato esplorato da un altro gruppo di ricerca.
"Beh credo che per oggi sia tutto finito" iniziò a dire Lorenzo "Appena torneremo dal generale faremo rapporto e sentiremo per l'esplorazione di quei cunicoli al di sotto della quercia; fino ad allora siete liberi di andare"
I ragazzi si dispersero in fratta: alcuni utilizzarono dei Marchi del ritorno mentre altri decisero di procedere lungo il sentiero fino a raggiungere la prossima città, mentre Lorenzo e Alessandro si fermarono al limite bosco e si sedettero su due rocce.
"Che ore sono?" chiese Alessandro all'amico.
"Sono le 13:57… Ormai Nicolò avrà finito le sue lezioni, no?" disse Lorenzo.
"Sì, ormai starà andando ad esplorare la stanza del boss…"
"Credi che il pesce abbia abboccato?"
"Erano gli uomini che Tempesta aveva con sé e, se le nostre teorie sono giuste, dovrebbe filare tutto liscio"

"Allora… Cos'è cambiato nel menu delle tue abilità?" domandò Linton guardando negli occhi Camilla. 
"Sono state rimosse tutte le abilità relative alla magia elementare ed è stato introdotto un nuovo "albero" di abilità relativo alla Magia Arcana però… Il costo dei vari gradi di abilità è il triplo rispetto a quelle normali" comunicò Camilla mentre osservava il menu delle abilità che aveva appena aperto difronte a sé.
"Quindi puoi avanzare di un grado utilizzando 3 punti?"
"Temo di sì…"
"Vabbé dai… Non stiamo a pensarci su e testiamo i tuoi poteri" Linton digitò su qualche pulsante e, davanti a Camilla, comparve una richiesta di sfida in modalità allenamento; la ragazza accettò e afferrò saldamente il suo scettro.
"Nella modalità allenamento i nostri attacchi non ci infliggeranno danni agli HP quindi potremo non trattenerci e utilizzare le nostre abilità al massimo" spiegò Linton mettendosi in posizione.
"Va bene… Proviamo subito!" Camilla tese la punta dello scettro verso il generale e, davanti ad essa, si generò una sfera gialla che venne prontamente scagliata contro Linton. La paladina cercò di parare il colpo con lo scudo avvolto da una leggera patina di oscurità ma, nonostante la sfera venne deviata, il generale capì che quel colpo avrebbe causato dei danni in un combattimento qualsiasi.
"Strana questa cosa…" disse Camilla osservando la punta del suo scettro.
"Cosa c'è Mineritt?" domandò la donna abbandonando la posizione di guardia.
"Quando veniva utilizzata dall'anima di Nemonis il "colore" della magia Arcana era azzurro… Invece la sfera che ho appena scagliato era gialla… Quale potrebbe essere la causa di ciò?" si domandò la maga.
"Mmm… Non ti saprei dire… Potrebbe essere una cosa legata al tuo livello di incantatrice, oppure relativa alla tua classe… Ci sono troppe variabili; non è che la descrizione dell'oggetto con cui hai ottenuto questo potere potrebbe rivelarci qualcosa?"
"Mi sembra di ricordare che si parlasse solo dell' "Aura"…" meditò Camilla chiudendo gli occhi per riflettere.
"L'aura… Se non sbaglio è una specie  di energia che ha ognuno di noi; secondo alcuni questa ha un colore diverso a seconda di ogni persona. Potrebbe essere che il giallo sia il colore della tua aura!" osservò il generale.
"Potrebbe essere… Pensa un po': il giallo è anche il mio colore preferito!" esultò la ragazza concentrando le energie sulla punta dello scettro formando lì una piccola fonte di luce gialla.
"Beh, per alcuni studiosi le due cose sono fortemente legate!" osservò Linton impugnando saldamente la spada "Allora; dopo questa breve dissertazione possiamo riprendere?"
"Certo Linton!" disse la ragazza impugnando nuovamente lo scettro e preparandosi alla nuova offensiva.
Poi, improvvisamente, un rumore irruppe nella loro tranquillità. Le due ragazze si voltarono di colpo e videro comparire dalla boscaglia Zarathustra.
"Generale, Mineritt" le salutò lui con un profondo inchino.
"Zarathustra!" esclamò Camilla sorpresa "Cosa ci fai qui?"
"Sono qui per parlare con il generale" sorrise lui mentre la maga sentiva montare dentro di sé una vaga invidia nei confronti dell'amica.
"Cosa c'è Zarathustra?" domandò Linotn appoggiandosi alla spada.
"Orami è ora… Conviene che ci si avvii"
"Capisco" disse il generale guardando l'ora sul proprio menu "Allora mi dispiace Mineritt ma dobbiamo andare"
"Andare? Ma dove?" domandò lei confusa.
"Uff… Orpheus aveva detto di non dirti niente ma, a questo punto… Dai vieni con noi" disse Zarathustra voltandosi e iniziando a ripercorrere la strada dalla quale era venuto.

Nicolò stava osservando con attenzione ogni singolo centimetro dell'arena. Osservò il luogo in cui avevano trovato la Spada di Antras e notò che, in quel punto, le lastre di marmo che formavano il pavimento erano sconnesse e la terra che si intravedeva sotto di loro era smussata. "Qui sotto ci deve essere qualcosa" pensò il bardo "Ma dubito che si possa scavare o simili" poi passò in rassegna i vari muri alla ricerca di qualche informazione ma, come era prevedibile, non trovò nulla di rilevante; poi, all'improvviso, un rumore sordo risuonò all'interno di quella stanza. Nicolò si voltò rapidamente alla ricerca della fonte di quel suono ma non vide nulla. Si girò verso la porta dalla quale era entrato ma poi si sentì scagliare verso sinistra da un colpo incredibilmente forte; sbatté contro il muro dell'arena e, quando si rimise in piedi mezzo acciaccato, vide la sua barra degli HP vuota per 1/4 e ergersi davanti a lui Feril che impugnava la sua ascia bipenne macchiata del sangue del ragazzo.
"È veramente un atteggiamento vile colpire qualcuno alle spalle" osservò Nicolò rialzandosi.
"Ed è proprio da stupidi venire in un luogo simile da solo caro il mio Orpheus… Soprattutto quando ci sono dei player killer in giro" disse il barbaro appoggiandosi l'ascia sulle spalle.
"Player killer come te?" commentò il bardo con un sorrisetto sulle labbra.
"Ahahahah! Preparati a dire addio a questo e all'altro mondo!" Il barbaro si avventò sul ragazzo che fece in tempo ad intercettare il suo colpo con la falce.
"Ti devo ricordare che ti ho già sconfitto una volta?" urlò Nicolò mentre stringeva il pugno destro dove era equipaggiato l'artiglio di Mneninn.
"Peccato che allora non potevo usare al massimo le mie forze… Oggi finalmente posso combattere per ucciderti!"
Feril continuava ad attaccare furiosamente il bardo che però schivava prontamente ogni fendente, ogni assalto, ogni singolo colpo che il nemico cercava di mettere a segno; eppure Nicolò non reagiva, non cercava di ferire il suo avversario, si limitava a schivare e parare facendo solo imbestialire ulteriormente il barbaro.
"Smettila di difenderti! Attacca! Sto cercando di ucciderti! Devi rispondere oppure ti ucciderò!" gli occhi di Feril erano iniettati di sangue e pretendevano una reazione da parte del bardo.
"Cosa vuoi da me?" domandò Nicolò indietreggiando.
"Una mia conoscenza è molto interessato al tuo artiglio ma non ha la minima intenzione di sborsare un soldo per esso"
"E tu sei disposto a pagare il prezzo al posto suo? Sei disposto ad uccidere per lui?!"
"Questi sono affari che non ti riguardano… Ma tu, perché non lotti? Perché non cerchi di salvare la tua vita?!"
"Non ucciderei mai nessuno, mi lascerei uccidere piuttosto!"
"Buono a sapersi!" il barbaro scattò avanti improvvisamente e colpii con una spallata la difesa del ragazzo facendolo cadere rovinosamente a terra. Gli HP di Nicolò scesero al di sotto del 50%. Feril si avvicinò sul ragazzo a terra e posò il suo piede sinistro sulla sua testa, reggeva l'ascia nella mano destra e la sollevò in modo da poter tagliare il suo collo di netto come facevano i boia. 
"Sottovaluti l'importanza della tua vita… E non meriti di averla!"
"Tu non hai capito nulla…" sbiascicò il bardo.
"Cosa?"
"È vero… Piuttosto che uccidere io mi lascerei sempre uccidere… ma, prima, non ci devono essere altre opzioni…"
"Cosa intendi…" le parole del barbaro si sospesero quando il mondo iniziò a traballare intorno a lui, la vista si annebbiò e le sue palpebre divennero pesanti. Il barbaro cercò di sferrare comunque il colpo ma si sbilanciò e cadde all'indietro. Il bardo si alzò e osservò Feril mentre cadeva a terra "Che cazzo mi hai fatto bastardo?!" disse lui e, in quel momento, vide che dall'artiglio equipaggiato alla mano destra del ragazzo stava sgocciolando dell'inchiostro nero che si spargeva a terra formando una pozza di inchiostro dalla quale si sollevava un fumo nero.
"È solo l'incantesimo di Darkness Sonno… Ora ti addormenterai per un po' e, quando ti sveglierai, sarai in una cella della prigione alla Città d'Inizio… Sai, Salazar e Linton sospettavano di te riguardo all'attacco del gruppo di Tempesta. Eri all'interno della squadra di esplorazione e hai utilizzato lo stratagemma più vecchio del mondo: hai avvelenato il cibo di tutti; hai poi aspettato che il veleno pietrificante facesse effetto su tutti, dopo hai somministrato il veleno letale a Tempesta e tu ti sei auto-avvelenato. Non avevamo però la certezza che fossi stato tu a mettere a segno il colpo così abbiamo chiesto a Hamlaf e Gabél di reclutare per la loro esplorazione di oggi tutti i giocatori del team di Tempesta, sapevamo che un player killer sarebbe stato interessato a degli oggetti rari come quelli che possiedono alcuni membri della gilda Vitriol ma non ti potevi esporre né con Hamlaf né con Mineritt dato che erano in compagnia di altri giocatori… ma, sentir dire che io ero solo in un posto come questo… Beh ti ha attirato fin troppo bene"
"Sei un bastardo…" sussurrò il barbaro mentre si addormentava.
Nicolò aprì il menu e scrisse un messaggio rivolto a Linton e Zarathustra dove gli diceva di raggiungerlo poi, dopo aver inviato il tutto, si fermò ad osservare la sua mano destra dove l'occhio verde di Mneninn sembrava osservarlo a sua volta: quell'equipaggiamento era veramente meraviglioso, pensò tra sé e sé, e probabilmente altri, di lì a poco, si sarebbero interessati al suo artiglio e agli equipaggiamenti dei loro amici. Guardò il barbaro mentre dormiva e, dopo aver acceso la sua pipa, si sedette a fumare nell'attesa di Linton e Zarathustra.

"Tu sei un cretino!" Urlò Camilla "Come hai potuto esporti così tanto?!"
La gilda Vitriol, come di consueto, si era riunita alla taverna di Mecho alla fine della giornata.
"Suvvia! Non è stato così pericoloso!" ridacchiò Nicolò per poi bere dal suo calice.
"Ti preoccupi sempre troppo! È per questo che Nico non ti voleva dire niente" disse Lorenzo celando le sue labbra dietro al boccale.
"E voi invece eravate tutti a conoscenza del piano?" domandò la ragazza. Un annuire generale rispose alla sua domanda.
"Uffa…" sbuffò lei infastidita dal fatto che i ragazzi non avessero condiviso con lei le loro intenzioni.
"Dai Camilla! Non ti volevamo far preoccupare e, allo stesso tempo, non volevamo che tu corressi rischi inutili" spiegò Nicolò sorridendo.
"Va bene… Per questa volta passa… Ma non mi dovete più nascondere nulla! Intesi?" e un secondo annuire collettivo rispose al posto delle parole.
"Ora però spiegatemi come vi siete comunicati i nomi dei player che facevano parte del team di Tempesta in così poco tempo" continuò a domandare la ragazza.
"Molto semplice" iniziò a dire il bardo aprendo il palmo della mano su cui era equipaggiato l'artiglio di Mneninn "Così" e, dopo aver detto quella parola, sul palmo dell'artiglio iniziarono a correre delle piccole strisce di inchiostro che si unirono poi tra loro formando una sfera di oscurità che prese poi la forma di un corvo.
"Ma quella è…" iniziò a dire la maga.
"Un'Anima Nera" spiegò Riccardo "È un'incantesimo che possiedono tutte le magie elementari. Mediante esso si da una forma di animale all'elemento che si controlla sacrificando dei punti di Mana fin quando l'animale è in "vita"; questi poi è utili a trasportare oggetti e simili poi…"
"Riccardo" lo interruppe Camilla "So cos'è quell'incantesimo" prese in mano il suo scettro e generò in cima ad esso una fenice di colore giallo "Anche io possiedo questo tipo di incantesimo, solo che il mio si chiama Anima Arcana"
"Ah…" disse Riccardo metter gli altri ragazzi intorno al tavolo scoppiarono a ridere.
"Abbiamo usato l'Anima Nera di Nico per farci recapitare da Riccardo le info che aveva raccolto da Tempesta, poi io, Nico e Lore abbiamo analizzato il tutto e abbiamo capito che il colpevole si doveva trovare all'interno della squadra di tempesta così abbiamo architettato questo piano" spiegò Alessandro "Linton e Zarathustra sono stati poi informati da Lorenzo e, quando Nico ha "sistemato" Feril, loro erano già pronti al di fuori del dungeon"
"Ora capisco" disse Camilla bevendo dal suo bicchiere "E cosa ne sarà di Feril?"
"Già da ora è rinchiuso nelle carceri di questa città e non potrà fare alcun che per uscire da lì" spiegò Nicolò.
"Ragazzi io vado" disse Lorenzo alzandosi dalla tavola "Domani abbiamo lezione presto e, dopo la figuraccia di qualche giorno fa, eviterò di fare tardi per un po'" spiegò il monaco.
"Mi aggrego a te " disse Camilla.
"Aspettate vengo con voi!" esclamò Riccardo "Ci vediamo domani!" 
I ragazzi si salutarono tra loro e al tavolo rimasero solo Nicolò e Alessandro.
"Nico ti senti bene?" domandò il barbaro osservando un attimo l'amico.
"Stavo ripensando ad una cosa che mi ha detto oggi Feril" spiegò lui.
"Cioè?"
"Quando gli ho detto che preferirei morire piuttosto che uccidere mi ha risposto che sottovaluto troppo la mia vita"
"Beh… Non so cosa dirti… Secondo me hai detto la cosa giusta; tu non sottovaluti la tua vita ma rispetti profondamente quella di tutti"
"Grazie Ale" disse il bardo appoggiando il bicchiere sul tavolo "Ma alle volte mi chiedo: non sarebbe giusto cercare di sopravvivere fino all'ultimo, anche se ciò volesse dire sacrificare gli altri?"
"Credo che tu conosca già la risposta… Sbaglio?" sorrise il barbaro.
"Non sbagli" sorrise a sua volta il bardo "Credo di aver bisogno, ogni tanto, di ricordarmi delle ragioni che mi spingono avanti e dei miei ideali"
"Beh è giusto ogni tanto mettersi in dubbio, soltanto gli stolti non lo fanno mai!"
"Davvero, grazie mille Ale" disse Nicolò alzando il bicchiere come a proporre un brindisi; Alessandro brindò con lui e passarono quella notte a chiacchierare del più e del meno come sempre facevano nel mondo reale dopo le 2 di notte.
   
 
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