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Autore: PrincessintheNorth    03/12/2016    2 recensioni
Sono passati tre anni dalla caduta di Galbatorix.
Murtagh é andato via, a Nord, dove ha messo su famiglia.
Ma una chiamata da Eragon, suo fratello, lo farà tornare indietro ...
"Eragon?" fissai il volto di mio fratello nello specchio incantato. Era contratto dall'ansia e dal dubbio.
"Ciao" mormoro'.
"Che succede?" chiesi insospettito. Sentii Belle piangere, ma ci stava già pensando Katie.
"é ... ti riguarda molto. Molto. Devi tornare immediatamente."
Se vi ho incuriositi, passate a leggere!
Genere: Angst, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Morzan, Murtagh, Nuovo Personaggio, Selena, Un po' tutti | Coppie: Selena/Morzan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il POV di oggi é della guardia del corpo di Katherine, Kevan, che abbiamo già incontrato prima :)

Detto questo ... 

NON LINCIATEMI, PLEASE. 






KEVAN
 
 
Era tutto il giorno che nel palazzo di Winter Manor c’era un trambusto inconcepibile, e non capivo perché.
Tutti sembravano su di giri, eccitati per qualcosa, le donne ridacchiavano come tredicenni alla prima cotta e gli uomini facevano battutine squallide.
Mah.
Ero appena ritornato da una missione di sei mesi ai confini del regno, quindi doveva essere successo qualcosa di eclatante.
A quel punto fermai una donna, anche lei su di giri.
- Perché l’intero castello è in fermento? – chiesi.
Lei mi rivolse un sorriso estasiato. – Sei mesi fa il Cavaliere Murtagh si è deciso a chiedere la mano della Principessa Katherine. E lei ha detto si! Oggi è il giorno delle nozze, anzi, manca meno di un’ora alla cerimonia, e tutto dev’essere perfetto.
Cosi dicendo, se ne ando’ per la sua strada, con in mano un cesto di fiori, mentre il mio cuore si infrangeva in mille schegge di vetro, tanto che dovetti reggermi.
Non era possibile.
Un anno prima, quando la Principessa e quell’idiota si erano innamorati, avevo creduto che non potesse essere vero, Katherine non poteva essere tanto cieca e stupida da cedere alle moine di un bellimbusto simile.
No, no, no …
E ora, stava per diventare sua moglie, ed ogni possibilità che avevo di dichiararmi a lei sfumava.
Non so quanto tempo rimasi immobile, bloccato dal rompersi del mio cuore.
Solo che a un certo punto vidi re Derek, con la corona che non metteva mai e un mantello bordato di ermellino, dirigersi a passo spedito e con un sorriso smagliante verso gli appartamenti della sposa.
E, controvoglia, mi diressi verso la sala del trono, dove si sarebbe tenuta la cerimonia.
Lo scranno regale era stato tolto per la funzione,e faceva strano vedere quella sala addobbata a festa, con fiori, festoni di fiori e illuminata dal sole splendente.
Quell’idiota del Cavaliere Rosso era già li, vestito come un principe, con degli aderenti pantaloni neri, come la giacca che indossava, un mantello rosso e la spada, contenuta nel fodero rosso, assicurata alla cintura.
Sorrideva, di sicuro pensando al privilegio che stava per ottenere e del quale avrebbe goduto quella stessa notte.
Non poteva essere vero …
Sperai fino all’ultimo che fosse un sogno.
Poi le trombe squillarono, ad annunciare l’ingresso della sposa, la Principessa Katherine del Nord.
Era accompagnata dal padre, che stava alla sua destra, e dal fratello, l’erede al trono, Alec del Nord.
Era bellissima, con i capelli sapientemente acconciati ed un delicato diadema di foglie d’alloro dorate, un abito bianco che brillava tanto che sembrava fosse fatto di polvere di stelle ed il mantello di pelliccia di lupo, che solo principesse e regine potevano indossare.
Venne condotta dall’idiota, che la prese per mano, e un moto di gelosia mi percorse le budella.
Lei era mia.
- … marito e moglie. – disse il re, commosso. Non mi ero nemmeno accorto della conclusione della cerimonia, tanto ero concentrato sull’odiare il criminale che stava entrando nella famiglia reale.
Un disonore.
Una disgrazia.
Una vergogna.

- Puoi baciare la sposa.
A quel punto il figlio di Morzan le mise le mani sui fianchi e la baciò, ed era definitivamente sua.
E non avevo piu possibilità.
 
Uno dei miei doveri come guardia del corpo della Principessa era stare fuori dalla sua camera, giorno e notte.
La notte era a giorni alterni, e il giorno prima purtroppo era toccato a Julius.
Le mura del castello erano spesse, le porte anche, ma non abbastanza da non permettermi di sentire tutto della prima notte di nozze.
Il giorno dopo, rassegnai le dimissioni.
Non avrei retto un’altra notte simile a quella.
 
 
 
Un urlo acutissimo squarciò la quiete della notte, mentre entravo nel castello dopo la missione di nove mesi in una provincia del sud del regno.
Preoccupato, lasciai il cavallo nelle scuderie e corsi dentro, fermando una donna che portava tra le braccia dei teli bianchi.
- Cosa succede?
- Il parto!
- Parto?
- L’unione di Lady Katherine e del Cavaliere Murtagh è benedetta! Gli dei gli hanno concesso un figlio ad appena un mese dalle nozze! È molto raro che un figlio arrivi tanto presto, è un segno degli dei, sono felici dell’unione! Molto probabilmente è un maschio!
A quel punto, le mie speranze erano decisamente andate.
Un matrimonio si poteva sempre distruggere, ma questo prima del concepimento.
Un bambino li avrebbe legati ancora di piu, un maschio, poi …
Per inerzia, seguii la donna, fermandomi alla porta della principessa.
- TIRATE-FUORI-QUESTO-BAMBINO! – strillo’ lei, le lacrime agli occhi.
- Sta calma, amore. – la rassicurò il marito, baciandole la guancia. – Passerà presto … stai andando benissimo, sei bravissima …
Le posò una mano sul petto, mormorando un incantesimo.
- Dovresti sentire meno dolore, cosi.
Le ore passarono lente, e a mezzanotte, un urlo piu forte degli altri, seguito dal primo vagito, segnò la nascita del bambino.
- È una bambina, amore mio … - sentii l’idiota dire. – è bellissima, tesoro, è perfetta … ciao, piccolina … Katherine, è Belle …
Una bambina.
- Non … Belle … - ansimò Katherine. – Belle … Selena. Dammela …
- Eccola qui, tesoro.
A quel punto, sentii Katherine singhiozzare di gioia.
- Benvenuta, piccola Belle … benvenuta, principessa.  
 
 

- Pensieri profondi?
La voce di una donna mi riscosse dai miei ricordi.
Alzai lo sguardo verso di lei.
Era una ragazza di circa ventiquattro, venticinque anni, alta e bellissima.
Indossava un ricco abito rosso e oro, e una collana tempestata di pietre preziose.
- Buongiorno, Maestà.
Chinai leggermente la testa.
-   Posso sedermi?
- È casa vostra, no?
Si sedette accanto a me.
- Comprendo i tuoi pensieri … - sibilò acidamente. – Sono il riflesso dei miei.
- Perdonatemi?
- Murtagh disse di amarmi. – ringhiò. – Lo dimostrò piu volte. E poi se n’è andato, dicendomi che sarebbe tornato. Ed è tornato con una sgualdrina e quel mostriciattolo di bambina.
Fissò con astio la famigliola che giocava a circa cento metri da noi: l’idiota abbracciava Katherine, che teneva in braccio la piccola, e si divertivano a sfiorarle il viso con un giglio, che Belle cercava di afferrare.
A circa dieci metri, Morzan e Selena li guardavano abbracciati.
Ormai era un mese che eravamo li.
- Chiamate di nuovo le Loro Altezze Reali le Principesse del Nord e di Winterhaal in tali modi e vi farò pentire di essere nata. – sibilai mettendo mano alla spada. – Non approvo quel matrimonio, ma se Katherine é felice allora quest'unione é la mia felicità.
- Poco importa … sono dell’idea di prendermi sempre ciò che mi spetta. E tu, amico mio, meriti di piu di un cuore spezzato.Meriti una Principessa. Una come Katherine … si, ho visto come la guardi. – sorrise. – Aiutami, e l’avrai. Non avrai nemmeno la bambina tra i piedi.
- E in cosa consisterebbe il vostro piano, sentiamo?
- Non lo immagini? – fece una risatina sciocca. – Farò si che un mago annebbi la mente di Murtagh quanto basta per spingerlo a ripudiare Katherine, dichiarare Belle sua figlia illegittima e sposare me. A quel punto avrai Katherine.
- Mi chiedete dunque di agire contro la donna a cui ho giurato fedeltà.
- Una piccola deroga, non chiedo altro.
- Mi chiedete di tradire.
- In parte.
- La vostra idea è allettante … ma mi vedo costretto a rifiutare. Anche se non merita niente di ciò che ha, preferisco sentirli scopare ogni notte piuttosto che strappare Belle dalle braccia dei suoi genitori. Il Cavaliere potrà anche non amare Katherine, ma state certa che ama sua figlia. Gli fareste solo del male.
La vidi arrossire di rabbia.
- Vi do un consiglio da amico: cercate l’amore altrove, e non la vendetta. 
 
 
- Uuuuuuuuhhh … - fece il Cavaliere, facendo giocare la neonata, che rise.
Bussai, e quando lui diede il permesso, entrai.
Katherine non c’era.
- Kevan! Che succede? – sorrise alla piccola che teneva tra le braccia.
- Devo parlarvi. – confessai.
Poco importava ormai che sapesse dell’amore che provavo per Katherine.
Doveva sapere dei piani della regina, che avrebbe attuato con o senza di me.
- Dimmi.
- È … la regina.
- Nasuada?
- Mmh.
- Che ha fatto? – sospirò. – Ha insultato Katherine e lei l’ha presa a pugni?
- No … niente del genere, signore.
Aggrottò un attimo la fronte. – E allora cosa?
Deglutii. – Nel pomeriggio, mi ha avvicinato … mi ha detto di un piano per il quale intendeva chiedere ad un mago di annebbiarvi la mente … e …
Chiuse gli occhi per un secondo, mentre si arrabbiava ogni secondo di piu.
- E, Kevan?
- E in tal modo vi avrebbe costretto a ripudiare la Principessa Katherine, dichiarare la Principessa Belle figlia illegittima e a sposare lei. – confessai in fretta.
Rimase in silenzio per almeno cinque secondi, un silenzio tombale interrotto solo dai versetti della bambina.
- Non serve che tu dica perché l’abbia chiesto a te. – disse. – Sappiamo entrambi benissimo cosa provi per Katherine. Sappi però che non ho nessuna pretesa su di lei, né l’ho mai avuta. – aggiunse guardandomi dritto in faccia. – L’ho sposata perché la amo.
E fu impossibile non credergli, perché il fervore e la sicurezza che animavano il suo sguardo e le sue parole valsero piu di mille promesse.
E seppi che le Principesse, con lui, erano amate e al sicuro.
- Anzi … ti dispiacerebbe accompagnarmi dalla regina? – disse, e vidi che i suoi occhi lampeggiavano di rabbia.
- Ma, signore … e la bambina?
- Non preoccuparti.
Uscimmo dalla stanza e affidò Belle ad una balia, dicendole di restare in camera e di dare la piccola a Katherine non appena fosse tornata, poi proseguimmo verso la sala del trono.
- Signore, attendete che l’annunci … - lo pregò un paggio.
- Sta zitto! – ringhiò. – Credo che tu mi conosca abbastanza bene da sapere quando tenere a freno la lingua.
Entrammo nella sala del trono, su cui era seduta la regina, intenta a rimirarsi in uno specchio.
- Oh, Murtagh! Ti attendevo. – ridacchiò, vanitosa come poche.
- Sta zitta. – sibilò. – Mi hanno riferito del tuo piano …
- Oh, quello … comunque ottimo lavoro, Kevan. – rise e mi sentii ghiacciare il sangue nelle vene.
Non era possibile.
Il Cavaliere si voltò verso di me, con un’espressione stupefatta.
- Non guardarlo cosi, tesoro. – commentò lei. – Non sapeva che stava facendo esattamente quello che serviva a me.
- BUGIARDA! – gridai indignato. – Mi hai chiesto di collaborare, e io ho rifiutato!
- Sapevo che l’avresti fatto … i soldati del Nord sono cosi, leali e incorruttibili, anche se li si tenta con la donna dei loro sogni. – rise. – Era ovvio che saresti andato a dirglielo … ed era altrettanto ovvio che sarebbe venuto qui.
- Kevan, vattene. – disse in fretta, mettendo mano alla spada. – Avverti Morzan e mia madre, proteggi Katherine e Belle, tornate immediatamente al Nord, con i draghi. Cavalca il mio. Hai il permesso.
- Signore? – sussurrai sconvolto.
- ORA!
Contravvenni al suo ordine e non mi mossi dal suo fianco.
- Che stai facendo?
- Non vi lascerò combattere da solo.
Le porte di onice della sala del trono si spalancarono, facendo entrare almeno cento uomini, con armature nere e drappi viola a coprirgli naso e bocca.
Non indossavano guanti, e ciò mi fece capire che erano maghi.
Nemmeno un Cavaliere sarebbe riuscito a sconfiggerli tutti.
Sarebbe morto per la fatica dell’incantesimo.
Nonostante non avessimo la minima possibilità, combattemmo.
Lo scontro fu breve: riuscimmo ad ucciderne almeno quindici, ma a quel punto eravamo entrambi talmente debilitati che non ci misero niente ad immobilizzarci.
- Qualcosa da dire, amore mio? – sorrise malevola la regina, avvicinandosi a Murtagh, che la fissò con odio, tenendolo per il mento.
- Lascia andare lui e fa che recapiti un messaggio.
Nasuada soppesò la questione, poi annuì. – Come desideri. Liberatelo.
- Kevan … - sussurrò alzando gli occhi su di me. Erano pieni di lacrime. – Di a Katherine che la amo, di non dimenticarlo mai … che amo nostra figlia.
Dille di non preoccuparsi per me.
Di … di a mio padre che lo perdono … non voglio nemmeno sapere il perché … ma digli che lo perdono. Di a mia madre che le voglio bene. Avverti Eragon, Saphira, Arya, Roran e Katrina. Scappate. Proteggi Katherine e Belle a costo della vita.
Annuii in fretta.
- Giuralo …
- Lo giuro, Cavaliere.
Annuì, e vidi una lacrima scivolargli lungo la guancia.
- Grazie. – sussurrò, poi un mago recitò un incantesimo.
I suoi occhi divennero prima di ghiaccio, poi tornarono normali, seppur annebbiati.
Era perduto. 

































 
   
 
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