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Autore: ten12    04/12/2016    1 recensioni
"Esistevano cinque ordini dello spirito. Alcuni di essi hanno assunto, nel tempo, l'aspetto di casate. Ogni ordine viveva in armonia con la natura ed infondeva il corpo dei suoi accoliti con il respiro dei cinque dei. Il loro obiettivo era proteggere e governare secondo i costumi e le caratteristiche della divinità protettrice. Ma negli anni gli ordini persero la loro purezza e divennero altro, opprimendo i sudditi ed uccidendosi tra loro. Finché la ribellione non scoppiò. Oggi, come sapete, l'ordine dell'Aquila, che magari voi chiamate famiglia, è distrutto e dalle sue ceneri è nato l'impero dei comuni e, come alcuni dei miei lettori forse sapranno meglio di me, esso sta battendo alle nostre porte avido di potere..." Estratto dal libro "La nascita del terrore" di joguntas Wart.
Genere: Avventura, Fantasy, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Parabellum'
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Historia

 

"Qualche millennio fa si formarono i cinque ordini. Ognuno di essi aveva un aspetto e dei metodi talmente diversi da non avere nemmeno una reale definizione comune. Gli Esploratori dell'Aquila: nati dalla necessità e dalla curiosità di studiare le terre del continente ancora sconosciute. La Famiglia dell'Orso: composta da fabbri eccelsi i cui natali avevano avuto luogo sulla leggendaria montagna vivente Kjita. Le Tribù degli Scorpioni: divise sin dalla nascita ma sempre pronte a sostenersi a vicenda per sopravvivere, e vivere, nel loro ostile deserto. La Corporazione delle Volpi: unione dei mercanti e dei navigatori in un solo esercito di ruvidi marinai. Infine, l'Ordine dei Lupi Boreali: figli della feroce persecuzione di un tiranno dell'oltremare ed incorruttibile ordine di soldati e cavalieri. Secondo alcune teorie i poteri furono garantiti a ciascuno di loro dopo il consulto degli "dei". Secondo altri ogni singolo gruppo trovò la sua strada tramite un lungo percorso di attenti studi. È però indubbio che una forza esterna si è inserita nel processo di formazione per ciascuno e che..." Joguntas smise di camminare per l'aula semicircolare. Gli assi di legno vecchio e consumato del pavimento scricchiolarono sotto il suo peso mentre camminava verso il nuovo arrivato. Aprì la porta dell'aula e se la richiuse alle spalle chiudendo fuori l'ingombrante pubblico di allievi di cui aveva interrotto la lezione. Guardò il giovane tutto speranzoso con gli occhi azzurri gioiosi e vispi e lisciandosi con la lunga barba bianca "Allora?" Godwyn, già vestito nella sua nuova uniforme, alzò il diploma fingendosi impassibile "AAAAAH! SI!SI!SI!" Urlò Joguntas con i pugni alzati. Godwyn sorrise di gioia ed abbracciò il professore. Joguntas, ancora più su di giri del vecchio alunno si staccò e lo guardo negli occhi "Tu mi dai una mano con le mie ricerche ora. Lo sai questo vero?" Godwyn rise "Sarà un piacere professore" Joguntas si sfregò le mani tutto felice. L'orgoglio dell'insegnante era stato rapidamente sostituito dalla rapacità della sete di conoscenza "Bene! Bene!" Poi gli venne un dubbio. Joguntas si girò verso la porta dell'aula. Una ventina di studenti era appiccicata al vetro della porta e fissava i due scimmiescamente incuriosita. Godwyn rimase sorpreso "Sono cambiate così tanto le regole?" Joguntas fece un mezzo sorrise "Non sono cambiate quelle, ma gli studenti si. Vieni. Ti offro la colazione"

 

"Hai preparato la cavalcatura?" Lykta tolse lo sguardo dal filo della spada. Jatog si avvicinò a lui. Il figlio del orso era seduto su una panchina di pietra viva. La luce dell'alba iniziava ad illuminare il terrazzo ed il lago Lykta "Si. L'ho preparata" Rispose Lykta freddamente tornando ad affilare la spada con un ciottolo trovato lì. Jatog strabuzzò gli occhi "Lykta! Per i venti della forgia! Che stai facendo con quella pietra!" Il figlio dell'orso continuò imperterrito. Jatog gli strappò il ciottolo dalle mani e sbottò con veemenza "RAGAZZO! Vedi di mettere la testa a posto! Sei l'erede al Trono Bruno! Hai delle responsabilità! Quella che tieni tra le mani è una spada di puro metallo magmatico! Non la puoi rovinare perché non riesci a trovare una distrazione!" Lykta si alzò in piedi, faccia a faccia con il suo vecchio maestro. Guardò Jatog con uno sguardo assassino e disse con tono di superiorità "Ridammi la pietra guardiacaccia. Conosci il tuo posto. RESTACI" Un fulmineo manrovescio impattò contro la guancia di Lykta spaccandogli il labbro. Il figlio dell'orso si portò una mano alla bocca "Ti ho dato tutto. A te, a tuo fratello prima di te, a tuo padre e a suo nonno. NON OSARE! Sono disposto ad aiutarti, ANCHE a guidarti attraverso questo momento difficile se necessario. Solo non dimenticare chi sei e chi sono! QUESTE ERANO LA MIA MONTAGNA E LA MIA TERRA PRIMA CHE UNO SOLO DI VOI VENISSE QUI!" Lykta sputò saliva e sangue per terra "Vaffanculo. Se questa roba era quella che volevi per la tua "TERRA" potevi risparmiarti lo sforzo di aiutarci ed andare a crepare da qualche parte" Un pugno colpì violentemente il volto di Lykta.

 

La porta dell'aula si riaprì dopo mezz'ora. Joguntas la tenne aperta e lasciò che Godwyn entrasse "Mettiti comodo!" Disse il vecchio professore indicandogli una sedia vicino la cattedra. Gli alunni, tutti vestiti con l'uniforme dell'Accademia, erano rimasti lì a chiacchierare: abituati alle sparizioni dell'insegnante e consapevoli che sarebbe tornato ed avrebbe rubato loro il tempo già usato in altro modo "Poi mi dirai se sono migliorato o peggiorato negli anni" disse Joguntas con un sorriso "Sarà sicuramente migliorato" rispose Godwyn cercando di non sembrare troppo leccacelo ne di far capire che non si ricordava una parola delle vecchie lezioni "Non ti ricordi un cazzo, vero" disse Joguntas. Godwyn, seduto nell'angolo dell'aula, arrossì e sorrise imbarazzato "Non c'è problema. Anch'io avrei finto di innamorarmi di qualsiasi cosa per una ragazza" La classe scoppiò a ridere. Joguntas si schiarì la voce e le risa si fermarono "DUNQUE! Dov'ero arrivato?" "Stava per parlare del Cataclisma Eidos professore" disse una ragazza sui vent'anni, bionda e dall'aspetto curato "Saccente" Il commento arrivò da fondo aula fino alle orecchie sensibili di Godwyn. Quelle di Joguntas erano troppo vecchie per captare l'affermazione ed anche se fossero state sufficientemente buone il professore sarebbe stato troppo impegnato a perdersi nella sua spiegazione "Giusto! Grazie mille Isidora. Quindi! Il Cataclisma Eidos è, sempre secondo alcuni, la dimostrazione dell'esistenza di esseri superiori al nostro piano di esistenza e portò alla nascita del cosiddetto sesto ordine o famiglia dei reietti. Intorno ai cinquecento anni fa si ebbe una prima ribellione, nel 3789. Gli abitanti di una tribù degli scorpioni si rifiutarono di pagare il loro tributo di reclutamento, il metodo con cui i Kiscaç rimpinguano le loro fila. La cosa si sarebbe dovuta risolvere velocemente con la sconfitta dei pochi uomini disposti a combattere contro la Milizia dei veleni. Le tribù, però, presero la piccola ribellione sottogamba ed inviarono un piccolo contingente di Kiscaç. Arrivati al villaggio lo trovarono pieno di donne e bambini. Presero l'iniziativa ed iniziarono a radunare il tributo in modo relativamente pacifico..." "Cioè strapparono i figli alle madri!" Urlò un ragazzo dai capelli rossi paonazzo ed evidentemente agitato. Joguntas fece spallucce "Si Kovsti ma nella società dello scorpione è un onore ed un gran vantaggio essere scelti per servire nella milizia dei veleni..."  "Allora perché non hanno accettato dall'inizio?" Chiese un ragazzo bruno ben piazzato "Ragazzi l'ho già detto molte volte. Le domande dopo. Comunque sia. Si sono rifiutati perché il capotribù aveva preannunciato che le scorte d'acqua del pozzo stavano venendo meno ed avevano bisogno di quella generazione per esplorare alla ricerca di una nuova oasi. Vista l'impossibilità di trovarne una a breve era stato consigliato di spostarsi dalla zona ed abbandonarla. La tribù si è opposta e le trattative erano finite ad un punto morto. Perciò i Kiscaç  non stavano compiendo un atto che dal loro punto di vista era così orribile. Ognuno di loro era passato attraverso quel processo. In sostanza ciò che avvenne fu che gli uomini del villaggio tornarono e massacrarono i pochi soldati della Milizia dei veleni. La reazione delle tribù fu estremamente violenta. Quello compiuto era, per la loro società, un oltraggio mai visto. Rasero al suolo il villaggio dopo una votazione unanime nel verdetto. La voce della ribellione però arrivò alle orecchie di altri e per evitare scandali come quello nel regno dello scorpione gli altri ordini stroncarono qualunque cosa che avesse anche una minima somiglianza in segreto. Una sera del 3790 cominciarono a verificarsi eventi ambientali anomali che continuarono per un intera decade di giorni. Sul monte perennemente bianco Kjita, nel regno dell'Orso, la neve iniziò a sciogliersi. I mari del sud furono tempestosi per tutta la decade e varie navi della Volpe furono distrutte. Un enorme uragano di sabbie inghiottì il regno dello scorpione. L'ordine dei Lupi fu colpito da un morbo ed i novizi degli Esploratori dell'Aquila iniziarono a perdere inspiegabilmente la vista..." La campanella delle dodici suonò. Joguntas si interruppe imbarazzato "Scusate ragazzi. Dobbiamo continuare domani" 

 

"Non è cambiato nemmeno un po'" disse Godwyn avvicinandosi al professore. Joguntas sorrise mettendo a posto gli appunti sulla cattedra "Godwyn non ti preoccupare. Ogni volta che ti richiamavo era perché ti eri distratto a guardare Litia. A proposito. Sai che fine ha fatto?" Il sorriso di Godwyn scomparve "Ehm...lei si ricorda che era figlia dell'ambasciatore Colius?" Joguntas capì e smise di ordinare le carte "Con chi l'ha maritata" Godwyn sorrise amaramente "Il figlio di un ammiraglio" "Faraday?" "No. Sirtus" "Saranno presenti al Richiamo?" "Si" Rispose Godwyn piattamente. Joguntas annuì silenzioso poi disse "E se ti accompagnassi?" Godwyn alzò la testa e strabuzzò gli occhi "Come?" "Se venissi con te al Richiamo" Godwyn alzò un sopracciglio "Professore perché vuole venire?" Joguntas sfoderò un sorrisetto furbo "Pensavo, siccome ci devo andare comunque e credevo ti avrebbe fatto piacere la compagnia del tuo vecchio professore..." Il capitano di vascello Godwyn Koflet guardò il suo vecchio insegnante con un pizzico di diffidenza per la prima volta "E poi mi interessa vedere di che parlavano i vari capi..." "Quindi non è perché l'hanno convocata per parlare" Lo interruppe Godwyn "Ci sono state delle convocazioni? Non lo sapev..." Joguntas si bloccò toccato da un pensiero "Va bene. Si ho bisogno di un passaggio per quello. Se mi dai una mano però la tua reputazione ne sarà migliorata. Te lo prometto" la situazione si srotolò come una pergamena davanti agli occhi di Godwyn. Joguntas sapeva già tutto. Il suo addestramento, Litia, la selezione della sua nave all'interno della scorta della volpe. Gli stava indicando la possibilità di riscatto di fronte alla ragazza che amava. Era una questione di reputazione. In cambio voleva passare inosservato, studiare il governo della volpe per la settimana di viaggio necessaria e raggiungere il Richiamo senza che il sesto ordine ficcanasasse su di lui. Il fatto però era che Godwyn non era interessato a fare carriera ed aveva abbandonato l'idea di un amore con Litia. Il miraggio, però, fece capolino. Godwyn....decise di non ignorarlo né abbracciarlo. Non ancora "Va bene" Rispose.

 

   
 
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