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Autore: MAFU    05/12/2016    1 recensioni
[Lilith x Amaimon] - [Lilith x Mephisto] - [Lamia x Yukio]
“Yukio , non vedo niente …” Si lamentò Rin che mentre seguiva Yukio come un ombra avanzava nell’oscurità del corridoio. Le vecchie e malconce travi di legno del pavimento polveroso scricchiolavano ad ogni loro passo riecheggiando nel silenzio più tetro.[...] Dalla parte opposta del corridoio, a passo fiero, Mephisto camminava con disinvoltura nell’oscurità. Passando accanto ad una delle massicce porte delle stanze del dormitorio si fermò sentendo un rumore sospetto. Un rumore di acqua corrente aveva attirato la su attenzione. “Qui c’è qualcosa che puzza …” Pensò rimanendo in ascolto finché lo scrosciare non cessò. A quanto pare quella era la porta di uno dei bagni. “ Mhm .. qui c’è davvero qualcuno ..” Afferrò con decisione la maniglia di ottone e con uno strattone spalancò la porta.
Lilith e Lamia sono sorelle. Tutto lascia pensare che in passato abbiano avuto a che fare con Mephisto...ma la loro vera natura fatica ad essere tenuta a bada...
(!!!)Ci sono espliciti riferimenti al manga(!!!)
Genere: Comico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amaimon, Mephisto Pheles, Un po' tutti, Yukio Okumura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAP 27

“Finalmente posso dire che è arrivata l’estate!” Shima sorrise commosso guardando la spiaggia gremita di persone con gli occhi lucidi. “Shima, non dirmi che stai piangendo…” Ryuji sbucò alle sue spalle con addosso solo il costume da bagno. I ragazzi furono i primi a piombare sulla sabbia, la loro velocità nel cambiarsi era stata da record. “Guardate come brilla il mare!” Rin saltellò sulla rena bollente zompando verso il bagnasciuga. Kuro era tornato a stargli sulla spalle e anche lui ammirava il luccichio dell'oceano impressionato dalla sua bellezza. “Dio benedica il mare!” Shima si era sul serio inginocchiato a terra in lacrime per la troppa gioia. La vista di uno stormo di ragazze in bikini lo aveva fatto crollare. “Shima…” Koneko si fermò al suo fianco attonito. Ryuji scossò il capo sospirando e con la coda dell’occhio vide che anche Izumo era approdata alla spiaggia. La ragazza si era fermata sulla passerella guardando l’orizzonte. Il vento le scompigliava i capelli corvini e quel costume che si era comprata le calzava come un guanto. Suguro la squadrò da capo a piedi senza nemmeno rendersene conto e un velo di colore fece capolino sulle sue guance. “Oi Bon, che guardi?” Renzou si era di nuovo alzato in piedi scrollandosi dalla sabbia, “Nulla.” Ryuji distolse lo sguardo da Kamiki un po’ irritato, ma Shima aveva visto la ragazza ed era tornato a inginocchiarsi in adorazione, “Oh Gesù, grazie, grazie!” strillò alzando le braccia al cielo. Izumo stava fissando il trio con un sopracciglio alzato ma quando incrociò lo sguardo di Bon che era tornato per caso a guardarla, girò la testa di scatto continuando per la sua strada. “Che viscidi…” digrignò i denti stringendo i pugni attorno all’attrezzatura fornitale per la missione. Alle sue spalle, anche Shiemi era giunta sul posto. La ragazza era stata praticamente obbligata da Shura ad indossare il costume ed era imbarazzatissima. Lo era così tanto da avanzare a capo chino lungo la passerella nascondendosi nell’ombra delle altre persone. “Pare che ci siamo quasi tutti…” Koneko alzò la testa vedendo Shiemi sgattaiolare a destra e sinistra, “Shima, per favore alzati.” Sospirò abbassando il capo per guardarlo rotolarsi nella sabbia in preda alla gioia. “Che? È arrivata Lamia?” il compagno si alzò di scatto estremamente vigile ma impanato come una cotoletta da friggere. “No…” Ryuji lo guardò di sbieco, “Ma in compenso il preside è laggiù…” accennò a Mephisto accomodato su una sdraio sotto il suo ombrellone personalizzato. Si era piazzato bellamente in bermuda, camicia tamarra aperta e occhiali da sole griffati con un cocktail all’ananas tra le dita al limite della spiaggia, vicino all’entrata secondaria alla passerella. Guardava il paradiso terrestre al suo cospetto con totale nonchalance. “Avevo ragione a dire che se la stava spassando…” sospirò Koneko invidiando quella sua aria di totale relax. Lui per l’ansia si era addirittura stretto più del dovuto il giubbotto di salvataggio ottenendo quasi l’effetto di un corpetto per signore. “Che dici..? Sembra un poveraccio…” Shima osservò sconcertato l’abbigliamento stravagante di Mephisto. “Yo! Che guardate?” Rin era tornato da loro dopo essersi inzuppato fino alle ginocchia nell’acqua salmastra. I ragazzi si lanciarono occhiate stranite accennando al preside sotto l’ombrellone con estrema remora. “Che!?” il ragazzo per poco non sputò un polmone, “Perché lui è qui!?” l’urlo del mezzo demone raggiunse le orecchie di Mephisto che guardò i ragazzini sistemandosi gli occhiali da sole con un colpetto. “Di che ti stupisci? Era anche al negozio…” mormorò Ryuji tra i denti, “Ve l’ho detto. È un tizio strambo…” Rin guardò il preside che si era messo a salutarli gaio con una mano, “Ignoriamolo per favore.” Distolse lo sguardo con gli occhi a mezz’asta rigido come una statua di marmo. D’un tratto Yukio apparve accanto al gruppetto intento a inforcare un paio di specialissimi occhiali da vista per la spiaggia. Era l’unico a non portare il costume, bardato com’era con attrezzature miste per l’esorcismo. Sulla schiena aveva persino un fucile da cecchino. “Ma cosa!?” Shima si voltò di scatto sgranando gli occhi, “Ditemi se si veste così uno che viene al mare!?” fissava attonito il professore. “Yukio!” lo chiamò Rin, il ragazzo si voltò un istante per poi ignorarlo totalmente con una faccia di bronzo. “Ah!? Mi ignora!?” il fratello si sentì mancare la terra sotto i piedi. “Assurdo… Anche durante il giro turistico di Kyoto è stato freddo e distaccato… Che gli starà succedendo?” “Credo sia normale… In fondo lui non è un Esquire come noi. Essere già un esorcista comporta le proprie responsabilità.” Disse Ryuji incrociando le braccia “Già, potrebbe essere solo stanco.” Gli dette manforte Koneko guardando Yukio ormai distante in riva al mare. “Sempre che sia dovuto a quello…” Shima si grattò il mento pensieroso osservando l’infrangersi delle onde. “A proposito! Dove sono Lilith e Lamia?” il ragazzo si voltò verso i compagni con gli occhi sbrilluccicanti. “Cosa c’entrano loro con Yukio!?” sbottò Ryuji arrossendo senza motivo.
“Lilith, esci da quel cespuglio per favore.” “No!” "Andiamo..." "No! Se staremo nascoste tutto il giorno avremo meno possibilità di essere scoperte." “Lilith, non abbiamo tempo per i tuoi complessi d’inferiorità.” “Chi sarebbe l’inferiore!?” la ragazza furibonda uscì dal suo nascondiglio mostrando al sole le sue grazie. Il top del suo costume incorniciava alla perfezione il suo giovane petto delicato ma come mise fuori il naso, il fato le sbattè praticamente in faccia l’enorme seno della sorella. Lo schiaffo morale le fece gonfiare le guance d’aria facendola sembrare un pesce palla. “Che c’è?” chiese Lamia incrociando le braccia sotto il bendidio tanto invidiato non facendo altro che metterlo ancora più in evidenza. “Sei volgare.” “Ah! Grazie, tesoro. Lo prendo come un complimento.” Si pavoneggiò la donna scostandosi una ciocca di capelli. “Coraggio, andiamo a prendere un po’ di sole.” Fischiettò Lamia girando i tacchi ancheggiando. Il suo lungo pareo ondeggiava di qua e di là nascondendo perfettamente la sua coda. Lilith guardandosi i piedi si sistemò il suo con uno strattone stringendolo per bene e in silenzio seguì la sorella. “Odio Shura. Nel profondo.” “Che bello essere d’accordo su qualcosa una volta tanto… Anche se ammetto che un po’ mi sta facendo un favore… Nessuno è immune al mio fascino maturo.” “Lamia, non cambierai mai…”. Si lasciarono l’hotel alle spalle procedendo verso l’oceano non molto lontano. Distava infatti un centinaio di metri. La ragazza, mano a mano che avanzava respirava a pieni polmoni l’aria carica di salsedine cercando di far uscire la bestia sensuale che era in lei. In confronto a Lamia però era più che una dilettante. Per la donna era fin troppo naturale. “Avanti, principessa... Stanno aspettando solo te.” la esortò a velocizzare il passo Lamia prendendola in giro, Lilith non rispose limitandosi a guardarla storto. “Ormai starà arrivando!” Shima fremeva guardando il limite della spiaggia carico di speranze. “Di chi parli?” Ryuji lo guardò di sbieco stanco delle sue stronzate, “Di Lamia, mi sembra ovvio.” Rispose Renzou serissimo, “Santo cielo.” Suguro alzò gli occhi al cielo esasperato. “Finché non sappiamo che cosa fare, perché non ci avviciniamo un po’ alla passerella?” “Che? Dici là da quello strambo!?” “Vi prego voglio essere il primo a vederla!” il ragazzo unì le mani in preghiera facendo gli occhioni da cane bastonato. Al che gli altri si guardarono reciprocamente visibilmente stressati. Mephisto scrutò il gruppetto in avvicinamento seduto tranquillamente nello stesso posto di prima. A parte Shima che sprizzava energia da tutti i pori, gli altri strisciavano i piedi con la faccia nera come la pece. “Oibò, la gioventù moderna è assai deludente…” osservò l’uomo sorseggiando il suo cocktail. “Aloha!” alzò una mano accogliendo il quartetto. “Dobbiamo rispondere?” Suguro guardò accigliato gli altri, “Shima, perché ci fai questo?” Rin guardò l’amico disperato. “Lord Pheles, buon giorno!” Renzou fu l’unico a salutarlo come si deve. Mephisto sogghignò alzando il calice con eleganza, “Che programmi avete, fanciulli?” domandò curioso, “Guardare le ragazze.” Rispose Shima facendo un sorrisone. “Shima sei un cretino.” Sibilò tra i denti Ryuji massaggiandosi gli occhi snervato. “Eccellente programma!” schioccò la lingua Mephisto bevendo ancora per nulla turbato, “Se magari ti capita, contribuisci anche alla missione magari.” Brindò a lui con finissimo sarcasmo. “Certo…” Renzou cominciò a sudare freddo trasformando la sua gioia in un sorriso imbarazzato. “Quindi..?” mormorò Koneko guardando Ryuji timidamente. “Voi invece, che mi dite? Orsù tutto solo mi stavo un po’ annoiando.” Mephisto si tolse gli occhiali da sole per carineria, prima che i ragazzi potessero rispondere un sussulto di Shima attirò la loro attenzione. “Eccole…” gli brillarono gli occhi e i presenti seguirono il suo sguardo curiosi, Mephisto compreso che rimise gli occhiali abbagliato dalla luce del sole. In cima alla passerella, Lamia fu la prima a fare la sua comparsa. Il vento la accarezzava dolcemente e la donna intenta a scrutare l’orizzonte, era assolutamente mozzafiato. Ma quando dietro di lei comparve Lilith, lo spettacolo non fu da meno. Il suo costume bianco brillava alla luce come un pezzo di stella. I baldi giovani erano rimasti tutti senza parole. I riccioli biondi di Lilith sventolando delicati la facevano sembrare una piccola dea. Mephisto abbassò le lenti per vederla in tutto il suo splendore senza però dire niente. “Lamia è davvero una benedizione.” Shima spezzò il silenzio mormorando in adorazione. Le sorelle dopo un primo attimo di sperdimento, videro con la coda dell’occhio il gruppo orientandosi. Lilith incrociò lo sguardo di Mephisto per un istante e la sua intensità le fece dimenticare di sorridere. “Oh però… Anche Lilith in fondo non è da buttare via.” Il ragazzo continuò il suo monologo vedendole arrivare verso di loro. “Già, proprio per niente…” mormorò assottigliando lo sguardo. Nel frattempo Mephisto si era definitivamente tolto gli occhiali riponendoli nel taschino della camicia. “Heilà.” Lamia salutò i ragazzi fermandosi al loro cospetto. “Ciao…” sussurrò Lilith guardandoli di sfuggita. “Dio vi benedica, mie Dee.” Le accolse Shima spalancando le braccia commosso. “Shima, per favore.” Ryuji lo richiamò all’ordine arrossendo. “Benvenute…” Mephisto si alzò in piedi sogghignando. Lilith lo guardò studiandolo da capo a piedi. “Bei completi…” aggiunse l’uomo ammiccando. I ragazzi guardarono la scenetta con un certo disgusto. “Mamma mia…” sussurrò Rin senza parole. “Hey voi altri, ascoltate tutti!” la voce di Shura tuonò per tutta la spiaggia facendoli voltare di soprassalto. La donna aveva trovato un megafono con cui parlare alle squadre e se ne stava sul bagnasciuga in bikini. “Che vuole adesso?” Lamia alzò un sopracciglio seccata, senza volerlo le stava fissando il seno. “Dato che l’obiettivo di questa missione è un Kraken, prima di tutto faremo evacuare la zona dai bagnanti, e poi porteremo a termine la missione qui sulla Atami Sunrise Beach.” Continuò a urlare incredibilmente autorevole, “Per attirarlo qui stiamo irrorando l’acqua della baia con sangue umano gentilmente donato.” Disse indicando gli elicotteri in lontananza, “Non abbiamo una strategia precisa, comunque gli esorcisti di seconda categoria superiore si occuperanno del pezzo grosso, mentre gli studenti dei demoni minori come gli Squid e simili. Chiaro?” la sua domanda retorica echeggiò per tutto il golfo. “Fino a quel momento, fate pur finta di essere in vacanza! Siete liberi!” Shura fece l’occhiolino chiudendo le comunicazioni. Ci fu un’ondata di euforia generale. “Evvai!” Shima batté il cinque al povero Koneko inerme, “Sentito?” si girò verso le ragazze rimaste immobili a guardare Shura, “Avete qualche programma?” chiese loro tutto pimpante. “Ehrm…” Lilith guardò altrove fissando l’ombra dell’ombrellone di Mephisto, intento a guardarla a braccia conserte. “Prendere il sole.” Rispose invece Lamia guardando un punto alle spalle dei ragazzi. Aveva localizzato Yukio in lontananza. Il ragazzo si era avvicinato a Shura per studiare un piano di cattura. La donna si leccò le labbra intensificando lo sguardo. A distrarla dalla preda però, arrivò Shiemi che trovandosi a passare per di là attirò l’attenzione di Rin, “Shiemi!” gridò il ragazzo andandole in contro, “Ti sei davvero messa il costume!” disse contento, “Sì… Mi hanno obbligata…” rispose lei in imbarazzo. “Come la capisco.” Disse tra i denti Lilith guardandola di sottecchi. “Perché non andiamo a fare il bagno?” propose timidamente Shiemi guardando alche il resto del gruppo. “Sì, perché no?” Rin pareva entusiasta, “Ci sto!” saltò su Shima al settimo cielo, “Bon, Koneko, venite vero?” si rivolse agli amici che sembrarono titubanti. “Voi, ragazze?” Lilith scossò rapidamente il capo avvicinandosi all’ombrellone “Sei sordo? Ho detto che voglio prendere il sole.” “Uffa…” Shima chinò il capo sconsolato, “Se cambiate idea venite!” non si perse d’animo voltandosi un istante prima di correre dietro a Rin e Shiemi. “Shima, aspettami!” Koneko sembrò convincersi dal nulla scattando dietro di lui. Ryuji rimasto da solo, memore della situazione imbarazzante della mattina, si congedò farfugliando qualcosa con un inchino e se ne andò da tutt’altra parte in solitudine. “Oh, è stato facile.” Disse Lamia incrociando le braccia, “Parla per te…” Lilith sbuffando andò a sedersi su un telo steso accanto alla sdraio di Mephisto. “Io credo non mi muoverò da qui.” Disse poi stringendo le ginocchia al petto. “Oh…” lui la guardò alzando le sopracciglia, “Sicura di non volerti godere di più la spiaggia?” domandò ma l’occhiataccia che ricevette in risposta lo zittì. “Bene… Vi lascio soli.” Annunciò Lamia alzando un sopracciglio, “Ho di meglio da fare…” guardò i due con la coda dell’occhio. “Lamia! Fa attenzione!” l’ammonì la sorella irritata, “Certo, certo…” sospirò l’altra alzando gli occhi al cielo, “A dopo.” Li salutò con un cenno della mano ancheggiando verso l’acqua. “Così siamo rimasti soli soletti…” dopo qualche attimo di silenzio, Mephisto tornò ad accomodarsi al suo posto guardando Lilith con un ghigno malizioso stampato in faccia, “Gradisci una bibita?” domandò facendo comparire un cocktail alla fragola con uno schiocco di dita. “Grazie…” Lilith prese il bicchiere un po’ titubante ma assaggiando il liquido colorato ne fu deliziata. Beveva dalla cannuccia in silenzio guardando le persone divertirsi sulla sabbia. Provò un filo d’invidia in fondo in fondo. Mephisto guardandola con la coda dell’occhio la studiava in silenzio.
“Che meraviglia! L’acqua è tiepida!” disse Shiemi stupita mettendo i piedi a mollo, “Temperatura perfetta!” Rin schizzò acqua ovunque saltando contro un’onda a piè pari. “Rin!” strillò Koneko quando una cascata di goccioline gli arrivò in pieno nella schiena. “Ops, scusa Koneko!” ridacchiò il ragazzo grattandosi la testa. “Che bello che c’è anche Moriyama…” Shima guardando la ragazza in costume sorrise commosso mormorando alle spalle di Konekomaru, “Shima, almeno concentrati su un unico obiettivo…” sospirò l’amico sentendolo. Rin per poter fare il bagno aveva lasciato Kuro sotto uno degli ombrelloni. Il Caith Sith guardava il padrone da lontano scossando la coda. All’improvviso un’ondata di sabbia lo travolse in pieno facendolo miagolare come un ossesso. Lamia gli era appena passata accanto come una furia. La donna infatti avanzava a grandi falcate verso il suo target. Poco più avanti, anche Izumo si era seduta su un salvagente sotto uno degli ombrelloni fissando imbronciata il mare. Non appena scorse con la coda dell’occhio Lamia passare, le due si scambiarono un’occhiata fulminante carica d’odio represso. Kamiki digrignò i denti osservando la donna sfilare con charme da passerella verso il bagnasciuga. Accorgendosi di quanto però fosse disinvolta e impossibile da frenare, si lasciò sfuggire un sospiro. Non fu tuttavia l’unica a lasciarselo scappare. Accanto a lei infatti si era fermato Ryuji in piedi con le mani sui fianchi. Il ragazzo guardava i loro amici divertirsi in silenzio. Izumo si voltò di scatto guardandolo in cagnesco. “Che c’è?” Suguro si accorse dell’occhiata ricambiandola seccato, “Non mi va di sospirare assieme a un gorilla.” Rispose lei accigliata, facendolo andare su tutte le furie. Il ragazzo in un impeto d’impulsività, scivolò alle spalle della compagna di classe afferrando il salvagente su cui era seduta e con tutta la sua forza bruta sollevò da terra il pacchetto completo scattando verso il mare. “Ma cosa!? Che stai facendo!?” strillò terrorizzata Izumo reggendosi al gonfiabile con le unghie in preda alle vertigini. Ma in una frazione di secondo venne scaraventata in mare ritrovandosi piantata a testa in giù in acqua tra mille schizzi e urli. Suguro si abbandonò a un grido liberatorio nell’atto e guardò tutto soddisfatto la povera vittima riaffiorare in superficie col volto viola dall’ira. “Sei davvero un gorilla!” gridò Kamiki guardandolo infuriata, “Izumo, tutto bene?” Shiemi trovatasi per caso abbastanza vicino per assistere alla scena, la guardò alquanto preoccupata. “Che bello… Essere giovani…” Shura sdraiata su un telo al sole commentò la vicenda con un velato rossore sulle gote. Si era accomodata come un pascià e l’occhio le cadde su Yukio, rimasto impettito a un metro da lei con gli occhi fissi sull’orizzonte. “Sei proprio scemo tu. Hai quindici anni, vai a divertirti.” “Shura, ti stai rilassando troppo.” Yukio la guardò di sbieco dietro quei bizzarri occhiali che portava, “Su mio fratello pende ancora la sentenza di morte… E anche se Pheles lo protegge non so ancora quanto possiamo fidarci di lui.” Shura sentendo quel nome sbirciò alle sue spalle verso il demone accomodato sotto il suo ombrellone. Fulminandolo con lo sguardo, tornò poi a guardare Yukio con un sorrisetto beffardo, “Poi… Ah, lascia perdere.” Il ragazzo scossò il capo pensando anche agli altri suoi problemi. Al primo posto c’era quel tormento senza fine della succube che persino in quel momento lo stava facendo tremare come una foglia.  “Stai ancora pensando a queste cose?” “Certo che ci penso.” Sospirò Yukio convincendosi a sedersi sulla sabbia. “E va bene. Allora ti do un ordine!” disse la donna sdraiandosi sulla pancia. “Spalmami la crema solare!” si slacciò il top con un gesto fluido. “Che!?” Yukio la guardò come se fosse impazzita. “Non avrai paura del corpo femminile? Bah… Sei ancora un bambino.” Lo prese in giro Shura arricciando le labbra. “Eh, Yukio? Hai paura?” la voce di Lamia provenne alla destra del ragazzo che voltandosi di scatto, si ritrovò la succube sdraiata nella medesima posa di Shura come se fossero la stessa persona allo specchio. “Lamia!?” Il professorino tra i due fuochi non seppe dove guardare. Le due donne in compenso si incenerirono con lo sguardo. Lamia però sogghignava beffarda. A Yukio cominciarono a tremare anche le gambe.
“Che sta facendo mia sorella!?” Lilith fissava il trio esasperata. “Difende il suo territorio, presumo…” rispose Mephisto divertito alzando gli occhi dal manga che aveva iniziato a leggere. “Così facendo ci manderà nei casini.” Scossò il capo la ragazza cercando di trattenere l’impulso di andare laggiù e picchiarla. “Rilassati, splendore…” sospirò l’uomo guardandola con un mezzo ghigno, “Finché si tratta di un’innocente contesa non c’è niente di male…” ridacchiò tornando a sfogliare le pagine del fumetto, “Se fossi in Yukio sarei lusingato, non è da tutti i ragazzini della sua età essere contesi da due donne mature.”. Lilith lo guardò storto e lui accorgendosene le fece la linguaccia malizioso.
“Allora, paurosetto?” Shura non demorse continuando imperterrita a provocarlo anche sotto lo sguardo fiammeggiante di Lamia, territoriale più che mai. “Allora, Yuki chan?” lo chiamò l’altra con voce estremamente accattivante prendendo in prestito il soprannome appioppatogli da Shiemi. Il ragazzo si era inginocchiato a pugni stretti grondando sudore per lo stress. “Non ne posso più.” Sibilò a denti stretti strizzando gli occhi. “Avanti, sono pur sempre una tua compagna di classe~” fischiettò Lamia, “Non ci vedo niente di strano tra quindicenni…” a quelle parole, Shura digrignò i denti seccata. “Io invece sono un tuo pari a livello professionale, coraggio è un ordine.” “Che schifo, hai quasi trent’anni non ti senti sporca?” “Ha parlato la studentessa che brucia le tappe, eh?” “Io non brucio mia sorella.” “Eh?” “Basta…” disse un po’ più forte il povero Yukio attirando finalmente l’attenzione delle due. “Mi avete stancato.” Il ragazzo si alzò di scatto tremante e per evitare che Shura potesse accorgersene si allontanò quasi correndo verso la baracchina del bar. “Ops…” sussurrò Shura riponendo la crema solare con nonchalance. Lamia la guardò storto per poi alzarsi in piedi spazzandosi la sabbia dal pareo. “Carino…” lo commentò Shura facendosi improvvisamente sospettosa. Lamia non rispose guardandola dritta in quegli occhi taglienti, “Ti dona molto ma sbaglio o avevo detto tutti in costume.” “Ho il ciclo, racchia.” Freddandola con una semplice frase, Lamia girò i tacchi andando alla ricerca di Yukio.
“Visto? Non è accaduto alcun misfatto.” Mephisto chiuse il manga riponendolo nella sua personalissima borsa da mare. Lilith non aveva però smesso di scrutare la spiaggia in direzione del capanno del bar. Voleva vedere fin dove sarebbe arrivata Lamia e se Shura aveva intenzione di tenderle qualche trappola. “Lilith?” la voce calda del demone la destò dalla concentrazione. Rannicchiata nella fresca ombra dell’ombrellone alzò lo sguardo mordendosi un labbro. “Mi dai l’impressione di avere una pelle così delicata da non poterti godere la spiaggia per paura di scottarti…” Mephisto si leccò i canini studiando la ragazza attonita, “Ti dispiace se ti metto un po’ di crema solare?” l’uomo tirò fuori da dietro la schiena un tubetto variopinto guardandola con malizia. “Eh?” Lilith sgranò gli occhi arrossendo. Il sole era quasi giunto a lambirle le punte dei piedi e in effetti un po’ di protezione le sarebbe servita. “Allora?” l’uomo le si avvicinò brandendo la crema tenendola vicino al suo viso perfetto, “D-Dammi qua, faccio da sola.” Per l’imbarazzo finì con lo strappargli di mano il tubetto molto bruscamente. Senza riuscire a scusarsi si spruzzò un po’ di crema sul palmo di una mano cominciando a mettersela con la bocca serrata. Mephisto alzando un sopracciglio per la sorpresa non ne fu però offeso e si limitò a osservarla con un ghigno furbetto.
“Yukio, non fare lo stupido.” Lamia lo aveva trovato nascosto dietro il casotto delle tavole da surf. “Lamia, sono già sei giorni. Li ho contati.” Yukio le rivolse uno sguardo da folle respirando affannosamente. “Ma che bravo matematico.” “Non prendermi in giro, sto impazzendo. E tu lo sai benissimo.” Il ragazzo deglutì per ricomporsi cercando il più possibile di aggrapparsi alla sua razionalità. “Credi di poter resistere fino al settimo giorno?” “Non se tu continui a provocarmi come stai facendo.” Oh.” “Sì, proprio Oh.” Yukio scossò la testa massaggiandosi il collo serrando gli occhi come in una morsa di dolore. “Dovresti ascoltare Lilith ogni tanto.” “Fidati, la maggior parte delle volte è meglio di no.” “Sei impossibile.” “Me lo hanno già detto…”. I due si guardarono per una manciata di secondi in completo silenzio. Il professore inspirò a lungo guardando il cielo e ritrovò la calma perduta. “Dimmi, perché mi hai seguito?” “Volevo vedere come stavi.” “Hai fame, non è vero?” “Un po’.”. Il ragazzo sospirò guardando altrove, “Se io resisterò fino al settimo giorno, per par condicio tu dovrai resistere fino alla cattura del Kraken. Mi servono le forze.” “Andata.” La rapidità della risposta lo lasciò di stucco. “Su serio?” le chiese perplesso, “I compromessi sono spesso la cosa migliore…” rispose la donna sogghignando.
Lilith era ancora alle prese con la crema solare. Se la stava mettendo con estrema delicatezza e Mephisto sembrava rapito dai suoi movimenti. Cercava di non farle capire che la stava guardando nascondendo la faccia dietro a una rivista moe. La ragazza si scostò i capelli da un lato per spalmarsi l’unguento dietro il collo ma quando provò a stenderlo sulla schiena trovò qualche difficoltà. Orgogliosa com’era però si morse la lingua pur di non chiedere aiuto. Mephisto allora abbandonando la rivista la guardandò scossando il capo divertito dai suoi bizzarri tentativi. Ad un certo punto, la ragazza si raccolse i capelli che le erano d’impiccio ma nel ritentare, l’occhio le scivolò in direzione dell’uomo agganciando il suo sguardo assorto. Lilith fece una faccia strana un po’ per l’imbarazzo di essere osservata e un po’ perché sapeva che non ce l’avrebbe mai fatta. “Vuoi una mano?” domandò sarcastico Mephisto alzando un sopracciglio. Al che lei, seppur in un primo momento sembrasse rifiutare, si arrese all’evidenza annuendo rassegnata. Gli mollò il tubetto in mano con garbo e dandogli le spalle inclinò il lungo collo da una parte per lasciargli campo libero. Mephisto non fece apparentemente una piega, entrando nel ruolo di massaggiatore provetto. Lilith sotto il suo tocco delicato spalancò gli occhi per lo stupore. Quel contatto la fece rabbrividire ma non di ribrezzo. Era una sensazione strana ma non le dispiaceva. Non era da lei però sentirsi in quel modo. “Così va bene?” mormorò Mephisto accarezzandola dalle spalle verso il collo, “Sì…” rispose in un sussurro la ragazza. Chiuse gli occhi in estasi. “Non dovevi solo mettermi la crema?” “È ciò che sto facendo, cara.” “Splendido…”. “Potrei vomitare.” La voce disgustata di Lamia ruppe l’idillio facendo balzare entrambi. “Lamia!” strillò la ragazza e Mephisto ritrasse immediatamente le mani alzandole innocente, “Non capisco tutto questo sdegno, le stavo semplicemente facendo un favore con la crema solare.” Disse alla donna giustificandosi con il suo solito charme. “Come no..?” Lamia non ci cascò guardandolo come se ne avesse abbastanza. “Comunque… Ho appena parlato con Yukio.” “E che ha detto?” saltò su Lilith tornata a raggomitolarsi al suo posto, “Abbiamo trovato un compromesso… Non sto a scendere nei dettagli ma il succo della faccenda è che potrò di nuovo nutrirmi dopo la cattura di questo fantomatico Kraken.” “Cosa? Ma ne sei sicura? Starai morendo di fame!” la sorella spalancò gli occhi turbata, “Già.” Rispose secca la donna, “Pizzetto, spero proprio che Okumura sia davvero resistente come hai detto tu.” Schioccò la lingua guardandolo in faccia, “Perché per la fame che ho adesso, la prossima vota che poserò i miei canini su di lui potrei rischiare di ucciderlo.”.
   
 
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