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Autore: swimmer5    07/12/2016    3 recensioni
È giunta l'ora di un nuovo anno scolastico alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Lo scopo di Hinata è chiaro fin da subito: vuole, una volta per tutte, fare chiarezza sui suoi sentimenti e dichiararsi a Kageyama, ma le cose non andranno come previsto... O forse sì?
Tra Quidditch, incantesimi, pozioni, duelli e gite a Hogsmeade, l’obiettivo è uno solo. Passare i G.U.F.O. e i M.A.G.O.? No: conquistare la persona amata!
Hogwarts!AU
[Principalmente KageHina e YamaYachi; DaiSuga, AsaNoya, BokuAka, in seguito potrebbero aggiungersi altre coppie]
Genere: Comico, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Shouyou Hinata, Tadashi Yamaguchi, Tobio Kageyama, Un po' tutti, Yachi Hitoka
Note: AU, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo II
 Problemi con i Corvonero


Metà Settembre
“Kageyama.
Mi domando ancora quando io abbia realizzato di provare dei sentimenti per te.
Sicuramente non quando ti sei presentato a me come un maghetto undicenne viziato, scorbutico e antipatico.
Nemmeno quando, al secondo anno, sei entrato come titolare nella squadra di Quidditch dei Corvonero e ti hanno affibbiato il nome di
Re del Campo da prodigio qual eri: riuscivi a sfruttare tutto il tuo ingegno e l’intelligenza nello sport (diversamente accadeva nello studio), e io ti ammiravo segretamente da lontano.
Neanche quando, al terzo anno, la tua abilità nel Quidditch cresceva proporzionalmente alla tua avversione nei miei confronti, e litigavamo per sciocchezze ogni due per tre.
Nemmeno quando, al quarto anno, l’età adolescenziale ha iniziato a renderti i linemaneti più marcati, più adulti; a cambiarti la voce, a modellarti il fisico. Quando abbiamo cominciato, faticando, a rispettarci a vicenda, riconoscendoci anche come avversari a tutti gli effetti, ma continuando a battibeccare come cane e gatto.
E’ successo che, a un certo punto, attrazione fisica e ammirazione sincera e smisurata si sono fuse in quel qualcosa che mi fa battere freneticamente il cuore ogni qualvolta mi sei vicino.
Mi domando ancora quando io abbia realizzato di provare sentimenti per te, e non ho ancora trovato risposta.
Ma adesso la domanda è un’altra: dopo tutto quello che è accaduto, cosa provo per te in questo momento?”

 
I loro sguardi s’incontrarono solo per un millisecondo ed entrambi si premurarono di distogliere il proprio alla svelta. Dopo ciò che era successo, i due volevano assolutamente cercare di evitarsi.
Procedevano in direzioni diverse – il rosso verso la Sala comune della propria Casa, il moro verso la biblioteca. Non appena si superarono, Shouyou bisbigliò appena, senza neanche voltarsi:
«Re
Tobio si girò di scatto, scoccando un’occhiata minacciosa all’altro. «Perché devi farmi arrabbiare così, Hinata? Non ti rendi conto che ti stai comportando come un bambino?»
«E’ che io… Scusa» disse l’altro, abbassando lo sguardo. «Non punzecchio mai la gente, non è nella mia indole. Evidentemente la frustrazione porta a questo» Shouyou sorrise amaramente.
«Vedi di fartela passare» gracchiò acido Kageyama. Mentre si voltava, vide con la coda dell’occhio Hinata che brandiva la bracchetta e, con uno scatto fulmineo, afferrò anche lui la sua ed entrambi scagliarono potenti incantesimi.
«Expelliarmus
«Serpensortia
Un grosso serpente uscì dalla bacchetta del rosso, che andò subito ad attaccare l’altro. Kageyama si accorse del viscido rettile e si scansò appena in tempo: il serpente azzannò soltanto uno spesso strato di stoffa del suo mantello.
Kageyama trasfigurò goffamente l’animale in un bicchiere d’acqua e, mentre Hinata era ad un passo dal riprendersi la sua bacchetta scagliata alla fine del corridoio, urlò senza riflettere:
«Stupeficium
Il lampo di luce rossa colpì Shouyou in pieno petto e venne scaraventato ancor più lontano di quanto si trovasse, battendo la testa.
«Hey, voi due, NIENTE SCHIANTESIMI!»
Il direttore della Casa di Grifondoro raggiunse i ragazzi, dopo aver sentito dei forti boati dal suo ufficio. Per poco non perse un battito quando vide Hinata completamente steso a terra, svenuto. «Santo cielo…»
Hinata rinvenne e si rialzò poco dopo. «Ha iniziato lui!»gridò, puntando la bacchetta verso Kageyama.
«Ti ho disarmato perché mi stavi attaccando, idiota!»sbottò Tobio, anche lui con la bacchetta in aria puntata verso l’altro.
«Petrificus Tot–»
«Expell–»
«ACCIO BACCHETTE! »
Il direttore Ukai riuscì a scagliare l’Incantesimo di Appello prima che i due avessero il tempo di ricominciare con le fatture. «Dico, ma cosa vi salta in mente? Schiantesimi, Kageyama, Schiantesimi!» strepitò.
«Vedo che fai fatica a tenere in riga i giovani maghi, Ukai.»
Keishin sobblazò. Nekomata sbucò letteralmente alle sue spalle, pronunciando parole di scherno con il suo solito sorrisetto sul volto invecchiato.
«Dovresti stare più attento con gli studenti della tua Casa» aggiunse il direttore dei Serpeverde.
«Non sono tutti e due miei!» sbottò Ukai. «L’altro è Corvonero!»
Nekomata scrutò i maghi che poco prima si stavano sfidando. Uno aveva la veste sgualcita e strapata in alcuni punti, l’altro si massaggiava il bernoccolo sulla fronte spuntato dopo lo Schiantesimo.
Yasufumi ridacchiò. «Ancora voi due, eh? Hinata Shouyou e Kageyama Tobio… Oh! Aspettate che lo venga a sapere Shimada…» continuò Nekomata, «Mi dispiace ma, nel frattempo, sono costretto a togliere venti punti a testa per le rispettive case.»
«Venti?!» esclamarono in coro Shouyou e Tobio; entrambi la ritenevano un’ingiustizia.
«Le regole sono regole: niente magie nei corridoi.»
Ukai era visibilmente infastidito e fissava furente – gli occhi ridotti a due fessure – il collega più anziano.
«Cosa mi sono perso?» la voce di Shimada irruppe tra i due, smorzando la tensione che si era creata. «Mi trovavo in Sala Grande e ho visto che dalla clessidra della mia Casa sono scivolate un po’ di gemme. Allora?»
«Questi due studenti hanno organizzato un duello con tanto di schiantesimi proprio qui, nel corridoio.»
«Davvero?» Shimada rivolse uno sguardo severo a Tobio. «Chi è stato Schiantato?»
«Il Grifondoro» rispose Nekomata.
«Hinata, è vero?» chiese conferma il direttore dei Corvonero.
Shouyou lanciò un’occhiata all’altro, ma aveva lo sguardo da un’altra parte. La sua espressione gli ricordava molto il Tobio undicenne… Gli occhi erano fessure, la bocca formava una smorfia, e fissava il vuoto.
Non si sentiva di accusarlo; in fondo, era stato lui a cominciare e a scagliare il primo incantesimo… Avrebbe voluto proteggerlo. Anzi, sarebbe stato meglio costituirsi e farla finita una volta per tutte.
Hinata aprì bocca per parlare, ma Shimada fu più veloce di lui.
«Bene, visto che il signorino non si decide di parlare… Kageyama, dammi la bacchetta.»
«Ce l’ho io… Ehm…» fece Ukai, armeggiando goffamente con le tre bacchette tra le mani.
«E’ quella di undici pollici in legno di acacia» precisò Tobio.
«’Kay» Keishin porse lo strumento al collega.
Shimada puntò la sua bacchetta verso l’altra e disse: «Prior Incanto
Le scintille rosse che uscirono molteplici dall’arnese non tradivano alcun sospetto.
«Kageyama, ti aspetto questa sera alle otto nel mio ufficio per scontare la punizione» disse Shimada, gelido. «Ora riprenditi la bacchetta e fila nel tuo dormitorio.»
Tobio eseguì gli ordini senza fiatare, scoccando un’occhiata di fuoco a Hinata, che rabbrividì.
«Anche tu, Hinata, dritto in sala comune, adesso.»
Hinata si disse che no, non era giusto. Lui aveva provocato Tobio e lui aveva iniziato con le fatture. Doveva parlare…
«Prof–» tentò.
«Adesso» tuonò Ukai.
E quatto quatto si allontanò dai tre. Meglio non avere a che fare con Ukai furente, pensò il rosso mentre camminava, risolverò la questione direttamente con Kageyama!
«E’ questo il coraggio di Grifondoro?»esordì Nekomata, teatralmente. «E l’intelletto di Corvonero?»
I due professori lo fissarono torvi.
«Scusate, stavo solo pensando ad alta voce! Ukai» continuò, e questa volta si fece più serio,«ci vediamo sabato al Campo di Quidditch.»
«Sicuro.»
E lo Slytherin se ne andò ridacchiando.
«Figlio di un Mangiamorte» borbottò Keishin a denti stretti, quando l’insegnante di Pozioni si fece lontano.
Shimada rise, concordando silenziosamente con il collega. Improvvisamente, però, si fece serio.
«Ukai» chiamò Shimada, «Prima Kageyama e Hinata erano piuttosto amici, vero? Li vedevo spesso insieme…»
«Be’, sì…» convenne Ukai.
«Mi domando… Come mai tutta questa ostilità? Tutta d’un tratto, poi…»
«Battibeccavano spesso, ma vista la gravità della situazione è sicuramente successo qualcosa» sospirò l’altro, «proverò a chiedere a Takeda… Lui è ben voluto dagli studenti, vediamo se riesco a estorcergli qualche informazione.»
Shimada annuì e, dopo questa breve conversazione, i due si divisero per dirigersi verso le rispettive torri.

 
*

Quando si passano interi pomeriggi a studiare in biblioteca, capita di perdere la congnizione del tempo.
Accade anche nella grande, capiente biblioteca di Hogwarts dove Yachi Hitoka destreggiava tra gli scaffali cercando i volumi desiderati, tastandoli col dito uno ad uno e sporcandosi le mani di polvere. Riuscì finalmente a trovare Teorie della Trasfigurazione Transustanziale e lo posò sul tavolo sopra Storia della Magia.
Yamaguchi rivolse un’occhiata perplessa alla Corvonero, che prontamente rispose:
«Giuro che questo è l’ultimo!»
«Dicevi così anche di Rassegna dei recenti sviluppi della Magia» precisò il ragazzo.
«Non posso farne a meno» scherzò Hitoka.  «Dopo tutto questo studio ho bisogno di leggere qualcosa per svagarmi.»
«Svagarti? Con Teorie della Trasfigurazione Transustanziale
Entrambi risero – piano, perché erano pur sempre in biblioteca – sebbene fossero soltanto loro due in tutta la stanza, se non si contava la bibliotecaia che stava sbrigando alcune faccende in silenzio. Seguì un silenzio imbarazzante. Hitoka arrossì senza volerlo e iniziò a sfogliare il grosso libro per non darlo a vedere. Lì Yamaguchi si soffermò a osservarla. I capelli biondi raccolti in una sbarazzina coda laterale, la cravatta blu che s’intonava perfettamente con il colore dei suoi capelli…
A Tadashi erano sempre piaciute le bionde.
Un tonfo fece ridestare il Grifondoro e la Corvonero. Dalla porta, entrò un Kageyama – piuttosto scosso, a giudicare dall’espressione facciale. Teneva in una mano un foglio bianco, nell’altra un attrezzo per spolverare gli scaffali.
«Kageyama-kun, stai… stai bene?»provò a chiedere Yachi.
Borbottò qualcosa di incomprensibile, e poi domandò:
«Che ore sono?»
«Le otto e un quarto» rispose Tadashi, dando un occhio all’orologio a parete e rendendosi conto, soltanto in quel momento, di quanto fosse tardi.
«Da quanto siete qui dentro?»
«Ehm… dalle quattro» disse ancora il Grifondoro.
«Non sembrava che steste studiando… A quest’ora avreste dovuto già finire da un bel po’» puntualizzò.
Tadashi e Hitoka si fissarono, arrossendo, e distolsero immediatamente lo sguardo; Tobio si diresse verso la parte più remota della biblioteca senza aggiungere nulla.

 
*

«Parola d’ordine? »
«Ginocchiere» biascicò.
Hinata oltrepassò il quadro e varcò la soglia della Sala comune, pensieroso.
«E allora l’ho portato al Lago Nero con una scusa e gli faccio “Tu, io, dopo la partita. Ci stai?”»
«E lui?!»
«E lui, Bro, dovevi vederlo, tutto rosso per l’imbarazzo, era così adorabile… Vabbè, alla fine ha detto sì!»
«Grande Bro! Batti il cinque!»
Nishinoya e Tanaka stavano parlando comodamente seduti in poltrona, davanti al caminetto.
Se fosse stato dell’umore giusto, Shouyou sarebbe andato da loro a farsi trascinare da quell’entusiasmo, ma preferì dirigersi verso le scale che portavano al dormitorio maschile.
«Hinata
Shouyou rabbrividì, fermandosi di colpo al primo gradino.
«D-Daichi-san…» disse flebilmente mente si voltava.
«Ho saputo di quello che è successo.»
«E’ stata colpa mia!» gridò, attirando l’attenzione di tutti gli studenti in sala.
«Non gridare» lo ammonì il più grande.
«E’ stata colpa mia» ripeté Hinata,  «sono stato io a punzecchiarlo per primo perché ero arrabbiato con lui, è tutta colpa mia» concluse, inchinandosi profondamente.
«Hinata, hai fatto perdere punti alla Casa e hai rischiato di farti seriamente male. Da prefetto, ma soprattutto da amico, ti chiedo di fare più attenzione.»
«Sì, Daichi-san.»
«Bene» il prefetto lo congedò con un sorriso e una scompigliata di capelli.
Mancava un quarto alle nove e l’ora x del coprifuoco stava per scoccare. Tadashi rientrò nella Sala comune e salì nei dormitori insieme a Hinata.
«C’è Kageyama, in biblioteca; sai perché?» gli sussurrò, con una nota di fastidio nella voce.
«In biblioteca? Allora è sicuramente in punizione!»
«Punizione per cosa?» provò a domandare Yamaguchi, ma il rosso era già partito come un razzo verso la sua destinazione.

 
*

Anche volendo, non riuscirei ad odiarti.
Non hai colpe, Kageyama. Non posso proprio accusarti di nulla, né tantomeno pretendere che tu ricambi i miei sentimenti.
Ho riflettuto molto, in queste due settimane, e finalmente ho preso una decisione.
L’unica cosa che posso fare è mettere da parte tutto il rancore, la rabbia, la frustrazione, la rassegnazione e agire di conseguenza…

Hinata sgattaiolò dal dormitorio senza farsi vedere né da Daichi né da Terushima.
Nei corridoi si mosse come un ninja, stando all’erta e scattando su al minimo rumore.
Kageyama, intanto, stava spolverando libri sotto la supervisione del custode che, in quel momento, stava sonnecchiando seduto sula sedia. Respirava quantità di polvere esorbitanti – ma un incantesimo autospolverante no, eh? – quasi di più dell’ossigeno.
«Kageyama!» chiamò Shouyuou, che aveva già raggiunto la biblioteca.
«Hinata?!» esclamò. «Rischi di essere scoperto, idiota!» disse, abbassando il tono di voce.
«Non m’importa» dichiarò deciso l’altro.
«Farai perdere altri punti alla tua Casa di questo passo.»
«E’ questa la tua punizione?» disse Shouyou, sfiorando le copertine impolverate dei libri.
 «Sì» sospirò Tobio, «il professor Shimada è stato clemente, stavolta. Sa essere molto severo quando si tratta di punizioni.»
Il rosso non disse nulla, ma continuò a fissarlo.
«Non devi star per forza insieme a me anche se ti senti in colpa, sai?» disse Kageyama, adirato.
«Mi dispiace» disse l’altro.
«Cosa?» Tobio aveva smesso di spolverare.
«Ho detto che mi dispiace, sei sordo, Kageyama?!»sbottò il rosso, ma si affrettò a rimediare dopo un‘occhiata minacciosa che l’atro gli aveva rivolto. «Scusascusascusa!»
«Mi dispiace per… quella cosa» riprese Hinata. «Mi dispiace per come siano andate le cose tra di noi.»
«Di-dispiace anche a me, in un certo senso» mormorò Tobio, abbassando leggermente lo sguardo.
«Speravo che potessimo… come dire, ricominciare?»
Tobio era sorpreso da quella proposta. Che Hinata avesse finalmente fatto ordine nella sua testa e fosse disposto a mettere una pietra sopra tutto? O quello era soltanto un modo per scusarsi per quando l’aveva attaccato, scatenando il duello?
«Mmh, sì, si può fare…» disse piano Tobio, dopo un breve attimo di esitazione. D’altronde, era stato proprio lui che aveva cercato di persuadere Hinata a non troncare brutalmente la loro amicizia.
«Quindi siamo di nuovo… amici?» chiese Shouyou.
«Già. Posso di nuovo chiamarti Hinata cretino senza che un serpente cerchi di staccarmi mezza gamba» scherzò Kageyama, e Shouyou rise.
Passarono alcuni attimi in cui nessuno dei due parlò. L’unico rumore era quello provocato dal loro respiro e dai libri che venivano spostati.
Dopo un po’, Tobio disse:
«Hinata, perché?»
«Perché cosa?»
«Perché continui a starmi vicino anche dopo tutto quello che ti ho fatto? Dopo tutte le cattiverie che ti ho detto? Perché continui–»
«Basta così, Kageyama.»
«…a essere mio amico? Cosa ho fatto per meritarmelo?»
Hinata lo guardò dritto negli occhi. «Be’, è semplice: io sono un Grifondoro, e farò di tutto per riconquistarti!»






Note dell'autrice
In ritardo di qualche giorno, ma ecco il secondo capitolo! Spero sia di vostro gradimento. 
Vi aspettavate Kageyama Corvonero? L'ho voluto mettere lì perché mi sa di Quidditch nerd xD
Ringrazio Yukikura per essere la beta più paziente del mondo.
E ovviamente ringrazio i lettori silenziosi, chi ha recensito (much luv for ya) e le persone che hanno inserito la storia nelle preferite/seguite/ricordate.
Ci si vede tra due settimane,
swimmer

 
   
 
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