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Autore: MAFU    08/12/2016    1 recensioni
[Lilith x Amaimon] - [Lilith x Mephisto] - [Lamia x Yukio]
“Yukio , non vedo niente …” Si lamentò Rin che mentre seguiva Yukio come un ombra avanzava nell’oscurità del corridoio. Le vecchie e malconce travi di legno del pavimento polveroso scricchiolavano ad ogni loro passo riecheggiando nel silenzio più tetro.[...] Dalla parte opposta del corridoio, a passo fiero, Mephisto camminava con disinvoltura nell’oscurità. Passando accanto ad una delle massicce porte delle stanze del dormitorio si fermò sentendo un rumore sospetto. Un rumore di acqua corrente aveva attirato la su attenzione. “Qui c’è qualcosa che puzza …” Pensò rimanendo in ascolto finché lo scrosciare non cessò. A quanto pare quella era la porta di uno dei bagni. “ Mhm .. qui c’è davvero qualcuno ..” Afferrò con decisione la maniglia di ottone e con uno strattone spalancò la porta.
Lilith e Lamia sono sorelle. Tutto lascia pensare che in passato abbiano avuto a che fare con Mephisto...ma la loro vera natura fatica ad essere tenuta a bada...
(!!!)Ci sono espliciti riferimenti al manga(!!!)
Genere: Comico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amaimon, Mephisto Pheles, Un po' tutti, Yukio Okumura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAP 28

“Uff, tanto affanno e poi del Kraken nemmeno l’ombra.” “Shima, parli tu che non hai fatto niente…” Koneko sospirò esasperato camminando accanto all’amico sulla via del ritorno. “Arriverà, la baia è ricolma di sangue.” Ryuji accanto a loro chiuse gli occhi pensieroso, “Come fai ad esserne così sicuro?” “Lo hanno avvistato a una trentina di chilometri dalla costa, è già in avvicinamento.” “Che!? E tu dove le hai sentite tutte queste cose?” Shima lo fissò a occhi spalancati. “A differenza vostra, invece di giocare ho dato una mano alle squadre per la localizzazione.” “Bon, tu davvero sei incapace di goderti la vita…” “Come, prego!?” il ragazzo scattò verso Renzou a pugno alzato e Koneko per fermalo ci si appese come una scimmia. Gli schiamazzi dei ragazzi giunsero alle orecchie di Izumo che più avanti camminava in disparte e a Shura, in testa al gruppo. “Beata gioventù.” Sospirò la donna per poi sbirciare Yukio con la coda dell’occhio. “Nemmeno sulla strada dell’hotel vuoi stare coi tuoi coetanei?” ma il ragazzo non rispose. Camminava impettito guardando dritto davanti a sé cercando di ignorare l’ambiente circostante. “Guardalo com’è teso…” Lilith sussurrò a Lamia guardando il professore. Le sorelle seguivano il gruppo tenendosi un po’ a distanza, per via del compromesso di Lamia. Lei infatti stava stranamente tenendo fede alle promesse fatte a Yukio. Mephisto le aveva lasciate per andare a imbellettarsi per la cena, chissà che cosa avrebbe architettato… “Devo stargli alla larga, ricordi?” schioccò la lingua guardando la sorella, “Anche se questo non farà che peggiorare le cose.” Ridacchiò maligna. “Sei senza speranza…” sbuffò Lilith. “Tu non vedi l’ora che crolli.” “Sai com’è, si tratta pur sempre del mio orgoglio di succube.” Ammiccò Lamia facendo spallucce. “Che giornata…” Rin sbucò alle loro spalle tutto soddisfatto. Kuro svettava sulla sua testa e guardava malissimo Lamia per lo scherzetto del pomeriggio. La donna fece finta di niente mentre Lilith guardò il ragazzo un po’ sorpresa. “Vi siete divertite oggi?” “Il solito.” Rispose la maggiore con noncuranza. “Diciamo di sì…” L’altra fece un mezzo sorriso evitando il suo sguardo. “Effettivamente… Ora che ci penso non so quanto ci si possa divertire stando in compagnia di quello strambo di Mephisto…” Rin guardò altrove sconcertato. Lilith ebbe un sussulto guardandolo storto e Lamia intervenne a fermare la sorella prima che potesse prendere le sue difese in modo poco opportuno. “Mephisto non è…” la bocca della ragazza fu tappata di colpo, “Hai ragione, purtroppo con tutti i guai che abbiamo combinato di recente vuole tenere sotto controllo la situazione.” “Ah, ho capito! Quindi è per quello che vi ronza sempre attorno.” “Già.” La donna mollò la bocca della sorella con uno scatto incrociando le braccia dietro la schiena. Lilith la guardò colpita dalla sua prontezza. Per la prima volta provò una sorta di ammirazione per lei. Ma ben presto l’idea che fosse stata la più furba la irritò talmente tanto da ripugnarla. “Non siamo proprio studentesse modello.” Continuò Lamia sarcastica, “Parla per te…” sibilò la piccola mettendo il broncio e la donna roteò gli occhi sbuffando. “Ringraziami.” Rispose secca in labiale per non farsi sentire da Rin. Il ragazzo però si era distratto a guardare Yukio in testa assieme a Shura, “Cambiando argomento… Non pensate che Yukio stia diventando sempre più strano?” “No!” risposero a bruciapelo in coro le due che finirono col guardarsi a occhi sgranati. “Che rapidità…” Rin si voltò esterrefatto, “Forse allora è solo una mia impressione…” tornò pensieroso. “O ha solo fame!” scoppiò a ridere. “A proposito, chissà che ci serviranno per cena!” batté le mani con l’acquolina in bocca.
“Prego, accomodatevi miei adorati scolari.” Mephisto seduto a capo di una lunghissima tavolata lussuosa, accolse il gruppo di studenti appena entrato nel salone principale dell’hotel. Avevano a malapena avuto il tempo di spazzarsi dalla sabbia e mettersi vestiti puliti per la cena e in confronto a quello sfarzo sembravano il gruppo della Caritas. All’appello mancava solo Yukio, assentatosi con la scusa del monitoraggio del Kraken. “Che…Accidenti…?” Rin guardò con orrore i candelabri luccicanti quasi quanto il ghigno da depravato del preside che stava ostentando tutta la sua ricchezza. “Non fate i timidi, coraggio. Prendete posto!” li esortò ad avvicinarsi e lentamente uno dopo l’altro si andarono ad accomodare a tavola. “Che sciccheria…” A Kamiki brillarono gli occhi quando toccò le posate d’argento. “Stasera per voi ho pensato di organizzare una cena occidentale. Quindi niente bacchette…Ahimè.” Si asciugò una lacrimuccia colpito nel suo orgoglio di sostenitore Nipponico. “Non è che deve farsi perdonare qualcosa?” Lamia sussurrò all’orecchio di Lilith seduta alla sua sinistra e la ragazza rabbrividì, “Non saprei…”. Guardò Shura seduta di fronte a loro qualche posto più in là intenta a guardare in cagnesco Mephisto e deglutì rumorosamente. “Forse vuole calmare le acque…” disse allora la piccola all’orecchio della sorella. “Se siete tutti pronti, inizierei con la prima portata.” Annunciò il preside alzandosi in piedi. “Avanti gli antipasti!” batté le mani con riverenza chiamando i camerieri. Giunsero al salone un paio di uomini in divisa portando dei carrelli scintillanti carichi di cibo. “E questi sarebbero solo antipasti?” A Rin colò quasi la bava dalla bocca. Mephisto si gustò lo stupore dei ragazzi grattandosi il pizzetto compiaciuto. “Bon Apetì!” mormorò fissando Shura con uno sguardo tagliente. “Lamia, sicura che non mangi?” “Sicurissima, la roba di pizzetto non la tocco manco morta.” Lamia spinse lontano il suo piatto avvicinandolo a Lilith che si leccò i baffi con in mano uno spiedino. “Non è affatto male invece.” “Per quanto ne so potrebbe averci messo il veleno.” Sbuffò la sorella stravaccandosi sulla sua sedia raffinata. Alle loro spalle, grandi finestroni incorniciati da tende massicce offrivano agli ospiti una splendida vista sulla notte della baia cristallina. Quel paesaggio era lo scenario perfetto per una cena così di lusso. “Sicuri che non dobbiamo pagare niente di quello che mangiamo?” Chiese Shima prendendo un boccone di bistecca titubante, “Per stasera offro io, non ti preoccupare.” Mephisto, che non aveva toccato cibo lo guardò con la testa posata sui pugni chiusi, “Anche perché tecnicamente è tutto pagato dalle vostre tasse scolastiche.” Tossicchiò girando la testa di lato guardando altrove per non farsi sentire. “Vedi? Nemmeno lui sta toccando cibo. Lilith non mangiare, è sospetto.” “Lamia, piantala è tutto buonissimo.” La ragazza non smetteva di ingerire cibo di gusto. Avevano appena servito l’aragosta ed era spettacolare. “Cerca di sforzarti, Shura non fa che fissarci…” mormorò con la bocca nascosta dietro a una chela arrostita. L’altra guardando la professoressa con la coda dell’occhio incrociò il suo sguardo che divenne duro come la pietra. Voltando di scatto la testa, cercò di ignorarla ma si sentì puntare come se Shura avesse un fucile in mano. “E va bene.” Digrignò i denti afferrando un pezzo di crostaceo con decisione, aprì le fauci ficcandocelo dentro come se fosse una medicina e masticò a bocca aperta in maniera molto poco signorile. Lilith la guardò schifata mentre sputacchiava pezzettini su tutta la tovaglia, “Gnam, proprio buona questa cosa che sa di sabbia, deliziosa!” strillò sarcastica per farsi sentire bene da tutti i presenti. Mephisto alzò gli occhi al cielo inspirando profondamente. Shura invece assistette allo spettacolino ripugnante accigliata ma non si scompose più di tanto. La sceneggiata però aveva fatto in modo da farle allentare la cinghia e ora le sorelle Evangeline non erano più al centro dei suoi pensieri. Il cibo stava davvero mettendo tutti d’accordo, in apparenza. “Lamia, ora non esagerare…” Lilith guardò la sorella con gli occhi a mezz’asta facendo per prendere un sorso dal calice di vino che si era versata poco prima. “Oi, tu, signorinella!” La voce di Shura la fece arrestare di colpo. “I quindicenni non bevono.” La guardò malissimo facendola rabbrividire. In silenzio la ragazzina abbassò il calice mordendosi la lingua per non risponderle a tono. “Oh, oh…” sussurrò lamia sfottendola.  “Ma se a Kyoto…” Shiemi provò ad aprire bocca tuttavia venendo fulminata dalla professoressa ammutolì. “E ora passami il bicchiere, sono costretta a requisirtelo.” Tornò a rivolgersi a Lilith con un mezzo sorriso. La ragazza guardò Mephisto accigliata mentre le passava il calice, “Sei proprio furba, non ti avevo nemmeno visto versartelo…” commentò Shura prendendoglielo di mano con un rapido gesto. “Alla salute!” disse facendo un brindisi a se stessa scolandoselo alla goccia sotto gli occhi attoniti dei commensali. “Bene, stavamo dicendo?” le sfuggì un singhiozzo per la fretta e a rilento, i presenti ripresero le conversazioni da dove erano state interrotte. Quando poi la professoressa Kirigakure trovò il resto della bottiglia di vino, non ci fu più per nessuno. La donna tracannava alcool come se fosse acqua di rubinetto e con la faccia bordeaux cominciò ad importunare gli studenti facendo battutine sconce sulla giornata in spiaggia. “Ryuji, certo che tu hai dei begli addominali!” ridacchiò con lo sguardo assente, “Ti piacciono, eh Kamiki?” dette una gomitata alla sua vicina di posto facendole rovesciare un po’ d’acqua sulla tovaglia. “L’abbiamo persa…” sussurrò sconcertata la stessa Izumo appoggiando il bicchiere a lato del piatto per asciugarsi col tovagliolo. Ryuji di fronte a lei le aveva lanciato occhiate occasionali per tutta la serata senza riuscire a litigarci nemmeno una volta. Però le molestie verbali di Shura lo avevano fatto diventare viola dall’imbarazzo. “Yo! Ottima annata questo vino!” Shura alzò il calice per la sesta volta ripetendo la medesima frase singhiozzando brilla. “Dov’è Yukio quando serve?” Rin la guardò esasperato abbandonandosi all’indietro sulla sedia con la pancia piena. Nonostante il caos, Mephisto pareva molto soddisfatto di quegli esiti. Guardò di sottecchi le sorelle Evangeline in fondo alla tavola. Lilith gli rivolse uno sguardo neutro, senza emozioni particolari. Era soddisfatta del pasto e si chiedeva soltanto quando se ne sarebbero andati tutti. Prendendo in mano l’altro bicchiere fissò il tavolo davanti al suo naso bevendo piccoli sorsi d’acqua pazientemente. Lamia stava invece continuando il suo teatrino cominciando a sparare gusci d’ostrica vuoti con la forchetta. In mancanza di Yukio doveva pur riempire il tempo in qualche modo. D’un tratto, Mephisto batté la forchetta sulla coppa di champagne che avevano appena servito in conclusione. Ai minorenni era stata sostituita con della gazzosa all’uva. “Un momento di attenzione, vorrei brindare a voi e al vostro prezioso contributo per l’Accademia. Le giovani menti sono il pane del futuro.” Disse solenne alzandosi in piedi tenendo alto il bicchiere. Finiti i gusci, Lamia passò ai tappi di bottiglia. Caricò il colpo con precisione balistica e il tappo schizzando a tutta velocità sfiorò una guancia dell’ubriaca Shura e andò a centrare in pieno il calice del preside a capo tavola. “Evvai! NBA signori! Ma chi sono!??” la succube fece per dare il doppio cinque a Lilith tutta contenta. Volo da record ma quando la donna tornò a guardare il fulcro del brindisi dopo aver esultato per il canestro, l’uomo le rivolse una faccia talmente inquietante da farle perdere ogni entusiasmo. “Cin.” Tagliò corto lo sproloquio tornando a sedersi irritato. “Cin cin!” brindarono i ragazzi felici e contenti mentre Mephisto cercava di togliere il tappo usando il coltello d’argento senza farsi vedere. Per lui il galateo era molto importante. Finiti i festeggiamenti, arrivò l’ora di riposarsi. “La cena è stata di vostro gradimento?” domandò il preside prima dell’imminente congedo, gli studenti annuirono esausti al che l’uomo battendo le mani sogghignò soddisfatto, “Eccellente, siete liberi di andare a coricarvi. Sogni d’oro miei cari! E in bocca al lupo per domani.” si alzò in piedi per primo facendo cenno verso la porta. “Era ora!” Lamia si alzò da tavola strisciando la sedia. Mephisto sospirò cercando di ignorarla e continuò a sorridere agli altri ragazzi come se niente fosse. “Benone gente, chi mi dà una mano ad andare in…” Shura barcollò rischiando di ribaltarsi alzandosi dalla sedia, “In bagno?” si aggrappò alla seduta reggendosi in piedi a fatica con un sorrisone stampato in faccia e le guance viola. “Uh…” Rin la osservò schifato, mentre Izumo sospirando si avvicinò alla professoressa aiutandola a ricomporsi, “Andiamo, la porto io.” Disse la ragazza con estremo sangue freddo, “Grazie Kamiki, mi ricorderò di te agli esami.” Sorrise sorniona Shura venendo scortata via. “Buona notte e sogni d’oro bei maschioni!” biascicò tutta rossa in viso. “Come ce la vedrei bene Izumo badante… Intenta ad imboccarmi tutta premurosa” sorrise Shima con gli occhi sognanti, “Tu hai delle strane fissazioni…” Koneko lo guardò inorridendo, “Poi come fai a parlare di cibo dopo tutto questo…” la loro voce sciamò nell’oscurità del corridoio uscendo dal salone. Si congedarono da Mephisto con un inchino, mentre questo era intento a sorvegliare l’entrata impettito come un soldato. Da bravo ospite stava attendendo che i commensali fossero tornati tutti alle loro stanze prima di sparire dal palcoscenico.  “Arrivederci, signor Pheles.” Shiemi gli passò accanto accennando a un inchino tutta timida, “Buona notte.” rispose lui contraccambiando il gesto e la ragazza uscì seguita da Ryuji e Rin. Quest’ultimo evitò il più possibile Mephisto nascondendosi dietro gli altri due. “Buona notte, ragazze.” Si voltò un istante a salutare Lilith e Lamia rimaste per ultime. “Ciao.” Lilith alzò una mano incerta. Senza più nessuno oltre loro, il silenzio piombò nella stanza. “Or dunque, che fate ancora qui? Non andate a riposare?” il demone guardò le due leccandosi un labbro. “Avati non fate quelle facce, oggi mi pare sia andata splendidamente…” nessuna risposta. “Bah, non so te ma io non vedo l’ora di tornare a Tokyo.” Dopo qualche istante, Lamia sbuffò sorpassando Lilith andando verso la porta. L’altra ebbe un fremito attraversata da un bruttissimo presentimento. “Io me ne vado in camera.” disse poi freddamente la donna uscendo senza aspettare ulteriormente. “Oh…” Mephisto la guardò con la coda dell’occhio sparire dietro l’angolo. “Sbaglio o sembra un po’ sotto pressione?” chiese a Lilith rimasta immobile, “Credo sia per via di Yukio…” “Interessante… Non pensavo che mettendoli così alla prova sarebbero durati tanto.” “Che vuoi dire?” la ragazza scossò la testa sbigottita, “Beh…” Mephisto sfiorando l’interruttore della corrente con una mano, spense la luce del salone con un dito facendoli piombare nell’oscurità della notte. La luce della luna filtrò dalle finestre illuminando i profili della mobilia e i loro volti nella penombra. “Si stanno dimostrando entrambi molto testardi e tenaci. È un legame affascinante…” l’uomo cominciò a camminare verso i grandi finestroni sull’oceano con le mani dietro la schiena. “Il fatto che entrambi stiano cercando di domare i propri istinti non farà che fortificarlo… Presumo.” Si fermò a guardare il panorama sotto lo sguardo attento di Lilith che aveva seguito ogni suo spostamento in silenzio. “Ti diverte?” “Alquanto.” L’uomo si voltò verso di lei sogghignando. “Ti ricordo che è di mia sorella che si sta parlando… Non farmi arrabbiare.” “Dio me ne scampi, non è assolutamente mia intenzione e lo sai.” Mephisto si posò una mano sul cuore solenne. Al che la ragazza si avvicinò lentamente a lui fermandosi a guardare il cielo fuori dalla finestra. “Sai, non riesco a non pensare a una cosa ultimamente.” Disse lei sfiorando il vetro, “Quali sono i tuoi turbamenti?” “Continuo a ripensare all’ultima volta che sono stata qui.” “Con qui, intendi ad Assiah in generale?” indagò Mephisto guardandola di sottecchi, “Sì… Ti ricordi Monaco?” “Come poterla dimenticare?”. Lilith ridacchiò sommessamente alla domanda retorica guardando il mare in silenzio. “Ricordi anche quando lei è arrivata?” “Certamente…” la voce del demone si fece tagliente. “Mephisto, a Tokyo c’è ancora Amaimon?” “Come mai questa domanda brucia pelo?” lui alzò un sopracciglio rivolgendole un mezzo ghigno, “Rispondi per favore.” “Oh…” si fece pensieroso grattandosi il pizzetto, “Potrebbe sì, ma dal momento che per scopi strategici gli avevo donato la chiave dell’ubiquità potrebbe essere ovunque. Persino qui.” “Che cosa!?” Lilith si voltò di scatto strabuzzando gli occhi. Il cuore le andò in gola martellandole violentemente. “Rilassati, principessa.” Mephisto le si avvicinò sogghignando toccandole la punta del naso con un dito, “Non c’è. Gli ho espressamente fatto divieto di avvicinarsi in questo arco di tempo. Mi sembrava inopportuno con tutti presenti.” “Non capisco… Perché non farlo tornare a Gehenna e basta? Ha perso il senno ed è andato troppo oltre! …Ma questo immagino tu lo sappia già.” “Ovviamente… Ma sai…” le accarezzò il viso candido lentamente, “Non ci sarebbe gusto senza di lui partecipe ai giochi.”.
Nel frattempo, gli altri erano arrivati alle loro Camere. Erano stati divisi in doppie per ordine alfabetico e Lamia si era trovata in stanza con la sorella, per il momento assente. La donna si sdraiò di traverso sul letto con lo stomaco che brontolava. La sua pancia entrata in contatto con le pietanze umane stava cominciando a fare le bizze. “Dannato crostaceo alla terra…” si lamentò premendosi il ventre con una smorfia. Shura, nel bagno in fondo al corridoio stava cercando di non rimettere anche l’anima. Kamiki le teneva la testa con fermezza. “Senti, non è che avresti un fazzolettino?” biascicò la donna tirando su col naso scollando un attimo la faccia dalla tazza, “Sì…” rispose la ragazza facendo per prenderlo dalla borsa quando si accorse di non averla con sé. “Accidenti, ho dimenticato la borsa in sala da pranzo.” Disse alla professoressa in stato catatonico. “Professoressa Kirigakure?” provò a chiamarla ottenendo solo un sorriso sornione. “Santo cielo, perché si è sbronzata tanto?”.
Lilith sgranò gli occhi spaventata. “Mephisto.” Disse seria, “Così non va.” “Lasciati trasportare… Mio fratello è un giocherellone, sono certo che adesso essendoti stato alla larga così tanto tempo sia già tornato in sé e si stia distraendo con altro.” “Ne dubito fortemente.” Al che l’uomo sospirò lasciando andare il viso della ragazza. “Questa tua coscienza di te mi è sempre piaciuta.” Le disse con un mezzo sorriso, “Per quanto non sia il momento adatto per dirlo, sono estremamente convinta che sia difficile dimenticarmi.” “Non posso che esserne d’accordo.”. Si guardarono negli occhi per una manciata di secondi. “Quindi?” mormorò la ragazza, “Quindi?” “Sei davvero convinto che Amaimon stia desistendo?” “A dire il vero no.” “Ah! Lo sapevo!” gli puntò il dito contro lei vittoriosa, “Sono la donna più bella di Gehenna, era ovvio!” si scostò i capelli orgogliosa. “Sbaglio o fino a un minuto fa eri terrorizzata all’idea di averlo qui?” a quelle parole, Lilith tornò a rabbuiarsi. “Di sicuro non mi sento in una botte di ferro.” Guardò altrove crucciata, “Però posso provare a tenerlo a bada. Sempre che tu mi dia una mano.” “Tecnicamente non potrei…” “Che significa? Mi sembrava avessimo fatto un patto?” “Eh… Ecco… Storia lunga…” “Mephisto…” “I legami di sangue, nel galateo dei demoni, come ben sai hanno la precedenza.” “Spiegati meglio.” “Ho fatto una promessa anche a lui.” Silenzio. “Sei sleale!” Lilith indietreggiò di scatto di un passo guardandolo sconvolta. “Shh…” Mephisto le afferrò i polsi con delicatezza, “Alla fine la promessa che gli ho fatto non comprendeva il tuo libero arbitrio…” si avvicinò di nuovo a lei guardandola dritto negli occhi, “Quando sarai posta davanti a una scelta, prendi quella giusta.” “Non parlarmi come un oracolo… Stiamo discutendo di cose serie.” mormorò la ragazza esitando. Passarono alcuni attimi di silenzio tombale prima che Lilith si decidesse ad aprire di nuovo bocca. “Mephisto…” si liberò dalla sua presa scossando il capo sospirando. “Se le cose dovessero andare storto…” guardò l’orizzonte brumoso immerso nella notte, “Sarei costretta ad andarmene…”. Il demone premette le labbra una contro l’altra osservandola in silenzio. “Ma questa volta sarebbe per sempre.” Si voltò a guardarlo. Nei suoi grandi occhi balenò un sentore di rassegnazione misto a sconforto. L’uomo respirò a scatti dissimulando un sussulto. “Non te ne andrai. Parola mia.” Disse serissimo. “Non lo permetterò.” “E allora tieni a bada Amaimon.”. Mephisto si morse un labbro. All’improvviso si accesero le luci. Kamiki era tornata nel salone e aveva premuto l’interruttore pietrificandosi alla vista dei due davanti alla finestra. “Ah!” Lilith si voltò rimanendo anche lei di sasso. “Lilith… Lord Pheles…” Izumo deglutì in imbarazzo avanzando a capo chino verso i suo posto a tavola, “Scusatemi, ho dimenticato la borsa.” Disse in un sussurro andando a recuperarla. Sotto gli occhi dei due demoni, la ragazza dette loro le spalle tornando verso l’uscita. Lilith cominciò a sudare freddo. Non sapeva se avesse origliato o meno e l’idea la fece tremare. “Comunque…” Izumo si fermò a metà strada voltandosi col volto in fiamme, “Signor preside, ha quindici anni.” “Eh?” Mephisto sgranò gli occhi serrando la bocca. Lilith impallidì ma vedendo la faccia dell’uomo scoppiò a ridere di gusto. “Bella questa!” ridacchiò coprendosi la bocca con una mano. “Ancora questi quindici anni…” smise di ridere sussurrando tra i denti guardando Mephisto socchiudendo gli occhi. “La qui presente signorina Evangeline ed il sottoscritto, stavano discutendo della cattura di domani. Nessun discorso futile, in vero.” Mephisto schiarendosi la voce tentò di recuperare la situazione, “Capito.” Kamiki li guardò stranita per poi tornare sui suoi passi, “Che faccio con la luce, la spengo?”.
“Non so se ridere o prenderti a sberle.” Lamia che aveva appena finito di ascoltare il racconto di Lilith la guardava a braccia conserte mentre camminavano verso la spiaggia. “Ma se alla fine sono filata a letto e nessuno ne ha più riparlato!” si lamentò la piccola mettendo il broncio, “Poi ti lamenti se non ti voglio mai dire niente.”. “Come no, chissà adesso che cosa frulla nella testa di quella piccola mitomane.” “Non mi sembra tipo da andare a sbandierare le cose ai quattro venti.” “Io e lei non ci sopportiamo, pensi che si lasci sfuggire l’occasione di metterci nei casini?” “Beh, io per quanto ne so potrei persino starle simpatica…” guardò altrove la sorella sbuffando. “Come no…” rispose sarcastica Lamia scossando la testa. “Comunque sto morendo di fame, se non impazzisce prima Yukio lo farò io.” “Oh, e che fine ha fatto l’orgoglio di succube?” “Fottiti.”. Furono di nuovo le ultime ad arrivare alla baia. La spiaggia era già stata completamente evacuata in previsione dell’arrivo del Kraken. Yukio era appostato con un megafono in riva al mare e dava indicazioni alle squadre comunicando ogni quarto d’ora la posizione del mostro. Ora distava solo una quindicina di chilometri dalla costa, secondo le stime. “Ci siamo, sta arrivando!” Shura, senza ombra di dopo sbornia era già in prima fila a dare ordini. L’abitudine l’aveva resa parecchio resistente. “Bene, noi che facciamo?” Lamia alzò un sopracciglio guardando Lilith intenta a fissare il trambusto di esorcisti in fermento. Con la coda dell’occhio scorsero Mephisto intento a salutarle con una mano da sotto il suo ombrellone. “Ah già…” la donna sospirò seccata incurvando le spalle. “Buon giorno, stelline!” le accolse a braccia aperte sotto la sua ombra. “Buon giorno…” Lilith accennò a un sorriso inginocchiandosi accanto a lui. Lamia si sedette poco più in là sospirando guardando verso l’oceano. Yukio si stava dando da fare e non poteva che fissarlo con la bava alla bocca. “Non farci caso, ha fame.” Bisbigliò Lilith all’orecchio di Mephisto giustificando l’ipersalivazione della sorella. Sul bagnasciuga, il resto degli studenti si stava godendo il mare esattamente come il giorno prima. Fino all’arrivo della bestia avrebbero finto di essere comuni vacanzieri e la cosa sembrava non dispiacergli. Mephisto togliendosi gli occhiali da sole prese in mano il numero successivo del manga del giorno prima cominciando a sfogliarlo. Lilith lo guardò incuriosita e sbirciò un paio di vignette senza però capirci niente. “Che relax… La spiaggia è davvero qualcosa di adorabile, non trovate?” sospirò L’uomo lanciandole un’occhiatina. “Oi! Ben svegliate!” Shima vide le sorelle Evangeline passando accanto al loro ombrellone e si fermò a salutarle con un’anguria sotto al braccio. “Yo.” Lo salutò Lamia svogliata, il ragazzo col suo corpo le stava schermando la visuale da Yukio e questo era palese la infastidisse. “Che fai con quell’anguria?” chiese Lilith, “Ne volete una fetta? Stavo andando a tagliarla.” “Oh sì… magari…” alla ragazza brillarono gli occhi. “Shima! Sbrigati con quella cosa!” Ryuji lo chiamò a gran voce agitando un braccio in lontananza. “Arrivo!” rispose l’altro strillando. “Sentite…” Renzou si voltò poi verso di loro con una smorfia guardando di sfuggita Mephisto di nuovo immerso nella lettura, “Perché non venite sotto il nostro ombrellone? Ci farebbe piacere.” Si sforzò di sorridere sentendosi minacciato dalla presenza del preside. “Ecco…” la minore cercò gli occhi di Mephisto un po’ agitata, “Fanciullo, come procedono le ricerche?” domandò allora lui sollevando gli occhi dal manga, “Direi benone, Lord Pheles…” Shima si grattò la testa ingenuamente. “Splendido, allora direi che non ci sono problemi se vi divertite ancora per un po’.” Voltò pagina con nonchalance. Lilith sgranò gli occhi impotente. “Quindi, volete venire?” ripeté la domanda il ragazzo improvvisamente più sereno. “No. Levati.” Lamia rifiutò l’offerta allontanandolo con un gesto scocciato. “Scusala, ha il ciclo.” Disse la sorella giochicchiando col pareo. Lamia non rispose ignorandola. “Oh…” Renzou la guardò stranito ma non ci dette troppo peso. “Tu Lilith, vuoi venire?” “Non credo di voler lasciare sola lamia… Ecco…” la donna d’un tratto perse Yukio di vista. Il ragazzo si era spostato in un punto cieco e non riusciva più a trovarlo. Mordendosi un labbro si alzò in piedi come una furia. “Andiamo.” “Che!?” la ragazzina la guardò sconvolta mentre camminava impettita verso l’ombrellone dei ragazzi. “Lamia!?” “Magnifico!” ridacchiò Shima al settimo cielo dondolando l’anguria tra le braccia. Fu così che le sorelle Evangeline si trovarono sedute in mezzo ai loro compagni di classe con una fetta d’anguria in mano ad ascoltare in silenzio le loro chiacchiere da adolescenti. “Certo che questo posto ora sembra proprio una di quelle spiagge private dei film!” disse Shiemi battendo le mani contenta, “Che meraviglia!” non la smetteva di sorridere con gli occhi che le brillavano. “Si vede che non sei mai uscita da casa tua.” Come sempre, Izumo la smorzò con la sua acidità. La ragazza lasciò poi cadere lo sguardo su Lamia, rimasta immobile con l’anguria colante tra le mani. Non ne aveva assaggiato nemmeno un morso, intenta com’era a fissare Yukio in lontananza. Sembrava un cane da caccia. “Lamia, cominci ad essere inquietante…” le sussurrò Lilith nascondendo la bocca dietro la sua fetta mezza smangiucchiata, l’altra fece finta di non averla sentita intensificando lo sguardo. Fortunatamente, i loro compagni erano talmente presi nelle loro chiacchiere da non fare caso al suo comportamento bizzarro. Contando poi il fatto che la donna non era mai stata interessata a parlarci, era tutto nella norma. “Non avete un po’ caldo con quei parei?” chiese innocentemente Shima ad un certo punto posando a terra la buccia spolpata del suo pezzo d’anguria, “N…No.” Rispose incespicando Lilith riempendosi la bocca col cocomero per non dover dare ulteriori spiegazioni. “Ah! Magari ci avessi pensato pure io a comprarlo…” Shiemi si prese le guance tra le mani. “Sono così eleganti e di certo non mi sarei sentita tanto in imbarazzo.” “Si ma sono scomodi per una missione come quella che ci attende.” Izumo fulminò le sorelle con sguardo indagatorio. Lilith deglutì rumorosamente il boccone cercando un appoggio in Lamia che però era come se non esistesse. “Io penso siano molto belli!” intervenne Rin sorridendo a trentadue denti con la bocca piena. “Già, non state scomode?” Ryuji seguì la scia di Kamiki incrociando le braccia pensieroso, “Ryuji, non dirmi che anche tu sei curioso di vederle senza!” Shima lo guardò sognante, “ma che dici, pervertito!? Mi riferivo a un fattore puramente pratico!” sbottò Suguro imbarazzato. “Come no…” lo continuò a stuzzicare l’amico ammiccandogli, non facendo altro che peggiorare il suo rossore. “Ehrm… Io ho dimenticato una cosa sotto l’altro ombrellone. Torno subito.” Lilith, tentando la fuga, si alzò di scatto tenendo ben stretto il tanto discusso pareo per non farlo cadere. Lasciò la fetta d’anguria da parte spazzandosi dalla sabbia, “Lamia, mi accompagneresti?” le tirò un calcetto facendola tornare al presente. “Che vuoi?” le chiese seccata sistemandosi gli occhiali, “Coraggio, ho dimenticato una cosa…” “Ah?” la testardaggine della sorella stava cominciando a far spazientire Lilith che si sentiva gli occhi di tutti puntati addosso. Al che lo sguardo iniettato di sangue che rivolse alla donna, le recapitò il messaggio forte e chiaro. “Oh.” Lamia si alzò lentamente facendo finta di niente. “Se vuoi ti accompagno io, Lilith!” si offrì Shima alzandosi a sua volta. “No no, tranquillo… C’è già Lamia.” Sorrise nervosamente la ragazzina. Izumo la guardava con un’espressione indecifrabile e anche gli altri non sembravano ben capire il bisogno della scorta. “Dai, che vuoi che sia? Ho voglia di sgranchirmi le gambe…” “Non serve, davvero. Cose da donne.” Lilith s’inventò una scusa lampo facendolo titubare. Shiemi e Izumo furono le uniche ad avere un sussulto capendo l’apparente motivo di tutta quella segretezza. “Cose da donne?” chiese Rin stupidamente ma fu zittito da un’occhiataccia di Kamiki. La ragazza sembrava aver abbandonato quell’aria da inquisitrice spagnola. “Oh caspita, allora Lamia non era l’unica!” Shima batté il pugno sul palmo in preda a un’illuminazione. Lilith lo guardò un po’ riluttante annuendo non capendo bene nemmeno lei che cosa avesse scatenato. “A maggior ragione, il sole è molto pericoloso per voi fanciulle nel vostro periodo delicato! Vengo con voi!” il ragazzo si batté il petto autoproclamandosi paladino delle donne col ciclo, “Se doveste svenire, io vi prenderei al volo svegliandovi con un bacio.” Si pavoneggiò mettendosi in posa plastica. “Shima, non te ne approfittare.” Suguro lo sguardò storto. “Ti prego non farlo.” Sussurrò sudando freddo Lilith. Nessuno oltre Lamia la sentì e la donna scossò la testa sottolineando la richiesta. “Forza, andiamo!” “Shima, non fare l’appiccicoso. Sono cose private!” Izumo cercò di riprenderlo ma sembrava imbarazzatissima dall’argomento. “Lasciamo perdere. Andiamo.” Sospirò Lilith cominciando a camminare verso Mephisto. Voleva allontanarsi da lì il più velocemente possibile, Shima o non Shima. Lamia la seguì svogliata probabilmente desiderando solo un po’ di pace. “Aspettatemi!” Renzou si precipitò dietro di loro saltellando. “Mi raccomando, se vi sentite mancare, ditelo!” sprizzò stelline luccicanti da tutti i pori. “Che esaltato.” Commentò esasperato Koneko. Mephisto si vide arrivare in contro le due succubi intente a marciare alla velocità della luce con il buon Renzou attaccato al fondoschiena. Abbandonò il manga studiando interessato la scena, la faccia di Lilith la diceva lunga. “Shima… Ora puoi andare, ci vorrà un po’.” Cercò di scollarselo la ragazza approdando all’ombrellone. Il preside alzò lo sguardo in silenzio inforcando di nuovo gli occhiali scuri. Lamia si era fermata sotto il sole a braccia incrociate a guardare il ragazzo importunare la sorella senza muovere un dito. La fame la stava rendendo inutile. “Aspetterò.” Disse lui convinto. Lilith inginocchiandosi dandogli le spalle, cercò in vano di dire qualcosa a Mephisto ma trovandosi alle strette sospirò prendendo la sua borsa da spiaggia con un velo di disperazione. L’unica opzione era la fuga definitiva. “Sono costretta a tornare un attimo in hotel.” Disse alzandosi a tutta velocità scattando verso la passerella. Mephisto allora abbassò gli occhiali non capendo che stesse succedendo. “No problem, ti ci porto io!” si offrì il volenteroso Shima seguendola a ruota. Nel farlo però pestò inavvertitamente un lembo del pareo di Lilith. Con uno strattone, il nodo si sciolse facendolo svolazzare a terra in un turbine di veli. Il tempo si fermò di colpo. La ragazza smise di respirare. A rallentatore, Mephisto sgranò gli occhi spalancando la bocca, Lamia voltò la testa guardando il panneggio piroettare attorno al piede di Shima e il ragazzo che aveva chiuso gli occhi per sbattere le palpebre stava per riaprirli e trovarsi davanti la coda srotolata di Lilith.
   
 
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