34. L'hotel dei Kim - Parte I
Gli
occhi vuoti, aridi e stanchi erano fissi su quelle lenzuola fin
troppo familiari. Nere e fluide come acque torbide pronte a celare i
più oscuri segreti come una metafora della vita di Jonghyun.
Era
stato così Jonghyun in vita: un ragazzo riservato,
affascinante ma
che nascondeva terribili segreti che aumentavano le dicerie sul suo
conto. Jonghyun sarebbe diventato un simbolo di quello strano paese
sottoposto a una giurisdizione tutta sua, Jorinde lo sapeva
già. La
sua lapide e la sua storia sarebbero diventati motivo di attrazione
turistica per i più curiosi. Jonghyun era
l'entità della Rosa Blu
come lo era stato Chul Moo prima di lui. La storia del ragazzo senza
cuore, la sua immagine di giovane uomo eterno sarebbero state le
prime cose a venire in mente a chiunque avesse sentito parlare della
Rosa Blu. Sarebbe stato così per tutti ma non per lei.
Jorinde
avrebbe conservato un ricordo diverso di Jonghyun. Il suo Jonghyun
non sarebbe stato quello dalle sembianze fredde e il volto bello come
un principe, il suo Jonghyun era un'altra persona,
il ragazzo
che aveva conosciuto lei sarebbe stato differente da quello impresso
nella mente degli sconosciuti. Il suo Jonghyun aveva il sorriso e gli
occhi brillanti dell'unico quadro che gli avesse mai fatto, aveva il
profumo intenso del vento che soffia alle prime luci dell'alba nelle
mattine d'estate, aveva il respiro caldo come fuoco e una voce che
colorava d'oro il mondo intorno a chi l'ascoltava.
Proprio
mentre credeva di non avere più lacrime da versare, Jorinde
avvertì
delle altre solcarle le guance mentre osservava la sua scura stanza.
Il balcone era aperto e le tende oscillavano sinuosamente e senza
rumore nell'aria sospinte dal caldo vento della sera. A Jorinde
sembrò quasi di udire i suoi passi sul balcone e quasi
s'illuse che
le mani che le stavano toccando le braccia fossero le sue quando con
un sussulto si voltò di scatto. Riconobbe il familiare e
spossato
volto di Jinki che la guardava con apprensione con le mani che le
accarezzavano le braccia.
- Jorinde, vuoi scendere di sotto? - le chiese in un sussurro.
La ragazza si voltò di nuovo a osservare la camera vuota, con il letto dalle lenzuola lisciate con cura e un groppo le salì in gola.
- E' proprio come era lui, vero? - mormorò in un soffio quasi impercettibile.
Jinki all'inizio sembrò non capire ma poi guardando la stanza capì al volo quello che la rossa stava dicendo.
-
Si, è proprio com'era lui - replicò in risposta.
- Jinki, mi dispiace un sacco per quello che è successo... -
provò a dire la più piccola ma il maggiore la
interruppe abbracciandola da dietro e stringendole le spalle con le
braccia.
- Va bene così - fu l'unica cosa che disse.
Jorinde si morse un labbro per reprimere il singhiozzo violento che stava per investirla e afferrò con delicatezza il braccio sinistro di Jinki.
Minho
nel frattempo si era allontanato dalla cucina e dai pianti infiniti
di Odette che da quando aveva appreso della morte di Jonghyun non
aveva più detto una parola e non faceva che piangere e
fissarsi le
mani per tutto il tempo. Minho si sentiva a pezzi, come tutti e tutto
quello gli sembrava un sogno orribile e irreale. Con le mani in tasca
e lo sguardo basso stava attraversando il corridoio buio e silenzioso
quando a un certo punto alzò lo sguardo nella direzione
dell'atrio
che dava su tre porte e in cui, al centro, stava la nerissima bara di
Jonghyun. Si avvicinò ad essa e guardare il rigido volto di
Jonghyun
gli fece avvertire una fitta allo stomaco. Il soffitto era una cupola
di vetro da cui filtrava la luce lunare che illuminava il viso del
ragazzo. Jonghyun era bello in quell'elegante completo blu che
avevano scelto per farlo seppellire. I capelli sembravano
più
bianchi di come lo fossero mai stati, le labbra erano pallide e le
mani fredde come il ghiaccio. Minho se lo ricordava quando i suoi
colori erano altri, quando i capelli erano scuri, la pelle bronzea e
il viso irregolare ma non scavato come lo era in quel momento. Gli
tornò in mente il loro litigio nelle cucine del palazzo di
Chul Moo,
anni addietro, quando Jonghyun aveva deciso di lasciarsi andare e
Minho questo non poteva sopportarlo, proprio non poteva permetterlo e
allora lo aveva scosso per riavere il suo amico indietro. Peccato che
questa volta Minho non era riuscito a impedirgli di andare via,
l'aveva deciso senza dire niente a nessuno e l'aveva fatto prima che
qualcuno potesse dire o fare qualcosa.
Sorrise
brevemente mentre sentiva le lacrime appannargli la vista. Jonghyun
era stato uno dei suoi pochi veri amici da quando era scappato
dall'orfanotrofio e vederlo morire così presto gli apriva il
cuore
in due. Posò la sua mano su quella del ragazzo e si
chinò su di lui
per lasciargli un bacio sulla fronte.
- Buonanotte dolce re - mormorò Minho prima di allontanarsi a grandi passi verso la cucina.
**
Nessuno
aveva voglia di mangiare niente quella sera, se ne stavano tutti in
silenzio, persi nei loro pensieri. Kibum sedeva sotto la finestra e
ogni tanto domandava a un Taemin sempre più pallido come si
sentisse
e questi gli rispondeva sempre con una sola parola fatta di due o tre
sillabe. Jae Hyun era quello che sapeva mascherare meglio le sue
emozioni nonostante gli occhi lucidi e rossi. Stava affacciato alla
finestra a fumare e ogni tanto gettava un'occhiata ad Odette che
sempre zitta, sedeva al tavolo con Minho che le stringeva un braccio
intorno alle spalle. Jinki scese dal piano superiore insieme a
Jorinde e si unirono a quella per niente allegra combriccola vestita
di nero.
Odette
si alzò poco dopo e farfugliò qualcosa e poi si
mise a bollire
dell'acqua. Kibum si voltò a guardare Jorinde che,
completamente
distrutta, faceva di tutto per trattenere una nuova ondata di
lacrime. Anche il corvino sentì gli occhi pizziccargli ma
allungò
una mano e picchiettò piano la rossa sul braccio che si
voltò
sorpresa. Kibum le sorrise e le sue labbra mute mimarono un "ti
amava davvero" prima di accarezzarle una guancia. La più
piccola rimase colpita dal suo gesto inaspettato, Kibum aveva davvero
un cuore grandissimo. Gli strinse la gamba affettuosamente ma non
disse nulla.
-
Le ragazze nella stanza si sono svegliate? - chiese Jae Hyun gettando
la sigaretta nel portacenere.
- No, ho controllato prima e a esserti sincero mi è sembrato
strano - rispose Taemin.
- E voi? Nessuna notizia di Jiwon e Hyun Soo? - chiese poi rivolto a
Jinki e Minho.
I due scossero la testa.
- Credo sia ancora presto. Non abbiamo mai saputo con esattezza quando tutto sarebbe tornato alla normalità dopo la rottura della maledizione. Aspettiamo fino a domani mattina - rispose Jinki.
Jorinde ascoltava tutto come se fosse in una bolla di sapone volante ma poi improvvisamente la sentì rompersi e le sembrò di precipitare per poi ritrovarsi di nuovo su quella sedia accanto a Kibum.
E se Jonghyun non fosse davvero morto?
No, impossibile. Ero morto fra le sue braccia, lo avevano visto tutti.
Allora perchè le ragazze non si erano risvegliate e Jiwon non aveva recuperato la memoria?
Magari, come diceva Jinki, dovevano davvero dare tempo al tempo ma se così non era? Se c'era altro sotto?
E se anche Hye Jin doveva morire perchè la maledizione fosse completamente spezzata?
Forse era così.
Mille pensieri le passavano per la testa e quell'affollamento nella sua mente doveva essere visibile attraverso il suo volto perchè si accorse che Taemin la stava guardando. La ragazza si guardò intorno ma gli altri erano sprofondati nuovamente nei loro pensieri mentre Odette versava l'acqua nelle tazze. I suoi occhi chiari allora incontrarono di nuovo lo sguardo cupo di Taemin e le sembrava che la stesse rimproverando dopo averle letto nel pensiero.
Non mi fermerai Taemin.
Pensò allora la ragazza distogliendo lo sguardo soltanto per accettare la tazza dalle mani di Odette.
**
Avevano
deciso di
dormire tutti lì quella notte perchè era una casa
troppo grande e
triste per solo tre persone anche se in realtà nessuno
avrebbe
chiuso occhio quella notte. Come potevano dormire dopo quello che era
successo quel giorno? Come potevano dormire quando uno dei loro
migliori amici giaceva in una fredda bara foderata di seta, freddo
come l'inverno mentre loro se ne stavano in quelle enormi stanze dai
grandi letti? No, nessuno avrebbe mai potuto.
Jorinde era nel
letto da qualche ora e fissava il soffitto e il suo affresco nei
minimi dettagli ma il suo cervello nel frattempo lavorava. Ci aveva
pensato su e la sua decisione finale riconfermò le
intenzioni che
aveva già da quando era seduta in cucina. Si alzò
dal letto senza
fare rumore, si vestì, afferrò una molla per i
capelli e uscì in
punta di piedi dalla stanza. Si diresse nello studio di Jonghyun,
aprì il secondo cassetto e prese il pugnale con cui si era
trafitto
e che Jinki aveva riposto di nuovo lì. Poi scese al piano di
sotto e
si diresse alla bara aperta di Jonghyun. Jorinde si fermò
ancora una
volta a guardarlo e si sentì debolissima. Gli
accarezzò i capelli
per un pò e poi prese il pugnale e si tagliò una
piccola ciocca dei
suoi capelli rossi, fece un piccolo nodo e li depose accanto alla
mano di Jonghyun.
- Non renderò vano il tuo sacrificio - sussurrò.
La
più piccola si
chinò sul ragazzo e decise di dargli probabilmente l'ultimo
bacio e
così facendo una lacrima calda bagnò la bocca
senza vita del più
grande.
Ormai aveva deciso,
sarebbe andata fino in fondo.
Lasciò l'atrio con
la bara e salì fino al terzo piano dove si fermò
davanti alla porta
che nascondeva al suo interno le ragazze addormentate. In quel
momento si ricordò di non avere la chiave per aprirla.
- Cazzo! Chissà dove sarà adesso! - esclamò ad alta voce.
Dubitava fortemente potesse aprire quella porta con una forcina per i capelli qualsiasi.
- Cerchi questa? -
Una
voce la fece
sobbalzare.
Taemin stava in
piedi nel corridoio con la chiave in mano.
- Taemin! Che ci fai qui? -
- Potrei chiederti la stessa cosa. Vuoi entrare nella stanza, vero? -
- Si. -
- Perchè? -
- A che ti serve saperlo? -
- Non lascerò che tu faccia qualcosa di stupido. -
- Dammi quella chiave Taemin. Non resterò qui con le mani in
mano. -
- Cosa vuoi fare? -
- Uccidere Hye Jin. Morta lei, la maledizione sarà spezzata
per davvero. -
Taemin sorrise scettico.
- Credi che sia facile sbarazzarci di lei? Non ci
siamo riusciti noi in sette, cosa pensi di fare tu da sola?! -
- Sola?! Chi ha detto che sarò sola?! -
Taemin la guardò perplesso ma poi spostò lo sguardo sulla chiave e infine sulla porta.
- Tu sei pazza - sussurrò con un filo di
voce ma un brivido di eccitazione balenò nei suoi occhi.
- Allora me la dai o no questa chiave? -
- E sia ma vengo con te. -
Jorinde
non obiettò
ma prese la chiave che il moro le porse e fece scattare la serratura
della porta. Entrarono in quella paricolare stanza al cui interno,
come sempre, regnava un religioso silenzio. Le ragazze nei cinque
letti dormivano profondamente. La rossa si avvicinò al primo
letto e
rimase sorpresa nel trovarlo vuoto come se in realtà
attendesse
qualcuno, rabbrividì e si allontanò.
Dopodichè Jorinde tirò fuori
il pugnale e iniziò a tagliare gli arbusti che crescevano
intorno al
secondo letto.
Vide Taemin
avvicinarsi a un albero, prendere delle cesoie da dietro a questo e
darsi da fare vicino a un altro letto.
- Non crederai che tagliavamo via gli arbusti a mani nude - disse quello con semplicità.
Jorinde
sorrise un
pò, forse per la prima volta dopo qualche giorno. Era bello
sapere
che Taemin era lì con lei.
Quando Jorinde
arrivò a tagliare il fiore sul letto lo tranciò
di netto e poi lo
tagliò nel mezzo per evitare che i suoi poteri soporiferi
potessero
colpirla. Non appena gettò la rosa lontana la ragazza nel
letto si
svegliò di soprassalto e non appena vide Jorinde
lanciò un urlo.
La rossa non l'aveva
mai vista prima, le uniche che conosceva erano Hyun Soo e Valery. Era
molto carina, aveva occhi grandi e un pò rotondi e un
caschetto
castano.
- Non preoccuparti, non voglio farti del male - si affrettò a dire Jorinde - voglio solo aiutarti. -
La ragazza la guardò stralunata poi i suoi occhi caddero su Taemin.
- LEE TAEMIN! - gridò correndo a ripararsi dall'altra parte del letto.
Il moro sussultò.
- Su Kyung-ah è bello rivederti! - disse
lui leggermente a disagio.
- Stai lontano da me! - esclamò frastornata la ragazza.
- Ma che succede?! - chiese perplessa Jorinde.
- Quel disgraziato mi ha adescato per poi portarmi da quell'altro folle
psicopatico del suo amico Jonghyun! - spiegò con un certo
isterismo Su Kyung.
- Ok, va bene, capisco che non hai un buon ricordo di me ma Jorinde ha
ragione, non vogliamo farti del male! Se ti calmi un attimo, ti
spiegheremo tutto - replicò Taemin.
- Spiegare che cosa? -
Taemin si voltò e vide Hyun Soo seduta sul letto guardarlo confusa.
- Hyun Soo! - esclamò Taemin felice -
come stai? - chiese poi avvicinandosi subito al suo letto.
- Taemin come sei...cambiato - disse in un sussurro squadrando il
ragazzo incredula - ma che è successo? -
- E' una storia lunga! - sorrise il moro.
Quando
anche Valery
e l'ultima ragazza, la più piccola di tutte, furono liberate
dal
sortilegio, Jorinde e Taemin raccontarono loro tutto quello che era
successo.
Tutte si sorpresero
di udire della morte di Jonghyun e Hyun Soo se ne rattristò
parecchio. L'ultima cosa che ricordava Hyun Soo era Hye Jin nella sua
stanza che lottava contro di loro e poi il nulla. Fu Taemin a
raccontarle del maleficio e del perchè si trovasse in quel
luogo
adesso.
- Vi chiedo di aiutarmi - disse Jorinde a quel
punto.
- A sconfiggere Hye Jin? - chiese di rimando Valery.
- Si, non posso farcela da sola ma con voi si. -
- Si ma dove troviamo Hye Jin? Non sappiamo dov'è - fece
notare Taemin in quel momento.
Ah,
già. Non
avevano la più pallida idea di dove si trovasse Hye Jin. Non
potevano certamente andare alla ceca. Temeva che se non fossero
riuscite a trovare e uccidere Hye Jin, la cosa si sarebbe ritorta
contro di loro avendo svegliato le ragazze di loro spontanea
volontà.
Jorinde si guardò
intorno preoccupata e non passò molto che la risposta giunse
da
sola. Si udì un lieve scricchiolio e una piccola parte di
terreno
iniziò a franare.
- Cosa sta succedendo? - mormorò Valery.
Gli alberi iniziarono a sbriciolarsi come se fossero fatti di carta e i due letti più esterni sprofondarono nella voragine che si stava creando. I ragazzi indietreggiarono spaventati.
- Ma che diavolo significa?! - esclamò Hyun Soo guardandosi intorno.
Anche
le pareti
costituite da ricco fogliame crollarono in modo tale che il cielo
stellato e le montagne in lontananza furono ben visibili al gruppo.
Fu un attimo e poi
tutto cessò.
Rimasero in silenzio
a contemplare la notte.
- La casa si è aperta a metà
- notò Taemin.
- Odette non ne sarà felice ma credo che qualcuno ci stia
indicando la via da percorrere - replicò Jorinde indicando
quello che restava del pavimento e la scia di rose nere che si
susseguivano l'una all'altra e continuavano la loro corsa fuori dalla
tenuta di Jonghyun, nel buio della notte.
- Dite che gli altri si saranno svegliati? - chiese Hyun Soo.
- Forse no, paradossalmente il crollo non ha prodotto nessun rumore -
rispose Valery.
- Dobbiamo fidarci? - chiese Su Kyung guardando con sospetto le rose.
- A me non piace per niente questa storia ma non abbiamo scelta -
sussurrò la più piccola, Han Sul, stringendosi a
Su Kyung.
Era la più spaventata di tutti e i suoi capelli rosso fuoco pesavano probabilemte più di lei tutta intera mentre con occhi inquieti squadrava la stanza ormai distrutta.
- Beh Jorinde, io sono con te - disse Taemin a quel punto.
La ragazza si voltò e gli sorrise. Presero un respiro profondo e lo strano gruppo cominciò a seguire il sentiero di rose nere.
**
Era
vicina. Aveva
sentito la sua voce. Sapeva benissimo che era accanto a lui e gli
sarebbe bastato allungare una mano per afferrarla ma qualcosa glielo
aveva impedito. Poi aveva sentito scendere dentro di sè un
calore
cocente che aveva colpito il cuore con dolore e poi si era esteso nei
suoi arti con velocità disarmante. Aveva poi mosso gli occhi
ma era
tutto buio e davvero troppo silenzioso. Il rintocco dell'orologio fu
come un richiamo familiare. Le palpebre si alleggerirono e si
sollevarono lentamente.
La prima cosa che
vide fu il cielo scuro trapuntato di piccoli diamantini attraverso la
cupola di vetro. Jonghyun si mise a sedere e si accorse di essere in
casa sua. Tuttavia non era nel suo letto o nella sua stanza. Si
trovava in uno degli atrii che si affacciavano su quattro corridoi e
quello non era un letto. Abbassò lo sguardo e quasi non
saltò giù
per lo spavento quando si accorse di aver riposato in una bara.
- Che diavolo è successo?! - mormorò a bassa voce.
Poi
ricordò tutto:
Jorinde aveva scoperto la verità, si era arrabbiata, poi era
spuntata dal nulla Hye Jin e lui aveva deciso di sacrificarsi per
liberare tutti dal giogo sotto il quale erano costretti a stare.
Il ricordo dei volti
degli altri stravolti dal dolore lo investirono come una doccia
fredda. Quando cercò di alzarsi avvertì qualcosa
solleticargli la
mano: c'erano dei fili rosso chiaro accanto alle sue dita. Erano i
capelli di Jorinde. Li strinse nella mano e scese giù dalla
bara.
Indeciso su quale corridoio prendere, optò per quello a
sinistra ma
la scena che gli si parò dinnanzi per poco non gli fece
cadere tutti
i capelli. La casa era sventrata, era aperta a metà.
Ho decisamente bisogno di spiegazioni.
Pensò
e prima di
fare dietrofront notò un gruppo di persone in lontananza. Ci
avrebbe
pensato dopo, ora doveva scoprire se in casa c'era effettivamente
qualcuno. Intraprese l'altro corridoio e salì le scale di
fretta.
Una volta al secondo piano vide una flebile luce in fondo al
corridoio. Doveva essere una delle lampade a muro, forse qualcuno si
era alzato.
Vide una figura
familiare intenta ad aprire la porta del bagno.
- Kibum! - lo chiamò ma il ragazzo non si voltò.
Il corvino si era alzato per andare in bagno e non appena sentì il suo nome, pensò che se lo stesse immaginando. Insomma, era la sua voce a chiamarlo. Non poteva essere vero. Scrollò le spalle.
- Yah, Kibum! Girati! - esclamò la voce con insistenza.
Il ragazzo si gelò sul posto. La sua voce lo stava ancora chiamando. Voleva che si girasse ma non poteva essere lui...insomma, Jonghyun era morto. L'aveva visto con i suoi occhi. Se lo stava sicuramente immaginando, era tutta suggestione quella...anche se la sua voce era così vera, così forte, così reale. Si voltò lentamente verso sinistra anche se sapeva già che se ne sarebbe pentito. Quando mise a fuoco quella figura poco distante da sè, sgranò gli occhi terrorizzato.
- MA CHE CAZZO! - urlò balzando di lato e mollando la maniglia di colpo così forte che la porta sbattè contro il muro con fracasso.
Il frastuono aveva svegliato Odette che si affacciò dalla sua camera con i capelli sciolti e non appena vide Jonghyun lanciò un grido così acuto e forte che Jonghyun credette di essere diventato sordo. La giovane donna si portò le mani alla bocca visibilmente shoccata.
- Ma che cazzo è tutto sto casino! -
gridò Minho affacciandosi dalla sua camera e guardando
metà sconvolto e metà preoccupato Kibum e Odette
che invece fissavano un punto davanti a loro.
- Che sono quelle facce?! È per caso entrato un drago in
casa?! - chiese ironico il Choi voltandosi a guardare nella loro
direzione e perdendo dieci anni di vita nel vedere Jonghyun in piedi
davanti a loro.
- Jonghyun! - gridò restando a bocca aperta.
- Avete smesso di urlare tutti?! - chiese seccato Jonghyun al che si
affacciarono dalle loro stanze anche Jinki e Jae Hyun che non ebbero
una reazione migliore degli altri.
- Ecco, appunto - commentò ancora Jonghyun.
- Non è possibile... tu sei morto - mormorò Jinki
strabiliato.
- Non lo so sono, respiro! Sono vivo, non sono un fantasma! Piantatela
di guardarmi in quel modo! - esclamò Jonghyun esasperato.
- Beh scusaci Lazzaro se l'ultima volta che ti abbiamo visto eri morto
stecchito e dentro una bara! - sbottò Kibum rabbrividendo al
ricordo.
- Com'è possibile?! - sussurrò Minho
più a se stesso che a Jonghyun avvicinandoglisi cautamente.
- Non so neanche io esattamente come sia possibile, tutto quello che ho
avvertito prima di svegliarmi sono solo delle sensazioni -
ribattè Jonghyun.
Dopo essersi assicurati che non fosse effettivamente un fantasma, decisero di sedersi nella camera in cui dormiva Kibum.
- Scusate perchè non andiamo in salone?
- provò a proporre Minho.
- Perchè la casa è aperta a metà. A
proposito, sapete niente? - chiese a quel punto Jonghyun - suppongo di
no - aggiunse subito dopo aver visto le loro facce incredule.
- Che significa aperta a metà?! - esclamarono all'unisono
Jae Hyun e Odette.
- Significa che metà casa non esiste più.
Crollata, scomparsa, non avete sentito niente? -
- Assolutamente nulla. -
- Com'è possibile?! Sarà stata Hye Jin?! -
ribattè preoccupato Kibum.
- A che pro? Non le interessavamo più. Perchè
avrebbe dovuto attaccarci?! - osservò ancora Minho.
- Se non vi dispiace, io vado a dare un'occhiata alla casa sventrata.
Cose dell'altro mondo - disse Jae Hyun e si allontanò con
Kibum alle costole.
- Non sarebbe il caso di andare a chiamare Taemin e Jorinde? - chiese
allora Jinki avviandosi fuori dalla porta.
- Attento a quello che dici tesoro. Potrebbe essere un doppio shock per
entrambi... - lo raccomandò Odette pensierosa.
- Allora Jonghyun, a che sensazioni ti riferivi prima? - chiese Minho
ancora leggermente turbato dal fatto che metà casa era
crollata e non si erano accorti di niente.
- Mi sembrava davvero di stare in un'altra dimensione. Non so se fossi
davvero morto oppure no ma era così strano. Poi ho sentito
la presenza di Jorinde...era accanto a me, l'avvertivo. Poco prima di
risvegliarmi, un fortissimo calore si è esteso in tutto il
mio corpo ma non so da dove venisse...non ne ho idea - rispose Jonghyun
come in estasi mentre rifletteva su quello che era successo.
- Molto strano... - borbottò Minho - credi c'entri Hye Jin?
Ho un brutto presentimento. -
- Con il crollo della casa potrebbe darsi ma con il mio risveglio non
penso...che interesse avrebbe avuto nel farlo?! -
Guardò il profilo di Minho corrucciato e pensieroso.
- Yah, Minho-goon! Il mio dongsaeng non è felice di rivedermi? - chiese con un sorriso sornione.
Il Choi si riscosse.
- Stai scherzando? É bello averti qui hyung - sussurrò con un sorriso largo.
Sentirono dei passi affrettati lungo il corridoio e Jinki si stagliò sulla porta.
- Taemin e Jorinde non sono in casa! -
comunicò lasciando di stucco i presenti nella camera da
letto.
- Gente abbiamo un problema! La stanza delle ragazze è
sprofondata! - esclamò Jae Hyun arrivando di corsa con Kibum
e quasi sbattendo addosso a Jinki.
Quando
si dice che
le brutte notizie non arrivano mai da sole, forse ci si riferiva a
qualcosa del genere. Jonghyun guardò prima Jinki, dopo Jae
Hyun e
infine Kibum. Poi si ricordò della piccola ciocca di Jorinde
che
aveva riposto in tasca.
Forse aveva una
mezza idea del perchè la casa era sprofondata.
**
Il sentiero costeggiato dalle rose era lunghissimo. E se Hye Jin li stava aspettando? Beh, non potevano fare più niente ormai, la decisione era presa e non sarebbero tornati indietro, almeno non lei. Jorinde stava andando un pò alla cieca. Non sapeva se uccidere Hye Jin avrebbe liberato definitivamente tutti dalla maledizione ma il suo istinto le diceva di agire in quel modo.
- Hai idea di come ucciderla? - chiese Taemin
interrompendo il suo flusso di pensieri.
- Ho portato il pugnale ma a dirla tutta non ho delle idee precise.
Possiamo darle fuoco - rispose la ragazza.
- A parte il modo raggelante in cui hai detto che vuoi dare fuoco a
qualcuno, mi stai dicendo che non hai un piano in mente? -
- Non lo so che cosa potrebbe succedere, è una strega.
Qualsiasi piano potrebbe risultare vano con lei. -
- Si ma andare a farsi spappolare il cervello non è
più utile - commentò Valery.
- Mi state dicendo che stiamo andando lì come tante
pecorelle smarrite? Oh povera me! Che destino infame ci tocca! -
iniziò a piagnucolare Han Sul tirandosi, come un tic
nervoso, le maniche della maglia.
- Oh Santo Cielo, non ti metterai a piangere adesso?! -
sbottò seccata Su Kyung alzando gli occhi al cielo.
- S-Scusa è che è più forte di me!
P-Piango sempre! - singhiozzò la più piccola
copredosi gli occhi con le mani.
- Ma come diavolo hai fatto a sopravvivere a casa di Jonghyun per tutto
il tempo che ci sei rimasta! Ti avrà addormentata prima per
la disperazione! - ribattè sempre Su Kyung.
- Non ricordarmelo! I primi giorni non facevo che piangere e non
mangiavo e bevevo quasi niente, così mi sono disidratata e
hanno dovuto farmi una flebo! -
Su Kyung ringhiò qualcosa a mezza voce.
- E poi una volta Jonghyun mi si è
avvicinato ma io avevo così tanta paura che sono svenuta! -
continuò a dire la ragazza senza smettere di piagnucolare.
- Va bene, va bene, basta! - tagliò corto Su Kyung
pattandole nervosamente e distrattamente la schiena.
- Mi ero dimenticato che lagna fosse! Pensa che Jonghyun ha dovuto
addormentarla nel sonno altrimenti temeva che le sarebbe scoppiato il
cuore come a un canarino - borbottò Taemin verso una Hyun
Soo allibita.
Jorinde ne aveva piene le tasche. Stavano perdendo tempo prezioso.
- Ok, basta! Statemi a sentire. Magari io non avrò un piano, non sarò la Van Helsing delle streghe ma se c'è anche solo una remota possibilità che Hye Jin paghi per quello che ha fatto io non me la lascerò scappare. Non permetterò che lei se ne vada in giro tranquillamente mentre Jonghyun riposa in una bara gelida, non permetterò che il suo sacrificio cada nell'oblio, no, non posso permetterlo. Forse voi non avete buoni o grandi ricordi di lui e non vi biasimo ma c'è sempre stata una logica dietro ogni sua azione. A volte vi sarà sembrato un pò duro, a volte spregevole addirittura ma non vi ha mai fatto del male o sbaglio? Ha sempre cercato di tutelarvi, di darvi tutto ciò che poteva permettersi. Han Sul, Taemin ha appena detto che ti ha addormentata nel sonno perchè temeva tu fossi troppo debole per sopportare uno shock del genere, non è forse questo un segno di accortezza? Non vi ha lasciate andare perchè non poteva farlo ma non vi ha mai torto un capello perchè non era nella sua natura. I primi tempi che avevo messo piede a casa sua, ero spaventata, arrabbiata, lo disprezzavo perchè pensavo fosse una specie di mostro che faceva sparire le ragazze ma poi dietro la sua corazza, ho visto altro e ho conosciuto un Jonghyun diverso da quello di cui parlava la gente di questo posto. Lui si è ucciso anche per voi, per darvi quella libertà che meritate. Io ho intenzione di andare fino in fondo, non mi fermerò e se voi non vorrete seguirmi lo stesso...beh, credo che non abbiamo altro da dirci - disse Jorinde guardando le ragazze una ad una.
Han Sul la guardava con occhi sbarrati.
- Vuoi scherzare? Ci hai fatto fare tutta questa
strada e adesso ti aspetti che ritorniamo indietro? Puoi scordartelo,
bambola - disse con un sorrisetto astuto Valery.
- Beh, tu mi hai risvegliato, quindi suppongo che ti devo un favore -
disse Su Kyung scrollando le spalle.
- Beh, io non sono molto coraggiosa però credo sinceramente
che la ragazza destinata a spezzare la maledizione sia tu e mi sembri
davvero molto buona quindi ti aiuterò come posso -
balbettò Han Sul smettendo finalmente di tormentare le
maniche della sua maglia.
Hyun
Soo invece non
aveva distolto gli occhi da Taemin che a sua a volta aveva lo sguardo
puntato su Jorinde. Sorrideva, un sorriso sincero che in pochi
avevano avuto la fortuna di suscitare in Taemin. La bruna si
ricordava come al palazzo di Chul Moo fosse impossibile far
innamorare Taemin e che nessuna ragazza era riuscita a farlo
sorridere in quel modo. Tuttavia notò una nota di amara
tristezza
nei suoi occhi e Hyun Soo capì molto di più in
quel momento di
quanto avrebbe potuto se fosse stata presente in quei mesi.
Jorinde riprese il
cammino rincuorata dall'appoggio delle ragazze e marciò a
passo più
svelto lungo la strada costeggiata dalle rose nere. Mille pensieri
affollavano la sua testa quando, all'improvviso, fu costretta ad
arrestarsi per non sbattere contro la schiena di Taemin. Il ragazzo
si era fermato di colpo e Jorinde stava per chiedergli cosa stesse
succedendo quando egli esclamò: - Però, Hye Jin
si tratta bene! -
La rossa alzò lo
sguardo e vide una grandissima struttura color amaranto, piena di
finistre, balconi e di un lusso sfrenato.
- Che cos'è? - chiese titubante la
più piccola.
- Questo? Oh beh, è uno degli hotel dei Kim. È
l'albergo di Jonghyun - rispose con noncuranza il moro.
La
ragazza credette
potesse cadergli la mandibola davanti a quello spettacolo. Non
immaginava minimamente che gli hotel di Jonghyun potessero avere
quell'aspetto.
Le rose nere
conducevano proprio all'ingresso dell'edificio. L'insegna lucida
recitava " Red Orchid Hotel" proprio sopra le cinque stelle
e Jorinde si sentì attraversare come da centinaia di
fiaccole accese
mentre si chiedeva se i suoi hotel avessero sempre avuto quel nome.
- Scusate mi state dicendo che Hye Jin si
è prenotata una s.p.a? - chiese ironica Su Kyung.
- Io invece sono preoccupata...non mi piace il fatto che si sia
insediata nell'hotel di Jonghyun - mormorò scura in volto
Hyun Soo.
Era una scelta singolare effettivamente e magari era lì che li aspettava con il suo sorriso beffardo. Non restava altro da fare che varcare quella soglia.
**
Hye Jin sedeva nella sua suite, di fronte alla consolle e guardava con occhi intensi una fotografia. Aspirava grosse boccate di fumo dalla sigaretta e ogni tanto chiudeva le pesanti palpebre truccate di nero come a scacciare qualche ricordo negativo. Ritornava poi sulla foto rovinata e vecchia che la guardava con espressione statica. Era in bianco e nero e ritraeva un bel ragazzo con i capelli scuri e probabilmente con occhi fin troppo chiari. Philippe era stato il suo nome, una volta, Hye Jin ricordava perfettamente di averlo incontrato durante la grande guerra a Parigi. Era un uomo distinto, il bravo ragazzo con addosso un buon profumo e Hye Jin l'aveva amato una volta, forse. Non se lo ricordava più tanto bene ma sapeva che Philippe aveva ridotto il suo cuore in brandelli e l'aveva fatta arrabbiare, così tanto arrabbiare che la guerra era diventato l'ultimo dei suoi problemi. Nessuno aveva saputo più niente di lui, i genitori avevano creduto fosse morto combattendo ma solo lei sapeva la verità. Philippe era stato sciocco e ne aveva pagato le conseguenze.
- Non avresti dovuto farmi questo Phil... - mormorò in tono spento.
Spense il mozzicone di sigaretta e in quel momento dal camino spento schizzarono fuori due scintille di fuoco che cadendo sul tappetto, iniziarono a girare elegantemente su loro stesse fino a quando non presero la forma di due lunghi e rossissimi serpenti dalle squame lucenti e dagli occhi come rubini. Sibilarono all'unisono mentre strisciando si avvicinavano alla loro padrona.
- Le mie piccole creature hanno fatto ritardo - sussurrò la donna accarezzando le teste dei due rettili che posavano la loro viscida testa sulla gamba scoperta di lei.
Hye Jin pronunciò poi delle parole in una lingua sconosciuta e i due animali dopo aver sibilato un'ultima volta scomparvero nel nulla con uno suo schiocco di dita.
- Mi dispiace Chul Moo ma morto anche Jonghyun, il tuo palazzo non ha più motivo di stare in piedi...fuoco e fiamme porteranno la nera Morte sulla tua casa - sentenziò la strega sorridendo mentre si accendeva un'altra sigaretta.
Il suo sguardo ricadde sulla superficie piana della consolle e poi di nuovo sulla foto.
- Non guardarmi così Phil, dovresti conoscermi adesso - sibilò e rinchiudendo la foto in un cassetto con malagrazia si alzò e si diresse sul balcone.
* Angolo di Natsumi213 *
Salve
bella gente!
<3
Si, lo so, sono in
un ritardo da fare schifo ma abbiate un pò di
pietà per me. Ho
avuto un sacco di cose da fare! Comunque, ho deciso di dividere il
finale in due parti altrimenti usciva una roba chilometrica che manco
l'Antico Testamento quindi, questo, ovviamente, non sarà
l'ultimo
capitolo ma il penultimo e ho in serbo una piccola sorpresina per
voi... * rullo di tamburi *
... Ci sarà un altro capitolo speciale che
fungerà da epilogo! * urla di folle in giubilo *
Scherzi a parte,
spero che l'idea vi faccia piacere! ^^
Anyway, vi è
piaciuto il capitolo? Vi aspettavate che Jonghyun non fosse realmente
morto? Vi aspettavate che gli eventi avrebbero preso questa piega? E
che Hye Jin ha forse amato un uomo una volta? Insomma, fatemi sapere
cosa ne pensate! ^^
Per il prossimo
capitolo vi prometto che non dovrete aspettare otto secoli e mezzo,
cercherò di postarlo il prima possibile (questa volta
davvero XD) e
vorrei concludere la storia prima di Natale!
Ad ogni modo,
lasciate ora che vi ringrazi con immenso piacere, come sempre. Grazie
a MinMin,
annaminho4429
e lagartischa
per aver recensito
lo scorso capitolo! Grazie infinite! <3 <3 <3
Grazie a tutti
coloro che hanno inserito la storia fra le preferite,
le ricordate
e le seguite!
Grazie a tutti! <3 <3 Un grazie decoroso e sempre
speciale a
Ninechka
che come al solito mi
supporta e legge il capitolo in anteprima! <3 E soprattutto
facciamole tanti auguri perchè il 9 oltre a essere il
compleanno del
nostro carssimo Minho è stato anche il suo, non a caso
è il suo
ultimate bias! XD Thank you wifey! <3
P.s. Fatemi sapere se notate che la scrittura di questo capitolo
è diversa dai precedenti perchè ho avuto qualche
problema con il programma. ^^
E non mi resta altro
di dire se non: a presto! ^^
Kisses! :*