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Autore: Ilee404    11/12/2016    2 recensioni
Un viaggio alla scoperta di un'isola misteriosa, ricco di avventura e colpi di scena. Una ciurma inaspettata, che raggruppa più fandom. Un'unica missione. Siete pronti a salpare a bordo della BiasList?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donghae, Eunhyuk, Sorpresa
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 11

Non era successo ancora nulla. Erano trascorse ben otto notti da quando erano usciti dal circo infernale e l’Isola non li aveva ancora attaccati: il quinto Bias Tradito si stava facendo desiderare. Vista la clemenza momentanea e forse non voluta dell’Isola, Gong gi aveva deciso di approfittare di quella pace per far riposare la sua ciurma: la loro avventura nel luna park li aveva indeboliti parecchio e necessitavano di molto riposo e cure continue. Più di tutti, Joy non era ancora pronta a proseguire: la ragazzina, infatti, soffriva ancora moltissimo per lo squarcio che P.O le aveva procurato durante il suo numero e, nonostante LE fosse riuscita a richiudere al meglio la ferita, la Fedele aveva bisogno di qualche giorno in più per rimettersi completamente.
“Capitano, è il tuo turno.” LE le si accucciò di fronte, iniziando con cautela a srotolare le bende che avvolgevano le braccia ustionate della minore. Le ferite di Gong gi stavano guarendo bene e di lì ad un paio di giorni non avrebbe nemmeno più dovuto portare quelle fastidiose fasciature.
“Taeyeon come sta?” chiese il capitano, distendendo le braccia in modo che LE potesse medicarla. La maggiore sorrise, rassicurandola che le condizioni della ragazza erano più che buone: i coltelli di Himchan l’avevano ferita superficialmente.
“Presto sarete tutti come nuovi, Capitano.” disse poi, terminando il suo lavoro.
“Un altro giorno sta per terminare e non abbiamo concluso nulla.” ringhiò Jun. K, con un tono parecchio scocciato. “C’è qualcosa che non va e lo sai bene.”
“Lo so, credimi. Ma dimmi, cosa ti aspetti che faccia? Namjoon ci ha già dato una possibile spiegazione, dunque godiamoci un po’ di meritato riposo, finché ci è concesso.” rispose lei, non rivolgendogli nemmeno uno sguardo. Jun.k era irrequieto: batteva meccanicamente il piede a terra e si mordeva nervosamente il labbro inferiore, quasi cercasse di trattenersi dal contraddire il suo capitano. Da un lato, lei aveva ragione: il cervello sexy di Namjoon aveva insinuato in loro il dubbio che l’Isola stesse semplicemente aspettando che Joy si riprendesse completamente.
“L’Isola si materializza nel momento in cui tutti i bias sono riuniti, giusto? A rigor di logica, se uno di noi muore, muore anche l’Isola.” constatò. Il suo ragionamento non faceva una piega, il che portava Gong gi ad avere finalmente una ragione per cui non erano stati attaccati: se l’Isola li voleva al pieno delle forze, c’era qualcosa di male nel riposarsi un po’? Jun.k, come spesso accadeva, non era d’accordo: nonostante avessero passato i primi sei giorni girovagando alla ricerca del Bias Tradito, sentiva il bisogno di non fermarsi, di cercare ancora, di non restare impalato ad aspettare di essere ferito gravemente, ma non ucciso.
“Mi sembra di essere il verme legato all’amo che aspetta solo di essere divorato.” si limitò a dire, sedendosi accanto a Gong gi e tenendosi la testa tra le mani.
“E quando il pesce arriverà, gli conficcheremo un proiettile nel cervello.” gli sorrise lei, diversamente fine come al solito.
“Capitano, mio Capitano…” sbucò dal nulla Niel, fermandosi in piedi dietro a Gong gi ed iniziando a massaggiarle le spalle. “Prima di pensare a come ammazzare il Bias Tradito, dovremmo trovare un modo per ammazzare il tempo.” la battuta era voluta, ma non divertente.
“Tutti i passatempi che conosco io includono donne e rum.” si intromise Zico, dando una fiancata a Niel e prendendo il suo posto da massaggiatore.
“Potremmo fare un po’ di addestramento, che ne pensate?” propose CL, nel pieno del suo ruolo da Fedele.
“YAH CHE NOIOSA.” strillò Hyuna, sedendosi a gambe incrociate di fronte al suo Capitano. “Io approvo i passatempi che includono il rum!” aggiunse poi, trovando lo sguardo d’approvazione di Zico.
“Vi proporrei la mia idea, ma non voglio che Zico si fermi, quindi la tengo per me.” sussurrò il capitano, lasciando che per una volta si arrangiassero tra loro.
“Facciamo una caccia al tesoro?” Victoria lanciò a caso una battuta pietosa.
“Scriviamo una canzone? Mi piace scrivere canzoni! E poi ci serve un inno! Non ci serve? Mi sembra di si. Eunhyuk hyung, abbiamo un inno? N-non mi pare. L’AVETE SCRITTO SENZA DI ME? Dovremmo scriverne uno. Beh, io lo scrivo per me.” blaterò Jonghyun nel suo quotidiano monologo delirante.
“Posso proporre anch’io qualcosa?” li raggiunse di corsa Bambam, ma la sua proposta venne bocciata ancor prima che lui stesso la pensasse.
 “Qualsiasi cosa decidiate di fare deve includere un bel pasto conclusivo.” puntualizzò Himchan.
“E non dev’essere nulla di spaventoso, sia chiaro. Io soffro le cose spaventose. Lo sapete.” anche Jooheon disse la sua, distraendo Zico con una scusa e prendendo il suo posto dietro a Gong gi. I suoi massaggi, però, non erano rilassanti come i precedenti: al contrario, Gong gi sentì quasi i muscoli staccarsi dalle scapole. Presa dall’istinto di sopravvivenza e dal timore di restare paralizzata a causa di Jooheon, il capitano propose la sua idea.   
“Vi ricordate quando giocavamo al tiro alla fune sul ponte di coperta e chi perdeva doveva pulire da cima a fondo la BiasList con Bambam?”
“WOHO SI. CI STO!” gridò Hyuna, scattando in piedi e sbattendo per bene la pelliccia per liberarla dai granelli di sabbia.
“Nah, non mi piace questo gioco. Che io vinca o che perda, comunque mi fate pulire. Non capisco questa discriminazione nei miei confronti.” mise il broncio Bambam. Tutti sapevano che, di lì a poco, avrebbe cambiato idea: cambiava sempre idea quando si trattava di passare del tempo insieme alla ciurma.
Namjoon, però, fece notare al capitano che nessuno di loro aveva con sé una fune.
“Chi ha bisogno di un fune quando abbiamo una frusta?” spiegò Gong gi, alzandosi in piedi e liberandosi dalla presa infernale di Jooheon.
“Sai che potrebbe uscirne una cosa sadomaso, vero?” tuonò Jun.k, sprizzando gioia da tutti i pori come suo solito.
“I miei secondi in comando facciano le squadre, su su! Muovetevi!” ordinò il capitano, afferrando dalla cintura di LE la frusta e giocherellandoci mentre la sua ciurma decideva i due team.
“Parto io!” strillò CL, alzando la mano al cielo e distanziandosi dal resto della ciurma. Accanto a lei, Eunhyuk stava già scrutando i volti dei suoi compagni, scegliendo già la sua squadra mentalmente.
“Dunque vediamo…nel mio Swag team voglio…mmm…Hyuna!” scelse la ragazza, puntando il suo indice contro l’amica. Hyuna la raggiunse di corsa, lasciandole un bacio sulla guancia in segno di ringraziamento.
“Baby attenta a non dimenticarti di me!” sottolineò Zico, auto-indicandosi. CL gli sorrise, lasciandolo nella sua illusione.
“Swag team? Cosa? Aspetta, anche a me serve un nome per il team…” Eunhyuk non dovette pensarci poi molto: in coro, l’intera ciurma gli consigliò “Ugly team”. Quasi offeso da quella scelta unanime, l’ultimate optò per “Diversamente Belli team”: il significato è lo stesso, ma non diteglielo.
“Se le cose stanno così… Niel, vieni qui. Veloce.” ordinò poi, facendo segno al compagno di raggiungerlo. Il viso di Niel non era oggettivamente tra i più belli della ciurma, dunque il ragazzo si aspettava di essere scelto da Eunhyuk: dopotutto, di swag non aveva proprio nulla. Successivamente, CL chiamò a sé Jooheon ed LE mentre Hyukjae scelse Jun.k e Jonghyun, sopportando le lamentele di entrambi.
“Baby, stai scherzando vero?” disse sconfortato Zico, rendendosi conto di essere rimasto l’ultima scelta insieme a niente popò di meno che Bambam. Chaerin non riuscì più a trattenere le risate e, senza indugiare più di tanto, puntò il suo indice paffuto sul più piccolo del gruppo. Non saprei dire se Zico fosse più sconvolto di essere finito nel Diversamente Belli team o di non essere nello Swag team, decisamente più adatto a lui. Senza perdere altro tempo, Gong gi consegnò le due estremità della frusta ai due leader e si godette lo spettacolo.

***
 
“Non riesco ancora a capire come ci siate riuscite.” Zico ripose la manciata di legna che si era occupato di raccogliere accanto alla fiamma ardente, preparandosi alla fredda notte di guardia che lo attendeva.
“Sai com’è, noi Fedeli abbiamo quel pizzico di forza in più che voi poveri bias muscolosi vi sognate.” rise Chaerin, godendo ancora per poco di quel calore rilassante.
“E dove la tiene nascosta tutta quella forza Hyuna? Nei capelli?”
“E’ mingherlina, ma ti conviene non provocarla: ti farebbe il culo a scacchi, e lo sai bene.” lo mise in guardia la bionda, alzandosi dal tronco, pronta per coricarsi.
“Beh, non so se mi dispiacerebbe!” si lasciò sfuggire Zico. Prima di augurarle buon riposo, però, pose alla Fedele una domanda che lo tormentava da giorni; più precisamente, dal suo ultimo incontro con P.O .
“Chaerin, aspetta, ho bisogno di parlarti di una cosa.”
CL lo ascoltò in silenzio, con le braccia incrociate davanti al petto.
“Prima che lasciassimo il circo, P.O mi disse che, sapendo cosa ci aspetta alla fine di questo viaggio, se ci avesse ucciso ci avrebbe fatto solo un favore. Sinceramente… non so che pensare. E se stessimo sbagliando qualcosa? Se, in realtà, Jiyong fosse diventato un Bias Tradito e decidesse di ucciderci in un modo ancor più sadico di come avrebbe fatto P.O?”
“Pensi davvero che Jiyong farebbe una cosa simile?”
“A noi?”
“A Gong gi? Se si trovasse di fronte un branco di bias che nemmeno conosce non ci penserebbe due volte a farvi saltare le cervella. Metà di voi è stata reclutata dopo che Jiyong è stato preso, dunque per lui al momento non siete niente. Gong gi, però, è stata con lui sin dall’inizio.”
“Ed è stata anche la sua fine. Non credi che, prima di uccidere senza motivo noi, ucciderebbe per svariati motivi lei?”
“Quando ami qualcuno, Zico, tutto il resto diventa solo l’impercettibile sfondo di un dipinto: sempre presente, ma in secondo piano.”

+
 
“Hai deciso di unirti al Diversamente Belli team per il turno di guardia?” nonostante odiasse perdere, Eunhyuk era di buon umore quella sera: svagarsi con la ciurma gli era mancato.
“Pensi che non sia abbastanza swag per andarmene a dormire con gli altri?” chiese il capitano, allungando le mani aperte verso il fuoco.
“Al contrario. Ma il giudice di solito non perde la partita, quindi non capisco cosa ti tenga ancora sveglia.” l’ultimate si sedette accanto a lei, distendendo le braccia dietro la schiena per sorreggersi il busto.
“Visto che non so ancora quanto tempo passeremo insieme, cerco di guadagnare qualche ora con te, no?”
Lo sguardo confuso di Eunhyuk le bastò per capire che non era ancora venuto a conoscenza della chiacchierata che lei aveva fatto con Jooheon molte sere prima.
“Qual è la tua prossima meta, Hyukjae?” chiese infine, guardandolo dritto nei suoi piccoli occhi a mandorla.
“Di che cosa stai parlando? Non ho nessuna meta, non capisco cosa-“
“So che hai incontrato Bambam, Dowoon e Jooheon prima della nostra partenza; so che a quest’ultimo hai detto che, nel caso in cui te ne fossi andato di nuovo, lui sarebbe dovuto rimanere al mio fianco. Che significa tutto ciò? Hai intenzione di abbandonarmi un’altra volta?”
Eunhyuk tacque. Nella sua mente si materializzò il ricordo di quella serata in cui, tra una birra e l’altra, aveva consegnato a Jooheon la cosa più importante che possedeva: Gong gi.
“Voglio solo che tu abbia protezione, tutto qui.” se fosse stato davvero così, non l’avrebbe certamente chiesto a Bambam.
“Non è tutto qui. Ti conosco Hyukjae, c’è qualcosa di più. Te lo leggo negli occhi.”
L’ultimate sospirò. “Non ho intenzione di abbandonare la BiasList. Non l’ho mai desiderato e mai lo farò. L’esilio è stato…”
“Non avrei mai voluto farlo, lo sai.”
“Ma l’hai fatto. Hai lasciato che la ciurma mi portasse via da te e sei rimasta a guardare la mia immagine farsi man mano più piccola ed insignificante, fino a scomparire dalla tua vista.”
“Avevo perso troppe cose quella sera: le mie certezze, la mia forza, il mio punto di riferimento. Avevo perso il mio ultimate, Hyukjae.”
“No! Avevi trovato il tuo vero ultimate, ma non hai voluto crederci. Non finché la luce non ti ha strappato dalle mani Jiyong. Non ti aspettavi che accadesse, non immaginavi che anche per l’ultimate valesse la stessa regola: non sei tu a scegliere noi, Gong gi, e finché non ti arrenderai a quest’idea, quest’isola non smetterà di affollarsi.”
“E’ per questo, dunque, che vuoi abbandonarmi?”
“Non ho mai detto di volerlo fare. Quando ho ricevuto la tua lettera, prima della partenza, io… Gong gi, non sappiamo cosa ci aspetta. E se le cose non dovessero andare nel verso giusto? Se non riuscissi ad arrivare alla fine del nostro viaggio? Non potevo rischiare di lasciarti un’altra volta senza ultimate.”
Gong gi rimase in silenzio: le era capitato fin troppo spesso di pensare all’eventualità che Eunhyuk non tornasse sano e salvo a bordo. D’altronde, tra lui e Jiyong non scorreva buon sangue, e se l’Isola era stata in grado di trasformare i suoi vecchi ed affettuosi bias in bestie vendicative…che ne sarebbe stato del suo Ultimate Tradito?
“E’ l’ultimate che sceglie me, non l’hai detto tu? Ordinare a Jooheon di starmi accanto non mi sembra una sua scelta.”
“Jooheon ti ha scelta nel momento in cui ti ha trovata sola e malnutrita per le strade di Montown. E’ stato nel preciso momento in cui ti ha presa tra le braccia contro la tua volontà e ti ha tormentata con quella sua vocina da neonato per tutto il tragitto fino a casa che lui ti ha scelta.”
Senza rendersene conto, Gong gi sorrise: ricordava perfettamente quel momento. Il suo dimenarsi tra le braccia del ragazzo, le persone che li fissavano come due fenomeni da baraccone…e di sicuro Jooheon ricordava i calci e i pugni che aveva incassato lungo la strada.
“Vi siete raccontati parecchie storie voi due.”
“Giusto il necessario per capire che, se un giorno dovessi lasciarti sola, lui ci sarà. La luna cambia ogni notte, Gong gi, e tu meriti di guardarla con qualcuno accanto.”
La ragazza distolse lo sguardo dall’ultimate. Hyukjae era così certo di morire? Non era questo il finale che si aspettava.
“Hai ragione. La luna cambia di continuo. A volte è maestosa e luminosa, altre invece è nascosta dalle nuvole. Ma non importa che aspetto abbia. Non voglio guardarla con qualcuno che non sia tu.”
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Il rumore dello sfregare di fogli svegliò Joy dal suo lungo, ma necessario, riposo.
“Oh perbacco!! Ti ho forse svegliata?” si affrettò a scusarsi Jonghyun, facendo ancor più confusione con l’ammasso di carte che teneva tra le mani.
“Quell’espressione si usa ancora?” rise la ragazzina, tirando su la coperta fino a coprirsi il naso.
“Non era mia intenzione, mi dispiace.” seduto ai piedi dell’improvvisato letto di Joy, il biondo si affrettò a raccogliere le sue cose, pronto a lasciare la piccola riposare.
“Fermo! Non serve che te ne vai…piuttosto, che stavi facendo?” chiese incuriosita Joy, sgusciando fuori dal suo rifugio e mettendosi a sedere accanto a lui.
“Stavo scrivendo una canzone. Sai, mi sono accorto che non abbiamo ancora un inno, quindi ho preso carta e inchiostro e mi sto dando da fare.”
“Ti sei davvero portato appresso tutte queste cose per scrivere?”
“In realtà, le mie sono rimaste a bordo. Pensavo che in missione non avrei avuto molto tempo da dedicare alla scrittura, dunque ho preferito lasciare tutto lì.”
“E queste cose dove le hai prese?”
“Bambam. Ho scoperto che tiene un diario di bordo, quindi gli ho chiesto se poteva strappare qualche foglio dal suo quaderno e prestarmi l’occorrente per scrivere.”
“…perché, Bambam sa scrivere?” chiese Joy, sbarrando gli occhi. Jonghyun non seppe trattenere una risata.
“Quel ragazzino è pieno di sorprese! Ma tu piuttosto, come ti senti?” si allarmò. La bionda gli sorrise, portando la mano all’altezza dello stomaco.
“LE dice che la ferita si sta rimarginando bene. Le mie budella resteranno qui dentro ancora per un po’!” ironizzò poi, facendo spuntare sul viso di Jonghyun il suo splendido sorriso da dinosauro.
“E’ davvero una splendida notizia! Dunque…se tu stai meglio…significa che…”
“Che domani conosceremo il quinto Bias Tradito? Se i calcoli di Namjoon sono corretti sì, è così.”
Jonghyun sorrise tristemente a quella affermazione: nonostante fossero impazienti di portare avanti la missione, l’idea di affrontare una vecchia conoscenza era tremendamente difficile da accettare. Nel suo caso, poi, lo era particolarmente.

***

L’accecante luna piena stava finalmente lasciando al sole lo spazio per sorgere nel nuovo giorno. Hyukjae gettò l’ultimo ramo rimasto sul braciere ancora ardente di fronte a lui, rimanendo qualche minuto a fissare il legno sbriciolarsi, con lo sguardo incantato per stanchezza. Sfregava le mani una contro l’altra, cercando di scaldarle ancora un po’; accanto a lui, con la testa appoggiata sullo zaino, Gong gi dormiva beatamente. L’ultimate si era preoccupato di appoggiarle la sua giacca sulle spalle, in modo tale da ripararla dal freddo.
Era sempre stato molto protettivo nei confronti del suo capitano; sentiva come il bisogno di starle costantemente accanto, di badare a lei e di assicurarsi che stesse sempre bene, che fosse felice. Ma l’unica cosa che avrebbe potuto farle del male era proprio lui.
Il loro rapporto non era mai stato semplice. Nemmeno loro sapevano che tipo di sentimenti provassero l’una per l’altro, ma erano certi di una cosa: quando erano insieme, si sentivano completi.
Durante quell’ultimo anno erano cambiati molto, entrambi. Si erano amati, odiati, allontanati. Ma Gong gi non aveva mai staccato gli occhi dalla luna e così Hyukjae aveva sempre seguito la sua bussola alla ricerca del suo capitano. Perché l’ultimate era esattamente questo: l’altra metà di lei.
Il suo sguardo si posò su quel sorriso appena abbozzato, sulle labbra schiuse e tremolanti, come se stesse conversando silenziosamente con qualcuno, e sulle pupille nascoste dalle palpebre rosee, che non avevano smesso di muoversi nemmeno per un istante: Gong gi stava sognando qualcosa di bello.
“Riporteremo a casa Jiyong, te lo prometto.” sussurrò, accarezzandole i capelli con la mano destra portando, invece, la sinistra dove, un tempo, batteva il suo cuore.
Non appena i polpastrelli sfiorarono il freddo vetro che proteggeva la bussola, un triste sorriso comparve sul suo volto: come poteva pretendere di amare se non possedeva nemmeno l’organo per farlo?
Sospirò profondamente, chiudendo per un istante gli occhi.
E fu in quell’esatto momento che lo sentì per la prima volta.
Si alzò di scatto, brandendo la sua spada spezzata. Non era riuscito a capire da dove provenisse quel rumore: fu talmente inaspettato e flebile che gli parve quasi di averlo semplicemente immaginato.
Un piede avanti l’altro, si avvicinò con cautela alla zona di ronda che spettava a Niel. Come volevasi dimostrare, il ragazzo stava tranquillamente dormendo in piedi, sorretto dal tronco di una palma.
“NIEL!” strillò Eunhyuk, colpendolo con la punta del piede sullo stinco. Niel si svegliò di soprassalto, facendo cadere rovinosamente a terra il suo bastone, nel goffo tentativo di armarsi.
“Ti sembra forse questo il modo di fare la guardia?” lo redarguì l’ultimate.
“H-ho riposato gli occhi solo per dieci minuti, lo giuro!” balbettò il bias, strofinandosi la gamba con entrambe le mani.
“Sì, certo…” sbuffò. “Dunque non hai sentito anche tu quel rumore?”
Niel scosse la testa: non aveva sentito nulla. Hyukjae calciò la sabbia dal nervosismo: si era davvero immaginato tutto?
“Forse dovresti riposare un po’ anche tu hyung.” suggerì il moro, rialzandosi. L’ultimate sorrise.
“Ottima idea. Me ne vado a letto anch’io, così domattina ci sveglieremo tutti con la gola mozzata.” ironizzò.
“…veramente se siamo morti non ci possiamo svegliare.” gli fece prontamente notare Niel. Eunhyuk annuì, strappando poi dalle mani del minore il suo stesso bastone e colpendolo in testa. Il moro gridò, grattandosi la nuca e inchinandosi al suo hyung in segno di scuse.
“EHI, VOI DUE!”
Una voce squillante fece sobbalzare i bias, troppo presi dalla loro discussione per accorgersi dell’arrivo di un assonnato Bambam alle loro spalle.
“Yah! Perché strilli in quel modo? Finirai per svegliare l’intera ciurma!” lo attaccò Niel. Il ragazzino sbarrò gli occhi stupito, puntandosi un dito sul petto.
“E chi pensi che abbia svegliato me, eh?!” lo zittì poi.
“Già che sei in piedi, potresti aiutarci a cercare una cosa.” intervenne Eunhyuk, avviandosi verso destra, in direzione della zona di guardia di Zico.
“SI! Mi piace aiutare gli hyung!! Che devo cercare? Cibo? Acqua? Il Bias Tradito?”
“Il bottone per spegnerti?” sussurrò Niel, senza cattiveria.
“No, qualcosa di più importante.” proseguì Hyukjae, guardandosi intorno. Bambam accelerò il passo, per paura di essere distanziato troppo dall’ultimate.
“Di che si tratta??” sbraitò, spazientito “Non tenermi sulle spine!”
“Sssh!! Vuoi abbassare il tono della voce?!”
Bambam fece la linguaccia a Niel prima di correre velocemente verso Eunhyuk e piazzarglisi davanti.
“Che cerchiamo, hyung?”
“Cerchiamo…qualcosa.”
“Ok! E cosa?”
“Qualcosa.”
“Qualcosa cosa?”
“Qualcosa…qualcosa.”
“Si ma qualcosa qualcosa cosa?”
“Se lo sapessi non ti avrei chiesto di aiutarmi a cercarla, non credi?”
…Hyukjae stava davvero impazzendo?
“Quindi stiamo cercando qualcosa che non sappiamo cosa sia?” chiese Bambam, con un’espressione dubbiosa disegnata in viso. Eunhyuk sorrise ed annuì, superandolo nuovamente e raggiungendo la sua meta.
“Ehi, Zico! Hai sentito anche tu quel…MA CHE DIAVOLO!”
Seduto su di un tronco, il biondo ronfava beatamente, tenendo chino il capo: nemmeno la sua guardia era stata utile.
“Ma che razza di ciurma siete?!” sbraitò l’ultimate, esasperato.
“Sssh! Sveglierai gli altri!” intervenne prontamente Niel.
“O sveglierò chi è di guardia?! Yah, Zico!! Alzati!” con un calcio, Eunhyuk sbilanciò il minore, che rotolò goffamente a terra.
“CHI SEI?! COSA VUOI?! FATTI SOTT- Oh, siete voi.”
“Buongiorno principessa, dormito bene?” lo salutò l’ultimate. Zico si stropicciò gli occhi, rispondendogli che non era riuscito a riposare molto bene a causa della posizione scomoda in cui si era addormentato. Hyukjae lo fulminò con lo sguardo, serrando la mascella.
“E’ successo qualcosa?” osò chiedere poi, giusto per far arrabbiare ancora di più il suo hyung.
“Non saprei. Dovresti dirmelo tu già che ERI DI GUARDIA!”
“Ssssh! Non serve che strilli!” gli ricordò Niel.
“TI PARE CHE STIA STRILLANDO?”
“Si, lo stai facendo.”
“A ME NON SEMBRA.”
“Sì, invece.”
“Hyung, ma non dovevamo cercare qualcosa?”
“E’QUELLO CHE STO TENDANDO DI FARE.”
“Ci riusciresti se solo non strillassi.”
“NON LO STO FACENDO.”
“Ma che vi siete bevuti di prima mattina? Le mie scorte di rum?” Zico sbadigliò rumorosamente, rialzandosi e ponendo fine a quel bisticcio fastidioso. Eunhyuk iniziò, così, a raccontargli ciò che era successo quella mattina.
“Non l’ho sognato. Era reale.”
“Che tipo di rumore era, hyung?”
“Non saprei spiegarlo: è durato così poco che non ho nemmeno fatto in tempo a rendermi conto di ciò che stavo sentendo.”
“Pensi che sia finalmente lui?” chiese Zico, stringendo l’impugnatura del suo revolver. Hyukjae annuì.
“Penso che il Bias Tradito stia uscendo allo scoperto.”
In quel preciso momento, il rumore si sentì di nuovo. Forte e chiaro. E, intorno all’ultimate, erano tutti svegli per poterlo sentire.
“CHE DIAVOLO E’ STATO?!” la voce di Zico gli si strozzò in gola.
“Qualcosa!! Qualcosa!!” saltellò allegramente Bambam.
“OK. PENSO CHE SIA GIUNTO IL MOMENTO DI STRILLARE.” aggiunse Niel, abbracciando il suo bastone per sorreggere il suo corpo tremante.
“Dobbiamo andarcene di qui e alla svelta.” ordinò Eunhyuk, guardandosi ossessivamente attorno: aveva una forte sensazione che qualcuno lo stesse osservando.
“S-se Gong gi scopre che abbiamo dormito invece di fare la guardia ci ucciderà prima che lo faccia il Bias Tradito!” balbettò Niel.
Seguì un istante di silenzio.
“GONG GI!”
Occupati a cercare quel qualcosa, i bias avevano lasciato il loro capitano senza alcuna protezione.
Senza esitare un secondo, i tre lasciarono che Zico si occupasse di allertare la parte di ciurma che stava ancora riposando in quel punto e scattarono in direzione della zona di accampamento sorvegliata da Eunhyuk. Mentre i loro scarponi calpestavano rami secchi e sprofondavano appena nella sabbia umida, sentirono quel verso ancora e ancora, sempre più forte, sempre più vicino. Anche Niel si fermò per raccogliere le sue cose e a radunare i bias ancora addormentati. Arrivato al punto esatto in cui aveva lasciato Gong gi, l’ultimate la trovò ancora addormentata.
 “Bambam, avverti gli altri e poi corri a prendere le tue cose.” ordinò, avvicinandosi a piccoli passi alla ragazza. Bambam obbedì immediatamente.
“Gong gi…Gong gi…” sussurrò Hyukjae, accucciandosi di fronte al suo capitano e scostando una ciocca di capelli che le copriva gli occhi. La ragazza mugugnò, serrando ancor di più le palpebre.
“E’ ora di svegliarsi…” disse lui, sorridendo.
“Ma il mio sogno non era finito…” si lamentò Gong gi, mettendo il broncio. L’ultimate rise, accarezzandole i lunghi capelli biondi.
“Forse, se aprissi gli occhi, scopriresti che la realtà che hai di fronte potrebbe essere meglio di quel sogno.” le sussurrò. La ragazza aprì lentamente gli occhi, ritrovandosi il viso dell’ultimate un po’ troppo vicino.
“Forse hai ragione, Hyukjae…”
Fu in quell’istante che il qualcosa si fece sentire ancora più forte.
“Ah, dimenticavo…” disse Eunhyuk, sfilandole lo zaino da sotto alla testa e afferrando la giacca che le aveva lasciato come coperta “…stiamo per morire.”
 
***
 
“Volete dirci da che diavolo stiamo scappando?!” Suzy era abbastanza irascibile di prima mattina. O meglio, lo era più del solito.
“Te l’avrò detto mille volte noona, scappiamo da qualcosa!” la illuminò Bambam, inciampando poi sulla radice di un cespuglio. Prontamente, Jun.k lo afferrò per il colletto del cappotto e lo rimise in piedi, dandogli una leggera spinta per intimarlo a non fermarsi più del dovuto.
“Potete ripetermi precisamente quando avete sentito quel verso strano?” domandò Namjoon, cercando di capirci qualcosa in più di quella situazione assurda.
“Da questa mattina, all’alba. All’inizio si sentiva appena, ma con il passare dei minuti sembrava quasi che si stesse avvicinando al nostro accampamento.” spiegò Zico, come se non avesse ronfato quella mattina ed Eunhyuk non gli avesse raccontato cosa era successo.
“Siete sicuri di non esservi immaginati tutto? Insomma, stiamo fuggendo da un bel po’ e l’unica cosa che abbiamo udito sono i lamenti di Suzy.” fece notare Sehun, beccandosi poi una gomitata dalla ragazza in questione.
Mentre i bias blateravano tra loro, l’ultimate guidava il gruppo alla cieca, inoltrandosi sempre più verso il centro dell’isola, trovandosi completamente circondato da cespugli ed arbusti, che rallentavano la loro fuga: voleva allontanarsi più che poteva da dove avevano trascorso la notte, ma lo assillava il dubbio di starli guidando, invece, dritti dritti in bocca al Bias Tradito. Accanto a lui, Gong gi fissava il suo volto, spaventata da quella sua costante espressione di panico.  
“La bussola non ti può aiutare?” chiese Donghae, tenendo fermo con il palmo della mano un enorme ramo spinato, in modo tale che Jonghyun, che portava in spalla un’ancora debole Joy, potesse proseguire senza farsi male. Eunhyuk non gli rispose.
“Ragazzi! RAGAZZI! Fermatevi un secondo ed ascoltate!” LE richiamò l’attenzione della ciurma, che immediatamente si zittì e drizzò le orecchie. “Lo sentite anche voi?”
I bias si concentrarono ancor di più, trattenendo addirittura il fiato per non coprire il rumore.
“…io non sento nulla.” confessò Himchan, grattandosi la nuca.
“Esatto. Nessun uccello che starnazza, nessun insetto che ci svolazza intorno, nemmeno il fruscio del vento tra le foglie.”
“N-non è un buon segno, vero?” balbettò Taeyeon. LE scosse la testa.
“E’ il segno che siamo nella direzione giusta per raggiungere il Bias Tradito.”
Seguirono interminabili minuti di silenzio, durante i quali i membri della ciurma speravano invano che un uccello fischiettasse, che una zanzara gli ronzasse attorno e che una folata di vento staccasse le foglie dal loro ramo. Ma, purtroppo, il silenzio regnava.
“…mi vergogno a dirlo, ma…mi avete messo talmente tanta agitazione che mi scappa la pipì.”
“JOOHEON!!” strillarono in coro le ragazze, scandalizzate.
“Non è colpa mia! Con i vostri discorsi mi avete spaventato al punto che ora devo farla!” si giustificò lui, sentendo le sue guance arrossire. Jooheon era così: all’apparenza, poteva sembrare un ragazzo sicuro di sé, coraggioso e temibile; in realtà, era una persona dal cuore grande e spaventata dalla sua stessa ombra. Prima di sapere altri dettagli, Gong gi gli diede il permesso di andare, raccomandandosi che facesse veloce. Jooheon si inchinò in segno di gratitudine e si allontanò dal gruppo di qualche metro, in modo da ritagliarsi un po’ di privacy. Si slacciò la cintura ed abbassò i pantaloni quel poco che gli bastava per fare i suoi bisogni. Chiuse gli occhi e sospirò, sentendosi finalmente meglio. All’improvviso, però, uno scricchiolio di rami secchi frantumò il silenzio che avvolgeva l’isola. D’istinto, il ragazzo iniziò a rivestirsi, preoccupato che fosse un membro della ciurma andato a recuperarlo.
“Arrivo! Arrivo!!” si affrettò a comunicare, sistemandosi per bene la camicia all’interno dei pantaloni. Il grande cespuglio di fronte a lui iniziò all’improvviso a tremare, facendo cadere qualche foglia morta a terra. Jooheon indietreggiò di qualche passo, scusandosi con il Signor Cespuglio per aver urinato su di lui. Quello che apparve davanti alle sue, stranamente, enormi pupille, però, non era nulla di buono. Era…qualcosa.
  
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