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Autore: ely_trev    11/12/2016    0 recensioni
Doveva andare da Sara, doveva andare da sua moglie e dirle che non era affatto vero che aveva commesso uno sbaglio sposandola.
Doveva assolutamente parlargli, doveva guardare negli occhi di suo marito e cercare di capire dove fosse finito il forte sentimento che li aveva uniti dal loro primo incontro.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lorenzo Martini, Sara Levi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Come aveva detto Marco? “Mi raccomando: zen". Una parola… Sicuramente molto più facile a dirsi che a farsi. Del resto, aveva innaturalmente temuto con tutta se stessa il momento in cui Lorenzo avesse scoperto la verità e lui aveva reagito nel peggiore dei modi possibili: rinnegando il suo bambino. Quel figlio era suo, la matematica non mentiva. Eppure suo marito - o, forse, ormai sarebbe stato meglio dire il suo ex marito - aveva avuto il coraggio di chiederle se fosse il “padre fortunato" di quella piccola e innocente creatura, quasi a voler affermare che l’infedeltà di sua moglie si fosse spinta oltre il terribile sbaglio di quella notte, che le aveva causato così tanti rimorsi. Quando Marco, accecato dall’ira per l’offesa che lei aveva appena ricevuto, l’aveva colpito con quel pugno, aveva capito i suoi sogni e le segrete speranze che prima o poi le cose sarebbero tornate a posto si erano miseramente infrante. Lorenzo se n’era andato senza reagire e senza dire una parola e lei sapeva molto bene che non si sarebbe voltato indietro.
Oh, ma… Al diavolo!
Non avrebbe mai dovuto dirle quelle parole, non avrebbe mai dovuto mettere in discussione la sua onestà, non avrebbe dovuto rinnegare il loro piccolo e innocente bambino.
Era questo che pensava mentre prendeva in mano il suo cellulare ed inviava un messaggio vocale a Lorenzo. D’accordo, forse quel messaggio non era proprio zen, come aveva promesso a Marco, ma rendeva bene l’idea di quanto fosse delusa e arrabbiata a causa del comportamento di suo marito, che, per quanto deluso e arrabbiato a sua volta, stava comunque mostrando il peggio di sé.
Era un circolo vizioso, ne era consapevole, eppure era così dolorosamente difficile cercare di mantenere la calma e di essere lucida mentre, seduta in panchina, assisteva alla partita dei suoi studenti, senza vederla veramente. E se n’erano accorti anche loro, tanto che, alla fine, era stato proprio Tommy, spalleggiato da Agnese, a spingerla a salire in macchina, impostare il navigatore e partire alla volta di una sala congressi messa a disposizione da un lussuoso hotel umbro.
Doveva assolutamente parlargli, doveva guardare negli occhi di suo marito e cercare di capire dove fosse finito il forte sentimento che li aveva uniti dal loro primo incontro, durante quel viaggio che si era rivelato magico.
Ma non l’aveva trovato. Era arrivata a relazione finita, mentre tutti gli auditori lasciavano la sala, e si era trovata davanti solo lei, Celeste Di Maio, colei che si era rivelata molto abile ad approfittare della sua crisi matrimoniale per concentrare su se stessa le simpatie del grande cardiochirurgo, peraltro uomo decisamente attraente.
Aveva un’aria strana, però, la dottoressa Di Maio, molto meno sicura di sé. Sembrava… arrabbiata, anche lei, mentre, con poca grazia, le diceva che Lorenzo aveva abbandonato la sua relazione sul più bello, sparendo dalla circolazione senza portarsi dietro né borsa né cellulare, probabilmente per… andare da lei.
Lorenzo stava tornando indietro. Forse. Aveva paura di tornare a sperare, per non restare delusa nel caso si fosse sbagliata, ma forse il suo Lorenzo, l’uomo buono di cui si era innamorata, stava tornando a farsi vedere.
Doveva assolutamente trovarlo, non poteva finire tutto in quel modo. E doveva farlo il prima possibile. Per questo aveva impostato nuovamente il navigatore in direzione di Poggio Fiorito, chiedendo che le venisse mostrato il percorso più breve e dimenticando che quegli apparecchi, in alcune circostanze, tendono a segnalare quella che è davvero la via più corta, ma che molto spesso contempla il passaggio su strade decisamente poco agevoli, come la strada sterrata, che, a stento, riusciva a vedere davanti ai suoi occhi, mentre procedeva lentamente, tra buche e fango, sotto una pioggia battente che le era parsa infinita.
Nonostante la voce elettronica del navigatore continuava ad ostentare sicurezza nel guidarla in quel guazzabuglio di strade e sentieri nei quali si era addentrata, a lei sembrava di girare in tondo, ormai persa. E per fortuna aveva smesso di piovere. Le veniva da piangere mentre domandava a se stessa dove diavolo fosse finita e riusciva solo a pensare che, se non avesse raggiunto Lorenzo al più presto, forse tutta quella fatica sarebbe risultata vana.
Quasi non vedeva davanti a sé, guidando tra quelle strade deserte e continuando a pensare a lui, quando, all’improvviso, si era trovata di fronte un ostacolo inaspettato, un uomo che stava quasi per investire, una persona decisamente familiare.
Lorenzo?!"
   
 
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