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Autore: MAFU    12/12/2016    1 recensioni
[Lilith x Amaimon] - [Lilith x Mephisto] - [Lamia x Yukio]
“Yukio , non vedo niente …” Si lamentò Rin che mentre seguiva Yukio come un ombra avanzava nell’oscurità del corridoio. Le vecchie e malconce travi di legno del pavimento polveroso scricchiolavano ad ogni loro passo riecheggiando nel silenzio più tetro.[...] Dalla parte opposta del corridoio, a passo fiero, Mephisto camminava con disinvoltura nell’oscurità. Passando accanto ad una delle massicce porte delle stanze del dormitorio si fermò sentendo un rumore sospetto. Un rumore di acqua corrente aveva attirato la su attenzione. “Qui c’è qualcosa che puzza …” Pensò rimanendo in ascolto finché lo scrosciare non cessò. A quanto pare quella era la porta di uno dei bagni. “ Mhm .. qui c’è davvero qualcuno ..” Afferrò con decisione la maniglia di ottone e con uno strattone spalancò la porta.
Lilith e Lamia sono sorelle. Tutto lascia pensare che in passato abbiano avuto a che fare con Mephisto...ma la loro vera natura fatica ad essere tenuta a bada...
(!!!)Ci sono espliciti riferimenti al manga(!!!)
Genere: Comico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amaimon, Mephisto Pheles, Un po' tutti, Yukio Okumura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAP 29

In un flash, un boato provenne dalla riva facendo voltare tutti di scatto. Renzou non aveva avuto nemmeno il tempo di guardare Lilith che il Kraken aveva fatto la sua comparsa all’orizzonte scatenando onde altissime. “Il Kraken!” gridò il ragazzo incredulo voltandosi di scatto. Lilith ne approfittò per recuperare alla velocità della luce il pareo e avvolgerselo attorno alla vita. Poi senza indugiare ulteriormente, corse via fuggendo in direzione dell’hotel. Mephisto si alzò dalla sdraio guardando prima lei poi il Kraken e dandogli le spalle, schioccò le dita sparendo in una nuvola di stelline. “Che facciamo!?” Shima si voltò verso Lamia rimasta immobile. D’istinto la donna guardò il bagnasciuga cercando Yukio ma non vedendolo cominciò a respirare affannosamente. “Lamia?” tentò di chiamarla di nuovo il ragazzo, non ottenendo però risposta. “Lilith… Tu che proponi?” Renzou si rivolse allora all’altra nel panico, “Ah!?” voltandosi si accorse della sua improvvisa assenza strabuzzando gli occhi, “È sparita!” strillò incredulo. Lamia, senza dire nulla, scattò in avanti correndo verso il mare in tempesta. Il cielo sopra le loro teste stava cominciando a diventare scuro e nuvoloso. “Aspetta!” Shima indeciso sul da farsi era rimasto intrappolato in un limbo di panico. Farfugliando qualcosa corse qualche metro verso la riva cercando in vano aiuto. Guardando prima a destra poi a sinistra era del tutto intenzionato a darsi alla fuga. “Tutti ai propri posti!” la voce tonante di Shura al megafono lo fece bloccare di colpo, “Gli esorcisti di categoria intermedia, inferiore e gli studenti prendano i lanciafiamme!” ordinò, “Fino a quando il nemico non si sarà avvicinato non entrate in mare!” aggiunse categorica. “Shima!” Koneko aveva visto l’amico correndo al suo fianco. Renzou in trappola era sull’orlo di un crollo di nervi. Lamia nel frattempo camminava a passo rapido scansando le folle di esorcisti in cerca di Yukio. L’istinto le stava facendo seguire la scia della voce di Shura convinta che lo avrebbe trovato lì vicino. Buttava l’occhio freneticamente a destra e sinistra dimenticando completamente la sorella fuggita chissà dove. Il suo sesto senso in fondo non aveva tutti i torti. Yukio era infatti a riva intento ad esaminare la situazione. D’un tratto però il Kraken smise di avanzare. Era rimasto immobile con uno degli elicotteri delle squadre a ronzargli intorno. “Ah!? Ha smesso di avanzare verso di noi?” Shura spalancò la bocca presa in contro piede abbassando il megafono. “Si è inabissato?” Rin era a pochi metri da lei coi piedi sulla sabbia umida a guardare l’orizzonte, “Non raggiunge la spiaggia!?” il ragazzo stava cominciando a perdere le staffe stringendo il pugno attorno alla cordella del fodero della sua spada. “Shura..?” Yukio sbucò alle spalle della professoressa Kirigakure cercando una qualche delucidazione dalla collega, rimasta però di sasso. Anche gli altri esorcisti guardavano inermi la bestia sparire sotto il livello del mare tra mille bolle. Poi nella quiete, un inaspettato colpo di tentacolo avvolse in una potente morsa l’elicottero senza che nessuno potesse intervenire. “Ha attaccato l’elicottero!!” gridò qualcuno incredulo, “ma che vuole fare!?”. Rin strabuzzò gli occhi scattando in avanti, “Dobbiamo salvare l’equipaggio!” strillò mettendo piede in acqua. “Fermo lì!” Shura imbracciando di nuovo il megafono lo fece retrocedere, “Finché il corpo del Kraken sarà in mare non dovete assolutamente entrare in acqua! Se richiama un Mael Strom sarà la fine per tutti!” gridò autoritaria respirando affannosamente. Al che il ragazzo digrignò i denti fissando immobile quell’unico tentacolo emerso del mostro arricciarsi in lontananza. “Se ne sta lì a squadrarci con calma…” ringhiò pensando alle povere persone a bordo del velivolo. E non fu più capace di ragionare. Lamia nel frattempo, vedendo i famigliari capelli rossi di Shura in lontananza, aveva cambiato traiettoria incrociando con immenso sollievo anche il profilo di spalle di Yukio. Lo aveva trovato. Accelerò il passo fregandosene di chi le stava davanti. Il suo tempismo fu però pessimo per certi versi. Prima che qualcuno potesse fermarlo, infatti, Rin scattò come una furia verso una delle scialuppe a motore ormeggiate a riva.  “Rin!” Shiemi che lo aveva visto precipitarsi verso la barca gli era corsa dietro d’istinto. “Rin, dove vai!?” la ragazza gli si aggrappò a un braccio quando lui ormai già a bordo stava armeggiando col motore, “Shiemi ma che fai!?” “Capisco cosa vuoi fare ma hanno detto di non anda…” d’un tratto il motore ingranò la marcia sbalzando Shiemi dentro la scialuppa con uno strattone.  La barca partì a razzo coi due ragazzi a bordo senza alcun freno.
Mephisto ricomparve all’inizio del viale dell’hotel. Il sole stava tramontando alle sue spalle e con nonchalance si mise a camminare ancora in infradito verso il cortile. “Lilith, lo so che sei qui.” “No!” la vocina della ragazza provenne da un gruppo di cespugli lì vicino. L’uomo sospirò alzando impercettibilmente gli occhi al cielo. “Lilith…” si avvicinò alla vegetazione scostando qualche fronda rimboccandosi le maniche, “Coraggio, non farmi avventurare in queste selve. Lasciami un minimo di decoro.” “Disse colui che gira in infradito.” “Oh… Mi vedi i piedi eh…” ridacchiò lui fermandosi di colpo. “Andiamo, non fare Lamia.” Si abbassò di scatto trovandosi a faccia a faccia con la ragazza facendola sobbalzare per la sorpresa “Ah!!”. “Trovata.” Mormorò Mephisto soddisfatto osservando da vicino quella pallottola di riccioli biondi che aveva alzato il naso per pura cortesia. “Ho un déjà-vu.”  Sogghignò lui inclinando la testa di lato, “Il deserto del Sahara, mi pare.” “Il nostro primissimo incontro…” sospirò Lilith guardando altrove chiudendosi ancora di più a ricciolo, “Il lupo perde il pelo ma non il vizio…” “Che ci posso fare se quando mi sento minacciata mi nascondo?” “Nulla.” “Mi sei molto d’aiuto. Si può sapere perché mi sei venuto a cercare?” alzò lo sguardo incrociando il suo mentre era intento a studiarla stando in piedi con le mani in tasca, “C’è mancato molto poco ma direi che te la sei cavata egregiamente.” “Appunto, ho rischiato. Non uscirò più da qui fino alla fine della vacanza.” “Tu puoi stare nascosta quanto ti pare ma…” Mephisto la guardò accennando a un sorrisetto da birbante, “Hai lasciato là da sola Lamia…” la sua voce si fece improvvisamente roca e Lilith sgranò gli occhi fissandolo come se stesse avendo un’apparizione.
Lamia era sempre più vicina a Yukio. Mancavano solo una decina di metri. Allungò lentamente una mano per toccargli una spalla non appena sarebbe giunta da lui. “Ma che diavolo sta combinando Rin!?” il rombo della barca a motore era arrivato alle orecchie di Shura che si era girata trovandosi davanti quella scena inconcepibile. “Io tuo fratello lo strangolo!” strinse le unghie attorno al megafono rivolgendosi a Yukio voltatosi come lei. Il ragazzo deglutendo si rimboccò le maniche scattando in avanti. Lamia stava per sfiorarlo quando sfuggendo alle sue grinfie, aveva raggiunto una seconda imbarcazione saltandoci sopra senza perdere tempo. Shura si vide Lamia sprintare a tutta velocità al suo fianco strabuzzando gli occhi. La succube con un balzo da olimpiadi saltò sulla barca di Yukio in partenza facendolo sobbalzare per lo spavento. “Lamia!” gridò lui voltandosi in preda al panico mollando gli ormeggi, “Scendi immediatamente!” le intimò con tono minaccioso.  La donna era a carponi col viso nascosto dai capelli arruffati e si reggeva saldamente alle assi del fondo con le unghie. La sua vicinanza lo stava facendo tremare di nuovo. Ma ormai erano lontani dalla spiaggia. “Vorrei ma…” Lamia ricomponendosi lo guardò col vento che le scompigliava i capelli. Accennò rapida alle onde tutte intorno a loro lasciando che fosse l’oceano a finire la frase. “Dannazione, mi sembrava che avessimo fatto un patto.” Yukio scossando la testa, si arrese nonostante la rabbia. Tornò lesto alla guida dell’imbarcazione lasciata per un attimo allo sbaraglio e riprese la rotta con sangue freddo. “Per lo meno cerca di non intralciarmi.” disse distaccato guardando il mare scuro in cerca di qualcosa. “Aspetta ma… Che stiamo facendo!?” Lamia si rese conto che si stavano dirigendo sempre di più verso il Kraken e sbiancò. “Porca miseria.” Digrignò i denti maledicendo la sua impulsività. “Se non mi ammazza lui, lo farà Lilith.” Sibilò mettendosi in ginocchio a poppa.
“Mephisto, corri dobbiamo tornare subito alla spiaggia!” Lilith era scattata fuori dai cespugli come un razzo voltandosi verso di lui col pareo stretto tra i pugni. Per la foga si era stretta ancora di più il nodo tremando come una foglia. “Oh. Ma bene…” il demone tornò sul sentiero con tutta calma, “Che brava ragazza che sei.” La canzonò tutto sereno. “Come fai ad essere tanto tranquillo!?” “Domanda interessante…” “Mephisto.” “Sì va bene, va bene, mi muovo.” Sospirò vedendo respinto il suo tentato monologo teatrale accelerando un po’ il passo sotto lo sguardo fulminante della ragazzina. “Non c’è tempo da perdere…” disse Lilith avanzando a passi larghi, “Un momento soltanto!” Mephisto la afferrò per un lembo di pareo fermandola all’istante. Lei si voltò di scatto a bocca aperta, “Tanto per inciso, io non mi sposto mai a piedi.” Mormorò incredibilmente vicino al suo naso schioccando le dita e i due scomparvero nel nulla.
Yukio scattò d’improvviso a Prua sbracciandosi verso la scialuppa di Rin che sfrecciava poco più avanti. “Rin!” lo chiamò il fratello su tutte le furie. “Cosa cavolo hai in mente!? Devi seguire gli ordini!” prese fiato, “Non ti permetterò di fare quello che vuoi stavolta!” si sgolò avvicinandosi alla sua barca. Ma il ragazzo senza nemmeno ascoltarlo, balzò sguainando la katana verso il tentacolo alzato della bestia tranciandolo di netto con un colpo. Yukio intanto, senza parole, aveva ammarato l’altra imbarcazione aiutando Shiemi a salire sulla sua. Lamia la guardò storto mentre si accomodava accanto a lei nel completo imbarazzo. Rin con un tonfo ricadde in mare schizzando da tutte le parti. “Non ci posso credere.” Yukio era tornato a guardarlo sporgendosi verso di lui in ginocchio sulla barca. “Tiratemi su!” sputacchiò il fratello nuotando verso di loro in tutto il suo aspetto demoniaco. Lamia lo fissava in silenzio studiandolo nei minimi particolari. “Rin, ti è andato forse di volta il cervello? Hai sguainato la spada come se nulla fosse.” “Che ti prende? L’ho fatto per salvare delle vite!” “Hey, voi due…” la voce tremolante di Shiemi li fece voltare entrambi, “Sotto di noi…” aggiunse in un sussurro impanicandosi. Lamia si sporse dal parapetto guardando le onde blu incresparsi con una strana ombra nera “Oh no.” disse arricciando le labbra. Rin ancora in acqua abbassò gli occhi continuando a stare a mollo seppur pervaso da un brivido di terrore. Senza che potessero prevederlo, un enorme tentacolo sbalzò l’imbarcazione in aria in una frazione di secondo sbriciolandola nell’atterraggio. I ragazzi furono scagliati nelle profondità dell’oceano senza nemmeno avere il tempo di sbattere le palpebre. “Yukio! Shiemi! Lamia!!” Rin, l’unico ad essere rimasto a galla gridò a perdifiato cercando i compagni con lo sguardo. Il fratello, previdente com’era aveva già indossato le bombole d’ossigeno e stava nuotando verso Shiemi afferrandola poco prima che s’inabissasse per sempre. Riaffiorò in superficie con lei nuotando rapido verso Rin. “Yukio, Shiemi!” il ragazzo si avvicinò a grandi bracciate aggrappandosi a Shiemi inerme, “Dobbiamo sbrigarci a tornare a terra!” gridò il professore lasciandogli in braccio la ragazza stremato. “Dov’è Lamia!?” Rin faticò a tenere la testa in superficie scalciando potente per far respirare aria almeno all’amica. “Che cosa?” Yukio sgranò gli occhi cercando di opporre resistenza alle onde possenti. “Non è qui?” “No!” il ragazzo ebbe un principio di attacco di panico e senza dire altro si rimise il boccaglio ficcando di nuovo la testa sott’acqua.
“Lamia!!” Lilith era arrivata alla spiaggia trafelata. Il brevissimo viaggio intra dimensionale non l’aveva aiutata a calmarsi. “Non la vedo.” Si voltò in preda al panico verso Mephisto rientrato nel suo mood da spiaggia nonostante la tarda ora e lo stato di emergenza generale. Lui la guardò in silenzio riducendo la bocca a un puntino. “Vado a cercarla.” Annunciò allora Lilith cominciando ad avanzare verso il bagnasciuga. “Per qualsiasi cosa io sono qui ⋆” le fece un cenno Mephisto e lei si voltò interdetta, “Non vieni con me?” balbettò, “Chiedo venia ma ho un biglietto in tribuna d’onore per la prima di stasera. Non vorrei mai perdermi la battaglia contro il Kraken.” Disse portandosi una mano al petto con un gesto emblematico, “Però se vuoi venire anche tu, avevo tenuto conto di un biglietto di riserva anche per te.” Le ammiccò malizioso. Lilith rimase a fissarlo in silenzio con la testa che le frullava. “Lamia ora ha la precedenza.” Rispose secca tornando sui suoi passi. “Come desideri…” sogghignò Mephisto assottigliando lo sguardo studiandola a fondo mentre si allontanava. “La strategia d’attacco è sospesa!” Shura strillò alle squadre usando il megafono, “…E fino a quando il Kraken non si allontanerà da questo specchio d’acqua non posso mandare né le truppe di salvataggio né quelle di perlustrazione.” Aggiunse spegnendo il microfono parlando con uno dei suoi colleghi alle sue spalle. “Intanto che la situazione si sblocca, vai a fare delle ricerche su questo mare, Sato.” Gli ordinò poi senza perdere tempo, “Sì, certo!” rispose l’altro scattando sull’attenti. Mentre l’esorcista se ne andava a svolgere l’incarico, Shura tornò a guardare l’oceano in direzione delle barche dilaniate digrignando i denti. “Quello stupido…” sibilò su tutte le furie. “Yo Lilith! Rieccoti qui!” Shima fermò la ragazza incrociandola sulla via della baracchina dei gelati, “Dov’eri finita?”. “Hai visto lamia!?” la piccola gli mangiò quasi la faccia per la foga. Era tesa come una corda di violino e si chiedeva che fosse successo in sua assenza. Trovandosi davanti poi Renzou fu pervasa da un’ondata di brividi. “Eh, Lamia?” il ragazzo si agitò improvvisamente. “Lilith!” Koneko e Ryuji sbucarono da dietro Shima accerchiandola “Che succede? Sembri sconvolta…” “Shima, che le hai detto?” “Io? Ah!? Niente!!”. Lei sentendosi un po’ minacciata cominciò a balbettare qualcosa guardandosi intorno. Andandone però della sua incolumità, trovò la forza per parlare. “Avete visto Lamia?” chiese dunque imbracciando tutta la sua sicurezza. “Lamia?” Koneko alzò le sopracciglia meravigliato, “Ma come… non hai visto cos’è successo?” disse lui con quanto più tatto possibile, “È saltata sull’imbarcazione del professor Okumura e…” guardò il mare “Il Kraken li ha affondati…” aggiunse titubante, “Credo che ora siano… Dispersi.”. Lilith lo guardò sgranando gli occhi e trattenendo il fiato squadrò l’oceano sentendosi sprofondare in un abisso.
Yukio nuotava come se ne fosse della sua stessa vita. Cercava Lamia disperatamente ovunque in mezzo a quel profondo blu. Dentro di lui pensava continuamente che era un demone e che non poteva morire. O almeno così sperava. Il suo corpo però era pur sempre umano. Contrariato dalla sua tanto amica logica, stava cominciando a perdere le speranze di ritrovarla. Sarebbe impazzito. L’ossigeno delle sue bombole gli sarebbe bastato di sicuro per nuotare per almeno un altro paio d’ore, ma di certo a Lamia non sarebbe bastato il suo solo per sopravvivere. Stava per tornare a galla quand’ecco che scorse con la coda dell’occhio una sagoma adagiata su uno sperone di barriera corallina. La raggiunse in una frazione di secondi e riconobbe Lamia priva di sensi sdraiata tra i coralli. Fortunatamente era atterrata solo a qualche metro dalla superficie ma aveva perso il pareo. La sua coda di demone fluttuava libera tra i pesci di scogliera. 
   
 
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