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Autore: Altair4    12/12/2016    1 recensioni
SEQUEL di “Storia di una Niana”.
Benvenuti nel mio mondo parallelo dove Marte non è più il pianeto rosso ma è diventato viola e dove le nostre tartarughe e gli alieni del pianeta Ni ne combineranno delle belle!
Grazie ad un portale inventato da Donatello, questa storia sarà ambientata anche sulla Terra… e ad un migliaio di anni-luce da noi, nella fascia di Orione.
Non mancheranno personaggi ben conosciuti e totalmente nuovi.
Storia ispirata principalmente alla mitica serie del 2003.
Genere: Avventura, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Finalmente le due settimane di punizione erano finite, Raph aspettò perché scoccasse la mezzanotte ed uscì
 
finalmente dalle fogne, il suo primo pensiero non fu Alina, né tanto meno Rebecca, voleva correre sui tetti e sentire il
 
fresco vento della notte sulle sue squame. Credeva che sarebbe impazzito se fosse rimasto un altro giorno tra quelle
 
quattro mura, niente era come la libertà, per lui niente era così importante.
 
            -Piano Raph non ci aspetti?- Diceva contrariato Mikey.
            -No! Se non siete capaci di starmi dietro peggio per voi!-
            -E’ arrabbiato perché nessuno ha preso le sue difese…-
            -Senti Donnie non si meritava di passarla liscia…per me è stato anche troppo poco in punizione- commentava Mikey.
            -Non lo giustifico…però non so a quanto sia servito tutto questo, secondo me è ancora convinto di non aver fatto nulla di male…-
            -Credo anche io…infatti sono convinto che imparerà la lezione sul campo- disse Leo.
            -Che vuoi dire?-
            -E’ inesperto con il gentil sesso, dice Karai che pagherà un prezzo per quello che sta facendo, le donne non sono poi così indifese come lui pensa…è vero che si è approfittato di questa Rebecca, ma che tipo è una che si porta in casa uno il giorno stesso in cui l’ha incontrato…-
            -Cioè cosa vorresti dire Leo? Che è colpa di quella Rebecca? Lui l’ha ingannata…che fai lo giustifichi-
            -No Mikey, lui ha sbagliato…ma penso che Karai abbia ragione, imparerà solo quando avrà una batosta! E penso che l’avrà presto. Quindi staremo a vedere. Donnie hai modificato tutti i ciondoli Enerzon per sicurezza?-
            -Affermativo Leo! In questo modo saremo sicuri che Lisad potrà controllarlo, qualsiasi ciondolo presente al rifugio ha la funzione di microfono-
 
Le tre tartarughe parlavano mentre facevano le loro corse ed i loro salti atletici sui tetti di una stranamente silenziosa
 
New York, ma furono costretti a frenarsi rischiando di precipitare tutti e quattro di sotto. Raph si era fermato
 
all’improvviso ed i fratelli che erano dopo di lui dovettero frenarsi inciamando tra di loro e rotolando fino a formare
 
un groviglio di mani e piedi.
            -Ehi! Raph ma che ti è preso?-
            -Guardate in basso!-
 
Quattro brutti ceffi circondavano una donna con bruttissime intenzioni, le tartarughe stavano per scendere a terra per
 
aiutarla, ma lei con nonchalance tirò fuori una pistola a tamburo di grosso calibro.
 
            -Bene! Brutti figli di buona donna, chi vuole essere il primo ad essere battezzato?-
            -Wuo, wuo wuo, calma baby, quella cosa è pericolosa, lo sai vero che puoi ferire qualcuno?-
            -Lo so benissimo è per questo che non dimentico mai la mia Camilla a casa quando passeggio per New York-
            -La tua pistola ha un nome? Ma chi diavolo sei?-
            -Sono il tenente Tyler del distretto 11 di polizia e voi siete in grossi guai!-
 
I tre che non erano a tiro scapparono a gambe levate, invece il poveretto che fronteggiava l’arma non ebbe il coraggio
 
di muoversi, la poliziotta tirò fuori delle manette, le mise ai polsi del malvivente e lo trascinò al primo distretto di
 
polizia reperibile. Le tartarughe erano sedute sul tetto e guardavano incredule la scena.
 
            -…cioè…manco due settimane e la città riesce a fare a meno di me nel frattempo? E dove sono finite tutte le donne indifese?- Disse Raph scoraggiato.
            -Non hai sentito, era un tenete di polizia è stato un caso!- Intervenne Leo, però aveva una mano appoggiata sulla fronte e lo sguardo stupito.
            -La verità è che le donne sono davvero meno indifese di un tempo…- diceva Mikey.
            -Ma dai, ha ragione Leo, è un caso e poi la criminalità è molto diminuita e noi siamo diventati bravi a gestire tutti i supercattivi che ci capitano a tiro. Guarda Vertel ed Eugene erano a capo di una organizzazione supertecnologica con forza illimitata e adesso vengono su Marte a piantare alberi e a liberare farfalle nei prati!- Commentò Donnie.
 
            -Ho un’idea, andiamo nel Bronx, non ci delude mai!- Disse Raph che aveva bisogno di menar le mani, si alzò di scatto e si rimise a corre, i fratelli subito dopo di lui.
 
In poco tempo arrivarono al quartiere più malfamato di New York e le loro attese non furono deluse, dall’alto si
 
trovarono ad assistere ad una lotta tra due bande di teenager.
 
            -Secondo voi chi è che rubato il lecca-lecca a chi?-  Chiedeva Raph sarcastico.
            -Perché non se ne stanno a casa a giocare ai videogames, invece di farsi del male?- Commentava Mikey.
            -Ma soprattutto chi gli ha dato quelle armi? Vedete sono orientali! Da qui vedo che alcuni maneggiano dei sai, qualcuno i nunchaku…- Donnie aveva messo degli occhiali per la visione notturna e vedeva ancora più chiaramente cosa stava succedendo.
 
            -Presto dobbiamo intervenire! Raph,  Mikey occupatevi della banda di lattanti di destra, io e Donnie quella di sinistra, prendiamoli alle spalle…o forse basterà che ci vedano per farli scappare-
            -Tu credi che gli umani siano fifoni, secondo me non si spaventeranno- disse Raph che poi rapido scese a terra
 
con Mikey, mentre Leo e Donnie esitarono un attimo per vedere le reazioni dei teppistelli. Anche se le due tartarughe
 
si stavano avvicinando nessuno si curava di loro, erano troppo occupati ad offendersi tra di loro e mostrare le loro
 
armi in modo minaccioso. Raph si stufò e gridò:
 
            -Ehi ragazzini non dovreste essere a casa nei vostri lettini?-
            -O a giocare con i videogames?- Aggiunse Mikey.
 
Le due bande fecero silenzio e si voltarono a guardare i due mostri verdi armati fino ai denti.
 
            -Le leggendarie tartarughe! Sono venute per punirci!-
 
Ci fu un fuggi fuggi generale ma sul campo di battaglia rimasero due ragazzotti piuttosto robusti e irriducibili.
 
            -Noi non abbiamo paura di voi!- disse uno dei due, era il più alto e mostrava con tracotanza i suoi sai.
            -Lascia Mikey me la vedo io- poi rivolto al ragazzo- vedo che ti piacciono i sai, che ne dici di uno scontro tra me e te?-
Raph gli si avvicinò con quel suo passo da spaccone ed un sorriso più di derisione che di sfida. Il ragazzo che aveva parlato disse all’altro:
            -Non mi lascerai da solo contro questo mostro orrendo?-
            -No…lo affronteremo insieme!-
            -A chi mostro?-
Il ragazzo più mingherlino rispose.
            -Non abbiamo paura di te…- ma la voce tramava. Donnie e Leo guardavano la scena scuotendo la testa, quella
 
sera a Raph andava bene tutto, anche due poveri ragazzini impauriti, tanta era la crisi di astinenza. Di comune
 
accordo i due ragazzotti si gettarono contemporaneamente verso la tartaruga in rosso, la quale li aspettava riflettendo
 
se atterrarli subito o giocarci un po’.  Decise di divertirsi e cominciò a scansare i loro colpi maldestri ed esitanti, poi
 
con i sai iniziò a sfilargli  una per volta le armi che tenevano in mano, in poco tempo i due si ritrovarono disarmati e
 
con il fiatone mentre Raph fresco come un rosa li guardava commentando:          
 
            -Allora che facciamo? Tutto qui?-
            -Mostro bastardo, ma chi era tua madre? Una tartaruga marina bagasc…-
 
Non finì la frase, Raph gli tirò un calcio piazzato che gli spostò la mascella e lo buttò a terra, il suo compare, che era
 
quello più piccolo, si mise davanti come scudo umano e disse:
 
            -Ti prego non ucciderlo…è mio fratello…non è veramente cattivo…-
 
Raph si fermò, in effetti aveva un po’ esagerato, abbassò i sai e disse:
 
            -Non ho mai ucciso dei ragazzini in vita mia, non comincerò certo stasera, ma dite ai vostri amici che se io ed miei fratelli vi ritroveremo qui a giocare con armi pericolose vi prenderemo a calci nelle chiappe uno ad uno-
 
In quel momento arrivarono anche le altre tartarughe e Leo chiese:
 
            -Dove avete trovato quelle armi?-
            -Giù al porto…ce le ha vendute un cinese…si chiama Xia Yun…-
            -Adesso ve le confischiamo-
            -…ma non c’è altro da fare la sera a New York per ragazzi come voi?-  Chiese Mikey.
            -Se ci le togliete le armi come ci difenderemo dagli altri?- Chiese il più piccolo.
            -Voi non li provocate e non vi succederà nulla- disse Donnie mentre raccoglieva da terra i sai ed i nunchaku usati dai ragazzini- poi aggiunse- dobbiamo investigare su questo pazzo che travia la gioventù-
            -E adesso sparite dalla mia vista e comportatevi bene!- Disse Raph. I due fratelli all’inizio si mossero piano piano circospetti e poi cominciarono a correre a perdifiato fino a scomparire nella notte.
            -Perché non andiamo a trovare il cinese giù al porto?- Aggiunse Raph che non era soddisfatto ancora della serata.
            -Non posso adesso, ho promesso a Karai che sarei tornato presto, poi non sappiamo dove sia esattamente questo cinese e a che ora possiamo trovarlo, rischiamo di vagare nel porto per nulla, dobbiamo avere più informazioni, torneremo qui domani a vedere se questi teppistelli ci riprovano e li interrogheremo-
            -Mi sembra saggio e poi anche Astrid mi aspetta- Replicò Donnie.
            -E tu Mikey?-
            -Devo andare da April e prendere Pedro lo voglio portare su Marte a fargli conoscere Hedgy-
            -Chi diavolo è Hedgy? Ti sei già fatto la fidanzata senza dirmelo?- rispose Raph incredulo. Mikey lo guardò come se avesse detto la più grossa bestemmia mai udita.
            -Hedgy è la Vattina di Astrid, non ti ricordi? L’abbiamo vista ancora cucciolo quando abbiamo liberato i Cervizek-
            -Ah sì, ora ricordo, ma perché Vattina?-
            -E’ un incrocio tra un gatto terrestre ed uno Niano, è una femmina, vedessi quanto è cresciuta e poi sa parlare! Perché non vieni su con me e Donnie a fare un po’ il marziano?-
            -No grazie, per il momento non mi va di vedere Lisad, magari tra un po’…-
            -Allora che fai? Resti qui da solo?-
            -Sì…sono stato troppo al chiuso, farò ancora due passi-
            -Come vuoi-
 
Raph riprese la sua corsa nella notte, Leo si avviò verso la palestra di Karai, mentre Mikey e Donnie sarebbero andati
 
prima da April e poi al rifugio.
 
            -Donnie, pensi che stanotte andrà a cercare Alina?-
            -Non lo so Mikey, però non ha preso il ciondolo-
            -Speriamo si comporti bene…-
 
La tartaruga in rosso cercava disperatamente un diversivo ma tutto era tranquillo, essendo sabato sera c’era gente in
 
giro ed era ancora più difficile che avvenissero le aggressioni. Poi si ricordò cosa aveva detto Alina, lei nel weekend
 
lavorava da Antonio’s, decise di andare a vedere che faceva. In poco tempo era già alla pizzeria che era vicina alla
 
chiusura. Poté scorgere la ragazza che staccava dal turno, ma non era sola.
 
            -Ciao Robert sei venuto a prendermi…ma non dovevi…- disse Alina.
            -Allora quando me lo darai un vero appuntamento?- Chiese Robert.
            -Ci devo pensare…-
            -C’è qualcun altro?-
            -Non proprio…-
            -Dai ti prego! Che cosa vuoi che sia un’uscita? Dammi almeno un bacio, così in amicizia-
            -Non so…-
            -Su dai, quando ti avrò riaccompagnato a casa, per salutarci…tutto qui…-
            -Forse…-
 
Raph aveva sentito tutto ed era piuttosto irritato, la biondina non aveva perso tempo a rimpiazzarlo, ma era anche
 
vero che avevano detto che sarebbero stati amici, se non si fosse sbrigato a fare qualcosa quel Robert gliel’avrebbe
 
soffiata da sotto il naso. Li seguì fino all’abitazione di lei, ma non poteva rimanere con le mani in mano, doveva
 
evitare che si baciassero, quel bacio spettava a lui. Mentre Robert si avvicinava ad Alina si sentì un gran rumore ed
 
un miagolio fastidioso li fece saltare di paura.
 
            -Che succede?- Chiese Alina.
            -Niente, sono solo degli stupidi gatti-
 
Robert ci riprovò di nuovo ed una buccia di banana caduta da chissà dove gli finì in testa.
 
            -Che diamine succede stasera?-
            -Forse è meglio lasciar perdere…magari un’altra volta-
Alina scomparve dietro il portone, Robert se ne andò a testa bassa.
 
La mattina Raph fu svegliato in malo modo da Mikey che era ancora sulla Terra e voleva allenarsi prima di andare su Marte con Pedro.
 
            -Perché non mi lasci in pace almeno tu?-
            -Sveglia pigrone Splinter ci aspetta, che ora hai fatto ieri sera?-
            -Non me lo ricordo-
            -No, non ti ributti giù, vieni o ti prendo di peso e poi ti ho preparato la colazione-
 
Raph si alzò di malavoglia mangiò in silenzio mentre il fratello gli parlava di questa famosa Hedgy e di tutti gli
 
animali che Astrid aveva creato, non la finì di parlare nemmeno quando erano nel dojo che facevano riscaldamento.
 
Finalmente Mikey fece la domanda che si teneva in serbo da un po’.
 
            -Sei stato da Alina ieri sera?-
            -Che cosa te ne frega?-
            -Ti piace? Le vuoi bene?-
            -Mi piace abbastanza, altro non lo so…-
            -Vuoi che ti dia qualche consiglio?-
            -No!-
            -Sei sicuro?- Poi Mikey si allarmò e chiese -cosa le hai fatto ieri sera!-
            -Ma nulla! Anzi l’ho vista con un tipo che voleva baciarla…-
            -Ha già un fidanzato?-
            -No…non esattamente…lui ci provava…ho evitato che si baciassero con un paio di diversivi-
            -Allora ti piace molto, eri geloso!-
            -Te l’ho detto che mi piace…in effetti mi ha dato fastidio vederla con un altro…sentiamo…come posso fare per conquistarla?-
            -Io facevo ridere Isabel e stavo con lei il più possibile, non ho usato una vera e propria strategia, però quando mi ha offerto la sua amicizia sono stato risoluto, perché non era quello che volevo, alla fine nemmeno lei…ecco devi tenere molto di conto di cosa desidera veramente...solo quando sono stato sicuro che mi amava ci siamo comportati come due adulti, ho aspettato molto…tutto il tempo che serviva a lei ed a me…non devi correre…se deve succedere succederà…se forzi e non era la persona giusta, ti scapperà tra le dita…-
 
Raph passò tutto il tempo dell’allenamento a riflettere su quelle parole, ma non sapeva come realizzarle in pratica,
 
quel pomeriggio sarebbe andato al parco a cercarla.
 
Intanto su Marte Donnie stava lavorando al suo primo robot marziano ad alta tecnologia, Vertel gli aveva fornito
 
materiale di prima scelta, ora toccava al genio fondere la tecnologia terrestre a quella Niana. Avrebbe voluto saper
 
creare gli Enerzon eterni ma per il momento i cristalli normali potevano bastare. Il suo progetto era un robot
 
umanoide al quale non aveva ancora dato un nome perché voleva farlo Mikey. Suo fratello si era offeso perché
 
Donnie aveva dato nome al FIR senza il suo permesso, quindi pur di non sentirlo lamentare aveva acconsentito che
 
Mikey lo scegliesse per la sua nuova invenzione tecnologica, ma come al solito era in ritardo. Ad un certo punto si
 
sentì abbaiare, non poteva che essere Pedro che metteva piede su Marte per la prima volta, il cagnolino arrivò di corsa
 
nell’officina di Donnie e cominciò a saltellargli intorno.
 
            -Ciao Pedro ti vedo in forma, come mai il tuo padrone ha aspettato tanto a portati su?-
            -Perché la bimba di April lo vuole per sé, ho dovuto aspettare che fosse all’asilo per portarglielo via…e guai a me se non glielo riporto presto!-
            -Ma Pedro è tuo ormai…-
            -Anche April si è affezionata a lui…mi hanno promesso che verranno spesso a trovarmi e lo potrò vedere quando voglio…mi sembra di essere un padre a cui hanno tolto l’affidamento-
            -Non ti lamentare…e poi Splinter non vuole animali nel rifugio…gli bastate tu e Raph-
            -Sì hai ragione…- Rispose Mikey con tono neutro.
            -Come? Mi dai ragione?-
 
Mikey non lo stava ascoltando più, stava giocando con Pedro e gli lanciava un oggetto non bene identificato e se lo
 
faceva riportare.
 
            -Guarda come è bravo ed intelligente ha imparato subito, pensa che se glielo chiedo ora mi porta i nunchaku, li sa riconoscere!-
            -Mikey ma cosa gli stai lanciando?-
            -Non lo so, l’ho trovato qui sul bancone-
            -Oh per Giove! E’ il mio trasmutatore di energia positronica! Ridammelo subito è un congegno che devo inserire nella testa del robot! Ma come ti è saltato in mente!-
            -Ehm…scusa! Aveva un forma simpatica…-
 
Donnie prese in mano il suo congegno delicatissimo e lo pulì dalla bava del cane, era danneggiato e dovette ripararlo
 
mentre faceva la predica a Mikey.
 
            -Non puoi venire qui e prendere cosa ti pare per giocarci, se mi fai arrabbiare ancora lo troverò io il nome al robot!-
            -No ti prego ho già un’idea. Lo chiameremo Roby the first!-
            -Non è mica un re! Roby 1 andrà benissimo, anche se non ti sei spremuto molto-
 
Si sentì un miagolio metallico ed un vocina tutta agitata:
            -M’ky…M’ky… qui!-
            -Ciao Hedgy, sì sono qui, sono tornato presto, hai visto?-
 
La Vattina fece per avvicinarsi ma vide Pedro e subito si trasformò in un arma di puro metallo e artigli, inarcando la
 
schiena come fanno tutti i gatti quando vedono un cane.
 
            -No buona Hedgy, è Pedro! Ricordi te lo avevo spiegato, il cagnolino-
            -Caggnolino?-
            -Sì, lui è tuo amico-
            -Amico?... caggnolino…amico-
            -Sì, bravissima Hedgy-
 
La Vattina piano piano ritirò gli artigli, riassorbì gli aculei e si avvicinò al povero Pedro che tremava, sapeva che
 
Hedgy poteva fare polpette di lui e rimase impalato senza fare un suono.
 
Dopo averlo annusato un po’ si avvicinò ancora e gli dette una leccatina sul musino, Pedro fece esattamente la stessa
 
cosa, allora Hedgy si strusciò a lui e cominciò a fare le fusa.
 
            -Caggnolino…amico-
Pedro abbaiò ed Hedgy spaventata saltò via ritrasformandosi in aria di nuovo nel riccio metallico di prima ed
 
atterrando di nuovo agguerrita.
            -No calma non è pericoloso, non sa parlare, quelle sono le sue parole, cerca di capire-
            -Caggnolino…no parla…caggnolino…stupido!-
            -Dove l’hai imparata quella parola! Pedro non è stupido! Cattiva!-
Spazientito Donnie esclamò:
            -Bene…perché non metti su un asilo nido per animali? Ma fuori di qui per favore, devo lavorare!-
 
Mikey riuscì a tranquillizzare Hedgy la prese in braccio e, seguito da un titubante Pedro, se ne uscì nel giardino della
 
base per vedere se riusciva a far riappacificare i due animaletti.
 
Donnie si rimise finalmente a lavoro, si lamentava sempre di Mikey ma a pensarci bene era così felice che fosse
 
tornato quello di un tempo, forse pure troppo, sembrava il ragazzino che era prima di incontrare Isabel, come se
 
stesse seguendo una lenta evoluzione per ritornare infine adulto. Del resto suo fratello era così, infantile fuori ma
 
forte dentro. Donnie era sicuro che se avesse perso Astrid non si sarebbe ripreso più, di sicuro non sarebbe mai più
 
tornato quello di prima, poi scacciò il terribile pensiero dalla testa e collegò tra loro importanti circuiti della sua
 
creazione, presto Roby 1 avrebbe preso vita.

 

 
 
P.S. Ciao a tutti! ;-)
Come potete notare sono molto in ritardo…ultimamente e prossimamente non avrò tanto tempo, ma farò del mio meglio.
A quanto pare c’è un malvivente che vende armi ad i ragazzini…presto faremo la conoscenza del nuovo “supercattivo “ di turno e vedremo cosa combinerà Raph ;-)
 
Grazie a voi che continuate a seguire
La vostra Altair
   
 
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