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Autore: Antonio Militari    15/12/2016    4 recensioni
Era inquietantemente affascinante, per la sua semplicità e per... qualcosa, che lo attirava senza alcuna motivazione apparente. Se la rigirò nelle mani e la osservò da tutti i punti di vista, ma non sembrava esserci niente di strano se non l'assenza assoluta di qualsiasi indicazione, escluso quell'unico 'non giocare', evidentemente il titolo del gioco, che lo incitava ancora di più
Matteo si perde nei ricordi quando ritrova uno dei suoi vecchi giochi da bambino, ma nulla è più così innocente, e si ritroverà presto immerso in qualcosa di molto più grande di lui...
La storia prende spunto dal racconto 'The Game', pubblicato su EFP da Akira Yuki, con il permesso dell'autore.
Genere: Fantasy, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'opera è ispirata al racconto The Game di Akira Yuki con il consenso dell'autore.
Inoltre tutti i marchi e titoli registrati citati vengono utilizzati senza alcuno scopo di lucro.
L'autore della storia non fa propri gli eventuali diritti.

IX
NEW WEAPON

Matteo rispolverò tutto il proprio turpiloquio contro il demone maledetto quando, tornando in camera, ritrovo il letto pieno di schifezze: sotto le coperte, e sopra il cuscino, trovavano spazio piatti sporchi, bottiglie vuote, polvere (tantissima polvere), fazzoletti intrisi di densi liquidi organici, un cambio sporco, e l'intera pattumiera svuotata.
Così era questo che intendeva, il demone, quando aveva detto che avrebbe fatto di tutto per equivocare il desiderio espresso. Fece un fagotto con le lenzuola e andò a buttare tutto nel cassonetto davanti casa, mise il cuscino in lavatrice, lavò le coperte a mano e sparse deodorante per ambienti in tutta casa. Solo alla fine prese la console, ormai all'ora di pranzo, e iniziò a giocare.
PIACIUTO LO SCHERZETTO?
Non poté fare a meno di rispondere.
FOTTITI
NERVOSO? COMUNQUE IMMAGINO TU VOGLIA SAPERE LA TUA PROSSIMA MISSIONE.
Matteo aspettò, ma non comparve niente. Con un grosso sospirò scrisse
QUAL'E' LA MISSIONE?
SI DICE PER...
Matteo dovette veramente trattenersi per non spaccare la console al muro, e ci riuscì solo pensando alla propria spina dorsale a pezzi.
PER FAVORE.
COSI' VA MEGLIO.
LA TUA MISSIONE E', ANCORA UNA VOLTA, MOLTO SEMPLICE...
...FAR FUORI IL RAGAZZO DELL'ALTRA VOLTA...
 
Gli costò veramente tanto, ma ce la fece. Il ragazzo, alla fine, si gettò dalla finestra in preda alla disperazione, dopo aver nuovamente bagnato il letto e chiamato la mamma, e anche questa volta la console gli mandò il messaggio di missione compiuta. Spense la console e attese in salone che il demone tornasse, ma dentro si sentiva spezzato e vuoto. Aveva ucciso un ragazzo innocente: aveva ucciso Franco... di nuovo.
Quando il demone apparve agì in maniera meccanica, come un robot, e chiese al demone che i genitori tornassero a casa sani e salvi, ma con un giorno di ritardo. Il demone acconsentì, almeno apparentemente senza equivocare il desiderio, dato che qualche minuto dopo la madre telefonò avvisando che un'enorme tifone impediva di procedere per la strada, e che si sarebbero fermati in una pensione lì vicino.
Matteo uscì di casa, sotto la pioggia (poco lontano quella pioggia diventava un tifone distruttivo) e si diresse, quasi sovrappensiero, nella chiesetta del quartiere. Dentro, la chiesa era vuota, ad eccezione di una vecchietta in prima fila, che recitava in silenzio un rosario, e del prete, che girava per il locale lucidando i vetri che coprivano le varie icone.
Matteo gli si avvicinò e chiese, quasi senza accorgersene «Padre, esistono i demoni?».
L'uomo si voltò stupito verso di lui. Era un prete giovane, quasi un ragazzo, ma aveva il viso di chi aveva vissuto una vita lunga «Voi ragazzi non dovreste farvi certe domande».
voi ragazzi? Ma se avevano quasi la stessa età! «Ma esistono o no?».
L'altro sospirò «Certo. Esistono. Ma spesso si nascondono nell'oblio, perché chi avesse la certezza che i demoni esistono sarebbe altrettanto sicuro dell'esistenza di Dio».
«E quand'è che si manifestano?».
«E chi lo sa?» Rispose quasi ridendo «Io non ho mai parlato con un demone e non ho intenzione di domandargli niente, qualora lo incontrassi!» Matteo sentì una strana sensazione a questa frase, quasi che l’altro mentisse.
«E se avessi trovato un oggetto indemoniato?» non sapeva neanche perché gli stava dicendo queste cose.
«Sbarazzatene subito, figliolo» Il tono del prete era tornato serio.
«E se non potessi farlo?» Magari avesse potuto.
«Allora dovresti pregare, e se vuoi posso metterti in contatto con un esorcista».
L'idea non piacque a Matteo, influenzato da tutti i film sull'argomento visti «No, grazie, parlavo solo per ipotesi».
Mentre stava per andarsene il prete gli afferrò un polso. Aveva una presa salda e forte, da lottatore «Non si gioca con il demonio, fratello» Disse semplicemente, mettendogli un rosario in mano. Lo sguardo del prete era duro, spietato, e sembrava trapassargli l'anima, poi lo lasciò andare, riprendendo a lucidare i vetri, canticchiando un qualche inno sacro mentre lavorava.
Matteo si infilò l'oggetto sacro in tasca, e uscì dalla chiesa, mentre il tempo peggiorava, minacciando lampi e tuoni.


Estratto del prossimo capitolo:
"«Allora? Che cos'è che vuoi?» Chiese ancora il demone.
Morire? Sparire nell'oblio della morte sarebbe bastato? La pace dei sensi, l'annullamento della coscienza, la fine di ogni problema o sofferenza. Non era questo quello che voleva?
"
   
 
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