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Autore: DanieldervUniverse    15/12/2016    1 recensioni
Noctis, Prompto, Gladiolus e Ignis sono sempre in viaggio per le strade dell'ex-regno di Lucis, avendo perso la strada, la mappa e i punti di riferimento. Poi, girando bruscamente ad una curva, si scontrano qualcuno che non si aspettavano...
SPOILER
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gladiolus Amicitia, Ignis Stupeo Scientia, Noctis Lucis Caelum, Prompto Argentum, Sorpresa
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'L'uomo dietro le scene'
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Noctis si svegliò bruscamente, con la testa pulsante e gli occhi che dolevano. Non ricordava niente dell’immediato, nemmeno dove fosse. Poi riuscì a realizzare che doveva trovarsi nella tenda, sotto le coperte. Si sollevò a sedere, ancora intontito, e sentì un mugugno vicino a lui. Abbasso lo sguardo e, nella penombra generale, trovò Luna, sdraiata affianco a lui, avvolta nel sacco a pelo, e ancora nel mondo dei sogni. Sua moglie…
Alzò la mano per assicurarsi che non fosse un sogno, e la pallida luce riflessa della fede al dito lo rassicurò che era tutto vero. Facendo uno sforzo sovrumano, si alzò in piedi, cercando di fare meno rumore possibile, e si diresse verso l’ingresso, volendo dare alla ragazza la chance di riposarsi ancora un po’ mentre lui e i compagni smontavano il campo. Chissà perché, però, era tutto silenzio. Beh, avrebbe svegliato tutti lui.
Il sole, già alto nel cielo, lo colpì violentemente agli occhi, quasi ferendoli, ma lui insisté, coprendosi con le mani, fermandosi a rimirare l’ambiente attorno alla tenda.
-Ehi, il fresco sposo in persona- lo accolse Aranea.
Lui mise a fuoco, e la scorse dietro ai fornelli da campo, con addosso il gilé di Gladio (rigorosamente aperto).
-Allora, come è andata la serata?- continuò lei, prendendo un sorso di caffè ed avanzando verso il ragazzo.
-Ah… Bene-beh…!
Quando la dragona si allontanò dal fornello, Noctis constatò che indossava SOLO il gilé di Gladio. Girò immediatamente la testa dall’altra parte, colto alla sprovvista.
-Oh, giusto- fece lei, facendo seguire alcuni rumori, il che probabilmente significava che stava frugando da qualche parte per trovare qualcosa. Poi, un possente suono di trombetta da campo lo fece sobbalzare, come anche il resto dell’accampamento, a giudicare dalla quantità di grida sorprese o di gemiti sconnessi.
-Che diavolo…!?- stava gridando Noctis, voltandosi di scatto, ma venne interrotto dalla visione glaciale dei suoi compagni.
-Nocto!- esclamò Gladio, biascicando ed agitandosi come una scimmia -Non è… NON È quello che sembra. Iris… IRIS!
Gli occhi di Noctis schizzarono dall’altra parte del campo, dove la ragazza si stringeva, imbarazzata, le braccia al petto, raccolta contro il petto di Ignis, che cercava di coprirla con la sua camicia.
-IGNIS!- gridò Gladio, alzandosi in piedi, nudo e crudo, facendo indietreggiare sia l’amico sia Noctis dalla paura.
-Gladio, che diavolo!- gridò Noctis, cercando di nascondere alla propria vista le nudità del compagno.
-In mia difesa posso dire che non portavo gli occhiali ieri sera!- cercò di difendersi invece Ignis, indietreggiando di fronte alla furia barcollante dell’energumeno, sollevando una sedia per tenerlo a distanza.
-Oh, fratelli, ‘sta cosa non va bene...- biascicò Cindy -Qua stamo a dormire ancora...
Noctis spostò lo sguardo dai due litiganti, quanto meno per evitare che gli occhi iniziassero a sanguinare, alla giovane, che era tranquillamente nuda (almeno dalla vita in su, dato che non poteva vedere altro) in mezzo a quel parapiglia, visibilmente assonnata. Poi la mano di Prompto si alzò dal sacco a pelo, affianco a lei, e la ritirò giù.
-Inizio a vedere i culi volanti… torniamo a dormire mia dea…- commentò il biondo.
Gladio e Ignis erano ancora coinvolti in una faticosa faida, che per altro aveva assunto una posizione compromettente, ma Noctis sospettò che il didietro in questione appartenesse a qualcun altro. Infatti, come aveva sospettato, gli bastò spostare lo sguardo un po’ più in là per vedere che Aranea si era sfilata anche il gilé e stava tranquillamente chinata a raccogliere i propri indumenti.
-Cosa… sta…
Una sedia lo mancò di poco, al che, con un grido terrorizzato, Iris corse a nascondersi dietro lui, per poi gridare di nuovo e mettersi a correre per tutto il campo, cercando di coprirsi come poteva.
-SUCCEDENDOOOHHH!!!???- gridò, fuori di sé il re.

Toc Toc Toc Toc

-E CHE CI FAI TU ANCORA QUI!!!!!????
-MH?- replicò Nolum, che stava piantando un cartello pochi passi più in là, con il martello in mano e un altro cartello più piccolo stretto tra i denti.
-Mh! Mh mufh u ghu aguhuhu…- biascicò, senza che il ragazzo potesse capirci qualcosa.
-Insomma! Prima dici cose che non hanno senso, poi ci aiuti, poi te ne vai, poi sei di nuovo qui, che succede!?
Nolum continuò tranquillamente a fare il suo lavoro, e una volta finito si sfilò il secondo cartello dalla bocca e prese a tastare il terreno per trovare un punto dove piantarlo.
-Succede che io sto facendo il mio lavoro. Dare indicazioni- rispose.
-E non potevi farlo ieri sera?
-L’ho fatto. Ma a quanto pare sei ancora lontano dall’aver trovato la retta via, sire, tant’è che sono di nuovo qui.
-Ohhhhh, la mia testa- fece Noctis, stropicciandosi il volto tra le mani, non riuscendo nemmeno ad arrabbiarsi.
-Eh, la sbornia fa sempre male. Ma per un festeggiamento come quello di ieri, questo è altro- lo incoraggiò Nolum, ricominciando a picchettare.
-Sbornia? Perché? Non ditemi che eravate tutti ubriachi- disse Aranea, attirando l’attenzione di tutti. In effetti, la dragona era tranquillamente sciolta e serena, e non accusava nessun sintomo.
-Che c’è?- replicò, sorpresa, prima di finire di aggiustarsi i pantaloni da guerra.
-Comunque- riprese Noctis, tornando a guardare Nolum, prima di constatare che non era più vicino ai cartelli.
-Ti ho già dato tutte le mie raccomandazioni sire- gridò da lontano il ragazzo, senza poter essere individuato -Ricordati solo di fidarti dei cartelli. Non mentono mai.
E così Nolum scomparve di nuovo.
-Allora allora allora- intervenne Aranea, andando ad affiancarsi a lui -Vediamo che dicono questi cartelli.
Noctis sbuffò, visibilmente irritato, ma a malincuore si mise a leggere.
-“Il divertimento è appena cominciato”.
-Non fa presagire niente di buono- aggiunse Ignis.
-E-e l’altro?- chiese Iris.
-L’altro…

E per la cronaca, sire, sei nudo.

Il ragazzo sentì una morsa allo stomaco. Nudo?
-Non te ne sei neanche accorto?- fece Gladio, mentre lo sguardo del ragazzo volava dritto sui suoi addominali scolpiti e sulle gambe solide Gli mancò la terra sotto i piedi, mentre l’imbarazzo avvampava come un’onda. Lui? Nudo? Davanti a tutti…
-C-chiedo scusa!- gridò, facendosi largo tra i compagni, coprendosi con le mani, per poi tuffarsi nella tenda quasi senza fermarsi.
Luna lo accolse con un gridò sorpreso, e appena Noctis si trovò davanti il suo seno nudo, gridò a sua volta, indietreggiando -Sei nuda!
-Eh?- fece lei, presa in contropiede.
Poi abbassò lo sguardo a rimirare il suo stato, e arrossì fino alla punta dei capelli, rifugiandosi di nuovo tra le coperte con un gemito di paura. Probabilmente non se lo aspettava neanche lei.
-Ehi, innocentini- fece Gladio da fuori -Siete marito e moglie adesso, smettetela di gridare come donnine isteriche.
-Stai zitto e pensa per te!
-L’ho fatto. E ne sono anche soddisfatto!
-Fratellone!
Noctis pensò che tutto quel macello fosse una cospirazione per farlo impazzire. Si abbandonò sul sacco a pelo, chiudendo gli occhi e provando a rilassarsi, sconvolto.
-La prima volta…
Il ragazzo ruotò il capo, rivolgendosi verso Luna.
-La prima volta… ed eravamo ubriachi- le sfuggì un singhiozzo -Scusa, Noctis.
-Scusa?- chiese lui, confuso ancora di più -E di cosa dovresti scusarti?
Luna tornò a guardarlo, sospirando. Lui inspirò a sua volta, piegando le labbra in una smorfia, mentre pensava a cosa fare per rassicurarla. Alla fine, si strinse nelle spalle, e scivolò di nuovo sotto le coperte, andando apertamente ad abbracciarla. Il suo corpo nudo era la cosa più calda che avesse mai sentito in tanti anni, vivo, pulsante e rassicurante. Le accarezzò il capo, gentilmente, facendole appoggiare il volto contro proprio petto; lei gli cinse i fianchi con le braccia, abbandonandosi a lui, facendo respiri profondi.
-Sarebbe stata una buona memoria- ammise Noctis.
Luna annuì.
-Ce ne saranno altre- aggiunse il ragazzo.
-Molte altre- gli fece eco lei, alzando il capo per guardarlo dritto negli occhi -Marito mio.
Noctis fu sul punto di baciarla, quando un molesto -Noctis…?- balbettato a malapena lo fece voltare di scatto verso l’entrata della tenda.
-Mi fai un po’ di posto? Solo qualche altra oretta di sonno per me e per Cindy…- fece Prompto, entrando senza aspettare di ricevere il permesso, seguito dalla bionda.
-Yo Noct, hai proprio un gran culo…- commentò la ragazza, franando addosso al compagno.
Il ragazzo rimase a boccheggiare, fissando i due intrusi con un misto di incredulità e rabbia feroce.
-Mmhhh, Cindy… metti la mano un po’ più yawn in basso.
-Mmhh… come vuoi…- rispose la ragazza.
Quando a Prompto sfuggì un gemito, la rabbia prese il sopravvento.
-FUORI DI QUA!


Luna si occupò diligentemente dell’occhio nero del biondo, mentre gli altri finivano di smontare il campo. Era un po’ risentita per la maleducazione del ragazzo, ma in fondo non poteva fargliene una colpa: erano stata una serata pesante.
-Scusa- le ripeté di nuovo, contrito.
-Non fa niente, per stavolta passa- rispose lei, gentilmente.
Probabilmente non era abbastanza in sé da essersi reso conto della cosa. Cindy era stata più fortunata, dato che era riuscita a sgusciare fuori dalla tenda mentre Noctis sfogava la sua irritazione su Prompto.
-Le scuse non bastano- lo rimproverò invece Ignis, in quel momento -E ti stai anche riposando mentre noi altri ripuliamo tutto.
-Disse quello che ha rischiato la vita per andare al letto con…- la ritorta risposta di Prompto venne interrotta da un pezzo di legno che gli rimbalzò sulla fronte.
-Ti consiglierei di farti il doppio nodo alla lingua prima di parlare- lo freddò l’amico, prima di riprendere il suo lavoro. Luna si fece sfuggire una risatina.
-Non starlo a sentire, Prompto- replicò lei, continuando a parlare con calma, mentre si preoccupava anche del bernoccolo che stava spuntando sulla testa del ragazzo -Non ne hai colpa, a volte capita di fare una figuraccia. Vero Noctis?- chiese.
Il ragazzo si fermò, colto alla sprovvista, nel bel mezzo di quello che faceva.
-Ehm…
-Smettila di distrarti e torna al lavoro!- lo rimproverò Gladiolus, dandogli una sonora pacca sul sedere.
-Tieni le mani a posto!- rispose l’altro.
Luna si mise a ridere di nuovo, mentre Prompto si rimetteva in piedi, sorridendo vittorioso. Non molto dopo i bagagli erano fatti, e bisognava solo decidere i posti. Luna tornò al fianco di Noctis, guardando gli altri mentre si sistemavano.
-We, io la mia bambina non la lascio- disse Cindy, appoggiandosi saldamente alla Regalia.
-Bene allora! Io adoro i chocobo, possa darti il mio posto- intervenne prontamente Prompto, guadagnandosi un vistoso bacio da parte della meccanica, prima che lei, con un agile balzo, si sedesse al posto di guida.
-Oh no miss- intervenne Ignis -Mi spiace darle una brutta notizia, ma non lascio prendere la guida a nessuno se non me stesso.
I due si fissarono per qualche istante, prima che lei cedesse con un sospiro, spostando sul sedile accanto.
-Bene. Quindi, consiglierei che Lady Luna e Iris vengano con noi in macchina- riprese poi il ragazzo, spostando lo sguardo direttamente su di lei.
-Ah no, non ci provare- minacciò Gladiolus -Mia sorella resta con me!
-So cavarmela da sola, sai?- brontolò lei, mentre il suo chocobo rosa le piluccava i capelli, pigolando dolcemente.
-Non guardate me, Fulvio non si farà mai cavalcare da qualcun altro- puntualizzò Aranea, già in groppa al proprio pennuto.
-Allora, sembra che restiamo solo noi- disse Luna, alzando lo sguardo su Noctis.
Il ragazzo le restituì l’occhiata, sorridendole.
-Prego- la invitò con la mano, aprendole lo sportello ed aiutandola a sedersi, prima di dirigersi dall’altro lato e affiancarla. Luna gli diede un gentile bacio, restituendogli la cortesia che tanto si sentiva di esprimere nei suoi confronti. Si era veramente innamorata dell’uomo giusto.
-Orsù, andiamo- disse Prompto, spingendo il suo chocobo al passo leggero -Divertimento, arriviamo!
-Piantala- lo rimproverò Noctis, mentre il gruppo si metteva in moto.
-Ricordati, o mio sposo, che i cartelli non mentono- gli disse Luna.
-Ma dai…- replicò lui, facendole un sorriso di sfida.
Ignis accostò improvvisamente.
-Che fai? Non siamo nemmeno partiti- protestò Gladio.
-“Ricordate a sua maestà che la scena di sesso c’è stata. I cartelli non mentono”- lesse l’altro, protendendosi verso un cartello di legno, sbucato fuori, apparentemente, dal nulla.
Luna rivolse un’occhiata interrogativa al marito, che scosse il capo, cercando di negare qualcosa.
-Noctis, ho ragione di credere che il tuo scetticismo sia infondato- intervenne Aranea, prendendo la guida con il suo chocobo nero, mentre gli altri seguivano.
-Ehi, guarda un po’ che ho trovato!- esclamò Cindy, sollevando trionfante la macchina fotografica di Prompto.
-Ecco dov’era! Con tutto quello che è successo stamattina me n’ero dimenticato. Meno male che sta bene!
-Oh si- gli fece eco la bionda -Allora, vediamo un po’ che belle foto ricordo ci guadagneremo da questa… wow.
-Cosa?- chiese Iris avanzando rapidamente per affiancarla e sbirciare un attimo.
-Non pensavo che sua altezza fosse così flessibile.
-Dammi subito quella macchina!


Ardyn stava guidando in tutta tranquillità lungo la strada, in qualche modo già cosciente di quello che stava per accadere. In fondo, sapeva per davvero come sarebbero andate le cose, e prendersi un momento di svago tanto per mettere un po’ più di sale sulla coda di quell’ingenuo re non gli avrebbe fatto male. Però, con sua somma sorpresa, dovette fermare la sua longilinea avanzata perché qualcuno aveva abbandonato dei cartelli in mezzo alla strada. Fece un piccolo sbuffo: non aveva fretta, in fondo.
-Chiedo scusa?- chiamò.
-Oh, mi scusi- fece un ragazzo, sbucando d’improvviso alla sua destra, senza che l’avesse sentito arrivare -Credevo non passasse nessuno. Mi ero allontanato un attimo per… insomma, ha capito.
-Certo, certo- rispose l’altro, sorridendo.
Lo sconosciuto passò oltre, dirigendosi verso l’ingombro, prima di fermarsi di colpo e voltarsi a fissarlo.
-Chiedo scusa, io la conosco?
Ardyn sollevò un sopracciglio: chi è che non conosceva la sua faccia in tutto l’impero? Poi, però, si limitò a stringersi nelle spalle, e pensando di concedersi un po’ di divertimento ulteriore sorrise accomodante .
-Non credo, sa. Non mi risulta di averla incontrata prima- rispose, cercando di mostrarsi sorpreso.
-Ah, capisco- annuì quello, lanciandogli ancora qualche occhiata interrogativa, prima di dedicarsi al suo compito -Viaggia spesso?
-Oh, di tanto in tanto- rispose Ardyn, picchettando sullo sportello con la mano sinistra.
-Beh, fa bene cambiare aria ogni tanto- insisté l’altro, continuando a sgombrare lentamente la strada -Si fidi, io lo so.
-Ah sì? Anche tu viaggi?
-Non proprio. Vivo sulla strada più per lavoro che per voglia di viaggiare, ma apprezzo di poterlo fare.
-E il suo lavoro sarebbe?
-Piantare cartelli stradali.
-Ah- rispose Ardyn, per la prima volta sorpreso -E come mai?
-Beh, non è che spuntino dal terreno quando serve.
Sospesero entrambi la conversazione per consumare quella parentesi d’ilarità. Ma per il Cancelliere quell’incontro sembrava davvero prendere una piega nuova e stimolante. A prima vista quel ragazzo non gli avrebbe mai fatto granché impressione, ma dopo aver scambiato qualche parola ponendosi sullo stesso piano, si era ricreduto, venendo sorpreso da quella personalità vispa e particolarmente intrigante. Chiedere qualche altra informazione in più non avrebbe fatto male a nessuno.
-Quindi… lei fa solo questo nella vita.
-Beh, è il mio lavoro, e mi piace. Non vedo perché dovrei smettere, o perché dovrei prendermi una vacanza. Posso andare e stare dove voglio, e gratis.
-Sono pochi gli uomini che sanno apprezzare la povertà e la bellezza di una vita semplice- ammise Ardyn.
-Oh, non ne ha idea- annuì in risposta il ragazzo.
-Qual è il tuo nome?- chiese dopo qualche attimo il Cancelliere.
-Nolum Cassio Feri. E il tuo?- rispose l’altro, passando ad un tono informale ed offrendogli la mano.
-Oh, puoi chiamarmi Ardyn- rispose con accondiscendenza lui, stringendogliela.
Si fermò a fissare il volto del giovane, un volto ingenuo e ancora ricco di vita ed energia, con dei vispi occhi castani, mentre i capelli scuri cadevano a boccoli sul volto.
-Sei proprio sicuro che non ci siamo già conosciuti?- insisté Nolum.
-Sicuro, ragazzo- rispose Ardyn, capendo che ora di togliere il disturbo -Ci vediamo sulla strada quando capita.
-Arrivederci Ardyn!
-Arrivederci Nolum!- rispose, spingendo sul gas a partendo. Non aveva percorso molti metri che, superata una curva, incontrò uno dei cartelli che il ragazzo si portava dietro. Incuriosito, rallentò per leggere, e ne rimase scioccato.

Senti cocco, io non mi faccio prendere per i fondelli. Puoi raccontare tutte le balle che ti pare ma io qui la faccio da padrone, perché la strada è la mia casa e il mio paese. Io sono quello che da le indicazioni qui, e che sa sempre dove andare, e che sa sempre tutto, caro Cancelliere. E quindi, ricordati che io ti tengo d’occhio.

Nolum Cassio Feri

Ardyn si ritrasse, colto alla sprovvista. Si guardò intorno, controllando se il ragazzo l’avesse seguito, ma non vide nessuno. Con una scrollata di spalle, rimise la macchina in moto e ripartì, ma fatti pochi metri il motore cominciò a fare suoni strani, fino a spegnersi, lasciandolo come un fesso in mezzo al nulla.
-Buon divertimento a ridere, Nolum Cassio Feri- sospirò l’uomo -Non sarà così piacevole quanto ti avrò preso e reso il servizio.

  
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