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Autore: Mew_vale    15/12/2016    1 recensioni
Prima di leggere questa storia, vi consiglio di dare un’ occhiata ad “Alternative Story”, dato che questa FanFiction si collega a quella storia.
Abbiamo lasciato Beatrice in procinto di partorire, un Armando ansioso ma anche spaventato dalla prospettiva di diventare padre (come chiunque diventi genitore per la prima volta) Marcella che, dopo aver lasciato l’ Ecomoda, ha presenziato a qualche consiglio di amministrazione dopo di che è sparita. Di Mario nessuno ha più avuto notizie… Mentre Patrizia e Daniele sono convolati a nozze.
Nel frattempo, sono passati 27 anni: alla fine di “Alternative Story” vi ho regalato una chicca in cui Camilla Mendoza, primogenita di Armando e Betty, attraversava la navata in abito bianco; Ad attenderla all’ altare David Valencia, primogenito di Daniele e Patrizia. Ma si saranno sposati? Anzi, si sposeranno? Perché ebbene sì, la nostra storia inizia da prima delle nozze. All’ Ecomoda, entrano nuovi personaggi tra cui la prole dei Mendoza, dei Valencia e della famiglia Mora. Può accadere di tutto!
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Store di Ecomoda'
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CAPITOLO 51
 
 
 
 
Camilla Senior
Non ho chiuso occhio. Il mio cuscino è fradicio di lacrime, i miei occhi sono stanchi ma nonostante questo non ho sonno. Come ha potuto tenermi nascosta una cosa simile? Perché prima di dare soldi a questo sconosciuto non si è consultato con me? Sono troppo sconvolta per analizzare nel dettaglio le conseguenze finanziarie del caso. Siamo a un passo dal fallimento? No, non ci voglio neanche pensare ad un’eventualità simile! Chiudo gli occhi e fingo di dormire appena mi accorgo che mio marito sta entrando in camera.
<< Cami?... Cami svegliati! >> M’invita. Io continuo a far finta di dormire. Non ho nessuna voglia di parlare con lui! Mio marito non demorde e, dopo essersi seduto sul letto accanto a me, mi scolla.
<< Cami, Lena non è in camera e il letto è intatto! >> Mi dice. Questa rivelazione mi convince a porre fine alla mia recita e mi alzo.
<< Che cosa? >> Domando rendendomi conto attraverso la sveglia digitale che sono le cinque del mattino.
<< Ma è l’alba, dove diavolo è andata?! >> Mi domando correndo verso la sua stanza per avere conferma di ciò che mio marito mi ha detto.
<< Io penso che sia uscita ieri sera mentre litigavamo e che non sia mai rientrata. >> Azzarda come ipotesi. Prendo il mio cellulare e provo a chiamarla, squilla a vuoto.
<< Ci ho già provato, non risponde. >> Mi spiega. Chiamo Betty!
<< A chi telefoni? >> Mi domanda.
<< A Betty, magari è andata lì! >> Ipotizzo. Mio marito mi strappa il telefono dalle mani e lo guardo esterrefatta. Ma come osa?!
<< Se fosse andata da loro ci avrebbero avvertiti. >> Suggerisce. Mi riprendo lo smartphone.
<< Primo, non azzardarti mai più a strapparmi il cellulare dalle mani! E secondo, so che non vuoi che telefoni a mio fratello e a sua moglie perché non vuoi che sappiano che nostra figlia è fuggita mentre eravamo troppo impegnati a scannarci, e me ne frego! Dobbiamo trovare Lena! >> Affermo digrignando i denti. Interpreto il silenzio di mio marito come una resa e telefono a Betty.
<< Camilla? Sai che ore sono? >> Mi chiede con voce impastata dal sonno. In sottofondo sento mio fratello mugugnare.
<< Ciao Betty, mi dispiace per questa telefonata. Lena non è nella sua stanza e ci stavamo chiedendo se fosse lì da voi! >> Taglio corto.
<< No, Camilla, se fosse venuta qui vi avremmo chiamato. Perché è fuggita? >> Mi domanda.
<< Kristoff ed io… stavamo litigando ieri sera, pensiamo che se la sua svignata, eravamo troppo distratti per accorgercene. >> Confesso.
<< Gli hai detto del divorzio? >> Mi domanda.
<< Tra le altre cose… >> Affermo. Non mi va di raccontargli tutto ora visto che non so ancora come comportarmi!
<< Va bene, se non vuoi parlarne non lo faremo. Proviamo anche noi a chiamarla, provo a sentire i miei figli e vi facciamo sapere! >>
<< Grazie Betty, mi dispiace per tutto. Ci sentiamo più tardi! >> Saluto, ponendo fine alla conversazione.
<< Non è da loro! >> Informo mio marito. Sprofondo nel sofà ammirando il fallimento come genitore!
 
 
 
Armando
<< Cos’è successo a Lena? >> Domando, senza aprire gli occhi, quando mi rendo conto che mia moglie ha terminato la conversazione con mia sorella.
<< E’ fuggita dalla sua stanza senza dire ai suoi dove andava e non è ancora tornata. Cami e Kris erano troppo impegnati a litigare perciò se ne sono resi conto solo ora! Provo a chiamare i nostri figli. >> Mi spiega mia moglie. Lamentandomi per il sonno mi metto a sedere e afferro il mio cellulare.
<< Chiama Camilla, io provo a sentire Lorenzo e Diego! >> Propongo.
<< Cami, pronto? Scusa per l’ora bella di mamma, ma c’è un problema… Non è che ieri sera hai visto o sentito Lena? >> Sento dire da mia moglie.
<< Lorenzo? Scusa l’ora. >> Intervengo appena accetta la telefonata.
<< Papà… è l’alba e sono appena rientrato! Ho sonno! >> Si lamenta.
<< Ci vorrà poco. Hai visto o sentito Lena nelle ultime ore? >> Gli chiedo senza perdere tanto tempo.
<< No e no! Perché? >> Domanda allarmandosi.
<< E’ scappata dalla suite! I tuoi zii si sono appena resi conto che il suo letto è intatto. >> Spiego, evitando di citare la loro lite che gli ha tagliati fuori dal mondo.
<< Non ne so niente papà. Chiamerò la zia se dovessi sapere qualcosa! >> Mi assicura.
<< Ok, ciao e scusa il disturbo! >> Lo saluto.
<< Lorenzo non sa nulla! >> Annuncio a mia moglie.
<< Così come Camilla. Manca Diego! >> Osserva. Non perdo altro tempo e lo chiamo.
<< Pronto? Sei caduto dal letto? >> Mi domanda dopo diversi squilli.
<< Ciao, scusami per questa telefonata all’alba. Tua cugina è scappata dalla suite senza dire dove andava e non è ancora rientrata! L’hai vista o sentita nelle ultime ore? >> Domando.
<< Non l’ho sentita ma l’ho vista. Ieri sera l’ho incontrata in un pub… Era in dolce compagnia! >> Mi rivela. Attiro l’attenzione di mia moglie strattonando la sua camicia da notte.
<< E di chi? >> Domando.
<< Di Giulio Valencia. >> Mi rivela. Lui saprà qualcosa di più!
<< Grazie Diego. Avverto subito i tuoi zii! >> Affermo chiudendo la telefonata.
<< Allora? >> Mi domanda mia moglie in apprensione. Richiamo mia sorella.
<< Armando, hai qualche novità? >> Mi chiede mia sorella preoccupata.
<< Sì! Diego mi ha detto di averla vista in locale ieri sera, era con Giulio! >> Le spiego.
<< Mi devo mettere in contatto con lui per farmi dire dove cazzo siano andati a finire! Grazie! >> Afferma, leggermente alterata, ponendo fine alla conversazione.
<< Con Giulio Valencia? >> Domanda conferma mia moglie. Annuisco.
<< Infondo tu avevi notato ieri un certo interesse tra i due! La cosa peggiore che può essere successa a nostra nipote è che ha passato la notte in dolce compagnia! >> Commento. Daniele e Patrizia non saranno molto contenti!
 
 
 
Kristoff
<< Telefono subito a Patrizia o a Daniele! >> Sentenzio, iniziando a scorrere la rubrica per trovare i loro numeri.
<< No, andiamo lì! Chiamo un taxi! >> Decide mia moglie.
<< Camilla dovremmo parlare di… >> Cerco di dire.
<< Non adesso! Ti sembra il momento? Non ora! Adesso voglio solo trovare Lena! >> Afferma perentoria. Ha gli occhi rossi e l’aria esausta. Qualcosa dentro di me va in mille pezzi… E’ come se mi rendessi conto solo ora di quanto Camilla sia invecchiata in questi trent’anni e passa accanto a me. Mi avvicino a lei e, senza il suo consenso, l’attiro a me e la bacio.
<< Ti amo Cami! Io ti amo ancora! Mi dispiace per tutto quello che ho fatto e per quello che non ho fatto! >> Sussurro contro le sue labbra.
<< Kris lasciami andare. Mi fai venire i brividi, lo capisci? Mi fai schifo. >> Mi risponde. Le sue parole m’investono come un tsunami di merda.
 
 
 
Patrizia
Ma chi diavolo è all’alba? Sono le 5.30 della mattina! Dopo essermi infilata le pantofole e la vestaglia esco dalla stanza da letto per avviarmi verso la porta d’ingresso. Rhonda mi ha preceduta e risponde al citofono.
<< Sì, chi è? >> Chiede. Daniele nel frattempo ci raggiunge.
<< Chi cavolo è alle cinque e trenta del mattino? >> Si chiede.
<< Un attimo, per cortesia! >> Afferma Rhonda la quale copre con una mano il citofono e si rivolge a noi. << Sono Camilla Mendoza e suo marito! >> Ci rivela.
<< E cosa vogliono da noi?! >> Mi domando.
<< Dì loro che non sono i benvenuti! >> Aggiunge Daniele. La domestica riprende la conversazione con loro.
<< Dicono che è importante, vogliono vedere il signorino Giulio! >> Ci spiega Rhonda. Daniele afferra il citofono.
<< Vi rendete conto dell’ora?... CHE COSA?! >> Strilla mio marito dopo avergli ascoltati per mezzo minuto. Posa il citofono e apre il cancello.
<< Daniele ma li fai entrare? >> Gli domando sorpresa.
<< Lena ieri sera è uscita senza dire dove andava e questa notte non è rientrata. E indovina? L’ultima volta è stata vista da Diego Mendoza con Giulio! Meglio per lui che abbia una scusa plausibile! >> Interviene imbufalito mio marito. Procede ad ampie falcate verso la stanza del nostro secondogenito.
<< Buon giorno,scusate se piombiamo qui così. Vogliamo sapere dove si trova nostra figlia! >> Interviene l’ex fidanzata di mio marito che entra in casa seguita da quel poveraccio ripulito di suo marito.
<< Buon giorno. >> Saluta.
<< Buon giorno, accomodatevi. >> Affermo per educazione.
<< Rhonda, occupati dei loro soprabiti! >> Do l’ordine quando mio marito torna da noi.
<< Il letto di Giulio è intatto! Stavolta lo ammazzo! >> Afferma incavolato.
<< Ma dove potrebbero essere andati? >> Si domanda Camilla con occhi cerchiati di rosso. Poteva coprire le occhiaie con blush e correttore! D’improvviso vengo colta da una folgorazione e, seguita da tutti, mi avvio verso la taverna. Quando giungiamo alla fine delle scale restiamo impietriti di fronte alla scena che ci troviamo davanti.
<< GIULIO! >> Strilla mio marito per attirare la sua attenzione. Ci sono i loro vestiti sparsi ovunque! Daniele si avvicina a Giulio e lo strattona e la stessa cosa fa Camilla con sua figlia. Non posso credere che si porti a letto questa svergognata in cerca di dote!
<< Papà… >> Mugugna Giulio non rendendosi conto della situazione. E’ ubriaco fradicio!
<< Mamma! >> Esclama Lena diventando rossa in viso, quando si guarda attorno e si rende conto di essere stata beccata sul fatto. Magari era proprio quello che voleva!
<< E TU RIVESTITI E SPARICI DA CASA MIA! >> Strilla Daniele.
<< NON TI PERMETTO DI PARLARE COSì A MIA FIGLIA! >> Interviene con furia Kristoff a brutto muso, verso mio marito.
<< Kristoff, Daniele ha tutte le ragioni! L’unica cosa saggia che potremmo fare è andarcene con la coda tra le gambe! Può bastare per stanotte, non credi?! >> Tuona sua moglie difendendo mio marito. Per lo meno lei ha un po’ di buon senso!
<< Mamma io… >> Cerca di dire sua figlia, in piedi, avvolta in una coperta. Un ceffone di sua madre la colpisce in pieno volto.
<< TI RENDI CONTO CHE CI HAI FATTO PREOCCUPARE A MORTE?! PERCHE’ NON HAI TELEFONATO?! >> Tuona sua madre con le lacrime agli occhi. Anche gli occhi di Lena si velano di lacrime. Raccoglie i suoi vestiti e scappa al piano di sopra. Giulio se ne sta seduto sul divano e si passa le mani in viso.
<< Io… >> Cerca di proferire Giulio, prima di essere colto da un conato di vomito che riversa in un vaso, un souvenir di una bella vacanza. No, non ci posso credere!
<< Ce n’è anche per te non appena ti sarai rivestito! >> Tuona suo padre.
<< Andiamocene per favore. >> Asserisce Camilla verso suo marito. Kristoff spintona Daniele e lo sfida apertamente con lo sguardo quando gli passa accanto. Il marito di Camilla è il primo a imboccare le scale.
<< Io sono mortificata. >> Si pronuncia Camilla verso di noi.
<< Lo spero bene! E spero che, come faremo noi, non appoggerai questa relazione! Camilla, te lo dico adesso e non ripeterò: neanche da morto potrei permettere che tua figlia entri nella mia famiglia! >> Asserisce Daniele.
<< Io non posso che essere d’accordo con mio marito! >> Intervengo.
<< Non mi sono dimenticata di quello che è successo sette anni fa. Arrivederci. >> Saluta mestamente prima di abbandonare la nostra casa.
<< Ti aspettiamo di sopra! >> Intervengo verso Giulio che è tornato steso sul divano. Ma quanto ha bevuto?
<< RHONDA! >> La chiamo. La cameriera scende in pochi secondi.
<< Sì, signora Patrizia? >>
<< Occupati di quel vaso. Svuotane il contenuto nel water e buttalo via. Ti consiglio di mettere la mascherina! >> Le ordino.
 
 
 
Giulio
Voglio morire, mi scoppia la testa e voglio svegliarmi da questo orribile incubo. Cos’ho combinato ieri sera? Sono un debole. Mi sono lasciato sedurre da lei! Possibile che non riesca a respingerla? Arranco verso la cucina e, quando vi entro, vengono investito dalle urla di mio padre.
<< SEI UN DEFICIENTE, UN IDIOTA! NON SOLO TE LA PORTI A LETTO MA LO FAI ANCHE A CASA NOSTRA! IO SONO ALLUCINATO DALLA TUA IDDIOZIA! >> Strilla verso di me. Mi massaggio il viso, ancora confuso.
<< Papà io non ricordo un cazzo di ieri sera… Non so neanche come sono arrivato fin qui! >> Cerco di giustificarmi.
<< E DOVREBBE ESSERE UNA GIUSTIFICAZIONE? MA CON TUTTE LE DONNE CHE ESISTONO A QUESTO MONDO PROPRIO CON LEI DEVI MISCHIARTI?! >> Continua a urlare. L’unica cosa che ricordo e di averla respinta quando mi ha baciato al bar e di aver alzato un po’ il gomito, quello lo ricordo! Ma non credevo che il tutto avrebbe avuto questo effetto su di me. Mai più, non berrò mai più a stomaco vuoto!
<< MA QUAND’è CHE CRESCERAI?! >> Prosegue mio padre con la sua ramanzina.
<< Papà, non ho una relazione con quella! Siamo stati a letto qualche volta, ci siamo divertiti, tutto qui! Riguardo a questa notte io non ricordo veramente un cazzo! Te lo giuro! Ieri sera si è presentata qui disperata perché i suoi vogliono divorziare. Il mio intento era di tenerle compagnia e di bere qualcosa, mi ha fatto pena! E poi… poi non so cosa sia successo… le birre sono diventate due, poi tre e ho perso il controllo! >> Cerco di giustificarmi. Ha contribuito anche il fatto di aver incontrato Silvia, sì!
<< Perciò i due stanno per divorziare? >> Si domanda mia madre interessata a questo dettaglio.
<< PATRIZIA, NON E’ IL MOMENTO DI FARE DEL PETTEGOLEZZO! >> La rimprovera mio padre, deciso a non abbassare i decibel della sua voce.
<< Non ho intenzione di fidanzarmi con lei! >> Ribadisco.
<< Lo spero Giulio! Spero che tu non sia stupido fino a questo punto! >>
<< Avete usato precauzioni, vero? >> Mi domanda mia madre. Oh cazzo!
<< Sì, abbiamo usato il profilattico e lei prende la pillola! >> Mento.
<< Che lei prenda la pillola è tutto da dimostrare. Per lo meno avete usato il preservativo, così ti eviterai malattie veneree oltre che essere incastrato da una gravidanza! >> Interviene mio padre ancora incazzato.
<< Vatti a lavare che puzzi! >> Conclude quando mi passa accanto per uscire dalla cucina. Dio che casino ho combinato! Per una volta avrei potuto scamparla, ma due? Per due volte abbiamo fatto sesso senza protezione. Andrò in chiesa a pregare se sarà necessario! Spero di aver fatto cilecca entrambe le volte!
 
 
 
Lena
Per tutto il viaggio in taxi non abbiamo proferito parola. Non aveva mai alzato le mani prima d’ora, se l’ha fatto è perché stavolta l’ho davvero combinata grossa e l’ho ferita.
<< Mi dispiace per non avervi avvisati. >> Intervengo quando entriamo nella suite.
<< Ci hai fatto preoccupare! >> Interviene mio padre con tono pacato.
<< Sempre morbido tu, eh? >> Lo riprende mia madre. Ho ancora il sapore del suo schiaffo in bocca.
<< Ma ti rendi conto della figura che abbiamo fatto con i Valencia? Come hai potuto sedurre Giulio e farti beccare con lui, in casa loro per di più, dopo tutto quello che hai combinato sette anni fa a David? Ma non ce l’hai un po’ di dignità? >> Mi rimprovera mia madre.
<< A me Giulio piace! Mi piace davvero. >> Cerco di giustificarmi. E’ vero! Sono attratta da lui come se fossi un polo negativo e lui il mio polo positivo!
<< MA LA TUA CREDIBILITA’ E’ PARI A ZERO! LO CAPISCI?! >> Si scalda mia madre.
<< Se a nostra figlia Giulio piace davvero i Valencia se ne renderanno conto e cambieranno idea! >> Mi aiuta mio padre.
<< Kris, non prendiamoci per il culo! So benissimo che tu appoggi questa relazione solo per i profitti materiali che nostra figlia ne trarrebbe! Oltretutto mi ci gioco la testa che tu per Giulio non conti nulla! >> Interviene mia madre rivolgendosi a me sul finale della frase.
<< Ti sbagli mamma! Ieri sera, quando era ancora sobrio, per la cronaca, mi ha tenuta tra le sue braccia e consolata quando gli ho detto che ero fuggita da qua perché vi ho sentiti litigare e parlare di divorzio! >> Intervengo.
<< Gli hai detto del divorzio? Bene, la notizia sarà già diffusa in tutta Bogotà grazie a Patrizia, la rana dalla bocca larga, la pettegola per eccellenza! Ti stai facendo un sacco di fantasie figlia mia, mi dispiace dirtelo! Dubito fortemente che ti veda come la compagna ideale! >> Si lamenta mia madre per poi insultarmi.
<< MA CHE RAZZA DI MADRE PARLEREBBE COSì ALLA PROPRIA FIGLIA INFRANGENDO IL SUO SOGNO D’AMORE?! >> Le urlo contro. Mi rifugio nella mia stanza e chiudo la porta a chiave. E’ vero che mi sono avvicinata a lui spinta dalle pressioni di mio padre, ma la sua compagnia è tutt’altro che spiacevole! Giulio per me non è solo un affare!
 
 
 
Camilla Senior
Quello che vedo riflesso nello specchio è il viso di una donna invecchiata e stanca, non me ne ero mai resa conto. La notizia che mi ha dato mio marito è equiparabile a una secchiata di acqua gelida! Questa notte sono invecchiata di 10 anni. Avrei dovuto dare ascolto a mia madre e a Daniele al tempo che fu!
 
 
Quella Domenica mi alzai che era mezzo giorno passato, dopo la notte folle passata con Kristoff, il mio nuovo e travolgente amore. Quando lo avrei detto a mia madre e mio padre? Tra un po’ di tempo visto che la storia con Daniele, la luce dei loro occhi dopo me e Armando, era appena finita. Ma quella mattina qualcuno bussò alla porta della nostra casa a rompermi le uova nel paniere! Quando scesi le scale trovai i miei genitori e Daniele intenti a conversare nel soggiorno.
<< Alla buon’ora. Alla tua età di trattieni e letto fino a quest’ora come un adolescente in un giorno di vacanza? >> Neanche buongiorno mi disse mia madre!
<< Buongiorno! E’ la prima cosa da dire quando una persona si alza dal letto, mamma! Tu che millanti tanto bon ton dovresti saperlo! >> La punzecchiai.
<< Non mi parlare così! Ecco come ti stai riducendo frequentando certa gentaglia! >> Intervenne mia madre. Lo sapeva? Come faceva a saperlo?
<< Perché non ci diamo una calmata? Margherita, Camilla, sedetevi! >> Suggerì mio padre.
<< Lui che ci fa qui? Daniele, pensavo di essere stata abbastanza chiara e che avessi capito. Io non ti amo più! >> Ripetei decisa.
<< Grazie per avermelo ricordato, Camilla! Nel caso mi fossi preso una botta in testa tra ieri e oggi e me ne fossi scordato! >> Rispose sardonico.
<< Daniele è venuto qui per dirci quello che non ci è concesso sapere da nostra figlia! E’ vero che ti sei messa con un garzone? >> Domandò mia madre. Fulminai Daniele con lo sguardo, sapevo che la notizia arrivava da lui, ma ignoravo il come ne fosse venuto a conoscenza!
<< Intanto non usare quel tono offensivo, Kristoff si guadagna da vivere onestamente! E per secondo, come fai a saperlo? >> Domandai rivolgendomi più a Daniele che a mia madre.
<< Vi ho visti ieri sera al “Delirio”! Ovviamente sarà entrato come tuo ospite, visto che non può permettersi un posto del genere! >> Disse Daniele, parlando di un locale alla moda che frequentavamo a quel tempo. Strinsi con più forza i pugni fino a farmi penetrare i palmi dalle unghie.
<< Avrò tutto il diritto di frequentare i locali che desidero con il mio ragazzo! >> Risposi, ponendo l’accento sulle ultime tre parole per ferire quel pettegolo di Daniele!
<< Il tuo ragazzo Camilla? Hai lasciato Daniele solo da un mese! Come puoi cominciare una nuova relazione? E con un cameriere, per di più! Se solo penso che Domenica scorsa al compleanno di Armando era qui, in casa nostra! Non ci rivolgeremo mai più a quella ditta di catering! >> Commentò mia madre. Che ridicola!
<< Sono sicura che dichiareranno fallimento per poi suicidarsi perché la signora Mendoza ha deciso di non rivolgersi più a loro! >> Commentai con sarcasmo.
<< Camilla, non cambiare discorso! >> Mi riprese mia madre.
<< E tu? Non dici mai niente? >> Commentai verso mio padre.
<< Io sono preoccupato che tu ti stia infatuando di questo giovane, e non perché faccia il cameriere ma perché lo conosci appena! Se ben ricordo Daniele ha aspettato tre mesi per un semplice bacio! >> Mi ricordò mio padre. Sì, Kristoff mi folgorò e non persi tempo con lui!
<< Vedo che non hai omesso alcun dettaglio! >> Commentai rivolgendomi a Daniele.
<< Diciamo che ieri notte, in discoteca, non siete stati molto discreti! >> Rispose di rimando.
<< Daniele, non è affar tuo! La mia vita non ti riguarda più! >> Sbottai al limite della pazienza.
<< Ma riguarda noi, Camilla! Siamo ancora i tuoi genitori. Tu sei sicura di averci pensato bene? Daniele è disposto a dimenticare tutto! Sei sicura di aver scelto bene quando hai deciso di chiudere la storia con Daniele per cominciare quella con questo ragazzo? >> Mi domandò mio padre.
<< Non confondiamo le cose, papà! Non ho lasciato Daniele per Kristoff. Quando l’ho lasciato Kristoff neanche lo conoscevo! >> Precisai. << Ad ogni modo sì, ho riflettuto molto sulla decisione di lasciare Daniele e non torno indietro, mi dispiace. Daniele è il partito che voi avete scelto per me perché è il figlio dei vostri migliori amici e soci ma, se mi è permesso, vorrei scegliere personalmente il mio futuro marito! E’ chiedere troppo forse?! >> Sbottai sbattendo i piedi sulle scale per tornare nella mia stanza.
 
 
Per svegliarmi irroro il mio viso con dell’altra acqua gelata mentre rifletto sul da farsi. Solo quando ho fatto mente locale esco dal bagno e mi dirigo in soggiorno. Mio marito è seduto al tavolo e mi rivolge le spalle ma vedo benissimo che tiene davanti a sé le carte del divorzio e singhiozza mentre si porta le mani alla testa. Davvero è afflitto da questa storia del divorzio? Silenziosamente mi siedo al tavolo con lui e mio marito si dà un contegno come se fosse un peccato mortale piangere davanti a sua moglie. Afferra la penna e sta per porre la sua firma su quei documenti. Sento il cuore in gola e senza che me ne renda conto, come se non controllassi le mie azioni, la mia mano afferra il fascicolo allontanandolo dalla penna a sfera che regge. Kristoff mi guarda con una certa sorpresa.
<< L’azienda è di entrambi e di entrambi è il casino, giuridicamente parlando almeno. Dovremmo tornare a Vienna per risolvere questo problema. Dovremmo risponderne personalmente di questo ammanco, non chiuderò l’azienda. >> Espongo le mie decisioni con tono di voce atono.
<< Cosa vuol dire che ne risponderemo insieme e personalmente? >> Mi domanda.
<< Venderemo la villa coniugale e le auto. Dovremmo così riuscire a coprire l’ammanco. >> Affermo. Mi piange il cuore se solo penso che dovrò vendere la mia casa, quella villa a cui mi sono tanto affezionata, per cui ho lavorato una vita, la villa dove sono nati e cresciuti i miei figli. Mio marito si porta le mani in viso e non dice niente.
<< Ma tutto questo ha un prezzo, sappilo! >> Affermo. Sì, ci ho pensato tanto stanotte e ho deciso. Non resterà impunito per quello che ha fatto.
<< Quale sarebbe? >> Mi domanda.
<< Quando l’azienda si sarà risollevata mi venderai le tue azioni e sparirai dalla mia vita. >> Affermo tremando. La mia vita sta andando in pezzi.
<< Adesso, se permetti, andrei a dormire. Più tardi spiegheremo tutto a Lena, la quale resterà qui. Chiederò ad Armando e Betty di ospitarla. Dovremmo anche chiamare Class e pregarlo di raggiungerci. >> Espongo a mio marito le decisioni che ho preso come se fossi un robot, prima di alzarmi per dirigermi nella stanza da letto matrimoniale, lasciando colui che per trentatre anni è stato mio marito, solo a piangere.
 
 
 
Diego
In punta di piedi rientro nella mia, anzi nella nostra stanza da letto, reggendo il vassoio con la colazione che ho preparato come sorpresa. Cercando di fare il più piano possibile per non svegliarla prima del dovuto poso il vassoio ai piedi del letto ma una delle tazzine che contengono il caffè cade riversando il liquido nero in tutto il vassoio.
<< Merda! >> Impreco. La sento mugugnare, poi la vedo girarsi per mettersi supina e si stiracchia. Non doveva andare così!
<< Buongiorno amore. Che fai? >> Mi domanda notando non solo il vassoio ma anche il disastro che ho combinato.
<< Buongiorno tesoro. Cosa faccio? L’impiastro, il fidanzato incapace, ecco cosa faccio! Volevo farti una sorpresa ma, come vedi, non è riuscita! >> Confesso accarezzandomi la nuca. Nonostante la mia figuraccia la vedo sorridere.
<< Sono sicura che il caffè si potrà rifare! Vieni qui? >> Mi domanda sorridendo dolcemente. Salgo a carponi sul letto e gattono verso di lei per poterci scambiare il bacio del buongiorno.
<< Avrei voluto svegliarti in un altro modo! >> Affermo malizioso. Lei arrossisce.
<< Perché non facciamo colazione? Abbiamo già dato abbastanza ieri sera. >> Afferma sorridendo. Ieri sera è stata fantastica! Nella mia vita ho sedotto e sono stato sedotto in modi diversi, ma come ieri sera mai!
<< A proposito di ieri sera… >> Sto per dire ma lei mi tappa la bocca infilandoci un biscotto cookie. La vedo arrossire.
<< Mi piace quando ti si colorano le guance di rosa. Mi ricorda che tu non sei come le altre donne, tu sei speciale. Ed è per questo che ieri sera per me è stato diverso e meraviglioso, perché non ci hai messo solo erotismo ma anche dolcezza! >> Completo la frase quando termino di mangiare il biscotto con gocce di cioccolato.
<< Devo confessarti che mi sento a disagio con te, ogni tanto! >> Riconosce. Aggrotto la sopracciglia.
<< Tu sei… esperto! Ed io no! Prendi l’iniziativa senza paura, sei sicuro di te… >> Osserva. Le scosto dal viso la frangia che ha ritoccato da poco tempo.
<< A me non importa che tu lo sia meno di me. Ti ho appena detto che è questo lato che mi piace di te nell’intimità! >> Le ricordo.
<< Perciò ti piace dominare? >> Osserva. Emetto un mugugnino d’assenso.
<< Perché, non ti piace essere dominata da me? >> Le domando retoricamente, ammiccando.
<< Sei un bastardo, lo so che certe domande le fai apposta per mettermi a disagio! >> Interviene tutta imbarazzata ma sorridente. Rido insieme a lei e le ricopro il viso di baci.
<< Adesso cosa ne dici di fare colazione? Mi è venuta l’idea di fare un giretto! >> Propongo sedendomi accanto a lei e posando il vassoio sulle nostre gambe. Per fortuna ho avuto l’accortezza di servire cornetti e biscotti sui piatti perciò non si sono impregnati di caffè.
<< Un giro dove? >> Mi domanda.
<< Alla fiera della casa! Magari sarà interessate e potremmo trovare delle idee per arredare la nostra futura casa! >> Propongo.
<< Non staremmo fantasticando troppo? Non sappiamo ancora se ci daranno il mutuo. >> Osserva.
<< Non essere disfattista. Quel mutuo lo avremo, e avremo la casa dei nostri sogni! Se non sarà da quella banca proveremo con un’altra! >> Le assicuro prima di catturare le sue labbra.
<< Ti amo! >> Mi rammenta. Sorrido.
<< Anch’io ti amo piccola! >> Rispondo.
 
 
 
Betty
Mio marito mi sta facendo impazzire con questo suo muovere la gamba!
<< Che faccio, la chiamo? Magari disturbo! >> Mi domanda per centesima volta mentre consumiamo la nostra colazione nel soggiorno.
<< Chiamala Armando, almeno ti metterai tranquillo! Quando ti entrerà in testa che non puoi stressarti così? Vuoi correre all’ospedale? Sono ancora giovane per la vedovanza! >> Sdrammatizzo un po’ irritata.
<< Hai ragione, la chiamo! >> Decide.
<< Prima prendi le pillole! >> Gli ricordo passandogli il piattino con le medicine e un bicchiere di acqua minerale. Dopo averle trangugiate telefona a sua sorella.
<< Camilla, telefono per avere notizie…. Che cosa?! Oh santo cielo, non vi invidio! Primo per l’aver visto il figlio del vampiro in mutande, e secondo per avere visto il figlio del vampiro in mutande e steso accanto a vostra figlia, io l’avrei ucciso come minimo!... >> Lo sento commentare. Se sapesse quello che Giulio ha fatto alla sua mostrilla si macchierebbe davvero del sangue di quel ragazzo!
<< Mi dispiace Cami che ti abbia detto quelle cose! Era arrabbiata, vedrai che ci ripenserà!... Dovete parlarci? Volete che lo facciamo direttamente stasera?... Ok, riposatevi. Cerca di stare tranquilla Cami… >> Lui dice a lei di stare tranquilla! Sono certa che mia cognata abbia fatto lo stesso mio commento perché Armando ridacchia prima di dire “touché”.
<< Ciao, a stasera! >> Saluta ponendo fine alla conversazione.
<< Non puoi immaginare… >> Afferma alla fine della conversazione telefonica con sua sorella.
<< Armando, ho messo al mondo tre figli che non sono stati concepiti in provetta, l’immaginazione non mi manca e starei facendo colazione! >> Rispondo sperando di evitarmi i particolari della scena hard a cui avranno assistito i miei cognati stamattina!
<< Daniele era incazzato nero! Stasera ne vedremo delle belle! >> Commenta Armando.
<< Spero di no! Di cosa ci devono parlare? >> Domando, riferito a Camilla e Kristoff.
<< Non lo so, nulla di buono ad ogni modo! >> Mi risponde. E noi che pensavamo di goderci il pensionamento tra palestra e hobbies vari!
 
 
 
Leon
“Sono le otto e ventuno minuti, l’atterraggio all’aeroporto di Bogotà è riuscito con successo. Ringraziamo i gentili passeggeri per aver scelto la nostra compagnia, vi auguriamo un buon proseguimento di giornata.”;
Recita una piacevole voce che fuoriesce dall’altoparlante. Dopo aver risentito la stessa frase in lingua inglese parte l’applauso quasi corale e tutti i passeggeri si alzano e afferrano di fretta i loro bagagli a mano per aggiudicarsi l’uscita, quasi preoccupati di essere chiusi dentro. Uscendo dal velivolo l’equipaggio mi augura una buona giornata e ricambio l’auspicio.
Dopo aver recuperato il mio trolley raggiungo l’uscita, dove vedo Silvia che agita la mano. Ricambio da lontano il saluto prima di salutarci con un guancia a guancia.
<< Com’è andato il viaggio? >> Mi domanda.
<< Bene. Ti offro la colazione, ti va? >> Propongo.
<< No! Hai offerto la nostra ultima cena, il minimo è che ti possa offrire la colazione. >> Ribatte.
<< Ma sei venuta a prendermi! >> Contratto.
<< Ogni uno paga per sé? >> Affermiamo coralmente prima di sorridere. A braccetto ci avviamo verso uno dei vari bar presenti nell’aeroporto.
<< Buongiorno, cosa vi servo? >> Ci chiede il barman.
<< Per me un caffè macchiato caldo, una brioche al miele e una spremuta d’arancia! >> Ordino.
<< Uguale a lui! >> Ordina per sé Silvia.
<< Ci accomodiamo a quel tavolo! >> Indico al barman il quale mi fa capire di aver sentito con un cenno del capo.
<< Insomma hai proprio deciso di andare a quella festa stasera! >> Afferma per rompere il silenzio.
<< Sì, voglio sapere come stanno le cose. A mio rischio e pericolo! >> Il peggio che potrà capitarmi saranno giorni o settimane di pensieri e sofferenza dell’anima!
<< Sei un po’ masochista! >> Asserisce sorridendo mentre il ragazzo del bar ci serve i nostri ordini.
<< E’ stata dura vivere in questo limbo, che io stesso mi sono costruito, in questi giorni! Probabilmente se avessi accettato una delle molteplici telefonate di Roberta avrei già archiviato la questione, ma non ero pronto a parlarle dopo la discussione avuta quella sera sul pianerottolo dei Mendoza. Ora lo sono! >> Affermo.
<< Contento tu! Io non sono mai pronta ad incontrare Lorenzo ma è un appuntamento che mi attende ogni giorno! >> Esclama prima di bere una sorsata di spremuta.
<< Non sono gli incontri con lui a preoccuparti, da quel che mi hai detto! >> La stuzzico mentre mescolo il caffè macchiato nel quale ho versato il dolcificante.
<< No, non cominciare. Non m’interessa Giulio Valencia con i suoi malfatti tentativi di corteggiamento! >> Afferma perentoria prima che il suo cellulare squilli.
<< Ecco, parli del diavolo e spuntano le corna! E’ lui! >> Mi informa. Rifiuta la chiamata.
<< Povero ragazzo! >> Scherzo. Silvia mi fulmina con lo sguardo.
<< E’ il figlio di un ministro, di povero ha ben poco! >> Chiosa.
 
 
 
Giulio
“Stai parlando con la mia segreteria telefonica. Se non rispondo significa che ho di meglio da fare oppure che non voglio parlare con te. Lasciami un messaggio dopo il segnale acustico che magari ci ripenso e ti richiamo!”;
Afferma la sua voce squillante. Chiudo la chiamata prima del segnale acustico, li trovo inutili i messaggi in segreteria! Tanto vale che le parli stasera di persona. Perché non mi ha risposto? Che abbia già saputo quello che è successo? Ma certo… I genitori di Lena saranno stati indirizzati verso di me da Diego che ieri sera ci ha visti al bar. La notizia di quello che è successo questa mattina all’alba sarà arrivata a Diego passando da Armando e sua moglie di conseguenza la fidanzata di Diego l’ha saputo e l’ha raccontato a Silvia. Ok, sono assonnato e vittima dei postumi della sbornia e quindi sto dando i numeri! Mi serve una sana dormita e tutto tornerà lucido oltre a smettere di girare! Prima che abbia il tempo di posare il mio i-phone sul comodino mi arriva una chiamata di Lena che rifiuto senza pensarci troppo su. Spengo l’apparecchio per evitare scocciature e provo a dormire.
 
 
 
Daniele
Quello che è successo oggi all’alba è solo la punta dell’iceberg. La mia famiglia ed io attraversiamo una serie infinita di sventure! Dopo aver sorseggiato del caffè telefono a Marcella, sperando che mi risponda dopo il modo in cui mi sono comportato ieri sera! Per fortuna risponde dopo pochi squilli.
<< Buongiorno! >> Afferma. Anche se la parola “buongiorno” si pronuncia come auspicio, detta con il tono di voce che ha appena usato Marcella sembra tutt’altro!
<< Ciao Marcella. Non è un buongiorno, ma non per colpa tua. Ti telefono per scusarmi del mio comportamento di ieri sera! >> Affermo.
<< Scusi, ma con chi sto parlando? >> Domanda.
<< Per favore Marcella, non girare il coltello nella piaga! >> Affermo leggermente divertito.
<< Questo è un evento che merita una festa! E guarda caso ce ne sarà una stasera! >> Afferma continuando a prendermi in giro.
<< Ho reagito così perché ero sconvolto dalla notizia che mi hai dato! >> Mi giustifico ignorando le sue battute.
<< Accetto le scuse Daniele. Non posso darti torto riguardo lo choc! >>
<< Intendo parlare con Calderon questa sera, sappilo! Vorrei conoscere le sue intenzioni. >> Affermo.
<< Le nostre intenzioni, vorrai dire! Posso illuminarti io in materia: per il momento le nostre intenzioni sono di trovare il modo giusto per dire ad Alex chi è suo padre! >> Mi racconta.
<< Cosa ne dici se lo facessimo con una cena? Da me o da te, il prossimo week end magari. >> Propongo. << Se la cosa avverrà in compagnia mia e di Patrizia avrai due supporti in più e sarà meno probabile che volino coltelli! E poi vorrei conoscere mio nipote. >> Meno mio cognato, dopo ciò che mi ha detto ieri sera Marcella. Espongo, giustificando la mia proposta.
<< Non è una brutta idea. Cosa ne dici se la facessimo da me Sabato prossimo? Vorrei invitare anche la ragazza di Alex, gli sarà di supporto, sempre che Nicola Mora sia d’accordo. >> Interviene Marce.
<< Restiamo così allora. Volete che vi mandi un’auto a prendervi stasera? >> Le domando.
<< No Daniele, il taxi andrà bene. >> Risponde.
<< Non se ne parla. Le mie sorelle non attraversano la città in taxi! Un mio autista di aspetterà sotto il vostro hotel alle 19, vi mando il Range Rover bianco! >> Decido.
<< Come vuoi Daniele! >> Acconsente.
<< A stasera! >> Sa saluto.
<< A stasera. >> Mi saluta. Pongo fine alla chiamata esattamente quando mia moglie entra nel mio studio.
<< Sai che voglio che bussiate. >> La riprendo.
<< Volevo informarti che sto uscendo, vado in centro a comprare un vestito per questa sera! >> M’informa ignorando del tutto il mio appunto.
<< Torni per pranzo? >> Le domando.
<< No, vado a pranzo con le tue sorelle e con Ugo Lombardi! >> Mi racconta. Che quadretto!
<< Resterò da solo con Giulio, che bello! >> Commento con sarcasmo.
<< Giulio dorme come un sasso, non corri il rischio d’incrociarlo, almeno per qualche ora. >> Mi spiega prima di posare un bacio sulla mia guancia.
<< Non ne dubito, si sentirà molto stanco! >> Commento ironico alludendo all’attività a cui si è dato stanotte.
<< Patrizia, poco fa ho telefonato a Marcella e ci siamo chiariti. Non prendere impegni per il prossimo week end, andremo a Miami. Marcella vuole dare una cena per dire ad Alex che Calderon è suo padre. >> Le racconto.
<< Che notizia! >> Risponde. Spero non si riferisca alle scuse che ho rivolto a mia sorella, lo scherzo è bello finché dura poco!
<< Non rischiamo di imparentarci con la tua ex, vero? >> Mi domanda.
<< Prima di tutto non chiamarla “la mia ex”, è una storia che risale a quasi trentaquattro anni fa! E secondo, no, te lo posso assicurare! >> Affermo perentorio.
 
 
Giulia
Sono i suoi baci sulla mia spalla a svegliarmi. Sorrido compiaciuta.
<< Buongiorno. >> Mi augura dolcemente.
<< Buongiorno. >> Rispondo scostando la mia chioma bionda sulla destra in modo da potergli offrire il mio viso senza ostacoli. Ci baciamo.
<< Che ore sono? >> Gli domando.
<< Le dieci e venti. >> Risponde.
<< Devo passare da casa mia per farmi una doccia. Alle tredici ho le riprese per lo spot del nuovo profumo! >> Gli faccio sapere.
<< Ed io che pensavo di oziare in tua compagnia per tutto il Sabato! >> Si lamenta fintamente offeso.
<< Il tutto durerà un paio d’ore, dopo di che passeremo insieme tutto il pomeriggio! >> Lo rincuoro.
<< Devo prepararmi psicologicamente per questa sera! >>
<< E’ meglio se, quando vado a casa a farmi la doccia, parli con i miei. Sonderò il terreno per capire in quale stato d’animo vivono! Non so ancora cosa si siano detti ieri sera loro e le mie zie! >> Intervengo. Dire a mio papà di Massimiliano mentre è indisposto per altri motivi sarebbe come gettare benzina sul fuoco! Penso questo visto il suo commento poco carino di ieri mattina!
<< Ci stai ripensando? >> Mi domanda un po’ deluso.
<< No! Se non glielo diremo questa sera lo faremo domani. Non sono il tipo di donna a cui piace amoreggiare negli stanzini e nascondersi. >> Preciso. Ok, lo sono! Ma non con Massimiliano. Io voglio condurre con lui una vita normale come una coppia regolare!
<< Sei una modella famosa. Saremo su tutte le riviste di pettegolezzi? >> Osserva e mi chiede.
<< E’ probabile. Te la senti? >> Gli domando mentre intrecciamo le nostre dita.
<< Con te e per te attraverserei una cortina di fuoco! >> Mi risponde. Sorrido e lo bacio. Cos’è questo calore che avverto dentro di me?
 
 
 
Lorenzo
Conosco Gonzalo da… non ricordo neanche come e quando ci siamo conosciuti visto il tanto tempo che è passato. So che non farebbe mai la carognata di andare da chi che sia a dire che sto con Roberta sapendo che non abbiamo diffuso la notizia. La osservo dormire pensando a tutte le cose che abbiamo vissuto come amici, pensando a tutte le cose che stanno cambiando e fantasticando sul nostro avvenire. Sì, la mia sorpresa le piacerà! Devo solo aspettare che esca di casa per andare a prendere suo fratello all’aeroporto e, per fortuna, sarà impegnata con lui tutto il pomeriggio e non passerà di qui fino a stasera, o almeno lo spero, non ne avrebbe motivo. Devo ricordarmi dove ho messo la ricetta di mia nonna Giulia per la charlotte alle fragole! Mal che vada la scaricherò da internet!
 
 
Quel pomeriggio di Dicembre compiva 18 anni. Sapevo che si trovava da sola a casa; Nicola e Leonora sarebbero tornati dalla loro vacanza lampo solo nel pomeriggio, in tempo per la cena che avevano organizzato quella sera. Avevo passato tutta la sera precedente in cucina per preparare la prima torta della mia vita, e il risultato non sembrava tanto male! Speravo solo che il sapore fosse buono.
<< Non è che mi nascondi qualcosa, fratellino? Una sorpresa del genere ha un che di romantico! >> Mi domandò mia sorella, che al tempo viaggiava verso i 19 anni, dopo avermi lasciato di fronte alla villetta dei Mora. Per fortuna Nicola e Leonora avevano lasciato la chiave di scorta ai miei genitori!
<< Non è romantico, è solo una torta. E come sai sto con Melissa! >> Precisai.
<< Sé, come no! La storia d’amore della tua vita! >> Mi canzonò.
<< Taci tu! Che se dovessi parlare… >> Lasciai la frase in sospeso.
<< Cosa diresti? >> Mi domandò.
<< Niente, lascia stare! E’ meglio che non dica niente sennò a papà verranno i capelli bianchi prima del tempo se sapesse a chi facevi gli occhi dolci fino a poco tempo fa! >> Risposi, riferendomi a Giulio Valencia.
<< E’ acqua passata. Un errore adolescenziale, di una bambina immatura! >> Rispose innervosendosi. Strinse con più vigore il volante. Sapevo a cosa si riferiva e preferii non approfondire quell’argomento per lei doloroso.
<< Vado, prima che la torta si squagli. Sarà un miracolo se la troverò ancora intera vista la tua giuda! Ma come hanno fatto a promuoverti? >> Risposi a mia sorella che al tempo era neo patentata.
<< Taci, moccioso! E non darmi un nipotino oggi… >> Mi prese in giro. Si beccò un buffetto sul braccio. Roberta per me era solo una buona amica!
<< Non lo sai che non si picchiano le donne? >> Mi rimproverò.
<< Le sorelle che dicono cazzate si però! Ciao! >> Salutai scendendo dall’auto. Aprii il cancello, entrai in casa, inserii il codice dell’allarme e mi recai in cucina facendo il più piano che potei. Feci il segno della croce prima di aprire la borsa freezer: per fortuna la torta era incolume nonostante la giuda di mia sorella! Posizionai le candeline rosa a forma di 1 e 8, le accesi e mi recai al piano di sopra. Di soppiatto entrai nella sua stanza che era immersa nel buio, iniziai a intonare “tanti auguri” ma quando accesi la luce la torta mi cadde dalle mani.
<< Oh, cazzo! >> Esclamai. Nel suo letto, al posto di Roberta, vi era un tipo completamente nudo, con tutte le “grazie” in mostra! Con una calma serafica si accorse di non essere solo nella stanza.
<< Ciao! >> Esclamò come se niente fosse dopo essersi stropicciato gli occhi.
<< Lorenzo… c-che ci fai qui? >> Domandò Roberta, arrivandomi alle spalle. Mi girai con lentezza, ancora choccato. Lei era in slip e canottiera e cercò di coprirsi alla meglio con le braccia. In volto era cremisi.
<< Volevo farti una sorpresa! Credo che ti aspetterò di sotto… consiglieri al tuo ragazzo di indossare le mutande! >> Affermai. Mi voltai verso il tipo il quale, nel frattempo, si era rivestito e mi salutò sventolando la mano e sorridendo. Che soggetto! E il pudore? Alle ortiche?
Roberta mi raggiunse poco dopo, con jeans e t-shirt addosso.
<< Se avessi saputo che non eri sola non sarei passato a rovinarti il parquet! >> Affermai riferendomi alla mia charlotte spappolata sul parquet di camera sua.
<< I-io… mi dispiace! Non mi aspettavo proprio che avessi programmato una sorpresa per me. >> Affermò ancora rossa in volto.
<< Mi rincuora il fatto di non aver trovato te… sì, nuda insomma! >> Affermai con un certo disagio.
<< Sarebbe stato uno spettacolo orrendo, vuoi dire questo? >> Mi domandò.
<< Sì… cioè, no! Non nel senso che intendi tu. Non sei una brutta ragazza, ma sei quasi come una sorella per me! Sarebbe stato come trovare Camilla nuda nel letto di uno! >> Affermai.
<< Vabbè. Mi dispiace per la tua torta. >> Si scusò.
<< Non importa. Avremmo una storia divertente da raccontare ai nostri figli! >> Intervenni rendendomi conto solo in seguito dell’ambiguità delle mie parole. Me ne resi conto quando Roberta mi guardò con gli occhi fuori dalle orbite.
<< Cioè non “nostri” inteso come miei e tuoi… “Nostri” come miei con chi sarà e tuoi con… >>
<< Chi sarà! >> Terminò la mia frase.
<< Già. E adesso è meglio che vada prima di sputtanarmi del tutto! Per essere solo le dieci della mattina ho già collezionato diverse figure di merda. >> Affermai.
In quel momento Mr. Pudore scese dalle scale indossando solo boxer e canottiera.
<< Andres, c’è la mia sorellina di dieci anni in casa! Ti dispiacerebbe indossare qualche abito? >> Gli chiese il favore Roberta. Che idiota! Al tempo non mi resi conto del perché m’infastidisse tanto!
<< Fossi in te, dopo aver pulito per terra, cambierei le lenzuola prima che i tuoi se ne accorgano! >> Le disse lui, ignorando completamente la richiesta della sua ragazza, prima di baciarla.
<< A proposito, io sono Andres, il suo ragazzo! >> Si presentò il tipo tendendomi la mano.
<< Lorenzo, il suo migliore amico! >> Risposi senza afferrare la sua mano.
<< Vado a prendere un bicchiere d’acqua. >> Ci informò avviandosi verso la cucina.
<< Mi sembra ben inserito nell’ambiente! >> Osservai. << Scusa l’invadenza, ma di cosa dovrebbero accorgersi i tuoi? Non è che ha lasciato roba sul letto? >> Domandai riferendomi al suo sperma. Solo dopo aver parlato realizzai cosa Mr. Pudore volesse dire!
<< Ehm, no! Non credo serva ricordarti che prima di questa notte… Insomma, hai capito, no? >> Precisò cremisi in volto.
<< Aaaaan! Beh, io adesso taglio la corda! E ricordati di seguire i consigli del tuo ragazzo e di cambiare il letto prima che Nicola lo veda e ci tocchi seppellirlo invece di festeggiare la tua maggiore età! Ciao Mr. Pud… Ehm, cioè, volevo dire Adam! >> Salutai.
<< Andres! >> Mi corresse Roberta sospingendomi verso la porta di casa.
<< Te la rifarò! La torta dico, te la rifarò! >> Affermai sull’uscio.
<< So che non lo farai! >> Rispose con il sorriso. Per lo meno con l’ultima mia frase l’avevo fatta ridere.
<< Che vuoi dire? >> Le chiesi.
<< Che la parola di Lorenzo Mendoza vale quanto un soldo bucato! Comunque grazie del pensiero, sono certa che fosse buonissima. >> Rispose. Sorrisi di ricambio. Bloccai la porta con il palmo della mano prima che potesse richiuderla.
<< Cosa c’è? >> Mi domandò. Mi avvicinai lentamente.
<< L-Lorenzo… Che fai? >> Mi chiese balbettando. L’abbracciai.
<< Buon compleanno. Tanti auguri! >> Le augurai stringendola a me. L’abbraccio venne ricambiato.
<< Grazie! >> Sussurrò al mio orecchio. Ci separammo.
<< Magari potrei preparartela io per i tuoi 18 anni, se sapessi di che torta si trattava! >> Intervenne
<< Charlotte alle fragole. So che lo farai! Ci vediamo stasera. >> La salutai. Le accarezzai il naso con il dorso dell’indice e le strizzai l’occhio prima di abbandonare casa sua.
 
 
Un sorriso aleggia sul mio volto al ricordo di quel momento.
<< Buongiorno. Mi fa piacere vederti così di buon umore dopo la serata di ieri! >> Afferma la mia ragazza svegliandosi.
<< Buongiorno. >> Le soffio sulle labbra prima di baciarla. << Ovviamente non rido per qualcosa che è successo ieri sera ma per qualcosa che è successo qualche anno fa! Stasera capirai! >> Rispondo. Questa mia frase richiama la sua attenzione.
<< Cosa significa che stasera capirò? Hai in programma una sorpresa? No, perché sappiamo tutti come finiscono le tue sorprese! >> Commenta facendomi ridere. Mi massaggio l’incrocio degli occhi con pollice e indice.
<< Sei troppo curiosa! Temo dovrai aspettare questa sera! >> Affermo intransigente.
<< Uffa! >> Si lamenta lei riportando la testa sul guanciale.
<< A che ora arriva tuo fratello? >> Le domando.
<< Alle 14. Lo accompagnerò subito a casa dove lo aiuterò a dare una pulita dalla polvere che si sarà accumulata in questo tempo. Tu che farai? >> Mi domanda.
<< Dormirò! E magari farò le lavatrici o resterò senza mutande linde! Perciò ci rivediamo direttamente stasera alla festa? >> Lei annuisce.
<< Spero solo che tu non ti sentirai troppo libero di fare quello che vorrai! >> Mi provoca.
<< Vuoi mettermi di nuovo alla prova? Cerca almeno di scegliere una ragazza che non conosco, stavolta, e magari bionda, con due… >> Non faccio a tempo a completare la frase che mi arriva il suo cuscino in faccia. Inizio a solleticarla e si dimena tutta urlando. Stavolta in casa mia non c’è nessun altro perciò la lascio urlare, possiamo fare quel che ci pare almeno per le prossime tre ore!
 
 
 
David
E’ stupenda e l’amo da impazzire. Questa notte ho fatto un sogno stupendo. Lei era stupenda, avvolta nell’abito bianco dei suoi sogni, mentre attraversava al braccio di suo padre la navata serbandomi sorrisi commossi. E’ da quando ci siamo alzati che mi balena in testa un’idea, ma non so se è una cazzata o una buona idea! Canticchia “Noche y de dia” di Enrique Iglesias, perfettamente intonata con la trasmissione radio, mentre ancheggia davanti al fornello. Indossa solo una mia camicia oltre alla biancheria intima. Mi avvicino, le poso le mani sui fianchi e, approfittando del fatto che ha raccolto i suoi lunghissimi capelli, le mordicchio il collo. Odoro il suo profumo e la sensualità che emana.
<< Mi nutrirò solo di te per il resto della mia vita se cucinerai sempre in questa mise! >> Le sussurro all’orecchio.
<< Chiunque ha detto che non si vive solo d’amore non conosceva te! >> Mi risponde, voltando leggermente il capo. Ci baciamo.
<< Cosa ci vuoi con le uova? >> Mi domanda, interrompendo questo scambio di sentimentalismi.
<< Bacon e formaggio! >> Rispondo, posando il mento sulla sua spalla. Fa per spostarsi in modo da raggiungere il frigo ma cammina faticosamente visto che continuo a starle incollato.
<< Amore, se non mi lasci andare come raggiungo il frigo? >> Mi domanda. Sbuffo fintamente offeso prima di lasciarla andare in modo che ultimi il nostro brunch.
<< Cosa indosserai stasera? >> Mi domanda.
<< Pensavo al mio completo grigio e la camicia nera, quello che avevo all’ultima sfilata, non so se mi hai notato! >> Affermo un po’ per provocarla.
<< Non mi chiamo fata smemorina, mi ricordo perfettamente di com’eri vestito in quell’occasione. Eri tirato a lucido, capello appena tagliato e acqua di colonia! Difficile non notarti. Così come è stato difficile non notare che non facevi che stalkerare Janette, la modella afro-americana! >> Commenta con una punta di gelosia.
<< Uno stupido flirt, signorina Mendoza, niente di paragonabile a quello che sto vivendo con la attuale fidanzata! >> Le soffio sul collo tornando nella mia posizione di prima, dietro di lei. La sento ridacchiare.
<< Cha fai? >> Mi domanda tra le risate.
<< Com’è le hai chiamate? Ah sì, “strusciatine tattiche”! >> Rispondo.
<< Che cretino! >> Commenta ridacchiando.
 
 
Lena
Ha rifiutato la chiamata e ha spento il telefono! Mi sento l’ultima delle cretine… Sedotta e abbandonata! Quando entro il soggiorno i miei genitori sono lì, pronti a propinarmi un’altra filippica!
<< Siediti, dobbiamo parlare! >> mi ordina mia madre. Sbuffo ed ubbidisco, sedendomi con le braccia conserte.
<< Spero che ora che hai smaltito i postumi della sbornia tu ti renda conto di quello che hai fatto. Utilizzare casa dei Valencia per intrattenerti con Giulio è stato a dir poco squallido, dopo la figura che abbiamo fatto con loro sette anni fa! >> Mi rimprovera mia madre. Fingo di ascoltare mentre mi osservo le unghia.
<< E GUARDAMI QUANDO TI PARLO! >> Mi rimprovera afferrando il mio mento con pollice e indice. Solo ora guardandola negli occhi mi rendo conto che è davvero fuori di sé.
<< Lena, ascolta tua madre. Ciò che dobbiamo dirti riguarda tutti noi! >> Le dà man forte mio padre.
<< Comunque, non vogliamo parlare delle tue attività con Giulio Valencia ma di altro. Tuo padre mi ha detto che tu sai tutto, che sei a conoscenza del disastro finanziario che ha combinato! >> Afferma mia madre digrignando i denti. Fulmina mio padre con lo sguardo.
<< Sì, me lo ha detto. >> Affermo, pronunciando le mie prime parole.
<< Non posso credere che lo abbia detto prima a te che alla sua socia! >> Si lamenta mia madre.
<< HA SENTITO UNA TELEFONATA CON RUDY, COME ALTRO POTEVO GIUSIFICARLA? >> Afferma mio padre scaldandosi.
<< NON URLARE! >> Afferma mia madre urlando più forte di lui.
<< Sono un coglione ok, lo abbiamo appurato! Ma non serve sottolinearlo ogni due frasi, non credi? >> Si lamenta mio padre.
<< Abbiamo preso delle decisioni! >> Introduce mia madre interrompendo il litigio con mio padre.
<< Decisioni che mi riguardano ma in cui io non ho voce in capitolo, immagino! >> Affermo ironica.
<< Esatto. Torneremo in Austria per risolvere questo problema e per farlo dovremmo vendere la villa e le auto. >> Rimango di sasso davanti a questa rivelazione e i miei occhi si velano di lacrime. Non intervengo dando l’occasione a mia madre di proseguire nella sua illustrazione.
<< Visto che tu Lunedì inizierai il lavoro in azienda resterai dagli zii, insieme a tuo fratello con cui abbiamo video chattato prima, il quale ti raggiungerà presto. Dobbiamo ancora parlare con i tuo zii ma saranno d’accordo ad ospitarvi. A loro diremo che abbiamo deciso di trasferirci qui a Bogotà perciò stiamo vendendo le nostre proprietà a Vienna. >> Insomma, mamma ha pensato già a tutto.
<< E, dopo lo zuccherino, è in arrivo la carota! >> Afferma mio padre.
<< Se questo era lo zuccherino ti so dire la carota! >> Affermo con ironia.
<< A problema risolto tuo padre ed io divorzieremo ufficialmente e mi cederà le sue quote dell’azienda. >> Mi rivela mia madre. Resto sbalordita.
<< Scusa, e cosa ne sarà di lui? >> Domando a mia madre.
<< Pulcetta, io me la caverò. Troverò un nuovo lavoro! >> Risponde mio padre con gli occhi velati di pianto. Sento sormontare in me una grande rabbia.
<< E’ TUO MARITO, PORCA MISERIA! IL PADRE DEI TUOI FIGLI! HA LAVORATO QUANDO TE PER FAR CRESCERE L’AZIENDA, NONOSTANTE LO SCIVOLONE FINALE! E LO VUOI LASCIARE PER STRACCI? MA DOVE CE L’HAI IL CUORE?! >> Inveisco contro mia madre. Tendo il braccio e con l’indice denoto mio padre.
<< CREDI CHE PER ME SIA FACILE? >> Urla di rimando mia madre. Mio padre mi abbraccia.
<< Pulcetta non è colpa di tua madre, ma solo mia! E non ti devi preoccupare per me. Io me la caverò, hai capito? Me la caverò e resterò per sempre il vostro papà. Tu e Class siete i miei tesori più preziosi! >> Afferma contro la mia testa.
<< Ma non è giusto! >> Singhiozzo contro il suo petto.
 
 
 
Giulia
Sembra un cimitero! In casa mia non vola una mosca. La cameriera mi viene incontro.
<< Signorina Giulia! >> Mi chiama a mo’ di saluto.
<< Rhonda, ma dove sono tutti? >> Le domando.
<< Suo fratello Giulio dorme, sua madre è uscita e suo padre è chiuso nel suo studio. Le posso essere utile in qualcosa? >> Mi domanda.
<< No, Rhonda, grazie. Mio padre è arrabbiato? >> Le domando.
<< Non saprei signorina. E’ chiuso lì dentro da questa mattina. Con permesso! >> Afferma allontandosi. Afferra l’aspirapolvere e continua le pulizie. E’ stato inutile chiedere a Rhonda, so che non ama sbottonarsi e spettegolare di quello che accade qui! Non mi resta che bussare alla pesante porta di legno.
<< Papà, posso? >> Chiedo permesso.
<< Sì, Giulia, vieni. >> Sono pronta alla sua paternale perché è quasi mezzo giorno e manco da casa da ieri!
<< Va tutto bene? Quando ti chiudi qua dentro è perché c’è qualcosa che non và! >> Azzardo.
<< E allora conosci la risposta! Giulio non ti ha informata degli ultimi episodi? >>
<< Dorme! >> Rispondo.
<< Sfido che dorma ancora! Abbiamo dovuto buttare via il vaso che abbiamo comprato a Il Cairo! >> Mi spiega.
<< Cosa c’entra il vaso egizio con la narcolessia di Giulio? >> Chiedo confusa. Mi siedo davanti alla sua scrivania.
<< Questa mattina all’alba abbiamo trovato una sorpresa in taverna. Lena e tuo fratello nudi e abbracciati! La cosa più bizzarra è che non eravamo soli ma con noi c’erano Camilla e Kristoff Huber! Lena l’altra notte non è rientrata, Diego ha detto ai suoi genitori di averla vista in un locale con Giulio e all’alba hanno suonato alla porta. Per completare il quadretto tuo fratello, quando ha aperto gli occhi, ha vomitato nel vaso egizio! >> Mi racconta. Per fortuna non ero a casa!
<< Scherzi,vero? Mio fratello non è fidanzato con quella lì,vero? >> Domando. Lo sguardo che mi rivolge mio padre è abbastanza eloquente.
<< Se dovesse fidanzarsi con lei toglierò a tuo fratello anche le mutande, visto che anche quelle le ho pagate io! >> Questa sua risposta è abbastanza significativa! Che sia la scelta giusta presentargli ufficialmente Massimiliano questa sera? Papà oggi non è proprio presente a sé stesso, visto che non si è neanche accorto che sono appena rientrata!
 
 
 
 
Nicola
Tocco la fronte di mia moglie per vedere se ha febbre per poi tastarle il collo per vedere se ha i linfonodi ingrossati. Magari è un’intossicazione alimentare a farla vaneggiare?
<< Nicola, si può sapere cosa diavolo stai facendo? Mi rispondi? >> Mi domanda.
<< Controllo che tu abbia la febbre alta, sarebbe l’unica spiegazione visto il tuo vaneggiare di poco fa! >> Scherzo.
<< Ah,grazie per l’augurio! E’ così che mi ama mio marito! >> Mi rimprovera. L’attiro a me a la bacio per poi costellare il suo collo di soffici baci.
<< Marito, stai tentando la tattica della distrazione ma non funzionerà! >> Afferma separandosi da me. Sbuffo.
<< Ma devo proprio? >> Mi lamento.
<< Nicola! Hai visto che non è un serial killer, non è un perdigiorno, non è uno spiantato! E’ un bravo ragazzo ed di buona famiglia. E la cosa più importante è che i nostri ragazzi si vogliono bene, cosa vuoi di più? >> Mi fa notare.
<< Un amaro lucano? >> Scherzo per evitare il discorso. Mia moglie mi sbatte al petto il mio cellulare e sono costretto a prenderlo per evitare che cada in terra.
<< Stasera ti farò quelle coccole che ti piacciono tanto! >> Mi sussurra facendomi i grattini sulla nuca.
<< Questo si chiama ricatto morale! >> Le faccio notare in estasi e fintamente indignato.
<< Il matrimonio è fatto anche di compromessi! >> Mi fa notare. Sospiro.
<< Non è un capriccio quello di nostra figlia. Vuole davvero bene a quel ragazzo, e lui a lei. Vietarle di frequentarlo per la gelosia di un papà significa guastare la sua adolescenza! Io so benissimo che hai superato l’indignazione per quello che è successo Sabato scorso e che tieni il punto per gelosia,perché sei un padre amorevole! Ma nostra figlia deve vivere questo amore, che sono sicuro la farà crescere! >> Cerca di farmi capire. L’attiro a me le bacio la fronte.
<< Ti ho sposata perché sei una donna meravigliosa, una donna saggia e dalle mille risorse! >> Le ricordo, cedendo.
 
 
 
Quel giorno di, più o meno, 26 anni fa era iniziato con il suo pianto e continuava nel medesimo modo.
<< Ti prego amore di papà, basta! Non hai fame, non hai sete, non hai sonno e ti ho cambiato in pannolino… cos’hai? >> Mi domandavo cullandola. Nulla, la mia Roberta non la smetteva di piangere, e così facendo attirava l’attenzione di tutti i passanti all’interno del centro commerciale. Nei loro occhi ero solo capace di leggere giudizi duri: magari stavano pensando che ero un buono a nulla come padre! E un po’ mi ci sentivo… Non riuscivo a capire perché mia figlia piangesse! Ressi la piccola con il braccio destro, con la mano sinistra estrassi il cellulare dalla tasca e, dopo aver chiamato la mia amica, lo posizionai tra spalla e orecchio.
<< Ciao Nicola! >> Rispose la mia amica Betty dopo pochi squilli.
<< Ciao, sono in un mare di guai! Robertina piange da stamattina e non capisco come mai! Inoltre stanotte non ha dormito e di conseguenza non l’ho fatto neppure io! >> Le raccontai.
<< Per caso tende a sbavare? >> Mi domandò. Sembrava avere la soluzione a portata di mano!
<< Sì! >> Risposi prima che il cellulare mi scivolò! I pezzi, cover e batteria, volarono da tutte le parti.
<< Cazzo! >> Mi sfuggì. << Tu amore di papà non hai sentito,vero? >> Le domandai continuando a cullarla.
<< La posso aiutare? >> Mi domandò una donna bellissima. I boccoli le cadevano sulle spalle e la visiera del berretto nascondeva in parte i suoi bellissimi occhi verdi.
<< Signora, ogni aiuto è ben accetto! >> Risposi disperato.
<< Posso? Sono una babysitter qualificata, glielo giuro. Quanto ha sua figlia? >> Mi domandò.
<< Sei mesi! >> Risposi. << Si lamenta da questa notte e non capisco perché. >> Spiegai a quella estranea. Le permisi di prendere in braccio la mia piccola.
<< Ciao, ma sei un amore. Sì, sei una bimba bellissima! >> Affermò. Le sollevò con dolcezza il labbro superiore e la bambina si lamentò di più. Mi preoccupai!
<< Ho finito, piccola! >> Disse notando che la bambina si stava innervosendo. La ripresi in braccio.
<< Le sta spuntando il primo dentino! Vede i puntini bianchi sulla gengiva? E’ anche leggermente arrossata. Sicuramente saliverà più del solito,ho indovinato? La diagnosi è chiara! >> Mi illuminò. Perciò si trattava “solo” di quello!
<< Penserà di me che sono un pessimo padre! >> Dissi.
<< No, non lo penso. Conosco tanti genitori che faticano a riconoscere i segnali dei loro bimbi, a volte non ci riescono neanche le madri che i figli li mettono al mondo. Con questo non voglio sminuire sua moglie, sia chiaro, sono certa che si sia preoccupata tantissimo per il pianto incessante di…? >> Domandò.
<< Roberta! >> Risposi. << Non sono sposato,sono un padre single! >> Precisai.
<< Ah,mi scusi per l’invadenza! >> Rispose.
<< E adesso come devo fare per farla calmare? >> Le chiesi.
<< Vendono dei giocattoli in gomma ruvida contenenti liquido refrigerante, da tenere in frigo o in freezer, che vanno comunque rimessi in frigo ogni ora. La bambina mordicchiandoli proverà sollievo! Io le consiglio di evitare il gelato per ora, è un metodo che viene usato da molti genitori ma si rischia, con gli zuccheri, di agevolare la nascita di carie! >> Mi spiegò. La guardai incantato.
<< Lei sa moltissime cose. Non ha figli? >> Le chiesi.
<< No, mi occupo dei figli degli altri, per ora! >> Rispose.
<< E le andrebbe di occuparsi anche di lei? Io pratico un lavoro impegnativo, che mi occupa anche a casa talvolta! Lei sarebbe una manna per me. Magari è il destino che l’ha messa sulla mia strada! >> Affermai di getto.
<< Lei dice davvero? >> Mi chiese conferma.
<< Sì,perché no? Cosa ne dice di prendere un caffè e di parlarne? >> Le proposi. Lei annuii.
<< Mi chiamo Leonora Ribas. >> Si presentò.
<< Che maleducato che sono. Nicola, Nicola Mora! >> Risposi.
 
 
Sì, lo ammetto, mentre aspetto che quel ragazzo risponda spero invece che non lo faccia!
<< Sì? >> Lo sento dire dopo qualche squillo.
<< Alexander, sono Nicola Mora! >> Esordisco.
<< Signor Nicola! Come state lei e sua moglie? Non mi aspettavo la sua chiamata. >> Risponde.
<< Lo immagino. Stiamo bene, grazie,e spero anche tu e la tua famiglia. Ti telefono per un motivo in particolare. Mia moglie vorrebbe… Cioè, noi vorremmo… >> Mi correggo quando mia moglie mi dà una gomitata. <<… invitare te e tua madre a pranzo da noi domani! >> Sputo il rospo. Ormai è fatta!
<< Dice sul serio Nicola? Accetto volentieri l’invito, e sono certo farebbe piacere anche a mia madre ma sfortunatamente si trova fuori città, è andata a far visita alla sua famiglia a Bogotà e all’azienda. >> Mi spiega.
<< Ah, quindi tua madre è a Bogotà? >> Chiedo conferma per far arrivare la notizia alle orecchie di mia moglie la quale mima con le labbra “verrà da solo”!
<< Sì, mi dispiace! >> Risponde.
<< Stabiliremo un altro pranzo a cui potrà partecipare anche tua madre. Ti aspettiamo per mezzo giorno! >> Affermo precisando che l’invito per domani è valido ugualmente.
<< Sarò puntuale, lo sono sempre, detesto i ritardatari! Grazie Signor Nicola! >> Mi saluta contento.
<< A domani! >> Ricambio. Chiudo la telefonata.
<< Fatto,contenta? >> Domando alla mia consorte la quale mi bacia sulla guancia.
<< E così Marcella è andata a Bogotà da quei due poco di buono di Patrizia e Daniele. >> Rifletto ad alta voce.
<< E’ la sorella di Daniele amore, non possiamo farci niente se ha deciso di accantonare quanto successo. >> Interviene mia moglie. Dalla finestra notiamo la navetta, che puntalmente viene a prendere nostra figlia la mattina presto e la riporta a casa dopo aver ripulito la spiaggia, accostare davanti a casa nostra. Pochi istanti dopo Olga entra in casa.
<< Eccomi! >> Si annuncia.
<< Tesoro vieni qui, ci sono novità! >> La chiama mia moglie. Olga si affaccia in soggiorno.
<< Che tipo di novità? >> Domanda.
<< Tuo padre deve dirti una cosa! >> Mi esorta mia moglie. Tossisco.
<< Domani verrà qui a pranzo quel ragazzo… Alexander. >> Dico a mia figlia. Sul suo volto compare un sorriso che va da parte a parte che mi fa capire che forse ho fatto la scelta giusta.
<< Sta scherzando? >> Domanda Olga guardando mia moglie. Lei sorride e scuote la testa in segno di diniego.
<< Grazie, grazie, grazie! >> Esclama ripetutamente la mia piccola abbracciandomi e posando baci su tutto il mio volto.
 
 
 
Isabella
<< L’idea della boiserie non è male! >> Commento mentre arrotolo gli spaghetti attorno alla forchetta.
<< A me non piace, mi sa di antico! Preferisco un arredo di design! >> Ribatte Diego portandosi alla bocca un raviolo.
<< Mi sa che sarà dura metterci d’accordo sull’arredo della nostra futura casa! >> Osservo divertita.
<< Non mi sembra un grosso problema. Ne verremo a capo! >> Mi risponde, strizzandomi l’occhio.
<< Sai cosa? Voglio il tavolo da biliardo in garage! >> Interviene.
<< E le auto dove le mettiamo? >>Osservo.
<< Faremo installare un prefabbricato. Ti prego! Facciamo così, vada per la boiserie e l’arredo classico per la camera da letto, in cambio del tavolo da biliardo in garage! >> Contratta. Ci penso su qualche istante prima di accettare.
<< Andata! >> Affermo. Mi tendo verso di lui, lui si tende verso di me e ci baciamo. So che non abbiamo ancora ottenuto il mutuo ma, come ha detto lui questa mattina, se non sarà adesso sarà tra un po’ di tempo. Ad ogni modo avremo la nostra casa perciò questi discorsi, sebbene prematuri, non sono inutili! Mi sembra di vivere in un bel sogno se solo ripenso a com’erano le cose tre settimane fa. Se solo ripenso che ero sicura di causarli ribrezzo, anzi l’indifferenza più totale.
<< Cosa c’è? >> Mi domanda notando che lo sto contemplando stralunata.
<< Che sono felice. >> Rispondo riassumendo in una parola le mie emozioni.
<< Isabella Carissi? >> Esclama una voce alle nostre spalle. Ci voltiamo in contemporanea.
<< Professore! >> Esclamo con sorpresa, prima di alzarmi. Ci abbracciamo in modo casto.
<< E’ passato un sacco di tempo dall’ultima volta che ti ho vista, eri una bambina! Mi è dispiaciuto molto che tu sia partita, sarebbe stato un onore seguire agli esami una studentessa modello come te! >>Afferma.
<< Diego, ti presento Pedro Fernandez, era il mio professore di matematica alle scuole medie. Professore le presento Diego Mendoza, il mio fidanzato! >> Li presento. Diego si alza e i due si stringono la mano.
<< E’ un piacere! >> Esclama Diego.
<< Piacere mio Signor Mendoza. Isabella, dammi pure del tu, siamo due adulti e non sono più il tuo professore! >> Mi fa notare.
<< Lei resterà sempre il mio professore, quello che mi ha fatto amare la matematica! In Italia ho frequentato la facoltà di Economia e Finanza. >> Racconto.
<< Mi stai dando una notizia che mi riempie di orgoglio! Immagino che tu ti sia distinta con il voto di laurea! >> Interviene. Annuisco sorridendo imbarazzata.
<< Posso confermarlo. Quando si è presentata ad un colloquio di lavoro nella mia azienda ho osservato il suo curriculum con una certa ammirazione! >> Interviene Diego.
<< Perciò lavorate insieme. Di cosa ti occupi? >> Mi domanda.
<< Sono solo una segretaria. >> Rispondo. Il professore aggrotta la sopracciglia.
<< La segretaria della direzione finanziaria, specifichiamo! Lavora con il suo grande amore… i numeri! >> Interviene Diego sollevando leggere risate.
<< Mi fa piacere sapere che le cose ti vanno bene! >>
<< E lei come sta? Insegna sempre nella stessa scuola? >> Gli chiedo.
<< Sì, insegno sempre lì. Mi sono sposato 10 anni fa, poco dopo la tua partenza, e ho due figli, di 5 e 8 anni. Si chiamano Gabrielle e Lucas! >> Racconta.
<< Complimenti, professore! >>
<< Vi lascio al vostro pranzo ora, raggiungo i miei colleghi per conquistare un tavolo. Buon proseguimento! >> Ci saluta allontanandosi.
<< Anche a lei. >> Rispondiamo coralmente prima di tornare seduti.
<< Avevo una cotta per lui! >> Racconto immersa nei ricordi. Diego mi guarda sbigottito.
<< Ero una ragazzina, era il mio amore platonico, tutto qui! >> Specifico.
<< Ah, adesso ho capito! >> Risponde dopo aver deglutito il vino.
<< Non ti preoccupare, non sono mai stata con un mio professore. Sarebbe un po’ perversa la cosa! >> Asserisco. Un cameriere ci si avvicina.
<< Signori, tutto bene? Avete gradito il primo piatto? >> Ci chiede.
<< Sì, era ottimo. >> Interviene il mio amore. Il cameriere ci toglie i piatti vuoti da davanti.
<< Posso far servire i secondi o preferite aspettare? >> Chi chiede.
<< Li faccia pure servire! >> Ordina Diego cercando il mio consenso con lo sguardo.
<< Con permesso. >> Chiede il cameriere allontanandosi.
<< Perché, cosa ci sarebbe di male se, nell’ipotetico, tra studente e professore nascesse qualcosa? >> Mi domanda.
<< Se fosse all’università sarebbe un conto, dando per scontato che tutti sono maggiorenni! Ma alle medie o al liceo? Non dico che certe cose non accadano, ma per come la penso io è una cosa strana! Darei di matto se, un giorno, mia figlia adolescente tornasse a casa dicendomi “mamma, ho una relazione con un mio professore!”. >> Affermo. Questo strambo discorso che abbiamo avviato viene interrotto dallo squillo del cellulare di Diego.
<< E’ mio padre. >> Annuncia prima di rispondere.
<< Papà, ciao!... Non ti preoccupare, mi sono riaddormentato subito dopo!... No, siamo a pranzo fuori…. Certo, ve la saluto, e ricambia… Sì, abbiamo presentato la domanda di mutuo… Siamo stati da Alberto Vega e vedere la casa, questa sera ne parliamo! Ma poi la storia di mia cugina come si è conclusa?.... No, non ci posso credere! Immagino la faccia del vampiro e della bionda finta!... Beh quella della zia sarà stata nera di rabbia!... Va bene, a stasera! >> Li saluta ponendo fine alla telefonata.
<< Hanno trovato Lena? >> Chiedo.
<< Eccome! I miei zii sono andati a casa Valencia e hanno beccato Giulio e Lena, mezzi nudi e ubriachi, sul divano dopo aver consumato! Giulio ha vomitato in un anfora o una cosa simile… Chissà che aria pesante si respirerà oggi a casa Valencia e dai miei zii! >> Mi racconta. Chissà se Silvia ha già saputo questa notizia. Può negare quanto vuole che le “attenzioni” di Giulio, se pur poco eleganti, non la stuzzicano!
<< Per fortuna sono posti che non frequentiamo. >> Osservo.
<< No, ma i sei si incontreranno stasera alla festa a cui prenderemo parte anche noi, prepariamo i pop-corn perché ci sarà da divertirsi! >> Interviene Diego. Dovrebbero essere persone di classe, spero evitino scontri e scandali di fronte a tanta gente!
 
 
 
Massimiliano
Sospettavo che per questo spot sarebbe stata mezza nuda! Chissà perché le modelle negli spot dei profumi nel 90% dei casi sono sempre mezze nude! Osservo le riprese seduto dietro a tutta la troup. La riprese stanno subendo un leggero ritardo poiché il modello che dovrebbe girare questo spot con Giulia non si è ancora fatto vedere. Spero che il copione di questa pubblicità non preveda baci o scene osè perché non so se riuscirei a restare buono buono qui in parte mentre la mia ragazza si sbaciucchia con un altro! Sbuffo annoiato. Entra un tizio che si qualifica come il manager personale di questo Alvaro Marquez, il modello che ha disertato le riprese. Un’assistente porge a Giulia un accappatoio e la mia ragazza si copre. Indossa solo una minigonna, che chiamarla “gonna” è troppo, e un triangolo di stoffa che hanno il coraggio di chiamare “top”! Il regista inizia a litigare con il tipo entrato poco e fa e la cosa dura qualche minuto. Giulia sbuffa mentre si avvicina a me.
<< Che strazio! Speravo in una cosa rapida! >> Si lamenta occupando la sedia a fianco alla mia.
<< Ci sono problemi? >> Mi chiedo indicando con il capo il gruppetto di tecnici, registi e pubblicitari che stanno parlottando.
<< Non ne ho idea, ma da quel che vedo penso che Alvaro non si farà vedere! >> Risponde. “Alvaro”. Lo ha chiamato per nome perciò si conoscono!
<< Avete già lavorato insieme? >> Le domando.
<< Sì, una decina di volte! Dicono che insieme siamo forti e buchiamo lo schermo! >> Mi spiega. Probabilmente si sono anche baciati, per scena, ma sarà successo! Tengo per me questi pensieri da ragazzo geloso e retrogrado, quando il gruppetto ci viene incontro.
<< TU! >> Strilla il tizio con dei buffi occhiali rotondi, puntandomi l’indice. Mi guardo attorno ma vicino a me non c’è nessun altro oltre a Giulia.
<< Io? >> Chiedo conferma.
<< Sì,tu. Alzati. Chi sei? >> Mi ordina il tizio per poi chiedermi notizie sulla mia identità.
<< Gira su tè stesso! >> Mi ordina e ubbidisco.
<< Mi chiamo Massimiliano Zanonato! >> Racconto.
<< Non sei un modello? >> Mi domanda. Sul mio viso compare un sorriso ma anche preoccupazione. Cosa si è messo in testa?
<< No, sono solo un centralinista! Sono un amico di Giulia. >> Mi qualifico.
<< Sei perfetto,un adone! >> Osserva contemplandomi.
<< Certo dovremmo tagliarti i capelli, sistemarti la barba…Ma ho a mia disposizione il migliore team di parrucchieri e make-up artist,non sarà un problema! >> Interviene. No, non può essere ciò che penso!
<< Signor Ortega, non starà pensando di…? >> Gli domanda Giulia lasciando la frase in sospeso. Ascolto preoccupato il ping pong verbale!
<< Certo, bimba! Mi pagano a peso d’oro per questi spot, che figura ci facessi se rimandassi le riprese? RAGAZZI! >> Strilla. Un gruppetto di assistenti emergono da dietro le quinte.
<< Preparatelo! >> Ordina.
<< Prepararmi per cosa? >> Domando. Non ricevo risposta e un attimo dopo mi ritrovo seduto su una poltrona, davanti ad uno specchio, con 4 persone che mi mettono le mani addosso! Oddio!
 
 
 
 
Marcella
<< A tuo marito cadrà la mascella quando ti vedrà con quel vestito! >> Interviene Ugo mentre assaggia il vino.
<< Così si limiterà a guarda solo me, finalmente! >> Risponde Patrizia.
<< Non dirmi che lo tieni ancora a dieta! >> Commenta Ugo.
<< Non mi sembra che Daniele sia fuori forma! >> Interviene Mariabeatrice. Sorrido.
<< Bea, gioia, ti facevo più sagace davanti a battute di indirizzo sessuale! >> L’ammonisce Ugo. Patrizia ed io ridacchiamo divertite.
<< Non ti ho detto che la settimana scorsa per poco non lo beccavo che mi tradiva con la sua segretaria? La gallina gli stava praticamente incollata! >> Racconta Patrizia ad Ugo, evitando di raccontare anche del litigio che ne è conseguito e della scoperta di quel tradimento di 25 anni fa.
<< Patty cara, hai voluto la bicicletta e adesso pedala! >> La prende in giro Ugo.
<< Ma Ughetto! >> Si lamenta lei.
<< Marce, tesoro mio, appena sarà finito questo periodo così stressante mi prenderò delle ferie per venire da te a Miami! Potremmo abbronzarci e bere cocktail nei più esclusivi club di South Beach, ci pensate? Anche perché voglio assolutamente conoscere il tuo maritino, lasciatelo dire ma dalle foto sembra divino! >> Commenta Ugo come un fiume in piena. Poso la forchetta. Mi è passata la fame!
<< Sei il benvenuto Ugo. Quanto a mio marito non dividiamo più la stessa dimora! Magari per quando verrai a trovarmi avremmo già divorziato! >> Rispondo. A Ugo cade la mascella.
<< Marce, cosa stai dicendo? >> Mi domanda.
<< Mio marito negli ultimi mesi mi ha tradita! Con la nipote di Mario Calderon, la quale ha l’età di mio figlio! >> Spiego a Ugo ripetendo questo ritornello. Ugo accarezza la mano che tengo sul tavolo.
<< Marce,tesoro,quanto mi dispiace! Non c’è da fidarsi ragazze,è un’indecenza! Sai cosa ti dico? Divorzia da quel fedifrago,da quella bestia! Con una che ha la metà dei suoi anni? Ma siamo matti? Che orrore, ho i brividi! >> Risponde Ugo manifestando a modo suo la comprensione nei miei confronti.
<< Marce,tesoro mio,secondo me dovresti aspettare quel tanto che basta a dargli una bella lezione,magari ricambi ambiare il “favore” che ti ha fatto e poi te lo riprendi! Per poi andare da lei e dirle “hai visto,cara? Nessuna può competere con questo!”. >> Interviene Patrizia indicando il suo corpo e gesticolando mentre parla.
<< Patzy Pat, chiudi quel becco! >> La rimprovera Ugo mimando con le mani un becco.
<< Perché? A me sembra un consiglio bello e buono! >> Risponde mia cognata con la bocca piena di leccornie preparate dallo chef del Bonterra. Sorrido mentre il ping pong verbale tra Patrizia ed Ugo prosegue. E’ il mio cellulare squillante a distrarmi. E’ l’amore della mia vita! Sposto il tovagliolo dalle mie gambe al tavolo e mi allontano per rispondere.
<< Ciao mamma! >> Esordisce tutto contento quando accetto la chiamata.
<< Amore mio, ciao. A cosa si deve tanto buon umore? >> Beato lui! Devo raccontargli dei programmi per il prossimo weekend. Come prenderà la notizia che devo dargli?
<< Non puoi immaginare! Rullo di tamburi per creare suspance… >> Afferma interrompendo la frase. Sorrido.
<< Dai! >> Lo esorto dopo 10 secondi di silenzio.
<< Nicola Mora mi ha invitato a pranzo per domani! >> Mi rivela. Che notizia!
<< Alex, che bella notizia! Te lo dicevo che si sarebbe ricreduto! Anche se credo ci sia lo zampino di sua moglie. >>
<< E di suo figlio Cèsar. Quel ragazzo è gentilissimo, con me è stato molto disponibile! Ha fatto da portalettere e ieri sera mi ha permesso di vederla, adducendo come scusa al padre che uscivano per un gelato. Questa mattina è partito per passare due giorni a Bogotà da sua sorella,credo lo incontrerai stasera a quella festa cui accennavi per messaggio! >> Mi racconta.
<< Il povero Nicola è circondato dai tuoi fan insomma! >> Scherzo. Sono contenta di sentire il tono di voce allegro di mio figlio! Quando si aggirava per casa in versione “zombie” credevo che non avrei mai più sentito la sua risata!
<< Ma ti ho disturbata? >> Mi domanda.
<< Come fai a disturbare? Sono a pranzo con la tue zie e Ugo Lombardi. A proposito tesoro, il prossimo weekend ci verranno a trovare i tuoi zii e un nostro amico,e daremo una cena a casa Sabato sera! Vorrei che ci fossi,non vedono l’ora di conoscerti! >> Adduco come casuale per questa cena, dopo averlo informato dei piani in merito al prossimo fine settimana.
<< Ok mamma! Sono contento che abbiate sotterrato l’ascia di guerra. >> Magari l’ascia vorrà tirarla a me in testa quando gli confesserò che il suo padre biologico per me non è mai stato un estraneo!
<< E hai visto la sorella di Olga, Roberta? >> Mi domanda.
<< Sì! Abbiamo parlato a quattr’occhi. E’ una ragazza forte ma molto dolce, non ha timore di esternare i suoi pensieri, ed è molto bella! Alta e molto formosa! Siamo scesi poco sul personale, le ho chiesto se ha un ragazzo ma ha detto di no, ha appena chiuso una storia. >> Racconto non omettendo alcun particolare.
<< Mi fa piacere. Certo, zia Patrizia è una bella donna e la genetica un pochino conta! >> Afferma. Eccome, se conta! Mio figlio ha sempre attirato le attenzioni di molte ragazze,è come il miele per le api! Un po’ come il suo padre naturale!
<< Mamma divertiti questa sera,ok? >>
<< E tu che impegni hai stasera? >> Gli domando.
<< Farò la spesa, cucinerò qualcosa per me e per Brigida e mi guarderò un film! >> Mi informa. Non esce?!
<< Non esci, amore? >>
<< No mamma! Non so come spiegarlo… Ma da quando conosco Olga io associo l’atto di uscire a lei! Senza di lei non ho voglia di andare da nessuna parte,mi capisci? >> Mi domanda. Mi scappa una lacrima e stento a trattenere la commozione. Il mio bambino è diventato un uomo!
<< Mamma, ci sei? >> Mi chiede avvertendo solo silenzio.
<< Sì! Sto solo pensando a quanto tu sia cresciuto. Il mio bambino si è innamorato sul serio questa volta! >> Intervengo. Sono sicura che stia sorridendo imbarazzato.
<< Non lo so mamma,forse! Quello che so è che per me lei conta moltissimo e se non dovessi più vederla ne morirei! >> Afferma. Se non è amore questo cos’altro potrebbe essere?
<< Non vedo perché dovrebbe accadere, figliolo! >> Lo assicuro.
<< Dubito che riuscirò a dormire stanotte! Sono agitato da adesso per il pranzo di domani! >> Mi confessa.
<< Non stai andando al patibolo. Se ti agiti così per un pranzo quando dovrai chiedere la sua mano al signor Nicola cosa farai? >> Scherzo.
<< Mamma, stai correndo un po’ troppo! Ci tengo ancora parecchio ai miei genitali,vorrei conservarli a lungo! >> Scherza. Sorrido.
<< Ho visto papà ieri sera,prima di abbandonare l’ufficio. E’ vero che è a pezzi,ma se lo merita! Non provo alcuna pena per lui. >> Mi racconta.
<< Nemmeno io. Non so se lo perdonerò mai! >> Non gli ho fatto mai mancare niente e nonostante questo mi ha tradito!
<< Non pensiamoci adesso. Ti lascio al tuo pranzo mamma. Divertiti! >> Mi augura.
<< Ciao tesoro mio, a presto! >> Lo saluto. Quando torno al tavolo trovo Mariabeatrice intenta a contemplarsi il decolté. Afferra i seni, li solleva per poi lasciarli ricadere, per quanto possibile, dato che sono duri come pietre dopo la chirurgia!
<< Si può sapere tu cosa diavolo stai facendo? Siamo in un ristorante di classe, buon Dio! >> La riprende Ugo.
<< Non vi sembrano troppo cadenti? >> Domanda Bea. Scrollo il capo. Certe cose non cambieranno mai!
 
 
 
Giulia
Quando esce dalla zona trucco non sembra più lui! Ha un nuovo taglio, lo hanno truccato, gli hanno messo le lenti a contatto blu per accentuare il colore dei suoi occhi e indossa lo smoking. Non l’avevo mai visto così elegante! E’ uno splendore!
<< Spero che sia tutto il più rapido possibile, non posso credere a quello che sto facendo. >> Borbotta a denti stretti quando mi raggiunge sul set dove è stata ricostruita la sala di una discoteca.
<< Il lato positivo è che non bisogna recitare alcuna battuta! L’unica cosa che devi fare è abbracciarmi e strusciarti su di me, ci riesci? >> Rispondo sotto voce con fare malizioso. Lui cerca di reprimere un sorriso.
<< Potrei chiedere se mi prestano lo smoking per stasera! >> Interviene.
<< Amore, se vuoi lo smoking me lo faccio prestare da uno dei miei fratelli! >> Gli rispondo quando il regista interviene.
<< Iniziamo! Massimiliano, hai capito bene la dinamica? >> Gli domanda.
<< Sì, farò del mio meglio! >> Interviene. E’ teso come una corda di violino!
<< Bene, facciamo qualche scena di prova per metterti a tuo agio, dopo di che scatteremo qualche foto. GIRIAMO! >> Urla il regista. Ogni uno prende posizione e si accendono le luci.
 
 
 
Lorenzo
Metto da parte due o tre fragole intere per la decorazione finale. Dopo di che, alle fragole rimaste, aggiungo dell’acqua, un cucchiaio di zucchero a velo e il succo di un limone per poi frullare tutto con un mixer ad immersione. Questi sono i primi passaggi di questa preparazione. Mentre li porto a termine la mia mente vaga…
 
 
<< DESIDERIO, DESIDERIO! >> Urlavano tutti i presenti.
<< Dai, ma quale desiderio? E’ una pratica infantile! >> Protestai.
<< Che pedante che sei! >> Mi canzonò mia sorella. Gli invitati contarono fino e tre e mio fratello ed io soffiammo sulle candeline poste sulla torta del nostro 18^ compleanno. Si levò un applauso. Nella distrazione di quel momento non mi resi conto prima che la mia migliore amica non aveva assistito allo spegnimento delle candeline. Scandagliai la sala con lo sguardo, per poi rendermi conto che anche il suo ragazzo Andres era scomparso. Si formò la ressa attorno al tavolo per accaparrarsi la fetta di torta con più cioccolato, o quella con la decorazione, e questo mi permise di uscire passando inosservato. La trovai seduta sul bordo della piscina, all’esterno del club.
<< Ehi, abbiamo tagliato la torta! Cosa fai qui fuori al freddo? >> Le domandai. Mi tolsi la giacca per mettergliela sulle spalle.
<< Grazie! Tra poco arrivo, vorrei rimanere da sola! >> Rispose tutta abbacchiata.
<< Andres dov’è andato? >> Le domandai.
<< E’ andato via! >> Rispose osservando il prato sotto i suoi piedi. Le sollevai dolcemente il mento.
<< Via dove? >> Le chiesi guardandola negli occhi. Aveva pianto.
<< Via… Mi ha lasciata… >> Biascicò. Un istante dopo mi si fiondò tra le braccia, piangendo, e la mia giacca cadde in terra.
<< Mi dispiace! Perché lo ha fatto? Ha fatto lo stronzo? Vuoi che gli dia una lezione? >> Chiesi. Si staccò da me.
<< No… E’-è stata c-colpa mia… >> Balbettò tra gli singhiozzi.<< Lui ha capito che… >>
<< Che cosa ha capito? >> Chiesi quando interruppe la frase.

<< Che… che a me piace un altro! >> Confessò.
<< Io… io in effetti me ne ero accorto! >> Ammisi.
<< T-tu lo sai? >> Chiese con sgomento.
<< Certo, si vede! Se ne sono accorti tutti. E, se devo dirti la mia, la vedo bene! >> Risposi. Il suo viso si distese e sorrise ampiamente.
<< Tu e Asier formereste una bella coppia! >> Affermai riferendomi allo studente universitario che mi dava ripetizioni di letteratura.
<< Asier? >> Mi chiese Roberta con una certa perplessità.
<< Se vuoi posso parlarci, con discrezione s’intende, e scoprire se ha una fidanzata o è single. >> Proposi.
<< Che gentile che sei! >> Mi rispose sorridendo.
<< Adesso torniamo dentro? >> Le domandai raccogliendo la mia giacca per poi scrollarla.
<< Io veramente avrei una sorpresa per te. Ma dovremmo andare a casa mia! >> Mi espose.
<< E’ un regalo troppo ingombrante e perciò non è stato trasportato fin qui? > Chiesi.
<< No, la verità è che me ne sono dimenticata! Mi dispiace! >> Affermò.
<< Prendo i caschi, le nostre giacche e andiamo allora. Aspettami qui! >> Risposi rientrando alla festa per salutare tutti, benché fossi uno dei festeggiati.
 
 
Ripensandoci quella volta, probabilmente, stava per confessarmi i suoi sentimenti. E’ causa mia che è terminata la relazione con Andres? Quante relazioni ha chiuso per causa mia? E poi veramente quella sera si era dimenticata la sorpresa per me a casa sua? Ci sono così tante cose da chiarire, così tanti equivoci accaduti in questi anni da approfondire. Dovevano essere belle spesse le fette di prosciutto che ho portato sugli occhi per tanti anni!
Senza rendermene conto sono riuscito a riproporre lo stesso dolce. Per tutto il tempo non ho fatto che ripercorrere i momenti che abbiamo passato insieme, da quando ho imparato a camminare fino a quando ci siamo scambiati il bacio del buongiorno questa mattina! Lego un bel nastro rosa attorno alla torta per essere sicuro che i savoiardi restino al loro posto, decoro con delle fragole e faccio un passo indietro per ammirare il dolce. Non è perfetto ma spero sia buono di sapore!
 
 
 
Cèsar
La travolgo in un abbraccio quando la raggiungo.
<< Sorellona quanto mi sei mancata! >> La saluto.
<< Anche tu mi sei mancato! >> Ricambia.
<< Scusa, fammi vedere? >> Le domando quando, dopo essersi staccata da me, mi rendo conto che porta i capelli più lunghi. Fa una piroetta.
<< Cosa ti sei data in testa? Il concime? >> Scherzo.
<< Che scemo! Camilla mi ha convinta a mettermi le extension,come sto? >> Mi chiede.
<< Ti donano i capelli lunghi! Il tuo ragazzo cos’ha detto quando ti ha vista cambiata? >> Le domando.
<< Il mio ragazzo… Leon intendi? >> Mi chiede.
<< Certo, perché, ne hai altri? >> Domando canzonandola.
<< Quando mi ha vista ha detto che sto bene. Comunque, te lo dico io prima che tu lo senta da altri, Leon ed io qualche giorno fa ci siamo lasciati! >> Mi racconta. Effettivamente la cosa non mi stupisce più di tanto!
<< Sì, so quello che starai pensando, era un epilogo prevedibile! >> Interviene notando il mio sguardo eloquente mentre l’aiuto a caricare il mio bagaglio nella sua auto.
<< Sì, comunque mi dispiace! Sembravi serena con lui. Ma non demordere, troverai l’amore della tua vita, quello che ti farà dimenticare tutto e tutti! >> Affermo, pensando a Michael.
<< Come siamo romantici! >> Mi prende in giro mentre fa manovra per uscire dal parcheggio. Sorrido.
<< Sarà contentissimo di vederti. Non se lo aspetta minimamente, speriamo non svenga per l’emozione! In quel caso conosco qualcuno che sarebbe felice di praticargli la respirazione bocca a bocca, e che ha già esperienza in materia. >> Interviene. Le do un buffetto sul braccio.
<< Devi aiutarmi a rendere casa mia presentabile! >> La prego.
<< Non devi neanche dirlo! La tua casa diventerà il perfetto covo d’amore, non temere! >> Interviene.
<< Perciò come prima tappa dovremmo andare a fare la spesa! Una bella serata merita vino e altri afrodisiaci! >> Osserva. Sorrido imbarazzato. Ci immettiamo nella super strada in direzione della città quando squilla il mio cellulare. Rispondo e metto in viva voce.
<< Ciao! >> Recita la voce di nostra sorella.
<< Ciao Olga! >> Rispondiamo coralmente.
<< Non potete immaginare! Papà ha invitato a pranzo Alex per domani! >> Racconta. Assumiamo entrambi espressioni di stupore.
<< E’ un miracolo! Ma lo avete minacciato con una pistola? >> Intervengo. La sento ridere.
<< Io no, mamma non lo so! Mi ha dato la notizia quando sono tornata a casa! >> Racconta.
<< Fammi indovinare… Tu hai sparpagliato tutto il tuo guardaroba per la stanza per decidere cosa indossare, mamma si è data alle grandi pulizie e papà brontola! Me lo immagino mentre dice del tipo “Ma deve venire a cena il Presidente della Repubblica? Non starete esagerando?” >> Interviene Roberta. Altra risata da parte di Olga.
<< Nostra sorella e Leon si sono lasciati! >> M’intrometto. Roberta mi lancia un’occhiataccia.
<< Cosa?! Quando?! Perché?! >> Domanda Olga.
<< Manca il “dove”! >> Osservo.
<< E’ successo dopo la cena di benvenuto per Camilla e la sua famiglia, quando Daniele e Lorenzo hanno fatto a botte. Loen non se l’è sentita di continuare a portare avanti una storia con una ragazza a cui piace un altro! >> Conclude, sminuendo quello che sente verso Lorenzo.
<< Mi dispiace sorellona! Un po’ c’era da aspettarselo… Vedrai che anche tu troverai l’uomo giusto, anche tu prima o poi vivrai un amore travolgente! >> Chiosa Olga. Noto un sorrisetto comparire sul suo volto. C’è qualcosa che non ha detto? Tengo per me questo pensiero! Nello stesso istante squilla il cellulare di Roby.
<< E’ il tuo ragazzo! >> Annuncia. << Fate silenzio! >> Ci ordina, per poi mettere in viva voce.
<< Michael, ciao! >> Lo saluta.
<< Ciao Roby. Ti chiamo per chiederti una cosa… hai sentito tuo fratello oggi per caso? Io ho provato a chiamarlo ma ha il cellulare spento! >> Mi domanda. Osservo Cèsar.
<< No, non l’ho sentito, mi dispiace! >> Gli risponde Roberta. Mi dispiace che debba mentire ma Michael la perdonerà stasera, quando capirà il perché di queste piccole bugie.
<< Ah,va bene! >> Afferma deluso.
<< Vedrai che ti richiamerà non appena potrà, avrà avuto qualche problema, non devi essere così sfiduciato! >> Perché è sfiduciato da me?
<< Lo so, me lo hanno detto anche Cami e David! >> Afferma Michael. Perciò anche loro lo sanno? << E’ che praticamente ci conosciamo così poco, infondo la nostra relazione è iniziata ieri con una e-mail! >> Afferma. In un certo capisco quello che vuole dire, mi sono sentito anche io in imbarazzo ieri durante le video chat,perciò ora sono qui!
<< Sono sicura che ti ricederai. Ci vediamo stasera! >> Taglia corto Roberta.
<< Ciao e grazie! A stasera! >> La saluta lui.
<< Io credo che abbia paura che tu possa fare un passo indietro! >> Interviene Roberta.
<< No, non lo farò! Io voglio stare insieme a lui, ho già sbagliato e perso troppo tempo. Non vedo l’ora che arrivi stasera! >> Asserisco.
 
 
 
 
Massimiliano
<< Non posso credere a quello che ho fatto oggi! >> Chioso mentre passeggio reggendo il mio cono gelato.
<< Sei stato bravissimo! Hai sentito, no? Eravamo così naturali! Sembravano due amanti veri! >> Commenta scherzosa Giulia prima di posare un bacio sulla mia guancia. Sorrido.
<< Tu eri preoccupato di finire sui giornali per la relazione con me ed invece ci finirai comunque! >> Osserva. Porca vacca, presto le mie foto saranno su tutti i giornali e tabelloni pubblicitari e sarò in televisione, mi vedranno in tutta l’America Latina se non in tutto il mondo!
<< Lo spot viene trasmetto a livello mondiale? >> Domando.
<< Sì! E’ una marca famosa! >> Mi spiega. No, non ci credo!
<< Magari sarà per te un trampolino di lancio? Non ti piacerebbe sbarcare il lunario? >> Mi domanda.
<< Io sto bene dove sto, ma se a te non sta bene mi dispiace! >> Rispondo. Mi ferma afferrando il mio polso.
<< Non m’importa che tu faccia il modello o il segretario, volevo solo darti una prospettiva diversa della cosa, potrebbe essere un’opportunità che deciderai tu se accettare o meno. Non è una vita tutta rosa e fiori quella della moda! >> Si giustifica.
<< Scusa per le mia reazione! >> Intervengo. Ci baciamo mentre i nostri gelati stanno per sciogliersi visto che è più il tempo che passiamo a chiacchierare rispetto a quello in cui mangiamo il gelato!
<< Non mi hai ancora detto come hai trovato i tuoi! >>
<< Ho visto solo mio padre. Era nero, era incazzato nero con mio fratello Giulio! Così indiavolato che non mi ha fatto alcuna ramanzina per essere tornata a casa a mezzo giorno e l’essere uscita di nuovo mezz’ora dopo! >> Mi racconta. Bene, oggi suo padre ha un diavolo per capello!
<< Cos’ha combinato tuo fratello? >> Le chiedo.
<< Riguarda Lena! Ieri sera non è rientrata così i suoi genitori hanno chiamato Armando e Betty, i genitori di Diego, il quale ha riferito di averla vista in un locale con Giulio la sera prima. Huber e sua moglie all’alba sono andati a casa mia, dove hanno beccato mio fratello con Lena, erano mezzi nudi! >> Racconto. Cazzo, sarà una tegola in testa per Jimmy!
<< Non dire niente a Jimmy, ok? >> Le domando.
<< Ok, ho imparato la lezione dopo ieri. Ad ogni modo credo che il pettegolezzo si diffonderà in fretta, non so per quanto riuscirai e tenere nascosta questa cosa al tuo amico! >> Mi fa notare.
 
 
 
Lorenzo
Non farò mai in tempo! Le nostre foto saranno almeno 500, non ho il tempo di guardarle tutte! Inoltre devo ancora andare a comprare le candele, lo champagne, e dei fili. Riuscirò a fare tutto? Accendo la stampante e mi metto comodo.
<< Iniziamo! >> Penso ad alta voce. Bevo una sorsata di birra dopo di che metto al lavoro. Forse sono molte di più di 500! Non mi ero mai reso conto di quanto peso avesse lei nella mia vita! Inizio a scorrere le foto e mi scappano diversi sorrisi. Mi soffermo su dei selfie scattati a casa sua quella sera.
 
 
<< Sarai congelato! >> Commentò, dato che le avevo ceduto la mia giacca in pelle per il viaggio in motorino.
<< Non fa niente, avevo la giacca del vestito! >> Risposi. Roberta infilò le chiavi nella serratura del cancello, poi nella porta di casa, inserì il codice per disattivare l’allarme e si fermò.
<< Aspetta qui! >> Mi ordinò saltellando sui tacchi in direzione della cucina. Da bravo bambino attesi in soggiorno senza farmi tante domande fino a che non la sentii chiamarmi. Quando entrai in cucina non poté non sfuggirmi un sorriso notando la charlotte di fragole sul tavolo, con la candeline accese sopra. Mi avvicinai a lei e l’abbracciai.
<< Grazie! Grazie! >> Ripetei un paio di volte.
<< Buon compleanno, Lorenzo! >> Mi sussurrò all’orecchio.
<< Sei il mio punto di riferimento! Sei la mia migliore amica! >> Le ricordai mormorando queste parole contro i suoi capelli. La scostai da me quando capii che stava piangendo. Sì era commossa!
<< Mi dispiace, ti ho sporcato la camicia di trucco! >> Notò.
<< Pazienza! >> Risposi.
<< Torno subito, vado al bagno a darmi una sistemata! >> Tentò di uscire dalla stanza ma la trattenni.
<< Ma cosa può importarmene se hai il trucco sbavato? >> Commentai estraendo il mio cellulare. Scattammo alcuni selfie con il dolce che era diventato il “nostro dolce”!
 
 
<< Pronto! >> Affermo, distraendomi dai miei pensieri, quando Diego mi telefona.
<< Ciao Lorenzo, tutto bene? Ho l’impressione di non vederti da un sacco di tempo! >> Commenta. Sì, in effetti di recente ci siamo visti e parlati poco, nonostante lavoriamo insieme.
<< Effettivamente è da un po’ che non facciamo due chiacchiere. >> Concordo.
<< So che le ragazze si riuniranno per trucco e parrucco! Cosa ne dici se, prima delle festa, passo da te? >> Propone. No, da me no!
<< No, passo io da te. Arrivo le diciotto e quindici, ok? >> Propongo.
<< Va bene! Papà ha chiamato anche te stamattina? >> Domando.
<< Sì, all’alba! Avevo appena preso sonno, sono stato a ballare l’altra notte. >> Spiego.
<< Insomma, sei tornato alla vita da single che tanto adori! >> Commenta. No, è fuori strada! Gli dovrei raccontare di Roberta? Non ho mai nascosto niente a mio fratello! No, non posso, Isabella lo direbbe a Silvia!
<< Lore, ci sei ancora? >> Mi domanda.
<< Sì, sono qui! Comunque sai che hanno ritrovato nostra cugina? >> Domando.
<< Sì, papà mi ha chiamato prima, non puoi immaginare dove e con chi stava! Te lo racconto di persona! A più tardi! >> Afferma misterioso.
<< Perfetto, a più tardi! Saluta Isabella! >> Lo saluto, ponendo fine alla conversazione. Torno al mio da fare quando il cellulare squilla nuovamente. No, che tortura! Stavolta è mio padre. Rifiuto la chiamata dopo di che gli invio un messaggio spiegando che sono molto impegnato. Mi scuso con lui.
 
 
 
Camilla
Poso un altro bacio sulle labbra. Poi un altro, e poi un altro ancora. Magari potessimo passare così tutti i pomeriggi!
<< Farai tardi per incontrare le ragazze e scegliere l’abito! >> Mi fa notare.
<< Stai cercando di sbarazzarti di me? >> Gli domando fintamente offesa.
<< Tesoro, come puoi pensare una cosa simile di me? >> Risponde fingendo risentimento, prima di assaggiare il mio collo.
<< Veramente la sera del lancio ti sei accorta che correvo dietro a Janette? >> Mi domanda intrecciando le nostre dita.
<< Sì davvero! >> Confermo.
<< Ma te ne sei accorta perché si vedeva e se ne sono accorti tutti o per quale altro motivo? >> Mi chiede. Mi dispiace deluderlo con la mia risposta!
<< David… So che i sentimenti che tu nutri per me non sono nati da poco… e non posso immaginare come ti sei sentito tutte le volte che mi hai visto insieme ad altri ragazzi! Magari avrai provato una gelosia primordiale e il tuo sangue ribolliva… >>
<< Temo di sapere come va a finire questa frase! Non importa! >> Esclama separando le nostre mani. Mi posiziono a cavalcioni su di lui e prendo il suo viso tra le mani.
<< Ti amo David! Anche se il sentimento che sento per te è nato da poco non significa che non sia importante e sincero. Sì, quella sera quando stavi flirtando con Janette non ho provato gelosia, non ho provato niente, ma se una cosa del genere dovesse accadere oggi ne morirei! Se ti dovessi vedere flirtare con un’altra ragazza capirai cos’hai provato tu in questi anni! >> Rispondo per poi catturare le sue labbra in un bacio.
<< Ho capito Camilla. Ho fatto una domanda stupida! Il fatto è che per tanto tempo ho sperato tu ti accorgessi di me e in quei momenti pensavo “mi starà guardando?”, oppure “sarà gelosa?”. >>
<< Vuoi dire che ti sei messo con tutte le tue ex solo sperando in una mia reazione? >> Chiedo un po’ stupita e un po’ preoccupata.
<< No! >> Risponde. Meno male! << Non con tutte! >> Aggiunge ridendo. Sorrido e ci baciamo. Il passato non conta più, ciò che importa è il presente e il futuro! Ridacchio mentre David mi accarezza la schiena: mi accompagna verso il divano e mi ritrovo stesa sotto di lui mentre con le mie gambe abbraccio il suo fondoschiena. Quando squilla mio cellulare allungo la mano verso il tavolino per afferrarlo.
<< E’ mio padre. >> Annuncio.
<< Pronto, papà! Com’è finita poi la storia di Lena? >> Gli chiedo.
<< In modo tragi-comico! Più “tragi” che “comico”… di sicuro Daniele, Patrizia e i tuoi zii non ci hanno trovato nulla di spassoso! Lena era a casa loro. L’hanno beccata a letto con Giulio, anzi “in divano” per essere esatti! >> Mi racconta. David si stacca da me quando nota la mia espressione di stupore e torniamo seduti.
<< Non ci posso credere! Ma stanno insieme? E come hanno fatto a sapere che Lena era lì? >> Domando con un certo interesse.
<< Non so se abbiamo una relazione. Diego gli ha visti ieri sera in un locale. >> Mi spiega mio padre.
<< Chissà cosa lega qui due! Sai come si dice figlia mia, chi si somiglia si piglia! Vuoi che andiamo tutti e quattro insieme alla festa? >> Mi domanda cambiando argomento.
<< No papà, io esco tra poco, raggiungo Isabella, Silvia, Roby e Lena, per l’appunto, per scegliere l’abito, prenderemo in prestito dei capi delle passate collezioni, sempre se possiamo! David andrà a prendere suo fratello Michael. >> Spiego.
<< Certo che potete, mi fido di te, so che torneranno al loro posto perfettamente integri. A stasera ragazzi! >> Mi saluta mio padre.
<< A più tardi! >> Saluto, ponendo fine alla conversazione.
<< Cos’è successo? >> Mi domanda David.
<< Preparati, perché stasera vedrai tuo padre incavolato come non l’hai visto, ne sono certa! >> Annuncio prima di riferirgli quanto ho appena saputo da mio padre.
 
 
 
Paola
Ad oggi sarei dovuta essere la ragazza più felice del mondo, contando le settimane che mi separavano dall’altare. Avrei dovuto girare per negozi con il mio fidanzato stilando la lista di nozze, decidere la meta della luna di miele, stabilire con la mia amica stilista Camilla i dettagli del mio vestito da sposa e quelli delle damigelle, ed invece non faccio e non farò nulla di tutto questo! Sono sola e arrabbiata, mentre sto progettando la vendetta perfetta!
<< Ci voleva proprio… >> Commenta Kelly stesa prona sul lettino del massaggiatore, mentre un bel ragazzo le pratica pressione sulle spalle.
<< Sì, concordo. >> Rispondo mentre una ragazza stende del fango termale su tutto il mio corpo.
<< Scusi, le posso chiedere di passarmi il cellulare? >> Le chiedo, quando lo sento suonare.
<< Qui dentro non sarebbero ammessi! >> Mi riprende.
<< Farò in un attimo! >> Le giuro. La ragazza cede e si allontana dopo avermi passato l’apparecchio.
<< Alec, ti posso richiamare? >> Taglio corto prima di essere fucilata dalla massaggiatrice.
<< Ciao eh! Non vuoi sapere com’è andato il colloquio? >> Mi chiede.
<< Certo, dimmelo ma fai in fretta per favore, sono in un centro benessere dove i cellulare non sono messi! >> Mi giustifico.
<< E’ andato bene. Mi hanno assunto per la festa di stasera e per la sfilata dell’8 Marzo! >> Mi racconta senza troppo entusiasmo.
<< Ottimo! Sta procedendo tutto secondo i piani. >>
<< Tu sei sempre certa di quello che fai? >>
<< Sì, e ne abbiamo già discusso. Quei due si meritano una bella lezione, una di quelle che non si scorderanno facilmente! Se vuoi ritirarti ti prego di farlo adesso, ma non verrai pagato e non ci vedremo più! >> Lo ricatto.
<< Non servono i ricatti! Abbiamo un accordo e lo manterrò. Tu non dimenticarti del nostro appuntamento di domani sera! >> Non posso dimenticarmene, soprattutto se sarà bello come quello precedente!
<< No, stai tranquillo. Buona serata! >> Lo saluto.
<< Anche a te! >> Mi saluta di ricambio. Telefono subito a mia madre la quale sarà fiera di me!
<< Figlia mia, ciao, come và? >> Mi chiede.
<< Ciao mamy, mi sto facendo un fango e Kelly un massaggio. Ti telefono per darti delle belle news! Alec è stato assunto. Oltre che alla sfilata, parteciperà anche all’evento di stasera! >> Le spiego.
<< Amore mio che bella notizia. Tutto procede a dovere! >> Osserva.
<< Sì, ma non date dell’occhio questa sera. Non vi parlate e non vi guardate, nessuno deve sospettare che vi conoscete, intesi? >> Le ricordo.
<< Non serve che me lo ricordi figlia mia. Ti lascio, sono in una botique a scegliere un vestito per stasera. Vorrei indossare la pelliccia nera,che dici? >> Mi chiede come consiglio.
<< Che sarai divina come sempre! Mamma, sei i miei occhi e le mie orecchie alla serata di stasera, voglio un resoconto dettagliato! >> Le rammento.
<< E’ ovvio tesoro! Goditi la vacanza! >> Mi saluta, prima di riagganciare.
 
 
 
Camilla
Mia cugina sembra un cadavere! Pallida e con due occhiaie così, sarà per questo che sta esagerando con il make-up, sarà passata mezz’ora da quando si è seduta di fronte allo specchio e ancora non si è alzata!
<< Camilla sei bellissima! >> Osserva Roberta arrivando in ritardo.
<< Alla buon ora! Dai, scegliamo il vestito! >> L’invito. Si avvicina a me per parlarmi sotto voce.
<< Cami, ho solo una richiesta. Sotto l’abito vorrei indossare il baby-doll che abbiamo comprato Sabato scorso, non se mi spiego? >> Mi dice sollevando un sopracciglio. Sorrido.
<< Ti sei spiegata benissimo! Perciò stasera…. >> Affermo lasciando la frase in sospeso.
<< Lo spero! >> Asserisce tutta contenta. E’ un colpo di tosse a farci distrarre. Non mi ero resa conto che Silvia era uscita dal camerino, spero non abbia sentito!
<< Ciao Silvia! >> La saluta Roberta.
<< Ciao Roberta. Cami, cosa ne dici? >> Mi domanda facendo girando su sé stessa.
<< Ti sta benissimo, il verde ti illumina! Isabella ha finito? Roby, vai in camerino, ti passerò dei modelli! >> Le ordino tenendo le redini dell’atelier che, del resto, è il mio luogo di lavoro e ci tengo ad essere l’unica a mettere mani.
<< Non hai sentito l’ultima? >> Domando a Roberta, sottovoce per non farmi sentire da mia cugina. Con noi ci sono anche Isabella, che è uscita dal camerino con l’abito giusto che le sta d’incanto, e Silvia.
<< No, che succede? >> Mi domanda Roberta. Mi volto verso Lena, per accertarmi che sia distratta, la quale è proprio fra le nuvole!
<< Questa notte Lena e Giulio l’hanno passata insieme! Stamattina all’alba mi ha telefonato mia madre per sapere se avevo visto Lena, i suoi genitori erano in pena perché era uscita senza avvisare e non era rientrata! >> Inizio a raccontare.
<< Hanno chiamato anche Diego, ha detto lui a suo padre di aver visto Giulio in quel bar con Lena. >> Aggiunge Isabella guardando Silvia la quale ascolta con attenzione!
<< I miei zii sono andati immediatamente a casa di Giulio, loro, Patrizia e Daniele gli hanno trovati a letto insieme! >> Aggiungo.
<< Questo è lo scoop della serata! Spero solo che Daniele e Kristoff si mantengano a distanza di sicurezza! >> Commenta Roberta.
<< Scusate, termino di truccarmi! >> Asserisce Silvia, ignorando l’argomento, prima di allontanarsi.
 
 
 
Giulio
Ho lo stomaco in subbuglio e nello stesso tempo ho fame, mi sembra di avere un buco nero al posto dello stomaco! Questi sono gli effetti della bevuta di ieri sera e della tensione che avverto! Dopo essermi sistemato il colletto della camicia riaccendo il telefonino e trovo gli avvisi di, come minimo, trenta tentativi di chiamata di Lena, questo si chiama stalking! Entro in soggiorno dove la tensione è palpabile.
<< E la cravatta? >> Mi domanda mio padre.
<< Devo proprio? >> Mi lamento.
<< Osi lamentarti? E tu butta la gomma! >> Ordina a mia sorella che, pronta di tutto punto, siede sul divano.
<< Il tuo così detto “ragazzo” arriverà per conto suo? >> Le chiede mio padre con una punta d’ironia. Speriamo solo non dia di matto quando saprà che non è un nobile o una persona di spicco nell’alta società!
<< Sì, arriverà per conto suo! >> Conferma Giulia.
<< E tu cerca di stare lontano da quella tipa. Stasera specialmente! Non voglio rovinare questa festa,cerca di fare bella figura davanti a tua zia Marcella! >> Continua mio padre. Per quanto andrà avanti?
 
 
 
Lorenzo
<< Daniele sarà una furia! >> Commento alla fine del racconto di mio fratello. Se Giulio non ha più mire su Silvia tanto meglio, un problema di meno!
<< Voleranno fulmini e saette ogni volta che incontrerà i nostri zii! Vuoi qualcosa da bere? >> Mi domanda.
<< Sì! >> Accetto. Mio fratello di passa un whiskey facendolo scivolare sul piano dell’isola della cucina. Quando afferro il bicchiere lo sollevo, lui mi imita, prima di berne un sorso.
<< E così comprerai casa! E’ un grande cambiamento. Se lo avessi saputo prima avrei aspettato a trasferirmi e avrei rilevato il tuo contratto d’affitto! >> Affermo.
<< Puoi sempre disdire il tuo e venire a stare qui. La casa la conosci! >> Mi risponde.
<< No,a parte che ho dato tre mesi di anticipo,e poi usavo casa tua per portare le mie avventure,non vorrei ritrovarmele sullo zerbino! >> E magari ad aprire va Roby? Ci mancherebbe solo quello!
<< E tu quand’è che metterai la testa apposto? >> Mi chiede.
<< La mia testa è al suo posto! >> Rispondo con fare ovvio.
<< Sai perfettamente cosa intendo. Anche se, penso, deve esserti successo qualcosa. Mi ricordo della sera della mia festa di fidanzamento con Paola: mi hai detto che ero troppo giovane per impegnarmi! Mi aspettavo una risposta simile visto che, aprire un mutuo con la propria ragazza, è un impegno. Non come il matrimonio ma è pur sempre un bell’impegno! >> Osservo.
<< Ma Isabella non è come Paola! E non mi sorprende che tu voglia impegnarti sul serio con lei. >> Rispondo, anche per allontanare l’attenzione da me e dal mio cambiamento.
<< Sì, io con lei sto bene! >> Ammette sorridendo.
<< Dovremmo andare! >> Gli faccio notare.
<< Prendo la giacca e arrivo! >> Mi avvisa avviandosi verso la sua stanza da letto.
 
 
 
Marcella
Siamo tra le prime persone ad arrivare alla festa. Sul piano amministrativo dell’azienda, dove sono stati spostati i mobili abituali in favore di tavoli con tovaglie immacolate e tavolini da bistrò, oltre agli addetti al catering, sono presenti solo Roberta, Camilla Mendoza, Lena Huber, Isabella la fidanzata del presidente e Silvia Duarte. Le ragazze ci vengono incontro.
<< Marcella, Signorina Mariabeatrice, buona sera! >> Ci saluta Roberta.
<< Buonasera! >> Salutano le altre ragazze in modo corale.
<< Buona sera a voi. >> Saluto.
<< Ciao a tutti, prendo un cocktail! >> Afferma Bea dileguandosi. Attacca bottone con un cameriere.
<< Scusatela! Non è ancora arrivato nessuno? >> Chiedo anche se conosco già la risposta.
<< I miei genitori saranno per strada. >> Interviene Camilla.
<< Anche i miei. >> Aggiunge Lena. Il segnale sonoro emesso dall’ascensore ci fa capire che sta per arrivare qualcun altro. Le porte dell’ascensore si aprono e ne escono mio fratello, Patrizia e Giulio. I tre fulminano con lo sguardo Lena la quale non stacca gli occhi da Giulio.
<< Buona sera Marcella, Mariabeatrice? Buona sera signore. >> Saluta mio fratello.
<< Buona sera Marce. Buona sera a tutte! >> Saluta Patrizia facendo con me guancia a guancia.
<< Buona sera. >> Saluta mio nipote con poco entusiasmo. Le ragazze lo guardano come se volessero sbranarlo! Tranne Lena.
<< Buona sera. Giulia? >> Domando.
<< Sta aspettando il suo ragazzo nella hall. Sono proprio curioso di conoscerlo! >> Esclama Daniele.
<< Con permesso! >> Afferma Giulio allontanandosi. Lena sta per andargli dietro quando dall’ascensore escono i suoi genitori, Armando e Betty. Ricominciano i saluti di rito fatti di “buona sera”, più o meno rigidi, e baci sulle guance da parte di Camilla, Roberta, Isabella e Silvia.
<< Scusate, aspetto l’arrivo di Leon, vado ad accoglierlo di sotto! >> Spiega Silvia allontanandosi. Chi sarà questo Leon? Il suo ragazzo?
<< Isa,vieni con me? >> Domanda alla ragazza del presidente.
<< Sì, con permesso! >> Saluta la ragazza.
<< Andate pure, care! >> Le risponde Armando.
<< Sapevi che sarebbe venuto anche lui? >> Chiede Roberta e Camilla la quale scuote il capo.
<< Io non mi sono occupata degli inviti. David ha consegnato alla signora Marcella una lista con i nomi e i contatti dei principali collaboratori e fornitori dell’azienda. Dato che Leon è il nostro avvocato gli sarà stata mandata l’e-mail d’invito. >> Suggerisce Camilla.
<< Le ho mandate io, spero di non aver fatto qualcosa di male! >> Intervengo.
<< No, Marcella, figurati! >> Mi risponde Roberta.
<< Vi date del “tu”? >> Osserva Patrizia.
<< Gradite qualcosa da bere? >> Domanda Roberta ad Armando, Betty e Camilla, i quali rispondono in modo affermativo, per cambiare l’argomento di conversazione proposto da Patrizia. Roberta si avvicina al buffett e si rivolge al cameriere. Arrivano David, Michael, Francesco Mèsa e Lorenzo Mendoza.
<< Buona sera. >> Salutano coralmente e rispondiamo allo stesso modo. David si avvicina alla sua ragazza e si baciano castamente.
<< Diego, Silvia ed Isabella sono rimasti di sotto. C’era anche Giulia! >> Ci informa David.
<< Lo sappiamo. Giulia sta aspettando l’arrivo del suo ragazzo e Silvia, Diego e Isabella aspettano l’arrivo di Leon. >> Risponde Armando, sollevando la reazione di suo figlio Lorenzo. Roberta torna insieme al cameriere che regge un vassoio con dei calici di vino, tutti noi, tranne Armando, ne afferriamo uno ringraziando.
<< Come? Ci sarà anche Leon? >> Domanda Lorenzo con molta sorpresa.
<< Pare di sì! >> Risponde Roberta. I due si guardano.
<< Cara, non vi siete più sentiti dopo quella sera? >> Le domanda Betty.
<< No. Lui è partito per Cartagena e non ha più risposto alle mie telefonate. >> Risponde Roberta.
<< Magari rivedendovi avrete modo di chiarire. >> Interviene Armando.
<< No, non credo. La nostra storia è finita. >> Risponde lei a disagio da questa conversazione.
<< Leon era il suo ragazzo? >> Domanda Patrizia a suo marito sotto voce.
<< Sì, la sera della rissa a casa di Armando le sedeva accanto. Magari si è indispettito per il mio commento finale! >> Risponde sotto voce Daniele, non abbastanza sotto voce perché Lorenzo Mendoza reagisce.
<< DANIELE! SEI PREGATO DI FARTI I CAZZI TUOI E DI EVITARE DI SPARGERE IL TUO VELENO, ALMENO PER STASERA! >> Urla Lorenzo mentre fanno il loro ingresso Silvia, Isabella, Diego e colui che credo sia Leon, l’oggetto di questa discussione.
<< Buona sera. >> Saluta in modo generale il ragazzo con capelli scuri e occhi azzurri. Lui e Roberta si scambiano uno sguardo.
<< Buona sera Leon, è un piacere rivederti. >> Risponde Amando afferrando la sua mano.
<< Buona sera. >> Lo saluta Betty con un guancia a guancia.
<< Ti ricorderai di Daniele Valencia! >> Interviene Armando, con un certo sarcasmo. Sicuramente questo ragazzo non si ricorda di mio fratello solo per la posizione governativa che ricopre!
<< Certo. Buona sera Dottor Valencia. >>
<< Buona sera. Spero che lei voglia scusarmi per lo spettacolo riprovevole di cui sono stato protagonista qualche sera fa! >> Risponde mio fratello afferrando la sua mano.
<< Con lui si scusa ma degli altri chi se ne frega! >> Commenta Lorenzo. Se pur emesso sotto voce il suo commento non passa inosservato. Nel frattempo torna mio nipote Giulio il quale regge un bicchiere di quel che sembra whiskey.
<< Buona sera. >> Saluta, rivolgendosi gli ultimi arrivati.
<< Buona sera. >> Risponde il gruppetto.
<< Ti sembra il caso di bere? >> Lo riprende mio fratello.
<< Questa è una festa,no? >> Gli fa notare Giulio. Sentiamo un brusio provenire dalle scale e poco dopo fanno la loro entrata le donne della banda delle racchie con mariti e chi con prole al seguito. Ricominciano i saluti di rito.
<< E’ un ritardatario questo ragazzo di nostra figlia! >> Esclama Daniele mentre ci spostiamo tutti nello showroom, cuore della festa. Il gruppo si sparpaglia.
<< Possiamo parlare? >> Domanda Leon alla mia pseudo nipote Roberta. Lei gli accorda il permesso e i due si appartano. Lorenzo Mendoza non li perde di vista un attimo.
<< Buona sera! >> Salutano un ragazzo e quel che penso sia il padre.
<< Buona sera Signor Torres. E tu cosa ci fai qui? >> Domanda con stupore Lorenzo al ragazzo, dopo aver salutato il padre.
<< Mia madre non poteva venire e ho accompagnato io mio padre. Buona sera a tutti, Gonzalo Torres! >> Saluta il ragazzo stringendo le mani di tutti noi.
<< La maggior parte di loro li conosci. Ti presento Marcella Valencia, mia zia Camilla e suo marito Kristoff Huber, gli ospiti d’onore della festa. >> Introduce Lorenzo. Tutti noi stringiamo la mano al ragazzo e a suo padre Marcus.
<< Ma vi siete messi d’accordo? >> Domanda Camilla, la figlia di Armando, a suo fratello e al suo amico. Solo dopo il suo commento ci accorgiamo che i due vestono lo stesso completo. Si guardano e scoppiano a ridere. Dopo di che Gonzalo prende in parte l’amico ed iniziano a confabulare.
<< Nostra sorella che fine ha fatto? >> Domanda Daniele. Gliela indico con un cenno del capo mentre fa la civetta con un cameriere. Arrivano Ugo e Mario.
<< Buon Dio, avrà trent’anni! >> Interviene Ugo.
<< Buona sera! >> Saluta Mario. Rispondiamo coralmente.
<< Siete venuti qui insieme? >> Domanda mio fratello per provocarli.
<< Sei totalmente impazzito signor Vampiro Valencia? >> Domanda Ugo.
<< No Daniele, i miei gusti sessuali sono sempre gli stessi! Viva le donne! >> Risponde Mario.
<< Ah, questo lo so perfettamente! >> Risponde mio fratello rivolgendogli uno sguardo eloquente. Mario mi guarda.
<< Daniele. >> Sussurro digrignando i denti e tirandolo leggermente per la giacca. Si formano dei gruppetti, gli invitati cominciano ad arrivare e la festa si anima.
 
 
 
Leon
<< Io non so come dirtelo, perciò andrò dritta al punto. Sono abbastanza certa che Roberta abbia un altro! Poco fa ho sentito una conversazione tra di lei e Camilla in cui facevano chiaramente riferimento a un nuovo ragazzo. Roberta ha chiesto a Camilla un vestito adatto per poter indossare sotto un baby-doll che ha comprato qualche giorno fa, c’ero anche io in quell’occasione. Da donna posso dirti che per abitudine non indossi completi del genere sotto gli abiti! Lo fai solo per un certo motivo! Mi dispiace. >>
Le parole di Silvia mi hanno sconvolto come una secchiata di acqua gelata. Ma è stata sincera, mi dice tutto, anche sapendo che certe cose possono ferirmi, e questa si chiama onestà e amicizia. E’, vero, lei ha un altro e devo farmene una ragione! Ma il cuore non mente. Rivedendola mi rendo conto di quanto io tenga ancora a lei e mi sento morire quando mi accorgo che non fa che voltare lo sguardo verso Lorenzo che, a poca distanza da noi, ci guarda e confabula con un suo amico.
<< Mi dispiace di non aver risposto alle tue chiamate, ma ero ancora stravolto dopo la nostra ultima conversazione! >> Intervengo per rompere il ghiaccio.
<< Lo capisco. Io con te sono stata bene e mi dispiace che sia finita così! Ma, se ci pensi, era inevitabile. >> Il mio cuore si disintegra quando sento queste sue parole.
<< P-perciò tu credi sia la scelta giusta chiudere la nostra relazione? >> Provo speranzoso. Lei sposta lo sguardo verso il terreno.
<< Sì. Io non ti posso dare quello che cerchi… Con me soffriresti, e non voglio questo. Penso davvero che tu sia un caro ragazzo, ma non sei quello giusto per me! >> Mi risponde.
<< Ok. >> Incasso. << Dimmi solo una cosa, ti prego di essere sincera. Fra te e Lorenzo è tutto come prima? >> Le domando.
<< Sì, siamo solo amici! >> Mi risponde dopo aver esitato.
<< Bene, perciò finisce qui. >> Constato. << Scusami! >> Mi allontano con il cuore infranto e leggermente arrabbiato dalla sua bugia. Sono venuto fin qui per conoscere la verità e l’accetterò! Ma perché mentirmi? Perché dire semplicemente “Sì, sto con lui”? Non ha alcun rispetto per i miei sentimenti! Mi guardo in giro per cercare Silvia. Ma dov’è?
 
 
 
Lorenzo
<< Perciò i due non stanno più insieme? >> Mi domanda Gonzalo.
<< No. Ma è una lunga storia! >> Taglio corto per non dovergli raccontare della rissa a casa dei miei.
<< Tu e Silvia vi lasciate e la stessa cosa accade anche a loro… Che coincidenze! >> Commenta.
<< La finisci? La pianti con queste teorie? >> Gli chiedo.
<< No! Lorenzo, ho capito tutto ieri sera! Anzi, stanotte per la precisione. Diciamo che durante la cena qualcosa non mi quadrava, e in discoteca, quando ti sei tanto infervorato per quel tipo che ci ha provato con lei, ne ho avuto la conferma! Non serve più mentirmi! >> Insiste.
<< Sei fuori strada, amico. Scusami! >> Mento, per poi allontanarmi e mischiarmi nella folla.
 
 
 
Giulio
Mi avvicino a lei, che osserva il buffet reggendo un piatto vuoto, e la guardo di sghembo. Lei volta leggermente il capo verso di me per poi riportare lo sguardo sul cibo, ostentando un’indifferenza che non possiede!
<< Vorrei parlarti! >> Esordisco cercando di essere il più discreto possibile.
<< Con quale lettura m’insulterà stavolta? >> Risponde pungente.
<< Non so cosa tu abbia saputo, ma c’è una spiegazione logica! >> Affermo. Posa con durezza il piatto e mi affronta a brutto muso.
<< Mi correggo, non ha bisogno di regali per insultarmi, le riesce anche senza! Donna e uomo, ubriachi, mezzi nudi, sul divano… C’è una sola interpretazione a questo! >> Afferma alzando il tono di voce, con una mano appoggiata al tavolo e l’altra chiusa a pugno puntata contro il fianco. Alcune persone (che per fortuna non conosco) ci guardano. Le stringo un braccio costringendola a seguirmi nel luogo vicino più tranquillo, non m’importa se ci vedono!
<< MA CHE FAI?! >> Urla quando entriamo nell’atelier. Chiudo la porta.
<< Qui parleremo con più calma! >>
<< Lei è pazzo, questo si chiama sequestro di persona! >> Afferma tentando d’imboccare l’uscita ma io la fermo.
<< Mi lasci andare o urlo! >> Si lamenta. Mi perdo nei suoi occhi verdi senza rispondere.
<< MI LASCI ANDARE! >> Urla. Le chiudo la bocca con una mano.
<< Fammi spiegare cos’è success ieri, ti prego! Tu ti sei fatta un’idea sbagliata di quello che mi lega a Lena, ne sono certo! Non è colpa tua se ti sei fatta una brutta idea di me, è colpa mia e lo so! Ma permettimi di farmi conoscere… ti prego! >>
<< Come glielo devo dire che non m’interessa conoscerla? Come non m’interessa sapere cosa la lega alla signorina Lena! >> Insiste con la schiena al muro. E’ in trappola.
<< E perché ho la sensazione contraria? So di piacerti… E anche tu mi piaci! Mi piaci moltissimo. Mi piaci così tanto che non me ne è fregato niente di essermi preso quel cazzotto da Lorenzo! >> Confesso. Rimane inerme di fronte a queste mie parole e mi avvicino lentamente alle sue labbra. Sto per posare le mie labbra sulle sue, finalmente, quando qualcuno mi strattona.
<< Credo che la signorina non gradisca la sua presenza! >> Interviene questo impiccione.
<< E tu di che cazzo t’impicci? Perché non torni dalla tua ragazza? >> Gli domando a brutto muso.
<< Leon, lascia stare! Quanto a lei, non usi mai più questo tono con lui e la smetta di molestarmi! >> Tuona Silvia nera di rabbia. Eppure poco fa sembrava aver abbassato le difese! Non si fida di me e non la biasimo!
<< Come dicevo, la signorina non apprezza la sua compagnia! >> Ribadisce il principe del foro.
<< E dovrebbe apprezzare la sua? >> Domando scoppiando in una fragorosa risata. Un ceffone mi colpisce in pieno volto.
<< E’ PER COSE COME QUESTE CHE LEI MI DISGUSTA! LEI NON PORTA RISPETTO PER NESSUNO, CREDEVO VALESSE SOLO PER LE DONNE, LE QUALI LE CONSIDERA COME DEGLI OGGETTI DA POSSEDERE, COME TROFEI, COME PASSATEMPI! INVECE VALE ANCHE PER GLI UOMINI! Come dicevo lei non porta rispetto verso nessuno… Non rispetta suo fratello, perché lo dovrebbe fare con gli altri? Lei non mi avrà MAI, se lo metta bene in testa! >> Mi vomita addosso prima di prendere per mano il principe del foro e tornare alla festa. Mi tocco la guancia dolorante e cado a peso morto seduto sull’ottomana di Ugo.
 
 
 
Alexander
Il traffico per strada era mostruoso. Ho fatto più tardi del previsto per tornare a casa con la spesa e la mia fame è aumentata! Parcheggio nel vialetto e, solo quando mi avvicino alla porta di casa, mi rendo conto che qualcosa non quadra. La porta è aperta. Come mai? Il soggiorno è semi-buio e sarebbe del tutto scuro se non fosse per la luce della cucina accesa che lo illumina parzialmente.
<< Brigida? >> Chiamo entrando in casa piano piano. Solo quando vedo le gambe di Brigida sporgere da dietro l’isola della cucina mi rendo conto che sta succedendo qualcosa di strano e mi allarmo! Per fortuna, quando sono sceso dall’auto, non mi sono tolto l’auricolare bluetooth.
<< 911, come possiamo aiutarla? >> Mi domanda la voce di un uomo.
<< Mi chiamo Alexander McNamara. Sta succedendo qualcosa di strano presso la mia abitazione! La mia cameriera è in terra, non so se sia solo svenuta o se sia più grave! Non so se in casa mia si sia introdotto qualcuno! >> Spiego mentre apro il cassetto del mobile dell’ingresso e impugno la glock. Con una freddezza che non sapevo di possedere controllo che ci sia il colpo in canna e, camminando con un piede davanti all’altro, mi avvicino alla cucina.
<< Abbiamo rintracciato la sua chiamata, i soccorsi saranno lì in pochi minuti, nel frattempo esca dall’abitazione! >> Mi suggerisce l’operatore del 911.
<< Devo vedere come sta Brigida! Sono armato, possiedo una glock regolarmente denunciata! >> Spiego all’operatore.
<< Metta via la pistola ed esca di lì, attenda all’esterno l’arrivo della polizia! >> Mi ordina. Giunto in cucina, mi inginocchio e porto due dita sul collo di Brigida.
<< C’è battito! >> Annuncio all’operatore, con successo.
<< Bene,adesso esca dall’abitazione,mi ha sentito? I soccorsi sono a meno di 2 minuti da lei! >> Ribadisce. Non faccio in tempo a rispondere perché vengo colpito alle spalle e cado inerme a fianco al corpo della cameriera.
 
 
 
Roberta
<< Si accorgeranno che siamo spariti! >> Osservo mentre, per mano all’uomo che amo, corriamo verso il bar dell’azienda, un luogo appartato e deserto. Solo quando abbiamo trovato un angolo semi-nascosto che ci aggrada ci fermiamo. Mi spinge a sé e mi travolge in un bacio.
<< Ho sentito il sangue ribollirmi quando ho scoperto che ci sarebbe stato anche lui e quando vi ho visti chiacchierare! >> Afferma staccandosi da me per riprendere fiato.
<< Sei geloso, dottor Mendoza? >> Domando divertita.
<< Perché, solo tu hai l’esclusiva? >> Mi chiede prima di baciarmi. Parliamo sotto voce per il timore di essere sentiti.
<< Sai, oggi pomeriggio stavo riflettendo sul fatto che ci sono tante cose che vorrei capire, cosa del passato e che riguardano il nostro rapporto! >> Afferma.
<< Andres, per esempio, te lo ricordi? >> Mi domanda.
<< Io sì, dato che era il mio ragazzo, e credo che lo ricorderai anche tu! >> Affermo sarcastica.
<< Taci, non ricordarmelo! Ho fatto gli incubi per un mese dopo aver visto il tuo ragazzo nudo! Comunque, ciò che mi premeva sapere è se… se vi siete lasciati a causa mia, in un certo senso! Quella sera mi dicesti che ti aveva lasciato perché aveva scoperto che ti piaceva Asier! >>
<< No, non proprio. Fosti tu a nominare Asier, io dissi che mi piaceva un altro e quell’altro eri tu! >> Preciso.
<< Sono stato proprio uno stupido. Che odiota… >> Si auto commisera prima di baciarmi.
<< Comunque… quella sera, se vuoi saperlo, Andres mi ha lasciato perché ha capito che mi piacevi. Fuori dal club gli stavo dicendo che avrei dovuto allontanarmi con te per darti la mia sorpresa, cioè la torta, e lui l’ha presa male! >> Racconto. Mi attira a sé e mi bacia.
<< Non senti? >> Domando staccandomi da lui.
<< Dei passi… >> Sussurra. Sentiamo dei passi allontanarsi. Qui c’era qualcuno!
 
 
 
 
FINE CAPITOLO 51.
 
 
 
 
Come avete potuto leggere, Giulio e Lena sono stati l’argomento del capitolo e non è ancora finita! Cosa accadrà a questa benedetta festa?  L’incontro tra Michael e Cèsar come andrà? Lorenzo e Roberta sono stati beccati? E se sì, da chi?? La notizia della relazione tra Roberta e Lorenzo si diffonderà? E Silvia e Leon come reagiranno? Il pranzo a casa di Nicola Mora come andrà? Avete avuto qualche indizio sulla sorpresa che ha in programma Lorenzo, ma in cosa consiste nel complesso l’avete immaginato? Vi sono piaciuti i vari flashback? Al prossimo capitolo! 
 
   
 
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