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Autore: Hikari_Henko    15/12/2016    1 recensioni
Lovino Vargas rivela le doti di un ottimo studente,anche se si dimostra sufficiente verso la lingua spagnola. Per questo gli viene affidato un tutor, Antonio, il quale sarà pure il suo unico amico, l'unico con cui poi rivelerà le atrocità del proprio passato e, creando un forte legame con lui, proverà ad affrontarle.
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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Al termine delle lezioni, Antonio fuggì, letteralmente, dall’aula.
Voleva assicurarsi che Lovino venisse. Quindi si appostò davanti all’uscita della scuola. Fissò attentamente ogni minimo studente abbastanza basso (già, il povero italiano non godeva di grande possenza) e con i capelli castani. Masse di ragazzi e ragazze si riversarono sulle porte.
Poi, scorse un ricciolo. Uno molto familiare.
-LOOOVIIIN- fece per urlargli lo spagnolo, ma si ritrovò già a terra per un pugno micidiale del ragazzo, colto dall’improvviso imbarazzo. Non aveva di certo scordato cosa gli aveva fatto nel corridoio.
Quel “Non ti lascio qui da solo” continuava a rimbombargli in testa.
-TI AVEVO DETTO CHE SAREI ARRIVATO CRETINO!
-Auch… come sei scontroso… sarai piccolino ma di forza ne hai cavolo…
L’italiano quasi gli tirava un altro pugno, ma si trattenne. Aiutò il bastardo ad alzarsi.
Andarono verso il loro luogo magico. L’orto sembrava sempre più rigoglioso ogni volta che si entrava. Con i soliti profumi dolci e freschi.
Erano soli. Le due solitudini unite.
Il caso vuole che Lovino, disattento, recandosi al telo, poggi il proprio piede vicino ad un ramo a terra che gli faccia perdere l’equilibrio. E, OVVIAMENTE, CHISSA’ CHI E’ LA PERSONA SU CUI CADE ADDOSSO SPUDORATAMENTE.
Dopo il tonfo, Antonio, leggermente di stucco, spalancò gli occhi e vide il proprio corpo a terra con quello di Lovino sopra.
-Ehm… tutto bene?
-… BRUTTO BASTARDO!
-MA COSA?! CHE HO FATTO?!
Poi ovviamente CHI POTEVA ARRIVARE IN UN MOMENTO COSI’ bello  IMBARAZZANTE?
-Tonio! Guarda che quando sei scappato dall’aula hai scordato la sac- ma Francis fu interrotto. Di fronte a quella scena, a cosa avrebbe potuto pesare?
-Kesesesese cosa ti prende Fra- oh… PHUAHAHAH
-N-NON E’ COME SEMBRA!
Il trio aveva incominciato a urlare cose incomprensibili, con Francis che fangirlava, Gilbert che faceva fotografie che avrebbe spammato in massa e Antonio che blaterava scuse.
Lovino non ci stava capendo più nulla. Cercò di mantenere la calma. Si alzò, lasciando Tonio steso a terra, recandosi al telo, tirando fuori dallo zaino i suoi libri.
I due appena arrivati si avvicinarono allo spagnolo.
-E’ lui?
-Chi scusa? Non vi ho mai parlato del mio studente
-Ma sì! Quello per cui hai perso la testa…
-I-Io non ho perso la testa per nessuno… gli faccio solo da tutor per lo studio.
-Sì sì e spiegaci come mai era sopra di te…
-E’ inciampato in un ramo…
-E spiegalo anche al tuo gioiellino là sotto…
Antonio leggermente traumatizzato da quelle parole guardò in bassò e realizzò la cosa.
-Fottetevi. Tutti e due.
Prese la sacca, andando poi verso il giovane. Inaspettatamente i due lo seguirono, sedendosi a cerchio con Lovino e Antonio ai poli opposti l’uno all’altro.
-Non dovreste andare? Che ne so… dai vostri pupilli?
Gilbert sogghignò:- La lancia padelle umana sta aiutando il damerino effemminato nell’aula di musica…
E Francis:- Il fissato del the fa ripetizioni come te… très bien…
Antonio sbuffò. Non notava la disapprovazione di Lovino. Anzi, era lì che coniugava verbi su verbi.
Gilbert lo stava fissando:- Come ti chiami, giovane allievo del grande maestro Tonio?
-V-Vargas… Lovino Vargas…
-Cosa è questa massa latina! Ad ogni angolo spuntano solo latini, latini su latini…
Lovino si girò a malapena a guardarlo, non lo attraeva come Antonio.
-Ma… cosa hai in faccia?
-Cos- CAZZO, NON TOCCARMI BASTARDO!
Troppo tardi, il cappuccio era stato sollevato e anche Gilbert e Francis avevano visto tutto. Lo spagnolo era preoccupato per la reazione.
Non andò male.
-Woho, guarda che roba!- esultò Gilbert contento.
-Ma che caz- Lovino non capiva. Stava per lanciargli contro un pugno.
-Sei un grande! Con così tante botte sei ancora in piedi?! Sei un macigno diamine! TONIO, GUARDA CHE ROBA!
Sembrava entusiasta e non si capiva il motivo. L’italiano era perplesso.
-Anche io ne prendo di pugni, kesesese! Cosa c’è di meglio di una bella rissa ogni tanto?                                     
Lovino oltre che essere leggermente stupito, per qualche ragione, si sentiva sollevato. Gilbert si complimentava di lui. Non che Antonio non lo facesse, però quel ragazzo dai capelli albini lo aveva fatto sentire forte. Molto forte. Come se quelli non fossero lividi inutili, presi perché se li meritava, anche se non aveva colpe.
-Cosa… cosa intendi?- ora il giovane era più attento, interessato. Lo guardava in un modo differente. Così acceso.  Antonio era preoccupato. E pure geloso.
-Voglio dire… sono queste cose che ti rendono un uomo! Uno forte! Guarda Francis, guarda come è ridotto! E’ perché non fa a botte!
-Non ascoltarlo ti porterà al delirio…
Lovino si appassionava ai loro discorsetti, si sentiva a proprio agio. Antonio perdeva la pazienza. Pensava di riuscire a tenerselo tutto per se per consolarlo EH! VOLEVI! Invece lo vedeva divertirsi con altri uomini.
-Ragazzi… stiamo studiando.- il suo tono di voce era cambiato. Pure l’italiano lo aveva notato. Non era la solita voce dolce e angelica che gli correggeva le pronunce o che lo sollecitava.
I suoi compagni compresero subito. Sollevarono le spalle sbuffando e allegramente salutarono i due lasciandoli alla lezione.
Lovino proprio non capiva. Che cavolo era preso allo spagnolo?  Non si parlarono per un po’ di minuti. Il ragazzo stendeva mano a mano l’inchiostro della penna sul foglio. Il vento muoveva le foglie e i sassolini. L’acqua zampillava sulle rotonde zucche.
-Senti- incominciò- cosa ti è preso?
Antonio lo fissò un attimo.
-Non è nulla…
-Cazzo, parla coglione, capisco benissimo quando qualcosa non va.
-No davvero…
-Parla.
-E va bene… tu, non dovresti avvicinarti così a loro.
-Cosa? E perché sentiamo.
Antonio prese un sospiro.
-Perché tu sei mio.
 
[Angolino annotazioni]
Scusate ma devo comparire un secondissimo! Intanto non spoilero nulla mhuahahaha e anzi siccome il mio livello di stronzaggine è alto vi comunico pure che per un po’ non so se sarò in grado di scrivere… Sarò ad una fiera i prossimi giorni e quindi non vi rivelerò questo punto cruciale MHUAHAHAHAH no ok spero che passiate un buon fine settimana, hasta luego :*
PS: ho notato che questo capitolo è più lungo… spero di mantenere questo ritmo e di intrattenervi di più
-Ringo 
   
 
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