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Autore: Layla    16/12/2016    1 recensioni
Tamao Ishida è una delle tante schiave senza nome che lavorano come sarte per la yakuza.
La sua vita cambierà il giorno in cui deciderà di scappare e finirà per nascondersi nel pullman dei Pierce The Veil e si unirà a loro. Scoperta dall'Immigrazione verrà sposata da Jaime, per cui ha una cotta, riuscirà a farlo innamorare di lei o il loro rimarrà solo un matrimonio di facciata?
Yukari Yidashi è la merchgirl dei Pierce The Veil cotta di Vic Fuentes, ma non è detto che sia lui l'uomo che davvero ama.
Forse è una persona del suo passato che aveva considerato sempre e solo un amico.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jaime Preciado, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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11)Quella fiamma che ti brucia dentro.

 
Tamao p.o.v.

 
Il passato non ti abbandona mai.
Fedele come un’ombra ti segue e talvolta avvelena anche il presente e ti rende nemici gli amici, anche solo per un attimo.
Quando ho visto Mike rollarsi quella canna mi sono venute in mente tutte le volte che vedevo mio padre attaccato alla bottiglia di sake e sapevo che avrei finito per prenderle per qualche ragione.
Istintivamente mi irrigidisco, noto che anche Erin non è d’accordo con questa faccenda e dice a Tony di farsi solo una canna.
“E tu, Tamao?”
Mi chiede il batterista.
“Io non sono nessuno per poter dire a Jaime quanto fumare, ma vorrei evitare che esagerasse.”
Dico piuttosto formale, stringendo i pugni fino a farmi male
“Cosa ci può essere di male?”
“Non mi piacciono le persone dipendenti da qualcosa! Mio padre era un alcolista praticamente e questa era la scusa per picchiare le donne di famiglia e ho visto dei miei compagni diventare dipendenti dalle pasticche ed essere violenti allo stesso modo con le loro ragazze.
Scusa se sono preoccupata.”
Esplodo alla fine e Jaime mi stringe una mano.
“Non succederà, tesoro.
L’erba rilassa.”
“Se lo dici tu.”
Il mio tono è scettico, non ci credo molto, per me la droga è pericolosa.
“Davvero, Tamao! Non c’è nulla di cui preoccuparsi, io non picchio Alysha, vero, zuccherino?”
Lei annuisce, io rimango in silenzio e guardo quella dannata canna passare di mano in mano fino ad arrivare a me. La prendo in mano come se fosse una pericolosa bomba in procinto di esplodere e do un tiro, il sapore è totalmente diverso dalle sigarette e mi fa tossire e lacrimare gli occhi.
La passo a chi c’è seduto accanto a me e mi alzo di scatto sentendo le risate di qualcuno, mi giro velocemente per non far vedere che adesso le lacrime sono di umiliazione.
Attraverso la stanza in cui c’è un caldo soffocante e raggiungo a porta, respirando a pieni polmoni l’aria più fresca, poi prendo un ascensore che mi porta nell’atrio.
Lì ho un momento di confusione, dovrei prendere un taxi per andarmene e raggiungere il pullman dei Pierce The Veil, ma non so dove sia.
Mi prendo la testa tra le mani e gemo disperata.
Poco dopo sento dei passi dietro di me e qualcuno mi afferra gentilmente per il polso e mi fa girare verso di lui o lei. È Jaime.
“Dobbiamo parlare.”
Esordisce.
“Voglio andare al tour bus.”
Dico piatta.
“Parleremo lì.”
“Va bene.”
Dico, senza nessuna voglia di parlare in realtà.
Lui mi ha ferita ridendo di me e della mia goffaggine, non me lo sarei aspettata da lui, pensavo fosse una persona diversa, invece è solo uno stronzo come tutti.
“Sei arrabbiata?”
Io non rispondo.
“Lo prendo come un sì.
Tamao, abbi pazienza ancora un attimo poi chiariremo e spero di farti capire il mio punto di vista e farti passare la rabbia.”
Io mugugno qualcosa di incomprensibile ed esco con lui, l’aria fresca della notte è come uno schiaffo che mi riporta alla realtà: siamo al nostro primo litigio matrimoniale.
Jaime chiama un taxi e gli detta l’indirizzo, poi saliamo entrambi senza dirci una parola. Sono curiosa di sapere cosa vorrà dirmi e come giustificherà quello che è successo.
Molto curiosa.
Durante il tragitto nessuno dice nulla e in venti minuti siamo davanti al tour bus della band, adesso la zona è deserta quando fino a poco tempo fa brulicava di persone.
Guardo il cellulare, sono circa le tre di notte, forse anche le fan più irriducibili a quest’ora se ne sono andate. Io e Jaime saliamo sul mezzo, lui si lascia cadere sul divano, io rimango in piedi con le braccia conserte guardandolo in attesa che dica qualcosa.
Qualsiasi cosa.
“Mi dispiace per il tuo passato, non sapevo che tuo padre ti picchiasse.”
“Ci sono molte cose che non sai di me, ma immagino le scoprirai lungo il matrimonio.”
Dico piano.
“Sì, hai ragione.
Non devi preoccuparti per l’erba, è innocua.
Ti sembro forse diverso o violento?”
“Hai riso.”
“Cosa?”
Mi guarda senza capire.
“Quando mi sono mezza strozzata con quella merda hai riso, mi hai preso per il culo come gli altri.”
Dico dura.
“Io non volevo, solo che era… comico.”
“E come? Spiegami
Ti sembra divertente una persona che quasi si strozza con il fumo?
Scommesso che hai pensato che sono una stupida novellina e che la moglie di una rockstar dovrebbe essere abituata a queste cose e magari fumare anche lei come Alysha.”
“No, non ho pensato questo! Giuro!
Ho solo riso perché al momento mi sembrava divertente e ridevano tutti, non volevo offenderti.”
“Io non sono come voi.”
Dico guardando fuori dalla finestra.
“Forse dovrei andarmene.”
Lui  mi abbraccia da dietro.
“Non farlo, ti prego.”
“Perché no?
Il nostro non è un vero matrimonio, tu non mi ami. Mi hai sposato per farmi rimanere qui e te ne sono grata, ma non c’è amore tra noi o sì?
Perché un giorno mi dici che devi capire cosa provi per me e quello dopo mi baci davanti a una folla e qualche ora dopo ridi di me.
Non ci capisco più nulla, a volte mi sembra di conoscerti, altre volte ho l’impressione di conoscere solo una maschera.”
Lui rimane un attimo in silenzio, scompigliandosi i capelli mezzi bagnati, forse alla ricerca delle parola giuste per uscire da questa situazione.
“Tamao, quando ho detto che sono confuso non mentivo.
Sei piombata nella mia vita come un uragano e l’hai sconvolta e va bene, ma devo capire se provo amore o attrazione e per non farti soffrire mi trattengo.
Per il bacio, beh, ero carico per il concerto e sapevo che dovevo dare quell’annuncio. Quando l’ho fatto ho seguito l’istinto e ti ho baciato. Non mi è dispiaciuto per nulla, c’è chimica tra di noi, questo lo capisci?”
Io annuisco
Hai, il matrimonio non si basa solo sulla chimica, serve anche altro.”
“Lo so e per prima, mi dispiace.
Non avrei dovuto ridere, ma ho seguito la massa e ho fatto la figura del coglione.
Non penso che tu sia stupida o altro per non aver mai provato a fumare dell’erba, ora che so a tua storia famigliare e dei tuoi compagni di scuola capisco perché vuoi starci lontano.
Ma ti giuro che non è pericolosa.”
Io rimango in silenzio.
“Una canna ogni tanto, Jaime-kun.
Non di più e non voglio mai vederti ubriaco. Se lo fai non venire a casa, ma va da Vic o da qualcun altro e torna quando sei sobrio.”
“Va bene, lo capisco e lo accetto.
Non avere paura di me.”
“Se non mi darai ragione per farlo non lo farò.
Sono stanca di vivere nella paura.”
Lui annuisce.
“Adesso vieni qui.”
Mi siedo accanto a lui che mi passa un braccio attorno alle spalle e inizio ad accarezzarmi i capelli con dolcezza, lasciando qualche bacio sulla tempia.
Io mi stringo a lui e gli accarezzo il petto.
“Ti voglio bene, Jaime.
Non immagini quanto.”
“Io invece credo di saperlo benissimo, sennò non ti preoccuperesti così per me.”
Dopo esserci coccolati un po’, andiamo nel bunk.
Stasera siamo soli, gli altri sono tutti fuori a festeggiare e mi va bene così.

 
La mattina dopo siamo tutto schierati fuori dal pullman visto che i ragazzi avevano già preparato i bagagli la sera prima.
Vic mi sembra strano, pensieroso e Yukari  non si è ancora vista e persino un’estranea come me capisce che è strano.
Tony, Jaime e Mike parlottano tra di loro su questa strana assenza, ma Vic si tiene in disparte e la cosa mi stupisce. Cosa è successo ieri sera?
Finalmente un taxi si ferma fuori dal tourbus e ne esce una trafelata Yukari, ha un brutto colorito e sembra triste.
“Scusatemi.”
Dice con aria stanca.
“Non fa niente. Noi andiamo o perdiamo il volo, tu prendi il prossimo.”
Vic le consegna il biglietto aereo, ma sembra stranamente freddo con lei, di solito vanno molto più d’accordo.
“Voglio andare a Londra, mi farò cambiare la destinazione.
A proposito di Londra.”
La cosa mi giunge nuova e la guardo stupita – come tutti – ma lei non se ne accorge, è troppo impegnata a frugare la borsa. Alla fine porge un mazzo di chiave a Jaime
“Queste sono le chiavi del mio appartamento londinese, potreste trascorrere lì la vostra luna di miele, come stabilito. Io non sarò tra i piedi, vado a Sheffield.”
“Ok, grazie mille, Yukari.”
La salutiamo e lei ci abbraccia tutti con calore, tranne Vic che si allontana subito da lei come se le avesse fatto qualcosa.
Non so cosa sia successo, ma devo scoprirlo, Yukari sta male e Vic anche. Dopo le scriverò adesso dobbiamo caricare il taxi con le mie valigie e quelle di Jaime.
Andremo a Londra e quasi non ci credo, ho sempre desiderato andarci, nella mia camera da ragazzina avevo un poster di quella città attaccato a una delle pareti.
Forse i sogni ogni tanto si avverano.
Mi rilasso meglio sul sedile e poi guardo Jaime.
“Jaime.”
“Sì?”
“Secondo te è successo tra Vic-kun e Yukari-chan?
Lui è stato è strano tutto il tempo e quando si è trattato di abbracciarla, l’ha fatto solo lo stretto necessario.”
Lui si gratta la testa.
“Sì, Vic è strano.
Ieri sera quando è tornato dalla festa l’ho visto bersi alla russa quattro shots di vodka.”
“Alla russa?”
“In un sorso solo.”
Hai. Uhm, Vic-Kun non mi sembra il tipo capace di fare una cosa del genere, Mike-kun lo farebbe.”
Lui annuisce.
“È questo che è strano, poi oggi ha parlato pochissimo e non è da Yukari arrivare in ritardo.
Non so cosa sia successo tra quei due, ma deve essere successo sicuramente qualcosa.”
Io mi torturo un attimo il polsino che indosso.
“A Yukari-chan piace Vic-kun.”
“Questo spiegherebbe alcune cose.”
Io prendo in mano lo smartphone che mi hanno regalato il secondo giorno dopo il mio arrivo e scrivo alla mia amica chiedendola cosa sia successo.
“Ciao, Tamao.
Non mi va di parlarne, non per telefono almeno.
E poi tra poco dovrai spegnerlo perché sarai su un volo.
Facciamo che ci chiamiamo su Skype quando ci saremo sistemate?”
Mi risponde lei, io digito una risposta.
Hai. Teniamoci in contatto.”
“Certo. Voglio sapere tutto sulla tua luna di miele :p”
“Va bene XD!”
Metto via il cellulare e sospiro.
“Ti ha detto qualcosa?”
Io scuoto la testa.
“Dice che non vuole parlarne per telefono, di chiamarla su Skype quando saremo a Londra.
Lei va a Sheffield, conosce da tanto Lee-kun?”
Jaime ride e il suono pieno della sua risata mi fa subito stare meglio.
“Conosce Lee da quando andavano all’asilo, è stata presente alla fondazione dei Bring Me The Horizon e ha fatto per un po’ la merchgirl per loro.
Poi ha deciso che voleva vedere gli States ed è arrivata qui ed è diventata la nostra merchgirl, se vuoi saperla tutta credo proprio che Lee Malia abbia una cotta per lei che dura da anni, ma lei non se ne è mai accorta.”
“Lo so, l’ho notato.
È sempre così gentile con lei, spero che in questi mesi riesca a capire che forse Lee non è proprio da buttare via.”
“E io sono da buttare via?”
“Via senza un ripensamento.”
Dico seria poi scoppio a ridere.
“No, Jaime. Non sei da buttare via e se qualcuno lo facesse setaccerei tutte le discariche del mondo pur di ritrovarti.”
La macchina si ferma, segno che siamo arrivati all’aeroporto, e scendiamo. Il taxista ci aiuta a scaricare i bagagli e Jaime lo paga, poi aspettiamo gli altri.
Lentamente arrivano tutti, ci abbracciamo un’ultima volta, scambiandoci auguri e saluti.
“Ricordatevi la regola dei tre giorni!”
Urla Mike prima di sparire dentro l’aeroporto e dirigendosi verso le partenze nazionali, io guardo mio marito interrogativa.
“Che cos’è la regola dei tre giorni?”
“Oh, nulla.
Da sempre abbiamo deciso che dopo un tour non ci sentiremo per tre giorni in modo da non rovinare la nostra amicizia.”
Io sorrido, mi sembra bizzarra come regola, ma forse mette a dura prova i nervi di tutti e può rovinare un’amicizia stare sempre a contatto con i propri amici.
Facciamo il check-in, mangiamo qualcosa e compriamo qualcosa nell’area duty free, soprattutto sigarette per me, e poi quando chiamano il nostro volo ci dirigiamo verso il gate.
Superati i controlli di routine saliamo sull’aereo, non appena mi siedo su un comodo sedile blu di prima classe mi irrigidisco come se fosse fatto di spine.
In un attimo mi è tornata in mente la prima volta che sono salita su un aereo in compagnia dell’uomo disgustoso della yakuza che mi aveva acquistata dalla mia famiglia e che aveva la tendenza ad allungare un po’troppo le mani.
Non l’ho più rivisto da allora e non è riuscito a ottenere quello che voleva, ossia una notte di sesso con una minorenne vergine.
Jaime si accorge e mi stringe la mano, il calore che emana rilassa un pochino i miei muscoli.
“Tutto bene, Tamao?”
Mi chiede con la sua voce calma.
“Sì, solo che mi sono ricordata che la prima volta che ho preso un aereo sono stata sradicata dalla mia famiglia e dai miei amici.”
“Capisco. Adesso invece andiamo a rilassarci.”
Rilassarci per modo di dire, dovrò capire si mi ama come io amo lui e se avremo un futuro come coppia e non è la cosa più rilassante. Mette parecchia ansia, mi sembra di essere tornata al liceo quando dovevamo fare una verifica e sembrava che da essa dipendesse il tuo futuro.
Il sistema scolastico giapponese è terribile con i suoi alunni, mette loro addosso tanta pressione, se non si ha una media alta non si entra in università prestigiose e se non si entra in università prestigiose si vivrà una vita non conforme agli standard.
“Hai mai pensato di tornare in Giappone?”
La voce de bassista mi distoglie dai miei pensieri, io appoggio un dito sul mento.
“Sì, qualche volta, ma da turista.
Girare Tokyo, Kyoto, Hiroshima e altre grande città o attrazioni turistiche e poi tornare a casa pensando che il Giappone è un bel paese e blablabla.
Non so se vorrei viverci ancora e di sicuro non voglio più vedere la mia famiglia.”
Jaime non dice nulla, forse pensa che sia strano odiare la propria famiglia quando lui è molto affezionato alla sua.
“Cosa diranno i tuoi genitori?”
“Non ci voglio pensare, ecco perché sono voluto venire prima a Londra: per chiarirmi le idee.
Erano molto affezionati a Jess e immagino avessero pensato che ci saremmo sposati presto, invece ho scompigliato i loro piani.”
“Mi dispiace.”
“Non devi, a me va bene così.
Forse serviva una scossa del genere per capire che forse stare con Jess non era quello che volevo.”
“Non lo era?”
Lui rimane a lungo in silenzio mentre l’aereo decolla.
“Ci ho pensato fino a spaccarmi la testa e ho capito che era solo routine.
Una comoda routine in cui vivere e che mi dava sicurezza, ne abbiamo già parlato, ricordi?”
“Sì, e tu non eri sicuro se l’amavi ancora.”
“Non l’amo più, non si può costruire fin dall’inizio un matrimonio basato sulla routine.”
Io non riesco a trovare delle parole appropriate.
“Non c’è bisogno che tu dica nulla, Tamao.
Va bene così."
Io sorrido e mi rilasso contro il sedile cercando di non pensare a nulla e di godermi la sua vicinanza, sono sposata con l’uomo che amo e spero che i Kami mi permettano di avere il mio amore ricambiato.
E poi vedrò Londra e una scarica di adrenalina percorre il mio corpo, Londa è una delle mie città dei sogni, anche se non è nota per il bel clima, ma non mi importa nulla.
Devo ricordarmi di ringraziare i Kami per avermi ridato la libertà, un matrimonio e la possibilità di vedere nuove città in Europa.
Ho solo una domanda che mi assilla, riuscirò a far innamorare Jaime di me o per lui rimarrò solo una cara amica o peggio, un errore?
Beh, almeno ha ammesso che non ama Jess ed è qualcosa, la vita mi ha insegnato a essere paziente e sarà quello che farò e poi adesso sono un po’ preoccupata per Yukari.
Ho paura che si sia cacciata in qualche guaio con Vic.
“Credi che Yukari e Vic abbiano fatto sesso?”
Chiedo a Jaime, uscendo dalle mie elucubrazioni.
Lui si gratta la testa, guarda il grande orologio che porta al polso come se stesse calcolando il tempo per qualcosa, infine scuote la testa.
“No, Vic è tornato presto. Troppo presto da quando Mike mi ha scritto che avevano finito con l’erba.
Penso che gli abbia detto qualcosa e mi dispiace perché rischiamo di perdere una valida merchgirl, oltre che a un’amica.”
“Perché dici così?”
“Se gli avesse detto qualcosa dubito che lei vorrebbe venire ancora da noi dopo essere stata rifiutata e forse è per questo che è andata da Sheffield.”
“Non voglio che se ne vada, non voglio perdere la mia unica amica femmina.”
Lui mi stringe la mano.
“Lo so, ma forse sarebbe meglio per lei.
Sarebbe una sofferenza continua e una fonte di imbarazzo vedere Vic sempre e sapere che è di un’altra.”
Annuisco.
“Ho paura di fare la stessa fine.”
Dico a bassa voce.
“Cosa?”
“Nulla, Jaime.”
“No, dimmelo.”
“Per favore, no.”
Lui mi guarda dritto negli occhi, ma non ho voglia di dirgli la mia paura più segreta.
“Tamao, fidati di me.”
“Ho paura di fare la stessa fine.”
Dico a bassa voce con gli occhi puntati sulle nostre mani strette in grembo.
“Oh.”
“Ecco, perché non volevo dirtelo. Ti mette in imbarazzo e io non voglio, lo so che non mi ami.”
Il “e non mi amerai mai” rimane sospeso tra di noi, ma lui lo percepisce lo stesso.
“Mai dire mai, piccola.
Mai dire mai.”
Io sospiro.
Forse non è un caso che il destino mi abbia messa sulla sua strada o forse sì, mi ha dato solo un modo di liberarmi dalla mia schiavitù, non è detto che mi abbia dato anche l’amore.
Il mio ringraziamento ai Kami di poco prima mi sembra ipocrita, non è vero che gli sono poi così grata, sarei più grata se sapessi di essere amata dall’umo che mi stringe la mano.
Ma forse non si può ottenere tutto dalla vita e ci si deve accontentare o forse solo avere pazienza, ma è dura avere quando il cuore brucia per un certo sentimento.
La fiamma ti divora, consuma, esige il suo tributo e non si ferma mai.
Mai.
Sospiro di nuovo e guardo le nuvole che scorrono accanto a noi, quanto vorrei non avere pensieri o almeno non averne di negativi, ma sono debole.
Non ce la faccio a mantenere la positività per più di cinque minuti perché subito la fiamma si fa sentire con forza. Saranno mesi duri questi, tutt’altro che una vacanza e io devo farmi forza anche se mi sento così stanca.
Sospiro per la terza volta.
Riuscirò mai a essere pienamente felice senza qualcosa che mi turbi e mi dica che manca qualcosa?
Riuscirò mai a ricevere questo dono?
Spero di sì perché vivere in questo modo fa male certe volte, anche se nessun lo direbbe mai.
E mi disprezzo per aver imparato a fingere, ma uno deve vivere in qualche modo, no?

Angolo di Layla.

Ringrazio Nico_Ackerman per la recensione, spero che questo capitolo ti piaccia.

Hai in corsivo significa sì in giapponese

   
 
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