Dove sei,
Naruto?
Ciao! Ecco qua la mia
versione di questa bellissima storia. Mi scuso per la lunghezza
ma Sakura non mi ha lasciato mettere più
capitoli! La storia si inserisce fra il terzo e il quarto capitolo (prima della
seconda illusione di Roryan su Naruto).Commentate!!!!
CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
hinata92
Era la serata
ideale per la sua missione: il vento copriva rumori suoni e odori e Roryan
poteva passare praticamente inosservato. Sicuro delle proprie possibilità, il
ninja entrò nella tenda dei suoi avversari.
Aveva avuto proprio
un’idea geniale:due piccioni con una fava! Non solo
avrebbe neutralizzato un fastidioso nemico, ma avrebbe addirittura guadagnato
un alleato!
Dopo qualche
istante d’indecisione, Roryan individuò la sua vittima e le mise un fazzoletto
imbevuto di sonnifero sulla bocca. Quando fu sicuro che non si sarebbe
svegliato, il ninja se lo mise sotto il braccio e, senza fare alcun rumore,
uscì dalla tenda e ritornò nel suo covo.
Kakashi si svegliò
di soprassalto. Nel sonno aveva avuto un orrendo presentimento e il maestro non
aveva potuto trattenersi dall’aprire il suo occhio e controllare la tenda.
Il primo pensiero
andò ovviamente al cliente, ma dopo aver verificato che Komoro
stava tranquillamente russando nel suo sacco a pelo, non riuscì comunque a
calmarsi.
Kakashi si alzò ed
andò a sbirciare nella seconda tenda, occupata solo da Sakura,
ma visto che anche lei dormiva serena, Kakashi si riavviò verso il suo
sacco a pelo. C’era ancora qualcosa che non quadrava, nonostante fosse tutto
calmo…
Troppo calmo…
Improvvisamente il
maestro capì. Si voltò verso l’unica parte della tenda che non aveva ancora
controllato e un’orrenda considerazione si fece largo nella sua testa: perché
non sentiva il russare sommesso di Naruto e le sue parole bofonchiate nel
sonno?
Quando vide che in
quell’angolo c’era solo Sasuke, capì.
Naruto era
scomparso.
Il ninja più
imprevedibile della Foglia si svegliò poco più tardi ma, intontito dal sonno e
dal narcotico com’era, quasi non fece caso al fatto che era legato a una sedia
e che si trovava in un luogo totalmente diverso da quello in cui si era
addormentato.
Quando finalmente
Naruto si rese conto che c’era qualcosa che non andava, l’ambiente intorno a
lui iniziò a cambiare fino a quando il ragazzo non si
ritrovò in una specie di campo di battaglia.
Naruto non
riconobbe il posto, ma di una cosa era certo: in quel luogo era successo
qualcosa di terribile. Non un rumore, solo l’odore della polvere e del fumo lo
circondava.
Il ragazzo si alzò
dalla sedia. Non fece neanche caso al fatto che non era più legato, lo
preoccupava solo il senso di desolazione attorno a lui.
All’improvviso
sentì un rumore familiare: il suono di due kunai che si scontrano.
Naruto corse nella
direzione dello scontro e quando arrivò rimase senza fiato dallo stupore:
Kakashi e Zabusa si stavano affrontando in uno
scontro senza esclusione di colpi. Aveva già assistito a quella scena, ma
stavolta era diverso: stavolta Zabusa era molto più
violento e Kakashi sembrava soccombere. Naruto cercò di avvicinarsi, ma Kakashi
gli fece segno di stare lontano.
Il ninja,
desideroso di dare una mano, disse: « Allora mi occuperò di Haku!
»
Zabusa si voltò verso di lui con gli occhi
iniettati di sangue e disse: « Haku? E chi sarebbe?
Io lavoro da solo! E ora, Kakashi, preparati a morire! »
Naruto rimase
stupito: come poteva non conoscere Haku, l’unica
persona in grado di donargli un po’ di umanità? Possibile che ora fosse solo un
mostro?
Una voce alle sue
spalle attirò la sua attenzione: « Bastardo! Non mi porterai via! Io devo
uccidere mio fratello! »
Naruto gridò: «
Sasuke, dove sei? »
L’unica risposta fu
un urlo di dolore. Naruto corse fino a quando vide una scena che gli fece
accapponare la pelle: Sasuke rischiava di morire soffocato dalla lingua di Orochimaru, che lo stringeva al collo.
Naruto tentò di
accorrere in suo aiuto, ma una decina di serpenti lo circondarono e lo
obbligarono ad indietreggiare.
Il ninja non
riusciva a muoversi come voleva e neanche ad impastare il chakra.
Come un incubo,
anzi, forse anche peggio…
Un grido familiare lo
fece voltare di scatto. Naruto corse in quella direzione urlando: « Sakura!!! »
La ragazza, appena
lo vide, sussurrò: « Naruto… aiutami… » . Poi chiuse
gli occhi, forse era svenuta, forse addirittura morta.
Impossibile stabilirlo
vedendo solo Roryan che le infilzava un kunai nell’addome. Il sangue colava a
terra e più il nemico affondava la lama, più il suo volto veniva
schizzato di rosso.
Roryan si voltò
verso Naruto e disse con voce suadente: « Allora? Non l’hai sentita la tua
amica? Non l’aiuti? Non aiuti tutti loro? I tuoi
compagni no, ma tu puoi farlo! Tu hai il potere… devi solo farlo uscire… »
Naruto incrociò le
braccia sulla pancia e mormorò: « No, non posso… »
Roryan lasciò
cadere Sakura a terra e gli si avvicinò: « Avanti, non dirmi che non muori
dalla voglia di tirarmi un pugno… »
Naruto scosse la
testa, mentre calde lacrime gli scorrevano sul volto, fino in bocca, mentre
continuava a mormorare: « Non voglio… la volpe… »
Roryan prese per i
capelli Sakura e, dopo averlo estratto dal suo addome, avvicinò il kunai
insanguinato alla gola della ragazza.
Naruto non ce la
fece più e lasciò uscire il chakra della volpe, come mai aveva fatto prima.
Roryan, al di fuori
della sua stessa illusione, sorrise nel vedere la mutazione in corso nel corpo
di Naruto.
Non molto lontano, Kakashi, Sasuke e Sakura,
seguiti da Komoro che arrancava dietro di loro a
fatica, correvano alla massima velocità consentita dalle loro gambe.
Sasuke sbuffò: «
Accidenti a quella testaquadra! Ma non poteva
scegliere un altro momento per una passeggiata nei boschi? »
Kakashi
lo riprese: « Smettila, credo che la situazione sia molto più grave… ragiona:
Naruto è un gran dormiglione e se si addormenta non c’è modo di svegliarlo fino
a mattino inoltrato. Te
lo vedi a fare una passeggiata notturna? »
Sasuke scosse la
testa: « No, senza contare che per almeno metà della notte non mi ha lasciato
dormire con il suo russare… »
Sakura intervenne:
« Gli deve essere successo qualcosa! Ma dove può essere? »
Kakashi stava per
rispondere, quando un uomo si parò davanti a loro.
Roryan sorrise: ora
avrebbe verificato se il suo piano aveva funzionato.
Il maestro ordinò:
« Sasuke, Sakura, proteggete il cliente! »
I due ninja
circondarono Komoro, anche se senza Naruto la
formazione non era altrettanto efficace.
Roryan disse: «
Tranquilli, Komoro non m’interessa più. E non ho
alcuna intenzione di sporcarmi le mani! Ci penserà il mio nuovo alleato ad
occuparsi di voi! Grazie a lui, conquisterò l’intero mondo ninja! »
A quelle parole,
una figura nascosta fra i cespugli si fece vedere.
Quando la vide,
Sasuke sgranò gli occhi fino a che i muscoli facciali non gli fecero male,
Sakura si sentì svenire e Komoro iniziò a tremare.
Kakashi rimase all’apparenza impassibile ma, senza farsi notare, si diede un
pizzicotto su una coscia. Il leggero bruciore gli confermò che era sveglio, ma
nonostante ciò non riusciva a crederci.
Davanti a loro
c’era la volpe a nove code, anzi, ad essere precisi,
una versione miniaturizzata del demone, dotata di sole cinque code. Benché la
sua potenza fosse dimezzata, era comunque perfettamente in grado di ucciderli
tutti con il solo movimento di una zampa.
Kakashi, in meno di
un secondo, analizzò diverse ipotesi di combattimento, infine scelse quella che
gli parve più sicura. Un vortice circondò i ninja e in pochi secondi davanti a
Roryan non c’era più nessuno.
Il guerriero
sorrise e disse alla volpe: « Tranquilla, torneranno… e allora potrai ucciderli
come vorrai! »
La volpe rispose
con un ringhio sommesso.
Sakura, non appena
si rese conto di essere ritornata alla base, aggredì Kakashi: « Perché è
scappato? Come ha potuto abbandonare Naruto? Lui… »
Sasuke le fece
segno di tacere: « Non hai capito che il maestro ha un piano? »
Kakashi si voltò e,
mentre armeggiava con la maschera che copriva sempre il suo viso, disse: « È
vero, ho in mente qualcosa, ma prima devo farvi una domanda… »
Sakura deglutì
rumorosamente, poi Kakashi continuò: « Cosa siete disposti a fare per aiutare Naruto? »
Sasuke, senza
alcuna situazione, rispose: « Tutto quello che è in mio potere e che possa
servire a riportarlo con noi! »
Sakura annuì e
aggiunse: « Anch’io! Anche se so fare poco… »
Kakashi disse: «
Bene, era quello che volevo sentirvi dire! Penso di conoscere un modo per poter
aiutare Naruto, ma ho bisogno di voi. In più, la cosa non sarà molto piacevole,
soprattutto per te, Sasuke… quindi entriamo in azione solo se ne siete convinti! »
I due ninja
confermarono le loro intenzioni e, dopo aver messo al sicuro Komoro, il gruppo ripartì fino a raggiungere il luogo dove
avevano incontrato Roryan.
Kakashi perlustrò
la zona fino a trovare quello che cercava: un lungo pelo della volpe carico di
chakra.
Finalmente il
maestro si decise a spiegare la sua idea: « Naruto in questo momento è
sopraffatto dalla personalità della volpe, perciò l’unico modo per aiutarlo è
riportarlo fra noi… e parlo soprattutto della sua testa più che del corpo! »
Sakura obiettò: « E
come facciamo? Non possiamo certo trapanargli la testa, affacciarci dal buco e
gridare: “Naruto, ci sei?”! »
Sasuke sbarrò gli
occhi: aveva intuito cosa intendeva fare il maestro, ma sperava con tutto il
cuore di sbagliarsi. Per togliersi il dubbio, iniziò a chiedere: « Maestro, lei
non avrà mica…
»
Kakashi
lo interruppe e sollevando il coprifronte disse: « Sì, Sasuke, è quello che
pensi: anch’io ho lo sharingan ipnotico! So quello che rappresenta per te e perciò te lo chiedo ancora
una volta: sei sicuro di voler aiutare Naruto? »
Sasuke rifletté:
era davvero disposto ad affrontare nuovamente gli occhi che avevano sterminato
il suo clan solo per aiutare la testaquadra?
A quanto pare sì,
perché quasi senza rendersene conto annuì.
Sakura avrebbe
voluto chiedere chiarimenti a proposito, ma Kakashi
tagliò corto: « Bene ragazzi, grazie allo sharingan ipnotico e a questo pelo,
potrò proiettare le vostre menti nella testa di Naruto, dato che ora è
controllato dalla volpe, non so cosa potreste trovare, ma qualunque cosa
vedrete, andate avanti e cercate Naruto! Da qualche parte c’è ancora… dovete
trovarlo, convincerlo ad affrontare la volpe e a tornare fra noi! Siete pronti?
»
Sasuke non era pronto, ma
Kakashi sapeva che non lo sarebbe mai stato.
Il ragazzo fissò
terrorizzato l’occhio del maestro e subito il mondo attorno a lui iniziò
lentamente a sbiadire. Per Sasuke, però, esisteva solo più quello sharingan e
in quel momento si rese conto che non era ancora in grado di affrontare Itachi. Come poteva sfidare il fratello se stava tremando
per la paura solo nel vedere l’occhio di Kakashi?
Sasuke quasi non
s’accorse di essere arrivato a destinazione, ma ci pensò l’urlo si Sakura a
risvegliarlo.
Il ragazzo si voltò
e capì cosa avesse terrorizzato la compagna.
Benché fosse
psicologicamente più preparato di Sakura ad affrontare una situazione del
genere, anche Sasuke rimase sconvolto dalla scena.
Sangue,
distruzione, morte…
Tutto questo
aleggiava intorno a loro. Stavano camminando nei ricordi della volpe a nove
code.
Sasuke fu assalito
da una fortissima nausea nel vedere la quantità immensa di cadaveri dilaniati
intorno a loro. Era troppo.
Sakura tremava come
una foglia e Sasuke, prima di rimettere, la prese per mano e la trascinò dietro
di sé. Avevano una missione, dovevano ritrovare Naruto prima che fosse troppo
tardi, prima che anche loro venissero risucchiati in
quell’incubo senza fine.
I due ninja, in
silenzio, attraversarono un’immensa landa desolata, dove il macabro paesaggio
era sempre uguale. Il panorama era circondato da un’inquietante ombra
rossiccia, che donava ad ogni cosa un’ulteriore sensazione di vuoto. Nessuno
dei due osava aprire la bocca, non sapevano cosa sarebbe potuto uscire loro, se
un urlo di disperazione o altro.
Sakura,
improvvisamente, ruppe quel silenzio assordante: « Sasuke, guarda… »
Il ninja si voltò e
vide un paesaggio in parte conosciuto.
Sì, era tutto
distrutto, le cose non erano più in piedi, nelle strade si poteva vedere
qualche cadavere e tutto era avvolto da quella maledetta ombra rossa.
Ma il monte degli
Hokage era inconfondibile.
Quello era l’ultimo
ricordo della volpe, quello della notte in cui attaccò il villaggio della
foglia, quello in cui venne sigillata.
Sasuke disse: « Se
c’è un posto dove possiamo trovare Naruto, è questo! »
I due ninja
s’avventurarono quindi per le vie del villaggio. Finalmente avevano trovato il
coraggio di urlare il nome del compagno.
Sakura non
s’accorse di niente, ma Sasuke si rese subito conto che quel ricordo era
diverso da quelli che avevano visitato prima.
Nei paesaggi
precedenti non c’era niente che si muoveva, tutto era senza vita. Qui, invece,
di movimento ce n’era. Figure non ben definite, poco più che ombre nere, si
spostavano come dei disperati in tutte le direzioni.
Non era possibile
sentire i rumori e le voci, ma dai gesti che facevano Sasuke intuì che si trattava
di ninja. Molti, troppi, tentavano di posizionare le mani per preparare qualche tecnica,
ma quasi tutti cadevano a terra prima di riuscire a completare i movimenti
necessari.
Il tutto in un
silenzio che feriva l’anima e la svuotava.
Sasuke era a dir
poco angosciato, ma furono due ombre ad attirare la sua attenzione. Una
attraversava il
villaggio sui tetti, e per un attimo il ragazzo pensò che si trattasse di
Naruto. Ma quando si alzò in piedi il ninja dovette ammettere che era decisamente
più alto. L’altro, invece, si trovava proprio sopra la roccia degli Hokage.
Sicuramente indossava una specie di mantello e, solo per un istante, a Sasuke
parve anche d’intravvedere uno sharingan. Il ragazzo si sfregò gli occhi, ma
quando li riaprì l’immagine era scomparsa e il ninja si convinse di averlo solo
immaginato.
Certamente, però,
la prima ombra era ancora visibile e, osservandolo ancora, Sasuke capì che
stava combattendo contro la seconda. Delle ombre a forma di kunai si mossero
fra i due combattenti, ma gli sfidanti erano troppo lontani per capire chi fosse in vantaggio.
L’unica cosa che
Sasuke notò fu che la prima ombra , nel modo di
muoversi e nella siluette, gli ricordava troppo Naruto…
Sakura diede una
gomitata a Sasuke e il ninja si voltò. Stava per chiedere cose avesse visto, ma
notò subito che la ragazza aveva puntato il dito in una direzione. Il ninja
seguì il dito in con lo sguardo e vide quello che
Sakura voleva fargli notare.
Tutto intorno a
loro era rosso o nero: impossibile quindi non notare quel ciuffo nero in
lontananza…
Sakura e Sasuke,
senza dirsi una parola, iniziarono a correre in quella direzione.
Avevano trovato
Naruto!
Sakura, non appena
arrivò, mise una mano sulla spalla al compagno e disse: « Naruto! Finalmente!
Ci siamo preoccupati tanto… »
Naruto non rispose,
non si voltò nemmeno.
Sasuke,
preoccupato, si posizionò in modo da poterlo vedere in viso.
E nel farlo gli
venne una stretta al cuore.
Naruto guardava il
villaggio con aria attonita, disperata. Dagli occhi sbarrati scendevano
continuamente lacrime che gli rigavano il volto sconvolto.
Dopo qualche
secondo di silenzio, Naruto mormorò: « Questo… sono io? »
Sasuke e Sakura si
guardarono interdetti, ma il ragazzo continuò: « Io… sono un mostro… dentro me c’è solo morte e distruzione… solo questo… »
Sakura intervenne
urlando: « Tu non sei questo! Questa è la volpe! »
Naruto, sempre con
lo sguardo perso nel vuoto, rispose: « Io sono la volpe… »
Sasuke prese Naruto
per le spalle e, scrollandolo, disse: « Tu non sei la volpe! Tu sei Naruto
Uzumaki, colui che diventerà il più grande ninja della foglia, ricordi? »
Naruto rispose: «
Un mostro non può essere un Hokage… »
Sasuke sbottò: «
Non sei un mostro! Dov’è finito il Naruto che conosco io? Quello che non si
arrende mai? Come pensi di difendere il villaggio se non sei in grado neanche
di difendere te stesso? Tu non vuoi tutto questo, tu sei diverso dalla volpe!
Devi tornare ad essere quello di sempre, per te e per chi ti vuole bene! »
Naruto, finalmente,
abbassò lo sguardo: « Perché, c’è qualcuno che mi vuole bene? »
Sakura intervenì: «
Certo! Se non ti volessimo bene, saremmo qui? Ti prego, reagisci, fallo per
noi… fallo per me… »
Naruto rifletté per
qualche secondo, secondi che durarono un’eternità, poi disse: « Avete ragione,
io non voglio tutto questo. Perciò, è arrivato il momento di dire la mia… »
Poi gridò con tutta
la voce che aveva in corpo: « Ehi, volpaccia! Vieni
fuori, perché Naruto Uzumaki è tornato più forte che mai! O forse hai paura di
me? »
Sakura rise: era
tornato il solito Naruto!
Anche Sasuke si
sentì sollevato, ma ora c’era l’ostacolo più grosso da affrontare…
La terra iniziò a
tremare e, lentamente, al cospetto dei tre ragazzi si presentò la volpe a nove
code, in tutto il suo terrorizzante splendore.
Sasuke e Sakura
rimasero sconvolti, Naruto no.
Ci era abituato.
La volpe, con voce
bassa e ringhiante, disse: « Allora, cosa vuoi? »
Naruto, risoluto,
disse: « Rivoglio il mio corpo e la mia indipendenza. »
La volpe rise: « Ti
lamenti? Tu l’hai perse solo per qualche ora, io aspetto da ben tredici anni…
cosa dovrei dire io? »
Naruto ribatté: «
Questo è il mio corpo e lo rivoglio! »
La volpe rispose: «
Credi che mi faccia piacere utilizzare questo misero corpo umano? No, per
niente, ma visto che non posso riottenere il mio corpo demoniaco, mi dovrò
accontentare! Se non ti sta bene, posso ucciderti qui e ora! »
Naruto ridacchiò: «
Non puoi: uccideresti te stessa… »
La volpe gli fece
notare: « Questo riguarda il tuo corpo, ma la tua anima? Noi non siamo la stessa
entità, anzi, se uccidessi la tua personalità ora, avrei questo corpo per
sempre… »
L’affermazione
della volpe lasciò interdetto Naruto: da una parte, lo aveva terrorizzato. Il
fatto di condividere il corpo era sempre stato, in un certo senso, il suo asso
nella manica… se questa volta non valeva, voleva dire che la volpe avrebbe
potuto combattere senza inibizioni. Dovette però ammettere che questa
conversazione gli aveva tolto uno dei dubbi più angosciosi che tormentavano la
sua anima: lui e la volpe erano diversi, ed era stata lei stessa ad ammetterlo!
Sasuke e Sakura
avevano dunque ragione: lui non era un mostro!
Era quindi giunto
il momento di lottare e di dimostrare a tutti chi era.
Naruto si concentrò
al massimo e il suo corpo iniziò ad essere avvolto da uno spesso strato di
chakra blu.
Sakura rimase
impressionata, ma Sasuke fu davvero terrorizzato: chi era veramente Naruto per
riuscire ad impastare una così grande quantità di chakra?
La volpe, invece,
ridacchiò fra sé. Sì, per un umano la quantità di chakra di Naruto poteva
essere enorme, ma per lei era una bazzecola. Non ci avrebbe messo niente ad
annientarlo.
Naruto, ignaro dei
pensieri di chi lo circondava, si preparò a tirare un pugno con tutte le sue
forze.
La volpe, invece, aprì
le fauci: non appena il ragazzo si sarebbe avvicinato a sufficienza, lo avrebbe
dilaniato e avrebbe ottenuto il suo corpo.
Naruto, urlando
come un ossesso, si mise a correre verso la volpe.
Il demone si
preparò ad accoglierlo nella sua bocca, ma mentre Naruto si avvicinava, un immagine si sovrappose al ragazzo.
Un bambino
dall’aria dolce e ingenua, con i capelli biondi e disordinati ed enormi occhi
azzurri, correva verso di lei ridendo.
La volpe si fermò:
perché, perché proprio adesso?
Perché le era tornato
in mente Naruto da bambino?
Il tempo per lei
rallentò fino quasi a fermarsi.
Perché non riusciva
ad attaccare, quel ragazzo, quel bambino, quel cucciolo?
Sì, forse era per
quello, forse perché ai suoi occhi Naruto era ancora un cucciolo, il suo cucciolo,
il cucciolo che non avrebbe mai potuto avere.
Di chi era il
merito se ora Naruto era così forte e determinato?
Suo, senza alcun
dubbio. Era per affrontare lei che si era allenato così duramente… e poi, lei
non gli aveva donato il suo chakra ogni volta che ne aveva avuto bisogno?
Sì, per la volpe a
nove code, Naruto era il suo cucciolo. E non appena se ne rese conto maledì
Roryan per averla costretta a trovarsi in una situazione del genere, ma
soprattutto maledì se stessa.
Perché proprio lei,
uno dei demoni più crudeli di questo mondo, doveva
scoprire di avere un lato umano proprio adesso? Perché doveva rendersi conto di
possedere un istinto materno proprio in quell’istante, nell’istante in cui
avrebbe dovuto soffocare la sua creatura?
Non c’era una risposta
e così Naruto, senza neppure vagamente sospettare quello che passasse per la
testa alla sua avversaria, colpì senza pietà una volpe senza alcuna difesa.
La volpe tornò in
sé solo quando accusò il colpo: va bene farsi colpire, ma scomparire no!
E così,
raccogliendo tutta la durezza di cui era ancora capace, la volpe disse: « Non
puoi ancora sconfiggermi del tutto! Avanti, rimettimi dietro quel cancello se
ne sei capace! Se ci riuscirai mi arrenderò e tutto tornerà come prima… »
Naruto gridò: « Non
me lo faccio ripetere due volte! » e, dopo essersi moltiplicato, il ragazzo
ributtò dietro il cancello del sigillo la volpe con la sola forza delle sue
braccia.
La volpe non oppose
molta resistenza: in fondo era quello che voleva, rimanere vicino al suo cucciolo
fino a quando non sarebbe stato in grado di cavarsela da solo.
Così, rimase delusa quando vide che Naruto, avendo esaurito le energie ed
avendo le mani corrose dal velenoso chakra che ricopriva il demone, non
riusciva più a spingere l’immenso cancello che l’avrebbe nuovamente segregata
all’interno del suo ombelico.
Naruto imprecò: non
poteva finire così, non ad un passo dalla vittoria!
Sasuke e Sakura, di
comune accordo, si avvicinarono al ragazzo e iniziarono a spingere anche loro
la grata.
Naruto li guardò
con un misto di stupore e gratitudine: allora era vero, non era solo!
Ma anche in tre non
riuscivano a smuovere a sufficienza il cancello.
Senza che nessuno
lo notasse, la volpe sorrise: e sì, il suo cucciolo
aveva decisamente ancora bisogno di lei!
E senza che nessuno
se ne accorgesse, lasciò scivolare sotto la grata un poco di chakra rosso, che
entrò nel corpo di Naruto.
Gli occhi del
ragazzo divennero rossi e le sue braccia, improvvisamente, trovarono la forza necessaria
per chiudere quel maledetto cancello.
Non appena le due
ante si accostarono, Sasuke e Sakura si accasciarono al suolo, esausti, invece Naruto trovò ancora la forza di saltare
dalla gioia, mentre i suoi occhi, nuovamente azzurri, guizzavano in tutte le
direzioni.
Sakura sorrise: ma
dove la trovava tutta quella energia?
La risposta ce l’aveva davanti agli occhi, ma lei non ci pensò.
Sasuke sentì un
colpo di vento alle sue spalle e si voltò. L’ambiente funereo che li
aveva circondati fino a quel momento venne sostituito
da un ambiente tranquillo e familiare, il villaggio della foglia, nuovamente
sereno e pieno di vita.
Sakura si avvicinò
a Naruto e gli disse: « Hai visto? Questo sei tu! »
Naruto scosse la
testa: « No, ti sbagli, questo è quello che voglio proteggere! »
Sasuke voleva dire
la sua, ma s’accorse che l’ambiente intorno a lui stava velocemente sparendo.
Riuscì solo a dire: « Il maestro ci sta richiamando… »
In pochi secondi
Naruto rimase da solo.
Il ragazzo sorrise
e disse: « Andate pure, io ho ancora una cosa da fare… »
Il ninja
s’allontanò senza voltarsi indietro.
La volpe, vedendolo
allontanarsi, rifletté sul loro strano rapporto. Perché invece che odiarlo, in
fondo, gli voleva bene? Osservò nuovamente Naruto mentre si allontanava.
Sapeva cosa gli
stava passando per la testa, lo conosceva troppo bene: per un attimo gli era
tornata la paura di essere rimasto solo.
Ma lui non era mai
stato solo e non lo sarebbe mai stato: lei gli sarebbe rimasta accanto fino al giorno in cui non avrebbe più avuto bisogno di lei.
Solo allora avrebbe
accettato di affrontarlo ad armi pari, quando lui avrebbe avuto la forza, la
sua forza, per batterla.
E fino ad allora,
silente, avrebbe atteso.
La loro sfida non
era cancellata, ma solo rimandata…
Roryan, ignaro di
tutto, si avvicinò alla volpe e cercò nuovamente di ipnotizzarla, ma
improvvisamente il chakra rosso che ricopriva il suo corpo divenne prima viola
e poi blu. Infine, il volto di Naruto ricomparve sotto lo spesso strato di
chakra.
Roryan, esterrefatto,
cercò di riportarlo sotto il suo controllo, ma il ragazzo, prima che potesse
anche solo muovere un dito, gli tirò un pugno nello stomaco. Il contraccolpo fu
talmente forte che
Roryan sbatté la testa contro il muro e cadde a terra svenuto.
Naruto si rialzò a
fatica e ansimando disse: « Ben ti sta! Così impari che Naruto Uzumaki non si
fa ipnotizzare così facilmente! »
In quel momento
giunsero Kakashi, Sasuke e Sakura, che sistemarono Roryan in modo che non
potesse più nuocere.
Dopo aver riportato
a casa Komoro e aver consegnato Roryan al più vicino
carcere, il gruppo ninja si riavviò verso casa.
Vedendo stranamente
Naruto e Sasuke andare così d’accordo, Kakashi rifletté: non avrebbe mai
creduto di potere vedere l’Uchiha così determinato nel salvare il compagno.
Chissà se Naruto
avrebbe mai restituito il favore…
Il ninja certamente
non immaginava che, non troppo lontano da loro, Orochimaru,
nel suo covo, stesse organizzando il suo piano per ottenere il suo prossimo
corpo…
Questa era il
finale alternativo della mia amica Hinata 92! Come ha
già detto lei commentate e soprattutto….Divertitevi!!