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Autore: rock star 96    17/12/2016    0 recensioni
{eventuali momenti Pinecest}
ormai si sa, il crescere è un dramma un po' per tutti. Sopratutto quando si sfocia nell'adolescenza, dove il tuo corpo cambia e ti si rivolta contro...
Ma come li affronteranno questi cambiamenti i nostri due gemelli preferiti?
AVVERTENZE:
i contenuti di questi capitoli sono ispirati a fanart e mini doujinshi, inoltre, in diversi capitoli saranno presenti momenti Pinecest.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dipper Pines, Mabel Pines
Note: Lemon | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
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 Chissà per quale assurdo motivo per i maschi gli articoli femminili sono sempre un dramma. Specialmente per un ragazzino come Dipper, che nonostante i 15 anni, per via della sua immensa timidezza ed impacciatagine, non riesce proprio a rapportarsi con l’altro sesso.
Ma mai, in vita sua, si sarebbe aspettato di affrontare una cosa simile. Era vero, aveva combattuto contro gnomi, minotauri, multiorsi, un triangolo anarchico e con le manie di grandezza, ma mai, e sottolineo MAI, avrebbe pensato che la sfida più assurda mai affrontata sarebbe stata proprio il percorrere la corsia di un supermercato.
Quella mattina, la madre ed il padre uscirono di casa prevedendo di tornare nel pomeriggio, ed avevano incaricato i figli di andare a fare la spesa.
Niente di troppo assurdo; pane, latte, biscotti, carne, le solite cose che in casa mancano quasi sempre, e che quasi tutti i giorni bisogna andare a ricomprare.
Ma c’era una voce nella lista aggiunta all’ultimo.
Una parola che si contraddistingueva in particolar modo dalle altre, perché ne era sicuro, non era la scrittura della madre o del padre. Era una scrittura più ondeggiante e morbida. Era indubbiamente la scrittura di Mable.
Però in certo senso era strana, era lievemente tremolante. Dipper conosceva bene la sorella, e tra le sue varie fisse e manie, c’era quella di rendere tutto grazioso e sfizioso, compreso lo scrivere. E per questo, le lettere avevano sempre un lieve ondeggiare, ed alcune addirittura terminavano con dei ricciolini.
Ma stavolta era diversa. Sembrava quasi che l’avesse scritta su una lavatrice in funzione.
Senza farsi troppe domande continuò a spingere il carrello lungo le corsie. Anzi, una domanda in realtà ce l’aveva: dove diavolo li avrebbe trovati?
Chiese ad una delle commesse dove li avrebbe potuti trovare, e lei gli indicò il reparto di prodotti per l’intimo.
Ottimo, tanto doveva prendere anche la carte igienica.
Tra tutte quelle file di shampi, fazzoletti, salviette e roba varia, finalmente si ritrovò davanti allo scaffale ignoto. Uno scaffale che in realtà, nonostante le innumerevoli volte che era andata a fare la spesa, non aveva mai notato. Forse era nuovo.
Prese una delle scatolette, e mentre lo fece, si accorse che erano tutte diverse, non solo nel colore, ma anche nelle scritte: con ali, senza ali, tampax, da notte, mega assorbenti, salvaslip, per le perdite, cattura odori….
E lì Dipper sbiancò.
Ancora con la scatola in mano (non aveva idea di quale genere avesse preso) e andato in una specie di catalessi, la sua mente ritornò a quella mattina; i genitori erano andati via da  poco, e lui e Mabel se ne stavano belamente stravaccati sul divano intenti a vedere Disney Channel, quando notò che la sorella si rigirava spesso. Più del solito.
-Mabel, tutto okay?- le chiese
-sisi, tutto bene, solo un fastidio alla pancia- in realtà non si sorprese nemmeno troppo. Nell’ultimo periodo la sorella si lamentava spesso di quei fastidi, ma la madre diceva sempre che era normale, e poi si mettevano a parlottare tra di loro, facendo quelli che secondo il padre erano “problemi da donne”, e proprio per questo, Dipper preferì non immischiarsi più di tanto.
Durante uno stacco pubblicitario, i ragazzi decisero che sarebbe stato il caso di andare a fare la spesa, per avere almeno tutto il pomeriggio libero, ma prima, Mabel andò in bagno, sperando di cercare un minimo di sollievo da quel fastidio.
Tutto silenzio.
Poi si sentì un urlo.
Dipper si precipitò in bagno, cominciando a battere insistentemente sulla porta.
-Mabel!!!! MABEL!!!!! Che è successo? Stai bene?-
-Dipper….- la ragazza dall’altra parte tacque per un momento –mmh…..senti…..ti dispiace andare da solo a fare la spesa?- Dipper rimase un momento basito da quella domanda.
-ma stai bene? Che cos’hai?- appena afferrò il pomello per aprire la porta, dall’altra parte la sorella gli ringhiò contro di non farlo, a meno che non ne avrebbe voluto subire delle dolorose conseguenze.
-VAI A FARE LA SPESA E BASTA. SUBITO!!!!- gli aveva detto.
-Mabel, sicura di stare bene?-
-sto benissimo, ma devi subito andare a fare la spesa-
-ma perché? Se stai male….-
-VAI A FARE LA SPESA!!!!!- dopo l’ennesimo strillo spacca timpani, Dipper si convinse a prendere il giacchetto ed uscire di casa.
 
Il rientrare fu piuttosto complicato, poiché le mani erano cariche di buste della spesa, fu costretto a suonare il campanello con il gomito.
I genitori non erano ancora tornati, quindi fu Mabel ad aprire la porta.
Dipper entrò a fatica, visto le buste voluminose, e con altrettanta fatica le poggiò sul tavolo.
-Ma che diamine hai preso?- gli chiese la sorella disorientata da tutte quelle buste –c’erano da prendere solo sei cose-
-lo so- Dipper prese tre buste e le porse alla sorella –queste sono tue-. Mabel prese le buste e le aprì.
Erano tutte piene zeppe di assorbenti.
La ragazza alzò lo sguardo disorientato verso il fratello, che al contrario era estremamente a disagio.
-non sapevo quale prendere…..-   
  
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