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Autore: vero511    18/12/2016    1 recensioni
Ellie Wilson 24 anni, appena arrivata a New York insieme alla sua gioia più grande: il figlio Alex. Lo scopo della giovane è quello di ricominciare da zero, per dare la possibilità ad Alex di avere un futuro diverso dal passato tumultuoso che lei ha vissuto fino al momento del suo trasferimento. Quale occasione migliore, se non un prestigioso incarico alla Evans Enterprise per riscattarsi da vecchi errori? Ma Ellie, nei suoi progetti, avrà preso in considerazione il dispotico quanto affascinante capo e tutte le insidie che si celano tra le mura di una delle aziende più influenti d’America?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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ZACK’S POV
La tempera ricopre il mio largo maglione grigio. Finalmente posso concedere del tempo a me stesso e alla mia passione come facevo una volta, senza dovermi occupare degli affari dell’azienda, senza dover indossare completi eleganti o intrattenere anziani soci e le loro allegre mogli. Prima era tutto diverso. Le uniche preoccupazioni che avevo erano i colori migliori da utilizzare per rendere a pieno l’idea del cielo in tempesta o un mare burrascoso. Adesso sono costretto a dedicarmi alle mie opere solo raramente. Non mi lamento del lavoro svolto per la Evans Enterprise: ci ho impiegato anima e corpo per anni e sono contento dei risultati ottenuti. Ma sento come se mi mancasse qualcosa. Ultimamente questa mia sensazione sembra essersi accentuata, ma probabilmente, come dice Matt, sono solo paranoico; esattamente come mi ha riferito quando gli ho esposto le mie preoccupazioni sul fatto che mi sentissi osservato. Sono uno dei giovani più ricchi e avvenenti della città, è normale avere dei nemici o dei morbosi ammiratori, ma ciò non toglie che la cosa possa infastidirmi. Non sopporto chi mi sta addosso, come peraltro sta facendo quella Jessica Thompson. Non nego che a letto ci sappia fare e non nego neanche che sia esilarante il modo in cui fa di tutto per ottenere il titolo di “lavoratrice dell’anno”. È incredibile come una persona possa toccare il fondo per ottenere i suoi scopi. L’anno scorso la qualificazione è stata assegnata dal sottoscritto alla segretaria, Jennifer. Ma credo che questa volta, la mia decisione non potrà ripetersi. Da quando la Wilson è arrivata nell’azienda, quelle due sono diventate inseparabili e seppur svolgano le loro mansioni, spesso si distraggono nelle loro chiacchierate. Donne. Tutte uguali. O forse no…

Credevo davvero che la sera in cui mi sono recato al St. Regis, fosse Ellie a seguirmi. Non so esattamente il motivo del suo presunto pedinamento, ma quando mi sono girato, per un attimo, mi è sembrato di scorgere una famigliare chioma bionda. Ma nel momento in cui sono giunto al suo appartamento e l’ho vista, mi sono dovuto ricredere. Guardo la tela davanti a me e mi rendo conto che, senza accorgermene, dalle mie mani che stringono un pennello è scaturita l’immagine di una giovane donna. Questo non va assolutamente bene.

ELLIE’S POV
Dopo essere stata in quel negozio e aver sentito i passi di Zack e del commerciante risalire le scale, me la sono letteralmente data a gambe. La mia testa era, ed è ancora, affollata da interrogativi e la curiosità mi sta logorando. I pedinamenti non fanno per me, ma forse ho un’idea. Telefono immediatamente a Jen per esporle il mio piano e a seguito della sua approvazione, lo metto in pratica. Preparo Alex per portarlo con me e usciamo di casa. Approfitto per fare alcune commissioni e successivamente arrivo nel luogo designato questa mattina. Alla luce del giorno noto la scritta dorata che sovrasta l’ingresso e non posso fare a meno di pensare che quei caratteri luminosi richiamino il negozio di bacchette “Ollivanders” di Harry Potter. Rilascio un respiro profondo e mi decido ad entrare.

Il famigliare odore di vernice mi investe senza infastidirmi e il piacevole tepore riscalda me e Alex, reduci da un vento gelido che imperversa tra le vie. “Buongiorno Signorina” “Buongiorno”. “Come posso aiutarla?”, magari Zack voleva solo fare un regalo a qualcuno e non è lui l’artista. “Sono da relativamente poco in città e ho trovato il suo negozio per caso, ma mi chiedevo che genere di articoli vendesse. O meglio, volevo capire se potessi trovare qualcosa per mia cugina…sa, a lei piace molto disegnare”. “Allora prego, le mostro degli articoli che potrebbero interessarle”. Per circa un quarto d’ora quest’uomo gentilissimo che ho scoperto chiamarsi Arthur, mi illustra i più svariati oggetti spiegandomi anche il loro uso. Sentirlo parlare è un piacere, assomiglia ad uno di quei nonni premurosi che si occupano dei nipotini insegnando loro a scrivere, leggere e a distinguere le erbacce dalle margherite in giardino. Credo sia più anziano di quanto mostri, ma impiega una tale passione nel suo lavoro da sembrare un giovane agli esordi della sua carriera: pieno di aspirazioni e voglia di mettersi in gioco. Magari esistessero più persone come lui. Inoltre ho notato che è buffo il modo quasi casuale con cui le prime tre lettere del suo nome formino proprio la parola arte. “La ringrazio Arthur, è stato davvero cortese da parte sua. Se non è un problema, mi informerò in modo più preciso sui gusti di mia cugina e ripasserò tra pochi giorni.” “Non si preoccupi signorina, credo sia un’ottima idea la sua.” Vengo attratta da alcuni lavori esposti e chiedo se posso dare un’occhiata. Nel frattempo Alex, che è stato tranquillo tutto il tempo, sembra rapito da quell’insieme di colori tanto quanto me.

“Ehi Art!“ una voce, decisamente troppo famigliare, interrompe i miei pensieri. “Zackary! Che piacere vederti, ma dimmi ragazzo, hai per caso intenzione di far nevicare venendomi a trovare due volte in soli due giorni?” i due ridono amorevolmente sembrando padre e figlio e io ne approfitto per nascondermi dietro ad uno scaffale. Vorrei evitare di essere notata, o quanto meno, avere il tempo per pensare ad una scusa plausibile. Il mio capo e l’anziano uomo fanno conversazione parlando del più e del meno e quando avverto uno spostamento, mi faccio più piccola e mi sposto dall’altra parte del ripiano. Sono convinta  che vista dall’esterno la scena sia a dir poco esilarante. Neanche fossimo bambini che giocano a nascondino. La “cantina” come l’avevo definita ieri, è l’unico spazio del negozio che non mi è stato mostrato. Sarei curiosa di capire cosa contiene anche se probabilmente si tratta solamente di un magazzino o uno studio privato del proprietario. Dall’alto della mia furbizia, persa come sono nelle mie supposizioni, non mi rendo conto dei passi che ritornano al piano superiore dove mi trovo. Nella fretta di celarmi alla vista dei due uomini, mi lascio sfuggire Alex, il quale un po’ gattonando e un po’ muovendo dei goffi passi, si avvicina ai piedi di Zack e comincia ad aggrapparsi ai suoi jeans neri. Un momento, jeans? Non mi ero resa conto nemmeno del suo abbigliamento casual, completamente diverso dal solito, che lo fa sembrare più giovane e misterioso con il maglione sgualcito a collo alto e il cappotto grigio aperto. “Oh e tu chi sei?” Suppongo sia una domanda stupida da fare ad un bambino di soli due anni che ovviamente non  è nelle condizioni di rispondere. Che idiota. Ma sono costretta a ricredermi quando lancio un’occhiata dal mio nascondiglio e scorgo Zack piegarsi per prendere in braccio mio figlio. “Allora Art, ti sei dedicato alla magia e hai fatto comparire un bambino dal cilindro?” lo fa saltellare lievemente tra le sue braccia e Alex sembra divertirsi non poco, infatti la sua risata si diffonde in tutto il negozio. “Veramente…” sta per spiegare che è mio, quando vedendo il mio sguardo di suppliche, cambia idea. “È solamente il figlio della mia vicina, ho deciso di tenerlo in negozio per un’oretta, così che potesse svolgere delle commissioni.” Lo ringrazio da lontano con un cenno, ripromettendo a me stessa di offrirgli un caffè oltre ad una spiegazione. “Oh capisco. Sembra…famigliare…” “Comunque se lo tieni un momento, scendo a prenderti ciò che mi hai chiesto”. “Certamente” gli sorride gentile e sembra un’altra persona. Non è il solito sorrisetto ammiccante, direi piuttosto che appare…dolce. Non perde questa stessa espressione neanche mentre sposta l’attenzione su Alex che nel frattempo si è messo a giocare con i suoi anelli. “Ti piacciono?” lo lascia fare e non ne sembra per nulla infastidito. Osservandoli insieme mi si scalda il cuore, o per meglio dire, si scioglie; il mio stomaco si stringe mentre si appresta a svolgere capriole degne di una ginnasta olimpica. Con Matt era stato diverso, emozionante si, ma non così… profondo e intimo. “Mamma” “Ah ma allora sai parlare” “Mamma”, “No piccolo, lei non c’è, ma tornerà presto”. Nonostante il tono accondiscendente e delicato di Zack, gli occhioni azzurri del bambino si riempiono di lacrime e il suo labbro comincia a tremare per poi scaturire in un pianto a dirotto. “No no. Ssht. Non piangere, va tutto bene, la mamma arriva” il mio capo, dopo un misero secondo di panico e stupore, ritrova il controllo e cerca di calmare Alex. Sto per intervenire, spinta dall’istinto materno che mi attanaglia le viscere nell’udire la tristezza del sangue del mio sangue. Ma improvvisamente, tutto tace. Zack sta abbracciando stretto il bambino che ha chiuso gli occhi ed ha posato il capo sulla spalla dell’uomo mentre con una manina tenta di togliersi una lacrima che gli inumidisce le gote paffute. “Bravo ometto, così si fa” lo sento mormore mentre gli accarezza la schiena. “Eccomi Zack…ma guarda un po’ cosa abbiamo qui”. Arthur osserva la scena così come un nonno osserverebbe il figlio e il nipote e una lacrima scende incontrollata disegnando il mio profilo.

Quando il capo cerca di posare Alex tra le braccia del negoziante, le sue dita si stringono sul collo del cappotto, rifiutandosi di staccarsi. “Z-za…Z-za”. Non posso vedere l’uomo dato che mi da le spalle, ma lo scorgo piegarsi verso la fronte del piccolo per lasciargli un tenero bacio, per poi sparire nel vento gelido che imperversa sulla città, ma non più nel mio cuore.  

-N/A-
Buongiorno fanciulle! Ecco il nuovo capitolo che speriamo vi emozioni, così come ha emozionato me nello scriverlo. grazie di cuore per tutte le visualizzazioni e le recensioni. Vi aspettimao sul nostro gruppo facebook "When Love Takes Over". Baci.
  
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