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Autore: xhimmelx    18/12/2016    2 recensioni
Khloe ci prova a combattere contro i fantasmi del passato, ma sa che provare non basta. E allora si lascia sconfiggere da questi, più meschini e prepotenti di lei, cadendo quasi ogni notte in un abisso di rancore.
Cameron, invece, si ritiene più forte di tutti quei pensieri che le riempiono la testa ed è con sicurezza che le promette di aiutarla.
Una sicurezza che Khloe sembra odiare ma a cui, in fondo, è costretta ad aggrapparsi.
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FF SU CAMERON DALLAS.
ATTENZIONE: IL RATING DELLA STORIA POTREBBE CAMBIARE.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Cameron Dallas, Nash Grier, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 14.
 


 
 
Pur essendo sabato, anche oggi sono stata costretta a svegliarmi alle sei del mattino per poter andare a lavorare. Non ho avuto notizie di Violet o gli altri, ma immagino che, come al solito, siano usciti insieme a godersi le meravigliose strade di Los Angeles che, io, adesso, posso osservare solo attraverso le vetrine di un bar. Per questo sono immensamente felice non appena mi viene concesso di tornare a casa, alle quattro esatte del pomeriggio. 
Non so cos’è, ma c’è qualcosa di strano oggi nell’aria. O forse in me. Mi sento diversa, ho una strana sensazione dentro di me che mi induce a sdraiarmi sul letto e ad aprire la mia agenda, nonostante fuori ci sia ancora la luce del sole. Di solito non lo faccio mai, prima della sera inoltrata. In realtà, non è perché io abbia bisogno di scrivere o di sfogarmi, ho solo questa insensata voglia di rileggere tutto quello che ci ho buttato dentro. E così trascorro le successive ore a fare un amaro resoconto della mia vita, mentre nella mia testa riaffiorano tutti quei piccoli dettagli che col tempo avevo tentato di dimenticare. Mi viene naturale, allora, domandarmi se qualcosa sia effettivamente cambiato da quando ho conosciuto Cameron. Lui, che mi ha promesso sin dal primo giorno di aiutarmi ad andare avanti, sta davvero ottenendo qualche risultato?
Beh, la risposta è proprio davanti a me, nel riflesso di quello specchio che mi ritrae, come molte altre volte in passato, con le lacrime agli occhi e il mio diario sulle gambe. Non saprei dire di preciso perché io stia piangendo, credo sia semplicemente l’accumularsi di tante e tante cose che, dopo un po’, mi portano al punto di rottura. Ed io ho tentato di rimandare così tante volte questo momento, specialmente da quando conosco Cameron, che adesso mi sento fin troppo piena. Sono stracolma.
Una cosa, però, è cambiata: è da tempo che non scrivo nella mia agenda, né sento il bisogno di farlo. È che, insieme a Cameron, ho trovato anche qualcuno con cui sfogare i miei sentimenti e la mia frustrazione, pur se indirettamente. In altre parole, ho solamente trasferito altrove le mie sofferenze, sulle spalle di qualcuno che può giudicarmi e consigliarmi. Per questo, in realtà, un po’ fiduciosa lo sono: cerco di autoconvincermi del fatto che, se Cameron continuerà a stremarmi con i suoi vari tentativi, potrei davvero stancarmi del mio passato, potrei davvero cominciare a guardare Grayson con occhio più critico. In attesa di questo mutamento, non mi resta altro che aspettare. Oggi voglio però gettare tutto nel dimenticatoio, anche se solo per qualche breve istante.
Ed è con questo scopo che comincio a prepararmi per la festa che si terrà stasera a casa di Taylor, della quale sono stata avvisata già stamattina. Ho accettato soprattutto perché ero consapevole di dovermi distrarre un po’ e adesso, a distanza di diverse ore, sono convinta di aver fatto la cosa giusta. Mi alzo quindi dal letto, palesemente insoddisfatta delle mie pessime condizioni, e mi fiondo in bagno per lavarmi il viso.
Dopo aver scelto un outfit abbastanza semplice, con un top verde militare ed un rossetto parecchio scuro, contorno il tutto con le mie scarpe preferite e mi ritengo pronta per la serata. Come diceva quella canzone? “No broken hearts in the club”.
 
 
Arrivo a casa di Taylor un’ora più tardi, stavolta con la mia auto. Insieme a me c’è solo Violet e, non appena entrambe entriamo dentro, ci accorgiamo che gli altri sono già tutti qui. Non è una grande festa, questo Taylor me lo aveva detto: oltre al solito gruppo di amici, infatti, vi sono solo un po’ di sconosciuti, un paio di ragazzi e ragazze mai visti prima. Mi affretto quindi a salutare e presentarmi, fiondandomi poi verso la cucina senza farmi troppi problemi, ed è qui che trovo Cameron e Nash. Li sento parlare di qualcosa, ma non riesco a comprendere ciò che dicono dal momento in cui, dopo avermi vista, si concentrano subito su di me e mi salutano allegri.
-Ciao, Khloe!-   Esulta infatti Nash, guardandomi entusiasta. Poi, senza troppi giri di parole,    -Violet è già qui?-   si informa.
Posso leggere nei suoi occhi che non vede l’ora di incontrarla e per un piccolo istante, dovuto probabilmente al mio malessere di poco prima, desidero che quello sguardo illuminato fosse rivolto a me. Insomma, penso subito alla facilità con cui lui e Violet si siano conosciuti e frequentati e a come le cose sembrano procedere veloci fra di loro: se fino a poche settimane fa lei dichiarava di detestare i tipi come lui, adesso non fa altro che parlarne ed esserne felice al riguardo. Mentre io, dall’altro lato, rincorro la stessa persona da anni ed anni ormai. Mi sento uno straccio, al solo pensare a come in basso sono caduta per Grayson. Ma “sono qui per dimenticarlo” mi consolo, mentre vedo Nash dare una pacca all’amico ed uscire dalla cucina alla ricerca di Violet.
-C’è della birra?-   Domando immediatamente a Cameron, non sapendo dove esattamente cercare.
Lui mi guarda contrariato ma divertito al tempo stesso, per poi    -Sei appena arrivata!-   farmi notare.
Beh, l’ultima cosa di cui ho bisogno sono le sue prediche o le sue raccomandazioni, per questo lo osservo torva e mi faccio avanti senza peli sulla lingua.
-È una giornata di merda, questa, e sono venuta qui per cercare di cambiarla.-   Gli confesso quindi, stranamente senza vergogna o timore nella voce.
Grazie al cielo, Cameron non sembra fare troppe storie e si decide ad estrarre una birra dal frigo e, dopo averla aperta, me la passa. È congelata e la mia pelle si riempie quasi di brividi al solo tatto, ma è proprio quello che mi serve. Così chiudo gli occhi, piego leggermente la testa all’indietro e bevo a grandi sorsi, fermandomi solo quando sento di non poter continuare. Non appena ritorno alla realtà, Cameron è ancora lì, di fronte a me, ad osservarmi stupito. Faccio spallucce perché, davvero, non potrebbe importarmene di meno del suo parere, e mi volto per dargli le spalle. La sua voce, però, mi ferma.
-Senti, so a cosa stai pensando.-   Mi comunica infatti Cam che, dall’altro lato del tavolo, fa un chiaro riferimento a Grayson.   –Perché non conosci qualcuno dei miei amici? È tutta gente a posto.-   Mi sprona poi, sorprendendomi con le sue parole.
Mi scopro in un primo momento contrariata perché, mi dico, se solo avessi la capacità di conoscere nuove persone non sarei ancora qui a rimpiangere un vecchio amico. Eppure, osservando la bottiglia di birra nelle mie mani, comincio a credere che questa possa essere un’eccezione, uno strappo alla regola con un finale inaspettato. Prima ancora di poter abbandonare la cucina, lancio quindi un occhiolino a Cameron, a mo’ di ringraziamento, e raggiungo svelta gli altri.
Una volta in salotto mi guardo lentamente attorno, prestando attenzione ad ogni singola persona e dettaglio che mi capita sott’occhio. Mi concentro in particolar modo su quel gruppo di persone che non conosco, accorgendomi che, oltre a due coppie che manifestano davanti a tutti la loro intimità, vi è un ragazzo tutto solo. O, meglio, con nessuna ragazza al seguito. Lo vedo infatti limitarsi a qualche battuta con Chris e Matt, mentre se ne sta seduto sul divano semivuoto con un bicchiere in mano. Rimango ad osservarlo ancora per un po’, scrutando la sua corporatura magra, i capelli di un castano scuro così come gli occhi ed uno stile abbastanza semplice, scoprendo poi uno strano interesse per il suo piercing sul naso. In pochi minuti, mi convinco ad avvicinarmi a lui e, così, mi siedo al suo fianco.
È vero, non ci so fare con le persone, e lo si nota sin dal primo secondo: mentre il ragazzo alterna infatti una chiacchierata con qualche amico attorno a lui ad un sorso di birra, io non faccio altro che starmene in silenzio, con lo sguardo che si sposta ininterrottamente dappertutto. Pochi minuti più tardi, però, la situazione si ribalta.
-Hey, Khloe!-   
Sento Matt chiamare ad alta voce il mio nome, interrompendo la sua discussione con il moro, prima di domandarmi cosa ci faccia qui, tutta sola. Non rispondo, perché in realtà non lo so nemmeno io, piuttosto mi limito a sorridere fingendo di non aver capito. È a questo punto che lo sconosciuto si volta completamente verso di me e si avvicina al mio orecchio.
-Ha chiesto come mai sei qui sola.-   Mi comunica, indicando Matt con l’indice della mano.
-Oh…-   Balbetto io, non avendo idea di quale scusante inventare. Prima ancora che io possa rispondere, però, Matt scompare dalla mia vista ed esce dal salotto.
Torno quindi zitta, proprio come poco prima, e lo stesso fa il ragazzo al mio fianco.
-Io sono Kian.-  
Poco dopo, però, forse imbarazzato da questo nostro silenzio in contrasto con tutto ciò che ci circonda, decide di rivolgermi la sua attenzione e presentarsi a me.
-Khloe…-   Ricambio dunque, mentre lo vedo finire una volta per tutte la sua birra.
Lo stesso faccio con la mia, che ho tenuto in mano per un bel po’ di tempo ormai.
-Allora…-    Sento poi cominciare il ragazzo, che mi rivolge un’occhiata singolarmente curiosa.   –Ti rifaccio la stessa domanda: che ci fai qui tutta sola?-
-In realtà… non lo so.-   Mi arrendo infine, lasciando trapelare il mio improvviso imbarazzo con una risatina ironica.    –Le mie amiche sono troppo impegnate con i loro ragazzi, gli altri parlano di baseball ed io non voglio far parte né dell’uno né dell’altro gruppo.-
Kian mi guarda come se fossi un alieno ma, fortunatamente, la sua espressione si raddolcisce poco dopo. Percepisco infatti il rossore sulle mie guance sparire pian piano, facendomi finalmente sentire a mio agio.
-Tu, invece?-   Dico poi, porgendo la stessa domanda al ragazzo.
-Beh, tieniti pronta per delle risate…-   Mi avverte lui, ancor prima di rispondere. E, lo ammetto, basta solamente il suo sguardo allegro ed esilarante a far spuntare un piccolo sorriso spontaneo sul mio volto.   –Ero venuto a Los Angeles per visitare la mia ragazza, oltre che i miei amici, ma ci siamo lasciati.-
Ed ecco che mi ritrovo costretta a far scomparire quella risata. Nonostante quella di Kian sia un’espressione buffa ed incredula, infatti, il suo tono di voce ricco di amarezza e disprezzo tradisce le sue emozioni.
-Mi dispiace.-   Ribatto dunque, divenendo improvvisamente seria.   –Di dove sei, allora?-   Gli chiedo subito dopo, nel forse vano tentativo di cambiare discorso e rilassare l’atmosfera.
-Di San Diego, sono venuto per il fine settimana.-  
-Ci sono stata una sola volta, ma mi è piaciuta un sacco!-   Lo interrompo non appena ascolto la sua risposta, suonando forse fin troppo entusiasta.
-Si, è…-  
Kian sta per dire qualcosa, ma si blocca non appena un’ulteriore voce sovrasta la sua. Mi basta voltarmi a sinistra per rendermi conto che si tratta di Matt che, con ben due bottiglie in mano, alza le braccia in aria in segno di vittoria.
-Il gioco del dragone!-    Esulta al tempo stesso, facendosi largo tra la piccola folla di gente.
Seguito da delle urla collettive, quindi, sbarazza il piccolo tavolino del salotto e ci poggia sopra quello che dovrebbe essere un gioco da tavola.
 
In seguito all’intervento di Matt, il resto della serata è trascorso fra uno shot di tequila e l’altro. Senza ombra di dubbio, io sono il peggior concorrente: non a caso numerose volte sono stata così sfortunata da dover ricominciare il percorso da capo, ed altrettante volte ho dovuto bere facendo infiammare la mia gola.
Per tutto il tempo Cameron, seduto di fronte a me, non ha fatto altro che prendermi in giro per le mie espressioni buffe e contrariate ma, onestamente, ho cominciato a perdere la cognizione della realtà circa mezz’ora fa. Per questo mi sono limitata a ribattere con un semplice dito medio e delle occhiatacce fulminanti, ottenendo in cambio solo una risata ancor più fragorosa. Persino Kian ha cominciato a prendersi gioco di me, notando sicuramente la mia scarsa capacità nel reggere l’alcol. “Perlomeno” mi incoraggio, “sto riuscendo a mettere i problemi da parte”. Se fosse ogni giorno così, senza la minima traccia di Grayson nella mia mente, potrei dire di essere la persona più felice dell’intero pianeta.
Adesso, comunque, è il turno di Matt che, come tutti forse si aspettavano, sta per vincere. Lancia quindi il dado abbastanza sicuro di sé, esplodendo in una risata divertita nel constatare il risultato. Arrivato nella terzultima casella, il gioco gli chiede esplicitamente di scegliere due persone fra i presenti da far baciare, se non vorranno bere. Sono davvero curiosa di scoprire chi saranno i prescelti, mentre con la testa appesantita mi poggio allo schienale del divano, ma bastano pochi secondi per far sì che la mia curiosità svanisca tutta d’un colpo.
-Kian e Khloe.-   Esordisce inaspettatamente il biondo, indicando me ed il ragazzo con un indice severo.
Nonostante io abbia bevuto un bel po’ e sia leggermente andata, mi scopro fortunatamente abbastanza in forze da far valere la mia opinione su quella di Matt.
-Io bevo.-   Affermo quindi, biascicando non poco le mie parole, facendo intendere di non voler baciare Kian.
Lui, grazie a Dio, mi regge il gioco e si limita ad afferrare con prontezza lo shot di tequila posto sul tavolino.
-Andiamo, sei un caga sotto!-   Lo umiliano alcuni dei suoi amici, con dei toni scherzosi che non sembrano offenderlo nemmeno un po’.
Quindi lo imito e, chiudendo con forza gli occhi, butto giù quel liquido trasparente che col tempo ho quasi cominciato ad apprezzare. Sento provenire uno sbuffo di dissenso da parte della folla che, chiaramente, avrebbe desiderato uno spettacolo diverso, tuttavia decido di non darci peso ed osservo Matt a mo’ di sfida. Cameron, a differenza degli altri, ha un sorriso compiaciuto sul suo viso e cercherei di capirne la ragione, se solo ne avessi le forze. Ma non le ho.
Il gioco va avanti solo per un altro turno ancora, fin quando Matt soddisfa le nostre previsioni ed arriva vincente all’ultima casella. Dopo numerosi giri di alcol sembriamo un po’ tutti sofferenti o fin troppo allegri, eppure io continuo a sentirmi in delle condizioni persino peggiori. Non ho idea di che ore siano, né mi importa saperlo, non so perché la mia testa mi abbia detto di bere così tanto stasera, né quali saranno le conseguenze domattina. La sola cosa alla quale presto attenzione, invece, è il mio improvviso buonumore: era da tempo che non mi sentivo così, talmente tanto tempo che l’idea di fare un salto a casa di Taylor ogni fine settimana mi allieta molto.
Adesso che il gioco è finito, comunque, ognuno ha cominciato a farsi i fatti propri, la musica è ripartita ad un alto volume e si sono formati i precedenti “gruppi di conversazione”. Per fortuna, stavolta al mio fianco c’è Kian. Lo sento blaterare cose insensate in un modo insensato, eppure qualcosa mi dice che non è l’effetto dell’alcol, qualcosa mi dice che gli piace semplicemente divertire e far ridere la gente. E con me ci sta riuscendo, dal momento in cui lo sto osservando con un sorriso addosso, un sorriso stanco ma pur sempre spontaneo ed euforico, mentre tento disperatamente di arrivare con la mano ad uno dei tanti bicchieri poggiati sul tavolino. Quando Kian si accorge del mio vano tentativo e della mia espressione esageratamente spensierata, si avvicina ulteriormente a me e blocca il mio braccio con una presa ferrea.
-Non credi di aver bevuto troppo?-   Mi domanda retoricamente, ma il suo viso è talmente vicino al mio che riesco a malapena a distinguere i suoi lineamenti.
A tratti, infatti, il suo volto mi appare sfocato e poco lucido a causa degli occhi che cominciano ad affaticarsi, mentre un piccolo fastidio comincia a farsi largo nel mio stomaco. Solo per questo decido di dar ragione al ragazzo, sottraendo le mie mani dalla bottiglia ed arrendendomi alla sua volontà per il mio bene.
-Come vuoi.-   Balbetto dunque, pronunciando con lentezza e fatica tali parole.
Con un gesto naturale della mano mi strofino gli occhi, che quasi bruciano, ma la mia attenzione viene catturata all’improvviso da Violet e Nash che, poco lontani da me, si stanno baciando. Vorrei esultare ma, nonostante io non abbia nemmeno la forza di urlare, mi sento davvero felice per lei.
Lei che, mi ripeto per l’ennesima volta, era ostinata a non avere nulla a che fare con gli “sportivi della scuola”. Ma se persino Violet può permettersi di superare le sue assurde convinzioni, perché non posso farlo anch’io?
-Senti, Kian…- 
All’improvviso, senza che io possa neanche controllarmi, sollevo leggermente la mia schiena in modo tale da essere più vicina al ragazzo e, poggiando una mano sulla sua spalla, lo faccio voltare nuovamente verso di me.
Una volta ottenuta la sua massima attenzione,   -Il bacio di prima, che ne dici di darmelo ora?-   lo stuzzico.
So per certo che, se non fosse per l’alcol e per il suo potere di mandarmi in estasi, non starei facendo o dicendo niente di tutto ciò. Anche se lo volessi, mi riterrei troppo incapace. Adesso che il mio buonsenso è andato via, però, non ho più alcuna vocina interiore che mi suggerisce ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, e a migliorare il tutto vi è il sorriso che spunta malizioso sul volto di Kian.
Kian non risponde, si limita a sorridere e ad accertarsi che io non sia completamente andata. D’altronde, è solo un bacio. Afferra così il mio capo e, prendendo pieno controllo della situazione, poggia le sue labbra sulle mie. Non è per niente un bacio casto, dolce o delicato: al contrario, tutto ciò che ci si potrebbe aspettare da due ragazzini mezzi ubriachi che si sono appena conosciuti. Kian non aspetta un attimo prima di poter solleticare le mie labbra con la sua lingua, facendola subito dopo incontrare con la mia in dei movimenti lenti ma passionali. E a questo punto non ho più controllo di me stessa: non c’è più la mia coscienza a giudicarmi una poco di buono o quant’altro, e questo mi incita a volerne di più. Senza pensarci troppo, infatti, poggio entrambe le mani sulle spalle di Kian e, facendo peso su di esse, salgo a cavalcioni su di lui.  
A questo punto sento di nuovo le sue labbra allargarsi in un altro sorriso orgoglioso e fiero, mentre io mi limito a continuare quel bacio ormai parecchio spinto. La verità è che era da così tanto tempo che non mi lasciavo andare con qualcuno, anche solamente attraverso un bacio, che tutto questo mi travolge e non poco.
La piccola fiamma che si è pian piano accesa dentro di me viene purtroppo spenta dal mondo esterno, laddove un paio di voci si alzano in coro così da poter stuzzicare me e Kian. Capisco al volo di chi si tratta: Taylor e, ancora una volta, Matt. Tutti gli altri, però, continuano ad essere ignari della situazione e a proseguire con le loro conversazioni, il che mi solleva.
Mi stacco per un attimo dalle labbra del ragazzo e vorrei dirgli qualcosa, non so di preciso cosa, ma le forze che secondo dopo secondo mi abbandonano mi costringono a starmene zitta. Mi accontento quindi di sorridere maliziosamente -e fiaccamente- finché, senza che io possa davvero evitarlo, non cado a peso morto poggiando la testa sul petto di Kian.
Non so cosa mi sia preso, capisco solo di essere troppo debole per poter reagire. Non mi sento di certo male, almeno non per ora, ed è forse questo a mantenermi tranquilla. Sento Kian, ancora sotto di me, staccare le mani dal mio corpo e, probabilmente sorpreso, sollevarmi leggermente così da farmi sedere sul divano. Tengo gli occhi socchiusi per tutto il tempo che segue e la musica assordante non aiuta di certo a tenermi concentrata, tuttavia riesco a vedere il ragazzo raggiungere Cameron e dirgli qualcosa.
-Ti ha...baciato?-   Urla Cameron nel tentativo di farsi sentire, apparentemente contrariato.
Credo sia solo un'illusione che avviene nella mia testa: perché mai dovrebbe reagire negativamente, se qualche ora fa è stato lui stesso a conoscere i suoi amici? Decido quindi di non pensarci, venendo distratta inoltre dall'arrivo dei due ragazzi ai piedi del divano.
-Va bene, ci penso io.-   Dice poi Cameron.
Capisco le sue intenzioni solo quando percepisco le sue mani sotto il mio corpo debole e le dita stringere la mia pelle. In pochi secondi mi ritrovo in aria, stretta fra le braccia di Cameron che mi reggono con forza. E sento le sue gambe muoversi con fatica sempre maggiore, poiché mi sta portando su per le scale. E sento una porta aprirsi ed un comodissimo materasso fiondarsi sotto di me. Ci metto un po' a rendermi conto di essere distesa su di un letto, e solo quando lo faccio decido di riaprire gli occhi. È una stanza che non conosco affatto, di certo non la mia. Mi ricordo con fatica di essere ancora a casa di Taylor, e che al piano di sotto vi è probabilmente ancora un sacco di gente. Ma i miei amici dove sono? E, diamine, perché sembra sia passata un’eternità da quando Cameron mi ha sollevata dal divano fino ad...ora? Niente sembra più avere un senso, tuttavia questo non mi ferma dal fare peso sulle mie stesse braccia e mettermi seduta sul letto.
-Hey, ti conviene stare sdraiata.-   Mi consiglia Cameron.
E lo apprezzo molto, nonostante ciò vorrei dirgli di starsene zitto perché la sua voce rimbomba nella mia testa come una serie di martellate.
-Sai che cos'è divertente?-   Dico ad un tratto dal nulla, contraddicendo la mia stessa volontà.
A causa del mal di testa, infatti, mi porto subito una mano alle tempie. Cameron, intanto, mi osserva confuso. Come biasimarlo? In questo momento si starà probabilmente chiedendo che fine abbia fatto la cara buona Khloe.
-Che non faccio sesso da troppo tempo, dillo a Kian.-   Blatero dunque, trascinando a lungo le mie parole.
Sto decisamente parlando a vanvera e, Dio, se solo potessi controllare me stessa per un solo secondo me ne starei di certo zitta. Ma non ci riesco: c'è qualcosa, dentro di me, che mi spinge a parlare e parlare, facendo uscire le assurdità più umilianti dalla mia bocca. Cameron, di fronte a me, scoppierebbe a ridere se solo potesse, ma la sua risata viene sostituita da un'espressione di disagio ed imbarazzo. Un'espressione che lo fa apparire, ai miei occhi, fin troppo ingenuo.
Mi alzo di scatto dal materasso, per poi mettermi a gattoni ed avvicinarmi pian piano al ragazzo. Mi fermo ad un centimetro di distanza dal suo viso mentre, su quest'ultimo, posso scorgere le sue labbra socchiuse e gli occhi rivolti verso il basso, così da potermi guardare meglio. Cameron è totalmente immobile, non un singolo tremolio tradisce la sua rigidità, ed io non posso fare a meno di percepire tutto ciò come una sfida.
-Che ne dici di rimediare?-   Domando infatti, in un sussurro che vorrebbe risultare sensuale.
Sto per eliminare ogni tipo di distanza fra di noi, mentre capisco che non c'è più niente che potrebbe fermarmi. Cameron è ancora lì, del tutto bloccato, in attesa di Dio solo sa cosa. Decido quindi di fare la prima mossa e di cominciare con un semplice e delicato bacio sulla guancia ma, proprio quando le mie labbra si posano finalmente sulla sua pelle, arriva il vuoto.
Un improvviso giramento di testa mi porta a chiudere gli occhi e cadere all'indietro. Non appena poggio nuovamente la testa sul materasso, crollo in un profondissimo sonno buio.
 
 
 



 
 
 
XHIMMELX.
Heilà, salve a tutte!
D’accordo, lo ammetto, con questo capitolo mi sono concessa di andare un po’ fuori di testa o, meglio, di far andare la nostra Khloe fuori di testa.
Beh, come abbiamo capito nella prima parte, non ha ancora affatto superato la storia di Grayson e Grace, anzi, l’esatto opposto… Ha semplicemente cominciato a sfogarsi con qualcuno di reale anziché con delle semplici pagine bianche. Questo ovviamente la aiuterà, prima o poi, ma non ora, non ancora, ed è per questo che mi sono detta che sì, un po’ di divertimento se lo merita anche lei.
E quindi l’ho accoppiata –si fa per dire- con questo Kian, amico di Cameron (ovviamente si parla di Kian Lawley pff). Ecco, qui è uscita una parte del tutto sconosciuta di Khloe, quella che le ha dato il coraggio di provarci con uno sconosciuto, di baciarlo e di blaterare cose strane e imbarazzanti a Cameron. Insomma, io ho sempre voluto immaginare Khloe come una ragazza intraprendente, poco timida e audace proprio perché la volevo rendere diversa dalle altre protagoniste che in genere si incontrano nelle ff e finalmente mi sono decisa a sfruttare al meglio queste sue qualità.
Ma per quanto riguarda l’ultima parte, che è la più importante, prestate attenzione. KHLOE STAVA PER BACIARLO. Gli ha solo sfiorato la guancia, ok, ma chi sa cosa sarebbe successo se non fosse collassata. Chi sa se Cameron l’avrebbe respinta se non fosse collassata.
Beh, dato che non lo scopriremo mai, io vi lascio così.
Alla prossima, xhimmelx!

 
 
-Ti ha...baciato?-   
   
 
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