Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: jessycat    19/12/2016    2 recensioni
Una ragazza decide di cambiare vita trasferendosi dall'altra parte del mondo per via di alcune brutte esperienze passate in Italia.
Tutto questo la porterà a vivere una nuova vita, a rincominciare, a partire da zero.
Vivere esperienze diverse da ciò che era abituata, cresce, diventa indipendente.
Conoscerà delle persone che le entreranno nel cuore e che non se ne andranno più via.
S'innamorerà.
Piangerà.
Riderà.
Dimenticherà tutto il male passato in precendenza, guardando le cicatrici che l'hanno portata dov'è ora.
Questa è la storia di una ragazza che ha trovato la felcità in una realtà che non si sarebbe mai aspettata.
( Accenni di NamJin )
Dal Testo:
"Nonostante io abbia dimenticato quell'amaro ricordo, rimasi segnata a vita.
Quindi decisi di andarmene lontano.
Mi trasferì a Seoul, la capitale della Corea Del Sud.
Nessuno delle mie vecchie conoscenze si sarebbe mai aspettato di trovarmi in un posto del genere.
Nemmeno io lo avrei mai immaginato, sinceramente.
Tuttavia, mi piaceva."
Genere: Drammatico, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Kim Namjoon/ RapMonster, Kim Seokjin/ Jin, Nuovo personaggio, Park Jimin, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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3.Is it love?

 

 

 

 

“We think too much

and feel too little.”

-Charlie Chaplin

 

 

 

 

 

 

 

“Quindi quella è casa tua.”

Fece una breve pausane poi riprese.

“Che ne dici se entriamo un attimo?”

 

Credevo e speravo di aver sentito male...

 

 

 

“Come hai detto, scusa...?”

“Ti ho solo chiesto di entrare un attimo in casa.”

Si morde il labbro inferiore e riprende a parlare, avvicinando il suo viso sempre di più al mio.

“Sai... potremmo conoscerci meglio,mh?”

“Mi piacerebbe molto ma sai... ecco... vedi... io non-”

Capì che stavo per rifiutare la sua offerta, quindi mi pose il dito indice sulle labbra.

“Non accetterò un no come risposta. Quindi decidi, sì o sì.”

“O...okay allora. Vieni pure...”

Cercai di sforzare un sorriso, non è che ero infelice di averlo in casa mia, ero semplicemente nervosa.

Lui mi faceva diventare nervosa, con il suo comportamento da -SonoJiminESonoFigo-, mi faceva diventare nervosa tutte le volte che si avvicinava a me, tutte le volte che mi sorrideva, tutte le volte che mi guardava con quei occhi, tutte le volte che sentivo la sua voce calda.

Il mio cuore impazziva, correva come un treno.

E il mio stomaco... Dio, quanto faceva male, come se un branco di velociraptor ci vivesse dentro.

Era tutto più strano con lui intorno.

Una volta entrati lo vidi guardarsi intorno, non era per nulla in imbarazzo, o, se anche lo fosse stato, non lo faceva notare.

Si sedette sul divano e con una mano battè sul posto vicino al suo, come se volesse invitarmi a sedermi sul mio divano , di casa mia.

Presi coraggio e lo feci, mi misi difianco a lui.

“Vuoi guardare la tv...?”

Gli domandai...

Che sciocca sono, ha detto che vuole conoscermi meglio e io gli chiedo se vuole guardare la tv?

Ma dai...

Sorrise.

“In realtà... speravo mi parlassi un po' di te, sai, i tuoi occhi... di quel colore così vivo... ti ho notata appena entrato nel locale. Non si vedono molti occhi come i tuoi da queste parti. Da dove vieni?”

“Sono italiana, vissi in Italia fino a poco tempo fa... e per colpa di alcuni problemi sono stata costretta a trasferirmi.”

“La tua famiglia deve mancarti molto”

“Sì. Sopratutto in certi momenti, ma in ogni caso non rimpiango nulla, anche se vivono in Italia sono comunque i miei genitori, e se ho bisogno di loro mi aiutano sempre, come se fossero ancora qui con me.”

“Parli molto bene il coreano.”

“Grazie... l'ho studiato in università, nonostante la fatica me la cavo..”

Acennai una piccola risata, quasi isterica.

Lui annuì.

Si formò un momento di imbarazzo.

Nessuno parlò.

C'erano sguardi.

Solo quelli, niente di più.

Guardava in continuazione le mie labbra, mordendo le sue.

Posò un braccio attorno alla mia schiena, accarezzandola i tanto in tanto.

C'era silenzio.

Nessuno parlava.

Al contatto con la sua mano rabbrividì.

Mi venne la pelle d'oca.

Il suo tocco era così... così bello da sentire, così confortante.

Non lo conoscevo ancora bene... anzi, era come un estraneo per me.

Però, in ogni caso, quando lo avevo vicino, mi sentivo diversa, forse più viva.

Come fossi completamente abbagliata dalla sua presenza.

Come se mi avesse stregata.

Jimin, forse questo è l'inizio di un amore?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Passò un'ora, parlammo per molto tempo...

Lui non mi raccontò molto di lui, come se fosse chiuso in se stesso, come se ci fossero cose che si tratteneva dal dire.

Non mi diede fastidio il fatto che non si aprì completamente con me.

Forse voleva solo donarsi poco alla volta, senza fretta.

Forse per paura di soffrire o di star male.

Eravamo arrivati a parlare dei suoi amici, mi disse che erano amici da sempre, uniti, inseparabili. La considerava la sua seconda famiglia... quando il campanello suonò.

Andai ad aprire.

Sulla soglia c'erano Namjoon e Jin.

“Ecotti dove ti eri cacciato, ti stavamo cercando, allora che fate di bello?”

Disse Namjoon.

“Nulla, ci stavamo conoscendo un po'.”

Parlava con lui ma guardava me, sorrise.

“Uhm sì sì, andateci piano, mi raccomando, o finirete per svegliare tutto il vicinato.”

Sempre il solito Jin.

Sempre il solito pervertito.

Questa sua frase fece scatenare delle fragorose risate a Namjoon ed a Jimin, io lo volevo solo uccidere.

“Jimin, io accompagno gli altri verso le macchine, sono le due del mattino e vogliono andare a casa. Tu che fai, resti ancora o vai?”

Sono già le due del mattino?

Non mi ero accorta che il tempo fosse volato così in fretta...

“Tranquillo, tu inizia ad andare, io ti raggiungo tra poco, questa bimba ora dovrà andare a dormire, è tardi, e domani lavora. Dammi solo il tempo di salutarla un attimo. Arrivo.”

Detto questo i due “quasi fidanzatini” uscirono dalla porta di casa.

“Allora... grazie. Grazie per questa serata, sono stato bene con te davvero. Non ti conosco molto, bensì mi sembri una brava persona. Mi piaci, Eveline.”

Arrossì.

“Fiugurati Jimin, è stato un piacere anche per me, davvero.”

“Ci vediamo... tanto sarò qui spesso, o almeno spero. Buonanotte, piccola.

“Dolce notte anche a te..”

Si avvicinò a me e mi diede un bacio sulla guancia.

Aprì la porta per farlo uscire, ma, una volta fatto, ci ritrovammo davati ad una scena a dir poco imbarazzante.

Nel corridoio che portava all'uscita del palazzo, notammo Jin e Namjoon.

Uno appoggiato al muro, e il secondo appoggiato a primo.

Intenti, ad infilarsi la lingua in gola.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE.

Recooooord ahaha, sono riuscita ad aggiornare per due sere a fila ahaha

Direi che la storia sta iniziando a prendere una svolta eheheh *faccia pervertita*.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e mi scuso in caso di eventuali errori di battitura.

Grazie per l'attenzione,

-Jessy.

  
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