“Sicuramente si sarà esercitato da solo ma è meglio verificare i suoi progressi” pensò scrollando le ali e cercandolo. Ben presto si rese conto che non era in Paradiso, possibile?
Chiese ai suoi sottoposti se l’avessero visto ma fu del tutto inutile.
«Sarà in camera sua» rispose Tagriel sbuffando, «o su qualche nuvoletta qui vicino: è troppo codardo per svolazzare in giro.»
«Non è codardo, è prudente, cosa che dovresti essere anche tu quando esprimi le tue opinioni, mi sono spiegato?» esclamò Gabriel stizzito e spalancando le ali.
Gli altri si limitarono a scrollare le ali con quell’aria che indicava che non soltanto non lo sapevano ma che non gliene importava niente.
Se Gabriel non fosse stato così preoccupato, li avrebbe presi volentieri a calci tutti e duece…, anzi no, tutti e centonovantanove. Dannati pennuti!
“Quel pivello sa a malapena muovere correttamente le ali. Cassy, dove sei finito?”
Gli si avvicinò Samandriel. «Cerchi Castiel? È sceso sulla Terra insieme a Balthazar. Volevano vedere da vicino l’opera di Hael(1).»
«Balthazar?» Trovò la cosa perlomeno singolare: agli angeli semplici non era permesso andarsene a zonzo sulla Terra senza autorizzazione.
«Ali color acquamarina» replicò l’altro. Nonostante fossero in migliaia, ogni angelo aveva il colore delle ali unico e irripetibile, quindi non c’era bisogno di descriverlo ulteriormente.
Ah sì, ora se lo ricordava: era agli ordini di Michael e, nonostante avesse imparato a volare da poco, si vantava sempre che era il più veloce di tutti e che poteva arrivare più lontano degli altri.
Gabriel ne fu alquanto seccato: il suo fratellone aveva la tendenza a imporre una rigida disciplina ai propri sottoposti e spesso l’aveva rimproverato perché lui non faceva altrettanto con i suoi.
Già immaginava quello che gli avrebbe detto Miki: «Se non avessi ordinato a Balthazar di occuparsi del tuo subalterno, Castiel sarebbe ancora su una nuvola ad aspettare che tu gli insegnassi a volare.»
“Come se io mettessi bocca nei suoi massacranti allenamenti…”
Gabriel atterrò sulla Terra e vide sopra di sé i due angeli che volavano tenendosi per mano, girando intorno a quelle formidabili colonne di pietra che Hael aveva avuto l’ordine di forgiare secoli prima.
Decollò e si mise davanti a loro.
Era indubbio che Castiel si stava divertendo in quanto stava sorridendo, quello che sorprese Gabriel fu l’espressione di Balthazar: per un attimo negli occhi dell’angelo balenò la paura.
“Non è qui per ordine di Michael!” comprese l’arcangelo. “È stata una sua iniziativa!”
«Volevo vedere a che velocità riuscivo a volare girando intorno a queste colonne» gli disse Balth, riprendendo la sua solita espressione strafottente.
«D’accordo ma ora sarà meglio che torniate a casa, prima che Michael cominci a dare i numeri.» Cominciò a volare verso il Paradiso, seguito dai due angeli che si tenevano ancora per mano.
«Che significa che Michael darà i numeri?» chiese Castiel.
«Che non riuscirà a capire perché, invece di duecento angeli ai suoi ordini, in questo momento ce ne siano solo centonovantanove» rispose Balthazar.
“Peccato che non faccia parte della mia legione” pensò Gabriel, “Castiel avrebbe proprio bisogno di un amico.”
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1) Il Gran Canyon.
Dedico questa fiction ad Abby_da_Edoras che con la sua dolcissima storia: http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=3479552 me l’ha ispirata, quindi se vi è piaciuta, andate a leggere anche la fonte ispiratrice e recensite!
Buon Natale a tutte!