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Autore: vero511    23/12/2016    1 recensioni
Ellie Wilson 24 anni, appena arrivata a New York insieme alla sua gioia più grande: il figlio Alex. Lo scopo della giovane è quello di ricominciare da zero, per dare la possibilità ad Alex di avere un futuro diverso dal passato tumultuoso che lei ha vissuto fino al momento del suo trasferimento. Quale occasione migliore, se non un prestigioso incarico alla Evans Enterprise per riscattarsi da vecchi errori? Ma Ellie, nei suoi progetti, avrà preso in considerazione il dispotico quanto affascinante capo e tutte le insidie che si celano tra le mura di una delle aziende più influenti d’America?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“Allora Signorina, non vorrei sembrare invadente, ma… ehilà, terra chiama, o per meglio dire, suo figlio la chiama”. Delle parole confuse giungono alle mie orecchie, o più precisamente giungono al mio cervello il quale, finalmente, riesce a dare loro un senso compiuto così da formulare una frase. Ciò che è appena successo mi ha lasciata a dir poco interdetta, ma ora è il momento di dare spiegazioni a colui che mi sta davanti e che poco fa mi ha coperta senza neanche sapere il mio nome. “Oh mi scusi, mi ero distratta” temporeggio spostando il mio peso da un piede all’altro per poi prendere Alex in braccio. “L’ho notato” il suo tono non è scontroso o malizioso. Semplicemente la sua è una costatazione. “Suppongo tu conosca Zackary” sembrano conoscersi da una vita quindi non capisco il motivo per cui si ostini ad utilizzare il nome completo. Mi appunto mentalmente di chiederglielo, ma prima è giusto che a parlare sia io. “Si. In realtà conoscere è una parola grossa, lui è il mio capo da qualche settimana”. “Quindi tu sei il famoso nuovo acquisto dell’azienda” sembra una frase indiretta, un pensiero ad alta voce che è sfuggito dalle sue labbra. “Così pare, anche se non sapevo di essere famosa” lascio trapelare tutta la mia curiosità dal mio tono. In tutta risposta, Arthur scoppia in una fragorosa risata. “Credo tu lo sia più di quanto immagini” le sue parole sono misteriose e nonostante non voglia lasciar correre, mi sento in qualche modo costretta a farlo quando la ragione prende il sopravvento e mi conduce all’istinto di fornire spiegazioni in merito a ciò che è successo. “Non volevo mi vedesse qui” smette di ridere e mi osserva con attenzione massaggiandosi l’ispida barba bianca. “Questo lo avevo capito” neanche questa volta il suo sembra essere un rimprovero, non colgo nessuna nota di disappunto e gliene sono grata. Esporre tutta la faccenda senza sembrare una stalker si sta rivelando essere piuttosto complicato. Senza contare che non so quanto possa fidarmi veramente di lui; mi ha coperta e indubbiamente è un brav’uomo, ma non so con esattezza fino a che punto arrivi la sua lealtà nei confronti di Zack. “Diciamo che tra noi non scorre buon sangue, di conseguenza preferirei evitare di incontrarlo fuori dall’ambiente lavorativo”. Ora la sua espressione è più convinta ed appagata. “Zackary ha un particolare modo di approcciare l’altro sesso” Me ne sono accorta. “In ogni caso, credo che tu non debba farti tutti questi problemi. È vero, siamo in una grande città, ma ciò non toglie che ci si possa imbattere nei colleghi in una semplice bottega come la mia”. La sua riflessione non fa una piega, o meglio, ha senso dato che non conosce gli oscuri retroscena della mia presenza qui. “Credo abbia ragione Arthur” gli rivolgo un sorriso cordiale. “Si è fatto tardi, è ora che io tolga il disturbo. Passerò il prima possibile per il regalo di mia cugina”. So perfettamente che non esiste nessuna cugina e nessun regalo, ma per il momento è preferibile mantenere questa versione che mi fornisce un’ottima scusa per tornare. “A presto e buon proseguimento”. Se fino a un’ora fa, il vento invernale non aveva fatto altro che infastidirmi, adesso non posso fare a meno di assaporarlo sul viso. Avevo decisamente bisogno di una boccata d’aria fresca.

Finalmente a casa mi getto sfinita su una poltrona con un Alex dal nasino rosso accanto a me e buste di ogni tipo sparse attorno. Nonostante io abbia comprato lo stretto necessario, mi sembra di aver svaligiato ogni luogo in cui sono stata. Non fare la spesa per così tanto tempo porta a questo; sarà utile che chieda a Kim di prendere qualcosa quando porta il bambino al parco o a fare una passeggiata. Faranno santa quella povera ragazza, dato che io sono un caso perso. La mia mente non tarda a ricordarmi che questo è ciò che significa essere una madre single e dovrei ritenermi persino fortunata a potermi permettere una babysitter così disponibile. Osservo mio figlio sentendomi in colpa per essere una madre così disorganizzata e noto che ha la lingua tra le labbra mentre l’indice paffuto la indica. “Hai fame eh?” mentre lo sposto sulle mie gambe, la mia pancia inizia a brontolare. Tale madre, tale figlio. Opto per qualcosa di semplice come un piatto di pasta al sugo e mentre l’acqua bolle, ne approfitto per cambiare Alex e fargli un bagnetto veloce. Sto per togliergli la tutina, quando dal cappuccio di essa sbuca qualcosa che cade velocemente nello scarico della vasca emettendo un ticchettio sordo. Nonostante un primo momento di sorpresa, non do troppo peso al fatto e continuo il mio operato. Pessima idea poiché nell’attimo in cui rimuovo il coperchio per far defluire l’acqua sporca e le nuvole di bagnoschiuma nella tubatura, mi rendo conto che ciò non avviene nel modo in cui dovrebbe e tutto sembra depositarsi sulla superficie, come se il passaggio fosse ostruito da qualcosa.

ZACK’S POV
“Ehi amico, tutto bene?” le parole di Matt sembrano arrivare da lontano e ci vuole tutta la mia forza di volontà per risvegliarmi da quel curioso stato di intorpidimento nel quale mi trovo da qualche ora. “S-si, certamente. Ho bisogno di una birra” come se si aspettasse la mia richiesta, mi porge velocemente la classica bottiglia verde in vetro che prendo senza esitazioni. “Non vorrei essere insistente, ma sembri piuttosto turbato” naturalmente non posso nascondergli quasi nulla e quello che è successo rientra nella categoria. “È stata una giornata particolare”. Mi guarda in attesa di ulteriori spiegazioni. Non voglio dirgli che sono stata alla bottega di Arthur, ma posso raccontargli ciò che è successo. “Sono uscito a fare un giro e un bambino mi si è avvinghiato ad una gamba” “Il grande Zack Evans tramortito da un bambino? Incredibile” la risata di Matt irrompe nella stanza e non posso evitare di osservarlo infastidito. “Okay, okay, la pianto. Però muoviti ad arrivare al punto, sto diventando vecchio”. “Almeno cresci dato che ti comporti come un poppante” “Uu questo era un colpo basso, sembrava una delle frecciatine di Ellie”. Il silenzio cala su di noi alla pronuncia di quel nome. Io sono fermamente convinto che Matt in qualche modo sia attratto da lei e anche se devo ammettere che è una gran bella ragazza dalla forte personalità, quest’ultima è decisamente troppo vigorosa, per non parlare della lingua biforcuta di cui è dotata. “Sarà meglio tornare al tuo incontro” Il mio amico cambia prontamente discorso, il che mi dà da pensare che i miei sospetti non siano del tutto infondati. “Non c’è molto altro, semplicemente stava piangendo perché voleva la mamma e l’ho tenuto in braccio per un po’ così che si tranquillizzasse” “E lo ha fatto?” “Ovviamente”. “Ma guarda, spero tu abbia dato spettacolo ai paparazzi che sicuramente non vedranno l’ora di scrivere un articolo su quanto saresti affascinante come padre di famiglia e su chi sia il misterioso bambino”, il mio amico mi beffeggia e sbuffo sonoramente. “Zack, qual è il problema?” “Io…io non lo so!” mi alzo con uno scatto dalla poltrona e mi porto le mani nei capelli frustrato. “Non è la prima volta che prendi in braccio un bambino” “Si ma credo sia questo il punto. È stato…diverso.” Non sono in grado di spiegare quello che ho sentito e il mio migliore amico non è in grado di capirlo per me. Porto una mano sulle dita dell’altra per ruotare i miei anelli come faccio quando sono nervoso, ognuno di essi ha un profondo significato per me e mi aiutano a mantenere la calma e sfogare la tensione; ma quando mi appresto a compiere l’abitudinario gesto, una consapevolezza mi assale attanagliandomi lo stomaco: uno dei miei preziosi gioielli non si trova più al suo posto.

ELLIE’S POV
Ci sono giorni in cui l’unica cosa che hai voglia di fare è startene sotto le coperte, al caldo, e alzarti tardi per sorseggiare un una bevanda bollente e spostarti sul divano restandoci a tempo indeterminato. Ma decisamente, questo non è quello che puoi fare quando lavori in una delle aziende più prestigiose di New York, hai un figlio di cui occuparti e un idraulico in sovrappeso che rilascia appuntamenti alle sette del mattino. “Be Signorina, dovrebbe prestare maggiore attenzione con i gioielli” Gioielli? “Come ha detto?” “Ho detto che quando si lava, dovrebbe essere sicura di aver tolto tutto” ammicca malizioso. Ho detto in sovrappeso? Avrei potuto dire direttamente porco. Dato che ci assomiglia in ogni senso. Mi consegna un anello che è decisamente troppo grande per poter essere mio. Dopo che quell’essere ripugnante ha lasciato il mio appartamento, posso dedicarmi all’oggetto che stringo ancora tra le mani e noto che ha un aspetto famigliare. Un momento…ma è di…O. Mio. Dio. Come un flash mi balza in mente ciò che è successo ieri e in un attimo collego tutto. Questo anello è di Zack.

-N/A-
Buonasera ragazze! Ecco il nuovo capitolo, probabilmente il penultimo dell'anno, che spero davvero vi piaccia. Vi ringrazio di cuore per le visualizzazioni e le recensioni! Mi raccomando di farmi sapere cosa ne pensate. Mi piacerebbe che vi uniste ai gruppi di Facebook e Twitter "When Love Takes Over"  per farvi sentire visto che so che  ci siete <3 Intanto colgo l'occasione per augurare a voi e alle vostre famiglie un felice Natale! <3 Baci.
  
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