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Autore: Ria_27    24/12/2016    3 recensioni
Tutti amano la storia di Peter Pan, il ragazzo che non voleva crescere. Ma una sola persona è stata tanto avventata da amare proprio lui, l'eterno bambino. Wendy Darling.
Sono passati tre anni da quando Wendy è tornata da Neverland.
Tre anni in cui ha dovuto fare i conti con la sua scelta di diventare un'adulta.
Ma quando le si prospetta davanti un matrimonio con un uomo che non ama basta il semplice riflesso dell'abito bianco a ricordarle un momento diverso, con un ragazzo diverso. Un ragazzo che le insegnò a volare.
E se Wendy tornasse a Neverland ?
Se anche i suoi sentimenti per Peter fossero cambiati, cresciuti, maturati?
Se qualcun altro avesse posato gli occhi su di lei, qualcuno dall'animo nero ma dal cuore decisamente più maturo?
Dimenticate Barrie e la polvere di fata, perché in questa storia si viaggerà a vele spiegate verso acque più oscure.
Genere: Dark, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 4- VIENI VIA CON ME

Wendy non riusciva a credere ai propri occhi.
«Peter?!» domandò con un filo di voce.
La figura all’altro capo della stanza la osservò con aria divertita.
La mano di Wendy corse a coprire la bocca aperta con stupore.
«Sei proprio tu?» balbettò incerta .
«Chi altri entrerebbe nella tua stanza a tarda notte e per di più attraverso una finestra?» la schernì il ragazzo, ancora fermo all’estremità opposto.
Wendy sbattè le palpebre un paio di volte, voleva assicurarsi che non si trattasse di uno stupido scherzo dei suoi occhi dettato dalla stanchezza.
Peter inarcò un sopracciglio con aria curiosa. «Perché ti sei appena pizzicata il braccio?» domandò perplesso.
«Volevo accertarmi che non fosse solo un sogno» confessò Wendy con estrema franchezza.
«E ora ne sei convinta?»
Wendy si ritrovò a scuotere automaticamente la testa. «No » ammise.
Non era ancora sicura che non fosse tutto frutto della sua immaginazione. Vi erano buone probabilità che si fosse addormentata durante la lettura, e fosse talmente stanca da non riuscire a ridestarsi tanto facilmente.
Ma oltre a quelle ipotesi, c’era altro a confondere terribilmente Wendy. Qualcosa nell’aspetto di Peter che lo rendeva assai diverso dal ragazzino scapestrato che l’aveva condotta con sé tre anni prima.
«Sei cresciuto»  mormorò muovendo qualche passo nella direzione in cui si trovava Peter.
Per un attimo gli occhi di Peter sembrarono rabbuiarsi. Ma Wendy ebbe appena il tempo d’accorgersene, un secondo dopo quel repentino cambio d’espressione venne sostituito da un sorriso carico di scherno.
«Anche tu» replicò .
Wendy ignorò le parole di Peter e finalmente gli fu davanti. «Com'è possibile?» chiese.
La mano corse a disegnare i contorni di quel volto; un tempo tanto infantile, ora con tratti più marcati propri di un giovane uomo. Le spalle erano fatte più larghe, ed i muscoli del petto, una volta tanto acerbo, erano ora visibilmente in tensione sotto la cotta di cuoio.
 Era Peter, ma in qualche modo era diverso, con un aspetto maturo che lo allontanava molto dal ricordo infantile che Wendy aveva conservato gelosamente nel proprio cuore.
Peter le blocco la mano facendosi nuovamente rigido.  «È una lunga storia» asserì scostandola « E non una di quelle belle. Anzi è piuttosto noiosa a dirla tutta .»
Wendy rimase delusa da quel repentino allontanamento. Ma conosceva Peter, o almeno lo aveva conosciuto, abbastanza da sapere come reagiva quando si sentiva esposto.
Lo osservò ispezionare la stanza con rinnovata curiosità.
«Questo posto è cambiato!»esclamò guardandosi intorno con circospezione.
Wendy annuì . « John e Michael si sono trasferiti in un'altra stanza, dopo il nostro ritorno, tre anni fa» spiegò brevemente senza riuscire a smettere di seguirlo con lo sguardo.
Temeva che se avesse smesso di tenerlo d'occhio, Peter si sarebbe volatilizzato. Scomparendo così, com’era apparso.
 «I tuoi fratelli» ricordò Peter.
Una risata divertita fuoriuscì dalla bocca di Wendy.  « Mi sorprende che te ne ricordi, dimenticavi di continuo i loro nomi quando eravamo all'Isola che non c'è.»
Le labbra di Peter si incurvarono in un sorriso spezzato . « È vero»
 I suoi occhi corsero a cercarla ma, prima di raggiungere il volto raggiante,  vennero catturati da un luccichio proveniente dall'anulare. Il sorriso divertito scomparve dal volto di Peter cedendo il posto ad un'espressione di malcelato fastidio.
Wendy seguì il suo sguardo finendo per osservare il proprio anello di fidanzamento.
Prontamente portò la mano dietro la schiena per coprirla dalla vista di Peter. Si maledisse per aver dimenticato di toglierlo giusto quella notte. Non che avesse in programma di ricevere vita dal ragazzo con cui si era detta addio tre anni prima. Non aveva motivo di vergognarsi di ciò che quel l'anello rappresentava, eppure le sembrava enormemente sbagliato indossarlo in quel momento.
Peter abbassò lo sguardo irrigidendo la mascella. «Suppongo che molte cose siano cambiate allora» affermò con un tono che voleva suonare come indifferente.
Wendy si guardò le punte dei piedi, cercando di nascondere la propria tristezza. «Sono passati tre anni Peter» disse sommessamente.
Peter emise una risata priva di allegria. « E tu non vedevi l'ora di crescere!»
Wendy accusò il colpo come se avesse ricevuto uno schiaffo. «Non provarci Peter» lo avvertì con tono duro.
Peter tornò a guardarla inarcando un sopracciglio.  «A far cosa ?»
«Farmi sentire in colpa», con passi veloci Wendy gli fu nuovamente davanti puntandogli il dito contro il petto. «Tre anni da quando hai deciso di rimanere sull'Isola che non c'è, assicurarti l'eterna infantilità, piuttosto che venire qui a Londra con me»  picchietto il dito con furia sulla pelle esposta del ragazzo,  « Hai scelto l'Isola e non me! Quindi ora non provare a biasimarmi se sono andata avanti» affermò sotto lo sguardo sorpreso di Peter.
 «Ahi!» si lamentò lui massaggiandomi il punto del petto che era stato ferocemente attaccato da Wendy. «Per avere delle mani così piccole fai davvero male, lo sapevi ?!»
Wendy ricambiò quella domanda con un'occhiataccia.
 «Dico davvero» insistette Peter regalandole uno dei suoi sorrisetti furbi.
Wendy sospirò. «Cosa ci fai qui Peter?!»
 Per quanto avesse voglia di cedere al suo ritrovato buonumore, sapeva di non poterlo fare.
C'erano delle questioni pregnanti da affrontare che non potevano più esser rimandate.
«Mi faccio attaccare dalle tue piccole dita evidentemente.»
«Dico sul serio Peter» insistette Wendy iniziando a spazientirsi.
Peter la osservò silenziosamente per qualche istante.
 I suoi occhi azzurri guizzarono nervosamente sul volto di Wendy prima di incupirsi. «Hai pronunciato il mio nome.»
 Wendy aggrottò le sopracciglia confusa.   «Come dici ?»
 Peter sembrò perdere la solita sicurezza mentre cercava di evitare lo sguardo di Wendy.
 «Hai pronunciato il mio nome» ripeté semplicemente, avvicinandosi alla finestra ancora aperta, si volse per indicarla alla ragazza. « La scorsa notte ti trovavi esattamente qui, quando mi hai chiamato» concluse sedendosi sul davanzale.
Wendy lo squadrò basita, comprendendo a cosa stesse alludendo. «Non era più di un sussurro»replicò.
Un sorriso divertito torno a incurvare le labbra di Peter.«Ma io l'ho sentito.»
 «Sino all'Isola che non c'è ?»
Peter le riservò un'occhiata scettica «A quella distanza neanche delle urla avrebbero potuto raggiungermi.»
Wendy comprese immediatamente cosa implicasse quell'affermazione. «Ti trovavi già qui>> sentenziò mentre il  cuore iniziava a battere frenetico.
 Peter si limitò a sorriderle silenziosamente.
 «Perché non ti sei mostrato allora ?»
 Il solo pensiero di essere stata tanto vicina a lui, e non averlo potuto vedere,  le risultava assurda.
 Peter scrollò le spalle con noncuranza. «Non era il momento giusto.»
Wendy inarcò un sopracciglio. «E questo lo è?»
 «Suppongo di sì.»
«Certo, ora mi è tutto molto più chiaro» replicò ironicamente Wendy, roteando gli occhi.
Lentamente tornò ad avvicinarsi muovendo piccoli passi cauti, come se si trovasse in presenza di un animale selvatico, pronto a scappare al primo movimento brusco.
«Posso almeno sapere per quale motivo ti trovavi qui, la scorsa notte ?» chiese, quando fu ad un solo passo da lui.
Peter rimase fermo. Per la prima volta in quella sera, sostenne lo sguardo di Wendy, dandole modo di esaminare il suo volto. L'infantile bellezza del ragazzino era scomparsa lasciando spazio ad una nuova fierezza nei  lineamenti. Le sue caratteristiche si erano accentuate, ma una cosa non era cambiata: Peter era rimasto di una bellezza sconvolgente.
Gli occhi di Wendy si posarono sulle labbra leggermente schiuse del ragazzo. Quante volte aveva sognato di poter sfiorare nuovamente quelle labbra.
«Mi capita di venirti a trovare delle volte» asserì Peter.
 Wendy corrugò la fronte. «Questa è la prima volta che mi vieni a trovare»  gli fece notare.
Peter sorrise beffardo.  «Errore. Sono venuto molte volte, solo non mi hai mai visto Wendy.»
Wendy strabuzzò gli occhi. «Non è la prima volta che vieni a Londra ?»
 Peter rise come se trovasse quella domanda divertente, per un motivo che Wendy non riuscì a capire.
 «Lo trovi ironico?» chiese confusa.
«Ti basti sapere che non è la prima volta, no» sentenziò lui, raggirando abilmente la questione insita nella domanda della ragazza.
 «Peter » sospirò Wendy.
Peter emise un gemito spazientito. «Wendy non sono venuto qui per parlare di questo!» esclamò, sollevandosi in modo da fronteggiarla.
 «E di cosa allora?» replicò Wendy indispettita.
Peter la guardò per un lungo istante, prima di tornare a parlare: «Vieni via con me.»
Wendy lo  osservò in tralice.
«Vieni con me» ripeté lui.
Si trovava alla distanza di un sospiro dal suo viso. Le sue iridi azzurre non l'avevano lasciata per un solo istante da quando aveva formulato quelle parole.
La imprigionavano e contemporaneamente sembravano voler scrutare fino all'anfratto più profondo della sua mente.
Wendy si sentì destabilizzata. «Dici sul serio?» chiese in un sussurro.
Peter non si scompose. «Si.»
Una forza magnetica sembrava attirarla sempre più verso di lui. Voleva stringergli le braccia al collo. Respirare il suo odore.
Riassaporare quelle labbra.
Rapidamente l'espressione di Peter si fece tesa. Un barlume di intuizione gli illuminò gli occhi, come se avesse letto correttamente le intenzioni di Wendy.  Ma a dispetto di ciò che Wendy desiderava, Peter si scostò nuovamente.
In un istante mosse qualche passo indietro, ponendo maggiore distanza tra di loro.
Quell'ennesima dimostrazione di reticenza bastò per ridestare Wendy da quell'intorpidimento, che aveva messo a tacere la voce della ragione a beneficio di qualcosa di più profondo e viscerale.
 Wendy deglutì con amarezza. «Non posso» rispose finalmente.
Pronunciare quelle parole le era costato un immenso sforzo, ma sapeva che se non le avesse espresse subito, sarebbe bastato un altro sguardo a quelle orbite azzurre per destabilizzarla nuovamente e mettere a tacere il raziocinio.
Peter sussultò punto sul vivo. «Cosa vorrebbe dire?»  il suo tono fuoriuscì affilato come una lama, mentre i suoi occhi le regalarono squarci di tempesta.
Wendy si sfregò le braccia, nel vano tentativo di recuperare un po' del calore che sembrava averla abbandonata.
«Esattamente quello che ho detto» insistette tornando a guardarlo negli occhi con tenacia. «Non verrò con te, Peter.»
Peter sbuffò una risata amara. «È tutto quello che hai da dire?»
Un moto di rabbia si impossessò di Wendy .«La mia risposta risulta meno assurda della tua proposta» sbottò carica di irritazione.
Le sopracciglia di Peter si inarcarono, conferendogli un'espressione di puro scherno. «Assurda dici?!» chiese retorico,  prima di ridere.
Wendy gli scoccò un'occhiata di puro fastidio. «Dopo tre anni torni qui a propormi di venire con te, in un luogo che ho consapevolmente scelto di abbandonare. La trovi una richiesta lecita?»
 Peter serrò la mascella duramente. «Più lecita dell'alternativa che ti si prospetterebbe se rimanessi qui» asserì a denti stretti.
Wendy allargò le braccia esasperata.  «Di cosa stai parlando?»
Improvvisamente Peter le fu davanti,  inchiodandola con sguardo di pura rabbia. « Del tuo matrimonio» scandì.
Quelle parole arrivarono con la forza di uno schiaffo.
«Come ...» boccheggiò Wendy.
La furia nello sguardo di Peter non sembrava prossima a placarsi.
«Come fai a saperlo?» riuscì finalmente a domandare la giovane, sentendosi improvvisamente vulnerabile.
Un mezzo sorriso privo di gioia disegno le labbra di Peter. «Te l'ho detto, mi è capitato di passare da queste parti di tanto in tanto.»
 Con mano tremante Wendy sistemo una ciocca bionda dietro l'orecchio, provando a placare il nervosismo che l'aveva attanagliata. Aveva stupidamente sperato di poter evitare quell'argomento.
«Credevi che non lo sapessi?» domandò Peter beffardo.
Wendy scosse la testa. «Non so cosa dire» ammise, riuscendo solo a fissare un punto non ben definito nel tappeto.
«Allora di soltanto che mi seguirai sull’Isola che non c'è» la esortò.
Wendy percepì le sue iridi incandescenti su di se e la cosa non riuscì ad incoraggiarla nel proseguire con il proprio rifiuto. Ma era inevitabile.
« Peter, io non posso» ripeté, provando a risuonare sicura.
Ancora una volta il volto di Peter divenne una maschera di durezza. «Io non vedo impedimenti.»
 Wendy emise un gemito di frustrazione, voltandosi per dargli le spalle.«Tu non vedi mai nulla che non si trovi sotto il tuo naso, Peter » lo accusò.
 «Vedo che non sei felice.»
A quelle parole Wendy torno a voltarsi per affrontarlo. «Questo non puoi dirlo» replicò con vigore. Odiava quella situazione. Odiava che lui avesse così maledettamente ragione.
Peter le rivolse un'occhiata ferma. «Non devi mentire Wendy. Non a me, lo sai!» affermò perentorio.
Per la seconda volta Wendy non poté fare altro se non stringersi nelle proprie braccia.
Peter mosse nuovamente qualche passo verso di lei. «Ti ho sentita piangere» ammise, cogliendola di sorpresa. «Dopo aver annunciato le nozze. La cena era appena finita e tu tornasti proprio qui»indicò la finestra con un gesto, «Hai pianto Wendy. Potrei non essere il più esperto quando si tratta di sentimenti, ma persino io sono in grado di capire che quelle lacrime non avevano niente a che fare con la felicità» concluse incatenando nuovamente i loro sguardi.
Wendy ricordava bene quella sera. Thomas si era recato a casa sua per chiedere ufficialmente la sua mano al padre, cogliendo Wendy del tutto impreparata. Thomas non le aveva ancora mai prospettato quella possibilità, si conoscevano da troppo poco. Eppure, quando la notizia fu portata in casa Darling, tutto sembrava essere stato deciso e nessuno si preoccupò del parere di Wendy. Dopo che i festeggiamenti furono conclusi, Wendy poté tornare in camera sua e sciogliere, finalmente, quel sorriso che si era intonacata sul volto, cedendo il posto ad un pianto amaro.
Un sospiro fuoriuscì dalla labbra di Wendy, mentre tornava a concentrarsi sul volto trepidante di Peter. «Non posso ugualmente seguirti» sentenziò, ma questa volta non riuscì a imprimere forza alle parole.
Per la prima volta in quella sera, Peter colmò la distanza che li separava, stringendole le braccia tra le mani. «Cosa te lo impedisce?» chiese.
Wendy socchiuse gli occhi per ricacciare indietro le lacrime, che minacciavano di scalfire le sue barriere. «Non posso lasciare tutto nuovamente» sussurrò.
La presa di Peter si trasformò in una carezza. «Perché?»
«Non posso lasciare i miei genitori, i miei fratelli, Thomas» le sfuggì un singulto, mentre le labbra di Peter si avvicinarono al suo orecchio. «Si che puoi.»
Wendy provò a ritrarsi da quel contatto, ma Peter la trattenne. «Nessuno ti ha chiesto cosa volessi,Wendy. Non hanno fatto altro che importi le loro idee, le loro scelte.»
 Il cuore di Wendy iniziò a battere all'impazzata. «No» scosse la testa serrando gli occhi, «Ne morirebbero.»
«E se resterai qui, ne morirai tu!»
 A quelle parole, Wendy tornò ad aprire gli occhi per incontrare quelli sicuri di Peter.
«Se resterai, non avrai più nulla a evitarti una vita che non vuoi.»
« Io ho scelto di crescere» replicò Wendy, cercando di ignorare il calore che le sue mani gli stavano trasmettendo.
 Peter annuì. «È vero, ma avresti mai pensato di ritrovarti intrappolata?»chiese retoricamente, «Sei cresciuta Wendy, ed ora ti chiedo di tornare sull'Isola che non c'è, con me.»
Le sue mani si posarono sulle gote arrossate della ragazza, provocandole un brivido lungo la schiena.
«Hai avuto ciò che desideravi, ma da ora in poi ti aspetteranno solo cose che non potrai controllare, cose che ti renderanno infelice. Io ti offro un'alternativa.»
 Wendy non riuscì a dire nulla. Nella sua mente continuavano a turbinare immagini del suo futuro al fianco di Thomas, ed immagini del suo futuro con Peter.
«Mi lascerei alle spalle troppe cose» mormorò.
«Ti lasceresti alle spalle l'infelicità.»
 La mano di Peter scese ad agganciare la sua prima di guidarla verso la finestra. «Me e te, insieme» disse volgendo la mano libera in direzione del manto stellato, «Devi solo crederci.»
 Dal piano di sotto la porta d’ingresso venne aperta, segnalando il ritorno dei coniugi Darling.
Velocemente Wendy fece un passo indietro, lasciando la mano di Peter. «No» sentenziò, udendo le voci dei genitori.
 Peter le rivolse uno sguardo ferito, la mano ancora sospesa a mezz'aria. «È la tua risposta definitiva?»
Wendy annuì.
 «Molto bene allora»sentenziò, prima di voltare le spalle.
Wendy lo osservò arrampicarsi sulla finestra, preparandosi a vederlo spiccare il volo per non fare più ritorno. Ma Peter si arrestò, portò una mano nel taschino della cotta, alla ricerca di qualcosa. Con sguardo curioso Wendy lo vide estratte qualcosa e stringerla nel pugno.
«Quasi dimenticavo» aggiunse, tornando a voltarsi verso di lei. Con un salto scese dalla finestra e rapidamente le fu accanto. Le prese la mano e delicatamente vi adagiò l'oggetto che teneva nel palmo. «È meglio che questo lo tenga tu.»
 Wendy abbassò lo sguardo e subito percepì il proprio cuore arrestarsi.
Un piccolo ditale argentato luccicava nella sua mano. Peter mostro un sorriso davanti al suo stupore. «Dopotutto ti apparteneva» concluse.
«Lo hai conservato?» sussurrò lei, continuando a rimirare l'oggetto.
«Sempre» rispose, regalandole un ulteriore sorriso. «Ora è meglio che vada.»
I ricordi sconquassarono la mente di Wendy, portando con se un'ondata di sentimenti che credeva di aver messo a tacere.
Gioia.
Tristezza.
Allegria.
Amarezza.
Rimpianto.
E qualcosa di più profondo, che Wendy non ebbe il coraggio di afferrare.
Peter era stato tutto questo per Wendy.
Questo e molto altro ancora.
Ed ora non ci sarebbe stato mai più.
"Mai è un tempo infinitamente lungo."
«PETER ASPETTA!»
Peter si fermò, con un piede sospeso a mezz'aria, voltandosi giusto in tempo per afferrare Wendy.
La ragazza strinse le braccia intorno al suo collo. Il cuore le batteva forte per il balzo che aveva fatto, ma non aveva temuto neanche per un momento che Peter non la prendesse.
 «Andiamo via» sussurrò, senza riuscire a trattenere una lacrima di commozione.
Peter spalancò gli occhi, prima di tornare a sorridere. «Non ho polvere di fata qui con me, sarai costretta a stringerti a me per tutto il viaggio» le spiegò, passandole un braccio sotto le gambe e issandola su.
Senza aspettare altro, Wendy lo strinse maggiormente.
E Peter prese il volo.


SPAZIO AUTRICE

Lasciatemi dire che penso di aver trattenuto il fiato durante buona parte della stesura di questo capitolo.
Si, Peter è tornato! Direi che ha fatto il suo rientro in scena con il botto.
Ora, a parte bearci della bellezza di Peter, ci sono alcune cosine a cui bisogna prestare attenzione in questo capitolo. Prima fra tutte: Peter è cresciuto!
Come lui stesso dice:  anche Wendy è cresciuta, e in realtà, vi svelo che in qualche modo la loro crescita fisica è andata di pari passo. Personalmente mi immagino un Peter con le fattezze di un diciottenne (ho sempre pensato che fosse qualche annetto più grande di Wendy, già durante l’opera di Barrie e poi nelle varie trasposizioni).
Ma a parte questa piccola curiosità,  la vera domanda è: com’è  possibile che Peter sia cresciuto?
Ora, sappiamo che era un elemento centrale al fine di una narrazione che permettesse temi più adulti. Ma vi posso assicurare che non ho buttato questa informazione lì a caso, dandola per assodata.
Avete notato la strana reazione che ha, quando Wendy gli domanda come sia possibile?!
Ecco, vi dò un indizio, c’è una spiegazione dietro la sua crescita. Una spiegazione che lui conosce bene ma che, evidentemente, non sembra disposto ad affrontare.
Ogni cosa verrà svelata a suo tempo, ma se avete qualche ipotesi scrivetemela pure. Sono curiosa di vedere cosa ne pensate!
Detto ciò, passo a ringraziare chi mi segue, chi ha aggiunto la storia tra le preferite/seguite e, in particolare, chi si è soffermato a lasciarmi un commento per farmi sapere direttamente le proprie impressioni. Ringrazio quindi: Sophja99 e morgengabe.
Grazie ragazze, i vostri commenti sono veramente preziosi per me :)
Bene, dopo questo lungo -ma dovuto- spazio autrice, vi lascio informandovi che il prossimo capitolo tratterà del viaggio e dell’arrivo sull’Isola che non c’è.
 Qui verrà presentato un personaggio centrale per la storia! Riuscite a indovinare di chi si tratterà? J
Vi auguro una buona vigilia :)

 
  
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