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Autore: Flos Ignis    25/12/2016    4 recensioni
Una grande novità sta per sconvolgere la caotica quotidianità della gilda più forte di Fiore: due giovani maghe, Alchimiste della Luce e del Buio, chiedono di poter entrare a Fairy Tail. Il loro arrivo porterà una ventata di novità che creerà non poche situazioni piene di comicità, ma porterà anche alla luce sentimenti finora celati nel profondo dei cuori.
E proprio quando tutto sembra volgere al meglio per ognuno di loro, un evento riporterà l'antica tristezza nei cuori delle gemelle della luce e del buio; stavolta avranno i loro compagni a sostenerle nella loro battaglia personale contro l'odio, ma dovranno vincere in fretta.
Perchè c'è chi non aspetterà per sferrare il suo attacco contro la gilda che tanto l'ha ostacolato in passato. Il mago oscuro immortale è pronto a dare il via alla battaglia finale.
Ohayo minna! Un paio di appunti obbligatori: seguo la storia del manga fino al capitolo 417, dopodichè mi limito a prendere qualche spunto da quelli successivi per la mia storia.
Spero davvero di intrattenervi piacevolmente con le mie parole, che la mia storia possa trasmettervi i sentimenti che ho provato nello scriverla!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lluvia, Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Luce, Buio, Calore


 


 

Lucy prese per mano Iris ed Angie, assicurandosi che stessero vicino a lei.

Aveva assistito col cuore in gola al combattimento tra i due eterni amici-rivali, aveva visto il suo amico combattere con tutte le sue forze per riportare Natsu alla ragione con il supporto di Juvia.

-Wendy, qui la situazione sta per diventare pericolosa: prendi Gray e Juvia e torna alla gilda, te ne prego. Con quelle ferite non potranno combattere per un bel po’. E sono sicura che i nostri amici sono più che sufficienti per trattenere Zeref.-

Vide la piccola Dragon Slayer annuire, prima di praticare un incantesimo di velocità su di sé per correre il più velocemente possibile alla sede di Fairy Tail. In salvo con due nakama allo stremo, ma almeno fuori pericolo. Le costava molto scappare in quel modo, ma il suo ruolo di medico le imponeva di occuparsi dei feriti prima che della battaglia. Aveva deciso da tempo di intraprendere la strada della guarigione, doveva perseguire sul sentiero da lei scelto, anche se questo avrebbe comportato sopportare quell'opprimente sensazione di disagio e colpa nel lasciare il campo di battaglia.

La bionda maga degli spiriti stellari sospirò di sollievo. Adesso era solo questione di sentimenti per vincere quella battaglia, la cui posta in palio era quanto di più prezioso per lei esistesse al mondo: il cuore del suo Drago, nonché il futuro della loro famiglia.

Noi siamo una famiglia… non puoi abbandonarci.’

-Ragazze, Natsu è stato sopraffatto dal demone E.N.D., ma sta facendo del suo meglio per tornare da noi. Ho bisogno del vostro aiuto, ma tenetevi fuori dal combattimento, non voglio che vi facciate male. Soprattutto tu Angie, sei ancora convalescente.-

-Non lo farò, Lucy-nee. Siamo venute qui per aiutare, e lo faremo al meglio che possiamo!-

-Iris…-

-Lucy-nee, non temere, lo sappiamo che ci proteggerai tu se necessario, ma nemmeno in queste condizioni Natsu-nii potrebbe mai farci del male, ne sono sicura! E poi sono guarita del tutto, non ti devi preoccupare.-

-Angie…-

Sorrise oltre le lacrime Lucy, poi la determinazione tornò a regnare sovrana nel suo animo.

-Ok ragazze, riportiamo Natsu a casa!-


 


 


 

Il Demone di Fuoco aveva una missione da compiere, un desiderio così intenso da bruciare più del suo stesso fuoco, un compito che il suo creatore aveva inciso a lettere indelebili nel nucleo stesso del suo essere, tessendo il suo ordine e la sua preghiera come una ragnatela che componeva la sua stessa mente: “uccidimi”.

Chi era Zeref? Era il suo creatore, il suo obiettivo. Ma poi? Cos'altro? Era forse padre, poiché gli aveva dato la vita, o piuttosto fratello, essendo consanguineo del suo corpo ospite?

E lui chi era? Un Demone o un Drago? Poteva considerarsi vivo, o solo un essere il cui corpo aveva ripreso le funzioni vitali solo grazie alla magia, ed era dunque solo un morto che camminava?

Sentiva il ruggito del Drago sempre più ovattato, i suoi ringhi ora erano quelli del Demone, del più forte mai creato dal Mago Nero Immortale.

La coscienza stessa di… come si chiamava il corpo che aveva occupato come prigioniero fino a quel momento? Ah sì, Natsu, la sua coscienza andava svanendo sempre più, le misere fiamme che aveva comandato ora avevano perso vigore e giacevano come braci morenti intorno al loro padrone.

Ma era poi importante che lui stesse sparendo? Che lo stesse lasciando solo in quel corpo che avevano così a lungo condiviso?

Lui doveva portare a termine la sua missione, doveva uccidere Zeref. Esisteva altro al mondo di più importante di questo suo famelico bisogno?


 


 


 

Gocce di sangue cadevano nel vuoto, restando sospese nel nulla, un vuoto oscuro opprimeva ciò che restava del figlio di Igneel.

Ad occhi chiusi, nemmeno si accorgeva di piangere lacrime di dolore vermiglio, l'acuta vista di cui si era sempre fidato gli era stata tolta: non gli era concesso di vedere pezzi di sé stesso sgretolarsi ogni secondo di più, con lentezza snervante ma temibile costanza.

E.N.D. era troppo potente, troppo più forte di Natsu per consentire all'anima che l'aveva tenuto sigillato così a lungo di svegliarsi, e rischiare così di perdere il controllo su quel corpo che era stato la sua prigione e dimora.

Natsu non aveva quasi più consapevolezza di sé, i lampi di luce che oltrepassavano la barriera delle palpebre derivavano dai guizzi morenti delle sue fiamme che ancora tentavano di svegliarlo. Tutto ciò che riuscivano a mandargli erano fugaci sensazioni ed immagini di cui non capiva il significato, e più ne vedeva meno le capiva, più gli mostravano i suoi ricordi e più perdeva la memoria.

Si sentiva privo di forza, di lucidità, di pensieri, di emozioni. Era solo un guscio vuoto che delle lingue di fuoco tentavano di scaldare, ma che motivi aveva di alimentare quelle fiamme? E poi come sapeva di essere circondato da esse, se era tutto buio? Che poi, cosa significavano buio e luce? Ed il calore, perché credeva che ne esistesse uno diverso da quello emanato dalle fiamme, cosa mai poteva superare il calore del fuoco?

Perchè quelle parole gli tormentavano il cervello, impedendogli di lasciarsi completamente andare a quel vuoto che lo avvolgeva come una stretta coperta?

Percepiva un fastidioso pizzicore, terribilmente insistente, che non faceva che aumentare ogni volta che pensava a quelle parole e ciò lo faceva arrabbiare. Ma quello era ‘arrabbiarsi’? Provare rabbia dava quella strana sensazione di prurito e desiderio di muoversi… anzi no, di agitarsi?

Nemmeno quello gli sembrava giusto, però più provava a pensarci e meglio percepiva sé stesso.

Chi era? Lui era fatto di fiamme? Quei bagliori che vedeva oltre gli occhi chiusi erano parte di lui, qualcosa gli suggeriva che era per forza così. E la luce… era da esse che proveniva, dunque lui… creava il fuoco?

Perchè era così difficile capire chi era?

-Andiamo fiammifero, svegliati! Qui c’è la tua Compagna che non vede l’ora di rivederti, le piccolette ne morirebbero a vederti in questo stato, e noi dobbiamo ancora finire la nostra sfida e vedere chi è il più forte!-

Quella voce… la conosceva, sì. Aveva sentito le sue parole, ma non riusciva a comprenderne nemmeno una, ma quel particolare tono… non poteva sbagliarsi, era davvero troppo familiare perché a parlare fosse stato un estraneo.

Beh, se quella voce gli stava parlando, magari avrebbe saputo dirgli chi era, e perché diavolo non sapeva più nulla di nulla.

La sonnolenza e l'apatia di poco prima erano solo un ricordo, il fastidioso pungolo della rabbia aveva destato la sua anima prima che diventasse cenere.

Il calore era aumentato, i bagliori ora erano vere e proprie luci che lo abbagliavano, ma ancora non riusciva ad aprire gli occhi, e la sua mente si rifiutava di ricordare chi fosse, e per quale motivo continuava a cercare la verità che si nascondeva dietro quelle parole…

Luce… buio… calore…

Non si trattava delle luci che vedeva, né del buio che lo circondava, né del calore delle suo fiamme.

C'era qualcosa di molto più importante in gioco. Quelle parole, ciò che celavano, erano i pezzi della sua anima che erano stati consumati.

La rabbia diede nuovo vigore alla sua mente provata da quella logorante resistenza: quelle parole erano SUE, nessuno poteva togliergliele! Doveva assolutamente ricordarle, erano tutto per lui, e poco importava se di sé non ricordava neppure il nome, o dove si trovasse, finché ci fossero state quelle parole dentro di lui il suo fuoco non si sarebbe mai spento.

-La sai una cosa? Se non ti muovi a tornare, potrei decidere di prendere il tuo posto nella vita di Lucy! Che ne dici, sarei un buon compagno per lei? E le gemelle già mi adorano, sono il loro sensei, non credo farebbero problemi… perciò fammi il favore di restartene buono dove sei, innocuo come il poppante che dimostri di essere rassegnandoti!-

A parlare era stata la stessa voce che prima l’aveva aiutato a restare cosciente, ma questa volta aveva colto qualche parola, e tutto il resto era passato in secondo piano.

Qualsiasi cosa sarebbe sempre stata secondaria, persino recuperare le memorie di chi fosse, se in gioco c’erano quelle persone… le SUE persone più importanti.

Lucy… le gemelle… Lucy… LUCY…

Doveva vederle. Era un'urgenza a cui non poteva sottrarsi, eppure i suoi occhi si rifiutavano di aprirsi, il suo corpo non rispondeva ai suoi comandi, ma ancora una volta le sue fiamme gli vennero in soccorso, giungendo là dove i suoi sensi non potevano arrivare.

Percepì sulla pelle il calore aumentare a dismisura, le braci riprendere vita intorno a lui, il fuoco divampare alto, sempre più alto, espandere il suo territorio. Ma non bastava, non sarebbe mai bastato da solo, perché minacciose fiamme oscure lo stavano contenendo, bruciando la sua stessa magia oltre alla sua anima.

Se fosse stato chiunque altro, a quel punto sarebbe crollato. Per quanto una volontà sia forte, non esiste al mondo una mente in grado di sopportare l’attacco di un simile potere.

Eppure, il mondo intero in questo caso avrebbe sbagliato: sembrava che avessero tutti dimenticato che non esiste una gabbia tanto potente da rinchiudere un Drago… e se anche fosse esistita, neppure quella sarebbe potuta essere sufficiente a trattenere un Drago bramoso della libertà, ma soprattutto desideroso di raggiungere il suo Nord, la sua esatta metà.

Un Drago non avrebbe smesso mai di cercarla, volerla, chiamarla: avrebbe potuto smarrire la memoria, la coscienza, la vita stessa… ma ciò che sarebbe sopravvissuto a tutto questo, sarebbe stata una voce antica quanto la Terra stessa, profonda come il mare e violenta come un uragano. La voce del Drago che chiama la sua Compagna.

Si può distruggere una persona fino a lasciarne solo macerie, ed è a quel punto che ad emergere sarà la sola cosa incorruttibile dell’anima: la sua natura.

Ed ora, la natura del Drago era emersa dai frammenti spezzati dell’anima di un ragazzo che creava il fuoco ed amava pensare alla luce, al buio ed al calore. Null’altro sapeva di sé stesso, se non questo.

Quella voce aveva pronunciato un nome che aveva toccato l’ormai nuda anima selvaggia che dimorava in lui, provocando un’ondata di potere che precedentemente sarebbe stata bloccata dai freni che ogni essere umano pone al suo potere per non rimanerne lui stesso schiacciato.

Ma di umano, in quel momento, lui non possedeva nulla.

E le sue fiamme, rispondendo al suo volere, si ingrossarono e divorarono il fuoco nero e l’oppressione che esercitava, fuoriuscendo con violenza oltre i confini fisici del suo corpo.

Questo lui non poteva saperlo, ma il demone che aveva preso il suo controllo in quel momento aveva smesso di avanzare, di combattere, di fare qualsiasi cosa. Si era semplicemente immobilizzato, stupito dal potere che quel piccolo mago ancora aveva in sé, e che esso fosse sufficiente a bloccare la sua avanzata.

L’istinto del Drago aveva percepito la presenza delle SUE persone, ed anche non avendone memoria non poteva permettergli di far loro del male.

Il suo desiderio di proteggere la sua luce, la sua oscurità ed il suo calore avevano prodotto un miracolo.


 

-Natsu… Natsu sono io, sono Lucy… non mi importa se quello che ha detto Zeref è vero, non mi interessa se sei suo fratello, se sei tornato in vita grazie alla sua magia, se porti in te un demone… non mi importa di nulla, se non che tu riprenda il controllo della tua mente. Perché devi tornare a casa con me, con Angie e Iris, sono la tua Compagna e mi hai detto di amarmi, mi hai promesso che non saresti più andato da nessuna parte senza di me. Perciò, ti prego… torna a casa. Torna da noi, torna a Fairy Tail dalla tua famiglia.

Approfittando della sua immobilità, Iris ed Angie avevano afferrato le mani di Natsu, forti del fatto che lui non avrebbe mosso un dito per nuocere loro, nemmeno se ne fosse dipesa la sua vita l’avrebbe mai fatto.

Non sapevano bene cosa stavano facendo, ma sapevano che le parole del loro sensei avevano creato una breccia in cui Lucy si era insinuata, cercando a tentoni il cuore del suo Drago per riportarlo alla ragione. E mentre lei gli parlava con il cuore in mano e le lacrime agli occhi, loro avevano notato qualcosa muoversi dietro gli occhi color carbone di E.N.D.

Anche Lucy-nee doveva aver intuito qualcosa, perché aveva preso a sorridere mentre gli parlava, lo incitava a non arrendersi ed a lottare per tornare a casa, da tutti loro. E quando gli identici occhi color tempesta delle due sorelle si erano incontrati, non avevano più avuto dubbi. Come un solo essere diviso in due corpi si erano mosse, giungendo accanto a lui e prendendolo entrambe per mano. Qualcosa suggerì loro cosa fare, e forti della speranza e dell’amore che provavano per la loro famiglia si lasciarono guidare dalla voce dei loro poteri che tanto le avevano fatte penare in passato, ma che ora potevano salvare la vita del loro papà.

Perché questo era diventato Natsu per loro… un padre.

E mentre la voce di Lucy era ciò che aveva impedito all’anima del suo amato di essere completamente consumata da fiamme oscure, che l’aveva trattenuto come un’ancora di salvataggio, le mani tese delle gemelle gli diedero la spinta necessaria per tornare a prendere del tutto il controllo di sé.

Perché la luce ed il buio alleati non temono nulla, perché possono tutto insieme.

Le Ombre di Angie falciarono la gabbia oscura che tratteneva l’anima del loro nakama, mentre la Luce di Iris gli mostrò la via per tornare da loro, guidandolo al di fuori dell’angolo remoto di sé in cui era stato relegato.

Usare la magia in modo così complesso le aveva sfinite, ma prima di svenire per la stanchezza le due sorelle poterono sorridere, immensamente felici e soddisfatte di loro stesse.

Le corna e le ali si stavano ritraendo all’interno del corpo, le squame lasciavano posto alla pelle, ferita ed ustionata, ma nuovamente umana, e gli artigli sanguinanti lasciarono il posto alle dita callose che tante volte le avevano carezzate tra i capelli per consolarle o premiarle.

Quel giorno, le due sorelle avevano ottenuto una grande vittoria, e poterono addormentarsi col sorriso sulle labbra.


 

Lucy quasi pianse di gioia quando vide la metamorfosi del suo amato invertire il processo. Le sue bambine avevano compiuto un prodigio, avevano riportato indietro il loro Natsu…!

Eppure, qualcosa ancora non andava… erano gli occhi.

Non erano più di quel nero crudele, ma non mostravano ancora il verde che tanto l’aveva ammaliata quella notte tra le sue braccia.

Il demone se n’era andato, l’anima di Natsu era stata liberata, ma dunque ncos’altro doveva fare?

Le lacrime che aveva trattenuto fino a quel momento le caddero copiose ed inarrestabili. Si era lasciata tenere in piedi dalla determinazione a salvarlo, dalle gemelle che avevano bisogno di lei… ma non sapeva più cosa fare.

Voleva rivedere i suoi occhi. Si avvicinò ulteriormente, prendendogli il volto tra le mani: si sarebbe imbrattata di sangue, ma non poteva importargliene di meno.

-Natsu… ti amo. Svegliati. Fairy Tail è la mia casa, e l’ho conosciuta grazie a te. Le gemelle sono la nostra famiglia, ma non posso occuparmene da sola. Hanno tutti bisogno di te… io ho bisogno di te. Perciò vedi di tornare, o ti darò tanti di quei Lucy Kick che rimpiangerai di non aver lasciato al demone il controllo del tuo corpo…-

Gli baciò piano le labbra, ormai vicino a lasciar vincere la disperazione che premeva agli angoli della sua mente.

-Natsu… torna da me.-


 


 

Aveva sentito una voce, un bellissima voce che gli parlava, e nonostante avrebbe tanto voluto dormire un po’ dopo tutto il potere che aveva usato per diradare le fiamme nere, non aveva proprio potuto farlo. Doveva ascoltare quella voce, era un imperativo che gli urlava la sua anima… e poi continuava a sentire il suo nome: Lucy.

Doveva restare cosciente, non poteva lasciare quella voce da sola.

Poi, il suono di qualcosa che viene frantumato: l’oscurità che ancora gli impediva di muoversi era stata falciata via da un altro tipo di ombra… un’ombra per cui provava uno smisurato affetto.

L’Ombra di Agie. Le ombre di cui lei non aveva più paura, perché una notte le aveva giurato che se il buio si fosse fatto troppo intenso, ci avrebbe pensato lui a illuminare tutto con le sue fiamme.

Ed una parte della sua anima era tornata al suo posto, insieme alle memorie della sua bambina.

Ancora non poteva muoversi, ma non era stata una situazione di lunga durata. Una luce accecante era apparsa, ed anche se non l’aveva vista, essa si era fatta solida intorno a lui, avvolgendolo delicatamente, come una fune di salvataggio gli era stata lanciata ed ora doveva solo seguirla per tornare in sé.

La Luce di Iris. La luce che non proveniva dal suo fuoco, ma dal sole e dalla luna, una luce che non era violenta, ma forte e coraggiosa come l’altra sua bambina, quella che sorrideva per mostrarsi forte, perché per tutta la vita si era dovuta fingere tale per illuminare le giornate della sua amata sorella, ma che non ne avrebbe mai più avuto bisogno: sarebbe stato lui la luce che avrebbe illuminato il suo sorriso, e la forza che avrebbe sostenuto entrambe, perché è questo che fa un padre.

Percepiva nuovamente il suo corpo. Percepiva il dolore, l’aria fresca sulla pelle che gli pareva scottare come lava, il terreno sotto i piedi e l’odore di sale, cenere, neve, magia.

Poteva sentire… ma ancora non riusciva a vedere nulla, né a muovere un muscolo.

La sua anima era tornata al suo posto, e con essa le memorie delle sue bambine… poco gli importava di non sapere chi fosse, sarebbe stato felice di essere semplicemente un padre per loro… e se prima o poi gli fossero tornati i ricordi di sé, tanto meglio!

Eppure, gli pesava ancora una mancanza…

Lucy…Lucy…

Sentì allora delle parole d’amore e speranza, e poi di disperazione e sofferenza, ed infine un contatto con delle labbra.

LUCY!

Fu come respirare per la prima volta. La strinse a sé d’istinto, affinché non fossero mai più separati, e mentre i ricordi di lei portavano con loro anche i suoi, aggiustando i pezzi rimanenti del suo cuore e della sua memoria, finalmente fu in grado di vedere di nuovo il mondo.

E fu felice che il mondo che vedevano i suoi occhi verdi era composto da un paio di amati occhi nocciola, lucidi di lacrime ma contornati dal sorriso più meraviglioso che avesse mai visto.

Il Calore di Lucy. Il suo amore, che mi scalda più del fuoco di Igneel, che brilla in me e che dà forza al fuoco che mi scorre nelle vene. Quel calore che abbiamo condiviso questa notte per la prima volta, ma che è esistito in noi fin dall’inizio, che è sopravvissuto al tempo ed alla lontananza, continuando a crescere inesorabile. Il suo Calore è il nostro Amore, che le ho giurato di difendere per tutta la vita. Perché io sono Natsu Dragneel, il suo Compagno, un mago di fairy Tail. Ed io posso essere me stesso solo se c’è lei al mio fianco.





Note:
Che potrei dire, a parte chiedere in ginocchio perdono per il ritardo? Ormai temo sarete quasi abituati...
Perciò vi dico solo... Buon Natale.
Spero che un capitolo così corposo vi ripaghi dell'attesa, anche so ho dovuto usare appositamente uno stile un po' confuso, ma questo perchè Natsu stesso è confuso, e solo grazie alle tre donne della sua vita riesce a tornare tra noi.
Ancora Buon Natale, e buone feste! Ci sentiremo l'anno prossimo.
Flos Ignis
 

  
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