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Autore: Sciao_Principesa    26/12/2016    3 recensioni
“Ehi” lo scuoto un po’ “Che cazzo succede? Dov’è Nicole? Chi cazzo sei tu? E perché cazzo mi abbracci?”
In risposta ricevo prima lamenti confusi e poi un “Buongiorno, passata la sbornia?” È un sorriso che non riesco del tutto a capire.
“Merda” mi sbatto una mano sulla fronte sperando di non aver combinato Casini, anche se dalla situazione mi sembra che non sia tutto a posto. “Cosa ho fatto? Dimmi che non ho picchiato nessuno ti prego, l’ultima volta che mi sono ubriacata cercavo di picchiare chiunque provasse a parlarmi e ho persino tirato i capelli a Nicole che voleva riportarmi a casa.”
“Picchiato no, ma hai cercato di convincermi a venire a letto con te.” Ridacchia il ragazzo che al momento mi sembra abbastanza imbarazzato. Io guardo la maglia che ho addosso, poi guardo lui e “Non siamo andati a letto insieme vero?”
Dal secondo capitolo.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Arrivammo davanti al Boulevard quando ormai davanti all’entrata non c’era molta gente, segno che ormai avevano aperto da un bel po’. Ci dirigemmo subito verso il bancone ad ordinare i nostri drink e poi cercammo una zona un po’ tranquilla dove potessimo sederci e conversare qualche minuto. Non amavo particolarmente le discoteche, anche se in vacanza mi ero data alla pazza gioia e magari potevo sembrare una festaiola scatenata. Odiavo soprattutto la gente che frequentava questi locali, ragazzine mezze nude che facevano di tutto per farsi notare da qualche ragazzo più grande e ragazzi tutti vestiti uguali che cercavano di spiccare nella massa per riuscire a portarsi a casa qualche ragazzina mezza nuda; e poi odiavo non avere il mio spazio vitale, odiavo avere la gente attaccata a me che sudava, mi spingeva e saltava in mezzo metro quadro di locale ovviamente riempito il triplo per avere più guadagno. Mi piaceva ballare, ma non a quelle condizioni. Il Boulevard però era una delle poche discoteche della mia zona che mi piaceva. Era disposto su due piani ed aveva una terrazza che si affacciava direttamente sul lago, quindi il problema spazio era risolto, e poi era frequentato soprattutto da universitari, quindi zero ragazzine in cerca di attenzioni e zero ragazzi-pecora.
Trovammo un tavolo libero sulla terrazza, era una sera di Novembre inoltrato, ma le luci e la gente che ballava permettevano di stare di fuori senza congelare.
“Oddio adoro questa canzone, Fede vieni, andiamo a ballare!” Urlò Nicole dopo aver sentito le prime note di una canzone di Martin Garrix ed io la accontentai. Mi prese per mano e mi trascinò in mezzo alla pista da ballo dove iniziò a mostrare le sue doti da ballerina da discoteca attirando subito l’attenzione dei ragazzi presenti nel locale.
Nicole Castelli, la mia migliore amica, era una ragazza bellissima, lunghi capelli castani leggermente mossi, occhi verdi, labbra abbastanza carnose, un sorriso smagliante ed un fisico da far invidia alle modelle di Victoria’s Secret. Era ovvio che tutti i ragazzi le cadessero ai piedi ma lei era una ragazza molto tranquilla, aveva avuto solo un ragazzo importante nella sua vita ed Umberto stava diventando il secondo, sapeva di essere bella ma comunque teneva i piedi a terra e non si lasciava abbindolare facilmente.
Un paio di ragazzi iniziarono a ballare a poca distanza da noi e dopo qualche secondo uno di loro si mise davanti a me e mi prese per un fianco.
“Sei veramente bellissima, ti va di ballare un po’ con me?” Chiese avvicinandosi al mio orecchio.
“No grazie, stavo giusto tornando a sedermi.” Urlai io per farmi sentire sopra la musica.
“Dai, balla un po’ con me, non ti piaccio?” Continuò lui avvicinandomi un po’ di più a sè.
“Non l’hai sentita? Ha detto che non vuole ballare. Deve farti un disegno per fartelo capire?” Sentii arrivare da una voce a poca distanza da noi e poi un braccio cingermi la vita.
“Se ci provi ancora con la mia ragazza chiamo la sicurezza e ti faccio buttare fuori dal locale, sei pure ubriaco marcio. Prendi il tuo amico e state lontani da lei e la mia amica il più possibile, intesi?” Continuò Luca, lasciandomi un po’ sorpresa mentre il ragazzo aveva già battuto ritirata.
“Tutto bene?” Chiese poi a me e a Nic.
“Gli ho tirato una sberla prima che potesse cercare di baciarmi. Vedi te ‘sto coglione!” Disse Nicole sistemandosi il vestito mentre uscivamo dalla pista.
“A me ha solo chiesto di ballare, potevo cavarmela da sola, ma grazie lo stesso ora puoi smettere di tenermi.” Gli levai la mano dal mio fianco e poi “Che ci fai qui?” Continuai.
“È il compleanno di un mio amico, ti ho vista entrare e poi quel coglione ci ha provato e non ce l’ho fatta a trattenermi.” Disse chiudendo una mano a pugno.
Avevo come la sensazione che non mi stesse dicendo tutto, guardai il telefono per controllare la data e mi sentii come se avessi appena ricevuto una pugnalata. 27 Novembre, diciottesimo compleanno di Simone Villa, il ragazzo con cui al mattino avevo litigato, che aveva sparso in giro voci false, che aveva permesso che mi scrivessero messaggi pieni di insulti su internet, che mi piaceva fin dal primo giorno in cui l’avevo visto, che era mio amico ma che dalla prima superiore mi ignorava, che era il ragazzo più bello della scuola, che ora stavo iniziando ad odiare, che mi doveva delle spiegazioni e che aveva compiuto diciotto anni da venti minuti.
“Dov’è?” Chiesi guardando dritta negli occhi Luca.
“Di cosa stai parlando?” Replicò lui facendo finta di niente mentre io lo fulminai con lo sguardo. “Torna al tavolo Fede, stai tranquilla, non ti rovinerà la serata.” Continuò.
“Io non ci scommetterei.” Affermai ormai arrabbiatissima. “Vedi di tenermelo il più lontano possibile, ok?” Finii prendendo la mia amica per mano e tornando al nostro tavolo. Lì vidi Guido girato su un lato  che cercava di nascondersi.
“Che fai? Si gioca a nascondino e nessuno mi ha detto nulla?” Dissi ridacchiando e cercando di togliergli la mano dalla faccia ma senza riuscirci. “Dai Guido basta.” Continuai alzando di poco il tono della voce e provando ancora una volta a spostare la sua mano senza successo. “Leva questa cazzo di mano. Ora.” Dissi ormai arrabbiata e quando controvoglia la tolse i miei occhi si infuocarono. Gli usciva sangue da un labbro, probabilmente spaccato da un pugno o da qualcosa del genere e la stessa cosa fuoriusciva dalle nocche dell’altra mano.
“Cos’è successo?” Chiesi praticamente sull’orlo di una crisi di nervi.
“Il tuo nuovo fidanzato non sa difendersi, ecco quello che è successo.” Quella voce, quella stramaledetta voce. Che qualcuno mi tenga o qui finisce male, parecchio male.
“E sentiamo, perché avrebbe dovuto difendersi brutta testa di cazzo?” Dissi girandomi verso la voce e sfoggiando il sorriso più falso che sapessi fare.
“Fede, stanne fuori, non è importante.” Mi sussurrò all’orecchio Guido e prendendomi per mano.
“Prima cosa, sì, è importante se dovete arrivare a prendervi a pugni, seconda cosa, come faccio a starne fuori visto che la situazione sembra riguardare proprio me? E terza cosa, la sicurezza dove cazzo sta? Meno male che non sono ammesse risse all’interno del locale.” Cercai di stare il più calma possibile, ma dentro di me ero completamente fuori di senno.
“Stavo festeggiando tranquillamente il mio compleanno, mentre passeggiavo per il locale a ringraziare gli invitati mi sono imbattuto in questo tavolo di sfigati e tra loro ho notato quello che ti scopi molto allegramente al mattino prima di venire a scuola. Allora ho pensato che fosse educazione salutarlo e presentarmi, gli ho raccontato della nostra chiacchierata di stamattina e di quello che hanno scritto nei tuoi confronti sullo spotted della scuola. Il tuo tipello non l’ha presa molto bene, ha detto delle cose brutte nel miei confronti, siamo passati alle mani e da lì ho capito che la mia tesi era confermata, è solo un pompato del cazzo.” Spiegò Simone con un sorrisino divertito che mi faceva venire voglia di spaccargli la faccia contro al tavolino che avevo davanti.
“Torniamo a casa Fede, è inutile litigare con questo.” Si intromise Nicole cercando di calmare la situazione e trovando appoggio anche da Alessandro e Andrea che trascinarono via Guido e me prima che potessimo distruggere il microcefalo che ci avevamo davanti. Ci portarono nel parcheggio e ci fecero salire in macchina anche se io avevo tentato di sfuggire alla presa un paio di volte per tornare a riempire di botte Villa. Nicole si rimise alla guida in direzione casa mentre io non facevo altro che fissarla con gli occhi di fuoco e pensare che non sarebbe finita così.






SPAZIO AUTRICE:
Buonasera lettrici! Ho cercato di aggiornare il più velocemente possibile per farmi perdonare dal ritardo dell’ultimo capitolo. Che dire di questa parte? I ragazzi sono in discoteca e succede di tutto, due ragazzi importunano Nicole e Federica e Luca interviene facendoli scappare. Luca dice di essere lì per il compleanno di un suo amico ma Federica ha qualche dubbio. È infatti il compleanno di Simone e Luca la tranquillizza dicendole che lo terrà lontano da lei. Quando però torna al tavolo trova Guido che cerca di nascondersi, e una volta riuscita a togliergli la mano dalla faccia vede che l’hanno picchiato, chiede spiegazioni e queste arrivano da Simone che dice di aver raccontato a Guido quello che era successo quel giorno e che si fosse arrabbiato, finendo poi per fare a botte. La situazione viene placata da Nicole e dai due ragazzi che trascinano Federica e Guido alla macchina. 
Fatemi sapere cosa ne pensate! Alla prossima!
  
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