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Autore: Nateishaa    27/12/2016    2 recensioni
Kathrine una ragazza che ha sempre fatto tutto da sola a causa dei genitori assenti, si trova ad affrontare un' altra sfida : andare a vivere da sola al dormitorio del liceo Dolce Amoris. Ma lei non ha paura di nulla e avendo fiducia in se stessa accetta questa situazione. Farà nuove conoscenze, tra cui una molto particolare : Castiel. Riuscirà finalmente ad aprirsi a qualcuno o resterà chiusa in se stessa?
In oltre Kathrine custodice un segreto per lei importantissimo, chissà se resterà tale.
Al liceo Dolce Amoris e alla nostra dolcetta non mancheranno quindi amori, amicizie, sotterfugi e tanto altro.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Debrah, Debrah, Dolcetta, Lysandro, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I giorni passano abbastanza tranquilli, a parte qualche risata provocatoria da parte di Debrah in classe, il resto delle giornate sono state serene e prive di drammi. Con Castiel le cose vanno bene e dopo aver detto ai ragazzi del nostro “fidanzamento” che non si può chiamare nemmeno tale perché davanti agli altri se spiccichiamo tre, quattro parole è tanto.. non è cambiato nulla! E a me va strabene così. Tralasciando lo sguardo curioso da parte della vittoriana e Lysandro nei primi giorni, poi le cose sono tornate normali. Abbiamo provato tutte le sere e gli ultimi giorni sia mattina che sera, fortunatamente non si intravede nessun pancino così posso evitare ancora per un po’ di dirlo a qualcuno e soprattutto a loro. L’unica cosa davvero fastidiosa nei giorni delle prove è stata la nausea, ma quanto tempo durerà? Fra poco mi finiranno le scuse per scattare via di corsa ogni qual volta che sono in loro compagnia.

Finalmente, il giorno del concorso è arrivato e tutti noi stiamo fremendo in sala mentre facciamo colazione. Rosalya non riesce a tenere a bada la sua ansia che riesce a trasmettere a tutti con le sue domande continue “ Ma allora te lo ricordi ? “ , “ Si non te lo scordare eh mi raccomando “ , “ L’hai ripassato quel pezzo ? “ e questo è solo l’1 % delle domande che riesce a dire al massimo in 5 minuti, fortunatamente tutti la prendiamo a ridere. Un altro aspetto odioso della gravidanza è la sonnolenza, se sono riuscita a seguire tre, quattro ore di lezione in questi giorni è tanto. Appena finito di mandare giù il caffè, ci incamminiamo verso il liceo accordandoci di trovarci alle 7 davanti al luogo in cui si terrà il concorso. Dopo aver canticchiato per tutto il tragitto arriviamo in classe, accarezzo la spalla di Castiel e lui mi fa una delle sue solite smorfie, mentre ci andiamo a sedere ognuno ai propri posti notiamo che ancora il professore non è arrivato. Debrah mi guarda e ride più del solito ed io sto arrivando a livelli di sopportazione mai visti nel corso della storia. Continua a fissarmi con quell’aria di sfida che non tollero così con molta calma decido di dirle qualcosa << Dimmi Debrah, cos’è che ti fa ridere tanto ? >> lei sbuffa ancora in una risata poi risponde << Quando passerai dall’inferno >> , mi alzo di scatto intenta a gonfiarle per l’ennesima volta la faccia di merda che si ritrova. Ma a strattonarla è Castiel intimandogli di smetterla se non vuole problemi, io mi blocco a metà strada tra il mio banco e il suo a guardare la scena, il rosso ha uno sguardo omicida che se potesse tramutarsi in arma l’avrebbe già uccisa. Lei continua a sorridere mandandogli un bacino. E’ lì che esplodo. Lui è mio, solo mio e non deve essere toccato, e forse lei ancora non ha capito che la sua presenza è solo una farsa << Debrah, non te lo ripeterò mai più quindi ascoltami bene, se continui a toccare ciò che è mio non so fino a che punto ti converrà restare in questa scuola o addirittura in questa città >> il mio tono non si alza, ma diventa tagliente e presuntuoso, lei continua ad assumere quell’atteggiamento così fastidioso che la prenderei a schiaffi o meglio a pugni, ma poi rifletto e penso che tanto lei non smetterà mai di fare così fin quando ha un certo “ potere” che fortunatamente sta per finire. Il “dramma” viene interrotto dall’arrivo del professore che con la sua calma ha deciso finalmente di recarsi nella nostra classe. Così sia io che Castiel ritorniamo ai nostri posti, nervosi dentro ma glaciali fuori.

Le lezioni passano in fretta e a fine scuola torniamo in dormitorio a lavarci e sistemarci per essere pronti e puntuali, soprattutto per non subire la dittatrice : Rosalya, il pensiero mi fa sorridere. In fondo sento di volerla un po’ bene, si sa non sono tipo da abbracci, baci e confessioni tra amiche, io lo dimostro con quel poco, che per me è tanto, ma questo penso che già l’abbia capito. Prima di entrare in stanza Castiel mi lancia uno sguardo felino, che mi dispiace caro mio, ma non posso saziare. Così gli faccio un occhiolino provocatorio giusto per aumentare quella piccola sofferenza, anche se so che in realtà lui è molto felice di questa situazione e lo sono anche io, in questi giorni me ne sono resa sempre più conto, mantenendo si la mia solita fortezza personale ma facendo entrare molteplici spiragli di luce che mi fanno vivere meglio, non potrei desiderare altro.

 Dopo essermi lavata, e allisciata i capelli raccogliendoli in una mezza coda lasciando i ciuffi che contornano il viso decido di indossare ( visto che Rosalya ha detto che dobbiamo vestirci tutti in prevalenza di nero e poi in secondo piano il rosso ) : un vestitino nero di maglina, anfibi bordeaux e accessori dello stesso colore, per finire un giubbotto di pelle. Mi trucco e guardandomi allo specchio riesco a vedere una persona che sta cambiando in meglio, ho una persona che conosce il peggio e forse il meglio di me e nonostante questo mi resta sempre accanto qualsiasi sia la situazione, mi protegge, mi fa sentire una forza della natura, mi ha risvegliata. La vera Kathrine è pronta a dare il meglio di se stasera. Poi prendo la tracolla ed esco dalla stanza carica di energie e pronta a spaccare tutto, quando, appena uscita lasciandomi la porta alle spalle sento qualcosa appoggiarsi violentemente alla mia bocca e poi il nulla.

Mi sveglio stordita in una specie di sgabuzzino semibuio, non riesco a capire dove mi trovo e cosa sta succedendo, la prima cosa che attira subito la mia attenzione è sentire delle voci dietro la porta, così appoggiando l’orecchio delicatamente a questa per non fare rumore riesco a distinguerne alcune femminili ed altre maschili, credo parlino di affari. Riflettendo un secondo sul da farsi e su cos’è successo decido di non farmi sentire. Devo mantenere la calma il più possibile, sono sicura che dietro tutto ciò ci siano Colin e Debrah, loro sono gli unici che potrebbero farmi del male o attuare un piano del genere e infatti un pensiero mi balza alla mente: in questi giorni ho ignorato totalmente ciò che gli avevo sentito dire quella mattina in cortile ovvero che avrei passato delle brutte ore il giorno del concorso e che sarebbe salita Debrah sul palco al posto mio; tra la gravidanza, tra le prove e i pensieri positivi avevo accantonato il rischio maggiore : la loro vendetta o meglio  il loro attacco. L’unica cosa però che so per certo è che mi hanno rapita e portata qui, il mio vantaggio? Non sanno che mi sono svegliata, devo cercare un arma qualsiasi, appena aprono la porta colpire e scappare, non posso rischiare di prendere pugni o calci, devo ricordarmi che sono incinta. Frugo in giro intenta a cercare qualcosa, purtroppo non si vede molto e devo andare maggior importanza al tatto, c’è molto materiale legnoso e credo sia meglio di niente, così, prendendo una specie di asta, tiro un sospiro preparandomi a ciò che mi possa aspettare e inizio a sbattere manate sulla porta.

<< Uuuh la fattona si è svegliata >> riesco a sentire prima che aprano la porta, è Colin. Appena, finalmente decidono di liberarmi da quel buco, senza dare molta importanza a chi possa avermi aperto scatto fuori colpendo chiunque, ma qui c’è una vera e propria cosca da riuscire a fermare chiunque, così non perdono molto tempo a venirmi contro e non riesco a resistere di conseguenza inizio a prendere pugni anche io, sento di avere paura, non per me ma per ciò che ho dentro.. mi vengono quasi le lacrime agli occhi pensando di poterlo perdere ma devo essere forte, una lupa, la capobranco per esattezza. Sento qualcuno prendermi per un braccio in modo da bloccarmi, in parte, mi volto intenta a colpire quest’ultimo ma qualcosa mi ferma, i suoi occhi, sono identici a quelli di Castiel ma non brillano al contrario sembrano essere spenti, freddi e cattivi. Mi da un strattone facendomi cadere a terra, poi accennando un sorriso, dall’ aspetto schifoso e viscido afferma << Ora capisco >> , ma cosa vogliono queste persone? Ci sono almeno 20 uomini e 5 donne tra cui il verme, ma non perdo tempo a guardarmi intorno così, senza perdere un altro secondo gli rispondo << Cosa capisci? Lasciatemi stare vigliacchi ! >> gli urlo alzandomi di scatto. Mi guardo intorno cercando un uscita, ma il mio intento è vano, due uomini mi vengono a bloccare per le braccia e questo “ signore “ anche se non è l’appellativo esatto per un verme del genere inizia a parlarmi << Kathrine Weller no? Vedo che hai una calamita verso i miei figli, se non ricordo male anche con Colin.. >> lascia intendere, insinuando una risata e invitando gli altri a fare lo stesso con un cenno di mano e tutti come pecore gli obbediscono il primo lui Colin che non perde tempo a infangarmi come sempre. La rabbia, eccola, la sento pompare nelle vene << Non so chi ti credi di essere e ti do del tu perché non ho il minimo rispetto nei tuoi confronti, non ti azzardare ad insinuare cose su di me, perché tuo figlio Colin fa schifo, se potessi ucciderlo, beh si lo farei, ma perché sporcarmi le mani con il sangue di un pezzo di merda eh? Al contrario Castiel non ha niente a che fare con voi e tu, tu devi lasciarlo vivere la vita che vuole, verme padre! Verme figlio! >> , lo vedo ancora ridere poi fa’ un altro segnale due ragazze si avvicinano a me, le stesse che dovevamo pestarmi a scuola << Ti ricordi di noi? >> dicono in coro poggiandosi una mano sul fianco. Prima che possano toccarmi << Sei un fallimento! >> urlo verso il “ boss “ ancora tenuta da quei due uomini, così, decide finalmente ad avvicinarsi così che io lo possa vedere bene negli occhi e mi sussurra << Tu, hai rovinato la testa di mio figlio Castiel, nessuno si intromette nei miei progetti, oggi quando tornerai a casa e ti guarderai allo specchio te ne ricorderai, potete iniziare donne >> si volta di spalle, andandosene e quelle stronze non mi danno nemmeno il tempo di rispondere, iniziando a riempirmi di schiaffi, poi sento due pugni in pancia, se prima avevo cercato di resistere adesso non posso, non posso perderlo, non resisto più e la paura mi paralizza tanto da farmi chinare la testa << Sono incinta, basta vi prego >> le lacrime iniziano a scendere, poi il così detto boss che era rimasto lì in fondo a guardare la scena ordina << Danne un altro, Betty con tutta la forza che hai, poi lasciatela andare >> sgrano gli occhi di fronte alla malvagità di questo essere umano non definibile uomo,inizio a dimenarmi e ad urlare di lasciarmi andare, non può farlo, sento come mancare l’aria, mi sento morire, alzo le gambe lanciando calci verso le donne, ma sono in netto vantaggio così scoppio in un pianto, buttando nel cesso la mia dignità e pregando, pregando in quei secondi decisivi di non fare una cosa del genere. Quando tutto vieni interrotto da una voce in lontananza << Kathrine ! >> lo sento, è Castiel, sentire la sua voce è come avere la speranza che tutto andrà bene, che non accadrà nulla, ma suo padre non ha perso tempo ad impartire di nuovo l’ordine di prima, ormai atterrita di paura e colma di rabbia inizio ad urlare il nome di Castiel, urlare di gola, urli strozzati dal pianto, ma questa Betty non se ne fece nulla della mia disperazione, ascoltò solo quello che gli avevano ordina e così mi sferra un pugno, ed è lì che lo sento : il vuoto. sento qualcosa andarsene via a livello di anima, e inizio a pregare, pregare che non sia vero che sia solo la paura, perché non lo potrei tollerare, potrei solo morire, non voglio che questa sensazione possa diventare realtà perché preferirei togliere la mia vita di mezzo e anche se spero, spero e rispero che questa resti solo tale, è come se io già lo sapessi, se fosse così  combatterei per sopravvivere in questo corpo con la mente alla costante ricerca della morte. Così, prima di andare via verso Castiel e correre nell’ospedale più vicino a capire cos’è che mi sta succedendo, ancora accovacciata sulla pancia e con uno sguardo che sta ad indicare la follia rivolto verso i diretti interessati << Io vi ucciderò, vivrò solo per uccidervi e la vostra sarà una morte lenta e dolorosa>> .. Ma prima che possa barcollare verso di lui, è proprio lo stesso che arriva puntando una pistola alla testa del padre..

Fine prima parte - TO BE CONTINUED

Ho avuto la necessita di dividere questo capitolo ovvero Furia omicida in due parti, a breve la seconda.

   
 
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