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Autore: PrincessintheNorth    27/12/2016    2 recensioni
Sono passati tre anni dalla caduta di Galbatorix.
Murtagh é andato via, a Nord, dove ha messo su famiglia.
Ma una chiamata da Eragon, suo fratello, lo farà tornare indietro ...
"Eragon?" fissai il volto di mio fratello nello specchio incantato. Era contratto dall'ansia e dal dubbio.
"Ciao" mormoro'.
"Che succede?" chiesi insospettito. Sentii Belle piangere, ma ci stava già pensando Katie.
"é ... ti riguarda molto. Molto. Devi tornare immediatamente."
Se vi ho incuriositi, passate a leggere!
Genere: Angst, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Morzan, Murtagh, Nuovo Personaggio, Selena, Un po' tutti | Coppie: Selena/Morzan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Altri due mesi passarono. Il pancione di Nasuada era aumentato, e Murtagh si era avvicinato se non a lei, al piccolo. Ogni tanto andava a sentirlo scalciare, ed entrambi sorridevano nel sentirlo.

E non potevo esserne gelosa. Erano due vittime della stessa persona, ma se trovavano il modo di essere felici, tanto meglio.

Il rapporto tra Nasuada e me si era evoluto, e penso che avremmo potuto definirci buone amiche, dato che mi aveva chiesto di assisterla, insieme ad Arya, che si era rimessa, nel parto.

“So di chiederti molto” aveva detto. “Ma non c’è nessuno di cui mi fidi piu di te.”

E non avevo potuto non accettare.

Anche se in modo un po’ anticonvenzionale, io, lei e Murtagh saremmo stati a capo della famiglia.

Non sarebbe stato mio figlio, ma l’avrei di sicuro amato.

Killian era cresciuto tantissimo, ed ora era un bel bambino di quattro mesi perennemente affamato e coccoloso.

Belle aveva ampliato il suo vocabolario: da “mamma” e “papà”, aveva imparato anche “nonno”, “nonna” e i nomi dei nonni, anche se un po’ storpiati: Derek era diventato “Delek”, “Miranda” Milly e “Morzan” Molzy.

“Selena” lo pronunciava benissimo, e per lei era motivo di grande orgoglio.

Non avevamo celebrato il suo primo compleanno in grande stile: appena tornati a casa (perciò almeno tre mesi in ritardo) ci eravamo limitati ad una piccola festa in famiglia, dove però si era divertita un mondo.

Io e Murtagh le avevamo regalato un set di spada e scudo di legno formato bambino, dato che sembrava adorasse giocare alla guerra con il suo papà e i suoi nonni, un cucciolo di lupo e un nuovo orsacchiotto a forma di drago, delle misure di un drago di circa quattro mesi, sul quale adorava arrampicarsi.

Mamma e papà, un cavallo a dondolo e delle bambole, che però non sembrava apprezzare molto, e Morzan e Selena, oltre ad una palla ed un orsacchiotto incantato che parlava, una somma di denaro che avevano consegnato a me e Murtagh, da utilizzare per il futuro di Belle.

Quando aveva visto il cucciolo di lupo, Belle si era portata le mani alla bocca, poi l’aveva accarezzato timidamente.

E poi avevano iniziato a correre insieme, urlando e ululando come due pazzi.

Avevamo deciso di chiamarlo Hunt, e a Belle sembrava piacere come nome.

Murtagh, nonostante si stesse abituando a questa nuova realtà includente Nasuada e il bambino, non aveva minimamente abbassato la guardia: riottenute da sua madre le armi, non andava mai in giro senza, tenendo la spada sempre leggermente fuori dal fodero. E di notte, dormiva con un pugnale sotto al cuscino e uno sotto al materasso.

Nonostante avessi cercato di fargli capire che tutte quelle armi e quelle ansie non fossero necessarie, aveva fatto orecchie da mercante e aveva continuato.

Di sicuro la situazione era pericolosa e grave, ma con tutta l’ansia che provava, avevo paura che nel momento del bisogno, si lasciasse prendere dalla paura.

E che si facesse ammazzare.

Anche durante il sonno non era sereno: bastava che lo sfiorassi perché scattasse in piedi. Una volta l’avevo toccato per sbaglio, e mi ero ritrovata con un pugnale alla gola.

Benissimo! – lo sentii ridere, e andai in fretta nella sala del trono, dove vidi che stava giocando con Belle e Morzan.

Ovviamente, alla guerra.

Tutti e tre armati di spade e scudi di legno, padre e figlia contro il nonno.

Che cosa credete di fare? – li istigò Morzan. – Io sono un grande e potente guerriero! Tié!

Finse di infilzare Murtagh, che stette al gioco e fece un verso di dolore, cadendo a terra.

Tuttavia Belle si sconvolse, fece cadere la spada e lo scudo e corse dal suo papà, salendogli sulla pancia.

Papiiii! – strillo’. – Ottiamo, papi!

Subito, principessa!

Murtagh si rialzò in un secondo, e fece per abbattere Morzan, che cadde a terra.

E anche qui, Belle mollò armi e bagagli e ando’ a rianimare il nonno.

Nonno! Otta, nonno! Otta papi! – protestò, facendo alzare Morzan.

Non posso, Belle. – ridacchiò lui. – Sono vecchio. Mi aiuti?

Belle sbuffò, come se fosse indispettita, poi lo prese per la mano e iniziò a tirare.

Con un colpo di reni, Morzan si rimise in piedi, fingendosi poi meravigliato.

- Oddio! Ma sei fortissima!

Belle fece un sorriso di compiacimento, poi prese la spada e iniziò a combattere contro entrambi loro, menando fendenti anche piuttosto forti, costringendo Murtagh e Morzan a dover scappare da lei.

 A un certo punto, Murtagh non riuscì ad evitarne uno, e si beccò un bel colpo sulla gamba.

Belle … - cercò di trattenere un’imprecazione. – Mi lascerà il livido. Tu hai picchiato il tuo papà, signorina! – finse di sgridarla.

E infatti Belle si mise a ridere.

E hai fatto bene! – rise Morzan, prendendola in braccio. – è una testa calda. Si meritava una botta. Meno male che gliel’hai data tu, con te non può arrabbiarsi.

MAMMA! – strillo’ la mia piccola, correndomi incontro.

Ormai era bravissima a camminare e correre. E velocissima.

Aprii le braccia e mi si fiondò addosso, tutta contenta.

Hai fatto la lotta con il papà e il nonno? – le chiesi con un sorriso. Era bellissima.

Si! – rispose tutta contenta, il viso rosso dalla corsa.

E chi ha vinto?

Io, papi, e nonno.

Tutti?

Si! Illy? – mi guardò con il labbruccio, come a chiedermi se anche il suo fratellino potesse giocare alla lotta.

Amore, Killian è ancora troppo piccolo. Ma quando sarà piu grande, giocherete alla lotta tutti insieme!

Sospirò, annoiata, poi corse verso il suo drago di peluche, salendoci su e mettendosi seduta tra il collo e le spalle, come un vero Cavaliere.

Prese la spada e la tese prima verso l’alto, poi iniziò ad attaccare Murtagh, Morzan e varia gente. 

PRINCIPESSA! – strillarono Sheryl e Shay, venendo verso di me.

Che succede?

Nasuada … il bambino sta arrivando. – ansimò Shay. – Dovete venire.

Vengo anche io. – disse Murtagh, e corremmo verso la sua camera.

Arrivati, Judith, la capo levatrice, ci prese da parte, preoccupatissima.

Il parto non si presenta facile. – disse a bassa voce. – è molto probabile che uno dei due non si salverà.

Ci dev’essere qualcosa che si può fare. – protestai.

Ma lei scosse la testa, anche se non ne era del tutto certa. – Principessa, quando avete partorito Belle ero sicura che il vostro fosse stato il parto piu difficile e pericoloso al quale avessi mai assistito.

E il parto di Belle era stato tremendo, ricordai preoccupata.

Ora … vedendo come inizia questo parto, mi rendo conto che il vostro è stato una passeggiata. – sussurrò e Murtagh impallidì di colpo, reggendosi ad una cassettiera.​Anche lui ricordava benissimo il parto di Belle.

Lei lo sa? – chiese a bassa voce.

Judith annuì. – Ha già disposto che, in caso si dovesse scegliere, di salvare il piccolo.

Guardai un attimo Murtagh. Aveva le lacrime agli occhi ed era pallidissimo, sul punto di vomitare.

Esci. – gli consigliai.

No.

Murtagh, non credo tu possa res …

Devo. – sussurrò, e andammo da Nasuada.

Era sudatissima e piangeva dal dolore. Murtagh le prese la mano, confortandola.

Andrà bene. – la rassicurò. – Starete bene entrambi.

- Non … credo … - mormorò lei, prima che una contrazione la facesse urlare dal dolore.

Chiamate Selena! – gridai preoccupata. – è lei l’esperta di magie curative, chiamatela e fatela venire qui al piu presto, insieme a Morzan e una squadra di maghi scelti!

Subito, Principessa.

Arrivarono dopo cinque minuti, ma anche Selena si morse il labbro nel vedere le condizioni in cui Nasuada versava.

La vidi parlare un attimo con Morzan, e anche lui non sembrò troppo fiducioso.

Lo scambio di opinioni però era stato troppo evidente, e Murtagh li fissava sconcertato e scioccato, con le lacrime che ormai gli rigavano incontrollate il viso.

Murtagh, andiamo. – disse Morzan dolcemente.

No!

Murtagh …

NON VOGLIO!

Vai. – lo rassicurai accarezzandogli i capelli.

No, non …

Non sei di nessun aiuto in questo stato. – gli sussurrò Morzan stringendolo. – Se vuoi davvero aiutare, andiamo fuori. Non ci allontaneremo, rimarremo giusto qua fuori, va bene? Ecco, bravissimo.  

Alla fine, si lasciò portare via.

Salvate … il … bambino … - ansimò Nasuada, mentre l’ennesima contrazione la torturava. – Dovete salvarlo …

Ti salverai. – mormorò Selena, tamponandole la fronte con un panno bagnato.

Improvvisamente, una delle levatrici glielo tolse dalle mani, e lei la guardò malissimo.

Non potete, milady! – fece quella. – Per aiutarla, ci vuole un impacco.

Nel sentire gli ingredienti del rimedio, Selena impallidì, poi divenne rossa di rabbia.

Chissà perché hai avuto un parto difficile, Katherine! – sbottò. – Ci fossi stata io, due minuti e Belle era già fuori! Uscite, subito! – gridò alle levatrici. – Massa di incompetenti!

Non appena anche le levatrici furono fuori, nella stanza eravamo rimaste solo io, lei, Arya e tre maghi, i piu potenti del regno.

Nasuada, quelle levatrici erano si delle sciocche, ma su una cosa avevano ragione. – mormorò Selena. – è molto probabile che dovremo scegliere tra la tua vita e quella del piccolo. Ormai quello che si può fare è ben poco.

Il bambino! – gridò, piangendo. – Salvate il piccolo!

Arya? – le chiesi, pregando nella medicina e nella magia degli elfi. – Secondo te?

Si vedeva che le costava dirlo. Nasuada era una delle sue piu care amiche.

Devo concordare … - sussurrò, le lacrime agli occhi. – Penso che a questo punto, la cosa migliore da fare sia ridurre al minimo il suo dolore e far uscire il piccolo.

Selena annuì, e insieme praticammo un incantesimo che l’avrebbe aiutata a sentire meno il dolore del parto, cosi da rendere meno atroci i suoi ultimi momenti.

Ci volle tutto il giorno.

Alla fine, il bimbo venne alla luce durante la notte.

Prima ancora di lavarlo, lo mettemmo tra le braccia della sua mamma, i cui pianti di dolore si tramutarono in singhiozzi di gioia.

Scostò leggermente la coperta in cui Selena aveva avvolto il bambino, e sorrise.

È … è una bambina … - sussurrò. – Benvenuta, piccola mia … benvenuta … la mamma ti amerà sempre, tesoro mio … ricordalo sempre, piccola Nadara.

L’attimo dopo, le fu difficile respirare, e mi si formò un nodo in gola.

Non ce l’avrebbe fatta.

Nonostante gli incantesimi di guarigione e di impedimento alla sepsi puerperale, la morte non l’avrebbe risparmiata.

Non riuscii piu a trattenere le lacrime.

Katherine … - sussurrò, piangendo. – Prenditi cura di lei … sii sua madre … ti prego … crescila con Murtagh … amala come se fosse tua … sii la sua mamma … ti scongiuro …

Non preoccuparti. – singhiozzai cercando di sorridere per rassicurarla. – Andrà tutto bene …

Sorrise.

Sembrava che non soffrisse piu. – Lo so … sei un’ottima madre. Lo sarai anche per mia figlia … di a Murtagh che sarà il papà migliore del mondo, che è il mio migliore amico … se riesci, rintraccia Niklaus di Melian … digli che lo amo. Katherine … grazie. – sussurrò.

Fu la sua ultima parola.

Reclinò la testa sul cuscino, e chiuse gli occhi.

Arya appoggiò due dita sul suo collo, il viso rigato di lacrime.

Se n’è andata. – singhiozzò, mentre Selena, le mani tremanti dall’emozione, raccoglieva la piccola Nadara dal petto di sua madre, per poi porgermela.

A quel punto, Murtagh entrò, il respiro corto dalla paura.

Le lacrime abbandonarono i suoi occhi nel vedere il corpo di Nasuada senza vita.

Subito dopo di lui, entrò Morzan, che si limitò ad esprimere il suo dolore con un cenno.

Si avvicinò al corpo di Nasuada, sfiorandole la fronte con la mano e sussurrando una parola in elfico.

La benedizione dei Cavalieri dei Draghi, mi resi conto.

Alzai lo sguardo su Murtagh.

Era dietro di me, e guardava sua figlia, gli occhi pieni di lacrime di dolore e felicità.

Mi alzai, porgendogli la piccola Nadara.

È una bambina. – mormorai cercando di rinchiudere il mio dolore in una solida cassa di metallo in un angolino della mia mente. – Si chiama Nadara …

Annuì, sfiorando il viso della bimba, che se ne stava tranquilla tra le sue braccia.

È … è bellissima. – sussurrò. – Benvenuta, piccola. La tua mamma non c’è piu, ma Katherine sarà la migliore mamma del mondo … starai bene, te lo prometto.  





 

 

   
 
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