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Autore: Sajoko    29/12/2016    1 recensioni
Lily è una ragazza di 17 anni e come tutti gli adolescenti ha un sogno nel cassetto; però ha fatto la promessa a sé stessa di non dirlo a nessuno. Lei sa che le persone non capirebbero…
È una ragazza solitaria, infatti a scuola non ha amici, ma nonostante tutto, i suoi voti sono eccellenti; specialmente in una materia che lei ama alla follia: psicologia. L’insegnante di quella materia, il prof. Robert, è molto legato a Lily e sa che nonostante sia così fredda e distaccata con tutti, lei ne è legata da un filo invisibile nel suo profondo. Sa che in quella ragazza c’è umanità.
Robert non sa che periodo sta passando Lily e non sa nemmeno cos’ha per la testa… e quando capisce cosa la tormenta, ormai il più è già fatto…
Genere: Avventura, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Capitolo 12: Australia

 
La gente in aeroporto correva veloce; non si fermava mai. Qualche volta succedeva che si scontrassero tra di loro; forse per distrazione o forse per la troppa fretta, ma per la maggior parte delle volte si evitavano.
Assomigliavano a tante piccole formiche lavoratrici che correvano, correvano, e correvano…
È così che sono le persone adesso: lavoratori frettolosi, instancabili…
Tutte quelle persone non considerano quello che gli sta attorno per via della loro fretta ed è proprio per questo motivo che ci siamo ridotti così.
Ma Lily, una ragazza che sa, che ha visto, toccato con mano queste situazioni, non vede il mondo come lo vedono gli altri ma osserva la gente con occhi diversi.
Non ne hai mai parlato con nessuno. La gente non la capirebbe; ma ora ha la possibilità di farlo con Robert. Lui sì che avrebbe capito sicuramente.
Stavano seduti su una panchina dell’aeroporto. La finestra davanti a loro dava proprio sulla pista degli aerei. Ne vedevano molti atterrare o partire ogni 5/6 minuti circa: vedevano arrivare e partire aerei di compagnie, colori e forme diverse. Vedere con quale facilità quei giganti uccelli di metallo prendevano il volo, era qualcosa di inimmaginabile.
Quello sì che era il posto perfetto.
Il sole alto segnava l’una. La sua luce naturale illuminava tutto l’aeroporto e le finestre ampliavano ovunque quei riflessi di luce caldi e piacevoli.
Lily aveva lasciato andare quell’aereo solo per ascoltare Robert; infatti era seduta lì, con le gambe accavallate, le braccia appoggiate sulle cosce e la testa leggermente abbassata, mentre Robert era seduto col busto proteso in avanti, le mani incrociate come in preghiera e lo sguardo basso.
Rimasero in silenzio per quasi una decina di minuti, come se stessero pensando a cosa dirsi l’uno l’altro. Non si vedevano da molto tempo, e avevano tanto da raccontarsi, ma era come se non avessero nulla da dire.
Il loro silenzi venivano infranti dal continuo vociare delle persone frettolose, dai loro passi veloci, dai loro rumori forti…
Robert si stava sfregando le mani quando alzò lo sguardo per vedere un aereo decollare dalla pista di fronte a loro: partì con una leggiadria e leggerezza indescrivibile. Sembrava un aereo di carta mosso dal vento.
Mentre guardava l’aereo decollare, Lily ruppe il silenzio:
 
- Questa è la prima volta. –
 
Robert si voltò verso di lei e domandò:
 
- … Come? –
 
- … Questa è la prima volta che vengo a Londra. Ho sempre sognato di vederla almeno una volta nella vita; ed ora eccomi qui, all’aeroporto di Gatwick… pazzesco non trovi? –
 
Robert fece una smorfia divertita. Anche per lui era la prima volta a Londra e non aveva pensato a questo appena atterrato. Tornò a guardarsi le mani, poi guardò fuori dall’enorme finestra:
 
- Anche per me è la prima volta qui… -
 
Lily lo guardò con lo sguardo leggermente stupito:
 
- Non sei mai stato a Londra? –
 
Un aereo intanto, atterrò una pista più in là:
 
- No mai, e in un certo senso, sono felice di essere qui oggi. -
 
Lily sorrise. Tornarono nel loro silenzio per qualche istante finché Robert fece la domanda che avrebbe sempre voluto fare sin dall’inizio di quest’incredibile storia:
 
- … Perché Lily? Perché hai deciso di fare tutto questo? E perché hai deciso che proprio io dovevo avere una chance? Non riesco a –
 
Lily alzò dolcemente la mano per zittirlo e sorridendo disse:
 
- Una domanda alla volta Robert. Avrai tutte le risposte che cerchi, ma prima devi sapere tutto dal principio… -
 
Robert si sistemò comodo sulla sedia e con aria curiosa disse:
 
- Ti ascolto. –
 
Lily si sistemò un dread dietro l’orecchio e fece un respiro profondo. Non sembrava tesa, anzi, sembrava rilassata dal suo comportamento, ma Robert sapeva che dentro, in quel cuore grande che aveva, era un mare in burrasca di emozioni e sensazioni implacabili.
Iniziò a raccontare:
 
- Devi sapere che la mia decisione di partire è stata pensata e progettata per quasi 20 anni. Come tu ben saprai, ho passato situazioni difficili nel mio cammino e alcune di queste mi hanno cambiata… -
 
Robert sentì il cuore battere a mille. Non aveva motivo per essere agitato, ma conoscere la verità lo spaventava e lo confortava allo stesso tempo:
 
- La mia situazione familiare è stata la causa che ha susseguito altri problemi, soprattutto dopo la morte di mio padre. Non ero più la stessa di prima… è vero, crescendo si cambia, si matura, ma non come ho fatto io; non come è successo a me… -
 
Robert sentì tristezza nelle parole di Lily, ma non faceva fatica a pronunciarle. Sembrava che finalmente si stesse liberando di un enorme peso sorretto sulle spalle per anni:
 
- Sapevo che restando lì non sarei mai stata felice, quindi pensai che l’unico modo per poterlo essere era quello di andarmene da un'altra parte, cambiare completamente persone, posti e mentalità… avevo bisogno di cominciare tutto da capo per la seconda volta… –
 
Robert sentì un groppo alla gola: questa affermazione di Lily gli fece venire in mente che aveva già parlato di tutto questo con qualcuno, ma non ricordava chi…
Si sentì il rombo di un aereo arrivare leggero, poi sempre più forte fino a far vedere dalla finestra un aereo della Easy Jet atterrare sulla pista.
Lily continuò a parlare:
 
- Andando avanti con gli anni questo mio desiderio cresceva sempre più in me, fino a portarmi ad odiare coloro che mi stavano vicino… e da qui sei entrato in gioco tu. –
 
Robert sentì il cuore battere veloce. Era arrivato il momento della verità, quella che stava aspettando da tempo:
 
- Con i tuoi insegnamenti e il tuo comportamento verso gli altri, ho trovato in te qualcosa che mi stimolasse, che mi rendesse felice e viva, anche se solo per un paio d’ore al massimo. Non era abbastanza, ma riuscivi a rendermi le giornate più serene… –
 
Sentirsi dire queste parole, Robert provò un senso di commozione provenirgli da dentro. Sentì il petto che pian piano doleva per le lacrime di gioia trattenute.
Lily abbassò lo sguardo e si morse il labbro inferiore che si arrossò appena lo lasciò andare. Continuò a raccontare:
 
- Tutte quelle piccole cose che facevi per me, rendevano il mio animo più leggero, ma non riuscivano a contrastare il carico che avevo accumulato negli anni passati… poi, quando mi hai prestato quel diario… Oh Robert, il mio mondo si è completamente capovolto sottosopra! -
 
Robert guardò la sua borsa, ci frugò dentro e tirò fuori il diario di suo padre Ivo:
 
- … Questo? È per aver letto questo che hai deciso di partire? –
 
Lily annuì leggermente con la testa. Aveva un sorriso leggero sulle labbra mentre annuiva:
 
- Proprio quello: la vicenda narrata da tuo padre mi ha aperto gli occhi su una nuova dimensione. Tutti quei racconti, quelle vicende avvenute… non sono fantasie! Sono accadute realmente! Dopo averle lette ho pensato che, in effetti, anche lui era scappato per trovare la felicità, per ricominciare tutto daccapo… e l’aveva trovata! –
 
Robert guardò il diario: era ben tenuto e nonostante avesse viaggiato per giorni in condizioni pessime dentro quel borsone sciupato, non aveva nemmeno una piega o un graffio.
Lily lo prese dolcemente in mano e accarezzò con il pollice la copertina ruvida in pelle:
 
- Il mio pensiero fu che se lui è riuscito a trovare la felicità, allora perché io non potevo? Perché non provarci? Perché non andare da qualche parte e ritrovare me stessa? –
 
Lily alzò lo sguardo verso Robert; i suoi occhi erano luminosi come gioielli e splendevano come non avevano mai fatto:
 
- Sono stati i racconti di tuo padre ad ispirarmi e a convincermi a partire! È merito suo se ora sono quella che sono! Senza volerlo, Ivo ha cambiato il mio mondo, senza nemmeno averlo conosciuto di persona! -
 
Robert guardò il diario, poi Lily: lei aveva gli occhi illuminati da un’energia inspiegabile e si capiva che era vero quello che diceva.
Si guardarono per qualche istante, quando Robert distolse lo sguardo sul pavimento: un riflesso di luce gli stava illuminando la scarpa. Mentre guardava il fascio di luce, Lily disse:
 
- … Lo stesso aveva fatto con Catherine, non è vero? –
 
Con scatto fulmineo, Robert si voltò verso Lily. Aveva un’espressione sconvolta in viso.
Quel nome non lo sentiva ormai da anni; lo aveva sepolto nel profondo, ma era sempre rimasto nel suo cuore. Ora il ricordo era tornato.
Catherine, la sua unica figlia, era scappata alla ricerca della felicità molti anni fa.
Lily aprì il diario, sfogliò alcune pagine:
 
- L’ho letto qui. Ivo aveva scritto tutto: di te, di Catherine, ma soprattutto dei tuoi problemi… scrisse anche di quello che ti accadde quando lei se ne andò per sempre… –
 
Lily si fermò su una pagina in particolare, diede il diario a Robert e lesse:
 
<< 26 Febbraio 1998
 
Ore: 13.04
 
Sono preoccupato: Robert è ancora affranto dalla scomparsa di Catherine e sta impazzendo. Non l’avevo mai visto in questo stato. Ha cominciato a fumare, per di più sigari, e anche a bere... non è un buon segno. Farò di tutto per risollevargli il morale. È mio figlio, ed è mio compito come padre, aiutarlo nelle situazioni difficili. Sarà dura, ma devo farcela. Per lui… >>

 
 Una lacrima cadde sulla pagina del diario mentre Robert leggeva le ultime due parole della riga. Si sentì triste, ma allo stesso tempo felice di leggere quelle poche righe scritte a mano da suo padre. Era come se le avesse dette ad alta voce in quel preciso istante…
Come un lampo, il ricordo tornò nella mente di Robert e si fece più nitido:
Catherine, l’unica figlia che Robert avesse, aveva 18 anni all’epoca. Per l’ennesima volta, i due avevano litigato riguardo al futuro della ragazza: lei voleva andare a studiare in Australia, ma Robert non voleva. Diceva che non poteva permetterselo, che era troppo costosa e che, chissà, forse un giorno lei se ne sarebbe pentita. Non volevano darsi ragione a vicenda e men che meno ascoltarsi, ma lui la costrinse a restare.
Purtroppo accadde il peggio: una mattina, Robert si svegliò come d’abituale e andò a svegliare Catherine per andare a scuola, ma con suo grande stupore, non la trovò.
Era scappata di casa. Nessuno biglietto, nessuna lettera… niente.
Robert iniziò a cercarla: fece denuncia di scomparsa alla polizia, chiese in tutto il vicinato se l’avessero visto e appese dei volantini di sparizione ovunque…ma non la trovò mai.
Quei giorni furono un inferno per Robert: iniziò a fumare, a bere e diventava sempre più agitato e aggressivo.
Ricordava i momenti in cui Ivo lo confortava rassicurandolo che l’avrebbero ritrovata di sicuro… ma era troppo arrabbiato con sé stesso per poterlo ascoltare.
Dopo quasi tre settimane, la polizia telefonò a Robert dicendo di aver ricevuto un indicazione da un anonimo: Catherine era stata vista all’aeroporto di Roma diretta verso Dubai.
Inutile dire che Robert andò di persona a cercarla.
Partì verso Dubai e arrivato a destinazione iniziò a cercarla domandando a chiunque se avessero visto quella ragazza dai capelli lunghi neri, col viso dolce e due occhi verdi splendenti… ma nessuno ricordava di averla vista.
Passò 3 giorni in quell’aeroporto, finché trovò l’indicazione che cercava: un addetto del reparto bagagli l’aveva vista salire su un aereo diretto a Perth, in Australia.
Partì il giorno stesso e dopo 10 ore di volo, atterrò. Era sfinito, stanco ma il suo corpo esultava e lo incoraggiava ad andare avanti. L’avrebbe trovata, ne era certo.
L’unica cosa che voleva era quello di rivedere Catherine.
Arrivò nella metropoli, cercò informazioni al dipartimento dell’immigrazione e riuscì a trovarla. Gli diedero il suo indirizzo: risiedeva in un College appena fuori città.
Trovata la struttura, andò per cercarla e la trovò.
La sua gioia fu immensa. Quando lei lo vide, lei non sembrava particolarmente contenta…
Fece per avvicinarsi e per abbracciarla ma lei reagì diversamente: gli disse che non sarebbe mai tornata indietro con lui, che non voleva mai più vederlo… le ostacolava il suo futuro.
Sentendosi dire quelle parole, Robert non poté che tornare a casa a malincuore e affranto.
Quando tornò a casa, preso dalla disperazione, decise di abbandonare tutto: lavoro, parenti, amici...
Voleva morire.
Ivo cercò di aiutarlo in tutti i modi, come ogni padre avrebbe fatto, ma ci volle molto tempo: fece di tutto per farlo uscire di casa, farlo incontrare coi suoi amici e colleghi… fece l’impossibile per suo figlio. E mantenne la promessa.
Dopo alcuni anni, Robert lasciò che Catherine seguisse il suo cammino da sola e finì col rassegnarsi per sempre: lei non sarebbe tornata…
Accettò il fatto che non avrebbe mai più rivisto sua figlia.
Ivo fu un appiglio molto solido per Robert, e non solo in quel periodo nero, ma per tutta la vita. Quando Ivo se ne andò per sempre, Robert si sentì perso, solo, abbandonato per la seconda volta nella sua vita. Era straziante dover passare di nuovo questo momento.
Nonostante la perdita, riuscì a riprendere la solita vita di sempre tenendo il ricordo di suo padre e sua figlia vivo nel suo cuore.
 
Sono passati quasi vent’anni da questa vicenda e il ritorno a galla improvviso, fece crescere un senso di dolore, tristezza, rabbia e rammarico in Robert.
Mentre un aereo passava alto in cielo, Robert non si rese conto che stava piangendo: lacrime di dolore che per anni erano rimaste rinchiuse nel suo cuore, finalmente erano libere di sfogarsi. Cadevano come una pioggia impetuosa sul foglio di carta del diario.
Lily gli poggiò una mano sulla spalla e disse:
 
- Quello che ho letto mi ha anche fatto pensare anche a te: io volevo trovare la felicità, una seconda occasione… ma non solo io… anche tu dovevi… meritavi una seconda chance con Catherine. -
 
Robert si voltò verso la ragazza con lacrime enormi agli occhi e Lily, poggiando la fronte sulla sua spalla, con voce roca disse:
 
- … Io non sono Catherine, ma ho pensato che io potevo… essere la tua seconda possibilità… Volevo renderti felice… Volevo che entrambi lo fossimo… -
 
Alla fine, Robert prese Lily in braccio, la strinse forte a sé e si lasciò andare in un pianto disperato.
Il diario cadde a terra ma non si percepì alcun suono. Si sentivano solo i pianti disperati di Robert.
Non aveva mai pianto così prima e Lily, sentendolo così, cercò di confortarlo. Proprio come avrebbe fatto Ivo.
Robert si lasciò cadere in ginocchio, sempre tenendo Lily fra le braccia, e continuò a piangere, e a piangere…
Ne aveva tremendamente bisogno.
Forse erano lacrime di gioia, di tristezza, di felicità o di dolore; non lo sapeva nemmeno Robert, ma era lacrime. Era questo ciò di cui Robert doveva sbarazzarsi.
Lily strinse forte a sé Robert. I palmi delle mani stringevano e stropicciavano la maglietta nera.
Quell’abbraccio sincero, puro e incredibile, era l’unione di due anime scombussolate dalla vita che finalmente, dopo tanto tempo, si riappacificavano.
Robert passò diversi minuti a piangere con la testa sulla spalla di Lily. Quel momento sembrò essere eterno. Quando la sua disperazione si calmò, lasciò andare Lily esausto e rimase in ginocchio ai piedi della panchina.
Si passò una mano sugli occhi affinché riuscisse ad asciugarli; poi, con voce roca e flebile disse:
 
- … Io volevo salvare Catherine. Non volevo costringerla a rimanere: avevo paura a dirle che mi spaventava l’idea di averla lontana da casa, ma non sono mai riuscito a dimostrarlo… nemmeno quello sono riuscito a fare… -
 
Lily s’inginocchiò vicino a lui, gli poggiò una mano sulla spalla e lui la guardò negli occhi: erano luminosi e bellissimi. Nonostante il colore diverso, Robert vedeva in Lily sua figlia Catherine. Due donne, completamente diverse, ma con lo stesso spirito battagliero.
Rimase a fissarla per qualche istante e per un momento, Robert immaginò di vedere Catherine al posto di Lily: lo stava confortando e gli sorrideva.
Sorridendo a sua volta disse:
 
- … Sono contento di averti conosciuta Lily. Sei la possibilità più magnifica che mi sia potuta mai capitare nella vita… -
 
Lily sorrise a sua volta e lo abbracciò.
Mentre si abbracciavano, un aereo della British Airways decollò dalla pista di fronte a loro.
Quel posto… quella panchina… era davvero il posto perfetto.
 
***
 
Davanti al gate n*7 c’era molta gente. Nonostante fosse inverno, molte persone decidevano come destinazione delle vacanze invernali Ottawa, la città più fredda del Canada in quel periodo.
Lily e Robert erano fermi lì in coda, aspettando che finalmente aprissero i cancelli per far salire i passeggeri sull’aereo della compagnia SkyService Airlines diretta propri ad Ottawa.
Dopo quella discussione, Robert e Lily avevano parlato del futuro della ragazza: lei era intenzionata a proseguire il suo viaggio e Robert la lasciò fare. Era la sua vita; decideva lei cosa farne. Robert fece lo stesso: le disse che quando sarebbe tornato, si sarebbe trasferito da qualche parte in giro per il mondo. Si sarebbe ricostruito una nuova vita per la seconda volta.
Mentre aspettavano che i cancelli si aprissero, Robert decise di parlare per un ultima volta con Lily:
 
- Che cosa c’è di così tanto interessante in Canada a parte gli aceri? –
 
- Beh, vediamo… le cascate del Niagara non sono tanto lontane da visitare, poi ci sono i vari monumenti della capitale e infine ci sono anche le riserve di Geyser poco più a Nord da vedere. Dicono che siano una delle tante cose da visitare prima di morire! –
 
- Se lo dici tu… -
 
Lily sorrise. Sapeva che anche Robert avrebbe voluto vedere quei magnifici posti, ma Lily doveva andarci da sola. Mentre aspettavano ancora, Lily fece una promessa a Robert:
 
- Facciamo così: in ogni posto del globo dove andrò, vedrò e visiterò, ti spedirò una cartolina! Ci stai? –
 
Lily tese la mano verso Robert e lui la guardò sorridendo. La strinse e guardandola negli occhi disse:
 
- Va bene. Se mi manderai una cartolina con allegata una foto tua in ogni posto dove andrai. –
 
Lily lo guardò sorridente e ridendo disse:
 
- Eheheh! Va bene, te lo prometto! –
 
 Risero felici, poi si guardarono negli occhi per qualche istante: sembrava che con lo sguardo si stessero dicendo addio…
Mentre un inserviente del check-in stava per aprire i cancelli del gate, Robert poggiò una mano delicatamente sul spalla di Lily e disse:
 
- … Mi mancherai moltissimo Lily. Abbi cura di te… -
 
Lily poggiò la mano su quella di Robert, le diede un bacio sul dorso e rispose:
 
- … Anche tu mi mancherai Robert. Prenditi cura di te stesso, mi raccomando… -
 
Il cancello si aprì e una massa di gente iniziò ad avviarsi verso il gate. Robert e Lily rimasero li fermi a guardarsi negli occhi. Quell’addio, era più difficile di quanto si aspettavano.
Robert sentì le lacrime salirgli e tentò di trattenerle battendo più volte gli occhi; distolse lo sguardo e con la mano tentò di asciugarsi. Lily lo prese in giro in modo scherzoso:
 
- Dai, non piangere! Sennò farai piangere anche me… -
 
Anche Lily iniziava ad avere le lacrime agli occhi. Robert se ne accorse e rispose:
 
- Ma se le hai già! Non prendermi in giro! Ahahah! –
 
Le diede un pizzicotto sul fianco e, per vendicarsi, Lily fece lo stesso:
 
- Hey! Così non vale! –
 
Si punzecchiarono dolcemente per qualche istante finché Robert, prese Lily tra le sue braccia, la sollevò da terra e l’abbracciò ridendo. Lei rise e strinse le sue braccia dolcemente al collo di Robert. Rimasero abbracciati in quella posizione per qualche istante e nel mentre Lily disse:
 
- … Sai perché non mi sono mai piaciuti gli abbracci? –
 
Robert smise di ridere gradualmente, mentre una lacrima gli solcò il viso barbuto.
La cullò dolcemente e disse:
 
- … No… perché? –
 
Lily si lasciò cullare da Robert. Le piaceva e la faceva sentire al sicuro.
Mentre la cullava a destra e a sinistra, Lily disse:
 
- … Perché non puoi vedere il volto della persona che stai abbracciando. Sembra un modo per nascondere le proprie emozioni e non metterle alla luce… -
 
Robert si fermò lentamente, l’adagiò a terra e la guardò negli occhi: stavano piangendo entrambi.
La verità faceva male, ma volevano dirsela a viso aperto.
Robert la guardò mentre si mordeva il labbro inferiore, poi le sorrise e disse:
 
- … Addio Lily… -
 
La ragazza lasciò che una lacrima cadde pesante sul suo viso arrossato e con fatica sorrise per poi dire:
 
- … Addio Robert… -
 
Prese il suo bagaglio a mano, se lo mise in spalla e si diresse verso il gate n*7.
Non si voltò. Andò sempre dritta verso il check-in.
Robert rimase fermo immobile. La seguì con lo sguardo mentre presentava il biglietto alla signorina dietro il bancone.
Era difficile lasciarla andare. Era molto difficile.
Quando la signorina le consegnò il biglietto e il passaporto, premette il pulsante che apriva il cancello del gate. Stava per andarsene per sempre.
Fece qualche passo in avanti, ma poi si fermò.
Si voltò un ultima volta: il suo viso arrossato e pieno di lacrime incrociò lo sguardo di Robert.
Lui la guardò, poi le sorrise. Le fece un cenno con la mano e disse:
 
- Ciao Lily! –
 
Lei lo guardò mentre lacrime e lacrime le rigavano il viso. Sorrise anche lei.
Lo salutò con un cenno della mano e disse:
 
- Ciao Robert! –
 
Infine si voltò, superò il cancello e se ne andò. Questa volta per sempre.
Robert abbassò la mano lentamente. Sospirò, si asciugò le lacrime con la manica della felpa e tra sé e sé pensò:
 
Va bene Robert… anche questa piccola avventura è fatta! Adesso tocca a te fare i bagagli!

 
Si sistemò per bene, guardò fuori dalla finestra gigante ancora una volta e notò il sole tramontare all’orizzonte. Era di un rosso acceso vivo. Il colore che piace a Lily.
Robert ammirò il tramonto, poi sorrise e si avvivò verso l’uscita dell’aeroporto.
Mentre s’incamminava verso le porte scorrevoli che portavano all’esterno, il gate intanto s’era svuotato completamente lasciando un silenzio piacevole e calmo.
Non c’era più la gente frettolosa, i rumori forti e i passi veloci delle persone, ma solo un ricordo silenzioso che vivrà per sempre in quel posto.
 
 

 
THE END
   
 
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