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Autore: PrincessintheNorth    29/12/2016    2 recensioni
Sono passati tre anni dalla caduta di Galbatorix.
Murtagh é andato via, a Nord, dove ha messo su famiglia.
Ma una chiamata da Eragon, suo fratello, lo farà tornare indietro ...
"Eragon?" fissai il volto di mio fratello nello specchio incantato. Era contratto dall'ansia e dal dubbio.
"Ciao" mormoro'.
"Che succede?" chiesi insospettito. Sentii Belle piangere, ma ci stava già pensando Katie.
"é ... ti riguarda molto. Molto. Devi tornare immediatamente."
Se vi ho incuriositi, passate a leggere!
Genere: Angst, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Morzan, Murtagh, Nuovo Personaggio, Selena, Un po' tutti | Coppie: Selena/Morzan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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MORZAN
 
Avevo rassicurato Murtagh, e per buona misura l’avevo fatto cadere in un sonno magico.
Quando avevo capito anche io dell’inganno di Galbatorix, era troppo tardi.
Ero arrivato agli appartamenti di Murtagh e Katherine, ma avevo trovato solo mio figlio, in preda alla disperazione e in stato di shock.
Calmarlo era stato impossibile, perciò l’avevo narcotizzato e messo a letto, cercando di fargli passare la febbre che il panico e le ferite infette della battaglia gli avevano provocato.
L’avevo curato e medicato, cercando di prendermi cura dell’ultimo membro della mia famiglia, a parte Eragon, che mi fosse rimasto.
Alla fine, ce l’aveva fatta.
Galbatorix voleva vendetta contro me e Murtagh, e l’aveva avuta. Ci aveva tolto tutto ciò che di caro avevamo, e le possibilità di riavere Selena, Katherine e i piccolini erano ben poche.
Rimasi accanto a Murtagh per tutta la durata del suo sonno indotto, che comunque rimase agitato: continuava a chiamare sua madre, Katherine e i piccoli, e nell’insieme era una visione straziante.
A quel punto, entrai nella sua mente, cercando di calmarlo.
Sta tranquillo, dissi. Katherine, i bambini e la mamma torneranno presto. Ce li riprenderemo, come dice Katherine, con fuoco e sangue.
Il suo viso sembrò distendersi, e fece un piccolo sorriso.
Perfetto.
Almeno uno di noi era sereno.
 
 
 
 
Ebbi anche il mio bel daffare a calmare Derek e Miranda, che erano terrorizzati e arrabbiati per il rapimento.
Poi però Murtagh si svegliò, e andai da lui.
- Perché mi hai addormentato? – protestò. – Katherine, la mamma e i bambini potrebbero essere morti a questo punto e non abbiamo fatto niente per salvarli!
- Non eri in grado nemmeno di parlare da tanto eri agitato, figurarsi andare in missione. – gli dissi. – Adesso calmati. Ho provato a divinarli, ma sono schermati da qualche incantesimo.
- Usa la magia oscura. – sussurrò a quel punto, l’espressione del suo viso congelata in una gelida e determinata rabbia.
- Ci sono altre strade, Murtagh, la magia nera non …
-  Galbatorix li ha rapiti! – sbottò, disperato. – Se vogliamo avere una minima possibilità dobbiamo giocare secondo le sue regole, papà, non le nostre!
-  La magia nera ha sempre un prezzo. – gli ricordai. – Ed è un prezzo molto alto. Di solito è la vita del mago o di chi subisce l’incantesimo. Non concluderemo niente con la magia nera, perché moriremo noi o Katherine, la mamma o uno dei bambini, probabilmente tutti loro. E a quel punto?
Annuì e si asciugò una lacrima dalla guancia. – Non posso stare senza di lei. – sussurrò.
- Abbi pazienza. – lo rassicurai. – Andiamo in biblioteca. È un posto tranquillo, e potremo ragionare meglio.
Prese un profondo respiro. – Sta bene … Katie. – mormorò.
- Come fai a dirlo?
- Le fedi del matrimonio … le ho incantate. Se le fosse accaduto qualcosa, l’avrei saputo.
Feci un sorriso.
Avevo imposto lo stesso incantesimo sul mio anello e quello di Selena.
Certe cose non cambiano mai.
 
 
 
SELENA
 
 
Un lamento mi annunciò che Katherine doveva essersi svegliata.
La raggiunsi e vidi che era agitatissima.
- Calmati. – le dissi.
- I bambini … - ansimò.
- Stanno bene, Katie, non preoccuparti. Stanno bene tutti e tre. – la rassicurai.
- Dove siamo?
Bella domanda.
- Non lo so. – le risposi. – Ma troveremo un modo per scappare.
- Galbatorix …
- Si. Non avere paura, però. Non credo ci farà del male … almeno, non adesso.
Il piccolo dentro di me scalciò e iniziai ad accarezzarmi il pancione per tranquillizzarlo.
- Non c’è motivo di essere preoccupati. – mormorai, cercando di convincere più me stessa che lei. – Davvero …
- Murtagh farà qualcosa di tremendamente stupido. – sussurrò.
- C’è Morzan con lui, sta tranquilla. Manterrà la calma e terrà buono anche Murtagh. Dormi ancora un po’, ti farà bene …
- Ho dormito abbastanza.
- Mamma … - mormorò Belle, andando verso di lei.
- Ehi … - la visione della piccola riuscì a strapparle un sorriso, e accolse la bimba tra le braccia. – Andrà tutto bene, piccolina. La mamma ti proteggerà e non ti accadrà niente di brutto.
 
 
 
KATHERINE
 
 
Mi misi sugli spalti, in prima fila. Murtagh aveva deciso di partecipare al Torneo di Winterhaal, e il primo premio erano un diadema e una rosa d’argento.
“Li vincerò per te, amore mio”, aveva sorriso tutto contento. “Sconfiggerò tutto e tutti per te.”
Mi sedetti nella tribuna, riservata alla famiglia reale, di fianco ad Alec.
Si sporse verso di me, sussurrandomi. – Allora, come va la gravidanza?
Alec, non sono incinta. – mentii, cercando di trattenere un sorriso. Per il momento, era ancora il segreto mio e di Murtagh.
Sarà … secondo tutta la corte ti è cresciuto improvvisamente il seno, e da vicino posso notare che il tuo famoso ventre piatto, così piatto non è.
ALEC!
Che il torneo abbia inizio!
Vidi entrare due uomini, uno con un elmo sul quale torreggiavano due corna di cervo e un altro.
Era un ragazzo bellissimo, dai capelli ricci e castani. Aveva un’armatura splendente e lavorata a sbalzo, tutta decorata da fiori.
-  Non è all’ultimo sangue, vero? – chiesi a papà, preoccupata. Murtagh era perfettamente in grado di compiere sciocchezze solo per farsi bello ai miei occhi. Quando voleva, era un tiraiolo assurdo.
Non dire scemenze. Sei incinta, ti pare che lo faccio morire?
Non sono incinta!
Rise e scosse la testa. – Va bene, non sei incinta … hai l’utero diversamente vuoto.
I tornei mi erano sempre sembrati noiosi … almeno fino all’arrivo di Murtagh. Da quel momento, li gradivo molto di più.
Però non seguii i combattimenti, finché non comparve.
Sicuro di vincere, si era messo un’armatura leggera, non aveva nemmeno l’elmo.
Ovviamente, voleva farsi bello.
L’ultimo combattimento del Torneo! – esclamò papà. – Murtagh Morzansson contro Jamie di Sevirya!
Anche Jamie si tolse l’elmo e fece un sorriso a Lianna, che divenne viola.
“Preparati”, ridacchiò Murtagh.
“Vedi di stare attento, e piantala di fare il galletto”
“Sono il migliore. Non mi capiterà niente”.
Il grande genio era così occupato a parlare con me, che non si accorse che Jamie l’aveva caricato e l’aveva ferito ad una guancia.
La folla esultò, iniziando a gridare il suo nome.
“STA ATTENTO!”, gli strillai dietro. “O vuoi rendere tuo figlio orfano?”
“Non è niente, amore” rise e sollevò la spada rossa.
E il vero combattimento iniziò.
Alla fine, ovviamente, vinse lui, anche se l’avversario lo mise a dura prova. Combatterono per almeno un’ora, senza che nessuno prevalesse.
Quando lo mise a terra, puntandogli la spada alla gola, la folla esultò, gridando il suo nome.
“Visto?”, commentò Murtagh ironico.
“Sta zitto, ti sei quasi fatto ammazzare.”
Venite qui, campioni. – disse papà. Sembrava felice, ma d’altronde lui andava matto per i tornei, come Alec e mamma. Ero io la pecora nera della famiglia.  – Ho deciso di annunciare la parità. I premi in palio sono due: un diadema e una rosa d’argento. Scegliete una dama ciascuno.
Lianna Mormont. – disse Jamie, guardando la ragazza di fianco a me.
Murtagh mi guardò un secondo, con un sorriso. – Sua Altezza Reale, la Principessa Katherine.
Jamie prese il diadema, e Murtagh la rosa.
Ma quando me la porse, disse ad alta voce, perché tutti lo sentissero.
Non hai bisogno di una corona per essere la mia principessa.
Io divenni viola dall’imbarazzo e dall’emozione, e la folla continuò a gridare il suo nome.  
 
 
-  Maaammaaa … - pianse Belle, e la presi in braccio.
-  Che succede, amore? Sta tranquilla, va tutto bene … - mentii.
Le tremò il labbro inferiore. – Papi …
Sospirai e la abbracciai. – Papà sta arrivando, cucciola mia. Presto giocherete insieme di nuovo.
 



 
 
 
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Ciao!
Ehm ... sono qui per dirvelo ...
Alla storia mancano solo due capitoli per dirsi conclusa ...
*scappa*
 
Al prossimo  e penultimo *sigh* capitolo!
 
   
 
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