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Autore: Gallavich94    31/12/2016    1 recensioni
Una piccola storia su Philip e Lukas. Spero vi piaccia.
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Ormai era passato un mese da quando stavo a Tivoli ed ero costretto a frequentare la Red Hook High School. Nessuno mi parlava ed ero felice cosi.
Un giorno mentre uscivo da scuola lo vidi, sulla sua moto da cross e rimasi fisso ad osservarlo, era bellissimo. [...] Avevo passato le ultime settimane a cercare un modo per parlargli, ma proprio non risucivo a trovarlo.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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POV Philip

Da quando ero stato costretto a vivere in questa cittadina sperduta non ero riuscito a fare amicizia con nessuno, tutti pensavano fossi strano, mi evitavano come la peste. A me non importava granché perché me ne sarei andato presto, o almeno così speravo, dovevo solo aspettare che mia mamma si fosse ripulita e poi finalmente sarei tornato in città, sarei tornato a New York. 

 

La mia vita qui era noiosa, Helen era sempre al lavoro e sembrava non facesse il minimo sforzo per legare con me, al contrario Gabe cercava in tutti i modi di legare e farmi aprire, sperava che riuscissi a conoscere qualcuno e che smettessi di starmene rintanato in camera davanti al computer. Non riuscivano a capire che io li proprio non ci volevo stare, che volevo andarmene, volevo stare con mia madre in città dove non avrei dovuto nascondermi perché sono gay. Qui non potevo permettere che si sapesse, era una cittadina di gente chiusa che pensava ancora che fosse un problema da estirpare. Volevo semplicemente essere libero.

 

Ormai era passato un mese da quando stavo a Tivoli ed ero costretto a frequentare la Red Hook High School. Nessuno mi parlava ed ero felice cosi. 

Un giorno mentre uscivo da scuola lo vidi, sulla sua moto da cross e rimasi fisso ad osservarlo, era bellissimo. Si chiamava Lukas, aveva dei bellissimi capelli biondi e un sorriso che mi aveva tolto il respiro  (peccato che fosse rivolto alla sua ragazza, Rose). 

Avevo capito immediatamente di essermene innamorato, ma sapevo anche che non avrei mai avuto speranze visto che era etero e pure fidanzato. Mi limitavo ad osservarlo da lontano sperando di potergli almeno una volta rivolgere la parola, anche solo per chiedere una penna, non mi importava molto avevo solo voglia di avvicinarmi a lui.

 

Avevo passato le ultime settimane a trovare un modo per parlargli, ma proprio non risucivo a trovarlo. 

Ogni tanto la fortuna girava dalla mia parte perché fu lui che si avvicinò a me. Un giorno stavo girando un video a scuola (era sempre stata una delle mie passioni infatti ero diventato molto bravo con tutti quei programmi che servono a montare i filmati) quando mi notò e mi venne a parlare. Mi chiese se, visto che avevo la videocamera, avessi potuto realizzare dei video mentre si allena con la moto. Senza nemmeno pensarci accettai, ero felice come non mai in vita mia perché ero riuscito ad ottenere la sua attenzione poco importava se non era quel tipo di attenzioni che avrei voluto io, a me bastava solo poter passare del tempo con lui. 

 

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Ci eravamo dati appuntamento il giorno dopo a casa sua, l'attesa era stata snervante e le ore sembravano non passare più. 

Quando arrivai ero talmente emozionato che iniziai a tremare. Dovevo calmarmi assolutamente altrimenti non sarei riuscito a fare nessun video decente in queste condizioni. 

-Ehi- Lukas mi era arrivato alle spalle senza che me ne accorgessi immerso com'ero nei pensieri (che ovviamente riguardavano lui) -sei pronto?-

-Si..dove vuoi andare? Spero non troppo lontano visto che sono a piedi-  cercai di sorridergli ma non credo di esserci riuscito tanta è la tensione che ho in corpo.

-Non ti preoccupare- disse lanciandomi un casco -andiamo con la moto- dicendo l'ultima frase sorrise, uno di quei sorrisi che gli vedo sempre fare a Rose, uno di quei sorrisi che amavo e stavolta era per me. Mi sentii le gambe cedere ma mi feci coraggio e presi un bel respiro. Salii in moto e partimmo.  

 

È stato il pomeriggio più bello, era la prima volta da quando ero qui che mi stavo divertendo veramente. Non solo Lukas è bellissimo ma è anche simpatico e gentile. Mi ha riempito di complimenti per i video continuava a dire che ero fantastico, che erano i migliori che gli avessero mai fatto. Avevamo deciso di continuare a vederci per i video, mi disse che aveva bisogno di avere tante visualizzazioni se voleva essere notato da qualche sponsor. 

Avrei continuato ad uscire con Lukas, pensai fosse un bellissimo sogno e pregavo nessuno mi svegliasse mai, non riuscivo a credere fosse successo veramente. 

 

Erano passate due settimane dalla nostra prima uscita. Helen e Gabe erano felici di vedermi sempre fuori casa, era ancora difficile per me aprirmi con loro. Non gli avevo nemmeno detto di essere gay, per paura che mi cacciassero di casa. Se fino a poco tempo fa non vedevo l'ora di andarmene, adesso avevo un motivo per restare e non volevo assolutamente perderlo.

 

Eravamo come sempre su quella collinetta non lontano da casa sua, a quanto avevo capito si era sempre allenato li era il posto ideale, c'era anche un piccolo laghetto nascosto. Mi aveva detto che avrebbe tanto voluto sorvolarlo in moto, ma purtroppo la sua non era abbastanza potente  (non mi intendo per nulla di moto quindi mi limitavo ad ascoltare e annuire, tutto ciò che diceva per me era importante). Aveva appena finito di fare un salto, uno dei migliori che gli avessi mai visto fare, scese dalla moto e mi corse incontro, era felice e sorridente. Mio dio quanto avrei voluto baciarlo, sentire finalmente il suo sapore sulle mie labbra, avrei venduto l'anima al diavolo pur di avere un solo bacio con Lukas. 

-Philip? Mi senti?- oddio mi stava parlando ma non avevo sentito nulla ero troppo perso a fantasticare.

-S..scusa. Mi ero distratto dimmi- ti prego fa che non si sia accorto di come lo guardavo.

-Ho detto se hai voglia di venire a bere qualcosa al capanno di mio padre, li c'è sempre della birra e nessuno a disturbare-, io e lui in un capanno e con della birra non avrei potuto chiedere di più. Annuii con la testa e ci dirigemmo alla moto, credo di aver avuto un sorriso da stupido stampato in faccia per tutto il tempo, chissà cosa avrà pensato.

 

Dopo 10 minuti eravamo al capanno, ma più che un capanno sembrava una piccola casa. C'era la cucina con un divano e la TV, un bagno e persino una camera da letto. Mi disse di andare in camera lui avrebbe preso le birre e mi avrebbe raggiunto. 

Oddio perché non potevamo stare sul divano? Proprio in camera sul letto? Senza nemmeno rendermi conto stavo tremando di nuovo e mi sentivo il respiro pesante, "calmati, calmati" mi dissi mentalmente, provai a respirare con calma, per fortuna ci riuscii se no chissà cosa avrebbe potuto pensare a vedermi in quelle condizioni. E io cosa gli avrei detto? Che era colpa sua se mi sentivo così? Che ero gay e mi ero innamorato di lui dal primo istante che l'ho visto? No meglio di no. Meglio soffrire ogni tanto ma poter stare vicino a lui piuttosto che vederlo lontano che mi guarda con disgusto per quello che sono. 

Eccolo che stava arrivando con le birre, "fai un bel respiro", -Gr..grazie- l'unica cosa che riesco a dire mentre me ne passa una. Mi attacco subito alla bottiglia per evitare di dire o fare qualcosa di imbarazzante. 

Subito dopo ci mettiamo a guardare i video della giornata e non riesco a smettere di osservarlo. I suoi occhi azzurri che brillavano per la felicità, si vedeva lontano chilometri quanto amasse il motocross e rivedersi in quei video lo faceva sentire bene. 

-Sei fantastico, voglio dire i tuoi video...sei bravissimo- mentre me lo diceva mi guardava dritto negli occhi, sembrava agitato. 

Mi avvicinai a lui, gli occhi incatenati ai suoi. Stavo per baciarlo. Lui era lì fermo, come se non aspettasse altro. Mi feci coraggio e mi avvicinai ancora di più, le mie labbra stavano per sfiorare le sue. -Cosa fai?- mi spinse via, sembrava furioso con me, non mi guardava più in faccia. Perché non ascolto mai la mia testa? Sapevo che era una cosa stupida da fare. 

Mi alzai per andarmene, non potevo più stare li. 

-Philip- lo sentii afferrarmi il braccio -resta-. Mi tirò a se e mi baciò. Rimasi immobile per qualche secondo. Stava succedendo davvero? O era solo un altro dei miei sogni? Dopo qualche secondo di shock risposi al bacio, tremavo le mie gambe non mi reggevano più. Avevo bisogno di sedermi. Lui sembrò capire, mi circondò con le sue braccia e mi fece sdraiare sul letto, lui sopra di me continuava a baciarmi. Mi baciava e baciava, non riuscivo a capire più nulla. Ci ritrovammo entrambi senza maglietta, lui che si strusciava su di me e io che gli andavo incontro. Il tempo sembrava essersi fermato. Eravamo solo noi due, non esisteva nient'altro al mondo. Ero felice. A quanto pare Lukas era gay, o bisex visto che stava con una ragazza, e mi stava baciando. Forse avrei potuto dirgli quello che provavo, dirgli che lo amavo. 

Il mio telefono iniziò a squillare. A quel suono Lukas si tirò su da me come si fosse risvegliato da uno stato di trance. Si alzò agitato inziando a farfugliare parole inizialmente incomprensibili ma poi sempre più chiare.

-Cosa stavo facendo? Io non sono gay. Non ha senso che ti stessi baciando non deve avere senso-, ad ogni parola era come se avesse il mio cuore sotto i piedi e lo stesse calpestando. 

Avevo voglia di scappare, di piangere, di sfogarmi e urlare. Urlare per la frustrazione. Non fosse stato per Helen che mi aveva chiamato poco prima gli avrei confessato tutto e probabilmente sarebbe stato ancora più doloroso di quanto già era stato sentire quelle parole.

Uscii dalla stanza, sarei andato a casa a piedi anche se non sapevo la strada. Forse avrei chiamato Helen o Gabe, gli avrei detto che ero andato a fare una passeggiata e mi ero perso. Mi sarebbero venuti a prendere. 

-Ti riporto a casa, siamo lontani non puoi andare a piedi- aveva ancora il coraggio di parlarmi dopo quello che aveva appena fatto.

-No grazie! Vado da solo- cercai di usare il tono più calmo che riuscivo, non era facile con le lacrime che minacciavano di uscire.

 

Appena tornato a casa mi rinchiusi in camera. Non avevo fame e ancora meno avevo voglia di parlare con Gabe e Helen. Durante la notte mi svegliai continuamente. I miei pensieri vagavano da quel bacio, quel momento di felicità pura, a quando aveva detto che era tutto uno sbaglio, eppure sembrava che anche a lui piacesse quel bacio. Non riuscivo a capire. 

Presi una decisione. Il giorno dopo gli avrei parlato, dovevo capire come era davvero la situazione. Non poteva baciarmi, perché si era stato lui a a prendere l'iniziativa, e poi rifiutare quello che aveva fatto. 

Finalmente mi addormentai, lo avrei affrontato a scuola poco importa che nessuno deve sapere che ci parliamo dopo quello appena successo avevo bisogno di chiarimenti e se quello era l'unico modo per parlarci non avevo altra scelta. 

 

   
 
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