Film > Le 5 Leggende
Segui la storia  |       
Autore: Roiben    31/12/2016    1 recensioni
Ancora poco, solo qualche metro, e infine sarà libero.
--------------
«Tu chi sei?»
«Boogeyman, e tu?»
«Katherine»
Genere: Angst, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Emily Jane Pitchiner, Kozmotis 'Pitch' Pitchiner, Nuovo personaggio, Pitch
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'La Strada Verso Casa'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A






capitolo 20 – Ricordi




Ha la spiacevole sensazione di soffocare. Si aggrappa con le dita alla stoffa nera che ricopre il suo petto, serra gli occhi con forza e digrigna i denti. Nulla sembra servire a dargli un po’ di sollievo. Geme, di un dolore che non è più fisico.


«Pitch» chiama Katherine con voce spaventata.


«Io sono…» un singulto strozzato scuote il suo petto. «Sono una pessima persona. Sbagliato, è questo che sono, è questo che sarò per il resto della mia esistenza. Ho tentato, Katherine. Io, te lo giuro, ho provato così tanto, ma non ci sono riuscito. Non ce l’ho fatta. Sono… solo un dannato fallimento e ho fatto… troppe cose terribili!» rantola, tremando senza controllo.


«Pitch» ripete Katherine.


La sua voce ora è più vicina, la sente quasi contro il suo corpo. Se solo potesse, la stringerebbe a sé e pregherebbe di poter svanire nel nulla, cullato dalle sue piccole braccia. Un vero peccato che non lo possa realmente fare: non gli è concesso, semplicemente, di scegliere la propria fine e il momento in cui essa giungerà.


Una parte dei suoi desideri viene comunque esaudita e, malgrado tutta la propria incredulità, Katherine lo stringe fra le braccia e si impegna a fondo perché lui ci possa entrare tutto quanto.


«Pitch, non è vero. Ma anche se lo è, a me non importa. Già te l’ho detto: tu non sei cattivo».


«Lo sono, Katherine. Non capisci?» insiste Pitch.


«No, io non lo capisco. Da quando ti ho conosciuto non hai mai fatto niente per essere cattivo. E invece di andartene via, per cercare una casa nuova, sei tornato per aiutarmi. Oh, Pitch, ma non lo vedi? Come fai?».


Ma il suo Pitch sta piangendo, ora. E Katherine non sa davvero cosa fare per aiutarlo. C’è troppo dolore dentro una sola persona, ed è così ingiusto che sia lui solo a doverlo sopportare tutto, senza mai poterlo dividere.


«Katherine» soffia Pitch, fra un tremito e l’altro.


È un richiamo colmo d’angoscia e bisogno. Lei gli accarezza gentilmente una spalla, senza mai lasciarlo andare.


«Sono qui, con te. Resto qui, non vado via» promette Katherine.


Sono necessari lunghi minuti perché Pitch riesca a placare almeno in parte la propria disperazione. Non ricorda, invero, di aver mai versato così tante lacrime in un’unica volta come in quel giorno. A dire il vero, non riesce neppure a rammentare alcuna situazione che gli abbia richiesto delle lacrime, a parte forse… Pitch ha un fremito violento, mentre la sua mente gli riporta alla memoria l’infausto e sciagurato giorno in cui ha perduto tutto quanto per la seconda volta. Chiude gli occhi velocemente, con l’ingenua speranza di poter così impedire a quelle ultime immagini di sommergerlo e annientarlo.


«Pitch» mormora cauta Katherine, sentendolo nuovamente scosso dai brividi.


«Mh». È solo un gemito fievole, nulla più, ma sembra che per lei sia sufficiente.


«Perché stai così male? Che cos’è?» domanda angosciata.


«Ricordi» mormora Pitch con voce spezzata.


Ricordi, riflette Katherine. Certo devono essere davvero brutti, per farlo stare in quel modo. Vorrebbe chiedergli di più, al riguardo, ma allo stesso tempo teme che la sua curiosità possa solo peggiorare la situazione, così tace e si limita a farsi più vicina e mostrargli che lei c’è e non intende andare da nessuna parte.


E di questo, che lui lo ammetta o meno, Pitch le è incredibilmente grato. Non ha idea di come avrebbe potuto rimettersi in piedi se avesse dovuto affrontare uno scorcio così pesante del suo passato tutto da solo. Probabilmente sarebbe semplicemente sprofondato, inesorabilmente, fino a perdersi definitivamente.


«Vorresti che te ne parlassi, non è vero?» sospira Pitch, consapevole come non mai della rassicurante presenza della bambina.


Katherine, cauta, annuisce. «Credo di sì. Ma… se non vuoi, se… è troppo presto, io… Non fa niente, sai» prova a tranquillizzarlo.


«Sì, lo so» ammette, con una smorfia triste. «Ma ti avevo promesso che ti avrei parlato di ciò che è accaduto questa notte. E… credo che, in qualche modo, le due cose siano legate. Quindi, che io lo desideri o meno, penso proprio che sia giunto il momento di vuotare il sacco» ironizza Pitch, con uno sforzo titanico e decisamente encomiabile.


«D’accordo» mugugna Katherine, con la testa come al solito seppellita fra le sue vesti. «Ma dopo» decide perentoria.


Pitch la guarda stranito e, in parte, incuriosito.


«Adesso: pancake! Al cioccolato, eh?» propone Katherine, sforzandosi di sorridere con una buona dose di allegria.


Pitch sbuffa ma annuisce e rimane in silenzio.


«Solo per te» mormora Katherine, posando piano una mano sul suo cuore.


Le dita di Pitch si sovrappongono a quelle minute di Katherine, coprendole completamente.


«Grazie» mormora.


E non è solo per la promessa dei pancake.



Andare a caccia di ricordi non è un bell’affare. Quelli belli non li puoi catturare e quelli brutti non li puoi uccidere.” (Giorgio Faletti)


* * * * * * * * * * * * * *


I ricordi possono essere un paradiso dal quale non possono toglierci, ma possono anche essere un inferno dal quale non possiamo scappare.” (John Lancaster Spalding)







  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Le 5 Leggende / Vai alla pagina dell'autore: Roiben