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Autore: Emmastory    31/12/2016    4 recensioni
Un mese è passato, e la povera Rain si scopre sola dopo la partenza per il pericoloso regno di Aveiron da parte del suo amato Stefan, che l'ha lasciata in compagnia della loro piccola Terra, di una promessa, e di una richiesta. Conservare l'anello che li ha uniti, così come i sentimenti che li legano. Nuove sfide si prospettano ardue all'orizzonte, e armandosi di tenacia e forza d'animo, i nostri eroi agiranno finchè un'ombra di forza aleggerà in loro. (Seguito di: Le cronache di Aveiron: Oscure minacce.)
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache di Aveiron'
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Le-cronache-di-Aveiron-IV-mod
 
 
Capitolo XXX

Ultimi avvisi

Non volevamo che accadesse, eppure era successo di nuovo. Ormai lontani dalla casa dei nostri amici, avevamo passato la notte all’addiaccio, dormendo poco e male, poiché troppo preoccupati e tesi all’idea di essere scoperti, o peggio, catturati e uccisi. Seppur sveglia, non muovo un muscolo né dico una parola, e nel silenzio di questa così quieta notte, qualcosa si fa largo nella mia mente. Ci stiamo avvicinando alla dimora di Lady Fatima, e data la nostra stanchezza, ogni passo è per noi una tortura. Nonostante questo, resistiamo, ed io non riesco a mantenere la calma. Qualcosa, un sesto senso, il mio istinto, o forse una strana voce nella mia testa mi parla, portandomi a credere che non siamo soli, e che in queste strade stanotte c’è qualcuno. “Devo farcela, Rose ha bisogno di me.” Non faccio che ripetermi, sperando vivamente che questo pensiero scacci quello legato alla nostra presunta e affatto amichevole compagnia. Ancora una volta però, mi ritrovo davanti ad un’ardua verità. Il mio spirito è forte, ma la mia carne è debole, e proprio come chiunque altro, ho bisogno di riposare. Camminando al mio fianco, Stefan lo nota, pregandomi quindi di fermarmi, ma io non lo ascolto. Lui non lo sa, ma il pensiero della nostra piccola Rose in pericolo mi gela il sangue, ed io non posso permettere che soffra. So bene che è preoccupato per lei almeno tanto quanto me, e proprio per questo, non voglio arrendermi. Attorno a noi c’è solo il silenzio, spezzato come fragile vetro solo dal suono dei nostri passi. Lenti, decisi e a dir poco ritmici, scandiscono il nostro andare, e con il tempo diventano più veloci. Provo a sforzarmi ancora, ma l mio corpo si rifiuta. La milza mi fa improvvisamente male, e sono costretta a fermarmi. Arrestando il mio cammino, provo a respirare, riuscendoci però con enorme fatica. Preoccupati, i miei amici mi guardano, e anche se in silenzio, soffrono per me. Con loro c’è anche Terra, e mentre Stefan mi tiene la mano, la nostra bambina cammina con noi, non staccandosi neanche per un misero attimo. Proprio come me e suo padre, Rachel, la controlla, pronta a intervenire per qualsiasi evenienza. Il tempo scorre, e ben presto, mi accorgo di non essere l’unica a soffrire per le avversità di questo viaggio. D’un tratto, Samira si lamenta, e pur riuscendo a fermarsi in tempo, crolla in ginocchio. Un suo lamento di dolore ci coglie di sorpresa, e Soren reagisce, preoccupato come mai prima d’ora. “Samira!” la chiama, sperando segretamente che quanto le è appena accaduto non sia grave. È appena caduta, e non riesce a rialzarsi. Ci prova, ma ogni suo tentativo si rivela vano. “Le gambe. Mi fanno troppo male.” Ha la sola forza di dirci, con la voce spezzata da un pianto che sta sicuramente per avere inizio. “Tesoro, ti prego, alzati, andrà tutto bene. Noi ce la faremo, avanti.” Il suo amato la prega, ma lei sembra davvero non farcela. Muta e immobile, la guardo negli occhi, scorgendo nelle sue scure iridi una sofferenza immane. “Soren, mi dispiace,  ma io non… non posso. “ biascica, continuando a lamentarsi per un dolore che nessuno si spiega. “Sì che puoi. Io so che puoi, mi hai sentito? Adesso alzati e andiamo.” Le rispose lui, dopo alcuni secondi passati ad ascoltare le sue parole. Continuava a esortarla senza alcuna sosta, ma per qualche strana ragione, lei non voleva più muoversi. Forse voleva solo riposare, forse il dolore che avvertiva era troppo grande per continuare, o forse aveva davvero deciso di arrendersi. Non potevamo saperlo, e solo una cosa in quel momento era chiara come la luce della luna. Dovevamo aiutarla. Intuendo la gravità della situazione, perfino Terra provò a dare il suo tenero contributo, offrendo alla mia povera amica la rosea manina. “Non ti lasceremo qui.” Le disse, con l’ormai solita e sottile voce d’angelo che la caratterizzava. “Temo che dovrete farlo, piccina.” Queste le sue ultime parole, che pronunciò poco prima di chiudere gli occhi, lasciarsi andare e cadere a terra esanime. A quella vista, Soren esplose in un urlo liberatorio, e stringendo la mano della sua amata, provo ad aiutarla e farla rinvenire, ma purtroppo senza successo. Attoniti, guardavamo tutti il terreno dove ora la nostra amica sembrava riposare, e pur lacrimando, afferrai il braccio di Terra, costringendola così a voltarsi. Aveva fatto ciò che aveva potuto, ma per sfortuna non era bastato. Consunti dal dolore, continuavamo a guardarci a vicenda, e ciò che accade poco dopo mi lasciò senza fiato. Ancora vicino a Samira, Soren si curvò sul suo corpo ormai esanime, deponendo con coraggio e dolore, quello che a causa di un crudele scherzo di un beffardo destino, lui avvertì come un ultimo povero e disperato bacio sulle sua mano. La stessa che aveva amorevolmente stretto nel giorno del loro matrimonio, e che ora diventava via via sempre più pallida e fredda. Gli fu difficile, ma fatto ciò si rialzò, e guardandosi poi indietro, le soffiò qualcosa. “Addio, amore mio.” Tre parole che tutti ascoltammo in quella nefasta notte, e alle quali io mi rifiutai di credere. Non era possibile. Ero poco più grande di lei, ed era giovanissima, perciò non poteva essere vero. In altri termini, non poteva davvero essersene andata. Da quel momento in poi, mi rifiutai di proseguire, e rimasi con lei per alcuni lunghi minuti, guardando Stefan accogliere suo marito fra le sue braccia al solo scopo di confortarlo. Tutto sembrò quindi perduto, ma improvvisamente, un rumore in lontananza ci distrasse. Forse qualche anima ci aveva sentiti e aveva deciso di aiutarci, e a dirla tutta lo speravo davvero, poiché in cuor mio non potevo accettare la scena appena consumatasi davanti ai miei stessi occhi. Data la situazione, a cui si univano però le confortanti parole di Rachel riguardo alla mia persona, ero convinta che sarei riuscita davvero a sopportare di tutto, tranne certamente una dipartita come quella di Samira. Così ingiusta e crudele da permetterle unicamente quelli che avevamo ormai scoperto essere i suoi ultimi avvisi.




Eccomi di ritorno con questo nuovo capitolo! Spero davvero che vi sia piaciuto, così come l'intera saga fino ad ora. Prima che me ne vada, ringrazio come al solito tutti i miei sostenitori, inclusi quelli che mi leggono in assoluta pace e silenzio. Stavolta non farò nomi, ma solo perchè risulterebbe ripetitivo. Inoltre, quelle persone sanno che mi sto rivolgendo a loro in particolare, perciò non credo ce ne sia bisogno. Per ora questa parte della saga s'interrompe qui, ma niente paura, poichè ci rivedremo nel 2017. Intanto, Felice Anno Nuovo a tutti voi! Con tanto affetto,


Emmastory :)
   
 
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