Buoni propositi mai mantenuti
«Howarrrrrrrrrrrd!!!»
«Robin,
ti vedo
un po’alterato…»
«Non
sono
alterato, no, non sono alterato… io
sono
furibondo! FURIBONDO!!!»
«Per così poco?»
Il
quarantatreenne Robin Mask si lasciò andare a un mezzo grido
rabbioso, mandando
al diavolo il suo compassato autocontrollo da nobile inglese.
Ormai
sapeva
benissimo cosa accadeva se si decideva di uscire nel tardissimo
pomeriggio con Howard Hogan Robert John Lancaster, lo
sapeva, e non riusciva ancora a
credere di essersi lasciato convincere di nuovo!
Tuttavia
le cose
stavano proprio così, e quella fredda sera del trentun
dicembre era salito nel
Lamborghini blu scuro del suo amico, convinto che sarebbero andati a
trascorrere qualche ora in un locale, solo loro due, così
che lui potesse
prepararsi spiritualmente alla mega festa in casa Lancaster che sarebbe
iniziata poco prima di mezzanotte.
Peccato
non aver
pensato alla cosa più ovvia, ossia che sul senso
dell’orientamento di Howard
non si potesse fare affidamento, e non solo…
«“Per così poco” UN
CORNO!!!» sbraitò
Robin «“Un locale rustico poco fuori
Londra”, avevi detto! “c’è
sicuramente un
distributore di benzina lungo la strada”, avevi
detto!!!»
«Capita
a tutti
di fare un piccolo sbaglio, non c’è bisogno di
scaldarsi tanto…»
«Siamo in mezzo ai campi, Howard!!! In
mezzo a degli stramaledetti campi fangosi! Non abbiamo benzina
nell’auto, e i
cellulari non prendono! NON! PRENDONO!»
urlò Robin, per sottolineare il concetto «Mi dici
come facciamo a venirne
fuori, eh?! Dimmelo, perché io non vedo una via
d’uscita! Non la vedo! NO!»
«Troveremo
un
modo, tu rilassati e continua a camminare»
minimizzò Howard «A forza di
attraversare campi su campi, prima o poi troveremo qualcuno! E poi siamo poco fuori Londra, è
l’unica cosa
di cui sono sicuro, quindi anche ritrovare la strada non dovrebbe
essere troppo
difficile…»
“almeno
spero”
aggiunse mentalmente “altrimenti chi la sente, mia
moglie?”
«Devi anche
spiegarmi un’altra cosa…»
«Dimmi».
«Perché
diavolo
hai abbandonato il Lamborghini e non le lucine e i fuochi
d’artificio?!» gli
domandò Robin, facendo facepalm nonostante la maschera
mentre indicava gli
svariati fili nei quali Howard si era avvolto e le tasche della sua
giacca,
visibilmente piene «Ma più che altro, cosa ci
faceva quella roba in macchina?»
Howard
aggrottò
la fronte, ci pensò un po’, e infine fece
spallucce. «Non ne ho idea».
«Ma l’automobile è tua!»
«Ne
ho troppe
per sapere cosa c’è nel portabagagli di ognuna,
Robbie».
Il
primo istinto
di Robin fu di prenderlo a male parole anche per quel nomignolo, ma
alla fine
cambiò idea, preferendo concentrarsi su altro.
«All’inizio di quella tua
dannata festa ormai non manca poi così tanto, e noi siamo al
buio completo e
dispersi, come facciamo?! E se per disgrazia si mettesse anche a
nevicare?!»
«Menagramo
a
Capodanno, menagramo tutto l’anno!»
«Non
siamo
ancora a Capodanno, genio, e di questo passo non so neppure
se-»
«Luci! LÀ!» Howard
indicò un punto in
lontananza «Le vedi? Uomo di poca fede!»
«Sì.
Certo» no,
ovviamente no: Robin avrebbe dovuto indossare degli occhiali, ma non
voleva
proprio saperne «Ma chi ti dice che siano della casa di
qualcuno?»
«Di
cosa vuoi
che siano se no? Corri, Robbie, corri!» esclamò
Howard, iniziando a sgambettare
lungo il campo fangoso «Chi arriva ultimo è un mandrillo!»
«Ancora con quella storia?!»
probabilmente nessuno dei due avrebbe mai dimenticato la volta in cui,
dopo
aver bevuto troppo, ci aveva provato con un barbone avendolo scambiato
per una
bella donna «E poi tu sei partito prima! Sei sleale,
Lancaster! SLEALE!!!»
gridò il nobile, inglese
«sleal-»
SPLAT.
Improvvisamente
il mondo divenne umido, nero e fangoso, conseguenza
dell’urlare dietro alle
persone mentre si corre senza far caso ai fossi.
«Robbie?»
«Hrrrrrrrgh».
«Tutto
bene?...»
Raccogliendo
i
pochi frammenti di dignità che gli erano rimasti, Robin Mask
iniziò lentamente
a rialzarsi in piedi. «Ricomincia a correre».
«Andiamo,
Rob-»
«Ricomincia. A . Correre».
Dopo
un breve
istante nel quale Howard Lancaster fece spallucce ed evitò
una palla di fango,
la corsa dei due riprese… ma in maniera piuttosto
somigliante a Willy Coyote e
Be-beep lo struzzo.
Come
accadeva
sempre quando le persone inseguivano un Lancaster, del resto.
«È tutta colpa tua! TUUUUAAAAA!!!»
«Sì,
forse non
avrei dovuto bere quei bicchieri di cognac prima di salire in
macchina…» ammise
Howard, senza fermare la sua corsa.
«Lo
sapevo! Lo
sapevo che c’era sotto
dell’altro… e
anche che tu sei un cretino! E più
cretino io che ti vengo ancora appresso!!!»
aggiunse poi, per amor di
onestà.
«Su
questo hai
perfettamente ragione, sapendo che tanto non mi prenderai
mai… signore!»
gridò Howard, vedendo a poca
distanza il proprietario della fattoria alla quale ormai erano giunti
«Lei, signore!
Buonasera!»
Il
contadino,
che era uscito fuori per dare l’ultima controllata al
trattore nuovo e alle
proprie bestie, si voltò, trovandosi alquanto stupito:
davanti a lui c’era un
giovane alto e muscoloso di ventitré anni
dall’aria distinta, con un
impeccabile completo bianco, e un uomo con una maschera di ferro sulla
testa
che non solo sembrava furioso come un toro, ma era anche pieno di fango
in ogni
dove.
Che
due
stramboidi! Gente di città, probabilmente.
«chi sono e che vogliono da me i
signori?» domandò, con una punta di
ironia.
Ironia
che svanì
immediatamente appena vide il giovane tirare fuori dalla tasca un bel
rotolo di
banconote.
«Io
sono il
marchese Howard Hogan Robert John Lancaster, gentile signore, e il mio
compagno
di sventura è Robin Mask: forse ha già sentito
parlare di noi, ma se anche così
non fosse non importa. Dica una cosa… il serbatoio di quel
trattore com’è?» gli
chiese il ragazzo.
«Lo
ho riempito
questa ser-»
«Perfetto! Le offro trentamila sterline per quel trattore!
È
bellissimo!» esclamò, con uno strano luccichio
negli occhi «E se ce lo dà le
regalo anche il Lamborghini che mi si è fermato
laggiù da qualche parte!» fece
un vago cenno con la mano «Tanto se voglio me ne compro due
nuovi!»
«Trentamila sterline e un Lamborghini in
cambio di un trattore?! PERCHÉ?! Ma sei coglione?!»
sbraitò Robin.
Il
fattore era
incredulo e pensava che lo stessero prendendo in giro, ma la rabbia e
lo
stupore del tizio mascherato erano talmente tanti che, comprese, invece
era
tutto vero: quel pazzo del giovane marchese Lancaster era lì
davanti a lui gli
stava seriamente offrendo trentamila sterline e un Lamborghini in
cambio del
suo trattore.
Incredibile.
«No,
sono solo
brillo! Allora?» incalzò Howard «Me lo
dà il trattore? E Magari anche
un’indicazione per tornare a Londra, già che
c’è?»
«Se
ne avessi un
altro gliene darei anche due!» ribatté il fattore
«affare fatto! Ecco le
chiavi» le tirò fuori dalla tasca e gliele
lanciò «Per il resto, col trattore
andate avanti in quella direzione» indicò un punto
alla propria sinistra «E quando
risbucate sulla tangenziale seguite semplicemente i cartelli!»
«Grazie,
buon
uomo! Ecco le trentamila!... e le chiavi del Lamborghini,
ovviamente…»
«Grazie
a lei!»
«…ma
perché il
trattore?! Perché?!»
gemette Robin
«per- cosa stai facendo?!»
Howard
era già
salito sul trattore e, incredibile ma vero, lo stava decorando con le
lucine
che si era portato appresso. «Decoro il trattore per le
feste!»
Se
Robin avesse
potuto, si sarebbe messo le mani nei capelli. Non era possibile. Cosa
aveva
fatto di male per meritarsi un amico come quello?! Cosa?!
«Tu vuoi farmi dannare. Che razza di figura faremo? Howard! Col trattore in tangenziale!...»
«Andiamo a comandare!»
esclamò il
ragazzo, accendendo le lucine -nonché il trattore stesso.
«Ma
andiamo a
comandare cosa, cosa?!! E togliti
dal
posto di guida, tu per questa sera
non toccherai più il volante. Il trattore lo guido
io!» sbottò Robin,
rassegnandosi a sua volta a salire sul mezzo «Accidenti a te
e alle tue idee!»
«A
beh… allora
in bocca al lupo, signori» tornò a farsi sentire
il fattore «Io tor-»
«Buon
uomo! Un
ultimo favore!» lo richiamò Howard.
«Cosa
ti sei
messo in testa adesso?!» sibilò Robin.
«Tutto
quello
che vuole!»
«Ha
per caso una
bottiglia di vino rosso, due paia di scarpe non infangate e anche una
radio? Di
quelle grosse?...»
***
“M-M-MY SHARONA!
M-M-M-MY-MY-MY!!!...”
«“ M-M-MY
SHARONA!...M-M-MY SHARONA!”» cantò a
squarciagola Howard «MY-MY-MY-»
«Falla finita!!!»
urlò Robin «altrimenti
ti butto giù, e non sto scherzando! Stiamo bloccando il
traffico, a casa tua
manca ancora un bel pezzo di strada, e la mia pazienza è al
limite! Hai
capito?! Al limite!!!»
Le
sue proteste
vennero coperte per metà dal suono di vari clacson di
automobilisti arrabbiati
dietro di loro, cosa di cui ovviamente Howard non si curava nel modo
più assoluto.
Durante
il
tragitto, quella scimmia invasata -sì, la definizione era
perfettamente
azzeccata- non solo non era stato fermo un minuto, prodigandosi a
riempire il
trattore di stelline scintillanti e cambiarle quando si spegnevano, non
solo
aveva sparato le canzoni della radio a tutto volume, ma ora si era
perfino
messo a cantare!
«“M-M-M-MY-MY-MY!!!...”»
Eh
no. Aveva
sopportato tutto fino a quel momento, ma che Howard usasse la sua testa
come un
bongo, tra l’altro senza neppure andare a tempo, non era
assolutamente
ammissibile.
Tolse
le mani
dal volante con un ringhio, tentando di buttare giù la
scimmia dal trattore una
volta per tutte; peccato che, proprio in quanto scimmia, Howard
riuscì a
evitare tranquillamente di cadere giù, aggrappandosi
agilmente al mezzo e
spenzolandosi giù allegramente con in mano la bottiglia di
vino rosso ormai
vuota.
«“un elefHoward/ si dondolava/ sul
trattooore
in una tarda se-ra/ e reputando/ la cosa interessHoward/
andò a chiamare un
altro elefHoward!» si mise a canticchiare.
“Ora
ditemi,
devo mettermi a ridere o a piangere? Perché davvero, non lo
so” pensò Robin,
avvertendo un principio di emicrania. Howard era già
abbastanza “molesto”
normalmente, ma quella sera si era proprio scatenato.
E
lui era in sua
compagnia.
Robin
Grande si
stava rivoltando nella tomba, probabilmente.
«“due elefHoward/ si dondolavano/ sul
trattooore in una tarda se-ra/ e reputando/ la cosa interessHoward/
andarono a
chiamare un altro elefHoward! Tre elefHoward/ si dondolavano/ sul
trattooore in
una tarda se-ra …”»
«Tu
sei
completamente fuori di testa, Lancaster! Chi me lo avrà
fatto fare, dico io?!
Chi?! Chi me lo ha fatto fare di dare retta a un pazzo?!»
«Non so se son pazzo/ o sono un genio!»
canticchiò Howard.
«Eh,
io invece
lo so cosa sei, scimmia invasata e apparentemente drogata che non sei
altro»
borbottò Robin.
«Drogata?
Drogata no! Io non fumo canne/ sono anche
astemio… ah, no, quello no!» si
corresse, per amor di onestà «Col
trattore in tangenziale/ andiamo a
comandare!»
«Andiamo
a
comandare la parata dei deficienti» mugugnò Robin
«sempre se gli automobilisti
dietro di noi non tentano di linciarci prima!»
«In ciabatte nel locale/ andiamo a comandare!...»
«Lascia
perdere
questa cosa, maledizione!»
sbottò
Robin, muovendo nervosamente le dita dei piedi all’interno
delle ciabatte rosa
pelose della moglie del fattore -la quale aveva piedi di una grandezza
non
indifferente, a quanto sembrava. «Non volevano neppure farci
entrare per darci
una pulita, è stato così vergognoso!...»
«Ma
poi siamo
entrati lo stesso!» ribatté Howard, dopo aver
cambiato le stelline scintillanti
sul tettuccio per l’ennesima volta «Potere delle
ciabatte verdi mistiche»
aggiunse, togliendosene una e sventolandogliela davanti alla faccia.
«O
togli quella
ciabatta da davanti alla mi faccia, o te la strappo di mano e te la
infilo
nel-»
«Linguaggio,
Robbie!» lo rimproverò Howard «dovevamo
trovare delle scarpe pulite, non possiamo
sporcare il pavimento di casa mia, o chi la sente Janice?»
«EH! Giusto!» Robin si
voltò a guardarlo
con gli occhi rossi fiammeggianti sotto la maschera «ora il telefono prende! E anche nel
locale il telefono c’era!»
«Vero».
«Potevi chiamare per farci venire a prendere!»
ringhiò Robin.
«Vero
anche
questo!» disse Howard, con nonchalance.
«E ALLORA PERCHÉ DIAVOLO NON LO HAI
FATTO?!!»
urlò Robin.
Howard
indicò il
trattore. «Vuoi mettere col trascorrere la sera del trentun
dicembre brillo, insieme
al mio migliore amico, su un trattore pieno di lucine? Questa
è storica!»
concluse, con un largo sorrise «Storica,
Robbie!!!»
«Storica!
Storica! COME NO! Ci siamo persi,
siamo
finiti in mezzo ai campi, hai buttato al vento non so quante sterline,
stiamo
facendo una figura incommentabile in mezzo alla strada con questa
pacchianata
del trattore, stai facendo la scimm… Howard».
«Sì?»
«Da
dove viene
quell’iguana? Perché hai
un’iguana sulla
spalla sinistra?!»
Il
giovane
marchese si voltò lentamente, in principio pensando che
fosse un tentativo di
distrarlo per tentare di nuovo di buttarlo giù dal trattore,
e invece no: aveva
seriamente un’iguana sulla spalla.
«…ma Sciao!».
«È tutto quello che hai da dire?!»
«Il
tipo con l’iguana
era nel locale dove siamo andati, ma a quanto pare le piacevo
più io!» commentò
Howard «Ciao, iguanina! Soooooffice
iguana, caaaaalda iguana… Robin?»
«…»
«Cos’hai?»
«Mi
sto
concentrando sulla guida e non sulla mia voglia di soffocarti con
l’iguana. Va bene?»
«Aaaah,
ma
quanto sei malmostoso! È una serata fantastica!!!»
esclamò il giovane, e rise.
«Io
ho un
concetto diverso di serate fantastiche, e stasera alla festa non ci
vengo, ne
ho avuto già abbastanza, per oggi!»
dichiarò Robin «Buoni propositi per
l’anno
nuovo: non uscire con te verso sera mai più!»
Howard
per tutta
risposta gli mise in testa l’iguana e si rimise a spenzolare
dal trattore con l’intento
di cambiare per l’ennesima volta le stelline scintillanti.
«Lo avevi già detto
l’anno scorso, Robbie! Buoni propositi mai
mantenuti!»
Robin
Mask alzò
gli occhi al cielo, con in testa solo una parola:
“già”.
Sapeva
fin
troppo bene che le pazzie di quel ragazzo non erano qualcosa che
potesse
riuscire a dividerli, a quelle si era praticamente abituato.
Serviva
qualcosa
di ben più grave, e al momento non riusciva proprio a
immaginare cosa potrebbe
essere. «Quest’anno è quello buono,
scimmia invasata!»
O
forse no.
Aveva detto anche quello, l’anno
scorso…
-"My Sharona" by
The Knack
- "Andiamo a
comandare" by Rovazzi (se si può definire una canzone :'D)
Buon
pomeriggio !
Avrei dovuto pubblicarla ieri sera,
ma... fate finta che sia ancora la sera di San Silvestro, d'accordo? :'D
Buon anno a tutti quanti!
_Dracarys_